Differenza tra colonscopia, rettoscopia, sigmoidoscopia, anoscopia

MEDICINA ONLINE INTESTINO CRASSO ILEO CIECO APPENDICE ASCENDENTE TRASVERSO DISCENDENTE SIGMA RETTO ANO COLONSCOPIA RETTOSCOPIA SIGMOIDOSCOPIA TUMORE ANOSCOPIA.jpgCon “colonscopia” in medicina si intende una procedura diagnostica e terapeutica mediamente invasiva usata per la visione diretta delle pareti interne del grosso intestino (colon). Essendo abbastanza fastidiosa, spesso viene effettuata dopo aver sedato il paziente, specie se quest’ultimo è un soggetto ansioso e/o poco incline alla collaborazione. Per visualizzare l’intestino si utilizza una sottile sonda flessibile – chiamata colonscopio – dotata di mobilità controllabile dall’esterno e munita di telecamera all’apice. Le immagini riprese dalla telecamera del colonscopio sono restituite su un monitor che viene osservato dal medico operatore durante l’esame. Il colonscopio viene inserito previa lubrificazione per via anale e poi fatta risalire a ritroso nel retto e negli altri tratti dell’intestino crasso, per incontrare nell’ordine:

  1. colon sigmoideo o sigma,
  2. colon discendente,
  3. colon trasverso,
  4. colon ascendente,
  5. cieco.

Sigmoidoscopia, rettosigmoidoscopia e rettoscopia

  • La sigmoidoscopia è un particolare tipo di colonscopia che, anziché visualizzare l’intero colon fino al cieco, si limita all’esplorazione endoscopica dell’ano, del retto e del tratto terminale del colon, chiamato sigma o colon sigmoide, posto tra retto e colon discendente (vedi immagine in alto). Proprio per la possibilità di osservare anche il retto, la sigmoioscopia viene anche chiamata “rettosigmoidoscopia“.
  • La rettoscopia è un particolare tipo di colonscopia che, anziché visualizzare l’intero colon fino al cieco, si limita all’esplorazione endoscopica del canale rettale.

Obiettivi della colonscopia

In tutti i tipi di colonscopia il medico non solo può formulare diagnosi basandosi sull’aspetto delle pareti intestinali, ma può anche rimuovere lesioni e/o prelevare in modo indolore frammenti della mucosa (biopsia) sui quali successivamente verranno effettuati esami istologici. Le patologie rilevabili con questa metodica sono molto varie: dalle infiammazioni della parete alla presenza dei diverticoli, dalle turbe della motilità intestinale ai tumori. Una ulteriore caratteristica della colonscopia è quella di permettere l’esecuzione di interventi chirurgici miniinvasivi come l’asportazione di polipi.

Anoscopio

L’anoscopia consiste in un esame diagnostico terapeutico effettuato con un piccolo strumento chiamato anoscopio (detto anche speculum anale) che, inserito nello sfintere anale, permette di osservare direttamente le pareti dell’ano, quindi senza l’uso di telecamera come avviene nella colonscopia. L’anoscopio è una sorta di tubo rigido di forma conica, di solito monouso ed in plastica, di lunghezza di circa 8 cm e diametro tra i 18 ed i 23 millimetri. L’anoscopia viene usata per diagnosticare patologie del canale anale quali le emorroidi, le ragadi anali (fissurazioni della mucosa anale, normalmente localizzate sulla linea mediana), altre fonti di sanguinamento ano-rettale, proctiti, lesioni polipoidi, orifizi di fistole ano-rettali con eventuali secrezioni, ed il cancro anale. L’anoscopia può essere usato anche per effettuare biopsie e piccoli interventi ambulatoriali.

Proctoscopio e rettoscopio

Nei casi in cui è necessario visualizzare anche un tratto del retto, possono essere utilizzati strumenti diversi dall’anoscopio, quali il proctoscopio o il rettoscopio, che differiscono dall’anoscopio per la possibilità di insufflare aria per distendere il viscere e per la lunghezza dello strumento che è maggiore (il proctoscopio ha lunghezza di 13 cm circa; il rettoscopio 25 cm circa).

