Trucchi per dimagrire in fretta: il mentolo

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DIMAGRIRE GRASSO DIETA DIETOLOGIA CALORIE IPOCALORICA OBESO OBESITA SOVRAPPESO KG BILANCIA (2)Il mentolo può farci dimagrire? Il mentolo attiva il nostro metabolismo e spinge il nostro corpo a bruciare più grassi? Scopriamolo insieme grazie ad uno studio dei ricercatori dell’Università di Padova. Il principio è sempre lo stesso: costringere il corpo a bruciare più calorie. Qualche giorno fa avevamo scritto che esporsi a basse temperature senza vestirsi troppo potrebbe aiutare a dimagrire. E’ di ieri la notizia di uno studio che individua i meccanismi molecolariche regolano la trasformazione del tessuto adiposo bianco in tessuto con caratteristiche simili a quelle del tessuto adiposo bruno, in grado di bruciare i grassi immagazzinati al suo interno producendo calore. Lo studio – cosa che mi rende orgoglioso di appartenere a questo Paese – è italiano, del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova, ed è appena pubblicato sulla prestigiosa rivista inglese Molecular and Cellular Endocrinology.

Il mentolo ed il freddo

“Una delle molecole in grado di indurre questa trasformazione è il mentolo” ha spiegato all’Ansa Marco Rossato, coordinatore del gruppo di ricercatori. “Il mentolo è noto a tutti per la capacità di evocare una sensazione di freddo una volta a contatto con cute e mucose, ed è proprio questo che porta ad un maggiore consumo di grassi grazie ad un innalzamento del metabolismo basale: questa sostanza di derivazione vegetale stimola infatti le cellule del tessuto adiposo bianco a consumare i grassi producendo calore“. Il mentolo, ricorda Rossato, è utilizzato diffusamente nell’industria alimentare, cosmetica e farmaceutica e sembra privo di effetti collaterali nell’uomo e rappresenta pertanto una possibile nuova strategia per la cura dell’obesità. Lo studio padovano ha dimostrato come il tessuto adiposo bianco abbia dei sensori in grado di “sentire” direttamente il freddo senza la mediazione del sistema nervoso. Questi sensori, attivabili dal mentolo e da altre molecole simili, sono in grado di aumentare il metabolismo del tessuto adiposo bianco portando al consumo dei grassi depositati al suo interno e alla produzione di calore.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Volete perdere peso? Allora spogliatevi!

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OBESITA GRASSO SOVRAPPESO DIETA DIMAGRIRE METRO ADDOME PANCIA GRASSOAvete sperimentato diete ferree e massacranti esercizi fisici senza successo? Provate a stare al freddo. La regolare esposizione a temperature più basse di quanto siamo abituati potrebbe rivelarsi un modo salutare ed efficace per dimagrire. Lo affermano scienziati dell’University Medical Center di Maastricht su Trends in Endocrinology & Metabolism del 22 gennaio.

Bruciare più calorie

La spiegazione fornita dai ricercatori è semplice: quando ci si trova in un ambiente freddo, il nostro organismo deve bruciare molte più calorie per mantenere l’omeotermia (dal greco: omòs = uguale; termos = calore) cioè la condizione caratteristica di quegli animali in grado di mantenere costante la propria temperatura corporea. Il processo è regolato dal tessuto adiposo bruno, che si attiva quando diminuisce la temperatura esterna, sfruttando i lipidi per produrre il calore sufficiente a proteggerci dal freddo. Il team olandese ha scoperto che, diversamente da quanto si riteneva finora, questo tessuto è presente non solo nei neonati, ma anche nelle persone adulte. E che quando interviene per generare calore, sottrae fino al trenta per cento di calorie nel bilancio energetico dell’organismo.
Sempre secondo lo studio dei ricercatori olandesi, rimanere sei ore al giorno a temperature più basse per un lungo periodo di tempo, non solo favorisce l’aumento del tessuto adiposo bruno (quello che fa dimagrire), ma avrebbe anche altri effetti benefici. Primo tra tutti, abituare il corpo al freddo e agli sbalzi termici così da non beccarsi un raffreddore ogni volta che si esce all’aperto d’inverno.

