Per valutare il comportamento del paziente e suoi eventuali disturbi, il medico e lo psicoterapeuta utilizzano due strumenti principali: il colloquio e Continua a leggere
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Come fare il nodo alla cravatta in modo semplice e veloce
Il nodo semplice è il grande classico dei nodi per cravatta. È ampiamente il più utilizzato, poiché si tratta del più semplice da realizzare e si accorda con la maggior parte delle cravatte e praticamente con tutti i colli di camicia. È perfetto per gli uomini di altezza media o elevata.
Conico ed allungato, il nodo semplice è stretto con delle cravatte fini e più largo con delle cravatte spesse.
Preparazione: sollevate il collo della camicia, abbottonate l’ultimo bottone e posizionate la cravatta. Gli uomini di altezza media posizioneranno la gambetta all’altezza della cintura. Gli uomini più alti la posizioneranno al di sopra della cintura. Gli uomini con un busto brevilineo sceglieranno invece preferire il nodo doppio, dalla forma simile.
Le varie tappe:
Tappa n°1: al di sotto del collo, incrociate la gamba sulla gambetta.
Tappa n°2: fate scivolare la gamba sotto la gambetta.
Tappa n°3: riportate in seguito la gamba sulla gambetta.
Tappa n°4: fate passare la gamba verso l’alto sotto la cravatta, posizionando il vostro indice nel nodo in formazione. Togliete il vostro indice e fate scivolare la gamba nell’anello.
Tappa n°5: tenete ferma la gambetta. Tirate delicatamente sulla gamba per stringere l’anello. Aggiustate il nodo e poi fatelo risalire fino all’ultimo bottone del collo.
Dopo aver annodato la cravatta, la gambetta non deve più essere visibile e l’estremità della gamba deve situarsi all’altezza della cintura.
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Ecco perché non si dovrebbe mai stendere il bucato in casa
A chi non è mai capitato di stendere i panni in casa durante una giornata umida o di pioggia? Lasciarli all’aria aperta è praticamente inutile e, nella speranza che si asciughino il prima possibile, vengono poggiati ovunque, dalla cucina al corridoio, fino ad arrivare al bagno, alle sedie o ai caloriferi. Anche se potrebbe sembrare un gesto assolutamente normale e poco pericoloso, in verità si tratta di una cattivissima abitudine che potrebbe avere degli effetti dannosi sia sulla salute che sulla casa.
A rivelarlo è stata la dottoressa Christine Cowie, ricercatrice dell’Università New South Wales in Galles, che in uno studio pubblicato su KidSpot ha spiegato quali sono i pericoli in cui si incorre stendendo gli abiti appena usciti dalla lavatrice all’interno della casa. “Da un punto di vista salutare sono molti gli agenti biologici che si trovano al chiuso e prosperano nell’umidità e dove c’è ricircolo d’aria insufficiente”, ha spiegato la dottoressa.
L’umidità non farebbe altro che aumentare il rischio di asma e di problemi respiratori poiché respirare spore fungine peggiora la sensibilità allergica. Per fortuna esistono dei rimedi per evitare di andare incontro a problemi simili. Innanzitutto bisogna stendere tutto all’esterno quando c’è il sole, è necessario poi accendere la cappa quando si cucina, asciugare il cane quando si rientra in casa, appendere i cappotti umidi lontano dagli abiti e lasciarli fuori dall’armadio fin quando non sono totalmente asciutti. Eliminare l’umidità è dunque il metodo ideale per prendersi cura della propria casa e della propria salute
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Motorini beige, sellini beige, cervelli beige
Quando andavo al liceo, il Giulio Cesare di Roma (si proprio quello cantato da Venditti), tutti i ragazzi e le ragazze alla moda, avevano lo Continua a leggere
Volete perdere peso? Allora spogliatevi!
Avete sperimentato diete ferree e massacranti esercizi fisici senza successo? Provate a stare al freddo. La regolare esposizione a temperature più basse di quanto siamo abituati potrebbe rivelarsi un modo salutare ed efficace per dimagrire. Lo affermano scienziati dell’University Medical Center di Maastricht su Trends in Endocrinology & Metabolism del 22 gennaio.
