Uomo anaffettivo: cosa fare e come comportarsi con lui?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma UOMO ANAFFETTIVO COME COMPORTARSI FARE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgVivete con lui da mesi o – più probabilmente – da anni. Inizialmente era tutto perfetto, poi è iniziato a sorgervi qualche dubbio, ora ne siete quasi certe: il vostro uomo è completamente anaffettivo. Non siete le sole: moltissime donne vivono una situazione simile alla vostra che sembra non portare a nulla di buono nell’immediato futuro. Cosa fare quindi? Se avete l’assoluta certezza che il vostro sia un uomo anaffettivo e che lo sia da tanti anni senza accennare a cambiamenti, il mio drastico consiglio è quello di “abbandonare la nave”.

Nota: per motivi pratici, questo articolo è rivolto alle donne, tuttavia gli stessi consigli sono validi anche nei confronti di un uomo che viva la relazione con una donna anaffettiva.

Consigli per gestire la relazione con un uomo anaffettivo

Anche se ogni situazione ha soluzioni diverse, ecco alcuni consigli pratici che valgono praticamente sempre:

  • Rendersi subito conto che si stano investendo tutte le energie in un rapporto che – molto probabilmente – non ha i requisiti per funzionare.
  • Capire che cambiare per davvero un uomo annaffettivo è quasi sempre una battaglia persa in partenza.
  • Capire che lui non vi ama perché voi non siete amabili, ma perché probabilmente lui non è capace di amare o perché semplicemente non siete la donna giusta per lui.
  • Cercare delle fonti di realizzazione personale alternative alla coppia, imparando ad investire su di sé e dare valore a ciò che si ha (amicizie, lavoro, hobby, ecc) ed a ciò che si fa.
  • Parlarne con una persona veramente fidata. Raccontagli i comportamenti del partner: dall’esterno saprà più facilmente dirvi se sono comportamenti “normali” o patologici.
  • Chiedere l’aiuto di uno psicoterapeuta o di un medico, qualora questa situazione determini un’ansia insopportabile.

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Consigli per salvare la relazione con un uomo anaffettivo

Se invece avete la sensazione che ancora “non tutto è perduto”, ecco alcuni consigli per rimanere insieme al vostro uomo anaffettivo cercando di migliorare le cose:

  • Essere indipendenti: con un uomo anaffettivo la prima regola è dargli la netta impressione di vivere a prescindere da lui e di essere forti al punto da sopravvivere ad una ipotetica rottura. Non deve essere solo una “facciata”: dovete realmente lavorare su voi stesse, rendervi davvero indipendenti e fargli capire che “la musica è cambiata”.
  • Aumentate la vostra autostima: iscrivetevi in palestra, fate una dieta, comprate vestiti che vi fanno sentire belle, andate a teatro, comprate libri nuovi, viaggiate… Fate quello che vi fa stare bene e che può migliorarvi, in maniera autonoma.
  • Iniziate un nuovo hobby: avreste voluto fin da bambine fare un corso di disegno, saper ballare la salsa o imparare lo spagnolo? Perché non iniziate a farlo ora? Starete meglio con voi stesse e mostrereste all’uomo che la vostra felicità non dipende (solo) da lui.
  • Provate a proporgli un periodo di distanza.
  • Non sentitevi obbligate ad apparire sempre come lui vi vuole piuttosto che come siete in realtà: se a lui non sta bene, fategli capire che ci sono altri uomini disposti ad apprezzarvi per le vostre reali caratteristiche e non per una maschera che dovete indossare per piacergli.
  • Non contate su di lui: se avete un problema fate affidamento solo sulle vostre capacità.
  • Se minaccia violenza fisica, minacciatelo a vostra volta di chiamare subito le forze dell’ordine.
  • Per nessun motivo al mondo lui può essere legittimato a calpestare la vostra dignità, se continuerà a farlo fategli capire che ciò non rimarrà senza conseguenze: voi lo lascerete per un uomo che vi rispetta.
  • Se dipendete economicamente da lui, sforzatevi di trovare un lavoro in modo di essere indipendenti.
  • Cercate di capire se la sua anaffettività è in realtà una forma di difesa legata ad una sua bassa autostima, in tal caso provate ad aiutarlo.
  • Fate autocritica in maniera oggettiva: a volte è la donna a portare l’uomo ad una certa forma di anaffettività. La maniera migliore per fare autocritica è farsi aiutare da una amica che vi conosce bene. Parlo di una VERA amica, non una di quelle false amiche che sotto sotto non vede l’ora che il vostro rapporto vada a rotoli!
  • Ingelositelo: dagli l’impressione di poterlo sostituire in qualsivoglia momento perché ci sono tanti altri uomini in fila per voi molto più affettuosi di lui.
  • Uscite con le vostre amiche con un bel vestito nuovo ed un bel trucco, senza di lui.
  • Andate insieme da un medico o uno psicoterapeuta per una terapia di coppia.
  • Cercate di parlare con lui apertamente di quello che non vi piace dei suoi comportamenti, anche a costo di farlo arrabbiare e di rompere la relazione.
  • Amàtevi. Imparate ad amare e rispettare voi stesse, prima di amare lui o chiunque altro al mondo.

