Dolore toracico: infarto o altre cause? Quando chiamare il medico

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Estetico Medicina Estetica Roma RICONOSCERE INFARTO DEL MIOCARDIO Vita Cuore HD Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo DermatologiaIl dolore toracico è un fastidio od un dolore che colpisce la parte anteriore alta dell’organismo, tra il collo e l’addome inferiore. Molti di coloro che soffrono di male al torace temono un infarto, tuttavia il dolore toracico può avere molte altre cause diverse: alcune di esse non sono pericolose, mentre altre possono essere gravi o addirittura letali. Il dolore può irradiarsi nel torace dal collo, dall’addome e dalla schiena e la causa può essere legata a uno qualsiasi degli organi della zona toracica:

  • cuore,
  • polmoni,
  • esofago,
  • muscoli,
  • costole,
  • tendini,
  • nervi,
  • pelle della zona.

Si tratta di un sintomo piuttosto comune, che tuttavia non deve essere mai essere sottovalutato per non rischiare ritardi nel caso di emergenze mediche; in particolare si consiglia di chiamare immediatamente il 118 nel caso in cui il dolore:

  • si presenti come una forte pressione o sensazione di costrizione,
  • duri più di 15 minuti,
  • si irradi verso braccia, schiena o mascella,
  • sia accompagnato da mancanza di fiato, nausea, sudorazione o tosse con sangue.

Particolare cautela va posta nei soggetti affetti da malattie coronariche o che presentano fattori di rischio cardiovascolari come

  • fumo,
  • obesità,
  • pressione alta,
  • diabete,
  • colesterolo alto.

Cause cardiache

L’infarto è sicuramente la causa più temuta tra quelle in grado di spiegare un dolore al petto; i sintomi in questo caso possono essere in parte variabili da un soggetto all’altro, alcuni addirittura non manifestano alcun sintomo, alcuni solo un po’ di fastidio al braccio, mentre altri possono sviluppare:

  • dolore o disagio in altre zone del parte superiore del corpo, tra cui braccia, spalla sinistra, schiena, collo, mandibola, stomaco,
  • difficoltà di respirazione o fiato corto,
  • sudorazione (eventualmente “sudore freddo”),
  • senso di pienezza, indigestione, o sensazione di soffocamento (descritto a volte come “bruciore di stomaco”),
  • nausea o vomito,
  • stordimento, vertigini, debolezza estrema o ansia,
  • battiti cardiaci accelerati o irregolari.

Un disturbo simile è l’angina, che è il nome di un sintomo e non di una malattia; si tratta di un dolore toracico causato da un’insufficiente afflusso di sangue e ossigeno al cuore. Si presenta in genere come un senso di pressione o costrizione, un dolore acuto caratterizzato da senso di pesantezza, formicolio o indolenzimento al torace, che talvolta si può irradiare verso spalle, braccia, gomiti, polsi, schiena, collo, gola e mandibola. È in genere legata a un disturbo alle coronarie, le arterie che portano il sangue ossigenato che serve al cuore per espletare le sue funzioni, che per qualche ragione si restringono diminuendo l’afflusso. La differenza principale rispetto all’infarto è che il dolore al petto causato dall’angina tende ad essere innescato da attività fisica o da uno stress emotivo e migliora con il riposo entro pochi minuti. I sintomi di un attacco cardiaco, al contrario, tendono a durare più di 15 minuti, si verificano anche a riposo e possono includere sudorazione fredda e vomito. Se c’è già stata una diagnosi in passato di angina l’assunzione dello specifico farmaco è in genere sufficiente ad alleviare i sintomi, eventualmente una seconda dose può essere presa dopo cinque minuti se la prima dose non sia risultata efficace. In caso di persistenza dei sintomi si raccomanda di chiamare il 118.

Tra gli altri disturbi cardiaci legati a un dolore al petto ricordiamo:

  • La dissecazione aortica è una lacerazione della parete dell’aorta, la grande arteria che trasporta il sangue dal cuore al resto dell’organismo: questo disturbo provoca un dolore improvviso e molto intenso nella zona del torace e nella parte alta della schiena. Si tratta di una malattia vascolare particolarmente grave, caratterizzata da un’elevata mortalità in assenza di trattamento chirurgico immediato.
  • La pericardite è un’infiammazione (rigonfiamento) della membrana che circonda il cuore: causa un forte dolore al centro del torace.

Come si fa a distinguere un infarto?

Può essere difficile o addirittura impossibile capire quali siano le cause del dolore al torace in base alla sola visita. I sintomi dell’infarto variano considerevolmente da paziente a paziente, e rendono molto difficile o impossibile capire se il disturbo è causato da un infarto o da qualche altro disturbo. Chi ha avuto un infarto in passato può non rendersi conto che è in corso un altro infarto, perché i sintomi potrebbero essere completamente diversi. Non tutti gli attacchi di cuore iniziano con un improvviso e schiacciante dolore al petto come si vede nei film, molti pazienti addirittura non manifestano alcuna forma di dolore (capita spesso in soggetti anziani, di sesso femminile o diabetici).

  • Gli attacchi cardiaci possono iniziare lentamente, causando solo un lieve fastidio o disagio. In altri casi il dolore è più intenso e improvviso. I sintomi possono anche andare e venire per diverse ore.
  • Le donne manifestano più spesso respiro corto, nausea e vomito, stanchezza (a volte dura per giorni) e dolore a schiena, spalle e mascella.

I sintomi premonitori a cui prestare attenzione sono:

  • Dolore o fastidio al petto. La maggior parte degli infarti causa fastidio nel centro o sul lato sinistroo. Il disagio di solito dura più di pochi minuti, oppure va e viene. Si può avvertire e descrivere come pressione, spremitura, pesantezza o vero e proprio dolore. In alcuni casi sembra il classico bruciore di stomaco o senso di indigestione. La sensazione può essere lieve o grave.
  • Il dolore inizia nella parte superiore del corpo. Si può accusare dolore o fastidio in una o entrambe le braccia, schiena, spalle, collo, mandibola o nella parte superiore dello stomaco (sopra l’ombelico).
  • Fiato corto. In alcuni casi questo è l’unico sintomo, che può verificarsi prima o insieme al dolore/fastidio al petto. Si può verificare sia in condizione di riposo che di attività fisica.