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Tè nero e tè verde aiutano a perdere peso

MEDICINA ONLINE DIETA FIBRA VERDURA GRASSI ZUCCHERI PROTEINE GONFIORE ADDOMINALE MANGIARE CIBO COLAZIONE MERENDA PRANZO DIMAGRIRE PANCIA PESO MASSA BILANCIA COLON INTESTINO DIGESTIONE STOMACO CALORIE METABOLISMO FIANCHIUn recente studio della University of California Los Angeles, pubblicata su European Journal of Nutrition ha confermato che il tè nero, come quello verde, aiuta a perdere  peso e porta anche altri benefici alla salute, merito del fatto che modifica i batteri nell’intestino, aumentando il metabolismo dell’energia a livello del fegato. Secondo gli studiosi sia il tè verde che quello nero promuovono a livello intestinale la presenza di batteri associati alla massa corporea magra, facendo diminuire quelli legati all’obesità e modificano anche il metabolismo ma in due modi differenti.

Nel tè verde i polifenoli, sostanze note per la loro azione positiva sulla salute, vengono assorbiti, mentre nel tè nero sono troppo grandi perché ciò accada, perciò avviene un meccanismo che stimola la crescita di batteri intestinali e la formazione di acidi grassi a catena corta, legati al metabolismo dell’energia. “I risultati suggeriscono che il tè verde e quello nero sono prebiotici, cioè sostanze che inducono la crescita di microrganismi buoni che contribuiscono al benessere”, evidenzia Susanne Henning, che ha guidato lo studio.

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Appendicectomia durata, tecnica, rischi, postoperatorio, convalescenza

MEDICINA ONLINE APPENDICE VERMIFORME APPENDICECTOMIA DURATA TECNICA RISCHI CONVALESCENZA ANESTESIA CHIRURGIA OPERAZIONE POST OPERATORIO MORTE.jpgCon appendicectomia in medicina si intende l’asportazione chirurgica dell’appendice vermiforme, che può avvenire tramite la chirurgia “open” (più invasiva) o mediante la più Continua a leggere

Appendice vermiforme: posizione, anatomia e funzione originaria

MEDICINA ONLINE INTESTINO COLON TENUE CRASSO APPENDICE TRASVERSO ASCENDENTE DISCENDENTE RETTO ANO COLECISTI STOMACO DUODENO ILEO PARALITICO ADINAMICO MECCANICO OSTRUZIONE OCCLUSIONE SUBOL’appendice vermiformeappendice cecale, comunemente chiamata solo “appendice” è una struttura anatomica tubulare facente parte dell’intestino crasso, che appartiene al segmento prossimale noto come cieco.

Appendice vermiforme: funzione originaria

L’appendice vermiforme a cosa serve, perché esiste? Non c’è una risposta precisa a tali domande, pur essendo noto a tutti che si può vivere dopo la sua asportazione (appendicectomia). Essa non sembra avere attualmente alcuna funzione precisa all’interno del nostro organismo: è un tipico esempio di vestigia filogenetica del corpo umano. Sono considerate “vestigia” tutti quegli elementi di un organismo che in esso persistono, ma che hanno perso del tutto la funzionalità che invece avevano in un antenato (vestigia filogenetico, l’appendice appunto) o nell’embrione (vestigia ontogenico, ad esempio l’ombelico). L’appendice sarebbe quindi il rimasuglio di antenato dell’uomo, una parte dell’intestino che prima era utile – forse a scopi digestivi – e che a noi sarebbe stata tramandata priva della sua funzione, ridotta ad un moncherino, per via di mutate condizioni, forse relative all’alimentazione ed alla digestione. Un’altra tesi spiega come l’appendice sia un organo linfoide, e la sua funzione, teoricamente, sarebbe quella di elaborare gli antigeni di microorganismi intestinali, permettendo quindi lo sviluppo di anticorpi specifici
Un’ipotesi decisamente affascinante è stata avanzata da un gruppo di ricercatori sulla rivista The Journal of Theoretical Biology. Secondo loro l’appendice potrebbe essere un rifugio per batteri. Nel nostro intestino abitano innumerevoli batteri e sono utilissimi, anzi fondamentali per la corretta digestione dei cibo, L’intestino però è anche un ambiente difficile: un’infezione o un altro problema può portare ad attacchi di dissenteria, che impoveriscono gravemente la cosiddetta flora intestinale. Proprio in queste circostanze l’appendice potrebbe servire da riparo ai batteri utili: una sorta di Arca di Noè per microrganismi con cui ripopolare l’ambiente una volta passata l’emergenza. Alcuni studi sembrerebbero dimostrare questa tesi: le persone che sono prive di appendice tendono infatti ad ammalarsi con maggiore frequenza ed anche a metterci più tempo a riprendersi da una malattia enterica.