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Considerazioni finali

Il mio consiglio, come accennato all’inizio dell’articolo, è comunque quello di lasciare questo tipo di uomo e di cercarne un altro più adatto a voi: l’uomo anaffettivo nella maggioranza dei casi non cambierà mai, anzi probabilmente peggiorerà. E non pensate che il vostro marito o compagno faccia eccezione o che voi – rispetto ad altre donne nella vostra condizione – sarete più brave e riuscirete a cambiarlo. Mi dispiace disilludervi ma questa è la realtà e prima ne prendiamo atto e meglio è. Tra le mie pazienti ce ne sono decine che si sono ritrovate a sprecare anni di vita, circondate da una assuefazione che pian piano le ha spente, anno dopo anno, nella convinzione di riuscire a cambiare il proprio uomo. Può essere apparentemente più facile lasciare le cose come stanno e molto più faticoso e difficile rivoluzionare la vostra vita – specie se avete dei figli – ma meglio cambiare al più presto piuttosto che sprecare la vostra vita in un rapporto apatico ed a senso unico, per paura di cambiare le cose. Trovate la forza nel rispetto per voi stesse e per la vostra dignità di donna e di persona. Trovate la forza nel buon esempio che volete dare ai vostri figli, specie se femmine. Sforzatevi: la vostra vita vi ringrazierà!

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Testi consigliati

Di seguito vi riportiamo alcuni libri consigliati dal nostro Staff, estremamente utili per affrontare e superare la dipendenza affettiva:

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Sposato da 4 anni con una bambola gonfiabile: “Facciamo sesso esplosivo”

MEDICINA ONLINE SESSO BAMBOLA GONFIABILE MATRIMONIO SEX DONNA UOMO MOGLIE.jpgUn americano di nome Dirk ha sposato una bambola gonfiabile quattro anni fa e ora vive felice nella sua casa con sua moglie alla quale dedica lapiù intensa dedizione come se fosse reale”. A riferirlo il sito Continua a leggere

“Se tu non mi ami è colpa mia”: i pensieri di una donna che ama un uomo anaffettivo

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-donna-che-ama-uomo-anaffettivo-non-mi-ami-riabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequenza-e“Vivo da oltre 20 anni con un marito anaffettivo. Ho sempre cercato di migliorare il nostro rapporto ma non ci sono riuscita. Amiche care, scappate finché siete in tempo. Io non ho avuto la forza di separarmi per vari motivi. Ma che vita è la mia? Una nebbia grigia con rari sprazzi di sole.”

Tante mie pazienti donne vengono da me confidandomi di essere innamorate di un uomo che oggettivamente non le ama e che le tratta in malo modo, nell’impossibile circolo vizioso del “sono sicura che riuscirò prima o poi a cambiarlo” e del “se mi tratta male vuol dire che ci tiene a me” che culmina nel “anche se forse non mi ama, io lo amo troppo per riuscire a lasciarlo”.

