Miopatie endocrine da patologia tiroidea o di altre ghiandole endocrine

MEDICINA ONLINE IPERTIROIDISMO IPOTIROIDISMO THYROID SEGNI SINTOMI ECOGRAFIA TIROIDE ORMONI TIROIDEI ASSE IPOFISI IPOTALAMO T3 T4 EUTIROX TIROIDEGCTOMIA MORBO BASEDOW GOZZO TOSSICO TIREOTOSSICOSI UOMO SINTOMI INIZIALILe malattie tossiche e metaboliche del muscolo possono essere suddivise in tre gruppi:

Iperparatiroidismo primitivo, secondario normocalcemico, cure, dieta

MEDICINA ONLINE MEDICO PAZIENTE CONSULTO DIAGNOSI MEDICO DI BASE FAMIGLIA ANAMNESI OPZIONI TERAPIE STUDIO OSPEDALE AMBULATORIO CONSIGLIO PARERE IDEA RICHIESTA ESAME LABORATORIO ISTOLOGICO TUMORE CANCROL’iperparatiroidismo è una condizione caratterizzata da un eccesso di ormone paratiroideo (paratormone o PTH) nel sangue. Il PTH viene prodotto dalle paratiroidi, quattro ghiandole piccole come lenticchie collocate posteriormente alla tiroide. Questo ormone serve all’organismo per regolare i livelli di calcio nei tessuti e Continua a leggere

Neoplasie Endocrine Multiple (MEN) tipo 1 e 2

MEDICINA ONLINE DIAGNOSI DIFFERENZIALE ESEMPIO DISPNEA MEDICO PAZIENTE ANAMNESI VISITA ESAME OBIETTIVO IDIOPATICO SINTOMI DOLORE STUDIO OSPEDALE AMBULATORIO CONSIGLIO AIUTO DOTTORE INFERMIERE PRESCRIZIONE FARMACOCon “neoplasia endocrina multipla” (anche chiamata “neoplasia multiendocrina” o “MEN” dall’inglese “multiple endocrine neoplasia”) ci si riferisce ad un gruppo di tre sindromi ereditarie caratterizzate da insorgenza di Continua a leggere

Ipoparatiroidismo primitivo, secondario autoimmune, cure

MEDICINA ONLINE DIAGNOSI DIFFERENZIALE ESEMPIO DISPNEA MEDICO PAZIENTE ANAMNESI VISITA ESAME OBIETTIVO IDIOPATICO SINTOMI DOLORE STUDIO OSPEDALE AMBULATORIO CONSIGLIO AIUTO DOTTORE INFERMIERE PRESCRIZIONE FARMACOL’ipoparatiroidismo è una malattia in cui le paratiroidi non producono quantità sufficienti di ormone paratiroideo (paratormone o PTH) comportando l’insorgenza Continua a leggere

Tiroidectomia: cosa cambierà nella mia vita dopo l’intervento?

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La tipica cicatrice di un intervento di tiroidectomia

Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, ti consiglio di leggere:

Gli effetti a lungo termine della tiroidectomia dipenderanno da quanta tiroide viene rimossa. In caso di tiroidectomia parziale la parte residua di tiroide riproduce in genere la funzione della ghiandola tiroide intera, e non si ha bisogno di terapia con ormone tiroideo. Se invece la tiroide viene rimossa totalmente, il corpo non può produrre l’ormone tiroideo e possono svilupparsi segni e sintomi di ipotiroidismo, come l’aumento di peso. Di conseguenza, è necessario assumere per tutta la vita una pillola ogni giorno che contenga tiroxina (come ad esempio Eutirox, Levothroid e Levoxyl). Questa sostituzione ormonale è identica a quella dell’ormone normalmente costituito dalla tiroide ed esegue tutte le sue funzioni. Il medico stabilirà la quantità di farmaco che dovrete assumere in base ai valori ottenuti con semplici analisi del sangue ed in certe situazioni potrà decidere di variare il dosaggio. A tale proposito leggi anche: Eutirox: quando si usa, dosaggio ed effetti collaterali (foglio illustrativo)

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Tiroidectomia: cosa mi succederà prima, durante e dopo l’intervento chirurgico

MEDICINA ONLINE SURGEON SURGERY EMERGENCY ROOM CHIRURGIA OPERAZIONE CHIRURGO TEAM TRAPIANTO SANGUE BISTURI EMERGENZA CUORE CERVELLO OSPEDALE MORTE ERRORE FERRI VASCOLAREPrima della tiroidectomia
Il chirurgo esegue la tiroidectomia in anestesia generale quindi è necessario che l’anestesista somministri un farmaco anestetico come gas da respirare attraverso una maschera o inietti un farmaco liquido in vena.
Il team chirurgico pone dei sensori sul corpo per fare in modo che la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e l’ossigeno nel sangue rimangano a livelli di sicurezza durante l’intera procedura.