Posizione dell’appendice

L’appendice nell’uomo è posta sotto la valvola ileo-cecale, nella superficie dell’intestino cieco, nel quadrante inferiore destro dell’addome (più precisamente a livello della fossa iliaca destra).

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Cenni anatomici

L’appandice vermiforme ha la forma di un piccolo tubo cilindrico lungo dai 5 ai 9 cm e largo 7 mm. Risulta più lunga nei bambini e può atrofizzarsi con l’invecchiamento. L’appendice costituisce un prolungamento dell’intestino crasso, posizionata in vari modi, a seconda dei quali è definita discendente o ascendente e interna o esterna. La posizione più comune è quella verso il basso lungo la linea mediana del corpo ma anche le altre disposizioni sono riscontrabili in numerosi individui (pelvica, retrociecale, sottoepatica, iliaca sinistra). L’estrema variabilità della posizione dell’appendice è dovuta in genere a malposizioni del cieco risalenti allo sviluppo embrionale. L’appendice è composta, dall’esterno verso l’interno, da: rivestimento esterno sieroso, tonaca muscolare, tonaca sottomucosa e tonaca mucosa. In posizione esterna e trasversalmente ad essa è presente il mesenteriolo, costituito da una piega peritonealetriangolare contenente i vasi sanguigni, i nervi e i vasi linfatici dell’appendice. L’appendice è fissata di solito al mesentere posteriormente all’estremità inferiore dell’ileo, la sua mobilità a volte è limitata dalla brevità del mesenteriolo. L’appendice è costituita da tessuto linfatico con funzione di filtro, non più in grado di assorbire i nutrienti, per questo è detta a volte la “tonsilla addominale”. Proprio l’azione di filtro può causarne a volte l’infiammazione (appendicite) che, quando è acuta, rende necessaria la sua asportazione chirurgica (appendicectomia). All’interno della sottomucosa sono presenti anche le Cripte di Lieberkühn.

Punti appendicolari

Sono stati proposti vari punti la cui dolorabilità alla pressione è indicativa di patologia dell’appendice (quasi sempre infiammazione). Il più noto e usato è il punto di McBurney, situato sulla linea spino-ombelicale destra — ossia la linea che congiunge la spina iliaca anteriore superiore destra all’ombelico — all’unione fra il terzo esterno e il terzo medio della stessa (cioè a 2/3 della linea spino-ombelicale destra tracciata a partire dall’ombelico), secondo altri autori a metà della suddetta linea (quindi più medialmente)

Altri punti e segni appendicolari usati in medicina per individuare patologie a carico dell’appendice vermiforme, sono:

  • punto di Morris: che si trova sulla linea spino-ombelicale destra (la stessa usata per il punto di McBurney), a 4 cm dall’ombelico;
  • punto di Munro (o di Sonnenburg): sulla stessa linea spino-ombelicale destra ma ancora più medialmente, all’incrocio con la linea parasternale destra;
  • punto di Lanz: all’unione fra il terzo laterale destro e il terzo medio della linea bis-iliaca (cioè sulla linea che congiunge le due spine iliache anteriori superiori, a 1/3 della lunghezza della stessa a partire dalla spina iliaca di destra);
  • punto di Clado: sempre sulla linea bis-iliaca ma all’incrocio con la linea parasternale destra;
  • punto di Jalaguier: a metà della linea spino-pubica di destra (la linea che congiunge la spina iliaca anteriore superiore destra alla sinfisi pubica);
  • segno di Aazon: comprimendo in sede appendicolare compare dolore epigastrico;
  • segno di Bastedo: insufflando aria nel colon compare dolore alla fossa iliaca destra.