Passare oltre a qualsiasi situazione

Non esclusivamente (ma più frequentemente) tra le donne, negli amori non corrisposti esiste una componente di ossessività. Spesso una donna, pur di avere l’oggetto del proprio amore (o di quello che pensa essere l’amore), passa sopra a qualsiasi nefandezza perpetrata dal partner: tradimenti ripetuti, offese di fronte ai figli, freddezze, violenza psicologica, eclatanti mancanze di rispetto, fino a sottovalutare e perfino legittimare gli episodi di violenza fisica. Anche se lui si dimostra egoista, anaffettivo e non mostra  alcuna  volontà di costruire qualcosa, lei non prende seriamente in considerazione l’idea di cercarsi un partner più adatto: al contrario, paradossalmente lei si “innamora” ancora di più.
Più lui la tratta male o si dimostra sfuggente e indisponibile, più lei raddoppia gli sforzi per conquistarlo. Il suo sentimento  non viene scalfito dall’interesse debole ed oggettivamente discontinuo di lui: anche se il rapporto si rivela insoddisfacente sin dall’inizio, lei non vuole assolutamente rinunciare a quello che considera un grande amore. Nonostante lui la tratti con freddezza e – peggio ancora – non la rispetti, lei si sente profondamente innamorata e non vuole rinunciare ad un partner che è diventato per lei il senso della vita.

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La vita ha senso solo se lui mi ama: mancanza di autostima

Da dove deriva questa  ostinazione nel cercare di conquistare a tutti i costi (a volte fino ad arrivare al punto di farsi male) un uomo che sfugge e che ci fa sentire sole e poco amate? Perché si desidera  un uomo che non ci ama mentre partner più disponibili e adeguati vengono bollati come poco interessanti e non suscitano nessuna attrattiva?
La questione è molto complessa perché non esiste una motivazione univoca che vada bene per tutte le donne a prescindere dalla loro personalità e dalla loro storia passata.
Una possibile spiegazione è che lei nel tentativo di farsi amare da un uomo sfuggente ed anaffettivo  stia combattendo una battaglia di vitale importanza per la sua autostima, una battaglia che non vuole assolutamente perdere.
In genere, le donne che si aggrappano a rapporti insoddisfacenti sono cresciute in una famiglia che non le ha mai valorizzate, hanno  una scarsa autostima e ripongono nel rapporto di coppia tutte le loro aspettative di realizzazione personale. L’uomo che amano diventa la loro ragione di vita perché – inconsciamente – soltanto nella misura in cui si sentono amate da lui, possono sentire di essere amabili e di valore qualcosa: senza il loro uomo queste donne tornano ad essere le bambine che venivano sempre messe in secondo piano dalle sorelle maggiori o che a scuola erano quelle meno “popolari”.

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Partner assenti come il padre

E’ paradossale il fatto che le donne con queste problematiche – le quali sarebbero le prime a beneficiare di avere accanto un compagno presente ed affettuoso – purtroppo tendono ad essere attratte solo da uomini freddi ed emotivamente indisponibili, simili al loro primo oggetto d’amore: il padre. Le donne che tendono a lasciarsi coinvolgere in relazioni difficili con gli uomini hanno avuto una figura paterna poco presente e affettuosa.
Nel cercare di ottenere l’amore di un uomo egoista e non innamorato  si cerca di vincere la battaglia che si è persa durante gli anni della crescita: quella di farsi amare da un padre sempre altrove perché preso da altro o fisicamente assente. Una battaglia persa che ancora brucia e di cui la donna non ha ancora compreso il risultato o che tenta ancora disperatamente di ribaltarne l’esito.

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Prima è andata male ma ora deve funzionare a tutti i costi

Queste storie “impossibili” capitano con più facilità nei periodi di maggiore fragilità personale, in particolare  dopo un lungo periodo di solitudine affettiva o dopo una separazione o un fallimento sentimentale che fa ancora male. In casi come questi si diventa  ancora più tenaci nel perseguire la meta perché “stavolta deve funzionare  a tutti i costi“. Anche se è oggettivo che non ci siano i presupposti affinché il nuovo partner coroni il sogno d’amore della donna, la nuova storia viene portata avanti camminando su qualsiasi maceria che si presenti: la nuova storia deve compensare l’insuccesso precedente. L’incapacità di vincere ieri, determina la scarsa autostima di oggi e causerà l’ossessiva testardaggine di domani: un circolo vizioso difficile da sciogliere.