La ricerca giapponese

Una conferma sperimentale è arrivata dal Giappone: alcuni scienziati hanno verificato che individui esposti almeno due ore al giorno a una temperatura di diciassette gradi hanno ottenuto una notevole diminuzione del grasso corporeo. Per la maggior parte delle persone che, tra casa e ufficio, passano quasi il novanta per cento del tempo al chiuso, variare la temperatura dell’ambiente più volte durante la giornata potrebbe dunque aiutare a perdere peso. E se ci si trova in un luogo, come appunto il posto di lavoro, dove non è possibile regolarla a piacimento senza suscitare le ire dei colleghi, allora l’alternativa è spogliarsi. Ovviamente non fino al punto da farsi venire i brividi: non c’è bisogno di sperimentare un clima polare, basta una leggera sensazione di freddo!

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L’alimentazione ideale per sopravvivere al freddo inverno

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO NEVE FREDDO MONTAGNA COPPIA SESSO AMORE (2)Ormai ci siamo, tra pochissimi giorni finisce l’autunno ed entriamo ufficialmente in inverno, ed il calo delle temperature negli ultimi giorni sembra ribadirlo. Il freddo invernale aumenta il fabbisogno calorico del nostro corpo che deve bruciare un po’ di più per resistere alle temperature basse. Questo non significa che dobbiamo eccedere ed ingurgitare tutto ciò che vogliamo. Anche perché non viviano al Circolo Polare Artico e le temperature delle nostre case o dei nostri luoghi di lavoro, in generale, non sono poi tanto rigide. Durante l’inverno, dunque, si possono seguire delle indicazioni per poter scegliere gli alimenti più giusti sia per perdere qualche chilo, in vista delle abbuffate natalizie, sia per mantenersi in forma pur non potendo muoversi come d’estate.
Prima di tutto è necessario assumere alimenti che contengano molta vitamina C: agrumi, pomodori, ananas, broccoli, frutti di bosco, cavolfiori e kiwi. Prodotti in grado anche di proteggere dalle malattie da raffreddamento. Importante assumere anche antiossidanti utilissimi per gli anticorpi. Ottimi carote, zucca, patate, pomodori, spinaci, carciofi, cavolfiori, barbabietole rosse, broccoli e cime di rapa. Senza dimenticare la fondamentale vitamina E, quella che si trova nel germe di grano, nella mandorle, nelle nocciole, nelle patate, nei semi di girasole secchi, nell’olio extravergine di oliva e nell’olio di semi.
Inoltre non possono mancare dei suggerimenti utili anche durante l’inverno:

  • variate la scelta degli alimenti;
  • evitate cibi troppo grassi;
  •  mangiate pesce due volte a settimana;
  • date preferenza a cotture semplici e leggere;
  • evitate alimenti di difficile digestione come carni e formaggi grassi, frattaglie, salumi e salse – non saltate i pasti;
  • limitate l’uso di alcol, caffè, fritti e dolciumi.

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Le 14 cose che sicuramente non sai sul raffreddore

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RAFFREDDORE RINITE INFLUENZA FEBBRE TOSSE MAL DI GOLA SINUSITE FREDDO NASO CHE COLA BAMBINI BIMBI (3)Arriva poco dopo l’inizio della scuola e ci accompagna fino alle vacanze estive. Parlo del famigerato “raffreddore”, circondato da sempre da una marea di luoghi comuni che hanno ben poco di scientifico. C’è chi non abbandonerà mai la convinzione che un colpo di freddo faccia venire il raffreddore e chi è sicuro di prenderlo quando ha il sistema immunitario indebolito. Nonostante decenni di ricerche, alcune veramente curiose, bisogna ammettere che anche la scienza è ancora perplessa di fronte al raffreddore e tante domande sono ancora senza una risposta chiara. Ecco che cosa ad oggi si può dire in materia. Con un’avvertenza: la scienza non è fatta di dogmi (per fortuna!) e quindi non è detto che le risposte siano definitive.

1. Quanti sono i raffreddori?  Anche se perfino gli scienziati parlano del «virus del raffreddore», a causare il malanno sono cinque famiglie di virus. I più comuni, responsabili del 30-40 per cento dei raffreddori, sono i Rhinovirus, di cui esistono circa duecento varietà geneticamente distinte.

Continua la lettura su https://www.focus.it/scienza/salute/la-scienza-del-raffreddore

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Col freddo diminuisce il desiderio sessuale? Non è vero

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO NEVE FREDDO COPPIA SESSO AMOREBasta con l’adagio che lega indissolubilmente malinconia e freddo invernale: viceversa, quando le temperature scendono la libido degli uomini sale, parola di una pubblicazione comparsa su The Psychology of Human Sexuality. L’aspetto interessante è che il motivo, a quanto pare, dipende dal fatto che tra dicembre e febbraio le donne ci appaiono più sensuali di quel che sembrano in estate. L’indagine è durata un anno e ha coinvolto 114 uomini. Ogni trimestre i volontari dovevano recarsi presso l’ufficio dei ricercatori, che mostravano loro due gruppi differenti di fotografie: nel primo erano ritratti volti di donne, nel secondo corpi femminili con indosso costumi da bagno. Ogni tre mesi sempre i medesimi scatti.

