Con “colpevolizzazione della vittima” (in inglese “victim blaming”) in psicologia e nella lingua italiana si intende il ritenere la vittima di un crimine o di altre sventure parzialmente o interamente responsabile di ciò che le è accaduto e spesso nell’indurre la vittima stessa ad autocolpevolizzarsi. Un atteggiamento di “colpevolizzazione” è anche connesso con l’ipotesi che si deve conoscere e accettare una supposta “natura umana” (che sarebbe maligna in questa visione, o tendente all’abuso, alla sopraffazione), e – conseguentemente – adeguarcisi anche a scapito dei propri desideri, opinioni e della propria libertà.
Storia del concetto
Il concetto di “colpevolizzazione della vittima” è stato coniato da William Ryan con la pubblicazione, nel 1971, del suo libro intitolato appunto Blaming the victim. La pubblicazione è una critica al saggio di Daniel Patrick Moynihan The Negro Family: The Case for National Action del 1965, in cui l’autore descriveva le sue teorie sulla formazione dei ghetti e la povertà intergenerazionale. Ryan muove una critica a queste teorie in quanto le considera tentativi di attribuire la responsabilità della povertà al comportamento e ai modelli culturali dei poveri stessi. Il concetto è stato ripreso in ambito legale, in particolare in difesa delle vittime di stupro accusate a loro volta di aver causato o favorito il crimine subito.
Vittimizzazione secondaria
Generalmente si parla di “vittimizzazione secondaria” (o “post-crime victimization”) quando le vittime di crimini subiscono una seconda “vittimizzazione”, cioè una seconda aggressione, che le rende di nuovo vittime, da parte delle istituzioni. Questa seconda aggressione può essere operata dalle cosiddette “agenzie di controllo”, cioè medici e sanitari, polizia, avvocati e magistratura, che possono non credere alla versione della vittima e accusarla di avere provocato l’aggressione. Secondo Mills, se le agenzie di controllo (polizia, medici, giudici) rifiutano di riconoscere l’aggressione che la vittima ha subìto, si può parlare di una “vittimizzazione quadrupla”, perché al reato si aggiunge la negazione del reato da parte di tre agenzie di controllo. Anche i mass media possono causare una “vittimizzazione secondaria”, per esempio pubblicando la foto e il nome della vittima, esponendola all’opinione pubblica senza nessuna etica. Per esempio, in un recente processo a Pamplona in Spagna nel 2018, cinque uomini sono stati processarti per avere rapito e violentato una 18enne e avere filmato lo stupro vantandosene su Internet. Gli avvocati della difesa hanno pubblicato fotogrammi del filmato in cui mostravano che la ragazza teneva gli occhi chiusi e non cercava di divincolarsi e una foto presa da Facebook in cui era sorridente con un’amica, al fine di dimostrare che non c’era stato nessun trauma. Di fronte alle manifestazioni di massa per solidarietà alla ragazza, gli avvocati della difesa hanno poi ritirato il materiale. Sempre in riferimento a questo problema, la cantante Madonna in una lunga intervista all’Howard Stern Show, dichiarò di essere stata violentata a 19 anni poco dopo il suo arrivo nella città di New York, ma di non avere fatto denuncia perché sarebbe stato “troppo umiliante”.
A questo proposito l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 1985 ha formulato la “dichiarazione dei principi basilari della giustizia per le vittime di reato e abuso di potere” (UN,1986; risoluzione annuale 40/34). La decisione quadro 2001/220/GAI dell’Unione Europea, relativa alla posizione della vittima nel procedimento penale, richiede che ciascuno Stato membro preveda nel proprio sistema giudiziario penale un ruolo effettivo e appropriato delle vittime. L’Italia non ha mai attuato la decisione quadro 2001/220/GAI, che è stata sostituita è stata sostituita nel 2012 dalla Direttiva 2012/29/UE. Il legislatore italiano, finora ha preso relativamente poco in considerazione questo aspetto.
