Insufficienza epatica lieve, acuta e cronica: dieta e rischio di morte

MEDICINA ONLINE CAPUT MEDUSAE CIRROSI EPATICA ASCITE FEGATO INSUFFICIENZA EPATICA ACUTA CRONICA ANASTOMOSI PORTO SISTEMICA VENA CAVA INFERIORE SUPERIORE CIRCOLO COLLATERALE ALBUMINA ENCEFALOPATIA.jpg

Caput medusae in paziente con insufficienza epatica cronica

Il fegato è una ghiandola extramurale anficrina (a secrezione endocrina ed esocrina) annessa all’apparato digerente dalla particolare forma a cuneo, forma letteralmente modellata dai numerosi rapporti che sviluppa con gli organi ed i muscoli adiacenti. E’ situato al di sotto del diaframma, sul lato destro e svolge numerose funzioni espletate dalle sue cellule, chiamate epatociti, che sono le seguenti: Continua a leggere

Si può vivere senza fegato, con metà fegato o con fegato malato?

MEDICINA ONLINE ANATOMIA ORGANI INTERNI UMANI ITALIANO INGLESE MILZA STOMACO POLMONI INTESTINO CUORE COLON FEGATO PANCREAS CISTIFELLEA ADDOME TORACE SEMEIOTICA QUADRANTI SETTORI RENEIl fegato è una ghiandola extramurale anficrina (a secrezione endocrina ed esocrina) annessa all’apparato digerente dalla particolare forma a cuneo, forma letteralmente modellata dai numerosi rapporti che sviluppa con gli organi ed i muscoli adiacenti. E’ situato al di sotto del diaframma, sul lato destro e svolge numerose funzioni Continua a leggere

Dove si trova il fegato ed a che serve?

MEDICINA ONLINE APPARATO DIGERENTE INTESTINO DIGIUNO ILEO DUODENO STOMACO ESOFAGO FEGATO PANCREAS DIGESTIONE FECI CRASSO COLON RETTO CROHN COLITE DIARREA VOMITO DIGERIRE SANGUE CIBO MANGIl fegato è una ghiandola annessa all’apparato digerente dalla particolare forma a cuneo, forma letteralmente modellata dai numerosi rapporti che sviluppa con gli organi ed i muscoli adiacenti. E situato al di sotto del diaframma e svolge numerose funzioni nell’organismo.

Il fegato si trova a destra o sinistra?

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Chirurgo sospeso: “bruciava” il fegato dei pazienti per incidere le sue iniziali

MEDICINA ONLINE CHIRURGO CHIRURGIA OPERAZIONE CHIRURGICA TERAPIA ASPORTAZIONE BISTURI SALA OPERATORIA TUMORE CANCRO SUTURA MASSA TUMORALE STADIAZIONE MAMMELLA POLMONI TECNICA GENERALE PANCREAS ANESTESIACi sono notizie che hanno tutto l’aspetto di Fake News, invece sono tristemente reali ma decisamente sorprendenti. Stupisce, infatti, quanta fantasia si possa sfoderare in certe situazioni. A quanti medici sarebbe venuto in mente di firmare gli organi dei propri pazienti con le proprie iniziali? Anche perché non si ottiene poi così tanta fama attraverso un gesto simile. Eppure è accaduto davvero e l’autore di cotanta creatività è un chirurgo di nome Simon Bramhall.

Un fegato firmato
Sono in tanti a vantarsi di possedere un oggetto, un abito o un accessorio firmato da qualche stilista famoso. Ma mai prima d’ora qualcuno aveva pensato di avere una firma anche in qualche organo. Eppure, pare che c’è anche chi ha lanciato questa moda. Simon Bramhall, 53 anni, ha recentemente ammesso di aver inciso le sue inziali – SB – sul fegato dei propri pazienti, utilizzando un raggio che serve per sigillare i vasi sanguigni.

Trapianto con firma
Secondo quanto riportato dal The Telegraph, l’uomo avrebbe firmato diversi fegati di uomini a cui era stato eseguito il trapianto. E’ da sottolineare che la procedura non sembra dannosa, in quanto i segni si attenuano con il tempo. Tuttavia, pare che il fegato di una donna tardasse a guarire e, in seguito a un’attenta analisi condotta da altri medici, è stato possibile rilevare le iniziali di Simon Bramhall.

