Meningite: contagio, sintomi, vaccino, gravità e profilassi

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE FECI URINE GLICEMIA ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MLa meningite è un’infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello ed il midollo spinale: di solito è causata da batteri o virus, ma può anche essere provocata da particolari farmaci o malattie.

I sintomi più comuni, che possono apparire tutti o solo in parte e possono manifestarsi in qualsiasi ordine, sono i seguenti:

  • febbre alta,
  • sensazione di malessere,
  • mal di testa,
  • collo rigido,
  • fastidio provocato dall’esposizione alla luce,
  • grave sonnolenza e letargia,
  • convulsioni.

Tutta la popolazione, di qualsiasi età, può ammalarsi di meningite, ma poiché può diffondersi facilmente tra le persone che vivono a stretto contatto in ambienti chiusi le persone spesso più a rischio sono gli adolescenti, gli studenti e gli universitari.

  • La meningite batterica è rara, ma nella maggior parte dei casi è molto grave e può mettere in pericolo la vita del paziente se non viene curata immediatamente.
  • La meningite virale, anche nota come meningite asettica, è abbastanza comune e molto meno grave. Spesso non viene diagnosticata perché i suoi sintomi possono essere simili a quelli di una normale influenza.

Le principali cause di infezione sono:

Contagiosità Profilassi Vaccino
Batteriche
Neisseria meningitidis (meningococco) Sì*
Streptococcus pneumoniae (pneumococco) No
Haemophilus influenzae tipo b
Virali No No

Legenda:

  • Contagiosità: Tutti i microrganismi causa di meningite possono essere trasmessi ad altri soggetti, ma questo non significa che si sviluppi per forza la malattia.
  • Profilassi: Solo per alcune forme di procede al trattamento preventivo di soggetti venuti a contatto con pazienti colpiti dall’infezione, in altri casi non è necessario.
  • Sono disponibili i vaccini per tutte le forme batteriche, non per le forme virali; per quanto riguarda il meningococco in Italia sono disponibili:
    • vaccinazione contro Neisseria meningitidis C
    • vaccinazione contro Neisseria meningitidis B
    • vaccinazione quadrivalente contro il meningococco A-C-Y-W135

Se la prevenzione e la diagnosi vengono effettuate in tempo la meningite può essere curata con efficacia; è quindi importante sottoporsi alle vaccinazioni di routine e conoscere i sintomi della meningite, se avete il sospetto di esservi ammalato recatevi dal medico il prima possibile.

Relativamente ai recenti casi di meningite l’Istituto Superiore di Sanità ha predisposto un utile riepilogo degli aspetti importanti da conoscere:

  • Il microrganismo più aggressivo in grado di causare la malattia è il meningococco di tipo C, che insieme al B è il responsabile della maggior parte dei casi sia in Italia che in Europa.
  • I bambini piccoli e gli adolescenti sono la fascia di popolazione a maggior rischio di contrarre l’infezione. Il tipo B colpisce invece prevalentemente i bambini al di sotto dell’anno di età.
  • Come scritto sopra esistono tre tipi di vaccino anti-meningococco:
    • il vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC);
    • il vaccino coniugato tetravalente, utile verso i tipi A, C, W e Y;
    • il vaccino contro il tipo B, che protegge solo e soltanto da questo.
  • L’offerta vaccinale cambia leggermente da una Regione all’altra, anche se a breve con il nuovo piano vaccinale si cercherà di renderla più omogena; si raccomanda comunque di fare riferimento al pediatra o al proprio medico per qualsiasi informazione.
  • Per gli adulti la vaccinazione non è di norma raccomandata, salvo in caso di fattori di rischio (zone a rischio, alcune malattie come la talassemia, diabete, malattie epatiche croniche gravi, immunodeficienze congenite o acquisite, …). Chi vuole può comunque ricorrere alla vaccinazione rivolgendosi alla propria ASL o facendosi prescrivere il vaccino dal proprio medico di base. Fatta eccezione della Toscana, la vaccinazione negli adulti è a pagamento.

Segnaliamo inoltre che il Ministero della Salute ha chiarito che non ci sono specifiche raccomandazioni di prevenzione per coloro che si recano nelle aree maggiormente interessate dai casi di Meningococco C, per viaggi di lavoro o soggiorni turistici.