Rifiuto dell’ingiustizia
Alcuni hanno proposto che il fenomeno della colpevolizzazione della vittima coinvolga l’ipotesi del mondo giusto, in cui la gente tende a considerare il mondo come un posto giusto e non può accettare una situazione in cui una persona soffre senza un valido motivo. Quindi il ragionamento che viene fatto è il seguente: le persone che sono vittime di sventure, devono aver fatto qualcosa per averle attirate su di sé. Questa teoria risale a tempi molto antichi: il biblico Libro di Giobbe ne offre una spiegazione canonica.
L’idea che le “cose cattive” come povertà, fame e violenza possano accadere anche a “brave persone” e senza un “buon motivo” causa una dissonanza cognitiva con l’ipotesi del mondo giusto. L’incapacità di accettare questo conflitto produce la colpevolizzazione della vittima.
Nel 2018, l’Università del Kansas produsse una mostra intitolata “What were you wearing?” (letteralmente “Cosa stavi indossando?”) in cui una ventina di testimonianze di episodi di stupro erano affiancate ai vestiti portati dalla vittima al momento dell’aggressione. La mostra intendeva far riflettere sul fatto che quando una vittima di stupro si sente rivolgere la domanda “Cosa stavi indossando?”, questa domanda sottende l’idea che con il suo abbigliamento “succinto”, la vittima ha probabilmente provocato l’aggressione. In alcune interviste, i visitatori si dicevano costernati nel dover ammettere che l’apparenza anonima e perfino trasandata di alcuni vestiti di alcune vittime di stupro, faceva capire che una violenza sessuale poteva capitare a chiunque.
Tecniche di neutralizzazione
La colpevolizzazione della vittima interviene come reazione individuale o sociale rispetto alle dissonanze cognitive che scaturiscono da condotte criminali, illecite, o trasgressive dell’ordine sociale: questo particolare utilizzo la fa rientrare all’interno di quell’armamentario di tecniche di neutralizzazione che vengono messe in campo per attenuare, o addirittura risolvere, il conflitto condotte trasgressive instaurano nei confronti di regole morali e della morale sociale, e che puntano all’esclusione, o almeno all’attenuazione, della responsabilità individuale nell’operato illecito, attraverso una ridefinizione del senso dell’azione posta in essere.
In questo caso, la neutralizzazione del senso di colpa si attua attraverso l’inversione della responsabilità del gesto: l’onere della colpa viene scaricato sulla vittima, accusata di aver messo in atto comportamenti provocatori e quindi, indirettamente, criminogeni.
Per esempio, la persona che passeggia indossando dei gioielli, che dimentica la borsa, che parcheggia l’automobile lasciandola aperta, oppure parcheggia la bicicletta senza mettere la catena o la lascia all’aperto di notte, in una società dove il furto è endemico, può essere accusata di essere “stupida” o “irresponsabile”.
Analogamente, la donna stuprata è spesso indicata come “stupida” o “irresponsabile” se mostra di essersi fidata di uno sconosciuto che poi l’ha stuprata. Se invece l’autore dello stupro è un conoscente, la donna è spesso indicata come la vera colpevole della devianza dello stupratore, il quale sarebbe stato indotto all’approccio sessuale dalla condotta ammiccante della vittima, dal suo particolare abbigliamento, o da eventuali atteggiamenti sensuali o provocanti. Come succede nei casi di violenza sessuale, si tratta, molto spesso, di una percezione distorta (una distorsione cognitiva) dei comportamenti della vittima, a cui l’attore attribuisce “intenzioni e responsabilità in realtà inesistenti”. Nelle carceri, anche in Italia (ad esempio nel G9 di Rebibbia), esistono dei gruppi di aiuto in cui tali distorsioni cognitive sono spiegate da psicologi agli autori di crimini sessuali, per impedire che questi – usciti dalla prigione – possano ricadere nello stesso errore percettivo.
Fattori che favoriscono la colpevolizzazione della vittima
Gli studi di William Ryan dimostrarono che è molto più frequente che la vittima venga colpevolizzata se appartiene a categorie sociali medio-basse, o a un gruppo etnico discriminato (ad esempio la comunità afroamericana). In particolare, il basso titolo di studio è una delle variabili più importanti fra quelle che determinano la probabilità che la vittima venga colpevolizzata per “essersela cercata”.
