La personalità è un insieme stabile di caratteristiche e tendenze che determinano quegli aspetti comuni e quelle differenze del comportamento psicologico delle persone (pensieri, sentimenti e azioni) che hanno continuità nel tempo e che non riescono a essere facilmente comprese se intese unicamente come il risultato delle pressioni sociali e biologiche del momento. La personalità di un essere umano è composta da due gruppi di elementi, denominati “stabili” e “dinamici”.
Gli elementi stabili della personalità
Anche se vari autori hanno utilizzato terminologie diverse per descrivere le caratteristiche stabili di una personalità, tuttavia il termine più popolarmente associato a esse ed entrato nell’uso comune è quello di tratti. Per tratto di personalità si intende quella caratteristica stabilmente presente all’interno di un costrutto personologico (personalità), alla quale in genere si tende ad associare una qualche forma di comportamento espresso tendenzialmente e preferenzialmente dall’individuo in situazioni capaci di attivare quel particolare tratto. Per caratteristica stabile quindi, si deve intendere una caratteristica presente nella personalità di un individuo anche in epoche diverse del suo arco vitale, non dipendente da condizioni biologiche o ambientali specifiche e che può mostrare varie intensità di manifestazione a livello comportamentale; essa è compatibile con la situazione stimolo in cui si presenta ed è suscettibile a modificare la sua espressione in base agli apprendimenti precedenti.
Questa invarianza interna della personalità umana, per lo meno per quanto riguarda le dimensioni tratti, permette di accettare l’ipotesi che, conosciuta oggi la struttura dei tratti di una personalità, sia possibile stilla base di tale conoscenza e sulla premessa della stabilità nel tempo di tali risultati, fare una previsione piuttosto precisa di quale sarà il comportamento, ovvero il risultato dell’azione dei tratti, della stessa persona messa in una condizione analoga, ma in un momento temporale collocato nel futuro. In altri termini la stabilità della struttura della personalità rende possibile accettare l’ipotesi di una idiosincrasia individuale di risposta in base alla quale, conosciute una volta le caratteristiche strutturali della personalità di un individuo, si può prevederne il comportamento da quel momento in poi con una buona approssimazione. Naturalmente la precisione e la correttezza della previsione difficilmente sarà mai corrispondente al 100% alla realtà: ciò dipende dalla rilevanza dei tratti identificati e dalla completezza degli elementi strutturali implicati in quella forma di comportamento che si è riusciti a identificare nella valutazione della personalità dell’individuo.
Gli elementi dinamici della personalità
Ad affiancare gli elementi strutturali stabili della personalità sono stati proposti e identificati da vari autori elementi strutturali, non stabili, ovvero dinamici che comunemente sono entrati nell’uso con il termine di motivazioni. L’effetto delle motivazioni emerge allorché lo stesso individuo posto di fronte a uno stesso obiettivo può modulare il suo comportamento in forme diverse, secondo il contesto ambientale e situazionale in cui si trova. Il comportamento finalizzato infatti non è meccanicamente determinato da una sequenza stimolo-risposta di tipo riflesso o automatico, ma è adattato in modo specifico alle condizioni del contesto in cui deve essere applicato e quindi viene diretto e riformulato nelle sue manifestazioni sulla base di scelte e decisioni che l’individuo inserisce nel processo di espressione della propria risposta. Questa modulabilità del comportamento evidenzia che oltre agli elementi stabili della struttura di personalità vi sia spazio per altri elementi che emergono in modo dinamico di volta in volta e non necessariamente sempre secondo le stesse regole invarianti, in altre parole come motivazioni. Peters (1958) ha affermato che le motivazioni sono per le loro caratteristiche variabili e dinamiche quelle meglio adatte a spiegare la costruzione e la modulazione del comportamento finalizzato al raggiungimento di uno scopo e la manifestazione di strategie strumentali essenziali per ottenere ciò.
La motivazione va distinta dal bisogno, in quanto la prima è contingente alla situazione specifica sia per le caratteristiche che assume, sia per la sua intensità e non è necessariamente ripetibile tale e quale in successive situazioni simili, in quanto determinata da aspetti di percezione, di giudizio e di scelta conativa peculiari e non meccanicamente ripetibili. Il bisogno – invece – ha una sua natura di tipo biologico e quindi un’ espressione di tipo più automatico e meccanico, con una scarsa o irrilevante componente di consapevolezza e di giudizio (McClelland, 1971).
Un’altra componente dinamica all’interno della personalità che concorre a determinare il comportamento è costituita dagli atteggiamenti, in genere definiti come la tendenza a valutare in direzione favorevole o sfavorevole persone, situazioni, oggetti (Olson, Maio, 2003). Gli atteggiamenti sono in relazione con i giudizi, i sentimenti e il comportamento delle persone, nel senso che noi possiamo descriverli sulla base delle risposte comportamentali a cui essi concorrono, sulla base delle informazioni e opinioni in possesso dell’individuo che contribuiscono alla loro formazione e infine alla componente appetitiva o di rifiuto che come componente emotiva accompagna la loro presenza.
Gli atteggiamenti quindi possono essere descritti come quelle caratteristiche individuali che in uno specifico contesto contribuiscono a dirigere e a modulare nella forza la risposta comportamentale dell’individuo.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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