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Cause

Molti dei batteri e dei virus che provocano la meningite sono abbastanza comuni e di solito sono collegati ad altre malattie molto diffuse. I batteri e i virus che infettano la pelle, l’apparato urinario, digerente o respiratorio possono diffondersi dal sangue fino alle meningi attraverso il liquido cerebro-spinale, il liquido che circola all’interno del midollo spinale.

In alcuni casi di meningite batterica i batteri si diffondono nelle meningi a causa di un grave trauma alla testa o di una grave infezione locale, come ad esempio un’infezione dell’orecchio (otite media) o dei seni nasali (sinusite).

Esistono molti tipi diversi di batteri in grado di provocare la meningite batterica:

  • nei neonati le cause più comuni sono gli steptococchi del gruppo B, l’Escherichia coli e la Listeria monocytogenes.
  • Nei bambini più grandi e negli adulti le cause più frequenti sono lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e la Neisseria meningitidis (meningococco).

Anche l’Haemophilus influenza di tipo b (Hib) è in grado di provocare la malattia, ma poiché praticamente quasi tutta la popolazione ha sviluppato difese immunitarie contro di esso questi casi sono più rari che in passato.

Analogamente la meningite virale può essere provocata da molti virus diversi, come ad esempio gli enterovirus (i coxsackievirus, i poliovirus, il virus dell’epatite A, ecc) e l’herpesvirus.

Sintomi

Riconoscere la malattia

  1. Il mal di testa è il sintomo caratteristico della malattia, colpisce infatti il 90% degli adulti ed è il sintomo di esordio più comune.
  2. A seguire la rigidità del collo, intesa come incapacità di flettere passivamente il collo in avanti, a causa di una severa rigidità muscolare (70% dei casi in età adulta).
  3. Il terzo sintomo caratteristico è infine l’alterazione dello stato mentale.

Tutti e tre i sintomi si rilevano solo nel 40-50% di tutti i casi di meningite batterica, ma se nessuno dei tre segni è presente, la meningite è estremamente improbabile. (Fonte: The rational clinical examination. Does this adult patient have acute meningitis?)

Incubazione

ll tempo può variare a seconda della causa dell’infezione (quale virus o quale batterio):

  • M. virale: varia da tre a sei giorni
  • M. batterica: varia dai 3 ai 10 giorni

La malattia è contagiosa soltanto durante la fase acuta, ossia la fase in cui sono presenti sintomi.

Sintomi precoci

I primi sintomi che possono preannunciare lo sviluppo di meningite sono (Fonte: Thompson M, Ninis N, Perera R et al. Clinical recognition of meningococcal disease in children and adolescents. The Lancet 2006; DOI: 10.1016/S0140-6736(06)67932-4):

  • dolori alle gambe,
  • mani e piedi freddi,
  • colorito anormale.

Descrizione estesa

I sintomi tradizionalmente conosciuti tendono invece a svilupparsi in una fase avanzata della patologia (da 13 a 22 ore dal contagio), mentre i precedenti sintomi si manifestano nelle prime 8 ore dal contagio.

I sintomi classici della meningite sono diversificati e dipendono sia dall’età del malato sia dalla causa dell’infezione. Poiché in entrambi i tipi possono presentare sintomi parainfluenzali simili, soprattutto nelle prime fasi della malattia, e poiché la meningite batterica può diventare molto grave, è importante diagnosticare velocemente l’infezione.

I primi sintomi possono presentarsi all’improvviso oppure più lentamente dopo alcuni giorni di raffreddore, naso che cola, diarrea, vomito o altri sintomi di infezione.

Tra i più frequenti e caratteristici troviamo:

  • febbre,
  • letargia (stato di coscienza ridotta),
  • irritabilità,
  • mal di testa,
  • fotofobia (sensibilità degli occhi alla luce),
  • torcicollo,
  • eruzioni cutanee,
  • convulsioni.

I neonati affetti da meningite potrebbero non avere questi sintomi, ma potrebbero semplicemente essere molto irritabili, letargici, o avere la febbre. Potrebbero essere difficili da calmare, anche se li si prende in braccio e li si culla.