Colpevolizzazione nei crimini sessuali
Nel contesto dello stupro e della violenza di genere, questo concetto si riferisce alla tendenza diffusa ad interpretare “colpevolizzandoli” i comportamenti delle vittime. Abusi e violenze sarebbero provocati quindi in molti modi: dal flirtare, al tipo di abbigliamento indossato (in questo caso ci sono interessanti variabili geografiche e culturali). Per esempio, fra i Greci, Erodoto sostiene che il matrimonio forzato per rapimento è desiderato dalle donne e quindi è saggio non preoccuparsi del loro destino:
“Ora, il rapire donne è considerato azione da malfattori, ma il preoccuparsi di donne rapite è azione da dissennati, mentre da saggi è il non darsi delle rapite alcun pensiero, perché è chiaro che se non avessero voluto non sarebbero state rapite”
In alcuni casi si cercano di colpevolizzare le vittime anche retrospettivamente, analizzandone il vissuto, il lavoro, lo stato civile, il comportamento, presumendo quindi che la vittima “se l’è cercata” o che abbia “meritato” la violenza subita. In ambito letterario, una delle ipotesi fatte sulla scrittura del romanzo “Lolita”, fu che l’autore Vladimir Vladimirovič Nabokov si sia ispirato a un reale fatto di cronaca: nel giugno 1948 Florence Sally Horner, una ragazzina di 11 anni, fu rapita all’uscita dalla sua scuola a Camden, nel New Jersey, dopo essere stata ingannata da Frank La Salle, un cinquantenne che si fece passare per agente FBI. Tenuta prigioniera viaggiando in diversi posti per 21 mesi attraverso gli USA, l’adolescente fu ripetutamente abusata dall’uomo; dopo aver trovato il coraggio di confidarsi, fu finalmente liberata ma, una volta tornata nella sua comunità, la vittima innocente ne uscì moralmente colpevolizzata come “prostituta”. Questo meccanismo sembra instaurarsi in maniera identica sia che la persona violentata sia una femmina oppure un maschio. In un’intervista con Enzo Biagi del 1983, l’avvocata Tina Lagostena Bassi citò una statistica sulla violenza sessuale in Italia secondo la quale la violenza in famiglia riguardava 16.000 persone ogni anno, fra cui adolescenti maschi. Lei stessa aveva assistito a processo uno di questi adolescenti, per il quale aveva proposto il patrocinio del Movimento di Liberazione della Donna. Il Movimento però votò per non farlo. Lagostena Bassi notò che le dinamiche di difesa erano assolutamente identiche a quelle che scattavano per le vittime femminili di stupro:
«EB – Le risulta che ci siano anche uomini e ragazzi violentati?
TLB – Sì. Ci sono moltissimi ragazzini violentati. Sono handicappati, o sono ragazzi molto giovani. Io ne ho assistiti qualcuno, e ho scoperto che scattano gli stessi identici meccanismi di difesa: il violentatore trasforma il ragazzino violentato nel “vero” colpevole. Io ricordo un violentatore che inizialmente negò il fatto, e poi cominciò a dire “Ma è stato il ragazzo – che aveva 14 anni – che mi ha adescato, è il ragazzo che mi ha avvicinato, è il ragazzo che del resto, prima di adescarmi, ha avuto quattro rapporti a Villa Borghese”. Ecco, c’è lo stesso meccanismo: colpevolizzare il violentato. Questa è una cosa che per me fu molto scioccante. Devo dire, io che sono femminista, che vengo conosciuta come “l’avvocato delle donne”, quando in aula difesi per la prima volta un ragazzo violentato, dissi al Movimento che mi sembrava giusto fare una mobilitazione, costituirci parte civile per quel ragazzino, così come abbiamo tentato di fare anche per le donne. Ne ebbi una risposta negativa, mi hanno detto “E’ un uomo, la cosa non ci riguarda”.
EB – E’ un curioso concetto di solidarietà umana.
TLB – E’ una posizione sbagliata, difatti.»