Negli uomini il più comune sintomo attacco cardiaco è il dolore o fastidio toracico, mentre nelle donne è più frequente la manifestazione di alcuni o tutti i sintomi visti in precedenza. Altri segni e sintomi comuni sono:

  • sudore freddo,
  • sensazione di inspiegabile stanchezza, a volte per giorni (soprattutto nelle donne),
  • nausea (sensazione di malessere allo stomaco) e vomito,
  • vertigine improvvisa,

Più segni/sintomi sono presenti, più è probabile un attacco di cuore.

Cause digestive

Sono numerose le patologie legate all’apparato digerente in grado di causare dolore al petto, che spesso viene scambiato per un infarto. Tra le più comuni ricordiamo per esempio:

  • spasmi o restringimento dell’esofago (il tubicino che fa passare gli alimenti dalla bocca allo stomaco),
  • calcoli biliari, che causano un dolore che si aggrava dopo i pasti (soprattutto se ricco di grassi),
  • reflusso gastroesofageo (GERD),
  • ulcera gastrica o gastrite (il bruciore si presenta a stomaco vuoto e tende a migliorare a stomaco pieno).

Concentriamoci in particolare sul reflusso e sul bruciore di stomaco, due disturbi tanto comuni quanto molto spesso scambiati per infarto, tanto che in alcuni casi anche i medici sono costretti a fare ricorso a esami del sangue per escludere con certezza un interessamento cardiaco. Imparare le differenze tra il bruciore di stomaco e i disturbi più gravi può essere questione di vita o di morte, cerchiamo quindi di capire come distinguerli.

Che cos’è il bruciore di stomaco?

Il bruciore di stomaco non è una malattia, ma un sintomo. Tra le caratteristiche del bruciore di stomaco ricordiamo:

  • si presenta soprattutto dopo i pasti oppure quando si sta sdraiati o chinati,
  • la durata è molto variabile,
  • la sensazione di bruciore di stomaco può iniziare nella parte alta dell’addome e irradiarsi verso il collo in caso di reflusso gastroesofageo,
  • gli acidi gastrici che refluiscono nell’esofago possono lasciarvi un gusto acido in bocca, soprattutto se siete sdraiati.

L’esofago è il tubo che collega lo stomaco alla bocca e, normalmente, il passaggio del cibo avviene solo verso il basso; quando la valvola che impedisce la risalita del cibo verso l’alto non funziona correttamente, il contenuto dello stomaco (cibo e acidi gastrici) può risalire verso la bocca e irritare il tubo digerente, causando la comparsa di dolore al petto.

Cause polmonari

Tra i problemi polmonari in grado di provocare il dolore toracico ricordiamo:

  • L’embolia polmonare è il blocco di un’arteria polmonare, il vaso sanguigno che trasporta il sangue dal cuore ai polmoni; l’ostruzione è in genere causata da un coagulo di sangue trasportato da altre parti del corpo e si tratta di una condizione potenzialmente fatale; oltre al dolore (che peggiora con la respirazione), possono comparire
    • mancanza di fiato, improvvisa o che compare gradualmente,
    • tosse, spesso secca, talvolta con presenza di sangue,
    • sensazione di svenimento e/o di vertigini.
  • Lo pneumotorace, ossia un improvviso collasso del polmone causato dalla fuoriuscita dell’aria nello spazio pleurico, è caratterizzato da un dolore improvviso e in grado di durare diverse ore.
  • La pleurite (infiammazione della membrana che circonda il polmone) può provocare un dolore toracico acuto, che in molti casi si aggrava quando si fa un respiro profondo o si tossisce,
  • La polmonite causa un forte dolore toracico che in molti casi si aggrava quando si fa un respiro profondo o si tossisce; è spesso accompagnato da:
    • tosse, spesso produttiva con catarro giallo-verde e/o con sangue,
    • febbre,
    • brividi,
    • mancanza di fiato.

Cause muscolari

Alcune forme di dolore toracico sono legato a infiammazioni muscoloscheletriche, ricordiamo per esempio:

  • la costocondrite, ossia l’infiammazione della cartilagine tra le costole e lo sterno,
  • dolori muscolari più o meno gravi, causati da eventi traumatici (stiramenti, traumi, …) o da patologie sottostanti (ad esempio la fibromialgia),
  • costola rotta/incrinata, in seguito a traumi, cadute,
  • dolori intercostali.

Altre cause

Ricordiamo infine altre possibili cause:

  • attacchi di panico, che spesso si manifestano con un’improvvisa accelerazione del respiro,
  • fuoco di Sant’Antonio, che provoca un dolore acuto e bruciante nella fascia che va dal torace alla schiena e può causare un’eruzione cutanea.

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Quando chiamare il medico

È necessario farsi portare immediatamente al pronto soccorso in caso di un dolore al torace diverso dal solito, soprattutto nel caso di

  • precedenti di infarto,
  • cardiopatia,
  • diabete,
  • sovrappeso,
  • colesterolo alto.

È necessario chiamare l’ambulanza il prima possibile, perché la diagnosi immediata e una terapia tempestiva potrebbero fare la differenza tra la vita e la morte.

Chiamate il 118 o farsi portare al Pronto Soccorso anche se:

  • all’improvviso avvertite una stretta al petto, un dolore schiacciante o una sensazione di forte pressione al torace.
  • Il dolore si irradia (si diffonde) verso la mascella, il braccio sinistro o tra le scapole.
  • Avete la nausea o le vertigini, iniziate a sudare, avete il cuore che batte forte o avete problemi a respirare.
  • Già sapete di soffrire di angina e il dolore toracico si intensifica, anche dopo attività fisiche leggere, oppure dura più a lungo del solito.
  • I sintomi dell’angina si verificano quando siete a riposo.
  • Avvertite un dolore acuto e improvviso al torace, accompagnato da difficoltà respiratorie, soprattutto dopo un lungo viaggio, dopo un periodo di inattività forzata (ad esempio dopo un intervento chirurgico), in particolar modo se una gamba è gonfia o più gonfia dell’altra. In questo caso potrebbe trattarsi di un embolo.

Se soffrite di bruciore di stomaco e questo

  • sembra peggiore o diverso dal solito,
  • si verifica durante l’attività fisica
  • o è accompagnato da problemi respiratori, sudorazione, capogiro, nausea o dolore che si irradia verso la spalla e il braccio,

andate IMMEDIATAMENTE al pronto soccorso. Questi sintomi potrebbero indicare un infarto.