Il risultato è stato rivelatore: di fronte alle foto con i volti, il livello di eccitazione non cambiava in modo significativo nel corso dei 12 mesi. Al contrario, le immagini più rivelatrici facevano sì che il trimestre dicembre/febbraio risultasse molto più caldo di quello che va da giugno ad agosto. Le stesse donne, nelle stesse immagini, producevano dunque una reazione differente a seconda del periodo dell’anno. I ricercatori hanno poi approfittato di un’utile coincidenza: hanno cioè chiesto agli uomini con una relazione stabile se riscontrassero la medesima fluttuazione del desiderio con le loro partner. Risposta: sì, perché sembravano loro più sexy quando faceva freddo.

Come mai succede tutto questo? Lo studio non lo dice: lo scopo era raccogliere dati, non formulare ipotesi. Intorno alla pubblicazione hanno però battagliato due teorie diverse: da un lato c’è chi ipotizza che il livello degli ormoni degli uomini cambi insieme al mutare delle stagioni e che durante l’inverno sia più alto rispetto al resto dell’anno. Dall’altro lato c’è chi sostiene una tesi meno fisiologica e più psicologica: tutto dipenderebbe dal fatto che in estate è più semplice vedere corpi molto scoperti, e dunque il grado di suggestione necessario a stimolare l’eccitazione sarebbe maggiore rispetto a quando le donne sono imbacuccate dalla testa ai piedi.

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Perché ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia  Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Dieta Sessuologia Sex LDH PSA Pene Laser Filler Rughe Botulino Ialuronico Temperatura Perchè FEBBREConosciamo tutti bene i suoi sintomi fastidiosi, appena arriva il freddo come in questi giorni temiamo di prenderla. Sto parlando della febbre. Quando la temperatura corporea sale, specialmente nel caso di un bambino, spesso ci si preoccupa troppo in fretta senza un reale motivo: sì, perché la febbre è un processo biologico naturale e non deve essere vista come una “malattia” da guarire nell’immediato.

Cos’è la febbre?

Tutti l’abbiamo provata, ma se vi chiedessero “cos’è la febbre?” voi sapreste rispondere? La febbre è uno stato patologico temporaneo che comporta un’alterazione del sistema di termoregolazione ipotalamica e una conseguente elevazione della temperatura corporea al di sopra del valore considerato normale (circa 37 gradi per l’uomo). E’ importante distinguere la febbre dall’ipertermia: in quest’ultima si ha l’aumento della temperatura del corpo, ma ciò è dovuto a fattori esogeni e non comporta variazione della attività di termoregolazione. Più esattamente per ipertermia si intende una temperatura rettale uguale o superiore a 41,6 gradi non dovuta all’azione di pirogeni endogeni, ma ad altri meccanismi che comportano un aumento primitivo della produzione endogena di calore e che agiscono al di fuori del controllo del centro ipotalamico che regola la temperatura corporea, come nel caso di ipertiroidismo, colpi di calore, condizioni di alterata capacità di disperdere calore (disautonomia familiare o la displasia ectodermica anidrotica). Tornando alla febbre si parla di:

  • stato subfebbrile/febbricola al di sotto dei 37,3 gradi (misurazione ascellare);
  • febbre moderata (tra 37,7 e 38,9);
  • febbre elevata (sopra i 39 gradi);
  • quando il valore supera i 40 si parla di iperpiressia.

Leggi anche: Differenza tra raffreddore e influenza: sintomi comuni e diversi

Perché veniamo colpiti dalla febbre?

Come ci spiega il Ministero della Salute, l’aumento della temperatura corporea viene causato da sostanze che si liberano durante la produzione delle difese naturali ed è esso stesso uno dei meccanismi attraverso il quale l’organismo del bambino si difende quando viene aggredito dall’esterno da un virus o da un batterio, che prediligono una temperatura più bassa: il corpo, con l’innalzamento della temperatura, viene infatti reso più svantaggioso per gli organismi invasori.