Un chirurgo rinomato
Il paradosso è che Bramhall non aveva bisogno di firmare alcunché considerando che era un dottore abbastanza conosciuto nella zona. Infatti aveva lavorato per ben 12 anni come chirurgo del fegato, pancreas e milza presso il Queen Elizabeth Hospital di Birmingham, nel West Midlands. Ma non solo: era rinomato anche come insegnante di medicina. Inoltre i media avevano già parlato di lui per aver salvato un paziente che rischiava di morire a seguito di un incidente avvenuto con un aereo privato.

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Nel 2013 le prime evidenze
Fu nell’anno 2013 che un collega si rese conto che il fegato di una donna aveva incise le iniziali (SB) del noto chirurgo. In quell’anno fu inizialmente sospeso, ma pochi mesi dopo uno dei suoi pazienti ha richiesto la reintegrazione al fine di «poter salvare più vite». In parte anche per questo nel 2014 il chirurgo era di nuovo operativo ma le indagini continuavano ancora. Prima della fine dello stesso anno, però, fu lui stesso a dimettersi a causa dello stress eccessivo.

Un caso complesso
Alcuni giorni fa il procuratore Tony Badenoch ha dichiarato che il caso di Simon Bramhall era «altamente insolito e complesso» e che non vi erano «precedenti legali nel diritto penale». Sul Guardian si legge che «ciò che ha fatto non è solo eticamente sbagliato, ma anche criminale». Inoltre, il consiglio medico generale ha dichiarato che «rischia di far screditare la professione, e casi simili non devono essere ripetuti. Anche se questo comportamento di per sé non è così grave da richiedere alcuna restrizione alla registrazione di Bramhall, è necessario emettere un avvertimento formale».

Un ottimo chirurgo?
Alcuni giorni fa il procuratore della Crown Prosecution Elizabeth Reid ha parlato di Simon Bramhall come di un «rispettabile chirurgo» che, tuttavia, ha abusato del suo potere.

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Alcol: quanto berne e quali danni può provocare alla tua salute

MEDICINA ONLINE ALCOL ALCOOL ALCOLICI BIRRA VINO VODKA ETILICO METABOLISMO ETANOLO DROGA DIPENDENZA ALCOLISTA BERE TOSSICODIPENDENZA AIUTO ANONIMI SUPERALCOLICI RUM COCKTAIL CONSIGLI MARITO FEGATO CIRROSI EPATICAPur rappresentando una sostanza giuridicamente legale, l’alcol è una sostanza psicotropa che, se assunta a dosi elevate, può portare alla dipendenza. Le bevande alcoliche, soprattutto il vino, sono un prodotto largamente utilizzato nel nostro Paese e il loro consumo è parte integrante della cultura e della tradizione italiana, pertanto è necessario contenere i rischi e i danni di salute e sociali correlati al consumo di bevande alcoliche responsabilizzando la popolazione nella quantità e nella modalità di assunzione degli alcolici. Infatti, oggi nei documenti di consenso, nelle Linee Guida più moderne non si usano più termini come “consumo moderato”, “consumo consapevole” o simili, che potrebbero indurre il consumatore in una certa indulgenza nel bere alcolici, ma si parla di consumi a basso rischio, specificando che se non si consumano bevande alcoliche, di qualsiasi tipo esse siano è senza dubbio meglio.

Secondo le principali Agenzie Internazionali di salute pubblica, l’alcol è una sostanza tossica e cancerogena, tanto che la IARC (International Agency for Research on Cancer) lo classifica nel gruppo 1 (sicuramente cancerogeno per l’uomo).
Il suo consumo prolungato e cronico è associato quindi ad aumentato rischio di cancro e non è possibile stabilire una quantità assolutamente sicura. Ciò a sottolineare che quando si tratta di bevande alcoliche, non può esistere un rischio pari a zero e qualsiasi modalità di consumo comporterà un rischio, tanto più elevato quanto maggiore sarà la quantità di alcol consumata. Per questo motivo le nuove indicazioni italiane definiscono a basso rischio un consumo di:

  • 2 unità alcoliche per l’uomo adulto
  • 1 unità alcolica per donne adulte e anziani di entrambi i sessi.