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La difficoltà nell’ammettere l’errore

Lo psicologo Robert Cialdrini, col suo “Principio di Coerenza” descritto nel libro “The science of persuasion”, descrive perfettamente la trappola persuasiva in cui cade una donna legata ad un uomo anaffettivo. Lo studioso di psicologia sociale ci dice che quando entriamo in un progetto a lungo termine, più tempo ed energie abbiamo investito e più difficilmente si riuscirà ad “abbandonare la nave in tempo”, questo perché il rimanere coerenti con le proprie scelte passate ci evita di doverci fermare ed ammettere di aver sbagliato tutto fin dall’inizio. Quanto è difficile farlo… specie se sappiamo di aver sbagliato mille volte, la nostra autostima è sotto i piedi e l’ultima cosa che vogliamo è avere un gruppo sterminato di amici e parenti che con aria saccente ci ripete “te lo avevo detto!”. Stessa cosa avviene in amore: tanto più tempo ed energie si sono investite nel vano  tentativo di farsi amare da un uomo incapace di amore profondo, più tornare indietro diventa difficile e doloroso e comporta il pagamento di un prezzo molto elevato in termini di autostima. Questo è catastrofico, specie considerando che diventa il circolo vizioso in cui tante mie pazienti si sono ritrovate:

più passa il tempo, più è difficile ammettere l’errore, più è difficile lasciare, più si sta male, più si abbassa l’autostima, più si ha bisogno di rimanere con la persona sbagliata, più passa il tempo

Continua la lettura con la seconda parte dell’articolo: “Se tu non mi ami è colpa mia”: i pensieri di una donna che ama un uomo anaffettivo (seconda parte)

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L’uomo ai tempi di app e social: narcisista, egocentrico ed egoista

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SMARTPHONE SOCIAL TECNOLOGIA TABLET CELLULARE TELEFONINO TELEFONO (5)L’empatia aiuta a stare bene con gli altri e anche con se stessi, eppure ai tempi dei social media è una qualità sempre più rara: secondo uno studio condotto tempo fa dall’Università del Michigan, gli uomini di oggi sono egoisti, concentrati solo sul proprio benessere, e sono quasi due volte meno empatici rispetto ai loro genitori e ai loro nonni.

La Società dell’egocentrismo

Nicola Strizzolo, docente di sociologia presso l’Università degli Studi di Udine, sostiene che quando si svilupparono le grandi possibilità di navigazione della Rete, ciò che maggiormente aumentò fu la pornografia su scala mondiale. Tinder o social omologhi vengono utilizzati con gli stessi obiettivi o modalità. L’app Tinder è un “facilitatore” di incontri di persone vicine con le quali potrebbero esserci affinità di interessi. All’interno di una perimetro chilometrico scelto vengono ricercati gli utenti disponibili. L’utilizzo dello strumento avviene più intensamente dalle 17 alle 20, con una coda fino alle 22. Si gestiscono gli incontri serali ed eventualmente pomeridiani. Gli uomini sono in maggior numero delle donne e compongono messaggi più lunghi. Vi sono maggiori probabilità che gli uomini lo utilizzino per incontri di una notte sola. Le donne per chattare ed uguali tra i generi per guardare il profilo e conoscere un partner.

Continua la lettura su https://www.stile.it/2016/10/23/gli-uomini-post-internet-piu-narcisisti-id-128154/

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Sposa bambina incinta a 15 anni muore durante il parto

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SPOSA BAMBINA 15 ANNI MUORE PARTO Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Pressoterapia.jpegE’ stata costretta a sposarsi a soli 14 anni contro la propria volontà e pochi giorni fa è morta a 15 anni per una forma gravissima di emorragia cerebrale durante il parto, vittima della sua sorte di sposa bambina. La tragedia che ha colpito Derya B (ecco tutto ciò che si sa della sua identità) si è consumata in Turchia, ed esattamente nel distretto di Mutki, la scorsa settimana. Si era sposata con una cerimonia religiosa in un matrimonio combinato giusto un anno fa, appena quattordicenne, e nessuno – tanto meno lei – avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe morta tanto giovane. Dopo le complicazioni del parto, con forti attacchi di mal di testa e nausea, la ragazzina è stata portata di corsa in ospedale e poi ricoverata in terapia intensiva. Tuttavia l’emorragia cerebrale, che a detta dei medici potrebbe essere stata causata da una gravidanza così precoce, non le ha lasciato scampo, e lo scorso giovedì è venuta purtroppo a mancare.

