Disfunzione erettile: terapia orale, mininvasiva e chirurgica

MEDICINA ONLINE TESTICOLI ANATOMIA ANSIA DA PRESTAZIONE SESSO TRISTE SESSUALE PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE COPPIA PSICOLOGIA LETTO PENETRAZIONE UOMO DONNA LIBIDO SPERMA PIACERE MALE GENITALIA SEX.jpgLa disfunzione erettile, chiamata in passato impotenza è definita come “l’incapacità del soggetto di sesso maschile a raggiungere e/o mantenere una erezione sufficiente a condurre un rapporto soddisfacente”. Oggi non ci focalizzeremo sulle cause della disfunzione erettile, faremo invece chiarezza su tutte le terapie disponibili per questa patologia. Se volete sapere cause e prevenzione della disfunzione erettile, leggete invece: La disfunzione erettile (o impotenza): quali sono le cause e come prevenirla

Le terapie per la disfunzione erettile sono classificabili in tre grandi gruppi: la terapia orale (non invasiva), quella mininvasiva, quella chirurgica (invasiva).

1) TERAPIA ORALE (la terapia di prima scelta)

    • TADALAFIL, SILDENAFIL, VARDENAFIL (CIALIS, LEVITRA, VIAGRA)
      Farmaci messi a punto inizialmente per il trattamento dell’angina pectoris, nel corso degli studi clinici mostrarono di aumentare il numero delle erezioni nei pazienti trattati. Devono essere assunti da 30 a 60 minuti prima della prevista attività sessuale, possibilmente a digiuno. La loro azione ha una durata variabile che può arrivare anche alle 36 ore. Non provocano erezione direttamente ma potenziano il rilasciamento protratto della muscolatura liscia dei corpi cavernosi migliorando la qualità dell’erezione. Sono controindicati negli uomini che assumono farmaci a base di nitrati (compresse sub-linguali o cerotti adesivi che producono vasodilatazione delle coronarie) per il rischio di eccessivo abbassamento della pressione arteriosa anche in maniera grave. È efficace nel 50-80% degli uomini. Gli effetti collaterali possono essere: cefalea (16%), flushing (vampate di calore) nel 10%, dispepsia (7%), alterata percezione dei colori, maggiore sensibilità alla luce o visione sfocata (3%). Si consiglia utilizzarli con cautela nei pazienti cardiopatici in terapie complesse con più farmaci (antipertensivi ed antiaritmici) ed in pazienti con crisi lipotimiche (crisi di abbassamento della pressione arteriosa con perdita della coscienza). A tale proposito vi consiglio di leggere anche: Meglio Viagra, Cialis, o Levitra per trattare la disfunzione erettile? Un utile confronto tra i tre farmaci
    • Terapia sostitutiva ormonale
      Il desiderio sessuale è legato ad un buono stato di salute generale, più in particolare al giusto livello di androgeni (ormoni maschili) che regolano anche il tono muscolare, la funzione cardiaca, il tono dell’umore e della concentrazione. Anche se meno nota della menopausa, l’andropausa è quella condizione che inizia nell’uomo che ha superato i 50 anni di età e che si manifesta con una diminuita produzione di testosterone. La somministrazione di testosterone oltre a migliorare la libido e l’induzione dell’erezione, migliora il tono muscolare, riduce
      la stancabilità fisica, aiuta a mantenere il giusto peso forma, migliora la sensazione di benessere. La somministrazione di androgeni va sempre effettuata sotto controllo
      medico-specialistico, in particolar modo per gli effetti collaterali che può avere sulla prostata.
    • Yohimbina
      È un alcaloide estratto dalla corteccia dello Yohimbe (albero del Sud Africa).
      Dai primi del ‘900 è utilizzato come afrodisiaco. Possiede debole attività bloccante alfa adrenergica, cioè bloccherebbe gli stimoli nervosi che determinano spasmo dei vasi sanguigni e mancato rilasciamento della muscolatura dei corpi cavernosi e quindi favorirebbe l’afflusso di sangue al pene. Gli studi clinici non hanno dimostrato però molta efficacia per cui il farmaco non possiede vera e propria validazione scientifica.

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2) TERAPIA MINIVASIVA (FIC e Vacuum Device)

Farmacoprotesi (FIC)

Consiste nell’introduzione, mediante una siringa dotata di un sottilissimo ago, all’interno dei corpi cavernosi, di un farmaco che induce erezione. La FIC consente di ottenere una valida erezione ed esercita un effetto elasticizzante sul tessuto erettile “ginnastica vasoattiva”.
È oggi considerata una terapia di seconda scelta laddove hanno fallito le terapie orali.
Il dosaggio del farmaco scelto è strettamente individuale e va accuratamente determinato
per evitare effetti dannosi secondari quali il priapismo. È sempre raccomandabile avere la reperibilità dello specialista urologo quando si utilizzano tali terapie per far fronte ad eventuali imprevisti, è inoltre indispensabile controllare ogni 6-12 mesi lo stato di salute dei corpi cavernosi con un’ecografia. Per facilitare l’utilizzo di tali terapie in soggetti con scarsa manualità sono stati posti in commercio dispositivi automatici di autoiniezione. L’erezione indotta da farmacoprotesi è generalmente pronta (si manifesta in genere dopo10-20 minuti)
e duratura, migliora con la stimolazione sessuale.
I farmaci utilizzati sono: Prostaglandina E (PGE1 – alprostadil): il farmaco oggi più utilizzato per efficacia, maneggevolezza e sicurezza. È efficace nel 70-80% dei casi.
L’incidenza degli effetti collaterali è molto bassa. La dose varia da 5 a 20 microgrammi.
Casi di erezione prolungata sono segnalati nell’1%. È disponibile nelle farmacie italiane
a pagamento, mentre è gratis per i pazienti medullolesi.
Fenossibenzamina: ottimo e pronto effetto protesico ma scarsamente maneggevole per la sua lunga emivita (24 h) e per la facilità con cui induce priapismo.
Associazioni di farmaci: in caso di scarsa risposta ai farmaci standard (prostaglandine
e papaverina).
Papaverina + fentolamina: utilizzata a motivo della sua efficacia e di un costo relativamente modesto; è più efficace della sola papaverina.
Trimix (papaverina + prostaglandina + fentolamina): viene dosata e preparata sotto stretto controllo specialistico.

Dispositivi a vuoto (vacuum device)

Questi dispositivi creano “vuoto” attorno al pene in modo che il sangue viene costretto ad affluire all’interno degli spazi cavernosi. Sono costituiti da un cilindro di materiale plastico trasparente che viene posto intorno al pene e fatto aderire al pube utilizzando una crema lubrificante per un’adeguata tenuta d’aria. Collegato al cilindro c’è un meccanismo per pompare all’esterno l’aria e produrre il vuoto all’interno che faciliterà l’afflusso di sangue al pene. A tal punto, un elastico verrà Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Estetico Medicina Estetica Roma DISFUNZIONE ERETTILE IMPOTENZA TERAPIA VUOTO PENE Macchie Tatuaggi Capillari PELI RUGHE Radiofrequenza Cavitazione Cellulite Peeling Pressoterapia Linfodrenante Pelle HD 01fatto scivolare dall’esterno del cilindro alla base del pene occludendo il deflusso venoso e favorendo la rimozione del cilindro. La pressione all’interno dei corpi cavernosi aumenta sino a valori simili a quelli ottenibili con la papaverina.
L’effetto compressivo dell’anello elastico riduce sia l’afflusso arterioso che il deflusso venoso causando un aspetto cianotico e l’abbassamento della temperatura del pene. L’anello costrittivo va rimosso al massimo dopo 30 minuti. Il maggior problema di questo sistema
è rappresentato dalla mancanza di spontaneità del rapporto sessuale. Per tale motivo è raccomandato nelle coppie stabilizzate. Necessita inoltre di una certa abilità manuale.
Questi dispositivi sono particolarmente indicati negli uomini anziani con relazioni stabili
e nel caso in cui altri trattamenti risultino inefficaci.