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Durante la tiroidectomia
Una volta che il paziente è incosciente, il chirurgo fa una piccola incisione nella parte anteriore del collo o pratica una serie di incisioni sotto il braccio, a seconda della tecnica chirurgica che utilizza (vedi il prossimo paragrafo). Tutta o parte della ghiandola tiroidea viene poi rimossa, a seconda del motivo per cui si fa l’intervento chirurgico. Se la tiroidectomia è eseguita a causa del cancro della tiroide, il chirurgo può anche esaminare e rimuovere i linfonodi intorno alla tiroide. La tiroidectomia di solito dura circa 2 ore.

I tre approcci principali alla tiroidectomia
1) Tiroidectomia convenzionale, che consiste nel fare un’incisione al centro del collo per accedere direttamente alla tiroide.
2) Tiroidectomia endoscopica, che utilizza piccole incisioni nel collo. Strumenti chirurgici e una piccola videocamera vengono inseriti attraverso le incisioni. La fotocamera guida il chirurgo attraverso la procedura.
3) Tiroidectomia robotica, che viene eseguita attraverso incisioni nel petto e ascella o tramite un’incisione alta nel collo. L’approccio robotico permette una tiroidectomia evitando un’incisione nel centro del collo, tuttavia è una tecnica ancora poco diffusa in Italia a causa degli alti costi degli strumenti necessari per eseguirla.

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La tipica cicatrice di un intervento di tiroidectomia

Dopo la tiroidectomia che avviene?
Dopo l’intervento chirurgico, si viene spostati in una sala di risveglio in cui il team di assistenza sanitaria controlla il recupero dall’intervento chirurgico e dalla anestesia. Una volta che si è pienamente svegli, si viene spostati in una stanza d’ospedale. Si può avere un drenaggio sotto l’incisione nel collo. Questo drenaggio è solitamente rimosso la mattina dopo l’intervento chirurgico. Dopo una tiroidectomia, si può verificare dolore al collo e voce rauca o debole. Questo non significa necessariamente che ci sia un danno permanente al nervo che controlla le corde vocali. Questi sintomi sono spesso temporanei e possono essere causa della irritazione data dal tubo di respirazione (tubo endotracheale) che è inserito nella trachea durante l’intervento chirurgico, o come risultato di irritazione del nervo causato dalla chirurgia.
Si è in grado di mangiare e bere, come al solito dopo l’intervento chirurgico. La maggior parte delle persone che subiscono una tiroidectomia rimane in ospedale per circa 24 ore. Quando vanno a casa, di solito i pazienti tornano alle vostre normali attività nel giro di poche settimane. Parlare con il medico circa le restrizioni sulle attività specifiche.

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Ipoparatiroidismo e ipocalcemia post chirurgici ed autoimmuni: sintomi e cure

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ROTTURA MILZA TERAPIA CHIRURGICA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneL’ipoparatiroidismo è una malattia in cui le paratiroidi non producono quantità sufficienti di ormone paratiroideo (PTH) comportando principalmente l’insorgenza di ipocalcemia; tale deficit di produzione è legato soprattutto a cause iatrogene (lesioni durante interventi chirurgici al collo, ad esempio durante una tiroidectomia totale o parziale) o a cause autoimmunitarie. Una diagnosi precoce permette di limitare gli effetti collaterali dell’ipoparatiroidismo, come problemi ai denti, cataratta e calcificazioni cerebrali. L’ipoparatiroidismo si caratterizza:

  • dal punto di vista diagnostico con ipocalcemia associata a iperfosforemia (i livelli ematici di calcio nel sangue diminuiscono, mentre quelli di fosforo aumentano);
  • dal punto di vista clinico per sintomi legati all’ipereccitabilità neuromuscolare.