Leggi anche: Febbre alta: quando rivolgersi al medico

Un eccezionale sistema di difesa

Quando gli agenti infettivi entrano in contatto con le cellule dell’organismo che hanno il compito di proteggerci, si mette in moto un sofisticato sistema di risposta: una parte di questa risposta è proprio il fenomeno della febbre. Le cellule aggredite liberano alcune molecole che danno un segnale al cervello affinché vengano liberate altre molecole che hanno il compito di far salire la temperatura corporea. Nel frattempo, affluisce meno sangue in superficie, in modo che il calore prodotto in eccesso si conservi. Le cellule del corpo provano “disagio” per il calore (per intenderci, è quella sensazione di malessere che avvertiamo quando siamo colpiti dalla febbre), ma ad avere maggiori difficoltà sono invece virus e batteri: con l’innalzamento della temperatura, infatti, questi vengono man mano distrutti e non possono più riprodursi e moltiplicarsi. In pratica ora conoscete la febbre per quello che realmente è: un’ottima difesa per l’attacco da parte di virus e batteri, una “cura” del tutto naturale che deve fare il suo corso per poter difendere il nostro organismo

Leggi anche: Come e quando abbassare la febbre? Farmaci e rimedi casalinghi

La febbre non è un nemico

La febbre non è necessariamente un nemico da combattere a ogni costo. Non è necessario somministrare medicine tutte le volte che la temperatura supera i valori normali: abbassare la febbre, infatti, non aiuta il bambino a guarire prima. Se, però, il bambino mostra malessere, è irritabile o sofferente, è giusto dargli un po’ di sollievo abbassandogli la temperatura.

Sbagliato sottovalutarla in alcuni casi

La febbre può essere provocata sia da malattie poco gravi (la maggior parte delle volte), sia da malattie più impegnative (molto più raramente): questo significa che la febbre, pur essendo un meccanismo di difesa, può in certe situazioni essere sintomo di malattie gravi o diventare essa stessa fonte di danno per l’organismo, specie se dura per periodi eccessivamente lunghi e se la temperatura supera i 40 gradi. Quindi d’accordo a non sopravvalutare la febbre, ma non si deve neanche sottovalutarla. Nel dubbio chiedete aiuto al vostro medico.

Leggi anche: Differenza tra febbre ed influenza

Febbre alta

Prima ho nominato i “famosi” 40 gradi, tuttavia c’è da ricordare una cosa: non c’è necessariamente una specifica relazione tra valore della febbre e la gravità della malattia: una febbre molto alta, infatti, non vuol dire per forza che ci troviamo in presenza di una malattia molto grave: valori elevati di temperatura corporea, dunque, possono causare un disagio intenso a noi o al bambino, ma non bisogna pensare che la causa sia per forza pericolosa.

Tipi di febbre

In base alle sue caratteristiche, la febbre può essere di vari tipi:

  • Febbre continua: la temperatura corporea raggiunge i 40 °C e si mantiene pressoché costante. È frequente nelle polmoniti. Solitamente si ha defervescenza per crisi con sudorazione profusa.
  • Febbre remittente o discontinua: il rialzo termico subisce durante il periodo del fastigio (cioè l’acme febbrile raggiunto dopo la prima fase di ascesa della temperatura) oscillazioni giornaliere di due-tre gradi, senza che mai si raggiunga la defervescenza. È frequente nelle setticemie e nella tubercolosi.
  • Febbre intermittente: periodi di ipertermia si alternano a periodi di apiressia (senza febbre). Queste oscillazioni si osservano durante una stessa giornata, e questo è il caso di sepsi, neoplasie, malattie da farmaci, oppure nell’arco di più giorni, come nel caso della malaria (se il picco di ipertermia si osserva ogni quattro giorni si parla di quartana, se si osserva ogni tre giorni di terzana), nel linfoma di Hodgkin e in altri linfomi. Una febbre alta (intorno ai 40 °C, o fra i 37 e 38 in presenza di sudorazione, che asporta calore corporeo), intermittente e associata a brividi è il sintomo di una febbre settica, di origine batterica.
  • Febbre ondulante: il periodo febbrile oscilla da 10 a 15 giorni.
  • Febbre ricorrente e familiare: il periodo febbrile oscilla da 3 a 5 giorni.

Quali farmaci usare in caso di febbre?

Per gli adulti l’aspirina è sicuramente efficace, ma soltanto se la febbre ha origini infiammatorie, poichè agiscono inibendo la produzione delle prostaglandine. Non danno alcun beneficio, quindi, né nell’ipertermia né nel colpo di calore. In caso di ipertermia la terapia delle febbre con mezzi fisici (spugnature di acqua o alcool) può essere indicata. Se avete dei dubbi chiedete al vostro medico.