Diagnosi

Se pensate di essere in una situazione di emergenza, andate immediatamente al pronto soccorso. Il medico vi visiterà e controllerà i parametri vitali (temperatura, battito cardiaco, frequenza respiratoria, pressione). La visita si concentrerà sul torace, sui polmoni e sul cuore. Il medico vi rivolgerà domande di questo genere:

  • Ha male tra le scapole? Ha male sotto lo sterno? Il dolore si sposta? È da un solo lato?
  • Come descriverebbe il dolore (Dolore grave, strappo, dolore acuto, pugnalata, bruciore, compressione, stretta, pressione, dolore schiacciante, dolore persistente, dolore sordo, dolore forte)?
  • Il dolore si è presentato all’improvviso? Compare tutti i giorni alla stessa ora?
  • Il dolore peggiora con il passare del tempo? Quanto dura?
  • Il dolore si irradia verso la spalla, il braccio, il collo, la mascella o la schiena?
  • Il dolore peggiora quando fa un respiro profondo, tossisce, mangia o si china?
  • Il dolore peggiora dopo l’esercizio fisico? Tende a migliorare dopo il riposo? Sparisce completamente o si attenua soltanto?
  • Il dolore migliora dopo aver assunto la nitroglicerina? Migliora dopo aver bevuto del latte, assunto gli antiacidi o aver ruttato?
  • Soffre anche di altri sintomi?

Gli esami da effettuare dipendono dalla causa presunta del dolore. In molti casi, per prima cosa, saranno eseguiti uno o più degli esami seguenti:

  • esame della troponina, per escludere l’infarto,
  • elettrocardiogramma,
  • ecocardiografia,
  • TAC toracica,
  • radiografia toracica.

Cura e terapia

In caso di dolore toracico, indipendentemente dalla causa, è consigliabile rivolgersi al medico prima di ricorrere a qualsiasi rimedio pratico.

Se avete uno strappo muscolare causato da un trauma, dal sovraccarico o dalla tosse, il torace è dolorante al tatto in caso di pressione sulla zona di origine del dolore (per esempio con un dito o con la mano). La cura degli strappi muscolari è molto semplice, e prevede il riposo, l’assunzione di paracetamolo o ibuprofene, la borsa dell’acqua calda o del ghiaccio. Se sapete di avere l’asma o l’angina, seguite le istruzioni del vostro medico e assumete i farmaci con regolarità, per evitare che i disturbi si riacutizzino.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Fame d’aria, svenimento e palpitazioni: riconoscere i sintomi cardiaci

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA CORONARIE ARTERIE DESTRA SINISTRA CIRCOLAZIONE CORONARICA INFARTO MIOCARDIOPer la maggior parte dei sintomi che potrebbero essere il campanello d’allarme di problemi al cuore, sia quelli apparentemente banali sia quelli potenzialmente più pericolosi, è molto importante la storia raccontata dal paziente. Se il paziente riesce a mantenersi razionale e a identificare quelle che potrebbero essere le spie caratteristiche del suo disturbo, fornisce al cardiologo una descrizione precisa dei sintomi che, per lo specialista attento, assumono un’importanza spesso maggiore rispetto a esami complessi, prolungati e talora fastidiosi per il paziente.

La dispnea

Un sintomo tipico delle cardiopatie è la mancanza di fiato o, in linguaggio medico, la dispnea. Quando un paziente lamenta la mancanza di fiato, è necessario riuscire a capire se tale sintomo dipende da un problema cardiaco, respiratorio o neurologico, psicologico o metabolico (per esempio l’anemia o una malattia della tiroide). Il racconto del paziente, se accurato e dettagliato, può offrire buone indicazioni. La dispnea di origine cardiaca si presenta, generalmente, se si fanno sforzi fisici o in posizione distesa (in questo caso si definisce ortopnea). Il caso tipico è quello del paziente che accusa mancanza di fiato dopo aver fatto un piano di scale, un percorso in salita o che deve dormire con due cuscini per stare un po’ sollevato e respirare meglio.
Normalmente la dispnea cardiaca è legata a un deficit di funzionamento del muscolo cardiaco, che può sopperire ai bisogni dell’organismo a riposo ma non riesce a fornirgli sangue a sufficienza in caso di aumentate richieste come, per esempio, uno sforzo fisico. È possibile che si verifichi la condizione in cui il sangue in eccesso, non potendo essere spinto verso la parte bassa del corpo, ristagni a monte del cuore, a livello dei polmoni, e trasudando all’interno degli alveoli può causare una malattia molto pericolosa come l’edema polmonare acuto. La dispnea cardiaca può essere più comunemente causata da malattie valvolari (per es. la stenosi o l’insufficienza della valvola mitrale), oppure a una malattia del muscolo cardiaco (cardiomiopatia dilatativa, ossia il cuore aumenta le proprie dimensioni, talora in conseguenza di un grosso infarto), o ancora a un deficit di irrorazione coronarica. In quest’ultimo caso, la dispnea rappresenta un equivalente anginoso, ciò significa che alcuni pazienti, a causa di un restringimento delle coronarie, invece che accusare il classico dolore toracico di cui abbiamo parlato in precedenza, accusano mancanza di fiato.

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La sincope

Un altro disturbo molto importante, anch’esso comune sia ad alcune cardiopatie che a problemi neurologici, è la sincope, ossia un’improvvisa perdita di coscienza non preceduta da alcuna avvisaglia (totalmente diversa dalla “sensazione di mancamento” molto comune soprattutto nelle persone ansiose o che soffrono di pressione arteriosa bassa).
La sincope può essere dovuta a malattie valvolari o del muscolo cardiaco (per es. la stenosi aortica e la cardiomiopatia ipertrofica), ma più frequentemente è legata ad un’aritmia cardiaca.
I tipi di aritmia cardiaca che possono provocare un’improvvisa perdita di coscienza sono due:

  • la bradicardia (ossia un “blocco” che si verifica in un punto del circuito elettrico che attraversa il cuore per farlo contrarre), che determina una pausa del battito cardiaco di alcuni secondi e la conseguente mancanza di afflusso di sangue al cervello oppure, al contrario,
  • la tachicardia ventricolare, ossia un’aritmia potenzialmente molto pericolosa (può infatti evolvere spontaneamente verso la fibrillazione ventricolare e l’arresto cardiaco) che consiste in un battito accelerato che parte dai ventricoli, così rapido e disordinato che non consente al cuore di riempirsi adeguatamente di sangue e di pomparlo verso il cervello, apportandogli di conseguenza un ridotto afflusso di sangue e quindi di nutrimento.