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Le autorità di giustizia turche hanno ora aperto un’indagine per fare chiarezza sulla vicenda e hanno già sentito i familiari e della ragazzina e suo marito (la cui età è ancora ignota). A colloquio con i colleghi di hurriyetdailynews.com, il ginecologo prof. Aydan Biri ha confermato l’ipotesi di un nesso tra la sua morte e le circostanze del parto. A una così giovane età “il rischio di un’elevata pressione sanguigna, di un parto prematuro o di un intervento durante la nascita sono maggiori. Le gravidanze di bambine che non hanno completato il loro sviluppo fisico e i cui organi non sono ancora completamente sviluppati spesso finiscono in un lutto”. E un rapporto di Save the Children evidenzia la diffusione del fenomeno: in tutto il mondo si contano 700 milioni di spose minorenni.

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Niente sesso: siamo sposati, poi ho scoperto che mi tradiva

La mia non è una storia di sesso, ma una storia di non-sesso. Quello che da anni non faccio con mio marito. Quello che vorrei ricominciare a fare con mio marito: con lui l’intesa sessuale c’è sempre stata, da quando ci siamo sposati ormai 27 anni fa. Io ne avevo 22, lui – 8 anni più di me – è stato il mio primo amore. Nel giro di pochi anni ci siamo conosciuti, sposati e abbiamo fatto due figli. Il sesso? Bellissimo: non solo c’è sempre stata grande intesa ma eravamo entrambi molto aperti e senza tabù. Intesa che, con gli anni, ha iniziato a scemare. Io lo cercavo, lui diceva di essere stanco. Finché un giorno, una decina di anni fa, ho trovato il messaggio di una donna sul suo telefono.

L’amore? Una volta al mese

Non c’era nulla di compromettente, ma ho iniziato a farmi qualche domanda quando, alla mia richiesta di spiegazioni, lui ha fatto finta di nulla. A quel punto le cose fra noi hanno iniziato a ad andare sempre peggio, ci siamo allontanati. Però non sono il tipo da far finta di nulla: dopo un po’ ho deciso di parlargliene e ho sollevato il problema, sentendomi rispondere che pretendevo troppo. Facevamo l’amore una volta al mese, secondo lui per una coppia sposata da tanto era già una buona media e poi, diceva, era stanco per via dei continui spostamenti sul lavoro. Io insistevo che dovevamo ritornare alle scintille di prima, lui diceva che esageravo, che il sesso non era poi così importante.

Le mail dell’altra

Con me, di certo. Con l’altra, invece, il sesso era importante sì. Un giorno, per caso, ho scoperto sul suo pc uno scambio di mail con una donna. Mail molto esplicite – sia lei che lui si raccontavano le cose che avevano fatto a letto insieme. Parlavano di momenti di passione ma anche di trasgressione, come una volta in cui lui aveva fatto da guardone mentre lei aveva un rapporto con un altro. Mi sono infuriata, gli ho messo davanti le email e lui non ha potuto negare, anche se in un primo momento ci ha provato. Non ero arrabbiata solo per il tradimento, ma per il fatto che in quelle mail avevo riscoperto un lato di lui che conoscevo bene: l’uomo aperto, curioso, senza tabù nel sesso. L’uomo con cui avevo passato momenti bellissimi a letto. L’uomo con cui avrei volentieri sperimentato le cose che invece lui aveva condiviso con la sua amante. Sesso anale, per esempio. Ma anche sesso a tre, perché no.

E adesso, il vuoto

Gliel’ho detto: gli ho chiesto di fare le stesse cose con me, di ricominciare la nostra vita, anche e soprattutto sessuale, da zero. Cosa mi ha risposto? Che mi ama, che io sono la sua compagna di vita e la mamma dei suoi figli, che «queste cose» con me non riesce a farle. Da quella discussione sono passati anni: viviamo ancora insieme ma non abbiamo più rapporti. Io non faccio sesso da anni (né con lui né con altri: non l’ho mai tradito) e con il tempo ho anche smesso di masturbarmi: lo faccio solo raramente, è come se mi fossi «ibernata». Ho provato a comprarmi un vibratore per vedere se riuscivo a risvegliarmi da questo torpore ma non mi ha convinto, e quindi è rimasto nel cassetto. Non so come finirà la nostra storia. Non so se questa situazione, per noi, sia superabile.

