I tre modi per gestire facilmente i conflitti di coppia

MEDICINA ONLINE TRISTE EX RAGAZZA RAGAZZO FIDANZATA FIDANZATO GELOSIA LITIGIO MARITO MOGLIE MATRIMONIO COPPIA DIVORZIO SEPARATI SEPARAZIONE AMORE CUORE FIDUCIA UOMO DONNA ABBRACCIO LOVE DIVORZIO DIVORCE SAD COUPLE WALLPAPERSei una persona che è solita andare dritta al punto e non importa se questo aprirà un conflitto con il tuo partner? Oppure eviti appositamente degli argomenti proprio perché questi porterebbero a delle accese discussioni fra di voi? Valutando queste due strategie, si può dire che si tratta di due eccessi, di due reazioni estreme. Come sempre, invece, l’atteggiamento più equilibrato sta proprio nel mezzo. Ma vediamo meglio.

Oltre il conflitto. La giusta via di mezzo
L’approccio migliore sarebbe quello di scegliere le battaglie che valgono veramente la pena di essere combattute. Naturalmente, adottare questo tipo di atteggiamento non è sempre cosa facile, soprattutto perché non è così chiaro discernere le questioni che davvero valgono la pena di essere discusse da quelle che invece sono irrilevanti.
Tuttavia, se si prendono in considerazione i prossimi tre passi, è possibile guardare ai conflitti secondo una diversa prospettiva.

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1. Calma le tue emozioni
Il sentirsi insicuri è una delle sensazioni più dannose all’interno di un rapporto di coppia. Dà vita a comunicazioni cariche di emotività che spesso complicano e appesantiscono la situazione. Per cui, quando ci si sente incerti, la strategia migliore è quella di astenersi dal portare una questione complicata. Perché? Semplicemente perché quando ci sentiamo insicuri, ci predisponiamo mentalmente in una posizione difensiva contro una possibile minaccia proveniente da un “nemico immaginario”. Questo non è certamente un buon atteggiamento per affrontare un conflitto, soprattutto in un relazione affettiva.
E poi, quando non proviamo insicurezza, magari sentiamo invece rabbia, frustrazione o paura. In linea generale nessuna di queste emozioni è una buona consigliera nel momento in cui affrontiamo un conflitto. Per cui la miglior strada da perseguire in questi casi, prima di affrontare il partner, è quella di imparare a calmarsi. Quando le emozioni prendono il sopravvento, vediamo il mondo attraverso di esse. È come se avessimo un filtro colorato che tinge il mondo di quella tonalità e ci impedisce di comportarci in maniera obiettiva, razionale e flessibile. Pertanto, la prima regola per affrontare un conflitto è assicurarsi che le nostre emozioni non stiano condizionando la nostra mente e che siamo ben disposti ad accogliere le argomentazioni dell’altra persona.

2. Concentrati sugli aspetti positivi del tuo partner
Spesso, quando soffriamo, ci concentriamo solo sugli aspetti negativi dell’altra persona. Tuttavia, se si vuole veramente che la discussione abbia un buon fine, è meglio concentrarsi sulle ragioni per cui lo amiamo. Si tratta di un semplice cambiamento di prospettiva, ma che fa una grande differenza: questo atteggiamento permette di non affrontare il conflitto con un tono minaccioso e accusatorio, ma con una energia più tranquilla e propositiva, unita all’intenzione di risolvere il problema. Quando riconosciamo gli aspetti positivi degli altri, otteniamo l’abbassamento delle loro difese e di conseguenza un atteggiamento più aperto al dialogo.