Anche nel caso della sincope, il racconto del paziente è determinante per riuscire a capire se la perdita di coscienza può essere dovuta a una delle patologie sopra citate, potenzialmente letali, o più banalmente a un calo di pressione o a un attacco d’ansia o di panico.

Le palpitazioni

Infine, tra gli innumerevoli disturbi cardiaci, vi è il vasto capitolo delle “palpitazioni”, che vanno dalla sensazione di “tuffo al cuore” o di “battito mancante” propria dell’extrasistole, alla sensazione di cardiopalmo che identifica una condizione di accelerato battito cardiaco (o “tachicardia”). In questo caso, è necessario poter valutare se si tratta di una tachicardia “sinusale” o di una forma diversa (“sopraventricolare” o “ventricolare”). Nel primo caso, la tachicardia è legata ad una maggiore velocità del nodo del seno, cioè di quella struttura che già normalmente funge da “segnapassi” cardiaco (come avviene in caso di uno sforzo fisico, di uno stress emotivo o in condizioni di febbre, anemia, ipertiroidismo e altre situazioni). Nel secondo caso, si tratta di una condizione nella quale un punto del cuore differente dal nodo del seno prende il sopravvento e invia al resto del cuore una serie più o meno lunga di impulsi elettrici, finché il nodo del seno non riprende la sua normale sequenza. Nella tachicardia sinusale, l’insorgenza

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Differenza tra pacemaker e bypass

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONEIl pacemaker è uno strumento elettronico capace di monitorare il battito del nostro cuore e di erogare un impulso elettrico se rileva una frequenza bassa o molto bassa. In pratica serve per risolvere quei blocchi cardiaci che causano una bradicardia patologica (ritmo cardiaco molto lento, causa di vertigini o svenimenti). Il pacemaker viene inserito attraverso un’incisione sotto la clavicola.

Il bypass aorto-coronarico serve invece a portare il sangue nei territori cardiaci che ne ricevono poco a causa delle ostruzioni coronariche, situazione tipica dell’infarto del miocardio.

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Differenza tra pacemaker e defibrillatore ICD

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONELa prima cosa che bisogna conoscere è la sigla con la quale vengono designati i dispositivi: il pacemaker viene chiamato PM, il defibrillatore ICD un l’acronimo inglese (Implantable cardioverter-defibrillator – defibrillatore cardiaco impiantabile). Entrambi possono essere mocamerali (con un solo elettrocatetere); bicamerali (con due elettrocateteri); biventricolari (con tre elettrocateteri), e in questo caso servono per cercare di resincronizzare l’attività elettrica del cuore (CRTCardiac resynchronization therapy ).

Qual’è la differenza tra un pacemaker e un defibrillatore?

Il pacemaker è uno strumento elettronico capace di monitorare il battito del nostro cuore e di erogare un impulso elettrico se rileva una frequenza bassa o molto bassa. In pratica serve per risolvere quei blocchi cardiaci che causano una bradicardia patologica (ritmo cardiaco molto lento, causa di vertigini o svenimenti).

Il defibrillatore ICD, oltre ad essere un pacemaker a tutti gli effetti, e quindi con la capacità di regolare i ritmi lenti del cuore, può riconoscere una aritmia cardiaca a ritmi elevati ed iniziare una terapia elettrica per risolverla prima che diventi pericolosa per il paziente.
La modalità ATP (Anti Tachi Pacing) spesso riesce a risolvere la tachicardia ventricolare senza che il paziente lo avverta. Nei casi di aritmia ventricolare più pericolosi, il defibrillatore eroga uno shock (una scarica elettrica) che azzera l’attività del cuore e consente il ripristino del ritmo naturale. In questo caso il paziente avverte un colpo, una scossa più o meno forte al centro del petto o una sensazione simile.

Semplificando: il pacemaker ripristina un ritmo cardiaco normale quando esso è troppo lento, il defibrillatore lo ripristina quando è troppo lento e quando è molto alterato (come nel caso di tachicardia ventricolare, cioè arresto cardiaco potenzialmente mortale).

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Differenza tra infarto ed ischemia

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONECon “ischemia” si intende una diminuzione – parziale o totale – dell’apporto di sangue a una regione di un organo o a un tessuto causata da un problema cardio-circolatorio di varia natura. Conseguentemente a questo fenomeno, le cellule non ricevono l’ossigeno nella quantità necessaria, provocando diversi danni la cui entità dipende, ad esempio, dall’area del corpo colpita e dalla durata dell’ischemia. Gli organi più sensibili in tal senso sono ad esempio il cuore e l’encefalo: nel primo caso si può assistere a un’ischemia del miocardio, il tessuto muscolare del cuore, nel secondo caso si può verificare un ictus ischemico. Maggiore è il tempo durante il quale il tessuto è colpito da tale fenomeno, minore sarà la possibilità di recupero: per questo è fondamentale riuscire a riconoscere tempestivamente i sintomi di un’ischemia per poter intervenire il prima possibile. A livello cellulare, l’effetto che si manifesta è il rallentamento o l’interruzione della catena respiratoria, con il conseguente accumulo di sostanze quali l’acido lattico (per attivazione della glicolisi anaerobia) fino ad arrivare al disequilibrio della distribuzione ionica e necrosi cellulare. Tra le cause più frequenti di ischemia si ricordano l’aterosclerosi, l’embolia e la vasocostrizione prolungata.

L’infarto è un danno permanente a un tessuto causato da un’ischemia prolungata: si assiste alla necrosi (cioè la morte) dell’area colpita, che quindi non potrà più recuperare le proprie funzioni: se l’individuo colpito da infarto riesce a sopravvivere, infatti, il tessuto necrotico verrà sostituito naturalmente da tessuto cicatriziale connettivo. L’infarto più comune è quello a carico del miocardio, provocato dall’occlusione di un’arteria coronaria e dalla conseguente ipossia che colpisce la regione irrorata dal vaso ostruito. I fattori di rischio alla base di questo episodio sono ad esempio l’ipertensione e le dislipidemie (ossia la presenza di valori elevati in modo particolare di colesterolo totale, LDL e trigliceridi nel sangue). L’esame clinico più frequente per tenere sotto controllo l’attività cardiaca e valutare l’estensione dell’infarto è l’ECG (Elettro Cardio Gramma). L’infarto del miocardio può manifestarsi in maniera silente, senza quindi causare particolari sintomi macroscopici, oppure in maniera estremamente devastante in tempi brevissimi, causando la morte cardiaca improvvisa. Esistono poi altri tipi di infarto, come per esempio quello cerebrale (o ictus ischemico), i cui sintomi più comuni sono una pesante debolezza, l’emiparesi, la difficoltà nel parlare e la confusione.