Colpevolizzazione nel mobbing e nella violenza domestica
Le violenze e gli abusi sessuali sono particolarmente stigmatizzati nelle culture con costumi restrittivi e tabù riguardanti sesso e sessualità. Ad esempio una persona sopravvissuta ad uno stupro (specialmente se prima era vergine) può essere socialmente percepita come “deteriorata”. Le vittime in casi simili possono soffrire a causa del conseguente isolamento, dall’essere rinnegate da amici e parenti, della possibile interdizione al matrimonio o dal divorzio forzato se precedentemente sposate, ed infine possono anche essere uccise, per “salvare l’onore della famiglia”. Per esempio, negli anni 1990, l’uso su larga scala dello stupro come arma di guerra contro le popolazioni musulmane nella guerra della ex-Jugoslavia ebbe fra i vari effetti quello di disgregare le famiglie colpite nell’onore, e i figli delle violenze calcolate nell’ordine di diverse migliaia, difficilmente escono allo scoperto. Nel 2013, un caso che ebbe seguito internazionale fu quello di Lama Al-Ghamdi, una bambina di 5 anni picchiata e torturata dal padre Fayhan al-Ghamdi, un predicatore saudita, il quale sospettava abusi sessuali da parte del cognato.
Nell’ambito della violenza domestica e nel mobbing il processo di colpevolizzazione della vittima è stato descritto come parte integrante della violenza fisica e verbale: i comportamenti della vittima vengono sistematicamente interpretati come “provocazione” alla violenza. Attualmente, nei casi di violenza domestica, i centri antiviolenza non suggeriscono di denunciare il partner maltrattante in quanto il rischio di vittimizzazione secondaria è molto elevato. Per esempio, la donna che denuncia il marito viene accusata di averlo denunciato troppo tardi, oppure di voler allontanare i figli dal padre.
«Ci fa tristezza dirlo, ma spesso chiediamo alle donne di riflettere con calma prima di scegliere di denunciare, perché con essa si apre il pericolo di una vittimizzazione secondaria. (Le donne) si sentono in trappola. Se denunciano tardi il padre violento sono considerate madri poco tutelanti, se hanno denunciato per tutelare i propri figli sono considerate madri alienanti e i figli non vengono affidati alle madri.»
(Lella Palladino, Osservatorio Diritti 2019)
Colpevolizzazione nei crimini d’odio
In alcuni casi l’orientamento sessuale viene usato nel meccanismo di colpevolizzazione della vittima: è il caso per esempio della linea di difesa cosiddetta “da panico gay”, secondo cui l’omicidio di un omosessuale sarebbe giustificato dal panico o dalla collera di trovarsi di fronte una persona omosessuale. Fra gli argomenti che storicamente hanno giustificato i crimini d’odio verso la comunità nera in America, vi era quello secondo cui i neri fossero per loro natura “viziosi” e peccatori, essendo discendenti dello stupro di una donna portoghese da parte di una scimmia.
Leggi anche:
- Ipotesi del mondo giusto e colpevolizzazione della vittima: quando la colpa è del truffato e non del truffatore
- Emozioni: cosa sono, classificazione, importanza e stress
- Alessitimia, quando mancano le emozioni: caratteristiche e cure
- Ho sempre paura e timidezza: ipersensibilità dell’amigdala ed adrenalina
- Rabbia: differenza tra ira passiva ed ira aggressiva
- Paura: cause, gradi, timore, ansia, fobia, panico, terrore ed orrore
- Senso di colpa conscio e inconscio: significato in psicologia
- Rimorso: significato in psicologia
- Rimpianto: significato in psicologia
- Nostalgia: significato in psicologia
- Differenza tra rimorso, rimpianto, senso di colpa e nostalgia con esempi
- Paranoia: significato in psicologia
- Mania: significato in psicologia
- Proiezione: significato in psicologia, storia, cause, conseguenze ed esempi
- Transfert (traslazione): significato in psicoterapia
- Psicoterapia focalizzata sul transfert: obiettivi e processo terapeutico
- Controtransfert: significato in psicoterapia
- Inserzione del pensiero: quando quelli che pensi proviene da un altro
- Sindrome di Lasègue-Falret e Disturbo psicotico condiviso: quando la follia è “a due”