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3) TERAPIA INVASIVA (chirurgica correttiva, vascolare e protesica)

Chirurgia correttiva delle malformazioni:

1) incurvamento del pene congenito o secondario a trauma. Le tecniche chirurgiche di raddrizzamento consistono essenzialmente nel confezionamento di aree di controtrazione controlaterali alla curvatura, mediante plicature o riduzioni della guaina di rivestimento dei corpi cavernosi (albuginea)
in caso di curvature con angolo inferiore ai 90°. Quando l’incurvamento supera i 90° si procede alla correzione dell’angolo di curvatura mediante l’innesto di patch di derma autologo o liofilizzato (patch di allungamento).

2) pene nascosto e micropene: un eccessivo cuscinetto di grasso sovrapubico o un’eccessiva riduzione della cute che riveste
i corpi cavernosi possono nascondere parte del pene.tali difetti possono essere corretti con interventi di liposcultura o utilizzando la pelle prepuziale per aumentare la visibilità del pene.                                        

3) ipospadia: anomalia di sviluppo dell’uretra con sede anomala del meato uretrale esterno.

 4) induratio penis plastica: una volta stabilizzata farmacologicamente la malattia si può procedere ad escissione della placca ed a sostituzione della lesione con patch di derma autologo o liofilizzato con recupero del normale allineamento ed elasticità del pene. Nei casi estremi della malattia con estesa compromissione dei corpi cavernosi (albuginea e tessuto spongioso) è consigliato l’impianto di protesi malleabili.

5) traumi dei corpi cavernosi:

trauma Trauma del pene con frattura del corpo cavernoso

A) ematoma peniero da stravaso per frattura
del corpo cavernoso preparazione     chirurgica del corpo

B) soffusione emorragica sovrapubica     cavernoso ed evidenza della rottura

C) versamento emorragico scrotale

trauma trauma
Preparazione chirurgica del corpo cavernoso ed evidenza della rottura Sutura del corpo cavernoso fratturato

Quando non immediatamente risolti i traumi dei corpi cavernosi danno come esito delle lesioni molto simili a quelle indurative. Il trattamento è analogo a quello della induratio penis plastica e degli incurvamenti.

Chirurgia vascolare del deficit erettile

Le cause più frequenti di disfunzione erettile organica sono quelle vascolari
che possono essere di due tipi:

1) Insufficienza arteriosa (ipoafflusso): erezione incompleta
2) Insufficienza venosa (iperdeflusso): erezione breve (difficoltà di mantenimento)
Dal perfetto bilanciamento del flusso sanguigno arterioso e venoso all’interno dei corpi cavernosi dipende infatti, oltre che l’integrità, anche la durata dell’ erezione. A seconda del tipo di defici (arterioso o venoso) si procede con:

1) Chirurgia del deficit erettile da insufficienza arteriosa: sono stati ideati numerosi interventi chirurgici volti ad aumentare il flusso sanguigno dei corpi cavernosi quando la portata delle arterie dorsali del pene o delle arterie cavernose si mostra insufficiente. Con tecniche diverse si è attuata una deviazione della circolazione ematica da altri distretti a quello penieno mediante by-pass arteriosi (epigastro-cavernoso, epigastro-dorsale termino/laterale o termino/terminale). Tali interventi sono stati ormai abbandonati sia per la loro complessit à che per l’alta incidenza di trombosi e quindi di chiusura dell’anastomosi che di fatto ne vanifica gli effetti positivi.

2) Chirurgia del deficit erettile da disfunzione veno-occlusiva (dvo o fuga venosa):
è una condizione che viene a verificarsi quando esiste un difetto dei meccanismi preposti al mantenimento del sangue all’interno dei corpi cavernosi (sistema corporo-occlusivo) con conseguente impossibilità per i corpi cavernosi di raggiungere e mantenere una pressione adeguata al raggiungimento di una valida erezione. Il sangue defluisce dai corpi cavernosi attraverso 3 sistemi di drenaggio venoso: il superficiale (v. Dorsale superficiale), l’ intermedio (v. Dorsale profonda) ed il profondo (v. Cavernose e crurali). L’intervento consiste nel ridurre il deflusso del sangue dai corpi cavernosi, legando, sezionando ed asportando una delle principali vie di scarico venoso: la vena dorsale profonda con le sue emissarie (vene Circonflesse). Nei casi più complessi si può agire anche sul sistema delle vene cavernose e crurali.

Chirurgia protesica

Obiettivo della chirurgia protesica è quello di sostituire i corpi cavernosi difettosi con degli analoghi artificiali che consentano al pene di mantenere un adeguato livello di rigidità tale da consentire la penetrazione.
È quindi indicata solo su quei soggetti che hanno subito un danno fisico ed irreversibile della struttura erettile dei corpi cavernosi e che quindi non si giovano dei trattamenti farmacologici non invasivi. Va considerata come ultima scelta terapeutica.
Va consigliata solo a pazienti “motivati” con un buon equilibrio e con una buona vita relazionale ed affettiva che hanno ben compreso che la protesi rappresenta l’unico mezzo meccanico che consente di avere un rapporto.
L’impianto di protesi peniene consiste nell’inserire all’interno dei corpi cavernosi dei cilindri di materiale plastico inerte che li sostituiscono nella funzione erettile. I cilindri vengono posizionati nel tessuto spongioso dei corpi cavernosi all’interno della guaina albuginea. L’indicazione all’impianto delle protesi viene oggi limitata alle fibrosi estese dei corpi carnosi, ai casi estremi di induratio penis plastica, a ben definite forme di deficit erettile di origine psicogena in pazienti che rifiutano o non si giovano di terapie farmacologiche alternative non invasive.Indicazioni all’inserimento di protesi peniene

Fibrosi dei corpi cavernosi Fibrosi post-iniettiva (farmacoprotesi)
Fibrosi post-chirurgica
Esiti di priapismo
Induratio Penis Plastica avanzata
Insuccesso di altri trattamenti Deficit erettile vasculogenico
Deficit erettile psicogeno
Rifiuto del paziente di trattamenti alternativi

Le protesi si dividono in due grosse categorie: le semirigide e le gonfiabili.
Entrambe presentano vantaggi e criticità che possono essere così riassunti:

1) semirigide: basso costo, semplicità di impianto, semplicità di utilizzo, elevata affidabilità
nel tempo. Il pene mantiene costantemente una erezione che può indurre imbarazzo.

2) gonfiabili: alto costo, impianto complesso, utilizzo a volte difficoltoso, ridotta affidabilità
nel tempo per rottura di un componente. Ottimo effetto estetico.
Il pene riesce a simulare un’erezione normale.
A volte non garantiscono la rigidità necessaria per un’agevole penetrazione.