Tra gli altri sintomi della meningite nei neonati troviamo:

  • itterizia (colorito giallastro della pelle),
  • rigidità del corpo e del collo (torcicollo),
  • febbre, oppure temperatura minore del solito,
  • appetito insufficiente,
  • poppate più deboli del solito,
  • pianto dai toni molto acuti,
  • sporgenza della fontanella (il punto non ancora ossificato che si trova sulla parte anteriore alta del cranio del bambino).

La meningite virale tende a provocare sintomi parainfluenzali, come la febbre e il raffreddore, e può essere talmente lieve da passare inosservata anche per il medico. La maggior parte dei casi di meningite virale guarisce completamente entro 7-10 giorni, senza alcuna complicazione o terapia.

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Quando chiamare il medico

La meningite può uccidere in poche ore, è quindi bene rivolgersi rapidamente al medico in caso di dubbi e di presenza di sintomi come:

  • vomito,
  • mal di testa,
  • letargia,
  • confusione,
  • rigidità del collo,
  • eruzioni cutanee,
  • febbre.

I neonati che hanno la febbre, sono irritabili o letargici e hanno poco appetito dovrebbero essere visitati da un medico il prima possibile.

Se vostro siete entrati in contatto con qualcuno ammalato di meningite chiamate il medico per sapere se è consigliabile una terapia preventiva.

Trasmissione

La maggior parte dei casi di meningite, sia virale sia batterica, deriva da infezioni contagiose che si diffondono attraverso le minuscole gocce di liquidi provenienti dalla gola e dal naso di una persona infetta. Le goccioline possono essere trasportate dall’aria quando la persona tossisce, ride, parla o starnutisce. Poi possono infettare le altre persone che le respirano oppure che, dopo averle toccate, portano le mani al naso o alla bocca.

L’infezione si trasmette anche condividendo alimenti, bicchieri, stoviglie, fazzoletti o asciugamani con una persona infetta. Alcuni agenti infettivi si possono diffondere attraverso le feci, quindi chi entra in contatto con le feci, ad esempio un bambino non abituato a lavarsi le mani, può contrarre l’infezione.

Nella maggior parte dei casi l’infezione si diffonde tra persone che vivono a stretto contatto, ad esempio tra coloro che vivono vive nella stessa casa oppure si espongono all’agente infettivo baciando la persona infetta o condividendo bicchieri e stoviglie. Il contatto casuale a scuola o sul posto di lavoro con una persona infetta di solito non trasmetterà l’agente infettivo.

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Pericoli

Alcuni pazienti che sono stati colpiti dalla meningite potrebbe dover rimanere sotto controllo medico per più tempo: tra i problemi più frequenti provocati dalla meningite batterica troviamo difetti dell’udito ed infatti spesso vengono eseguiti esami specifici terminato il ricovero.

Le complicazioni della meningite batterica possono essere gravi e comprendono problemi neurogici come ad esempio:

  • sordità,
  • problemi di vista,
  • convulsioni,
  • disabilità intellettive.

Anche il cuore, i reni e le ghiandole surrenali potrebbero essere colpiti. Alcuni bambini sviluppano problemi neurologici che durano per tutta la vita, però nella maggior parte dei malati la patologia viene diagnosticata e curata in tempo e guarisce completamente.

In alcuni rari casi la malattia ha esito fatale, con maggior frequenza nei neonati e nelle persone anziane.

Cura e terapia

Poiché la meningite batterica può essere molto grave, se avete il sospetto che voi o vostro figlio abbiate una qualsiasi forma di meningite è importante andare dal medico il prima possibile.

Se anche il medico sospetta un caso di meningite vi prescriverà degli esami di laboratorio che lo aiuteranno a formulare una diagnosi corretta. Probabilmente tra questi esami ci sarà anche una puntura lombare (rachicentesi) che preleverà un campione di liquido cerebro-spinale. Quest’esame metterà in luce qualsiasi sintomo di infiammazione e dirà se è un virus oppure un batterio a causare l’infezione.