Bruciare più calorie
La spiegazione fornita dai ricercatori è semplice: quando ci si trova in un ambiente freddo, il nostro organismo deve bruciare molte più calorie per mantenere l’omeotermia (dal greco: omòs = uguale; termos = calore) cioè la condizione caratteristica di quegli animali in grado di mantenere costante la propria temperatura corporea. Il processo è regolato dal tessuto adiposo bruno, che si attiva quando diminuisce la temperatura esterna, sfruttando i lipidi per produrre il calore sufficiente a proteggerci dal freddo. Il team olandese ha scoperto che, diversamente da quanto si riteneva finora, questo tessuto è presente non solo nei neonati, ma anche nelle persone adulte. E che quando interviene per generare calore, sottrae fino al trenta per cento di calorie nel bilancio energetico dell’organismo.
Sempre secondo lo studio dei ricercatori olandesi, rimanere sei ore al giorno a temperature più basse per un lungo periodo di tempo, non solo favorisce l’aumento del tessuto adiposo bruno (quello che fa dimagrire), ma avrebbe anche altri effetti benefici. Primo tra tutti, abituare il corpo al freddo e agli sbalzi termici così da non beccarsi un raffreddore ogni volta che si esce all’aperto d’inverno.
La ricerca giapponese
Una conferma sperimentale è arrivata dal Giappone: alcuni scienziati hanno verificato che individui esposti almeno due ore al giorno a una temperatura di diciassette gradi hanno ottenuto una notevole diminuzione del grasso corporeo. Per la maggior parte delle persone che, tra casa e ufficio, passano quasi il novanta per cento del tempo al chiuso, variare la temperatura dell’ambiente più volte durante la giornata potrebbe dunque aiutare a perdere peso. E se ci si trova in un luogo, come appunto il posto di lavoro, dove non è possibile regolarla a piacimento senza suscitare le ire dei colleghi, allora l’alternativa è spogliarsi. Ovviamente non fino al punto da farsi venire i brividi: non c’è bisogno di sperimentare un clima polare, basta una leggera sensazione di freddo!
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Perché i bambini finlandesi dormono nelle scatole di cartone?
Il saggio governo finlandese da ormai settantacinque anni dona una scatola di cartone alle donne in attesa di un bambino. La scatola contiene il necessario per il bambino e può essere utilizzata come letto. Molti dicono che ha contribuito a far raggiungere alla Finlandia uno dei tassi di mortalità infantile più bassi del mondo. La scatola di cartone in Finlandia è una tradizione che risale alla terza decade del secolo scorso, ed è stata progettata per dare a tutti i bambini, non importa il loro ceto sociale, un uguale inizio nella vita. La scatola con il materassino diventa il primo letto di un bambino. Moltissimi bambini finlandesi hanno trascorrono – e trascorrono anche oggi – i loro primi sonnellini in sicurezza all’interno delle quattro pareti di cartone della scatola, simbolo – come noterete continuando nella lettura – di uguaglianza, di civiltà e di unità nazionale. Ecco cosa contiene la scatola maternità:
- materasso, coprimaterasso, sottolenzuolo, copripiumino, coperta, sacca / trapunta con imbottitura in pelo naturale (pelo di cammello o lana di pecora naturale);
- scatola che può essere utilizzata come lettino;
- tuta, cappello, guanti e stivaletti coibentati;
- abito con cappuccio e una tuta leggera lavorata a maglia;
- calze e guanti, cappello lavorato a maglia e passamontagna;
- body, tutine, calzini in modelli e colori unisex;
- accappatoio, asciugamani, forbicine per le unghie, spazzola per capelli, spazzolino da denti, termometro da bagno, tubetto di crema, salviette;
- libro illustrato e giocattoli per la dentizione.
Pacco o soldi? Meglio il pacco!