All’interno di entrambe le categorie esiste una serie di sottogruppi con caratteristiche specifiche per ogni indicazione. La decisione sulla scelta del tipo di protesi da impiantare varia da caso a caso e deve essere presa insieme al paziente ed alla partner.
Le protesi semirigide debbono conciliare la necessità di una adeguata rigidità con un certo grado di flessibilità, così da essere esteticamente accettabili quando non sono in uso. Sono costituite da un cilindro di materiale plastico inerte che contiene al suo interno un’armatura metallica malleabile che, aumentandone la rigidità, favorisce la penetrazione. Le protesi gonfiabili sono costituite da una coppia di cilindri di materiale plastico inerte che raggiungono la rigidità desiderata grazie ad un liquido che viene fatto circolare a pressione al loro interno. Si dividono in:

1) protesi tricomponenti: coppia di cilindri da inserire nei corpi cavernosi + serbatoio da inserire nello spazio prevescicale + pompa di attivazione da inserire nello scroto. I tre componenti vengono collegati da tubi che permettono il flusso del liquido dal serbatoio ai cilindri per l’erezione ed in senso inverso per la detumescenza.

2) protesi bicomponenti: coppia di cilindri da inserire nei corpi cavernosi + serbatoio e pompa di attivazione associati e posti nello scroto. I due componenti sono collegati da tubi che consentono il flusso del liquido nelle due direzioni.

3) protesi monocomponenti: cilindro con pompa e serbatoio integrati. I cilindri inseriti nei corpi cavernosi contengono nell’estremità distale il complesso pompa/serbatoio che viene attivato con una pressione sul glande. Una seconda pressione attiva la valvola per sgonfiare la protesi consentendone la detumescenza.

Protesi idraulica bicomponente Protesi idraulica monocomponente
Protesi idraulica tricomponente Protesi semirigida

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Amore senza sesso o sesso senza amore?

La sessualità è uno degli argomenti su cui elaboriamo sempre mille ipotesi, congetture e supposizioni. Si tratta di un tema complesso, che è stato trattato dalle discipline più diverse. Alcuni cercano di comprenderlo a partire dall’enigmatico mondo dei neurotrasmettitori. Altri vogliono decifrarlo dal punto di vista culturale, oppure semplificarlo appellandosi alla semplice questione istintiva. La cosa certa è che sul tema della sessualità non esiste l’ultima parola. I modi diversi di godere della sessualità oppure di soffrirla sono innumerevoli, tanti quanti gli esseri umani che abitano il nostro pianeta. Una delle maggiori fonti di inquietudini è la relazione tra sesso e amore. Fino a che punto può esistere l’amore in una coppia senza che ci sia del sesso nella relazione? E fino a che punto può esistere una relazione sessuale senza che intervenga l’amore?

Amore senza sesso

È stato chiamato in mille modi diversi: “amore platonico”, “amore cortese” o, a volte, “amore bugiardo“. La domanda è: può esserci davvero amore in una coppia senza incontro a livello sessuale? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prima specificare un dettaglio che a volte dimentichiamo: la sessualità non si limita soltanto ai nostri genitali. Quest’affermazione potrebbe risultare incomprensibile ad alcuni, in particolare alle persone che non concepiscono una sessualità che vada al di là dell’atto sessuale in quanto tale. La sessualità coinvolge anche un vasto insieme di esperienze sensoriali diverse. Un bacio o una carezza sono un’espressione della sessualità, e non soltanto un suo “preambolo”. Le mani, la voce, le carezze sono uno modo di creare vicinanza sessuale nella coppia. Ma torniamo alla domanda centrale: può esistere amore senza sesso? La risposta è senz’altro un bel SÌ. In materia di sessualità non esiste nulla di fisso e irremovibile. Al contrario: non dovremmo mai imporre delle regole. Uno studio condotto dal professor Anthony Bogaer dell’Università di Ottawa ha scoperto che alcune coppie, dopo diversi anni di convivenza, continuano a sentirsi innamorate, ma non hanno rapporti sessuali. Non vogliono lasciare il loro partner perché hanno una relazione stabile e gratificante, ma allo stesso tempo non provano più nessuna attrazione sessuale. D’altra parte, anche lo psicanalista Oscar Menassa ha indicato che in realtà è molto raro che l’amore e il desiderio sessuale coincidano. Quando ciò accade, inoltre, spesso è soltanto per un breve periodo. Infine, ha aggiunto che non dobbiamo dimenticare le persone che si definiscono “asessuali”.

Sesso senza amore

Al giorno d’oggi, il “sesso senza amore” è diventato per qualcuno quasi la norma. Per molte persone affermare che ci sia bisogno di amore per avere un rapporto sessuale è un’idea romantica e ormai sepolta. Si è fatta strada l’idea che il sesso corrisponda al piacere, mentre l’amore all’impegno e, per tanto, ai problemi. Molte coppie mettono subito in chiaro che un rapporto sessuale “non significa niente” a livello affettivo. In modo che nessuno si faccia idee sbagliate. E molti vedono di cattivo occhio che uno dei due voglia “qualcosa di più” o inizi a provare sentimenti dopo un rapporto sessuale apparentemente senza impegno. Si presuppone che il rapporto sessuale sia una sorta di “test di qualità”. Se il risultato è soddisfacente, potrebbe dar luogo ad una relazione un po’ più lunga; altrimenti, che ognuno prosegua per la sua strada. Ma quindi, può esistere il sesso senza amore? Anche in questo caso dobbiamo tornare alla definizione di sessualità. Se concepiamo il sesso come il puro atto sessuale, la risposta è senz’altro SÌ. Ma se estendiamo il concetto come abbiamo spiegato poco fa, la risposta è NO.

Amore: molteplici realtà

A questo punto vale la pena anche chiarire che la parola “amore” può definire molteplici realtà. La portata di questo sentimento dipende dalle caratteristiche di chi lo prova. Per alcuni si tratta di un lago di acqua gelida, in cui riescono a mala pena a immergere la punta delle dita. Altri invece si tuffano e nuotano in profondità, senza curarsi della temperatura. Se parliamo dal punto di vista della salute mentale, senz’altro è molto più sano e gratificante il sesso con amore. Ma questo non significa affatto che il sesso senza amore sia un’esperienza negativa! Al contrario: in alcuni casi è un modo totalmente legittimo di godere appieno dei piaceri della vita. In ogni caso, ogni persona deve trovare il suo personale modo di godere della sua sessualità. Non esiste la norma, la “normalità” è un semplice dato statistico. Soltanto noi possiamo sapere se il modo in cui stiamo vivendo la nostra sessualità ci gratifica o ci fa stare male. Se ci gratifica, ciò che facciamo non importa: lo stiamo facendo nel modo giusto. Se invece ci fa stare male, vale la pena prendersi del tempo per riflettere e capire che cosa c’è che non va.

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Sintomi di eccitazione sessuale femminile e maschile

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-perche-viene-la-pelle-doca-cute-riabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequenza-ecografia-puIl desiderio sessuale è una fase fondamentale nel rapporto. Perché questa fase sia attiva, il cervello deve produrre in quantità un neurotrasmettitore, la dopamina , che sollecita il desiderio e si deve rallentare la produzione della sostanza che lo inibisce: la serotonina . Occorre per questo uscire dall’anestesia emotiva, tanto che si ha anche una riduzione della produzione di endorfine da parte dell’ipotalamo. Contemporaneamente aumenta la produzione di una molecola che regola il sistema ormonale riproduttivo: il GnRH . Perché tutto ciò si svolga adeguatamente è necessario che il cervello emozionale, chiamato sistema limbico, abbia dato il “via libera” di fronte ad un’emozione con connotazione erotica .