- Allucinazioni lillipuziane e Sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie
- Disturbi bipolari e Sindrome maniaco depressiva: sintomi e cure
- Disturbi dissociativi: definizione, classificazione, tipologie, caratteristiche
- Disturbo di personalità multipla (disturbo dissociativo dell’identità): sintomi, terapie e film in cui è presente
- Fuga dissociativa (psicogena) e dromomania: cause, sintomi, cure
- Fuga epilettica: differenze con la fuga psicogena (dissociativa)
- Amnesia dissociativa: sistematizzata, circoscritta, selettiva e altri tipi
- Disturbo da depersonalizzazione-derealizzazione: classificazione, esordio, durata
- Disturbo da depersonalizzazione-derealizzazione: cause e fattori di rischio
- Disturbo da depersonalizzazione-derealizzazione: sintomi
- Disturbo da depersonalizzazione-derealizzazione: diagnosi
- Disturbo da depersonalizzazione-derealizzazione: terapia
- Disturbo da derealizzazione: cause, sintomi, diagnosi e terapia
- Scissione: significato in psicologia, cause e conseguenze
- Rivivere ogni giorno una esperienza drammatica: il disturbo post-traumatico da stress
- Meccanismi di difesa in psicologia: rimozione, negazione, proiezione, sostituzione, repressione, distorsione
- Amnesia isterica: cause, sintomi, diagnosi, terapia e prognosi
- Differenza tra amnesia retrograda, anterograda, lacunare, globale
- Differenza tra amnesia transitoria, stabile e progressiva
- Illusioni ottiche: incredibili immagini a colori e spiegazione del fenomeno
- Differenza tra allucinazione, allucinosi ed illusione visiva
- Delirio persecutorio, erotomane, di gelosia… Tutti i deliri della psichiatria
- Anosognosia e Sindrome neglect: significato, test e trattamento
- Psicosomatica e malattie psicosomatiche: elenco, significato, come si guarisce
- Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) e immune-brain loop
- Disturbo somatoforme e somatizzazione: cause, sintomi, cure
- Disturbo da somatizzazione (sindrome di Briquet): cause, sintomi, cure
- Disturbo di conversione (isteria di conversione): cause, sintomi, cure
- Cecità isterica: cause, sintomi, diagnosi, terapia e prognosi
- Sordità isterica: cause, sintomi, diagnosi, terapia e prognosi
- Isteria e crisi isterica: significato, etimologia, sinonimi, sintomi e cura
- Isteria di massa e panico morale: caratteristiche ed esempi nella storia
- Stress, eustress e sindrome generale di adattamento: caratteristiche, funzioni
- Gravidanza isterica (pseudociesi): sinonimi, etimologia, cenni storici
- Gravidanza isterica (pseudociesi): epidemiologia e classificazione
- Gravidanza isterica (pseudociesi): cause e fattori di rischio psicologici e biologici
- Gravidanza isterica (pseudociesi): sintomi e segni
- Gravidanza isterica (pseudociesi): diagnosi e diagnosi differenziale
- Gravidanza isterica (pseudociesi): trattamenti e psicoterapia
- Gravidanza isterica nell’uomo (sindrome di Couvade): cause, sintomi, diagnosi, cure
- Nevrastenia (esaurimento nervoso): cause, diagnosi, cure
- Sto per morire: le 7 fasi di elaborazione del dolore e della morte
- Crisi psicogene non epilettiche: sintomi, diagnosi, cura, prognosi
- Dismorfismo corporeo: i sintomi della percezione distorta del proprio corpo
- Elettroshock oggi in Italia: effetti collaterali, a cosa serve, come funziona
- Sindrome di Münchhausen: fingere di essere malati per sentirsi amati
- Sindrome del cuore infranto: il falso infarto di chi ha il “cuore spezzato”
- Mobbing sul lavoro: definizione, significato, prove, conseguenze, cosa fare
- Voglio morire: ecco i consigli per convincerti a non suicidarti
- Morire di dolore dopo la perdita del coniuge: ecco perché accade
- Morte psicogena, l’apatia che può farti morire: come uscirne
- Depressione maggiore e minore, suicidio, diagnosi e cura: fai il test e scopri se sei a rischio
- Depressione post coitale: perché le donne piangono dopo aver fatto l’amore? Cause e cura
- La sindrome da abbandono: cos’è e come si supera
- “Se tu non mi ami è colpa mia”: i pensieri di una donna che ama un uomo anaffettivo
- Sognare topi, serpenti, gatti, sangue… Perché alcuni sogni sono ricorrenti e cosa significano?