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Coumadin: quando si usa, dosaggio ed effetti collaterali (foglio illustrativo)

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Roma Medicina Chirurgia Estetica Rughe Filler Cavitazione Peso Dimagrire Pancia Grasso Dietologo Cellulite Senologo Pene H Grasso Pancia Sex Sessuologo Auguri Buon Natale 2013 CURA FARMACI ANTICOLESTEROLOCoumadin 5mg compresse divisibili, in confezione da 30 compresse contenenti ciascuna 5 mg di warfarin sodico (principio attivo); gli altri componenti della compressa sono amido, magnesio stearato, acido stearico, lattosio.

Chi assume Coumadin deve evitare di mangiare grandi quantità di cibi che contengono vitamina K (ortaggi a foglia verde come spinaci, lattuga, broccoli, cavolfiore, cavoletti di Bruxelles e, in quantità inferiori, cereali, carne e latticini).

Perché si usa Coumadin?

COUMADIN è un anticoagulante, cioè aiuta a prevenire la formazione di coaguli nel sangue.

COUMADIN è una medicina con un indice terapeutico ristretto, ciò significa che piccole variazioni della dose possono avere gravi conseguenze, infatti troppo medicinale può causare sanguinamento, poco medicinale può portare alla formazione di coaguli sanguigni pericolosi. Il medico le ha prescritto COUMADIN per prevenire la formazione di coaguli. Questi coaguli sono pericolosi perché possono bloccare il normale flusso sanguigno. Per esempio, se un coagulo arriva al cervello può causare un ictus (interruzione del flusso di sangue al cervello).

COUMADIN è usato per trattare e prevenire i coaguli:

  • nelle gambe e nei polmoni;
  • associati a un battito cardiaco irregolare e veloce, chiamato “fibrillazione atriale”;
  • associati a sostituzione di valvole cardiache.

Se lei ha avuto un infarto (attacco di cuore) COUMADIN è usato per:

  • diminuire il rischio di avere un altro infarto;
  • diminuire il rischio di ictus;
  • diminuire il rischio che i coaguli arrivino alle gambe o ai polmoni.

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Controindicazioni

Non prenda COUMADIN:

  • Se è allergico al warfarin sodico o ad uno qualsiasi degli altri componenti di questo medicinale (elencati al paragrafo Cosa contiene).
  • Se ha un rischio di sanguinamento o un sanguinamento in corso.
  • Se è incinta o potrebbe esserlo.
  • Se è una donna in età fertile che non usa contraccettivi.
  • Se è incinta e rischia di perdere il bambino o ha la pressione del sangue molto alta.
  • Se si è recentemente sottoposto o sta per sottoporsi ad un’operazione, anche in anestesia locale (interruzione del dolore in una zona del corpo).
  • Se deve essere sottoposto ad una procedura in ospedale, inclusa una puntura nella schiena.
  • Se soffre di pressione del sangue molto alta, che può causare un danno agli occhi (ipertensione maligna).
  • Se sta assumendo preparazioni a base di erba di san Giovanni – Hypericum perforatum (medicinale a base di erbe per trattare la depressione) (vedere paragrafo Altri medicinali e Coumadin).

Si rivolga al medico o al farmacista prima di prendere COUMADIN:

  • Se nota qualsiasi sanguinamento insolito o se le capitano segni o sintomi di sanguinamento (vedere Possibili effetti indesiderati).
  • Se ha o ha avuto in passato valori di rapporto internazionale normalizzato (INR), un indice della coagulazione del sangue, superiori a 4,0 o molto variabili.
  • Se ha avuto un sanguinamento di stomaco e intestino.
  • Se soffre di pressione del sangue alta.
  • Se soffre di una malattia dei vasi sanguigni della testa.
  • Se soffre di una diminuzione dell’emoglobina, una proteina che trasporta l’ossigeno ai tessuti, nel sangue (anemia).
  • Se ha un tumore maligno (cancro).
  • Se soffre di una malattia dei reni.
  • Se qualcuno nella sua famiglia soffre di una malattia del sangue.
  • Se è anziano (età maggiore o uguale a 65 anni). Il suo medico deciderà qual è la dose giusta per lei. Questa dose può cambiare di volta in volta.
  • Se le dita del piede le diventano blu e le fanno male. Interrompa la terapia con COUMADIN e si rivolga al medico che le prescriverà un altro medicinale.
  • Se soffre di una diminuzione del numero di piastrine, un tipo di cellule del sangue, in seguito a trattamento con eparina, un medicinale per rendere il sangue più fluido.
  • Se soffre di una malattia del fegato, da lieve a grave. Il suo medico deciderà qual è la dose giusta per lei.
  • Se durante la terapia con COUMADIN ha vomito, diarrea o un’infezione.
  • Se durante la terapia con COUMADIN nota che una parte del corpo o della pelle diventa nera (necrosi della pelle o dei tessuti).
  • Se le hanno applicato un catetere (tubicino piccolo e flessibile).
  • Se ha una malattia che riguarda la proteina C, una proteina naturalmente presente nell’organismo che rende il sangue più fluido.
  • Se deve essere sottoposto ad un’operazione all’occhio.
  • Se soffre di un aumento delle cellule del sangue, rilevabile dagli esami del sangue.
  • Se soffre di un’infiammazione dei vasi sanguigni.
  • Se soffre di diabete mellito (aumento dei livelli di zucchero nel sangue).
  • Se soffre di una carenza di vitamina K.
  • Se sta assumendo medicinali o cibi che contengono vitamina K.
  • Se deve essere sottoposto ad un’operazione, anche dal dentista. Informi qualsiasi operatore sanitario che le presta assistenza (dentista compreso) che sta prendendo COUMADIN poiché la terapia con COUMADIN deve essere sospesa o diminuita prima, durante e immediatamente dopo l’intervento.

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Quali farmaci o alimenti possono modificare l’effetto di Coumadin?