Le 4 fasi della risposta sessuale

L’insieme dei fenomeni fisici e psichici che avvengono nel corpo umano in seguito ad uno stimolo erotico viene definito “ciclo di risposta sessuale” e comprende 4 fasi:

  1. eccitamento;
  2. plateau;
  3. orgasmo;
  4. risoluzione;

Naturalmente l’intensità e la durata di queste fasi varia molto da un soggetto all’altro, perché esiste un’importante componente psicologica che accompagna, stimola o addirittura deprime e inibisce una buona risposta sessuale, soprattutto nella fase dell’orgasmo. Oggi si pensa che la proporzione ottimale fra mente e corpo sia del 50%, perciò è importante sapersi abbandonare all’istinto e alle sensazioni, imparare a rilassarsi, diminuendo il livello di ansia e le inibizioni. Questo buon approccio psicologico permette il realizzarsi della fisicità del rapporto a partire dalla prima fase cioè l’eccitamento , costituito da una serie di stimoli erotici sia fisici (carezze, stimolazione genitale) sia sensoriali (odore della pelle e delle secrezioni, fantasie erotiche). Se la tensione sessuale persiste si raggiunge la fase statica: il plateau costituito dal perdurare dell’eccitazione fisica fino al raggiungimento della terza fase che è l’orgasmo, la cui intensità è condizionata sia dall’efficacia degli stimoli precedenti, sia dalle motivazioni e dalla disponibilità psicologica del soggetto. L’orgasmo si manifesta con un acme di piacere intenso e involontario nel quale si riversano tensioni fisico-psichiche del soggetto avvertite nella donna a livello di vagina, clitoride ed utero e nell’uomo a livello di pene, prostata e vescichette seminali. Nel maschio questa fase è sempre molto intensa e stabile, mentre nella donna è più variabile e si possono avere schemi di risposta diversi : in uno l’orgasmo si manifesta come un acme evidente sulla fase di plateau, talvolta invece l’acme è molto debole e con caratteristica ondulatoria, altre volte viene raggiunto per mezzo di un rapido e progressivo incremento della tensione sessuale. La fase di risoluzione vede una progressiva diminuzione della tensione sessuale che si manifesta con profonde differenze fra i due sessi. Nell’uomo si ha un fisiologico “periodo refrattario” la cui durata è estremamente soggettiva e variabile: in genere è più breve nei giovani. Tale periodo è caratterizzato da una fase di detumescenza rapida con condizioni inferiori alla norma d’eccitabilità. La donna, quando si trova in questa fase, se riceve un’adeguata stimolazione, può ricominciare il ciclo e avere successivi orgasmi distinti fra loro provando ondate di piacere nel corso dello stesso rapporto sessuale.

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RISPOSTA SESSUALE MASCHILE

La zona maggiormente sensibile agli stimoli in fase d’eccitazione è il glande, perché ricco di recettori sessuali specifici che trasmettono le sensazioni attraverso il midollo spinale, fino all’encefalo. Il parasimpatico controlla il sistema vascolare penieno e agisce sia sull’afflusso di sangue in fase di erezione, sia sul deflusso che avviene con il calo dell’erezione .La stimolazione diretta dei genitali determina l’inizio del periodo di eccitamento caratterizzato dall’aumentato afflusso sanguigno con conseguente allagamento e irrigidimento dei corpi cavernosi. Nel sistema limbico si trovano le aree MEDICINA ONLINE RISPOSTA SESSUALE MASCHILE ECCITAZIONE.gifresponsabili dell’erezione che sono sensibile all’azione del testosterone, infatti durante la fase di eccitamento si ha un aumento della sua secrezione. Nella fase di plateau, con il perdurare dell’eccitazione, il pene raggiunge il massimo di durezza, di lunghezza e di diametro . A questo proposito è importante sottolineare che non esiste una proporzione tra le dimensioni del pene a riposo e quelle in stato di erezione, perché molto dipende dall’elasticità dei tessuti e da come è fisiologicamente posizionata l’asta peniena dietro all’arcata pubica. La fase di plateau ha una durata variabile a seconda dell’individuo e si allunga spontaneamente con l’età ed è caratterizzata dal glande di un colore rosso vinoso e dall’aumento di volume dei testicoli, che risalgono aderendo al perineo per contrazione del saccco scrotale. L’orgasmo che segue è caratterizzato da una serie di violente contrazioni ritmiche che determinano l’emissione e l’eiaculazione. L’emissione è costituita dal rilascio di sperma e di fluidi di ghiandole accessorie nell’uretra pelvica, mentre l’eiaculazione consiste nell’espulsione del seme maschile. L’intensità del piacere è dovuta a più fattori: le contrazioni precedenti il momento dell’eiaculazione, il volume dell’eiaculato, il tempo di astinenza, la durata e l’intensità dell’eccitazione sessuale e da una serie di fattori psicologi estremamente variabili da un individuo all’altro.

RISPOSTA SESSUALE FEMMINILE

Il primo essenziale segno di eccitazione femminile, corrispondente all’erezione maschile, è la lubrificazione vaginale, che si manifesta velocemente e rende possibile e non doloroso il coito . Inoltre le secrezioni diminuiscono l’acidità della vagina che altrimenti sarebbe inadatta alla motilità degli spermatozoi. I centri nervosi che assicurano la risposta fisica sessuale , anche nella donna sono situati a livello midollare e in rapporto con il Sistema Nervoso Centrale. La stimolazione del clitoride, zona erogena di primaria importanza nella donna, attiva migliaia di fibre nervose e determina una serie di reazioni vascolari ed endocrine che contribuiscono alla formazione della “piattaforma orgasmica”. Questa fase è costituita da una vasocongestione vaginale, dall’appiattimento e dalla distensione delle grandi labbra contro il perineo fino a scoprire parzialmente l’ostio vaginale e dall’aumento del diametro delle piccole labbra fino a sporgere dalle grandi labbra. Il colore varia dal rosa al rosso intenso, aumenta il corpo del clitoride e si ha una trasudazione di sostanza mucosa che ricopre tutta la parete vaginale. La zona esterna della vagina è, quindi, quella sicuramente più sensibile, infatti nel suo interno non si MEDICINA ONLINE RISPOSTA SESSUALE FEMMINILE ECCITAZIONE.giftrovano molte terminazioni nervose. Si pensa che la sensibilità erogena vaginale sia comunque collegata a recettori profondi a partenza muscolare, ciò spiega il fatto che molte donne apprezzano una penetrazione profonda, ricavandone un piacere intenso diverso da quello ottenuto dalla stimolazione vaginale esterna. Il proseguire della fase di eccitamento porta alla fase di plateau , caratterizzata da un’intensa vasocongestione, dalla riduzione del lume vaginale di circa il 50% rispetto alla dilatazione verificatasi nella fase di eccitamento, dall’intensificazione del colore e dall’appiattimento delle pieghe mucose. Tutto questo porta all’aumento delle sensazioni fino ad arrivare all’orgasmo il cui piacere è unico e può variare parecchio di intensità in relazione allo stimolo iniziale. In questa fase il condotto vaginale si espande e si determinano una serie di contrazioni dei muscoli perivaginali spesso accompagnate da simili contrazioni dello sfintere anale esterno e da motilità del perineo. Avviene un’innalzamento dell’utero e il sollevamento del canale cervicale per creare una eventuale sede di deposito dello sperma. Dopo questa fase, l’eccitazione sessuale svanisce lentamente, senza avere il rapido crollo caratteristico dell’uomo e sia l’utero che il canale cervicale recuperano la loro posizione normale. Si è molto discusso sul tipo di orgasmo femminile: se è determinato dalla stimolazione clitoridea o da quella vaginale. Sicuramente la stimolazione del clitoride in modo diretto (carezze, baci…) prima del coito e quella che avviene durante il rapporto attraverso i movimenti penieni, lo sfregamento e la pressione delle pareti vaginali produce intense sensazioni che portano all’orgasmo. Esiste, però, un orgasmo definito vaginale del quale si ignorano ancora le cause scatenanti. Si crede che esistano alcuni punti capaci di attivarlo, per esempio il punto G nella parte interna anteriore della vagina, lo sbocco dell’uretra stimolato durante il coito, la prima parte della vagina e le strutture vaginali profonde. L’eccitazione dell’orgasmo è un’esperienza totale e unica che può arrivare a livelli così elevati da far perdere coscienza per qualche attimo. E’ avvertito con contrazioni involontarie definite come tremito pelvico e precedute da una sensazione di spasmo, di calore che parte dalla zona pelvica e si irradia a tutto il corpo. Queste sensazioni possono ripetersi più volte nel corso dello stesso rapporto sessuale in particolari condizioni di coinvolgimento emotivo e di grande eccitazione, dando vita a quello che viene definito come orgasmo multiplo.