- Amore o egoismo? I tuoi figli sono tuoi, ma non ti appartengono
- Kintsugi: quando una storia d’amore subisce un duro colpo, può tornare come prima?
- Vittimismo patologico e aggressivo: identikit e strategie di chi passa la vita a lamentarsi
- Anoressia: le immagini drammatiche di un corpo che non esiste più
- Una vostra amica è troppo magra? Vi insegno a capire se soffre di anoressia
- Mi dicevano “sei grassa” così decisi che non avrei mangiato più. Mai più. La testimonianza di una paziente anoressica
- Bulimia nervosa: mangio troppo e senza controllo, come faccio a capire se ne soffro?
- Vigoressia: essere muscolosi e vedersi flaccidi
- Il peggior nemico siamo noi stessi: i segnali che ci stiamo autosabotando
- Aumenta la tua autostima ed impara ad amarti
- Impara a camminare da solo e non cadrai mai
- Madre anaffettiva: caratteristiche, effetti sui figli, cosa fare?
- Indifferenza ed anaffettività: ecco come si manifesta il disturbo schizoide di personalità
- Come capire se soffro di disturbo schizoide di personalità? I 20 comportamenti caratteristici
- Formazione reattiva, meccanismi di difesa e rimozione in psicologia
- Paralisi del sonno e allucinazioni ipnagogiche: cause, pericoli, rimedi
- Sindrome di Otello, Gelosia Ossessiva, Sindrome di Mairet: quando la gelosia diventa patologica
- Sono un sonnambulo: cause, sintomi, diagnosi e terapie
- Ho davvero bisogno di uno psicologo o di uno psicoterapeuta?
- Differente approccio di psicologo, psicoterapeuta e psichiatra
- Differenze tra neurologo e psichiatra
- Differenza tra psicologo e psicoterapeuta
- Differenze tra le varie scuole di psicoterapia: quale la più efficace?
- Scuola psicoanalitica (psicodinamica): l’efficacia della psicoanalisi
- Psicoterapia adleriana (o individualpsicologica)
- Psicoterapia cognitivo-comportamentale: lo schema comportamentale diventa sintomo
- Psicoterapia sistemico-relazionale: la famiglia converge sul paziente
- Psicoterapia psicosintetica: l’allontanamento dal Sé transpersonale
- Psicoterapia ericksoniana: l’ipnoterapia
- Psicoterapia funzionale: le alterazioni dei meccanismi psicofisiologici
- Ho paura di fare l’amore: tutte le fobie del sesso
- Fobie: quando un ragno o un ascensore ci mettono nel panico
- Che cos’è il Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, come si riconosce, come si cura e come si distingue dal Disturbo ossessivo-compulsivo
- Schizofrenia: sintomi iniziali, violenza, test, cause e terapie
- Test di Rorschach: immagini, a cosa serve, interpretazione
- Disturbo ossessivo-compulsivo: ripetere, ripetere e ripetere ancora all’infinito un gesto. Differenze col disturbo di personalità ossessivo-compulsivo
- Indifferenza ed anaffettività: ecco come si manifesta il disturbo schizoide di personalità
- Disturbi di personalità nel DSM-5: classificazione, caratteristiche, criteri diagnostici
- Disturbi di personalità nel DSM-IV: classificazione, caratteristiche, criteri diagnostici
- Disturbi di personalità nell’ICD-10 e nell’ICD-11: classificazione, caratteristiche
- Disturbi di personalità: diagnosi e trattamento con psicoterapia e farmaci
- Disturbo paranoide di personalità: caratteristiche, psicoterapia, farmaci
- Disturbi schizoide e schizotipico di personalità: psicoterapia, farmaci
- Disturbo borderline di personalità: caratteristiche, psicoterapia, farmaci
- Disturbo istrionico di personalità: caratteristiche, psicoterapia, farmaci