Informi il medico se nota qualsiasi cambiamento del suo stato di salute, apporta cambiamenti alle medicine che sta prendendo, al suo stile di vita (viaggi, condizioni ambientali, attività fisica). In particolare informi il medico se sta assumendo:

  • preparazioni a base di erbe, specialmente Hypericum perforatum (usato per trattare la depressione)
  • medicinali per trattare le infezioni (amoxicillina, benzilpenicillina, penicillina G, piperacillina, ticarcillina, cefaclor, cefamandolo, cefazolina, cefixime, cefotetan, cefonicid, cefotiam, cefoxitina, ceftriaxone, cefuroxima, doxiciclina, tetraciclina, tigeciclina, azitromicina, claritromicina, eritromicina, roxitromicina, telitromicina, neomicina, ciprofloxacina, levofloxacina, acido nalidixico, moxifloxacina, norfloxacina, pefloxacina, ofloxacina, sulfadossina, sulfafurazolo, sulfametizolo, sulfametoxazolo/trimetoprim, sulfisoxazolo, acido aminosalicilico, isoniazide, cloramfenicolo, vancomicina, clindamicina, dicloxacillina, nafcillina, rifampicina, rifapentina)
  • medicinali per trattare le infezioni causate da funghi (miconazolo, econazolo, fluconazolo, chetoconazolo, itraconazolo, voriconazolo, griseofulvin)
  • medicinali per prevenire e trattare le infezioni causate da parassiti (proguanil, metronidazolo, nimorazolo, tinidazolo, chinina)
  • medicinali per trattare le infezioni causate da virus (delavirdina, efavirenz, etravirina, nevirapina, atazanivir, ritonavir, peginterferon alfa-2b, ribavirina, darunavir)
  • medicinali per trattare il rigetto d’organo nei pazienti trapiantati (ciclosporina)
  • medicinali per trattare l’infiammazione e il dolore (paracetamolo, acido acetilsalicilico, diflunisal, propoxifene, tramadolo, diclofenac, indometacina, ketorolac, sulindac, fenoprofene, ibuprofene, chetoprofene, naproxene, oxaprozin, celecoxib, etoricoxib, lumiracoxib, rofecoxib, acido mefenamico, acido meclofenamico, lornoxicam, iroxicam, glucosamina, desametasone, metilprednisolone, prednisone, cortisone)
  • medicinali per rendere il sangue più fluido (prasugrel, ticlopidina, abciximab, tirofiban, eparina, argatroban, bivalirudina, desirudina, lepidurina)
  • medicinali per sciogliere i coaguli di sangue (streptochinasi, alteplasi)
  • medicinali per trattare la depressione (desvenlafaxina, duloxetina, venlafaxina, citalopram, escitalopram, fluoxetina, fluvoxamina, paroxetina, sertralina, viloxazina, trazodone)
  • medicinali per trattare l’epilessia, malattia caratterizzata da movimenti incontrollati del corpo e perdita di coscienza (acido valproico, valproato, fosfenitoina, fenitoina, fenobarbital, primidone, carbamazepina)
    medicinali per trattare i disturbi mentali e l’ansia (aloperidolo, clordiazepossido)
  • medicinali per trattare la Malattia di Parkinson, malattia del sistema nervoso centrale che si manifesta ad esempio con tremore, rigidità muscolare, rallentamento nei movimenti, difficoltà nel mantenere l’equilibrio (entacapone, tolcapone, ropinirolo)
  • medicinali per trattare la demenza, malattia caratterizzata da perdita di memoria, orientamento nello spazio e nel tempo, difficoltà a parlare (Ginko biloba, memantina)
  • medicinali che stimolano il cervello (metilfenidato)
  • medicinali per trattare l’insonnia (idrato di cloralio, glutetimide, butobarbital, pentobarbital, secobarbital)
  • medicinali per trattare le malattie dei polmoni (zafirlukast)
  • medicinali per trattare la tosse (noscapina, oxolamina)
  • medicinali per trattare nella donna i disturbi legati alla menopausa (interruzione definitiva del ciclo femminile) (tibolone, lasofoxifene, raloxifene)
  • medicinali per trattare i tumori (tamoxifene, toremifene, megestrolo, bicalutamide, flutamide, nilutamide, ciclofosfamide, ifosfamide, carboplatino, capecitabina, fluorouracile, tegafur, paclitaxel, trastuzumab, etoposide, erlotinib, gefitinib, imatinib, sorafenib, romidepsin, vorinostat, aminoglutetimide, mercaptopurina, mitotano)
  • medicinali per la contraccezione (pillola) (medrossiprogesterone, contraccettivi orali contenenti estrogeno)
  • medicinali per trattare i disturbi sessuali (testosterone)
  • medicinali per trattare il ciclo femminile irregolare (danazolo)
  • medicinali che aumentano il metabolismo (metandienone, oxandrolone, ossimetanolone,stanozololo)
  • vaccini (vaccino antiinfluenzale)
  • vitamine (vitamina E, C, K)
  • medicinali per trattare le malattie della pelle (isotretinione, etretinato, cloruro di benzetonio)
  • medicinali per trattare la dipendenza dall’alcol (disulfiram)
    pomate per trattare il dolore (metil salicilato unguento, trolamina salicilato unguento)
  • medicinali per trattare l’obesità (orlistat)
  • medicinali per trattare gli alti livelli di zucchero nel sangue (diabete) (exenatide)
  • medicinali per trattare i bassi livelli di zucchero nel sangue (glucagone)
    medicinali per trattare le malattie della tiroide, una ghiandola del collo (levotiroxina, liotironina, estratti tiroidei, metimazolo, propiltiouracile)
    medicinali per trattare l’incapacità a trattenere l’urina (incontinenza urinaria) (tolterodina)
  • medicinali per trattare l’ingrossamento della prostata, la ghiandola che nell’uomo produce il liquido seminale (tamsulosin)
  • medicinali per trattare l’artrite reumatoide, malattia caratterizzata da infiammazione delle giunture, gonfiore, difficoltà di movimento e dolore (leflunomide, azatioprina)
  • medicinali per trattare i disturbi del ritmo del cuore (chinidina, propafenone, amiodarone, disopiramide)
  • medicinali per trattare la pressione del sangue alta (propanololo, pentossifillina, benziodarone)
  • medicinali per trattare la pressione del sangue alta nell’arteria polmonare (bosentan)
  • medicinali per trattare le malattie del cuore (acido etacrinico, acido tienilico, spironolattone, clortalidone)
  • medicinali per trattare la mancata produzione di coenzima Q10, una sostanza utile all’organismo (ubichinone o ubidecarenone
  • medicinali per trattare i livelli elevati di grassi nel sangue (benzafibrato, clofibrato, ciprofibrato, fenofibrato, gemfibrozil, atorvastatina, fluvastatina, lovastatina, pravastatina, rosuvastatina, simvastatina, ezetimibe, colesevelam, colestiramina)
  • medicinali per trattare il bruciore di stomaco (cimetidina, ranitidina, esomeprazolo, lansoprazolo, omeprazolo, pantoprazolo, rabeprazolo, sucralfato)
  • medicinali per trattare il vomito (aprepitant, fosaprepitant)
  • medicinali per trattare i calcoli o sassolini, nella colecisti, l’organo che immagazzina la bile, una sostanza importante nei processi di digestione (chenodiolo)
  • medicinali per trattare i disturbi della digestione (cisapride)
  • medicinali per trattare le infiammazioni dell’intestino (olsalazina)
  • medicinali per trattare gli accumuli di acido urico che danno dolore alle articolazioni (gotta) allopurinolo, benzbromarone, sulfinpirazone)
    corticotropina, medicinale diagnostico
  • medicinali contenenti alcol (vedere paragrafo COUMADIN con cibi, bevande e alcol)