Leggi anche: Come capire se una donna ha avuto davvero un orgasmo? Ecco i segnali del piacere femminile

REAZIONI EXTRAGENITALI

Nella donna il primo segno di eccitazione è dato dall’erezione dei capezzoli e dalla congestione mammaria, che in seguito determina un aumento di volume delle mammelle e un ispessimento dell’aureola che ingloba parzialmente il capezzolo eretto. In fase di plateau facilmente nella donna si manifesta una reazione eritematosa sul torace, sul collo e sul volto che diventa un rossore generalizzato con l’aumentare dell’eccitamento e che scompare dopo l’orgasmo. Sia nell’uomo che nella donna è presente un aumento della tensione nella muscolatura degli arti, nei muscoli addominali e in quelli intercostali e un’accelerazione del ritmo respiratorio. Nella fase iniziale della risposta sessuale c’è il controllo volontario della muscolatura striata, ma questo scompare nella fase preorgasmica, nella quale si instaura un periodo tonico seguito da contrazioni cloniche tipiche dell’orgasmo . Spesso nel momento immediatamente successivo si può avere un tremolio in quei muscoli che avevano avuto movimenti involontari. Viene inibita la mobilità intestinale ed è presente una dilatazione delle pupille. Costante della tensione sessuale sono l’iperventilazione e la tachipnea con associazione di vocalizzi, gemiti che culminano con una inspirazione forzata nel momento dell’orgasmo. Si ha un aumento del battito cardiaco e della pressione arteriosa. In fase di risoluzione nell’uomo si presenta sudorazione a livello della superficie plantare dei piedi e delle mani e nella donna a livello del torace e delle cosce.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Orgasmo femminile: dieci consigli per raggiungerlo più facilmente

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SESSO DONNA ORGASMO PIACERE SESSUALEVuoi migliorare la tua vita sessuale? Riparti dal tuo piacere. Diventare consapevole di ciò che vuoi è un allenamento quotidiano e ti aiuterà a conoscere meglio il tuo corpo. Ecco il decalogo per raggiungere un orgasmo da urlo.

1 RESPIRA – Credi che respirare sia importante solo durante yoga e meditazione? Sbagliato! Senti l’aria che entra dalle narici, arrivando fino alla pancia. La respirazione profonda combatte la tensione e aiuta il processo di rilassamento.

2 ELIMINA GLI OSTACOLI – Timidezza e vergogna costituiscono i primi nemici da combattere, perché ti fanno sentire inadeguata. No! Vai oltre il senso di imbarazzo e permetti a te stessa di vivere il tuo corpo in pienezza, con amore e gioia.

3 SII PRESENTE – Ti senti attraversata da tanti pensieri? Cacciali e sgombra la mente! Razionalizzare e avere la testa lontana può costituire un modo, a livello inconscio, per mettersi al riparo dalle emozioni intense. Concentrati sul qui e ora.

4 PREPARATI – Prendersi cura di sé aiuta a sentirsi più sicure e belle. Sì ad una depilazione attenta, unghie in ordine e un corpo allenato. Ricordati poi che fare tanto sport e stretching aiuta la performance sessuale e mantiene giovani i tessuti.

5 PRIMA… DA SOLA – Secondo le ricerche l’autoerotismo ha numerosi effetti benefici, primo fra tutti sull’orgasmo, perché aiuta a conoscere meglio le reazioni del corpo, esplorando il piacere più istintivo e segreto.

6 STUZZICA LA MALIZIA – Il completino sexy? Non è risolutivo, ma contribuisce a dare risalto alle forme e accende il desiderio. Sperimenta gli abiti e il look capaci di farti sentire sicura di te, seduttiva e desiderata. Sarà un successo per l’autostima.

7 FASCINO DELLA NOTTE – Chiedi al partner di usare un foulard per bendarti. Lasciarsi andare può essere più facile al buio: presta ascolto alle tue sensazioni e concentrati sulle emozioni profonde che stai provando.

8 GIOCHI EROTICI – Sex toys e lubrificanti aiutano il piacere, sono divertenti e… creano complicità all’interno della coppia. Sperimenta insieme al partner le varianti che vi piacciono di più: sarà un modo per vivere l’amore in maniera nuova grazie a un aspetto ludico.

9 ESERCIZI INTIMI – Hai mai provato le palline vaginali? Di peso e forme differenti, costituiscono un modo per scoprire il tuo corpo e rafforzare il pavimento pelvico. Indossale per venti minuti circa, mezz’ora ogni giorno, meglio se in piedi o camminando.

10 MUOVI IL TUO CORPO – Segui le onde del piacere, spostati e muovi il corpo in modo da percepire sensazioni sempre più intense. Invece di preoccuparti del partner inizia a concentrarti sul tuo desiderio: l’effetto sarà travolgente… anche per lui.

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Come fare gli esercizi di Kegel: la ginnastica pelvica per migliorare il piacere sessuale femminile e aiutare il parto

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Estetico Medicina Estetica Roma PERINEO ESERCIZI KEGEL GINNASTICA PELVICA DONNA PARTO SESSO Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Pulsata Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Dietologo Dermatologia2Ci sono alcune parti del nostro corpo che pensiamo di conoscere molto bene, ma molto spesso non è così. Me ne accorgo quando una mia paziente rimane incinta (oppure quando mi parla della sua difficoltà a raggiungere il piacere durante l’atto sessuale) ed io le parlo di una cosa chiamata perineo: in poche sanno esattamente cosa sia.

Cos’è il perineo?