La legge 8 novembre 2012 n.189 vieta la vendita e la somministrazione ai minori di 18 anni.

Inoltre, occorre considerare la modalità di assunzione delle bevande alcoliche che contribuiscono, oltre alle quantità assunte, ad innalzare i rischi per la salute e i rischi sociali, ad esempio:

  • il bere lontano dai pasti o il bere quantità di alcol eccessive in una singola occasione
  • il consumo in occasioni o contesti che possono esporre a particolari rischi, quali la guida o il lavoro
  • la capacità di smaltire l’alcol rispetto al genere e all’età della persona.

L’unità alcolica (12 grammi di alcol etilico) corrisponde alla quantità di alcol contenuta in:

  • un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione
  • una lattina (330 ml) di birra di media gradazione
  • un bicchierino (40 ml) di superalcolico.

Ogni unità alcolica consumata apporta mediamente 70 kcal, prive di qualsiasi contenuto nutritivo se non il potere calorico, di cui bisogna tenere conto, anche in vista del crescente aumento di eccedenza ponderale.

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L’alcol è la principale causa di molte malattie

Tra le prime patologie legate all’alcol, la sindrome o crisi di astinenza da alcol, una patologia reversibile con intensità e durata soggettive, direttamente proporzionali al periodo di assunzione (più o meno prolungato), al tipo e alla quantità di bevande assunte.  L’uso continuativo di alcol in quantità eccessive, produce, infatti, effetti simili a quelli di altre sostanze psicotrope anche illegali, quali induzione della dipendenza psichica e fisica, assuefazione, craving, compulsività e altri disturbi del comportamento, con danni particolarmente rilevanti anche a livello sociale. L’alcol può essere, tra l’altro, responsabile direttamente o indirettamente di gravi eventi, quali incidenti stradali, omicidi, suicidi, violenze ed infortuni vari. La crisi di astinenza è caratterizzata da tremori, nausea, vomito, cefalea, sudorazione, ansia, disturbi dell’umore, talvolta crisi epilettiche e può evolvere in certi casi fino al delirium tremens.

Danni agli organi

Per quanto riguarda le patologie organiche la nosologia di patologia alcol-correlata si è notevolmente ampliata negli ultimi anni, per cui, oltre alle patologie relative all’apparato gastroenterico (esofagite, gastrite, steatosi, epatite acuta e cronica, cirrosi epatica, pancreatiti e tumori) e del sistema nervoso centrale e periferico (atrofia cerebrale, polinevriti), altri sistemi risultano coinvolti, quali il cardiovascolare (infarto miocardico, tromboflebiti, vasculiti), l’endocrino-riproduttivo (infertilità, impotenza, diminuzione del desiderio sessuale, alterazioni ormonali), talora in modo irreversibile. L’alcol è anche causa concomitante di alcuni tumori maligni, parzialmente alcol-attribuibili, come il tumore dell’oro-faringe, dell’esofago, del colon-retto, della laringe, del fegato e della mammella. I dati relativi ai decessi totalmente alcol-attribuibili più recenti attualmente disponibili si riferiscono ai decessi avvenuti in Italia nel 2013, il dato complessivo è stato pari a 1.180, di cui 924 (78,3%) uomini e 256 donne (21,7%). Le due patologie che causano il numero maggiore di decessi, sia tra gli uomini che tra le donne, sono le epatopatie alcoliche e sindromi psicotiche indotte da alcol che nel complesso causano oltre il 90% dei decessi alcol-attribuibili.

Alcol in gravidanza

Da non dimenticare il consumo di alcol in gravidanza, una delle cause maggiori di ritardo mentale dei bambini nei Paesi occidentali. Attraversando la placenta, l’etanolo può compromettere la crescita e il peso del feto, provocando danni permanenti al sistema nervoso centrale, con sottosviluppo e malformazione delle cellule e della struttura del cervello e conseguenze a livello funzionale e cognitivo (scarsa memoria, deficit di attenzione e comportamenti impulsivi).