Avvertenze

  • Non inizi una dieta senza prima aver consultato il suo medico.
  • Se il bambino sta assumendo latte artificiale, la terapia con COUMADIN potrebbe risultarne influenzata.
  • Non assuma aglio, Ginko biloba, ginseng, echinacea, succo di pompelmo e idraste durante il trattamento con COUMADIN. Per un elenco completo degli alimenti e delle erbe da evitare si rivolga al medico.
  • Eviti il consumo di alcol.

Gravidanza

Non prenda COUMADIN durante la gravidanza o se sospetta di essere incinta.

Allattamento

COUMADIN non passa nel latte materno e i neonati allattati al seno da madri che prendevano COUMADIN non hanno avuto cambiamenti del tempo di protrombina. Prenda COUMADIN con cautela durante l’allattamento al seno e monitori il neonato per la comparsa di lividi e sanguinamento.

Guida di veicoli e utilizzo di macchinari

La terapia con COUMADIN non influenza la sua capacità di guidare o di azionare macchinari.

Lattosio

Questo medicinale contiene lattosio (zucchero del latte). Se il medico le ha diagnosticato una intolleranza ad alcuni zuccheri, lo contatti prima di prendere questo medicinale.

Dose, Modo e Tempo di Somministrazione

Prenda questo medicinale seguendo sempre esattamente le istruzioni del medico e alla stessa ora ogni giorno. Può prendere COUMADIN sia ai pasti che lontano dai pasti. La dose che prende può variare nel tempo, in base alla sua risposta a COUMADIN e in base alle condizioni del suo fegato.

Per decidere che dose somministrarle, il suo medico le prescriverà un esame del sangue per misurare il tempo di protrombina (PT); i valori dei tempi di protrombina sono spesso registraticome INR (Rapporto Internazionale Normalizzato), che è un modo standard di esprimerli.
Gli esami per valutare il PT/INR sono molto importanti, poiché aiutano il medico a capire quanto ci mette il sangue a coagulare e a valutare se deve cambiare la dose di COUMADIN.
Quando inizia la terapia con COUMADIN dovrà effettuare i controlli del PT/INR molto spesso, in seguito potranno essere diradati. Questo però non avverrà se lei soffre di una malattia dei reni. Questi esami, e le visite regolari dal suo medico, sono molto importanti per la riuscita della terapia con COUMADIN. Per tutto il corso della terapia con COUMADIN dovrà controllare il PT/INR periodicamente (circa una volta al mese) e mantenerlo nell’intervallo migliore per le sue condizioni di salute. Se ha dubbi consulti il medico o il farmacista.

La compressa può essere divisa in parti uguali.

Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Coumadin?

Se ha preso una quantità troppo elevata di COUMADIN contatti immediatamente il suo medico o una struttura sanitaria per ricevere un adeguato supporto.

Se dimentica di prendere COUMADIN

Cerchi sempre di prendere COUMADIN come le è stato prescritto dal medico. Se le dovesse capitare di saltare una dose, avverta subito il suo medico. Prenda la dose dimenticata lo stesso giorno appena se lo ricorda. Se ormai è tempo di prendere la dose successiva, non assuma anche quella dimenticata, ma vada avanti con il suo normale schema di dosaggio.

Quali sono gli effetti collaterali di Coumadin?

Come tutti i medicinali, questo medicinale può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino.

Gli effetti indesiderati gravi comprendono:

  • sanguinamento (emorragia) in vari distretti del corpo (intorno al cuore, del surrene, dell’occhio, dell’intestino, della parte posteriore dell’addome, del fegato, della testa, nel polmone)
  • ostruzione di un vaso sanguigno dovuta a del grasso (ateroemboli sistemici e microemboli di colesterolo). In questo caso potrebbe accorgersi che le dita del piede diventano blu e fanno male (Sindrome del dito blu).

Nel caso manifestasse uno degli effetti indesiderati sopra citati INTERROMPA il trattamento con COUMADIN e si rivolga al medico.

Inoltre, gli effetti indesiderati che si possono osservare, indicati secondo la frequenza. sono:

  • Diminuzione dell’emoglobina, una proteina che trasporta l’ossigeno ai tessuti, nel sangue (anemia)
  • Dolore al petto
  • Gonfiore nella zona della pancia (distensione dell’addome), dolore alla pancia, diarrea, sapore metallico in bocca (disgeusia), difficoltà a deglutire (disfagia), emissione di gas (flatulenza), sanguinamento delle gengive, vomito con sangue (ematemesi), sangue nelle feci (ematochezia), feci scure e maleodoranti (melena), nausea, vomito
  • Debolezza (astenia), brividi, affaticamento, malessere, dolore, pallore, gonfiore causato da ritenzione di liquidi (tumefazione)
  • Infezione del fegato (epatite)
  • Reazione allergica (anafilattica), allergia (ipersensibilità)
  • Alterazione degli esami del sangue (enzima epatico aumentato)
  • Dolore alle articolazioni (artralgia), raccolta di sangue intorno ad un’articolazione (emartrosi), dolore ai muscoli (mialgia)
  • Capogiro, mal di testa, intorpidimento (parestesia), perdita totale o parziale della capacità di movimento (paralisi), raccolta di sangue intorno alla colonna vertebrale (ematoma vertebrale)
  • Stato di sonno profondo con ridotta risposta ai normali stimoli (letargia)
  • Sangue nelle urine (ematuria)
  • Eccessiva perdita di sangue durante il ciclo femminile (menorragia)
  • Sangue dal naso (epistassi), difficoltà a respirare (dispnea), sangue con un colpo di tosse (emottisi), versamento di sangue nel torace (emotorace), deposito di sali di calcio nel polmone (calcificazione del polmone)
  • Perdita di peli e capelli (alopecia), irritazione della pelle (dermatite), irritazione della pelle con bolle (dermatite bollosa), lividi (ecchimosi), macchie della pelle (petecchie), prurito, eruzione della pelle, arrossamento della pelle accompagnato da prurito (orticaria)
  • Ostruzione di un’arteria dovuta ad una bolla di gas (embolia arteriosa), abbassamento della pressione del sangue (ipotensione), diminuzione della pressione del sangue con grave riduzione della funzionalità del cuore (shock), svenimento (sincope), infiammazione dei vasi sanguigni (vasculite)