Il perineo è uno “spazio anatomico”, cioè una zona del nostro corpo. Tecnicamente questa zona risulta delimitata in alto dalla sinfisi pubica (l’articolazione tra le due ossa pubiche), in basso dal coccige (l’ultimo osso in basso della colonna vertebrale) e lateralmente dalle due tuberosità ischiatiche; per semplificare il perineo è lo spazio tra il pube ed il coccige, cioè quello che comprende i nostri genitali.  Il perineo posteriore è attraversato dal retto e presenta le stesse disposizioni nei due sessi; invece il perineo anteriore differisce per il fatto che nel maschio ha una sola apertura destinata al passaggio dell’uretra, mentre nella femmina ha due aperture, una per l’uretra e l’altra per la vagina. La struttura del perineo è molto complessa; infatti esso risulta formato, oltre che dalla pelle e dal sottocutaneo, da tre piani muscoloaponeurotici (superficiale, medio e profondo), ciascuno dei quali forma un diaframma più o meno completo.

Perineo

Pavimento pelvico, gravidanza, incontinenza e piacere sessuale

All’interno della zona perineale sono presenti varie strutture muscolari e tendinee che compongono il pavimento pelvico, chiamato così proprio perché rappresenta la base del nostro corpo: così come il pavimento di casa vostra sostiene i vostri mobili, il pavimento pelvico sostiene le parti importanti del vostro corpo come vescica, uretra, ano, intestino e per quanto riguarda la donna anche l’utero. Da qui evidente l’importanza di mantenere allenata questa zona del corpo nel corso della gravidanza per far sì che sia pronta ed elastica al momento del parto, ma anche se non avete in programma di partorire nei prossimi mesi, vi regalo un motivo per allenarvi lo stesso: un pavimento pelvico allenato significa migliorare di molto la gestione delle proprie zone intime durante i rapporti sessuali, non è un caso che spesso esercizi per il perineo vengano consigliati anche agli uomini che accusano problemi di erezione o eiaculazione precoce. Conoscere e controllare questa misteriosa zona del corpo, significa provare – e regalare al proprio partner – un maggior piacere sessuale. Potrà sembravi eccessivo ma vi assicuro che è così: conosco coppie che sono letteralmente rifiorite dopo aver iniziato ad allenare il pavimento pelvico! Un altro buon motivo per allenare il vostro pavimento pelvico è quello di migliorare il controllo della minzione, per prevenire e curare incontinenza e perdite urinarie.

Leggi anche: Esercizi di Kegel: allena il tuo muscolo pubococcigeo per aumentare la potenza sessuale e contrastare l’eiaculazione precoce

Cosa sono e come si fanno gli esercizi di Kegel?

Per allenare il vostro pavimento pelvico non serve iscriversi in palestra! L’ormai famoso dottor Arnold Kegel ha ideato dei semplicissimi esercizi che chiunque può fare in qualunque momento della giornata e in qualunque posizione per mantenere allenata questa zona del corpo. Si tratta semplicemente di contrarre il pavimento pelvico, ovvero stringere e trattenere i muscoli del perineo per circa 5-10 secondi (se si trova difficoltà si può iniziare trattenendo per un tempo minore) e poi rilasciare per altri 5-10 secondi, ripetendo l’esercizio a serie di 10 ripetizioni per 2/3 volte nel corso della giornata.

Come fare a capire quali sono i muscoli da contrarre?

Prima di iniziare l’allenamento vero e proprio, è importante individuare con esattezza i muscoli interessati. Per capire qual è il punto esatto da contrarre potete fare una semplice prova mentre urinate interrompendo per un attimo la minzione. Bloccando il flusso di urina avete messo in funzione proprio i muscoli del pavimento pelvico!

Esercizi di Kegel: le sei regole

Seguite sempre queste sei regole di base:

1) Continuate a respirare normalmente: spesso le prime volte i “meno esperti” tendono ad andare in apnea;

2) Fate gli esercizi di Kegel solo quando la vostra vescica è svuotata, in questo modo evitate un rischio maggiore di cistite;

3) Siate costanti, gli esercizi vanno fatti ogni giorno per almeno un mese;

4) Se sentite dolori o crampi improvvisi, interrompete subito l’allenamento;

5) Se il giorno dopo il primo allenamento, sentite un lieve indolenzimento della zona, state sereni: è assolutamente normale, però se il dolore persiste parlatene col vostro medico di fiducia;

6) Gli esercizi di Kegel – una volta appreso il meccanismo – sono semplicissimi e possono essere messi in pratica a tutte le età. Inoltre possono essere fatti ovunque (anche quando siete a lavoro con altri colleghi nella stessa stanza, o quando siete seduti sul divano o guidate la macchina) e possono essere eseguiti in pochissimo tempo.

Consigli

Per potenziare il pavimento pelvico, vi consigliamo la danza del ventre, lo yoga, i balli caraibici, lo hula delle polinesiane, le danze tribali africane e quelle sudamericane: tutte queste attività – in particolare la danza del ventre – spingono il corpo a compiere una serie di movimenti ritmici, rapidi e controllati che stimolano i gruppi muscolari del bacino, potenziandoli.

Prodotti per gli esercizi di Kegel

Un ottimo prodotto per eseguire gli esercizi di Kegel, consigliato dal nostro Staff di esperti, è questo: https://amzn.to/3tnFwq9

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Orgasmo femminile: le posizioni migliori per raggiungerlo

MEDICINA ONLINE SESSO AMORE COPPIA RAPPORTO SESSUALE ATTRAZIONEL’orgasmo è stato così mitizzato che ancora oggi la maggior parte dei discorsi tra donne si incentrano su di esso e, nello specifico, su come raggiungerlo. Schiere di esperti si sono affannati a dimostrare che ogni donna può raggiungere l’orgasmo, basta avere pazienza e conoscenza del proprio corpo. Detto questo, quali sono le posizioni sessuali migliori per noi donne per raggiungerlo? Ecco le più famose:

Il missionario

Una delle posizioni più tradizionali, che pur nella sua “banalità” permette una stimolazione molto favorevole al piacere femminile.

La penetrazione da dietro

Secondo il luogo comune è una delle posizioni preferite degli uomini, ma anche alle donne può dare davvero molto piacere, soprattutto per chi ama la penetrazione molto profonda.

La penetrazione di fianco

Ci si stende su un fianco guardandosi negli occhi, e lei alza una gamba per permettere la penetrazione: è una posizione molto intima e molto coinvolgente.

La tarantola

Lui seduto sotto, lei seduta sopra di lui con la schiena inarcata: questa posizione permette lo sfregamento del clitoride sull’addome di lui.

L’amazzone

Molto simile alla classica posizione con lui sotto e lei sopra: lei si mette a cavalcioni e inarca la schiena, permettendo a lui di toccare il clitoride.

Lei seduta e lui in piedi davanti

Un’altra posizione che consente una stimolazione quasi diretta del clitoride.

Lo smorzacandela

Un grande classico, con lui sotto e lei sopra: ideale perché così la donna può controllare i movimenti e gestire la profondità della penetrazione e stimolare il clitoride.

