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Giornata Nazionale del Cieco: scuola, tecnologia, amore… I falsi miti della disabilità
In Italia sono oltre 300 mila i non vedenti e circa 1 milione e mezzo gli ipovedenti che vivono lottando ancora contro molte difficoltà e oggi 13 dicembre, Giornata Nazionale del Cieco, è una occasione per l’Uici (Unione italiana ciechi e ipovedenti) per ricordarlo e per fare chiarezza su alcuni luoghi comuni sulle persone non vedenti, alcuni del tutto falsi, come ad esempio:
- linguaggio: dire non vedente invece di cieco non cambia la realtà di chi vive una situazione di minorazione sensoriale. Più che ricorrere ai giri di parole è fondamentale garantire a tutti uguali diritti e pari opportunità;
- scuola: Uno studente con disabilità visiva, nelle condizioni giuste, può seguire un normale iter scolastico senza per questo essere un fenomeno;
- tecnologia: Un non vedente può facilmente leggere, inviare messaggi e navigare sul web grazie a software accessibili. Se il criterio per individuare un falso cieco è l’uso dello smartphone, secondo l’Uici non ci siamo;
- mobilità: autonomia vuol dire poter uscire di casa da soli, con il bastone o il cane guida. E’ necessario un buon senso dell’orientamento e per questo si possono frequentare corsi;
- lavoro: sono oltre il 75% le persone con disabilità visiva disoccupate o in cerca di occupazione, percentuale che aumenta nei giovani. I ciechi possono essere non solo centralinisti o massofisioterapisti;
- sport: oltre agli sport dedicati (torball, calcio a 5), i ciechi praticano anche atletica leggera, judo, nuoto, sci di fondo, tiro con l’arco;
- affettività: ‘Perché avrà sposato proprio un non vedente? Si amano. Quest’affermazione non è ancora fra le risposte secondo l’Uici;
- casa: un non vedente può anche occuparsi della casa. Non è un falso cieco chi stende i panni.
Per chi non ha contatti con persone cieche o ipovedenti risulta ancora difficile pensare a loro come soggetti che lavorano, vanno al cinema e a teatro, hanno famiglia, accudiscono casa: in questa ricorrenza diventa importante sottolineare che i diritti dei non vedenti sono uguali a quelli delle persone vedenti, cambiano solo le modalità con cui vengono esercitate, come per esempio nello studio, che necessita della presenza di determinati ausili affinché questo diritto sia praticabile. Lo stile di vita delle persone cieche e ipovedenti è cambiato significativamente negli ultimi anni soprattutto grazie allo sviluppo della tecnologia, ma questo non è sufficiente a garantire la loro inclusione sociale; per questo è necessaria una trasformazione culturale, che renda la nostra società davvero accessibile a tutti.
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Appendice vermiforme: posizione, anatomia e funzione originaria
L’appendice vermiforme, appendice cecale, comunemente chiamata solo “appendice” è una struttura anatomica tubulare facente parte dell’intestino crasso, che appartiene al segmento prossimale noto come cieco.
Appendice vermiforme: funzione originaria
L’appendice vermiforme a cosa serve, perché esiste? Non c’è una risposta precisa a tali domande, pur essendo noto a tutti che si può vivere dopo la sua asportazione (appendicectomia). Essa non sembra avere attualmente alcuna funzione precisa all’interno del nostro organismo: è un tipico esempio di vestigia filogenetica del corpo umano. Sono considerate “vestigia” tutti quegli elementi di un organismo che in esso persistono, ma che hanno perso del tutto la funzionalità che invece avevano in un antenato (vestigia filogenetico, l’appendice appunto) o nell’embrione (vestigia ontogenico, ad esempio l’ombelico). L’appendice sarebbe quindi il rimasuglio di antenato dell’uomo, una parte dell’intestino che prima era utile – forse a scopi digestivi – e che a noi sarebbe stata tramandata priva della sua funzione, ridotta ad un moncherino, per via di mutate condizioni, forse relative all’alimentazione ed alla digestione. Un’altra tesi spiega come l’appendice sia un organo linfoide, e la sua funzione, teoricamente, sarebbe quella di elaborare gli antigeni di microorganismi intestinali, permettendo quindi lo sviluppo di anticorpi specifici
Un’ipotesi decisamente affascinante è stata avanzata da un gruppo di ricercatori sulla rivista The Journal of Theoretical Biology. Secondo loro l’appendice potrebbe essere un rifugio per batteri. Nel nostro intestino abitano innumerevoli batteri e sono utilissimi, anzi fondamentali per la corretta digestione dei cibo, L’intestino però è anche un ambiente difficile: un’infezione o un altro problema può portare ad attacchi di dissenteria, che impoveriscono gravemente la cosiddetta flora intestinale. Proprio in queste circostanze l’appendice potrebbe servire da riparo ai batteri utili: una sorta di Arca di Noè per microrganismi con cui ripopolare l’ambiente una volta passata l’emergenza. Alcuni studi sembrerebbero dimostrare questa tesi: le persone che sono prive di appendice tendono infatti ad ammalarsi con maggiore frequenza ed anche a metterci più tempo a riprendersi da una malattia enterica.