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Alcol: effetti sulla salute diretti ed indiretti a breve e lungo termine

MEDICINA ONLINE ALCOL ALCOOL ALCOLICI BIRRA VINO VODKA ETILICO METABOLISMO ETANOLO DROGA DIPENDENZA ALCOLISTA BERE TOSSICODIPENDENZA AIUTO ANONIMI SUPERALCOLICI RUM COCKTAIL CONSIGLI MARITO FEGATO CIRROSI EPATICA.jpgL’alcol etilico, anche chiamato “etanolo”, è una sostanza liquida estranea all’organismo, non essenziale, è tossica per le cellule ed è un potente agente tumorale. L’alcol etilico, oltre all’acqua, è il principale componente delle bevande alcoliche; queste ultime contengono altri principi nutritivi (vitamine, sali minerali, proteine, zuccheri) ma sono presenti solo in minime tracce, per questa ragione le bevande alcoliche non possono essere considerate un alimento infatti l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) classifica l’alcol fra le droghe; pur essendo una droga giuridicamente legale, è comunque una sostanza molto tossica che provoca danni diretti alle cellule di molti organi, tra cui il fegato e il Sistema Nervoso Centrale. Pur possedendo un elevato valore calorico (7 Kcal per grammo, inferiore solo ai grassi), non è utilizzabile dall’organismo per il lavoro muscolare, ma solo per il metabolismo di base, risparmiando sull’uso di altri principi nutritivi quali grassi e zuccheri (per questo gli alcolici fanno ingrassare).

Effetti dell’alcol diretti a breve termine

Subito dopo essere assunto, l’etanolo viene in parte assorbito dallo stomaco ed in parte dall’intestino. Se lo stomaco è vuoto, tale assorbimento è più rapido. L’alcol assimilato, attraverso il sangue, passa al fegato, che ha il compito di metabolizzarlo. Finché il fegato non ha completato la digestione però l’etanolo continua a circolare diffondendosi nei vari organi. L’alcol può facilmente oltrepassare le membrane cellulari e provocare lesioni, fino alla distruzione delle cellule. Nello stato di ubriachezza l’alcol nel sangue raggiunge tutti gli organi, cervello compreso, uccidendo migliaia di neuroni, e il danno cerebrale è irreversibile.
Con un’ubriacatura si perdono circa 100.000 neuroni, tanti quanti quelli di una giornata di vita.

L’alcol provoca una iniziale euforia e perdita dei freni inibitori, ma a quantità progressivamente crescenti corrispondono effetti come riduzione della visione laterale (visione a tunnel), perdita di equilibrio, difficoltà motorie, nausea e confusione. Quantità eccessive di alcol possono portare fino al coma e alla morte. La velocità con cui il fegato riesce a rimuovere l’alcol dal sangue varia da individuo ad individuo; in media, per smaltire un bicchiere di una qualsiasi bevanda alcolica l’organismo impiega 2 ore. Se si beve molto alcol in poco tempo lo smaltimento è più lungo e difficile, e gli effetti più gravi.

Effetti dell’alcol diretti a medio/lungo termine

L’utilizzo prolungato di alcol nel tempo può aumentare il rischio di sviluppare varie patologie più o meno gravi, e anche a basse dosi l’alcol accresce il rischio per alcune malattie. Secondo dati forniti dall’OMS, il consumo di 20 grammi di alcol al giorno (pari a circa 2 bicchieri di vino) determina un aumento percentuale di rischio:

  • del 100% per la cirrosi epatica;
  • del 20-30% per i tumori del cavo orale, faringe e laringe;
  • del 10% per i tumori dell’esofago;
  • del 14% per i tumori del fegato;
  • del 10-20% per i tumori della mammella;
  • del 20% per l’ictus cerebrale.

Chiaramente, all’aumentare delle quantità di alcol aumenta anche la percentuale di rischio.