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Le 6 cose che gli uomini con il pene piccolo vogliono che la donna sappia

MEDICINA ONLINE UOMO GIOVANE TRISTE DOLORE MAL DI TESTA PENSIERI DEPRESSIONE STANCHEZZA STANCO BRUTTONella vita, tutto quello che puoi fare è giocare con le carte che ti hanno dato. E quando si tratta delle misure del pene, mentre alla maggior parte degli uomini è toccata una mano decente, c’è una minoranza che ha avuto quello che la società percepisce come il jolly del mazzo. Nel caso non fosse chiaro, parlo del pene piccolo e del micropene (quando il pene eretto misura meno di 7 cm). Ma cosa sappiamo dei peni piccoli e degli uomini che li possiedono? E più importante ancora, cosa vogliono farti sapere costoro?

1. IL PENE PICCOLO FUNZIONA COMUNQUE IN MODO NORMALE

La vasta maggioranza dei peni molto piccoli funziona perfettamente. Personalmente, non ho alcun problema con l’erezione, o l’eiaculazione, o nemmeno l’andare al bagno. I problemi più comuni che si presentano nell’avere un membro piccolo nella società odierna sono di ordine psicologico e basati sull’ansia da prestazione sessuale. Possono essere piccoli, ma se la cavano anche loro!

2. È DIFFICILE AVVERTIRE LE DONNE IN ANTICIPO CHE HAI IL MICROPENE

Gli uomini con il pene piccolo si trovano costretti in un circolo vizioso quando si tratta di dire alle potenziali partner delle dimensioni del pene. Potresti sentirti ingannata all’ultimo momento, se hai investito del tempo in un uomo solo per scoprire che ha un membro molto piccolo, ma ci sono motivi per cui lui potrebbe non voler tirare fuori la questione. Molti uomini microdotati affermano che provvedere a un avvertimento preliminare è problematico perché le donne spesso reagiscono male. Molti dicono che le partner si offendono a causa dell’avvertimento anticipato perché verrebbe dato per scontato che vogliono fare sesso. Altri affermano che le donne si sentono altresì insultate dall’avvertimento perché questo implicherebbe che l’uomo li ritiene superficiali. C’è anche il rischio che gli uomini perdano la donna a cui sono interessati veramente prima di aver avuto la possibilità di scoprire se hanno intesa sessuale. Onestamente, non esiste un metodo ideale per dirlo a qualcuno.

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3. PER FAVORE NON DIRMI CHE HO IL PENE GROSSO

Quando si raggiunge l’intimità, molti uomini con un micropene subiscono il commento di donne ben intenzionate che affermavano di trovare il loro organo normale o addirittura grosso. Se una donna mi dicesse questo, penserei che è veramente gentile e lo prenderei comunque come segno di buon cuore. Ma la maggior parte degli uomini reagirebbero differentemente. I maschi microdotati sanno di averlo piccolo, e la maggior parte di loro si sente frustrato quando una donna ben intenzionata dice di trovare il micropene grande o di dimensioni normali. Si sentano compatiti, il che, di ritorno, rinforza l’idea che ci sia qualcosa di sbagliato in loro – con esito opposto a quella che era, probabilmente, l’intenzione della partner. Se ami il tuo uomo e vuoi farlo sentire meglio con il suo membro piccolo, sarebbe probabilmente meglio dire che ti piace la sua misura piuttosto che negarne la dimensione ridotta.

4. LE PROCEDURE PER AUMENTARE LE DIMENSIONI DEL PENE SONO UN MITO

Da cosa dipenda la lunghezza del pene, nessuno lo sa. E la realtà è che la chirurgia di incremento del pene è pericolosa, dolorosa, costosa, e in rari casi nel quale è stata un successo, può ridurre le sensibilità e il godimento del sesso. Vengono scritte un sacco di sciocchezze su cosa gli uomini microdotati possono ottenere con la chirurgia se la misura è un vero problema, ma questo avviene in modo quantomeno semplicistico. In termini di lunghezza l’aumento massimo al quale si può ragionevolmente aspirare è uno o due centimetri, il che, quando possiedi un membro piccolo, non fa praticamente alcuna differenza. Anche nel Regno Unito, dove l’aumento del seno è mutuabile per alcune donne, gli uomini devono pagare quello del pene di tasca propria. In breve, la chirurgia per avere un pene più grosso è solo una perdita di tempo.

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5. “IL MIO RAGAZZO HA IL PENE PICCOLO”. OVVERO: NON DIRLO MAI ALLE AMICHE

Uno dei problemi più fastidiosamente comuni che gli uomini con micropene riferiscono sono i pettegolezzi sulle misure del loro membro tra le donne con le quali hanno dormito e le amiche. Quando gli uomini lo scoprono si sentono derubati della propria dignità e questo spesso ne distrugge la sicurezza durante i rapporti sessuali per il resto della loro vita. Immagina come ti farebbe sentire se avessi un disturbo vaginale e ognuno sul tuo posto di lavoro lo sapesse. È molto difficile trovare un uomo con un pene piccolo che non ha sofferto qualche forma di bullismo a causa di questo ma, di nuovo, sono relativamente rari per cui sarà probabilmente difficile in primo luogo trovare un uomo microdotato.

6. IL SESSO PUÒ ESSERE GRANDIOSO COMUNQUE

La maggior parte degli uomini con il membro molto piccolo hanno problemi di natura sessuale sia per come la gente reagisce o parla delle misure del pene o perché non hanno acquisito abbastanza esperienza per migliorare le loro performance. Nel mio caso è una combinazione di entrambi, ma se guardo alla situazione oggettivamente, ci sono uomini là fuori che hanno vita sessuale grandiosa pur avendo micropene. Se a un uomo interessa veramente della donna con il quale sta, e se lei è di mentalità aperta, lui troverà altri modi di soddisfarla sessualmente.

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Micropene: intervista a due uomini che hanno il pene piccolo

MEDICINA ONLINE UOMO TRISTE DOLORE MAL DI TESTA PENSIERI DEPRESSIONE STANCHEZZA STANCO BRUTTOQuanti anni hai?

Ragazzo A: Venticinque.

Ragazzo B: Trentatré.

Vai a letto con le donne, gli uomini o entrambi?

Ragazzo A: Con le donne.

Ragazzo B: Con le donne, anche se ho avuto qualche esperienza omo quando ero all’università.

Pensi di avere un pene piccolo. Quanto è grosso?

Ragazzo A: 10 centimetri, in erezione. Quattro quando è moscio.

Ragazzo B: Otto centimetri quando è in erezione.

[Nota: la dimensione media del pene è di 9,02 cm a riposo e di 12,9 cm in erezione]

Quando hai capito di avere un pene più piccolo della norma?

Ragazzo A: Quando ero un ragazzino. Avevo 13 anni, e quando mi cambiavo, prima di fare nuoto, vedevo che il pene dei miei compagni era parecchio più grande del mio. Il mio a confronto era minuscolo. Così ho iniziato a farci attenzione quando mi capitava di vedere un ragazzo nudo, e ho capito che il mio era piccolo.

Ragazzo B: Avevo più o meno 13 anni, e vedevo gli altri in palestra. Vedevo che loro avevano un pene più grande del mio e anche già i peli pubici, e io mi sentivo uno sfigato. Cercavo di nascondere i genitali per evitare che gli altri se ne accorgessero e mi prendessero in giro. Pensavo che fossi solo un po’ in ritardo con lo sviluppo, ma quando mi sono spuntati i peli pubici a 15 anni, ho capito che il mio pene non cresceva.