Posizione dell’appendice
L’appendice nell’uomo è posta sotto la valvola ileo-cecale, nella superficie dell’intestino cieco, nel quadrante inferiore destro dell’addome (più precisamente a livello della fossa iliaca destra).
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Cenni anatomici
L’appandice vermiforme ha la forma di un piccolo tubo cilindrico lungo dai 5 ai 9 cm e largo 7 mm. Risulta più lunga nei bambini e può atrofizzarsi con l’invecchiamento. L’appendice costituisce un prolungamento dell’intestino crasso, posizionata in vari modi, a seconda dei quali è definita discendente o ascendente e interna o esterna. La posizione più comune è quella verso il basso lungo la linea mediana del corpo ma anche le altre disposizioni sono riscontrabili in numerosi individui (pelvica, retrociecale, sottoepatica, iliaca sinistra). L’estrema variabilità della posizione dell’appendice è dovuta in genere a malposizioni del cieco risalenti allo sviluppo embrionale. L’appendice è composta, dall’esterno verso l’interno, da: rivestimento esterno sieroso, tonaca muscolare, tonaca sottomucosa e tonaca mucosa. In posizione esterna e trasversalmente ad essa è presente il mesenteriolo, costituito da una piega peritonealetriangolare contenente i vasi sanguigni, i nervi e i vasi linfatici dell’appendice. L’appendice è fissata di solito al mesentere posteriormente all’estremità inferiore dell’ileo, la sua mobilità a volte è limitata dalla brevità del mesenteriolo. L’appendice è costituita da tessuto linfatico con funzione di filtro, non più in grado di assorbire i nutrienti, per questo è detta a volte la “tonsilla addominale”. Proprio l’azione di filtro può causarne a volte l’infiammazione (appendicite) che, quando è acuta, rende necessaria la sua asportazione chirurgica (appendicectomia). All’interno della sottomucosa sono presenti anche le Cripte di Lieberkühn.
Punti appendicolari
Sono stati proposti vari punti la cui dolorabilità alla pressione è indicativa di patologia dell’appendice (quasi sempre infiammazione). Il più noto e usato è il punto di McBurney, situato sulla linea spino-ombelicale destra — ossia la linea che congiunge la spina iliaca anteriore superiore destra all’ombelico — all’unione fra il terzo esterno e il terzo medio della stessa (cioè a 2/3 della linea spino-ombelicale destra tracciata a partire dall’ombelico), secondo altri autori a metà della suddetta linea (quindi più medialmente)
Altri punti e segni appendicolari usati in medicina per individuare patologie a carico dell’appendice vermiforme, sono:
- punto di Morris: che si trova sulla linea spino-ombelicale destra (la stessa usata per il punto di McBurney), a 4 cm dall’ombelico;
- punto di Munro (o di Sonnenburg): sulla stessa linea spino-ombelicale destra ma ancora più medialmente, all’incrocio con la linea parasternale destra;
- punto di Lanz: all’unione fra il terzo laterale destro e il terzo medio della linea bis-iliaca (cioè sulla linea che congiunge le due spine iliache anteriori superiori, a 1/3 della lunghezza della stessa a partire dalla spina iliaca di destra);
- punto di Clado: sempre sulla linea bis-iliaca ma all’incrocio con la linea parasternale destra;
- punto di Jalaguier: a metà della linea spino-pubica di destra (la linea che congiunge la spina iliaca anteriore superiore destra alla sinfisi pubica);
- segno di Aazon: comprimendo in sede appendicolare compare dolore epigastrico;
- segno di Bastedo: insufflando aria nel colon compare dolore alla fossa iliaca destra.
