Le ghiandole sudoripare sono ghiandole esocrine tipiche dei mammiferi. Esse partecipano principalmente alla regolazione della temperatura corporea mediante l’emissione del sudore, ma i loro compiti non si limitano a questo. Si distinguono due tipi di ghiandole sudoripare:
- le ghiandole sudoripare eccrine, presenti su tutta la superficie cutanea e particolarmente concentrate nelle ascelle, sulla fronte, palmo delle mani e pianta dei piedi, mentre sono assenti a livello di glande, clitoride, superficie interna del prepuzio, piccole labbra e faccia interna del padiglione auricolare. Le ghiandole eccrine sono in numero variabile tra 2 e 5 milioni per individuo e producono un sudore incolore e pressoché inodore che, con la sua evaporazione, impedisce un eccessivo aumento della temperatura corporea.
- le ghiandole sudoripare apocrine, presenti solo in alcune zone: ascelle, areole mammarie, regione inguinale e perineale. Sono più numerose nella donna rispetto all’uomo e le persone di colore ne possiedono circa tre volte tanto rispetto ai caucasici. Le ghiandole apocrine producono, a partire dalla pubertà, un sudore bianco-giallastro e di odore pungente, la cui funzione (più nell’animale che nell’essere umano) è quella di stimolare, con il suo odore, l’interesse sessuale. Un’eccessiva produzione di questo tipo di sudore può generare odori sgradevoli e creare problemi nei rapporti interpersonali. Molte delle ghiandole presenti nel corpo umano sono ghiandole apocrine modificate (ad esempio la ghiandola mammaria, le ghiandole perinali, le ghiandole ceruminose auricolari e le ghiandole di Moll delle palpebre).
Le ghiandole sudoripare eccrine producono ininterrottamente piccolissime
quantità di sudore (circa 400 mg al minuto) di cui non riusciamo ad accorgerci perché evapora subito anche a temperatura ambiente: si parla di perspiratio insensibilis.
L’eliminazione di liquidi attraverso la pelle (traspirazione cutanea) consente di disperdere con l’evaporazione una quantità di calore pari a 15 kcalorie all’ora, se la traspirazione è “insensibile”, ma che può aumentare quando la sudorazione si fa evidente, sotto forma di goccioline di sudore che fuoriescono dai pori. In questo caso, si parla di perspiratio sensibilis, perché la traspirazione cutanea è ben visibile. La produzione di sudore eccrino non è continua, ma dipende da diversi stimoli che influenzano anche le regioni in cui avviene la produzione stessa. Il caldo, per esempio, provoca una sudorazione prevalentemente sulla fronte, sul collo, sul dorso, sul torace e sul dorso delle mani. Stimoli emozionali riguardano invece le regioni delle ascelle, lati del tronco, nel palmo delle mani e nella pianta dei piedi. In 24 ore può essere prodotta una quantità variabile di sudore, che può arrivare anche a 10-12 litri. L’attività delle ghiandole è controllata dall’ipotalamo e le fibre nervose efferenti per le cellule sercernenti sono colinergiche, mentre sono adrenergiche per le cellule mioepiteliali.
Le ghiandole eccrine prendono il nome dal tipo di secrezione che operano, cioè eccrina. Essa prevede la secrezione del solo prodotto delle cellule, tramite trasporto attivo e diffusione, con la caratteristica peculiare di non accumulare il proprio secreto. Si differenziano dalle ghiandole sudoripare apocrine che partecipano alla secrezione con parte della membrana apicale e del citoplasma.
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Con il termine “enzima” (in inglese “enzyme“) in campo medico si identifica un catalizzatore dei processi biologici (biocatalizzatore). Quasi tutti gli enzimi sono proteine, solo una minoranza sono “ribozimi”, cioè enzimi a RNA. Essendo un catalizzatore, un enzima ha funzione di aumentare la velocità di una reazione chimica diretta e inversa (dal composto A al composto B e viceversa), senza intervenire sui processi che ne regolano la spontaneità. In altre parole, gli enzimi agiscono dal punto di vista cinetico senza modificare la termodinamica del processo. Un enzima facilita una reazione attraverso l’interazione tra il substrato (la molecola o le molecole che partecipano alla reazione) ed il proprio sito attivo (la parte di enzima in cui avvengono le reazioni), formando un complesso. Dopo che la reazione è avvenuta, il prodotto viene allontanato dall’enzima, che rimane disponibile per iniziarne una nuova (l’enzima non viene infatti consumato durante la reazione).
La tiroide (in inglese “thyroid“) è una piccola ghiandola endocrina a forma di farfalla o di H, del peso di circa 25 grammi, posta nella regione anteriore del collo a livello del secondo-terzo anello della trachea. Le ghiandole paratiroidi (in inglese “parathyroid glands“) sono invece un gruppo di ghiandole endocrine poste nel collo in prossimità della tiroide, immerse nel parenchima di quest’ultima (vedi foto in alto). Ve ne sono solitamente quattro per individuo, due superiori (o interne), situate dietro alla tiroide, e due inferiori (o esterne), tuttavia in alcuni soggetti si possono trovare anche altre ghiandole paratiroidee (paratiròidi ectopiche) in altre regioni del collo, o nel mediastino.