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Effetti dell’alcol indiretti

  • L’alcol è la causa di circa la metà degli 8.000 decessi conseguenti ad incidenti stradali, che rappresentano la prima causa di morte per gli uomini al di sotto dei 40 anni. La guida sotto stato di ebbrezza ha causato, nel 2005, ben 4.107 incidenti stradali e le infrazioni accertate dalla Polizia Stradale nel 2006 per guida sotto l’influenza di alcol sono state 24.803. Tra i guidatori in stato psico-fisico alterato, chi è sotto l’effetto di alcol rappresenta il 70.2%. L’abuso di alcol è la causa della crescente mortalità giovanile per incidente stradale, per più del 40% dei casi, e del 46% dei morti di età compresa fra i 15-24 anni.
  • Secondo dati forniti dall’OMS, ogni anno nella Regione Europea circa 73 mila morti e più di 2 milioni di ricoveri o visite ospedaliere, sono dovuti ad atti di violenza interpersonale. L’alcol appare come fattore determinante almeno nel 40% dei casi.
    Negli Stati Uniti, le statistiche indicano come l’86% dei casi di omicidio, il 37% delle aggressioni e il 60% delle violenze sessuali avvengono sotto l’effetto dell’alcol.
    Il rapporto tra uso di alcol e violenza è dovuto agli effetti di disinibizione, alterazione dei meccanismi di elaborazione delle informazioni, riduzione dell’attenzione. Ma, sempre a causa di questa alterazioni, l’assunzione di alcol aumenta anche il rischio di subire atti di violenza, perché incapaci di interpretare correttamente le situazioni.
  • Il 6.8% di tutte le disabilità che vengono registrate in un anno è attribuibile all’alcol e complessivamente il 10% dei ricoveri è legato all’abuso di alcol.
    Ogni anno in Italia circa 40.000 individui muoiono a causa dell’alcol per cirrosi epatica, tumori, infarto emorragico, suicidi, aborti, omicidi, incidenti in ambiente lavorativo, domestico e incidenti stradali.

È fondamentale evitare l’assunzione concomitante di farmaci che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale (per esempio ansiolitici e antidepressivi).

Effetti dell’alcolismo sui rapporti famigliari

La sofferenza derivante dai problemi legati all’alcol comporta un’alterazione della comunicazione e delle modalità relazionali all’interno della famiglia stessa, nei confronti sia del partner, sia dei figli.  Per i giovani la famiglia è un ambiente di socializzazione particolare, dove l’individuo si forma facendo riferimento alle figure parentali presenti, secondo forme di comunicazione che sono determinanti per il processo di crescita. I problemi alcol-correlati incidono negativamente sulle modalità relazionali e sulla comunicazione, rendendola difficile o interrompendola totalmente.
È molto importante che in famiglia ci sia da parte dei genitori, al di là delle parole, un “esempio educativo” al non uso di alcol e sostanze psicoattive. L’abitudine al consumo eccessivo di bevande alcoliche da parte dei genitori influenza il comportamento dei figli. Infatti, considerando i giovani tra 11 e 17 anni, la percentuale di chi consuma anche in maniera saltuaria o occasionale bevande alcoliche è pari al 26,3%. Percentuale che sale al 32,8% se almeno uno dei genitori fa uso non moderato di bevande alcoliche. (ISTAT – L’Uso e l’Abuso di Alcol in Italia 2006). È opportuno ricordare che il nesso tra le relazioni famigliari deteriorate e i comportamenti alcol-correlati non è determinata, ma piuttosto rappresenta un fattore di rischio.

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Operazione all’avanguardia: cambiato il DNA di un paziente

MEDICINA ONLINE INVASIVITA VIRUS BATTERI FUNGHI PATOGENI MICROBIOLOGIA MICROORGANISMI DNA RNA GENI CROMOSOMI LABORATORIO ANALISI PARETE INFEZIONE ORGANISMO PATOGENESI MICROBIOLOGY WALLPAPERScienziati statunitensi hanno modificato i geni di un paziente direttamente all’interno del suo corpo per cambiarne il DNA in modo permanente con l’obiettivo di curare una malattia. L’esperimento è statoportato a termine il 13 novembre scorso ad Oakland (California) su Brian Madeux, un 44/enne affetto da una rara malattia metabolica, la Sindrome di Hunter, che colpisce meno di 10.000 persone al mondo. Tra 3 mesi se il trattamento è riuscito, nel frattempo la tecnica verrà testata per anche altre malattie, inclusa l’emofilia.