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Manovra e segno di Rovsing positivo o negativo: cos’è e cosa indica

MEDICINA ONLINE MANOVRA SEGNO ROVSING SIGN BILIRUBINA EMOLITICO COLESTATICO OSTRUTTIVO NEONATALE SIGNIFICATO CISTIFELLEA SCLERA COLECISTI BILE CISTICO COLEDOCO COMUNE FEGATO PANCREAS DULa manovra di Rovsing è una manovra utilizzata in semeiotica medica per indagare la presenza di un dolore addominale e di una patologia. La sua positività indica la probabile presenza di appendicite acuta. Il dolore trafittivo si manifesta in seguito a pressione nella fossa iliaca sinistra (quadrante inferiore sinistra); in caso di presenza di rene a ferro di cavallo si ha la comparsa di dolore paraombelicale con la distensione del rachide.

Come si esegue la manovra di Rovsing

Per eseguire la manovra di Rovsing, seguire i seguenti step:

  1. il paziente deve essere steso e supino (con la pancia in alto);
  2. il medico, con le dita e il palmo della mano, esercita una pressione sull’addome a livello della fossa iliaca sinistra;
  3. la mano viene spostata progressivamente verso l’alto a comprimere il colon discendente;
  4. se la manovra evoca dolore nella fossa iliaca destra, il segno di Rovsing si dice positivo ed è un segno di probabile appendicite acuta.

Cosa indica il segno di Rovsing positivo?

Come appena ricordato, il segno di Rovsing positivo è indice della probabile presenza di appendicite acuta, a tal proposito leggi anche: Appendicite acuta e cronica: cause, sintomi e terapie

Il segno di Rovsing è sufficiente per fare diagnosi?

No. Come sovente accade in semeiotica, il segno di Rovsing positivo rappresenta una indicazione di diagnosi e NON è sufficiente da solo per fare alcuna diagnosi precisa: quest’ultima va infatti indagata proseguendo con esami diagnostici di laboratorio (esami ematochimici) e di diagnostica per immagini (ecografia, RX…) che possono evitare falsi positivi e negativi.

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Manovra e segno dello psoas positivo o negativo: cos’è e cosa indica

MEDICINA ONLINE MANOVRA SEGNO PSOAS SIGN ITTERO BILIRUBINA EMOLITICO COLESTATICO OSTRUTTIVO NEONATALE SIGNIFICATO CISTIFELLEA SCLERA  COLECISTI BILE CISTICO COLEDOCO COMUNE FEGATO PANCREAS DUODENO DIGESTIONE DIGERENTE.jpgLa manovra dello psoas è una manovra utilizzata in semeiotica medica per indagare la presenza di un dolore addominale. La sua positività indica una possibile appendicite acuta.

Come si esegue la manovra dello psoas

La manovra dello psoas si esegue tramite questi step:

  1. il paziente è steso e supino (con la pancia in alto);
  2. il medico, con le dita e il palmo della mano, esercita una pressione sull’addome a livello della fossa iliaca destra;
  3. contemporaneamente viene sollevato l’arto del paziente, a ginocchio rigido;
  4. questa manovra comporta la contrazione del muscolo psoas che a sua volta preme sul cieco e sull’appendice: in presenza di appendicite tale manovra suscita dolore.

Cosa indica il segno dello psoas positivo?

Come prima ricordato, il segno dello psoas positivo è indice della probabile presenza di appendicite acuta, a tal proposito leggi anche: Appendicite acuta e cronica: cause, sintomi e terapie

Il segno dello psoas è sufficiente per fare diagnosi?