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Le paratiroidi sono ghiandole localizzate nel collo che producono un ormone (ormone paratidoideo o paratormone) in grado di controllare i livelli di calcio, di fosforo e di vitamina D nel sangue e, pertanto, lo stato di salute delle ossa. Il deficit di calcio ionizzato è particolarmente importante per la compresenza di iperfosforemia che determina aumento della quota di calcio legato. L’ipocalcemia aumenta l’eccitabilità neuromuscolare determinando una condizione nota come tetania. L’ipocalcemia cronica, inoltre, determina sofferenza del sistema nervoso centrale (visibili con l’elettroencefalogramma) ed alterazioni elettrocardiografiche specifiche (allungamento del QT).

Cause
La causa più frequente di ipoparatiroidismo è l’asportazione chirurgica delle paratiroidi (paratiroidectomia). Questa può avvenire durante gli interventi di asportazione della tiroide (tiroidectomia) o per rimozione involontaria o per lesione dei vasi che irrorano la paratiroide. Il rischio di ipoparatiroidismo è inversamente proporzionale all’esperienza del chirurgo (dal 0.5 al 10%). In ogni modo l’ipoparatiroidismo che ne deriva può essere transitorio o permanente.
La mancata formazione delle paratiroidi (agenesia) può essere isolata o associata ad alterazioni di altre ghiandole come il timo (Sindrome di Di George).
La produzione di anticorpi anti-paratiroidi determina, invece, il quadro di ipoparatiroidismo autoimmune che può essere isolato o associato ad altre malattie autoimmuni come il morbo di Addison, la gastrite atrofia e il diabete tipo 1 (Sindrome Polighiandolare Autoimmune).
Forme sporadiche di ipoparatiroidismo primario possono riscontrarsi nel caso di malattie da accumulo di rame (morbo di Wilson) o di ferro (emocromatosi o nella talassemia).
L’ipoparatiroidismo funzionale, può essere causato da severa ipomagnesemia in quanto il magnesio è fondamentale per la normale secrezione di PTH. Sono inoltre segnalate delle forme familiari di resistenza al PTH (pseudoipoparatiroidismo) o di secrezione di PTH inattivo.
L’ipoparatiroidismo idiopatico, infine, ha cause sconosciute.
In conclusione le cause di ipoparatirodismo possono essere così riassunte:
a) Ipoparatiroidismo postchirurgico (iatrogeno)
b) Ipoparatiroidismo autommune
Isolato
Sindrome Polighiandolare
c) Agenesia delle paratiroidi
Isolata
Sindrome di Di George
d) Infiltrazione delle paratiroidi
Emocromatosi
Morbo di Wilson
e) Ipoparatiroidismo funzionale
Ipomagnesemia
Neonati di madri iperparatiroidee
f) Pseudoipoparatiroidismo
g) Secrezione di PTH inattivo
h) Ipoparatiroidismo idiopatico

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Sintomi
La gravità dei sintomi dipende dalla severità e dalla cronicità dell’ipocalcemia.
Una rapida diminuzione della calcemia favorisce la comparsa di crisi tetanica. Questa è solitamente preceduta da parestesie (formicolio) intorno alla bocca e alle mani. Successivamente possono comparire spasmi al volto ed agli arti. Caratteristica è la comparsa di “mano ad ostetrico” e nei casi più gravi di ipocalcemia, soprattutto nei bambini, può presentarsi anche spasmo laringeo.
La tetania latente, invece, può essere messa in evidenza con la ricerca del segno di Chvostek (rapida contrazione dei muscoli dell’emivolto in risposta alla percussione del nervo facciale) e del segno di Trousseau (comparsa di mano ad ostetrico dopo pochi minuti di compressione sul braccio medinate sfigmomanometro).
La cute può presentarsi secca e predisposta alle infezioni da candida. Le unghie sono fragili e deformate con striature trasversali.
Infine va ricordato che l’iperventilazione da disturbi emotivi può causare alcalosi e precipitare un’ipocalcemia.

Diagnosi
La diagnosi è innanzitutto clinica anche se nell’ipoaratiroidismo cronico la sintomatologia può essere sfumata.
Il laboratorio evidenzia bassi valori di paratormone (PTH) in presenza di calcio basso (ipocalcemia ) e fosforo alto (iperfosforemia). L’eliminazione di calcio nelle urine (calciuria) può essere alta se la calcemia è molto alta.
La diagnosi difefrenziale è con tutte le altre condizioni con ipocalcemia che si caratterizzano, tuttavia, per la presenza di valori elevati di PTH (pseudoipoparatiroidismo, insufficienza renale cronica, deficit di vitamina D, tubulopatie con perdita di calcio, malassorbimenti, pancreatite acuta, metastasi osteoblastiche). Esistono, tuttavia, delle forme familiari caratterizzate da ipocalcemia e ipercalciuria con PTH normal-bassi che devono essere distinte in quanto, in queste forme, un terapia con il calcio determina un peggiormento della calciuria e della funzione renale e pertanto non deve essere somministrato.