Il bambino affetto da meningite virale può essere ricoverato in ospedale, però ad alcuni bambini viene dato il permesso di stare a casa, se i sintomi non sono troppo gravi. La terapia per alleviare i sintomi comprende riposo, adeguata assunzione di liquidi e analgesici da banco.

Se viene diagnosticata (o anche solo sospettata) una meningite batterica i medici inizieranno il prima possibile a somministrare antibiotici per via endovenosa. Possono essere somministrati liquidi per sostituire quelli persi con la febbre, la sudorazione, il vomito e lo scarso appetito; i corticosteroidi (cortisone) possono contribuire a ridurre l’infiammazione delle meningi, a seconda della causa della malattia.

Per le complicazioni della meningite batterica può essere necessaria una terapia aggiuntiva. Ad esempio, potrebbero essere somministrati farmaci anticonvulsanti per curare le convulsioni. Se il paziente si trova in una situazione di shock o di ipotensione (pressione bassa) possono essere somministrati ulteriori liquidi per endovena e farmaci in grado di aumentare la pressione sanguigna. Per alcuni potrebbe essere necessaria l’ossigenazione o la ventilazione meccanica se hanno difficoltà respiratorie.

Prevenzione

I vaccini di routine possono essere molto utili per la prevenzione della meningite. I vaccini contro l’influenza, il morbillo, la parotite, la poliomelite, il meningococco e lo pneumococco possono difendere l’organismo dalla meningite causata da questi microrganismi. Alcuni bambini più a rischio dovrebbero anche essere vaccinati contro certi altri tipi di pneumococco.

Alcuni medici attualmente consigliano di far vaccinare i bambini undicenni contro l’affezione meningococcica, un’infezione batterica molto grave che può causare la meningite. Il vaccino è noto come vaccino quadrivalente contro la meningite. Anche i bambini di età superiore agli 11 anni che non sono ancora stati vaccinati dovrebbero farsi vaccinare, soprattutto se vanno a scuola, in collegio, in campeggio o in altre strutture in cui vivono a stretto contatto con altre persone. Il vaccino può anche essere consigliato per le persone che si recano in paesi in cui la meningite è più diffusa.

Molti dei batteri e dei virus responsabili della meningite sono abbastanza comuni. Una buona igiene è importante per prevenire qualsiasi infezione. Raccomandate ai bambini di lavarsi le mani accuratamente e con frequenza, soprattutto prima di mangiare e dopo essere andati in bagno. Anche evitando il contatto ravvicinato con le persone malate e la condivisione di alimenti, bevande o stoviglie si  può contribuire ad arrestare la diffusione dei batteri responsabili.

Più in generale è possibile consigliare di:

  1. Evitare luoghi affollati
  2. Attenersi alle comuni norme igieniche
  3. Le persone venute a contatto con un malato, essendo fortemente a rischio, devono essere trattare con un’adeguata profilassi antibiotica
  4. Vaccinazione: I 3 vaccini disponibili rappresentano la migliore arma di prevenzione attualmente disponibile, i cui benefici durano tutta la vita.

E’ bene infine ricordare che, anche somministrando tutti i vaccini disponibili per le diverse forme di meningite (in Italia sono disponibili contro l’Emofilo, lo Pneumococco e contro il Meningococco in tutte le sue forme), non è possibile acquisire un’immunità completa per questa malattia, perchè non sono disponibili i vaccini per le forme meno comuni; è bene in ultima analisi affrontare il discorso con il pediatra/medico per valutare il rapporto rischio beneficio ad personam.

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Meningite batterica e virale: sintomi, profilassi, cura e vaccini

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MENINGITE BATTERICA VIRALE SINTOMI CURA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg

Charlotte Cleverley-Bisman sviluppò una grave meningite meningococcica e il rash petecchiale progredì alla gangrena così da rendere necessaria l’amputazione. È comunque sopravvissuta alla malattia ed è diventata un simbolo della campagna di vaccinazione per la meningite in Nuova Zelanda

La meningite è una patologia caratterizzata da infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale. A provocarla possono essere vari patogeni, soprattutto batteri, virus, anche funghi. In alcuni casi la meningite può anche avere cause non infettive. In genere le forme batteriche sono le più gravi e sono portate da tre specie di batteri:

  • Haemophilus influenzae di tipo B (HiB);
  • Streptococcus o Diplococcus pneumoniae (pneumococco);
  • Neisseria meningitidis (meningococco).