Se il segno dello psoas è positivo, la persona ha sicuramente l’appendicite? No. Come sovente accade in semeiotica, il segno dello psoas positivo rappresenta una indicazione di diagnosi e NON è sufficiente da solo per fare alcuna diagnosi precisa: quest’ultima va infatti indagata proseguendo con esami diagnostici di laboratorio (esami ematochimici) e di diagnostica per immagini (ecografia, RX…) che possono evitare falsi positivi e negativi.

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Punto di Morris, Munro, Lanz, Clado, Jalaguier e gli altri punti indicanti appendicite

MEDICINA ONLINE Appendicite Punto di McBurney DOLORE 4 QUADRANTI SETTORI 9 REGIONI ADDOMINALI SEMEIOTICA ANATOMIA TOPOGRAFICA ORGANI CONTENUTI IPOCONTRIO FIANCO DESTRO SINISTRO IMMAGINI FOSSA ILIACA LINEA SOTTOCOSTALEIn semeiotica medica sono conosciuti vari punti addominali, la cui dolorabilità alla palpazione ed alla pressione è più o meno indicativa di appendicopatia, spesso appendicite (infiammazione dell’appendice vermiforme). Il più noto e usato tra tali punti è il punto di McBurney, situato sulla linea spino-ombelicale destra — ossia la linea che congiunge la spina iliaca anteriore superiore destra all’ombelico — all’unione fra il terzo esterno e il terzo medio della stessa (cioè a 2/3 della linea spino-ombelicale destra tracciata a partire dall’ombelico), secondo altri autori a metà della suddetta linea (quindi più medialmente). Per chiarire la posizione del punto di McBurney, osserva l’immagine in alto.

Altri punti e segni appendicolari usati in medicina per individuare patologie a carico dell’appendice vermiforme, sono:

  • punto di Morris: che si trova sulla linea spino-ombelicale destra (la stessa usata per il punto di McBurney), a 4 cm dall’ombelico;
  • punto di Munro (o di Sonnenburg): sulla stessa linea spino-ombelicale destra ma ancora più medialmente, all’incrocio con la linea parasternale destra;
  • punto di Lanz: all’unione fra il terzo laterale destro e il terzo medio della linea bis-iliaca (cioè sulla linea che congiunge le due spine iliache anteriori superiori, a 1/3 della lunghezza della stessa a partire dalla spina iliaca di destra);
  • punto di Clado: sempre sulla linea bis-iliaca ma all’incrocio con la linea parasternale destra;
  • punto di Jalaguier: a metà della linea spino-pubica di destra (la linea che congiunge la spina iliaca anteriore superiore destra alla sinfisi pubica);
  • segno di Aazon: comprimendo in sede appendicolare compare dolore epigastrico;
  • segno di Bastedo: insufflando aria nel colon compare dolore alla fossa iliaca destra.

I punti di Brun (o gluteo), di Neirotti, di Campanacci e di Honck sono tutti posteriori e indicativi di un’appendice in posizione retrocecale fissa. Il punto di Campanacci, in particolare, si trova nella regione dorsale, all’ultimo spazio intercostale destro, tra ascellare posteriore posteriore ed angolare della scapola (nella appendicite retrocecale).

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Punto di McBurney e segno positivo nell’appendicite

MEDICINA ONLINE Appendicite Punto di McBurney DOLORE 4 QUADRANTI SETTORI 9 REGIONI ADDOMINALI SEMEIOTICA ANATOMIA TOPOGRAFICA ORGANI CONTENUTI IPOCONTRIO FIANCO DESTRO SINISTRO IMMAGINIIl punto di McBurney è un punto di repere usato in medicina e semeiotica nell’esame obiettivo dell’addome. Tale punto è situato a livello del primo terzo della linea che idealmente congiunge la spina iliaca anteriore superiore destra e l’ombelico (vedi foto).

Se la tale punto viene premuto e ciò evoca dolore nel paziente, si parla di punto di McBurney positivo e ciò può far sospettare una patologia del colon, in particolare un’appendicite acuta.

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