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Differenza tra appendicite e colite: sintomi comuni e diversi
Con il termine “appendicite” (in inglese “appendicitis) ci si riferisce in campo medico all’infiammazione – acuta o cronica – dell’appendice vermiforme (anche chiamata appendice cecale o solo “appendice”) cioè quella formazione tubulare facente parte dell’intestino crasso (più precisamente il suo segmento prossimale, chiamato “cieco“). Con il termine “colite” (in inglese “colitis”), si intende – parimenti all’appendicite – una infiammazione, ma in questo caso ad essere colpito è il colon, ovvero una parte dell’intestino crasso, a tale proposito leggi anche: Differenza tra intestino tenue e crasso
Il termine “colite” dovrebbe essere limitato alle affezioni specifiche del colon, ma spesso viene usato in maniera generica, oppure per indicare condizioni nelle quali l’eziologia dell’infiammazione non è stata ancora determinata. I vari tipi di colite includono la colite ulcerosa (UC), quella di Crohn, l’ischemica, la colite infettiva, fulminante, chimica, microscopica, linfocitica e atipica.
Diffusione
L’appendicite è una delle cause, in tutto il mondo, più comuni e significativi di un forte e improvviso dolore addominale e – se complicata – può determinare la morte del paziente. La colite è più diffusa, ma non è causa di morte.
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Cause
L’appendicite è causata da un’ostruzione della cavità dell’appendice determinata quasi sempre da:
- calcificazione di feci;
- tessuto linfoide infiammato da una infezione virale,
- parassiti;
- calcoli biliari;
- neoplasie.
Tale ostruzione porta ad proliferazione batterica all’interno che è la causa diretta dell’infiammazione dell’appendice. Le coliti possono essere distinte in coliti primitive e coliti secondarie: nelle prime l’infiammazione si sviluppa nel colon, mentre le secondarie sono dovute a patologie che investono altri organi o apparati e successivamente raggiungono il colon. Le cause della colite non sono ancora ben precisate, molti ritengono che sia collegata a cause alimentari, altre volte questa patologia è strettamente connessa a stress psichici e/o (più raramente) fisici. Tra le cause di insorgenza o di aggravamento, va anche aggiunto un regime alimentare scorretto (scarsa idratazione e scarsa assunzione di fibre), le mestruazioni (l’intestino presenta una certa sensibilità legata alle modificazioni ormonali indotte dal ciclo mestruale), le alterazioni della flora batterica e le infestazioni da parassiti.
Sintomi
I sintomi più comuni dell’appendicite includono dolore addominale al quadrante inferiore destro, nausea, vomito e diminuzione dell’appetito. Tuttavia, circa il 40% dei casi non presenta questi sintomi tipici. Gravi complicazioni che possono accadere nel caso che si rompa l’appendice sono la peritonite e la sepsi. Alcuni sintomi della colite possono essere simili a quelli dell’appendicite, come per esempio dolore addominale, nausea, vomito e diminuzione dell’appetito. Altri segni e sintomi della colite sono:
- variazione di consistenza delle feci;
- alitosi;
- sensazione di bruciore in bocca o in gola;
- difficoltà nella deglutizione, a tale proposito leggi anche: Le 7 fasi della deglutizione (volontarie ed involontarie);
- senso di sazietà precoce;
- mal di stomaco, a tale proposito leggi anche: Acidità di stomaco e bruciore: tutti i farmaci antiacidi ;
- borborigmi intestinali;
- dolori all’ano e al perineo;
- urgenza di urinare;
- nicturia;
- cefalea;
- dolori muscolari e tendinei;
- stanchezza cronica;
- sonnolenza;
- vertigini;
- senso di occlusione della glottide;
- perdita di peso;
- ulcere della parete del colon che determinano sangue nelle feci e sanguinamento rettale;
- neuro-dermatite.
Diagnosi
La diagnosi di appendicite è in gran parte basata sui segni e sintomi del paziente associati a ecografia e tomografia computerizzata (TAC). Le stesse indagini diagnostiche con immagini sono utili per fare diagnosi di colite, associate a ricerca nelle feci di sangue e pus, sigmoidoscopia, colonscopia, colture delle feci, a tal proposito leggi anche: Esame e raccolta delle feci: come si fa nel modo corretto ed a che serve
Cure
Il trattamento tipico per l’appendicite acuta è la rimozione chirurgica della appendice, che può essere eseguita tramite un’incisione aperta nell’addome (laparotomia) o in laparoscopia.
Il trattamento tipico della colite è invece di tipo farmacologico palliativo e può includere la somministrazione di antibiotici e antinfiammatori non steroidei (FANS); steroidi come il prednisolone e il prednisone; uno o alcuni dei numerosi medicinali che alleviano l’infiammazione e il dolore (butilscopolamina). Alla chirurgia si ricorre soltanto quando il paziente soffre di infiammazioni permanenti, specialmente in caso di colite fulminante.
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