Possono verificarsi inoltre variazioni, riscontrabili dagli esami del sangue, dei livelli di emoglobina, dell’ematocrito e degli enzimi che indicano lo stato del fegato e delle vie biliari (epatobiliari).

Segnalazione degli effetti indesiderati

Se manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, si rivolga al medico. Lei può inoltre segnalare gli effetti indesiderati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione al sito www.agenziafarmaco.gov.it. Segnalando gli effetti indesiderati lei può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.

Scadenza e Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 30°C. Conservare nella confezione originale. Tenere questo medicinale fuori dalla vista e dalla portata dei bambini.

Non usi questo medicinale dopo la data di scadenza che è riportata sulla scatola dopo Scadenza. La data di scadenza si riferisce all’ultimo giorno di quel mese.

Non getti alcun medicinale nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chieda al farmacista come eliminare i medicinali che non utilizza più. Questo aiuterà a proteggere l’ambiente.

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Differenza tra attacco di cuore (infarto del miocardio) ed arresto cardiaco

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONECos’è un arresto cardiaco?

L’arresto cardiaco è un improvviso deficit delle funzionalità del cuore, che cessa improvvisamente di battere in modo efficace e di conseguenza interrompe la sua azione di pompaggio del sangue in tutto il corpo. I tessuti corporei e cerebrali non sono più perfusi da sangue ed ossigeno: questo comporta una veloce perdita di coscienza e delle capacità respiratorie.
Un arresto cardiaco è così grave che, se non si interviene immediatamente con la rianimazione cardiopolmonare e con un defibrillatore, nel giro di pochissimi minuti provoca dei danni permanenti al cervello e la morte della persona colpita.

Cos’è un infarto?

Con infarto del miocardio, o attacco di cuore, o più semplicemente “infarto”,  si intende la morte (necrosi) di una parte del muscolo cardiaco a seguito dell’ostruzione di una delle coronarie, le arterie che portano sangue ricco di ossigeno e nutrimenti al cuore. Questo provoca una ischemia, cioè un blocco del flusso sanguigno e di ossigeno che dovrebbero arrivare fino al cuore: il blocco dev’essere trattato immediatamente, poiché nel giro di un tempo estremamente ridotto può provocare deficit irreversibili in varie parti del muscolo cardiaco e la morte del paziente.

Due eventi di diversa natura

  • All’origine dell’arresto cardiaco c’è quasi sempre una disfunzione dell’impulso elettrico del cuore – caratterizzata da fibrillazione ventricolare – in cui la frequenza cardiaca è talmente scoordinata che il cuore non più è in grado di generare una contrazione efficiente: il cuore, di fatto, si ferma.
  • All’origine dell’infarto del miocardio, detto anche attacco di cuore, invece, c’è un’interruzione del flusso di sangue diretto al muscolo del cuore, il miocardio.

Il legame tra le due patologie risiede nel fatto che l’arresto cardiaco può verificarsi in molte condizioni (patologie, traumi…) tra cui anche appunto l’infarto del miocardio. L’infarto del miocardio non provoca necessariamente un’arresto cardiaco, così come un arresto cardiaco non provoca necessariamente un infarto del miocardio.

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I sintomi di arresto cardiaco e di infarto coincidono?

Questi due eventi cardiaci differiscono anche per quanto riguarda la sintomatologia. Ecco alcuni sintomi che li distinguono maggiormente:

  • Presenza o assenza di coscienza: le persone che hanno un infarto non perdono conoscenza nemmeno per un momento, a differenza invece di chi è colto da arresto cardiaco.
  • Presenza o assenza di respiro: in caso di infarto, la persona continua a respirare, anche se in modo affannato e difficoltoso. L’arresto cardiaco invece è caratterizzato da un’assenza di respiro. Questo perché la funzione respiratoria è strettamente legata a quella cardio-circolatoria e alla cessazione di una delle due, come nel caso dell’arresto cardiaco, fa rapidamente seguito l’arresto dell’altra.
  • Presenza o assenza di battito cardiaco: durante un infarto, il cuore del paziente continua a battere, con un ritmo accelerato, rallentato o irregolare. In caso di arresto cardiaco invece il cuore della persona smette improvvisamente di battere e si può constatare l’assenza del polso centrale (carotideo).

Cosa fare in caso di arresto cardiaco? Cosa fare in caso di infarto?

  • In caso di arresto cardiaco è fondamentale intervenire il più tempestivamente possibile tramite il massaggio cardiaco e l’utilizzo immediato di un defibrillatore.
  • In caso di infarto, all’arrivo in Pronto soccorso, l’intervento più efficace è la cosiddetta angioplastica, che prevede la riapertura del vaso cardiaco chiuso.

Può un infarto essere seguito da un arresto cardiaco?

Abbiamo intervistato la dott.ssa Daniela Aschieri, responsabile di Progetto Vita Piacenza: “Un infarto può complicarsi con un arresto cardiaco facendo precipitare la situazione in pochissimi minuti”.

Quale dei due eventi è più frequente in Italia?

  • I dati sull’arresto cardiaco sono di 60.000 ogni anno in Italia
  • Nel 2004 (ultimi dati disponibili) le dimissioni ospedaliere per infarto miocardico acuto sono state 121.125.

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Differenza tra angina stabile, instabile e secondaria: cause, sintomi, diagnosi, cure

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