Maria, 49 anni

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Sposa aggredisce il marito durante il viaggio di nozze perché ha il pene troppo…

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SPOSA MARITO NOZZE PENE TROPPO GRANDE GROSSO Legge 104 Avvocato Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Pene.jpgCome ci racconta il dailymail, Mnombo Madyibi è un uomo sudafricano di 32 anni, conosciuto tra gli amici con il soprannome di “anaconda” che è rimasto vittima di una storia molto curiosa. Il suo nomignolo svela gran parte del motivo dell’inconveniente che gli è successo: l’uomo infatti, a causa delle sue doti molto virili, invece che venire apprezzato per il dono ricevuto da madre natura, è stato aggredito dalla donna che aveva appena sposato.

I due, che prima del matrimonio non avevano mai avuto rapporti intimi, durante il viaggio di nozze hanno ricevuto uno spiacevole finale: la neo sposa, alla vista del pene del marito, è rimasta letteralmente sconvolta. Accecata dalla rabbia, si è così scagliata contro Mnobo, prima mordendogli un orecchio, per poi aggredirlo con un orso di peluche e rompergli infine una bottiglia di vino in testa. Lo sposo, incredulo per quanto accaduto, avrebbe però riferito agli agenti che la reazione della sposina è stata scatenata dal viaggio di nozze “troppo economico”. Eppure, stando alle deposizioni della donna, non sembrerebbe essere questo il motivo di tale furia.

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Il dramma delle spose bambine: 70 mila all’anno muoiono di parto

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DRAMMA SPOSE BAMBINE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Pressoterapia AnoVittime di abusi, discriminazioni o costrette a matrimoni forzati in età minorile, sono milioni di bambine e di giovani donne nel mondo. L’11 ottobre, è la Giornata Mondiale delle bambine e delle ragazze, proclamata dall’ONU, e le varie organizzazioni umanitarie ricordano l’impegno comune nella lotta ai diritti delle giovani donne, diffondendo dati allarmanti sul fenomeno.

“Oggi nel mondo ci sono oltre 700 milioni di donne che si sono sposate in età minorile e che hanno dovuto rinunciare ad avere una crescita normale, fisica e mentale. Ogni anno 15 milioni di matrimoni hanno per protagonista una minorenne; una volta su tre – cinque milioni di casi – si tratta di una bambina con meno di 15 anni. Hanno dovuto spesso affrontare gravidanze precoci e violenze domestiche – ha sottolineato il presidente dell`Unicef Italia Giacomo Guerrera e promuovere l’istruzione delle bambine è l`investimento più potente che una nazione possa fare, perché accelera la lotta contro la povertà, le malattie, la disuguaglianza e la discriminazione di genere”.

I dati diffusi dall’Unicef sui diritti negati e sul fenomeno delle spose bambine sono preoccupanti. Sarebbero 70.000 le ragazze, tra i 15 e i 19, che muoiono a causa di complicazioni durante la gravidanza e il parto e le bambine sotto i 15 anni hanno 5 volte più probabilità di morire durante la gestazione rispetto alle donne tra i 20 e i 29 anni. Inoltre un bambino che nasce da una madre minorenne ha il 60% delle probabilità in più di morire in età neonatale, rispetto a un bambino che nasce da una donna di età superiore a 19 anni. E anche quando sopravvive, sono molto più alte le possibilità che possa soffrire di denutrizione e di ritardi cognitivi o fisici. Per quanto riguarda il livello di povertà e la mancata istruzione, sempre secondo il rapporto, le donne rappresentano la metà della popolazione nel mondo, ma costituiscono il 70% dei poveri. Si stima che un aumento del 10% di ragazze che frequentano la scuola, farebbe aumentare il pil del 3% e che solo 1 ragazza ogni 3 maschi frequenta la scuola secondaria.

Il fenomeno delle spose bambine è in costante aumento e, secondo il rapporto presentato oggi da Save The Children, tra le principali barriere che impediscono alle ragazze di accedere a servizi e opportunità ci sono i matrimoni precoci. “Ogni sette secondi, nel mondo, una ragazza con meno di 15 anni si sposa, spesso con un uomo molto più grande di lei”, stando ai dati del dossier Every Last Girl: Free to live, free to learn, free from harm.