- Disturbo narcisistico di personalità: caratteristiche, psicoterapia, farmaci
- Disturbo antisociale di personalità: caratteristiche, psicoterapia, farmaci
- Disturbo evitante e dipendente di personalità: psicoterapia, farmaci
- Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità: psicoterapia, farmaci
- Depressione post parto: come riconoscere i primi sintomi e superarla
- I 20 disturbi psichiatrici più strani che abbiate mai visto
- Liberarsi dalla dipendenza affettiva e dalla paura dell’abbandono
- Dipendenza affettiva: riconoscerla, affrontarla e superarla
- Scopri come affronti la vita e le sue difficoltà, con il “Test del bosco”
- I dieci comportamenti che comunicano agli altri che sei una persona introversa
- Farmaci antidepressivi: cosa sono, a cosa servono e quali tipi esistono
- Sostanze naturali ad azione antidepressiva
- Farmaci Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI): cosa sono ed a che servono
- Antidepressivi SSRI: meccanismo d’azione e farmacocinetica
- SSRI: efficacia in depressione, disturbo ossessivo compulsivo, ansia ed eiaculazione precoce
- SSRI: uso di antidepressivi in gravidanza ed allattamento
- SSRI: effetti collaterali, disfunzioni sessuali, sospensione e suicidio
- Disfunzione sessuale post-SSRI: sintomi, effetti a lungo termine e cure
- SSRI: effetti a breve e lungo termine
- SSRI in pazienti con diabete, iponatriemia, osteoporosi e prolungamento QT
- Inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI)
- Disturbo ossessivo compulsivo: il trattamento con farmaci e terapia cognitivo-comportamentale è la migliore scelta
- Sindrome di Helsinki: cosa significa in medicina e psicologia?
- Sindrome di Norimberga: cosa significa in medicina e psicologia?
- Sindrome di Lima: cosa significa in medicina e psicologia?
- Ipocondria: cosa significa, sintomi fisici, cause, come combatterla
- Sindrome di Stoccolma: psicologia, in amore, casi, cura e film in cui è presente
- Perché le donne piangono dopo aver fatto l’amore? Le cause della depressione post coitale e come superarla
- Vostro figlio soffre di autismo? I primi segnali per capirlo e come comportarsi con lui
- Mark Sloan e il recupero fittizio: il mistero del cervello pochi attimi prima di morire
- Insensibilità congenita al dolore: la strana malattia che non ti fa sentire nessun dolore
- Terrore notturno: sintomi, diagnosi e terapia
- Attacchi di panico: cosa sono, come riconoscerli e curarli
- Disturbo d’ansia generalizzato: sintomi, diagnosi e terapia
- Citalopram (Elopram): modalità d’assunzione e meccanismo d’azione
- Citalopram (Elopram): lista degli effetti collaterali del farmaco
- Citalopram (Elopram): interruzione, astinenza, diabete e prolungamento QT
- Citalopram (Elopram): uso in gravidanza ed allattamento
- Fluoxetina (Fluoxeren): meccanismo d’azione del farmaco
- Fluoxetina (Fluoxeren): lista degli effetti collaterali e diabete
- Fluoxetina (Fluoxeren): uso in gravidanza ed allattamento
- Antidepressivi triciclici: tipi, indicazioni e meccanismo di azione
- Antidepressivi triciclici: tipici effetti collaterali dei farmaci
- Antidepressivi triciclici: overdose, tossicità e trattamento
- Antipsicotici (neurolettici): classificazione, usi e meccanismo di azione
- Farmaci antipsicotici: differenza tra neurolettici tipici ed atipici
- Farmaci antipsicotici (neurolettici): lista degli effetti collaterali
- Medicina Narrativa: cos’è, a cosa serve, quando si usa?