Mentre stavi diventando grande, come ti sentivi pensando al tuo pene?

Ragazzo A: Ero imbarazzato. Quando dovevo cambiarmi, nello spogliatoio, mi nascondevo in un angolino, avevo paura che gli altri me lo vedessero e ridessero di me.

Ragazzo B: Mi sentivo a disagio, volevo che fosse più grande. Con le ragazze non riuscivo ad andare oltre al bacio, perché avevo paura che a scuola (e poi anche un ufficio) tutti mi avrebbero preso in giro per le dimensioni del pene.

E ora come ti senti?

Ragazzo A: Con il tempo ho accettato il fatto che non posso farci niente, devo accettare il fatto che ho il pene piccolo e basta. Non mi sento a mio agio se devo cambiarmi di fronte ad altri uomini e faccio fatica a parlarle. Però non me ne vergogno più come quando ero piccolo.

Ragazzo B: Ora sono felice così, perché ho il feticcio dell’umiliazione. Ho aperto un profilo su Twitter dove ne parlo, è un sito fetish in cui gli uomini con il pene piccolo si fanno ridicolizzare e punire da donne superiori e dominanti. Le donne rimangono vestite mentre gli uomini si denudano o si vestono con della lingerie femminile o si truccano, e devono masturbarsi o fare qualcosa di umiliante, tipo una specie di strip tease.

Leggi anche: I 6 motivi per preferire un pene più piccolo ad uno grande

In base alla tua esperienza, le dimensioni contano davvero?

Ragazzo A: Credo che sia una cosa che mette a disagio più me che le ragazze. Però non sono mai riuscito a far venire una donna con la penetrazione. Quando ho perso la verginità, avevo paura che la mia ragazza scoppiasse a ridere o che se ne andasse, e quindi ritardavo il momento in cui l’avremmo fatto. Ma quando poi alla fine l’abbiamo fatto, lei non ha detto niente, e non abbiamo mai affrontato l’argomento. Poco dopo che ci siamo lasciati, però, ho visto che su MySpace scherzava con due sue amiche sul fatto che io avessi il pene “minuscolo.” Sono stato da cani per settimane. Da allora ho preferito affrontare la questione con le altre ragazze che ho avuto, al posto di ignorare il problema.

Ragazzo B: Sì. Sono stato con delle ragazze che erano visibilmente deluse, e l’hanno raccontato alle loro amiche. Una sera in discoteca ho conosciuto una ragazza e siamo andato a casa mia, ma ha quando ha visto il mio pene si è rifiutata di fare sesso con me. E la settimana dopo, tutti in discoteca sapevano che avevo il pene così. Ci sono rimasto malissimo, ma poi l’idea che le ragazze ridessero un po’ mi eccitava. Mi eccita pensare che ci sono donne bellissime che sanno che ho il pene piccolo e credono che non potrebbe soddisfarle, soprattutto visto che nella nostra cultura si pensa che alle ragazze piaccia il pene grosso. E poi, se ho una ragazza fissa, fantastico sulla mia possibilità che lei mi tradisca con un altro che ha il pene enorme, mentre io li guardo fare sesso.

E con gli altri ragazzi?

Ragazzo A: Se sono in uno spogliatoio, l’impulso è sempre quello di nascondermi dagli altri. E se vado in un bagno pubblico non uso mai il vespasiano. Il problema è che se ho il pene piccolo quando ho un’erezione, quando è a riposo è proprio minuscolo. E nella nostra cultura, avere il pene piccolo non è una cosa accettabile. Avere il pene enorme è una cosa da macho, averlo piccolo no. Tra ragazzi si scherza su chi ce l’ha più grosso, e se mi trovo in una situazione del genere sto al gioco, anche se ce l’ho piccolo.

Ragazzo B: Non credo sia più una cosa importante. Era un problema quando andavo a scuola, ma eccetto qualche messaggio spiacevole su Twitter (di cui me ne frego), direi che non è una cosa su cui ci si prende in giro tra maschi.

Leggi anche: Erezione di pene con protesi peniena [VIDEO] Attenzione: immagini sessualmente esplicite

Le dimensioni del tuo pene influenzano il modo in cui fai sesso?

Ragazzo A: Il mio pene è piccolo anche di circonferenza, quindi preferisco le posizioni in cui la vagina della mia partner è più stretta. La mia posizione preferita è una doggy rivisitata, in cui io entro dentro di lei, lei chiude le gambe e io tengo le mie divaricate. Così la sensazione è più stretta, e ci dà più piacere. Non sono mai riuscito a far venire una donna solo con la penetrazione, e quindi mi concentro molto sui preliminari, soprattutto sul sesso orale. E alla mia ragazza fa impazzire il fatto che usi la bocca così tanto tra le sue gambe! Quando invece sta sopra, tende a inclinarsi il più possibile all’indietro. Così è come se spingesse il mio pene in avanti, e lei dice che così entra più in profondità e spinge contro la sua vagina. E poi i cock ring che vibrano sono davvero ottimi alleati.

Ragazzo B: Non sono proprio un esperto, ma la posizione del missionario funziona. La doggy va bene ma lei deve spingersi un po’ più all’indietro. Mi piace anche quando lei sta sopra, ma di solito per lei non è il massimo. A lisca di pesce invece non funziona. Mi è capitato che mi abbia chiesto “ma è già dentro?” Una volta, con una delle mie ex, ho messo una cintura fallica. È stato eccitantissimo vedere la sua reazione con qualcosa che in confronto al mio era enorme.

Vorresti avere il pene più grosso?

Ragazzo A: Sì. Penso che il fatto di avere il pene piccolo sia il motivo della mia scarsa autostima, ma cerco di non essere troppo in imbarazzo e me ne faccio una ragione. Averne parlato con la mia ragazza, e aver capito che per lei non è un problema mi ha aiutato a stare bene. Abbiamo una vita sessuale appagante, e la nostra cultura, che ci dice che dobbiamo averlo grosso, è sbagliata. Ho il pene piccolo, ma sto imparando che va bene così, e lo sto accettando. Forse un giorno potrei addirittura andarne fiero.

Ragazzo B: Una volta sì, ma adesso non più. Dopo le prime umiliazioni ho imparato a sentirmi a mio agio, ho capito che c’è una nicchia a cui piace e a me piace così. Può sembrare strano, ma vorrei quasi averlo più piccolo. Ho pensato anche a seguire delle diete o degli esercizi apposta per ridurlo. Ma a parte gli interventi chirurgici (che non prenderei in considerazione) non c’è modo di ridurlo.

C’è qualcosa che le donne dovrebbero sapere riguardo al pene piccolo?

Ragazzo A: Non bisogna rimandare la discussione, meglio essere sinceri al riguardo. Se un ragazzo ha il pene piccolo, probabilmente si vergogna. Fallo sentire a suo agio, e il sesso sarà più bello per entrambi. Ah, meglio evitare i nomignoli. Una volta una mia ex mi ha detto che avevo un “cetriolino,” e non è andata a finire molto bene.

Ragazzo B: Se stai con un ragazzo che ha il pene piccolo, impara a conoscerlo, e fai in modo che lui conosca come sei tu. Dovete scoprire cos’è che fa stare bene entrambi. Non avere timore di fargli delle domande, o di dirgli quello che non va. E nonostante io abbia il pene piccolo e il feticcio dell’umiliazione, sono una persona felice e socievole.

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