La comunità internazionale si è impegnata a mettere fine alla pratica dei matrimoni precoci entro il 2030, tuttavia se il numero di spose bambine nel mondo crescerà ai ritmi attuali nel 2030 avremo 950 milioni di donne sposate giovanissime e 1,2 miliardi nel 2050, sempre secondo i dati diffusi.

“I matrimoni in età minorile rappresentano l’inizio di un ciclo di ostacoli e svantaggi che negano alle ragazze i loro diritti fondamentali, tra cui i diritti alla salute e all’istruzione, e impediscono loro di vivere la propria infanzia, di realizzare i propri sogni e di costruirsi un futuro ricco di opportunità – ha affermato Helle Thorning-Schmidt, direttore generale di Save the Children International – e ha aggiunto – “Le bambine e le ragazze che si sposano troppo presto sono spesso costrette ad abbandonare la scuola e sono le prime a rischiare di subire violenze domestiche, abusi e stupri. Rischiano inoltre di incorrere in gravidanze precoci, con conseguenze molto gravi sulla loro salute e su quella dei loro bambini, e risultano particolarmente esposte al rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili come l’Hiv”.

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Il dossier contiene anche la graduatoria dei Paesi dove le ragazze hanno maggiori opportunità di crescita e di sviluppo, basata su 5 parametri: matrimoni precoci, numero di bambini per madri adolescenti, mortalità materna, completamento della scuola secondaria di primo grado e numero di donne in Parlamento. Il Niger, valutando tutti i 5 criteri, occupa il posto più basso della classifica, la Svezia quello più alto. Tra i paesi virtuosi l’Italia è in decima posizione: ha gli stessi risultati della Svezia per quanto riguarda il numero di figli per madri adolescenti (6 su 1.000) e tasso di mortalità materna (4 su 100.000 nascite), mentre ha una percentuale minore di donne che siedono in Parlamento (31% contro 44%). Per quanto riguarda gli altri Paesi, Finlandia e Norvegia, occupano il secondo e il terzo posto in classifica, mentre Spagna e Germania seguono l’Italia di qualche posizione. In coda alla classifica ci sono Ciad, Repubblica Centrafricana, Mali e Somalia, che si caratterizzano per numeri molto alti di spose bambine. Gli Stati Uniti non vanno invece oltre la 32esima posizione, in virtù di tassi di mortalità materna e numero di bambini nati da madri adolescenti più alti di quelli di altri Paesi ad alto reddito.

Inoltre si sottolinea che l’India è il Paese con il più alto numero di spose bambine, con il 47% delle ragazze, più di 24,5 milioni, sposate prima di aver compiuto i 18 anni. In India, del resto, così come in Afghanistan, Yemen e Somalia, sono numerosi i casi di spose bambine che hanno meno di 10 anni. Anche guerre e crisi umanitarie contribuiscono ad alimentare il fenomeno: molte ragazze siriane vengono costrette dalle famiglie a sposarsi in tenerissima età, nella convinzione che questo sia l’unico modo per metterle al riparo da violenze e per assicurare loro risorse e mezzi di sostentamento che le stesse famiglie non sono più in grado di garantire. Tra le ragazze siriane rifugiate in Giordania, nel 2013, una su quattro di età compresa tra i 15 e i 17 anni risultava già sposata.

Infine ogni anno, secondo il rapporto, 16 milioni di ragazze tra i 15 e i 19 anni mettono al mondo un figlio, mentre sono oltre un milione le ragazze che diventano madri prima di compiere i 15 anni. Le complicazioni durante la gravidanza e il parto rappresentano, dopo i suicidi, la seconda causa di morte per le ragazze tra i 15 e i 19 anni, con circa 70.000 ragazzine che perdono la vita ogni anno.

Ancora, nel mondo 30 milioni di bambine rischiano di subire mutilazioni genitali femminili nel prossimo decennio e oltre un terzo delle giovani donne nei Paesi in via di sviluppo non ha accesso all’istruzione. In molti Paesi al mondo, infine, le ragazze continuano a non potersi esprimere liberamente e a non essere coinvolte nei processi decisionali pubblici e privati. A livello globale, solo il 23% dei seggi parlamentari è occupato da donne le quali, peraltro, presiedono le Camere dei Parlamenti solo nel 18% dei casi. La più alta percentuale di donne in Parlamento si registra in Ruanda (64%).