- Psicologia sociale: definizione, obiettivi, autori e storia in Europa ed USA
- Psicologia sociale e gruppo: conformismo, normalizzazione, polarizzazione
- Autorità, obbedienza e minoranze: l’esperimento di Stanley Milgram
- Lavorare in gruppo: inerzia sociale, coesione, social loafing e concorrenza
- Psicologia delle folle: i comportamenti primitivi del singolo all’interno di un gruppo
- Il condizionamento meccanico nella vita quotidiana: il “lavaggio del cervello” delle pubblicità
- Kurt Lewin, laissez faire e gruppo: stile democratico e stile autocratico
- Mobilità sociale, assoluta, relativa, verticale, orizzontale, intergenerazionale
- Teorie sulla mobilità sociale, risposte al cambio di classe e risocializzazione
- Differenza tra psicologia sociale, sociologia e antropologia
- Psicologia economica: cos’è e come usarla a nostro vantaggio
- Devianza, comportamento criminale e criminologia in psicologia da Lombroso ad oggi
- Aggressività, dominio, gerarchia, emarginazione sociale e derisione
- Cos’è la criminalità? La pena come deterrente o espiazione?
- Differenza tra criminalità, devianza e delinquenza
- Abbiamo bisogno del crimine? Funzione sociale del crimine secondo Durkheim
- Da dove viene il crimine? La teoria di Robert K. Merton
- Dark number e delitti: quando un reato non viene denunciato
- Criminalità e sociologia: self report, carriera criminale e teorema di Thomas
- Bullismo e prepotenza a scuola: il disturbo della condotta
- Intossicazioni da alcol: quasi un quinto sono minori di 14 anni
- Litigi e mancato rispetto delle regole: il disturbo oppositivo provocatorio
- Legittimità razionale, tradizionale o carismatica secondo Max Weber
- Il carisma secondo Max Weber: carismatici o folli? Il caso Hitler
- Suicidarsi a causa del Minority Stress: minoranza, discriminazione e sofferenza
- Tagliarsi e sentirsi meglio: come vincere l’autolesionismo
- Voglio morire: ecco i consigli per convincerti a non suicidarti
- Suicidio: i segnali per capire chi si vuole suicidare
- Per quali motivi una persona potrebbe desiderare di morire?
- Come riconoscere un tossicodipendente eroinomane?
- Depressione maggiore e minore, suicidio, diagnosi e cura: fai il test e scopri se sei a rischio
- Omosessualità negli adolescenti: pregiudizi, fattori genetici e ormonali
- Depressione e suicidio tra gli adolescenti: cause e prevenzione
- Uso e abuso di alcol e droghe tra gli adolescenti e delinquenza giovanile
- Il filo rosso del destino: significato e leggenda dell’amore predestinato
- Capro espiatorio: definizione e significato in psicologia e sociologia
- Mettersi nei panni di qualcuno: cosa significa… davvero?
- Che significa davvero “Carpe diem”? L’invito ad apprezzare ciò che si ha
- Rasoio di Occam: se senti gli zoccoli, pensa al cavallo, non alla zebra
- Analfabetismo funzionale: significato e differenze con l’analfabetismo “classico”
- Fallacie logiche nella retorica ed in politica: caratteristiche, tipi esempi
- Effetto Pigmalione in psicologa, nell’insegnamento, nella vita e nell’amore
- Sillogismo: spiegazione, tipi, esempi, etimologia
- Teoria del cigno nero: significato della metafora in psicologia con esempi
- Effetto Cocktail Party: discriminare la voce dell’interlocutore e interessarsi se qualcuno dice il nostro nome
- Le 12 cose che ogni genitore fa di nascosto dai propri figli
- La memoria prodigiosa dei gran maestri di scacchi: come fanno ad averla?
- Effetto von Restorff: cos’è e come usarlo a tuo vantaggio
- Le funzioni del cervelletto: apprendimento e correzione dei movimenti del corpo
- Uomo anaffettivo: cosa fare e come comportarsi con lui?
- Dimmi che padre hai e ti dirò che l’uomo che cerchi e che fa per te
- Rabbia: differenza tra ira passiva ed ira aggressiva
- Paura: cause, gradi, timore, ansia, fobia, panico, terrore ed orrore
- Paure fisiologiche e patologiche nei bambini
- Paura dei luoghi chiusi e claustrofobia: cos’è e come si cura
- Burnout, alienazione, tecnostress e computer rage in psicologia del lavoro
- Sindrome del buon samaritano o complesso della crocerossina
- Dipendenza dal lavoro (workaholic): cause e come guarire
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!