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3. Non farti condizionare dalle tue aspettative
Tutti noi, in maniera consapevole o no, nutriamo delle aspettative verso le persone con cui ci relazioniamo e non fanno certamente eccezione le relazioni di coppia. Anzi, in un rapporto di coppia, sono soprattutto le aspettative che nutriamo nell’altro a trasformarsi in veri e propri ostacoli che intralciano la relazione, specialmente le aspettative non verbalizzate, quelle appunto non dette. Pensate a quante volte avreste voluto che l’altra persona si fosse comportata in un determinato modo piuttosto che in un altro, per esempio: che vi avesse regalato un sorriso invece che un maglione costoso che non vi corrisponde affatto o che avesse avuto in quel preciso momento delle attenzioni che invece non ha avuto. Quando le aspettative vengono deluse possono nascere sentimenti di rabbia, frustrazione e delusione. In queste situazioni basta un attimo, una parola fuori posto che si accende la miccia che da il via ad un conflitto.
Prima di aprire al conflitto, in questi casi è utile tornare al punto 1 di cui sopra, e fare una breve analisi su che tipo di ruolo stanno giocando le nostre aspettative in quel momento. Qual’è il mio livello di responsabilità in tutto ciò? Perché penso che l’altro debba intuire o essere a conoscenza di ciò che mi aspetto da lui senza averglielo mai comunicato prima? Quello che sto per dire suonerà un po’ forte, ma in questi casi è utile, prima di accusare l’altro, guardare dentro noi stessi per scoprire che siamo probabilmente parte del problema.
È utile tenere a mente che i conflitti non si risolvono in una notte e di solito ci vuole una buona dose di impegno e attenzione da parte di entrambi. Imparando a conoscersi e lavorando sulle proprie aspettative si riesce un po’ alla volta ad assumere un atteggiamento più realistico e collaborativo circa la risoluzione dei conflitti, il che facilita e migliora certamente il clima del rapporto di coppia.

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Cosa fare e cosa NON fare al secondo appuntamento

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo VORREI AVERE AMNESIA Gioia Innamorarmi Di Te Dieta Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Amore Sessuologia Pene Filler Rughe BotulinoAvere un secondo appuntamento dalla persona che vi interessa rappresenta, di per sé, già un piccolo successo. Evidentemente se l’altra/o ha accettato di uscire e di stare di nuovo con voi significa che un piccolo interesse ce l’ha. Ricordate che il secondo appuntamento è spesso addirittura più delicato ed importante del primo e ci piace ricordare agli uomini che non è bene accelerare troppo le cose perché lei potrebbe scappare. Il problema, infatti, è riuscire a non rovinare tutto e cercare di portare avanti la vostra “strategia” seduttiva in maniera appropriata. Ma cosa proporre o cosa fare per un secondo appuntamento? Le idee possono essere diverse e dipendono sia da voi, sia dalle preferenze dell’altra persona, ammesso che le conosciate. Possiamo comunque fare qualche ipotesi:

Drink: scegliete il locale giusto, cercate di parlare serenamente senza pressare troppo e godetevi il momento con il dovuto relax.
Pranzo al ristorante: un pranzo è meno impegnativo di una cena. Si tratta di un’occasione di stare insieme e di studiarsi un po’. E’ importante per prendere confidenza e per iniziare a fidarvi l’uno dell’altra.
Cena a casa: una soluzione che denota già una certa sicurezza di sé. Va benissimo se uno dei due sa cucinare: preparare qualcosa per l’altra/o è un atto di estrema attenzione che non potrà non essere gradito. Va bene creare un’atmosfera piacevole e rilassata ma non pretendete automaticamente qualcosa in cambio.
Sport: se siete entrambi sportivi e dinamici, il secondo appuntamento potrebbe essere rappresentanto da un’attività sportiva da realizzare insieme: andare in palestra, andare in piscina, assistere ad una gara e via dicendo.
Teatro o cinema: molto dipende dai gusti che avete. Condividere un interesse, però, rappresenta senza dubbio una delle occasioni di avvicinamento più rilevanti per poter passare ad una fase successiva.

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Le 7 cose che devi fare nella tua vita per essere felice al 100%

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 7 COSE DEVI FARE VITA ESSERE FELICE 100  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg

La felicità umana non si ottiene con grandi colpi di fortuna inattesi, che possono verificarsi raramente nella vita, ma con piccole cose che accadono tutti i giorni.

Benjamin Franklin

La nostra vita è decisa in parte dalla fortuna, in parte dalle nostre scelte. Alcune scelte ci possono portare verso la felicità, altre no. Ecco sette comportamenti che differenziano la vita di una persona felice, da una infelice.

1. Le persone felici accettano il cambiamento. Le persone infelici lo temono
Accettare il cambiamento è una delle sfide più difficili che dobbiamo affrontare nella vita. Per la maggior parte delle persone è più facile stare al riparo nella loro zona di comfort, dove sanno esattamente cosa aspettarsi e hanno tutto relativamente sotto controllo. Ma in quella zona scarseggia la felicità, perché essere felici è anche vivere nuove esperienze, avere il coraggio di andare oltre i nostri limiti ed essere in costante evoluzione. In realtà, la felicità non contrasta con la paura e l’ansia, ma si intreccia con queste per permetterci di crescere.

