Con “disturbo da depersonalizzazione” o “disturbo da depersonalizzazione-derealizzazione” o “sindrome di depersonalizzazione-derealizzazione” o semplicemente “depersonalizzazione” (in inglese “depersonalization disorder” da cui l’acronimo DPD o depersonalization/derealization disorder da cui l’acronimo DPDR) in medicina e psicologia si intende un disturbo psicologico in cui la persona ha sentimenti persistenti o ricorrenti di depersonalizzazione e spesso di derealizzazione.
Sebbene brevi episodi di spersonalizzazione o derealizzazione possano essere comuni nella popolazione generale, il disturbo viene diagnosticato solo quando questi sintomi causino disagio sostanziale, compromettano il funzionamento sociale, lavorativo o interferiscano con altre aree importanti della vita dell’individuo.
Il disturbo da depersonalizzazione appartiene al gruppo dei disturbi dissociativi insieme al disturbo dissociativo dell’identità (anche noto come “disturbo di personalità multipla”), all’amnesia dissociativa (anche nota come “amnesia psicogena”) ed alla fuga dissociativa (anche nota come “fuga psicogena” o “stato di fuga”).
Depersonalizzazione
La depersonalizzazione è descritta come il sentirsi disconnessi o distaccati da sé stessi. Gli individui che sperimentano la depersonalizzazione (o “spersonalizzazione”) possono riferire di sentirsi come se fossero un osservatore esterno dei propri pensieri o del proprio corpo e spesso riferire di aver sentito una perdita di controllo sui propri pensieri o azioni. In alcuni casi, gli individui potrebbero non essere in grado di accettare il proprio riflesso come proprio o potrebbero avere esperienze extracorporee.
Derealizzazione
La derealizzazione è descritta come distacco dall’ambiente circostante. Gli individui che sperimentano la derealizzazione possono riferire di percepire il mondo che li circonda come nebbioso, onirico, surreale o visivamente distorto. Il disturbo da depersonalizzazione è così frequentemente correlato alla derealizzazione che spesso viene chiamato “disturbo da depersonalizzazione/derealizzazione“.
Sintomi
I sintomi principali del disturbo di depersonalizzazione-derealizzazione sono l’esperienza soggettiva di “essere distaccati da sé stessi” e/o di distacco dall’ambiente circostante. Oltre alla depersonalizzazione ed alla derealizzazione, il disturbo di depersonalizzazione-derealizzazione può determinare/favorire:
- depressione;
- autolesionismo;
- bassa autostima;
- fobie;
- attacchi di panico;
- idee suicidarie e suicidio.
Il disturbo di depersonalizzazione-derealizzazione può anche causare una varietà di sintomi fisici, tra cui:
- dolore al petto;
- visione offuscata;
- nausea;
- vomito;
- sensazione di spilli e aghi nelle braccia o nelle gambe.
Le persone a cui viene diagnosticata la spersonalizzazione spesso sperimentano anche l’impulso a mettere in discussione e pensare in modo critico sulla natura della realtà e dell’esistenza: ne risulta un notevole disagio. Gli individui che sperimentano la spersonalizzazione possono sentirsi separati dalla propria fisicità personale percependo le proprie sensazioni corporee, sentimenti, emozioni e comportamenti come non appartenenti a sé stessi. Il riconoscimento di sé, nel paziente, si interrompe. La depersonalizzazione può provocare livelli di ansia molto elevati. Gli individui con spersonalizzazione descrivono la sensazione di:
- essere scollegati dalla loro fisicità;
- sentirsi come se non stessero occupando completamente il proprio corpo;
- sentirsi come se le loro parole o movimenti fisici fossero fuori dal loro controllo;
- sentirsi distaccati dai propri pensieri o emozioni;
- sperimentare sé stessi e la propria vita dall’esterno, come se il proprio io fosse un’altra persona.
Mentre la spersonalizzazione implica il distacco da se stessi, gli individui con derealizzazione si sentono distaccati da ciò che li circonda, come se il mondo intorno a loro fosse “avvolto da una folta nebbia”, onirico o visivamente distorto. Gli individui con il disturbo spesso descrivono una sensazione come se “il tempo passasse accanto a loro” e come se essi stessi fossero “al di fuori del presente“. Queste esperienze che colpiscono al centro dell’identità e della coscienza di una persona, possono farla sentire fortemente a disagio e determinare isolamento sociale e/o calo delle performance lavorative. Le primissime esperienze con la depersonalizzazione possono essere spaventose (più spaventose delle successive): i pazienti temono la perdita di controllo, la dissociazione dal resto della società e la compromissione funzionale. La maggior parte delle persone con disturbo di depersonalizzazione-derealizzazione interpreta erroneamente i sintomi, pensando che siano segni di grave malattia neurologica, come ad esempio ictus cerebrale, tumore cerebrale, sclerosi laterale amiotrofica, Alzheimer e sclerosi multipla: ciò può portare ad un aumento dell’ansia e dell’ossessione, che contribuisce al peggioramento dei sintomi. Occasionali, brevi momenti di lieve depersonalizzazione possono essere vissuti da molti membri della popolazione generale, tuttavia, il disturbo di depersonalizzazione-derealizzazione si verifica quando questi sentimenti sono forti, gravi, persistenti o ricorrenti e quando questi sentimenti interferiscono con il funzionamento quotidiano (sociale, professionale e penale).
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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