E’ il meningococco il responsabile dei casi di epidemia. Ne esistono cinque ceppi capaci di provocare malattie pericolose: i sierotipi A, B, C, Y, W135. In Europa e USA si registrano casi da meningococco B e C.

Quanto è diffusa la meningite in Italia?
In Italia si registrano circa 900 casi di meningite batterica all’anno. Un terzo circa sono attribuibili al meningococco e un’analoga percentuale è causata dallo pneumococco. I casi residui sono dovuti a batteri diversi (stafilococchi, streptococchi, listeria, micobatteri, escherichia coli) oppure non è stato possibile identificare una causa precisa. È stato solo a partire dal 1994 che il Ministero della Salute ha implementato un sistema di sorveglianza nazionale per ottenere dati sull’incidenza delle meningiti batteriche e i loro agenti causali. Come conseguenza vi è stato un incremento notevole, di anno in anno, della segnalazione di casi di meningite e in particolare di meningiti sostenute da Haemophilus influenzae di tipo b (Hib), con il raggiungimento di un picco, nel 1999, di 1 057 casi di meningite, poi ridottosi negli anni successivi grazie al diffondersi della vaccinazione contro Hib, destinata ai bambini nel primo anno di vita. La meningite da meningococco in Italia ha un’incidenza minore rispetto al resto d’Europa: circa 200–300 casi/anno (3–5 casi/milione di abitanti contro una media europea di 12 casi/milione). La maggior parte dei casi di malattia da meningococco sono causati da sierogruppi B e C.

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Come avviene il contagio?
Il batterio si può annidare nelle mucose del distretto naso-faringeo, nella maggior parte dei casi senza dare sintomi (si stima che fino al 30% della popolazione sia portatrice inconsapevole di meningococco), e può essere trasmesso da una persona all’altra per via aerea, ma a distanza ravvicinata, soprattutto in luoghi chiusi e affollati, dato che non sopravvive a lungo fuori dall’organismo umano. Dalle prime vie aeree, il patogeno può poi raggiungere le meningi attraverso il sistema circolatorio.

Quali sono le cause non infettive di meningite?
La meningite si può verificare anche come risultato di diverse cause non infettive, come la diffusione alle meningi di neoplasie o l’assunzione di alcuni farmaci, per lo più antinfiammatori FANS, antibiotici e immunoglobuline per via endovenosa. Può anche essere causata da diverse condizioni infiammatorie come la sarcoidosi, che in tal caso prende il nome di neurosarcoidosi, malattie del tessuto connettivo, come il lupus eritematoso sistemico, e alcune forme di vasculite (infiammazione della parete dei vasi sanguigni) come la Sindrome di Behçet. Cisti epidermoidi e cisti dermoidi possono causare meningite rilasciando materiale nello spazio subaracnoideo. La meningite di Mollaret è una sindrome caratterizzata da episodi ricorrenti di meningite asettica. Raramente l’emicrania può essere causa di meningite e tale diagnosi può essere fatta solo quando le altre possibili cause sono state scartate. Infine vi sono alcune procedure mediche invasive che possono associarsi a complicanza meningitica, fra cui le tecniche di anestesia spinale e peridurale e gli interventi neurochirugici.

Come si riconosce la meningite?
I segni e sintomi possono essere facilmente confusi con quelli di una banale influenza, specie nelle prime ore. In seguito negli adulti si può manifestare con la letargia, l’irritabilità, la fotofobia, il torcicollo, la presenza di eruzioni cutanee e le convulsioni. Nei bambini molto piccoli con irritabilità, febbre o al contrario temperatura bassa, rigidità del corpo e del collo, pianto acuto. È sempre essenziale rivolgersi tempestivamente al medico. Dopo 20-36 ore i sintomi sono gravi: convulsioni, perdita di conoscenza, macchie sul corpo.