Terapia
L’obiettivo del trattamento dell’ipoparatiroidismo è ripristinare l’equilibrio nelle concentrazioni di calcio e degli altri minerali nell’organismo ed è basato sull’assunzione, che in genere deve proseguire per tutta la vita, di:

  • calcio (calcio carbonato);
  • vitamina D (calcifediolo o calcitriolo).

Nel caso di ipoparatiroidismo il dosaggio di vitamina D richiesto è solitamente superiore alla norma in quanto l’attività dell’1-alfa-idrossilasi renale è ridotta a causa dei bassi valori di PTH.
Le crisi tetaniche, invece, richiedono un intervento immediato con somministrazione di calcio per via endovenosa.

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Prevenzione
L’ipoparatiroidismo autoimmune non è prevenibile. L’ipoparatiroidismo postchirurgico può essere prevenuto evitando di danneggiare per quanto possibile le paratiroidi in corso di interventi chirurgici al collo, affidantosi quindi ad un chirurgo esperto.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Paratiroidi: anatomia e funzioni in sintesi

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA TIROIDE PARATIROIDI GHIANDOLA ENDOCRINA ORMONI T3 T4 CALCITONINA PARATORMONE PTH CALCIO METABOLISMOLe ghiandole paratiroidi (in inglese “parathyroid glands“) sono un gruppo di ghiandole endocrine poste nel collo in prossimità della tiroide, immerse nel parenchima di quest’ultima. Ve ne sono solitamente quattro per individuo, due superiori (o interne), situate dietro alla tiroide, e due inferiori (o esterne), tuttavia in alcuni soggetti si possono trovare anche altre ghiandole paratiroidee (paratiròidi ectopiche) in altre regioni del collo, o nel mediastino. Il nome “paratiroidi” deriva dal fatto che tale ghiandole sono situate presso la tiroide (il prefisso “para” significa infatti “presso” in greco).
Le paratiroidi sono di forma ovale e hanno dimensioni molto piccole: forma e dimensioni ricordano quelle di una lenticchia; hanno una struttura tipica delle ghiandole endocrine: nidi o cordoni di cellule solide, anche se, a dispetto del nome, non condividono nulla con la tiroide, la quale ha una struttura follicolare. Le cellule delle paratiroidi sono sempre ben delimitate da una lamina connettivale molto vascolarizzata. Le paratiroidi embriologicamente derivano dall’apparato faringeo e in particolare le paratiroidi superiori derivano dalla IV tasca e quelle inferiori dalla III.

Funzioni delle paratiroidi
La funzione delle paratiroidi è di secernere invece l’ormone paratiroideo, o paratormone (PTH), importante regolatore del livello del calcio nel sangue, interferendo in molti processi biochimici del nostro organismo. Il paratormone, assieme alla calcitonina prodotta dalle cellule parafollicolari della tiroide ed alla vitamina D, concorre al conseguimento dell’omeostasi del calcio nel sangue. Infatti, in caso di alterazioni nei valori di calcemia, la calcitonina indurrà il deposito di calcio nelle ossa aumentandone il riassorbimento renale, mentre il paratormone attiverà la vitamina D a livello renale per favorire l’assorbimento intestinale di calcio, mobiliterà il minerale dalle riserve del tessuto osseo favorendo la produzione di osteoclasti ed aumenterà l’eliminazione urinaria dei fosfati. In condizioni normali la calcemia è mantenuta entro un ristretto range di valori, che va da 8,5 – 10,5 mg per decilitro di sangue. Sia un suo abbassamento (ipocalcemia), che un suo eccessivo rialzo (ipercalcemia) causano gravi alterazioni funzionali alla muscolatura striata e liscia.

  • Effetti dell’ipocalcemia: tetania, ipereccitabilità cardiaca, spasmi bronchiali, vescicali, intestinali e vascolari.
  • Effetti dell’ipercalcemia: riduzione dell’eccitabilità muscolare e nervosa, nausea, vomito, stipsi.

La concentrazione del calcio nel sangue è controllata, oltre che dal paratormone secreto dalle paratiroidi, anche dal calcitriolo (che aumenta l’assorbimento del calcio a livello intestinale) e dalla calcitonina (che, in contrasto all’azione del paratormone, diminuisce la calcemia).

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