2. Le persone felici parlano di idee. Le persone infelici parlano degli altri
Le persone felici si concentrano su se stesse, si sforzano di aver chiaro cosa desiderano e tracciano il cammino per raggiungerlo. In effetti, uno dei più grandi segreti della felicità è quello di abbandonare la critica malsana, il bisogno malsano di dipendere dagli altri e, soprattutto, la convinzione che siamo superiori e possiamo diventare i giudici dei comportamenti e degli atteggiamenti altrui. Le persone infelici, al contrario, si dedicano a criticare gli altri, in modo tale che sprecano energia preziosa che potrebbe essere utilizzata per migliorare la loro vita.

3. Le persone felici assumono la responsabilità dei loro errori. Le persone infelici danno la colpa agli altri
Nella nostra società vi è la convinzione che gli errori siano qualcosa di negativo, il che rende molto difficile alle persone assumerli volontariamente. Ma dare la colpa agli altri è la via più diretta per l’infelicità. Al contrario, le persone felici hanno un locus of control interno che gli permette di assumersi la responsabilità delle loro azioni, senza sentire che hanno fallito o che hanno sulle spalle il peso della colpa. Queste persone comprendono che gli errori sono opportunità per imparare e ne approfittano per crescere. Così, quando sbagliano, piuttosto che piangere sul latte versato o cercare un colpevole, imparano la lezione e vanno avanti disponendo di una serie di strumenti che le aiuteranno a vivere in modo più pieno.

4. Le persone felici perdonano. Le persone infelici provano rancore
Uno dei sentimenti più dannosi che possiamo sperimentare è il rancore, è come consumarsi a fuoco lento per volontà propria. Il risentimento non solo ci rende infelici, ma innesca anche una serie di reazioni a livello fisiologico che aumentano la nostra propensione ad ammalarci. Così le persone felici sanno di dover perdonare e andare avanti. Infatti, il perdono è estremamente liberatorio perché ci impedisce di restare prigionieri del passato e ci permette di vivere pienamente il presente. Se non siamo capaci di perdonare restiamo prigionieri del rancore, restiamo legati a questa situazione che ci ha fatto tanto male e continua a farcene.

5. Le persone felici si concentrano sul positivo. Le persone infelici vedono solo macchie sul sole
Le persone felici non sono ottimisti ingenui, al contrario, possono diventare molto realistiche e sono in grado di mantenere le loro aspettative sotto controllo. Ma preferiscono concentrarsi sugli aspetti positivi delle situazioni, perché sanno che possono motivare se stesse e sentirsi meglio. Queste persone sono consapevoli che il bicchiere è mezzo vuoto, ma scelgono di concentrarsi sul fatto che è anche mezzo pieno. Al contrario, le persone infelici si concentrano solo sugli aspetti negativi delle situazioni, così finiscono per sviluppare una visione pessimistica del mondo che termina amareggiandogli la vita. Queste persone preferiscono vedere le macchie sul sole, invece di apprezzare il calore e la luce che dà.

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6. Le persone felici approfittano delle opportunità. Le persone infelici incrociano le braccia e si lamentano
Una delle chiavi per avere una vita piena e felice è quella di cogliere le opportunità. Le persone felici lo sanno e sono sempre disposte a prendere in considerazione le alternative. Queste persone sanno che possono fare degli errori, ma preferiscono rischiare piuttosto che sedersi a guardare e poi pentirsi per non aver colto l’occasione. Al contrario, le persone infelici sguazzano nell’amarezza e lasciano che le opportunità gli passino continuamente accanto inventandosi delle scuse per lamentarsi della loro “sfortuna”, non si rendono conto che sono loro che costruiscono il loro proprio destino.

7. Le persone felici seguono i propri sogni. Le persone infelici restano legate alle opinioni degli altri
Le persone felici sognano come se potessero vivere per sempre e vivono come se dovessero morire domani. Questo significa che hanno grandi progetti per il futuro ma, al tempo stesso, non si lasciano sfuggire il qui e ora. Non rinviano la felicità o la subordinano a un obiettivo lontano, ma sanno come approfittare delle piccole cose del presente che danno loro gioia e soddisfazione. Al contrario, le persone infelici lasciano che siano gli altri a dettare i loro obiettivi, si affidano alle loro opinioni e valutazioni. Questo è il percorso più diretto per l’insoddisfazione, l’amarezza e il rimorso, seguire un sentiero tracciato da altri, e dipendere dalle loro opinioni. La chiave per la vera felicità è sapere di cosa abbiamo veramente bisogno e avere il coraggio di lottare per ottenerlo.