Le mamme possono scegliere tra il “pacco maternità” ed una sovvenzione diretta in denaro, ora fissata a 140 euro, ma il 95% preferisce la scatola di cartone: vale molto di più. Heidi Liesivesi lavora al Kela – l’Istituto delle assicurazioni sociali della Finlandia, ha detto: «La tradizione della scatola di cartone risale al 1938, all’inizio era disponibile solo per le famiglie a basso reddito, dal 1949 è stata cambiata con la nuova legislazione: ora le future mamme per ottenere la sovvenzione in denaro o il pacco maternità prima del quarto mese di gravidanza devono sottoporsi a visita prenatale presso una struttura medica. La scatola di cartone ha avuto il merito non solo di fornire alle mamme il necessario per prendersi cura del loro bambino ma anche a contribuire a orientare le donne in gravidanza a prendere contatti con medici e infermieri al servizio del nascente stato sociale. La Finlandia nel 1930 era un paese povero con un alto tasso di mortalità infantile (65 su 1.000 bambini morti). Le cifre sono migliorate rapidamente nei decenni successivi». Mika Gissler, professore presso l’Istituto nazionale per la salute e il benessere a Helsinki, ha detto che nel 1940 tutte le donne ricevevano la scatola di maternità e l’assistenza prenatale. Negli anni ’60 l’assistenza è passata in gestione al sistema nazionale di assicurazione sanitaria, supportato da un sistema centralizzato della rete ospedaliera. La scatola di cartone dopo settantacinque anni ora fa parte del rito che segna il passaggio verso la maternità e l’unione delle generazioni delle donne finlandesi.
Qualche testimonianza
Reija Klemetti, quarantanove anni di Helsinki, ricorda quando andò all’ufficio postale a ritirare un pacco maternità per uno dei suoi sei figli: «E’ stato bello ed emozionante. La mia mamma, amici e parenti erano tutti ansiosi di vedere che tipo di cose erano dentro il pacco e il colore che avevo scelto. La mia mamma ha settantotto anni, ha fatto affidamento sulla scatola quando nel ’60 ha avuto il primo dei suoi quattro figli». Klemetti Solja la figlia di ventitré anni, ha aggiunto: «Ho due bambini, ho condiviso il senso di eccitazione sperimentato dalla mia mamma quando prima della nascita del suo primo bambino ha preso possesso di “qualcosa di sostanziale”». Titta Vayrynen, trentacinque anni, madre di due giovani ragazzi, ha detto: «E’ facile sapere in quali anni sono nati i bambini perché ogni anno l’abbigliamento contenuto nella scatola varia un po’. E’ bello confrontarlo con parenti e amici e scoprire che quel ragazzo è nato nello stesso anno di mio figlio. Il contenuto della scatola per alcune famiglie sarebbe insostenibile se non fosse gratuito. Nel mio caso più che una riduzione di spesa, ha significato un risparmio di tempo. Incinta del mio primo figlio, impegnata con il lavoro, sono stata felice di risparmiarmi la fatica di cercare i negozi per confrontare i prezzi per comprare l’abbigliamento meno costoso. Le mamme finlandesi, come conferma un recente studio, sono le più felici del mondo, siamo ben curate anche adesso che alcuni servizi d’assistenza sono stati ridotti. Io quando è nato il mio secondo bambino al posto del pacco maternità ho preferito la sovvenzione in euro. Ho riutilizzato l’abbigliamento del mio primo figlio. Gli indumenti possono essere riutilizzati e passare da una bambina a un bambino, e viceversa, perché i colori sono volutamente di genere neutro».
Il contenuto della scatola nel corso degli anni
Il contenuto della scatola è cambiato un bel po’ nel corso degli anni, riflettendo i tempi che cambiano. Negli anni ’30 e ’40, conteneva solo il tessuto perché le mamme erano abituate a realizzare da sole i vestiti del bambino. Durante la seconda guerra mondiale, la flanella e il cotone necessari al Ministero della Difesa, in parte furono sostituiti da lenzuola di carta e fasce di stoffa. Gli anni ’50 ha visto un aumento del numero di abiti già pronti, negli anni ’60 e ’70 questi cominciarono a essere prodotti con tessuti elasticizzati. Nel 1968 nella scatola maternità apparve il sacco a pelo, l’anno successivo i pannolini usa e getta anche se per breve tempo, visto che – per non inquinare la natura – caddero in disgrazia e vennero quasi subito sostituiti nuovamente dai pannolini di stoffa. Panu Pulma, docente di Storia finlandese presso l’Università di Helsinki, ha detto: «Ai genitori si raccomandava di non far dormire i bambini nel letto matrimoniale assieme a loro: l’introduzione della scatola di cartone ha aiutato molti genitori a lasciare i loro bambini a dormire da soli, separati da loro, aiutando la loro autonomia futura. Uno degli obiettivi principali di tutto il programma è stato anche quello di far allattare di più le donne. A un certo punto, biberon e ciucci sono stati rimossi per promuovere l’allattamento al seno. E’ stato un successo. Tra gli oggetti inseriti nella scatola, ha avuto un effetto positivo anche quello del libro illustrato: ha incoraggiato i bambini a maneggiare i libri e un giorno a leggerli. In Finlandia la scatola di cartone è un simbolo, un simbolo dell’idea di uguaglianza sociale, di educazione e dell’amore verso i bambini».