Quali farmaci in caso di febbre nei bambini?

A tale proposito leggi questo articolo: Febbre alta nei bambini e neonati: quali farmaci e cosa fare

I migliori prodotti per il benessere in caso di febbre, influenza e raffreddore

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, utilissimi in caso di febbre, influenza e raffreddore:

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Sinusite: cause, sintomi e cure di una malattia del freddo molto diffusa

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RAFFREDDORE RINITE INFLUENZA FEBBRE TOSSE MAL DI GOLA SINUSITE FREDDO NASO CHE COLA BAMBINI BIMBI (3)Le temperature basse portano con se e peggiorano una serie di condizioni e patologie fastidiose: influenza, geloni, febbre, tosse, raffreddore. Una delle patologie più diffuse, peggiorate dal freddo è la sinusite. E’ un tipico disturbo che si acuisce proprio durante i periodi autunnali ed invernali. Fastidiosa e, spesso, quasi insopportabile, la sinusite arriva spesso in pessima compagnia di sintomi difficili da ignorare, come mal di testa e tosse. Che sia acuta o cronica, ecco qualche indizio in più per riconoscere la sinusite, inquadrarne i sintomi, adottare i rimedi giusti e scegliere la cura più efficace.

Cos’è la sinusite?

La sinusite è un’infiammazione acuta o cronica a carico dei seni paranasali, e in particolare della mucosa che li riveste che, gonfiandosi, produce una eccessiva quantità di muco. Il meccanismo innescato è deleterio: la mucosa si gonfia causando un restringimento degli osti che ostacola il normale drenaggio del muco verso le cavità del naso e della bocca; il ristagno del muco diventa “terreno fertile” per batteri, virus o funghi che dal naso o dalla gola possono raggiungere i seni paranasali, aggiungendo all’infiammazione anche l’infezione. Se non viene curata o se la terapia è inefficace la sinusite può anche diventare cronica: l’infiammazione può perdurare col risultato che gli osti rimangono ostruiti pur causando sintomi di solito lievi o non causando alcun sintomo. In alcuni periodi dell’anno, poi, i sintomi si rifanno vivi, i disturbi si riacutizzano.

Le cause della sinusite

Tra i responsabili più quotati in caso di sinusite ci sono i batteri e i virus, che aggrediscono le vie aeree facilitando la formazione di muco, ma anche le infiammazioni delle radici dei denti dell’arcata superiore non devono essere sottovalutate. Oltre alle cause, giocano un ruolo cruciale nella comparsa delle sinusite i fattori predisponenti, come la malformazione delle strutture ossee del naso (deviazione del setto nasale o malformazioni della struttura dei turbinati), la presenza di polipi al naso o la rinite allergica.

Tutti i sintomi della sinusite

La sintomatologia che caratterizza la sinusite comprende:

  • naso chiuso;
  • forte mal di testa;
  • tosse con catarro;
  • secrezioni di muco giallastro;
  • la discesa delle secrezioni nasali verso la gola (scolo faringeo);
  • voce nasale;
  • fronte, guance e zigomi dolenti.

Cure per la sinusite

Se i colpevoli sono i batteri, i farmaci da somministrare sono gli antibiotici, in grado di contrastare il processo infiammatorio e infettivo a carico delle strutture nasali. In aggiunta, il medico può prescrivere altri farmaci che agiscono sui sintomi: decongestionanti locali, da utilizzare con l’areosol, per sciogliere il muco e corticosteroidi locali per fluidificare le secrezioni e liberare le vie aeree.

Suffumigi per la sinusite

Per fluidificare il catarro e contrastare il fastidioso naso chiuso, i suffumigi sono ottimi alleati. La miscela naturale vincente allo scopo comprende: timo, fiori di lavanda, foglie di eucalipto, fiori di camomilla, foglie di menta e olio essenziale di pino mugo.

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Il kiwi protegge la pelle dal freddo (e puoi usarlo come lassativo)

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO KIWI FRUTTA (2)Il kiwi contiene ben 85 milligrammi di vitamina C ogni cento grammi di frutto e la vitamina C è importante per la produzione del collagene, che costituisce la struttura di sostegno del derma: è quindi un ottimo frutto da mangiare durante i mesi più freddi quando la pelle soffre di più. Il kiwi è inoltre un efficace lassativo naturale, ottimo contro la stitichezza.

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