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Vittimismo patologico e aggressivo: identikit e strategie di chi passa la vita a lamentarsi

MEDICINA ONLINE VITTIMISMO PATOLOGICO AGGRESSIVO STRATEGIE RABBIA COPPIA AMORE LITIGIO IRA RABBIA URLARE DIVORZIO.Non neghiamolo: prima o poi è capitato a tutti di fare “la vittima”, un po’ per essere compatiti, un po’ per essere consolati, un po’ per sentirci amati. Non c’è niente di male! Ma ci sono persone che si trasformano in vittime permanenti arrivando a soffrire di ciò che si potrebbe definire “vittimismo patologico cronico”. Queste persone consciamente o inconsciamente si travestono da false vittime simulando un’aggressione inesistente e scaricando la colpa degli avvenimenti sugli altri, liberandosi così da ogni responsabilità. Infatti, il vittimismo cronico non è una malattia, ma potrebbe portare con il tempo a sviluppare un disturbo paranoico quando la persona insiste continuamente a incolpare gli altri di tutti i mali di cui soffre. Inoltre, questo modo di affrontare il mondo genera una visione pessimistica della realtà, terminando per causare malessere tanto in chi si lamenta come in chi riceve la colpa. Nei casi più gravi la persona che cade nel vittimismo cronico finisce per alimentare sentimenti molto negativi, come rancore e rabbia, che sfociano in un vittimismo aggressivo. È il tipico caso di chi non si limita a lamentarsi ma attacca e accusa gli altri in maniera ossessiva, mostrandosi intollerante e violando in continuazione i loro diritti.

Locus of control

Prima di andare avanti è necessario familiarizzare con i termini inglesi locus of control (luogo di controllo). Il locus of control indica la modalità con cui un individuo ritiene che gli eventi della sua vita siano prodotti realmente da suoi comportamenti o azioni, oppure da cause esterne indipendenti dalla sua volontà. Grazie allo psicologo statunitense Julian B. Rotter, sono state classificate due tipologie di locus of control:

  • Interno: che è posseduto da quegli individui che credono nella propria capacità di controllare gli eventi. Questi soggetti attribuiscono i loro successi o insuccessi a fattori direttamente collegati all’esercizio delle proprie abilità, volontà e capacità.
  • Esterno: posseduto da parte di coloro che credono che gli eventi della vita, come premi o punizioni, non siano il risultato dell’esercizio diretto di capacità personali, quanto piuttosto il frutto di fattori esterni imprevedibili quali il caso, la fortuna o il destino. Le vittime patologiche croniche possiedono appunto questo secondo tipo di locus of control.

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Identikit della vittima cronica

Ecco ora una lista di quattro caratteristiche tipiche di chi soffre di vittimismo cronico:

  1. Distorce la realtà. Le vittime croniche sono persone che credono fortemente che la colpa di ciò che accade loro sia sempre degli altri. In realtà, il problema è che hanno una visione distorta della realtà, come prima accennato hanno un locus of control esterno, e credono che tanto le cose positive come quelle negative che accadono loro non dipendano direttamente dalla loro volontà, ma da circostanze esterne. Le vittime esagerano gli aspetti negativi, sviluppando un pessimismo esacerbato che le porta a concentrarsi solo sulle cose negative che accadono, ignorando quelle positive.
  2. Si consola lamentandosi. Queste persone credono di essere vittime degli altri e delle circostanze, così non si sentono colpevoli o responsabili per nulla di ciò che accade loro. Di conseguenza, anziché “faticare” per risolvere o migliorare una certa situazione, preferiscono il ben meno faticoso “lamentarsi”. Questi individui non trovano solo una facile scappatoia nel lamento, ma provano spesso un vero e proprio piacere nell’atto di lamentarsi perché permette loro di assumere meglio il ruolo di “povere vittime” riuscendo così ad attirare l’attenzione degli altri. Queste persone non cercano aiuto per risolvere i loro problemi, si limitano esclusivamente a lamentarsi alla ricerca di compassione e protagonismo.
  3. Cerca continuamente dei colpevoli. Le persone che assumono il ruolo di eterne vittime sviluppano un atteggiamento sospettoso verso chi gli sta vicino: credono che gli altri agiscano sempre in mala fede. A questo proposito, spesso si affannano a scoprire piccole mancanze solo per sentirsi discriminati o maltrattati, e questo solo per riaffermare il loro ruolo di vittime. Così, finiscono per sviluppare ipersensibilità e diventano specialisti a scatenare una tempesta in un bicchiere d’acqua. A volte, quando non trovano niente da rimproverare agli altri, provocano ripetutamente la persona che gli sta vicino, in modo che quest’ultima sia portata a reagire, offrendo alla vittima la scusa per lamentarsi e tornare a fare la vittima.
  4.  Non è in grado di fare una autocritica onesta. Queste persone sono convinte di non avere nessuna colpa, che non ci sia niente da criticare nei loro comportamenti. Dal momento che la responsabilità è degli altri, non accettano le critiche costruttive e tanto meno fanno un esame di coscienza approfondito che potrebbe portarle a cambiare il loro atteggiamento. Per queste persone, gli errori e le colpe degli altri sono intollerabili, mentre le loro sono sottigliezze. Dopo tutto, sono loro le vittime.

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Strategie tipiche della vittima cronica

Perché una persona assuma il ruolo della vittima ci deve essere un colpevole. Di conseguenza, per la vittima cronica è necessario sviluppare una serie di strategie allo scopo di far sì che l’altro assuma la colpa. Se non siamo consapevoli di queste strategie è probabile che cadiamo nella loro rete e che tutta la colpa ricada su di noi. Ecco le tre strategie più comuni:

1) Retorica vittimista e fallacie

La retorica di questa persona ha come obiettivo delegittimare gli argomenti del suo avversario. Ma non smentendo le sue affermazioni con argomenti più validi, piuttosto facendo in modo che l’altra persona assuma, inconsapevolmente, il ruolo di aggressore.
Come lo fanno? Semplicemente assumendo il ruolo di vittima nella discussione, in modo tale che l’altra persona sembri autoritaria, poco empatica o addirittura aggressiva. Questa strategia si conosce come “retorica centrista”, dato che la persona cerca di mostrare il suo avversario come un estremista, invece di preoccuparsi di confutarne le affermazioni. Pertanto, qualsiasi argomentazione che avanzi il suo avversario sarà solo una dimostrazione di malafede. Ad esempio, se una persona osa contrastare una lamentela con prove indiscutibili o statistiche provenienti da fonti attendibili, la vittima non risponderà con dei fatti ma userà fallacie logiche o dirà qualcosa del tipo: “Mi aggredisci continuamente, ora dici che sto mentendo” o “Stai cercando di imporre le tue opinioni, fammi il favore di chiedermi scusa”. 

2) Ritirata vittimista

In alcuni casi, l’argomento della vittima ha lo scopo di permettergli di sottrarsi alle sue responsabilità ed evitare di dover chiedere scusa o riconoscere il suo errore. Pertanto, cercherà di divincolarsi dalla situazione. Per raggiungere questo obiettivo la strategia è quella di screditare l’argomento del vincitore, ma senza ammettere che si era sbagliato. Come lo fa? Anche in questo caso, assume il ruolo della vittima, gioca con i dati a suo piacimento e li manipola come gli conviene per seminare confusione. Fondamentalmente, questa persona proietterà i suoi errori sull’altro. Ad esempio, se una persona risponde con un dato verificato che nega quanto già affermato, la vittima non riconoscerà il suo errore. In ogni caso, cercherà di ritirarsi in modo dignitoso dicendo qualcosa del tipo: “Questo fatto non nega ciò che ho detto. Per favore, non creare più confusione e caos” o “Mi stai incolpando di confondere gli altri, sei un maleducato, è chiaro che è inutile discutere con te perché non vuoi sentire ragioni”, quando in realtà a creare confusione è lei stessa.