Alla vigilia della Giornata Mondiale delle bambine e delle ragazze, anche Terre des Hommes ha diffuso la quinta edizione del Dossier della Campagna “Indifesa” (La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo) e ha lanciato #Indifesa per accendere i riflettori sui diritti negati. Secondo quanto riportato 44 milioni di bambine al di sotto dei 14 anni hanno subito mutilazioni genitali e l’incidenza più elevata si riscontra in Gambia (il 56% delle under 14 sono mutilate), in Mauritania (54%) e Indonesia, dove circa la metà delle bambine con meno di 11 anni ha subito questa pratica.
Se si analizza però il fenomeno in numeri assoluti, la capitale mondiale delle mutilazioni femminili, secondo il rapporto, è l’Egitto con circa 27 milioni vittime stimate. Al secondo posto l’Etiopia, con 23,8 milioni di vittime. Questi dati aiutano inoltre a mettere a fuoco un ulteriore elemento: la mutilazione genitale femminile non è un corollario della religione musulmana.  Il caso dell’Etiopia, Paese a maggioranza cristiana, “dimostra quanto la pratica della mutilazione genitale femminile sia trasversale a tutte le religioni. Riguarda infatti l’89% delle donne etiopi musulmane, il 67% di quelle cattoliche e il 69% di quelle che seguono altre confessioni cristiane”, ha affermato il Consiglio supremo dell’Università Al-Azhar del Cairo, massima autorità teologica islamica.
Ma, secondo il rapporto, il fenomeno delle mutilazioni genitali esiste anche in Europa: ci sono centinaia di migliaia di donne e ragazze che convivono con questa pratica (circa 500mila) o che sono a rischio di subirla (180mila). I dati però risalgono al 2012 e gli esperti tendono comunque a prendere in parte le distanze per via delle differenze nelle metodologie di rilevazione adottate dai singoli Paesi.
Altro dato è che il fenomeno delle mutilazioni genitali ha assunto dimensioni allarmanti anche negli Stati Uniti, dove sarebbero circa 513mila le donne, le ragazze e le bambine che hanno subito una mutilazione genitale o che sarebbero a rischio di subire questo intervento. E il loro numero, secondo un recente rapporto governativo, si è triplicato rispetto al 1990 (erano circa 168mila). Un incremento che si determinato soprattutto a causa dei flussi migratori provenienti dai Paesi in cui questa pratica è abituale.

I dati di Terre des Hommes non sono incoraggianti neanche per quanto riguarda il fenomeno delle spose bambine. Ogni anno, da quanto diffuso, circa 15 milioni di ragazze si sposano prima di aver compiuto i 18 anni e sono costrette ad abbandonare i giochi e gli studi. In Mauritania e in Niger, ad esempio, più della metà delle baby spose tra i 15 e i 19 anni ha un marito più vecchio di 10 anni o più. Oggi, sono circa 720 milioni le donne che si sono sposate prima della maggiore età. Più di una su tre (circa 250 milioni) aveva meno di 15 anni il giorno del matrimonio.
Il rapporto lancia l’allarme: “malgrado i progressi fatti per contrastare il fenomeno, se non si interverrà con politiche più efficaci il numero delle spose bambine continuerà ad aumentare nei prossimi anni fino ad arrivare a 950 milioni entro il 2030 e nel 2050 a un miliardo e 200 milioni di baby spose, la metà delle quali nei Paesi dell’Africa sub-sahariana”.
Già oggi, l’Africa è il continente più segnato da questo fenomeno: Somalia, Niger, Repubblica Centrafricana, Mali, Sud Sudan, Guinea e Malawi sono tra i Paesi in cui i matrimoni precoci sono maggiormente diffusi. Tutti sono fragile states, paesi fragili, segnati da guerre (dichiarate ufficialmente o meno), emergenze umanitarie e povertà estrema.
Anche le catastrofi naturali possono essere un fattore di incentivazione del fenomeno. Il Bangladesh è uno dei Paesi in cui è più elevata l’incidenza: il 52% delle ragazze si sposa prima dei 18 anni e il 18% prima dei 15 anni; il 2% delle baby spose nel Paese ha meno di 11 anni.

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Lo staff di Medicina OnLine

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