Una nuova tecnica

Su Madeux è stata sperimentata una tecnica chiamata “nucleasi delle dita di zinco”, forbici molecolari che cercano e tagliano uno specifico pezzo di Dna. Le istruzioni per intervenire sul Dna sono poste in un virus che viene alterato per non causare infezioni e per portare le informazioni dentro le cellule. Miliardi di copie di questo vengono iniettate in vena. Il virus viaggia fino al fegato, dove le cellule usano le istruzioni per costruire le “dita di zinco” e preparare il gene correttivo. Le dita tagliano il Dna, permettendo al nuovo gene di inserirsi. Questo poi fa sì che la cellula produca l’enzima che manca al paziente.

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Sindrome post-colecistectomia: conseguenze dell’asportazione della cistifellea

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione Dietologo Roma Sessuologia Psicologia Eiaculazione precoce Erezione Smettere difumare Studio Polispecialistico Endocrinologia DiarreaPrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, ti consiglio di leggere: Cistifellea: cos’è, a cosa serve e dove si trova

La sindrome post colecistectomia si verifica circa nel 14% dei pazienti operati per asportazione della colecisti, per cui è buona norma che il chirurgo ottenga il consenso informato del paziente prima di procedere alla colecistectomia, spiegando quali siano le indicazioni all’intervento e quali le conseguenze che derivano dallo stesso.

Prima iniziare a parlare di tale sindrome, dobbiamo ricordare che la colecisti:

  1. raccoglie la bile durante i periodi tra i pasti;
  2. dismette la bile al termine del pasto, consentendo un’ottimale digestione dei grassi.

Pertanto, la sua rimozione, non è certo scevra da complicanze, tanto più se non si è prima proceduto in alla bonifica della via biliare principale previa sfinterotomia endoscopica del caso. Infatti in questo caso potrebbe contemplarsi l’ipotesi che residui una calcolosi della via biliare principale con conseguente dolore epigastrico, nonostante sia stata operata la colecisti che rappresenta il serbatoio principali di fanghiglia biliare e di calcoli. Ancora si segnala nel paziente colecistectomizzato una sindrome caratterizzata da sensazione di pancia gonfia, digestione lenta e laboriosa, eruttazione acida e nausea, specie se il pasto è stato grasso. Classico esempio ne sia se il paziente ha consumato dei dolci con la panna o le uova: in questo caso un senso di nausea lo pervaderà intensamente.
Il termine “sindrome post-colecistectomia” (SPC) descrive la presenza di sintomi dispeptici dopo la colecistectomia. Questi sintomi possono rappresentare sia la continuazione dei sintomi che si pensava fossero causati dalla colecisti, per esempio dei calcoli o fanghiglia biliare che transita nelle vie biliari, nei soggetti predisposti alla calcolosi, sia lo sviluppo di nuovi sintomi, alcuni dei quali causati proprio dalla rimozione della colecisti. SPC è causata da alterazioni nel flusso biliare dovuto alla perdita della funzione di “serbatoio” della colecisti.

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Conseguenze della sindrome post-colecistectomia

Il primo problema che può insorgere è il continuo flusso di bile dalle vie biliari del fegato nel tratto digerente alto, che può contribuire alla esofagite alcalina da reflusso o alla gastrite cronica alcalina, per azione irritante dei Sali biliari. Il paziente ha un discomfort gastrointestinale e si sveglia con la classica “bocca amara.
La seconda conseguenza è legata al tratto basso dell intestino, dove la presenza di un flusso continuo di sali biliari, ha una funzione catartica, causando una sindrome diarroica specie nel paziente affetto da sindrome del colon irritabile

Cura della sindrome post-colecistectomia

La cura di succitata sindrome deve essere affidata a mani di specialisti esperti; sono indicati dei farmaci per la motilità gastrointestinale, quali il domperidone e la metoclopramide (il vecchio plasil ed il peridon o il motilex), oppure degli antispastici per controllare la diarrea e/o il questran bustine per chelare i sali biliari.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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