Diagnosi con esami di laboratorio e strumentali
Se si sospetta un caso di meningite, vengono immediatamente effettuati gli esami del sangue per la ricerca dei marcatori di infiammazione (ad esempio, la proteina C reattiva e la formula leucocitaria), così come la coltura. L’esame più importante per individuare o escludere la meningite è l’analisi del liquido cerebrospinale, ottenuto attraverso la puntura lombare, tuttavia, la puntura lombare è controindicata se vi è una massa nel cervello (tumore o ascesso) o se la pressione intracranica risulta elevata, in quanto può essera causa di un’ernia cerebrale. Se un individuo è a rischio per ipertensione intracranica, che si riscontra nel 45% di tutti i casi negli adulti, l’esecuzione di una tomografia computerizzata (TC) o di una risonanza magnetica (RM) è raccomandata prima della puntura lombare. Se si rileva la necessità di eseguire una TC o una RM prima della puntura lombare o se quest’ultima si dimostra di difficile esecuzione, le linee guida suggeriscono la somministrazione precoce di antibiotici per evitare ritardi nel trattamento, soprattutto se l’attesa per la TC o la RM è superiore a 30 minuti. Spesso la TC o la RM vengono eseguite in una fase successiva per valutare le complicazioni della meningite e per escludere la presenza di focolai ascessuali, ventricoliti, ependimiti ed empiemi. Nelle forme gravi di meningite, il monitoraggio degli elettroliti del sangue può essere importante. Ad esempio, l’iponatriemia è comune in caso di meningite batterica, a causa di una combinazione di fattori, tra cui la disidratazione, l’escrezione inadeguata dell’ormone antidiuretico o per l’eccessiva somministrazione di liquidi per via endovenosa

Quanto è grave?
Secondo l’Istituto Superiore della Sanità ancora oggi la meningite da meningococco provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti, ammesso che le cure siano tempestive e adeguate; altrimenti arriva quasi al 50%. In un terzo dei casi si sopravvive con complicanze serie, spesso a carico di vista, udito, del sistema neuro-motorio, degli arti.

Quanto è diffusa?
Le categorie più a rischio sono i bambini nella primissima infanzia e i giovani dai 15-18 anni ai 24-25 anni. Come già accennato precedentemente, in Italia si registrano circa mille nuovi casi ogni anno, 500.000 in Europa. Altri fattori di rischio sono la vita in comunità, il fumo attivo e passivo, le altre infezioni della vie respiratorie.

Cosa fare se si è stati accanto a un malato?
Si procede a profilassi con una terapia antibiotica per le persone che sono state a stretto contatto con un malato. In genere si considerano i conviventi, compresi colleghi di lavoro e di studio, chi ha dormito o mangiato nella stessa casa, chi ha potuto avere contatto con la saliva del paziente nella settimana precedente l’esordio della malattia. Ovviamente anche gli operatori sanitari che sono stati esposti alle secrezioni respiratorie della persona in cura. La sorveglianza dura una decina di giorni.

Trattamento e cure del paziente con meningite
La meningite è potenzialmente pericolosa per la vita e, se non trattata, presenta un alto tasso di mortalità; la mancata diagnosi precoce porta purtroppo spesso ad un ritardo nel trattamento e ciò è associato ad una prognosi maggiormente negativa, tanto che la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro dovrebbe essere iniziata anche durante la fase di conferma della diagnosi, prima ancora di avere la certezza di quest’ultima. Se si sospetta un’infezione meningococcica, le linee guida raccomandano l’assunzione immediata di benzilpenicillina PRIMA del ricovero in ospedale. Se vi sono segni di ipotensione o shock, devono essere somministrati liquidi per via endovenosa. Dato che la meningite può causare una serie di gravi complicanze, un controllo medico periodico è consigliato per limitarle e, se si ritiene necessario, può essere utile il ricovero in un’unità di terapia intensiva. La ventilazione meccanica può rendersi necessaria, se il livello di coscienza è molto basso o se vi è evidenza di insufficienza respiratoria. Se vi sono segni di ipertensione endocranica, devono essere prese adeguate misure di controllo della pressione intracranica. Le convulsioni sono trattate per mezzo di farmaci anticonvulsivanti. Il verificarsi di idrocefalo può richiedere l’inserimento di un dispositivo di drenaggio temporaneo o a lungo termine, come uno shunt cerebrale.