La Finlandia possiede una delle democrazie più avanzate al mondo: dal mio punto di vista l’Italia ha molto da imparare da questa nazione così civile e lungimirante.
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Il perizoma fa male alla salute?
Particolarmente amato dalle donne per le ridotte dimensioni che lo rendono un valido aiuto soprattutto in caso di indumenti attillati, apprezzato anche dagli uomini che lo vedono come un capo molto sexy, i pareri degli esperti in merito al perizoma sono discordanti. La domanda di fondo è: Il perizoma fa male alla salute? Intanto se si è soggette a infezioni è meglio evitarlo: il perizoma è in certi casi così striminzito che le parti intime restano a contatto con il tessuto dei pantaloni senza essere adeguatamente protette. Alcuni studi hanno evidenziato che questo capo intimo, soprattutto se non realizzato con filati naturali, possa portare ad una maggiore incidenza di patologie infiammatorie e, in qualche caso, di infezioni in zona anale, perianale e pubica, rispetto agli slip normali. Inoltre, la sottile striscia che unisce parte posteriore e anteriore tende a muoversi, facendo da ponte per i batteri che migrano da una zona all’altra delle parti basse, soprattutto dall’ano alla vagina, trasportando in particolare l’Escherichia coli, batterio che determina fastidiose cistouretriti.
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Giovanissime dal chirurgo estetico per indossare gli shorts
Se quest’inverno tutte le donne correvano dal chirurgo estetico per farsi fare il naso come Kate Middleton, adesso tutte le donne corrono dal chirurgo estetico per poter indossare gli shorts. Gli shorts, altrimenti conosciuti come pantaloncini corti, sono stati e continuano ad essere il must dell’estate 2013, proposti sulle passerelle e indossate da modelle magrissime.
Per poterli indossare sui lungomari italiani, dove sono stati avvistati a iosa, le donne sono disposte a tutto, anche a ricorrere all’aiutino del chirurgo estetico in grado di correggere le curve e in particolare di intervenire sui fianchi troppo formosi e i glutei un po’ abbondanti. Anche le giovanissime, che magari non ne avrebbero ancora bisogno, corrono negli studi medici e si sottopongono a qualche ritocchino per non avere difetti fisici di alcun genere. E’ sopratutto la fascia di età di donne di età compresa fra i 20 e i 35 anni, a chiedere gli interventi giusti per poter indossare gli shorts al mare ma anche in città.
Per indossare un capo del genere con una certa disinvoltura le donne chiedono di farsi sistemare i fianchi troppo evidenti o di eliminare qualche accumulo di grasso e di cellulite.
Naturalmente, a seconda dei casi, io valuto come intervenire: se l’accumulo di adipe è localizzato soprattutto sui fianchi si ricorre alla mini-liposuzione (effettuata attraverso cannule sottili che aspira e rimuove il grasso). Se l’accumulo di grasso è minimo si può optare per la liposuzione chimica o per alcune sedute di ozono-terapia abbinate a massaggi linfodrenanti: in pratica viene iniettato sotto pelle dell’ossigeno per far sciogliere le cellule di grasso, efficace per la cellulite in stadio 1 e 2. Altro trattamento che propongo e che riscuote enorme soddisfazione tra le pazienti è la cavitazione medica: indolore, dal costo contenuto e dagli effetti visibili in poche sedute.
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