Con “disturbo da depersonalizzazione” o “disturbo da depersonalizzazione-derealizzazione” o “sindrome di depersonalizzazione-derealizzazione” o semplicemente “depersonalizzazione” (in inglese “depersonalization disorder” da cui l’acronimo DPD o depersonalization/derealization disorder da cui l’acronimo DPDR) in medicina e psicologia si intende un disturbo psicologico in cui la persona ha sentimenti persistenti o ricorrenti di depersonalizzazione e spesso di derealizzazione.
Sebbene brevi episodi di spersonalizzazione o derealizzazione possano essere comuni nella popolazione generale, il disturbo viene diagnosticato solo quando questi sintomi causino disagio sostanziale, compromettano il funzionamento sociale, lavorativo o interferiscano con altre aree importanti della vita dell’individuo.
Il disturbo da depersonalizzazione appartiene al gruppo dei disturbi dissociativi insieme al disturbo dissociativo dell’identità (anche noto come “disturbo di personalità multipla”), all’amnesia dissociativa (anche nota come “amnesia psicogena”) ed alla fuga dissociativa (anche nota come “fuga psicogena” o “stato di fuga”).
Diagnosi
Il disturbo da depersonalizzazione-derealizzazione è classificato in modo diverso nel DSM-IV-TR e nell’ICD-10: Nel DSM-IV-TR questo disturbo è visto come un disturbo dissociativo; nell’ICD-10 come disturbo nevrotico indipendente. La diagnosi si basa sulle esperienze auto-riferite della persona seguite da una valutazione clinica. La valutazione psichiatrica include la storia psichiatrica ed esami dello stato mentale. Attualmente non esistono test di laboratorio per il disturbo di depersonalizzazione-derealizzazione. Alcuni test possono essere usati per la diagnosi:
- Dissociative Experiences Scale (DES): un questionario semplice, veloce e autosomministrato che è stato ampiamente utilizzato per misurare i sintomi dissociativi. È stato utilizzato in centinaia di studi dissociativi e può rilevare esperienze di depersonalizzazione e derealizzazione;
- Dissociative Disorders Interview Schedule (DDIS): è un’intervista altamente strutturata che aiuta nella diagnosi di disturbo di somatizzazione, disturbo borderline di personalità e disturbo depressivo maggiore, così come tutti i disturbi dissociativi. Indaga sui sintomi positivi della schizofrenia, sulle caratteristiche secondarie del disturbo dissociativo dell’identità, sulle esperienze extrasensoriali, sull’abuso di sostanze e su altri elementi rilevanti per i disturbi dissociativi. Il DDIS di solito può essere somministrato in 30-45 minuti;
- Cambridge Depersonalization Scale (CDS): può determinare la gravità del disturbo di depersonalizzazione. È stato dimostrato e accettato come un valido strumento per la diagnosi del disturbo di depersonalizzazione in ambito clinico. Viene anche utilizzato in ambito clinico per differenziare episodi minori di spersonalizzazione dai sintomi effettivi del disturbo. Un limite è che la scala non consente la differenziazione tra episodi passati e presenti di spersonalizzazione. Va anche notato che può essere difficile per l’individuo descrivere la durata di un episodio di spersonalizzazione, e quindi la scala potrebbe non essere accurata.
I criteri diagnostici generali per il disturbo di depersonalizzazione-derealizzazione includono sentimenti persistenti o ricorrenti di distacco dai propri processi mentali o corporei o dall’ambiente circostante. La diagnosi viene posta quando la dissociazione è persistente e interferisce con le funzioni sociali o professionali della vita quotidiana, tuttavia è difficile fornire descrizioni accurate dei sintomi a causa della natura soggettiva della spersonalizzazione e derealizzazione e dell’uso ambiguo del linguaggio da parte delle persone nel descrivere questi episodi. La depersonalizzazione differisce dall’illusione ottica, nel senso che il paziente è in grado di distinguere tra la realtà ed i sintomi che può sperimentare.
Sebbene il disturbo sia un’alterazione dell’esperienza soggettiva della realtà, non è una forma di psicosi, poiché la persona è in grado di distinguere tra le proprie esperienze interne e la realtà oggettiva del mondo esterno. Durante la spersonalizzazione episodica e continua, la persona può distinguere tra realtà e fantasia e la comprensione della realtà rimane stabile in ogni momento.
DSM-IV-TR
I criteri diagnostici definiti nella sezione 300.6 del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali IV-TR sono i seguenti:
- Sentimenti di lunga data o ricorrenti di essere distaccati dai propri processi mentali o dal proprio corpo, come se li si stesse osservando dall’esterno o in un sogno.
- La depersonalizzazione causa difficoltà significative o disagio sul lavoro, o sociale e altre aree importanti del funzionamento della vita.
- La depersonalizzazione non si verifica solo mentre l’individuo sta vivendo un altro disturbo mentale e non è associata all’uso di sostanze od a una malattia medica.
Il DSM-IV-TR riconosce specificamente tre possibili caratteristiche aggiuntive del disturbo di depersonalizzazione:
- Derealizzazione, sperimentare il mondo esterno come strano o irreale.
- Macropsia o micropsia, un’alterazione nella percezione delle dimensioni o della forma dell’oggetto.
- La sensazione che le altre persone sembrino poco familiari o meccaniche.
La dissociazione è definita come una interruzione nelle funzioni solitamente integrate di coscienza, memoria, identità e percezione, che porta a una frammentazione della coerenza, unità e continuità del senso del sé. La spersonalizzazione è un particolare tipo di dissociazione che coinvolge un’integrazione interrotta di percezioni di sé con il senso di sé, in modo che gli individui che sperimentano la spersonalizzazione siano in uno stato soggettivo di sentirsi estraniati, distaccati o scollegati dal proprio essere.
ICD-10
Nell’ICD-10, questo disturbo è chiamato sindrome di depersonalizzazione-derealizzazione F48.1. I criteri diagnostici sono i seguenti:
- Sintomi di depersonalizzazione, cioè l’individuo sente che i suoi sentimenti e / o esperienze sono distaccati, distanti, ecc.
- Sintomi di derealizzazione, cioè oggetti, persone e / o dintorni sembrano irreali, distanti, artificiali, incolori, senza vita, ecc.
- Un’accettazione che questo sia un cambiamento soggettivo e spontaneo, non imposto da forze esterne o da altre persone (cioè intuizione).
La diagnosi non dovrebbe essere fornita in determinate situazioni o condizioni specifiche, ad esempio se intossicato da alcol o droghe, o insieme a schizofrenia, disturbi dell’umore e disturbi d’ansia.
Diagnosi differenziale
Poiché alcune condizioni mediche e psichiatriche imitano i sintomi della depersonalizzazione-derealizzazione, i medici devono distinguere ed escludere quanto segue per stabilire una diagnosi precisa:
- epilessia;
- traumi del lobo temporale;
- traumi del lobo occipitale;
- traumi del lobo frontale;
- disturbo di panico;
- disturbo da stress acuto e da stress post traumatico;
- schizofrenia;
- emicrania;
- uso di droghe;
- tumore cerebrale;
- lesioni cerebrali;
- altri disturbi dissociativi.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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