3) Manipolazione emotiva

Una delle strategie preferite dalle vittime croniche è la manipolazione emotiva, tecnica spesso usata dagli uomini nei confronti di donne deboli caratterialmente. Quando questa persona conosce abbastanza bene l’altra parte, non esiterà a giocare con le sue emozioni per portare il gioco a suo favore e assumere il ruolo della vittima. Infatti, queste persone sono molto abili nel riconoscere le emozioni, così approfittano di qualsiasi piccolo dubbio o errore per usarli a loro favore. Come lo fanno? Scoprendo il punto debole del loro avversario e sfruttando l’empatia che può provare. Così, finiscono per farlo cadere nella loro rete, facendogli assumere la piena responsabilità ed il ruolo di carnefice della situazione, mentre loro restano tranquilli e comodi nel loro ruolo di vittime continuando a lamentarsi. Ad esempio, una madre che non vuole ammettere i propri errori, può dare la colpa al figlio dicendo qualcosa del tipo: “Con tutto quello che ho fatto per te, è così che mi ripaghi?”. Ma questo tipo di manipolazione è piuttosto comune anche nelle relazioni amorose, tra amici e sul posto di lavoro.

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Come comportarsi con queste persone?

Il primo passo è rendersi conto che si tratta di una persona che assume il ruolo di vittima. Quindi resistere all’attacco evitando di rimanere intrappolati nel suo gioco. La cosa più opportuna da fare è dire che non abbiamo tempo per ascoltare le sue lamentele, che se ha bisogno di aiuto saremo lieti di darglielo, ma non siamo disposti a sprecare tempo ed energie ad ascoltare le sue lamentele. Ricordate che la cosa più importante è che queste persone non vi rovinino la vita scaricandovi addosso la loro negatività e, soprattutto, che non vi facciano sentire in colpa. Non dimenticate che vi può fare del male emotivamente solo colui al quale voi date il potere di farlo. Se la vittima è una persona a noi cara, cerchiamo per lui un aiuto medico e psicoterapico.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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I forti non umiliano gli altri: li aiutano a migliorarsi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma FORTI NON UMILIANO GLI ALTRI AIUTANO Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina.jpgLe persone forti e sicure di sé, in palestra, le riconosci subito. Non hanno bisogno di ostentare la propria forza, né di mettersi in posa di fronte allo specchio, né di fare versi disumani ad ogni sforzo per farsi notare dal pubblico. Le persone forti e sicure di sé si allenano senza far rumore, quasi in disparte.

E soprattutto le persone forti non umiliano gli altri: li aiutano a migliorarsi.

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La stagione in cui sei nato determina il tuo carattere, ecco come

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA NATURA BOSCO CAFFE CAFFEINA TAZZINA COLAZIONE BEVANDA CALDA FREDDO AUTUNNO INVERNOC’è chi crede che la posizione delle stelle al momento della nostra nascita influenzi quello che siamo. A differenza di ciò che sostengono gli astrologi e i fan degli oroscopi, gli scienziati hanno scoperto che a determinare il nostro umore negli anni a venire non sono le congiunzioni astrali ma la stagione in cui veniamo messi al mondo. “Il mese di nascita influenza il nostro umore e il nostro temperamento”, hanno spiegato gli studiosi presentando la ricerca all’European College of CNP Congress di Berlino. Ma non solo: “La stagione può anche aumentare la possibilità di soffrire di alcuni disturbi psicologici man mano che si cresce”.

Continua la lettura su https://www.huffingtonpost.it/2014/10/21/stagione-in-cui-siamo-nati-influenza-umore_n_6020144.html

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Mai essere “trasparente”: tira fuori il tuo carattere!

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA NATURA FELICE LIBERA ALLEGRA FORTE CORAGGIO FIDUCIA SOLE CALDO VACANZA RELAX

Nella vita, mai essere “trasparente”: tiriamo fuori il nostro carattere!

La foto appartiene alla giovanissima fotografa Laura Williams

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Chiedere aiuto non è un segno di debolezza

MEDICINA ONLINE AFORISMI FRASI SEGRETI PER VIVERE BENE VITA AMORE AIUTO MONTAGNA PANORAMA AIUTARE GLI ALTRI HELPING PEOPLE LOVE WALLPAPER SUPPORTO ANONIMI AUTO AIUTO GRUPPO FORZA CORAGGIO BENEFICIENZA VOLONTARIATOSe non ce la fai da solo, abbi l’umiltà di farti aiutare da un amico, perché chiedere aiuto non è un segno di debolezza: tutt’altro!

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