Prognosi
Purtroppo anche quando la diagnosi viene fatta tempestivamente, e la terapia antibiotica praticata subito e in maniera adeguata, la possibilità di guarire completamente è inferiore al 50%.

Perché vaccinarsi è IMPORTANTISSIMO?
Essendo la possibilità di guarire completamente così bassa, la prevenzione vaccinale è l’unica via per cambiare davvero la storia della malattia. Prevenire è davvero – in questo caso ancor di più del solito – meglio che curare.

Perché vaccinare è importante non solo per il proprio figlio ma per l’intera comunità?
Oltre a proteggere la persona vaccinata, si protegge la comunità. Maggiore è la percentuale di vaccinati e maggiori sono le possibilità che le persone non vaccinate siano comunque protette dal contagio, perché la circolazione della malattia in questo modo è contenuta. È la cosiddetta “immunizzazione comunitaria”, che tutela fra l’altro anche chi non può sottoporsi al vaccino, per condizioni di salute ad esempio, o chi ancora non ha potuto essere immunizzato, come i bambini appena nati.

Come funziona il vaccino?
La vaccinazione diffusa e attivamente offerta dal servizio sanitario contro il sierotipo C e contro lo pneumococco ha ridotto sensibilmente il numero di casi nel nostro Paese, mentre un vaccino contro il sierotipo B è oggi disponibile, su richiesta, per i bambini a partire dal terzo mese di vita. Il vaccino contro lo pneumocco è generalmente raccomandato prima dei 5 anni e per gli anziani; quello antimeningococco C è è disponibile in due dosi (a due mesi e un anno di età) oppure in una sola dose dopo l’anno; esiste anche un vaccino tetravalente contro il meningococco A, C, Y, e W135, disponibile per chi pensa di poter venire a contatto con forme della malattia diffuse in altre aree del  mondo. L’ultimo arrivato è il vaccino contro il meningococco B, somministrabile in tre dosi.

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Vaccini anti meningite: quanti sono, quando farli, quali sono indispensabili, effetti collaterali

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma VACCINI MENINGITE QUALI QUANDO COLLATERALI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano.jpgLa meningite è un’infezione grave delle meningi, le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, ed è provocata nella maggior parte dei casi – ma non esclusivamente -da un batterio denominato Neisseria Meningitidis, detto anche meningococco. Può colpire a qualunque età, ma è più diffusa sotto i cinque anni e in particolare nei bambini con meno di un anno di età, e tra i 12 e i 21 anni. Pur non essendo una malattia molto diffusa (meno di 1000 casi all’anno in Italia di meningite batterica), si tratta di un’infezione severa, con una rapida evoluzione, una mortalità del 10-15% (dovuta in genere a sepsi o setticemia), e un rischio dell’11-19% di complicanze serie,

Per approfondire leggi anche: Meningite batterica e virale: sintomi, profilassi, cura e vaccini

Come prima accennato, la meningite può essere causata da batteri diversi. Per questo le vaccinazioni sono più d’una, e spesso tra i miei pazienti c’è un po’ di confusione su quali fare e quando. Facciamo un po’ chiarezza

Quanti vaccini esistono per la meningite?
In Italia sono disponibili quelli contro Haemophilus influenzae di tipo b, pneumococco, meningococco C, meningococco ACWY e meningococco B.

  1. Il vaccino contro il Meningococco C (MenC)
    Disponibile già da parecchi anni, è inserito tra le vaccinazioni raccomandate dal Piano nazionale per la prevenzione vaccinale. Poiché è stato introdotto nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) è gratuito in tutta Italia. Questo ha consentito di vaccinare sempre più bambini e di avere una significativa riduzione dei casi di meningite C, con il risultato che attualmente il sierotipo B è il più frequente in Italia.  Il Piano nazionale vaccini 2012-2014 (l’ultimo in vigore) prevede la somministrazione del MenC a tutti i bambini di età compresa tra 13 e 15 mesi, in concomitanza con il vaccino MPR(Morbillo, Parotite, Rosolia) e agli adolescenti non precedentemente immunizzati.
  2. Il vaccino tetravalente A,C,W135,Y (Mcv4)
    Disponibile da poco tempo e non inserito nel calendario vaccinale 2012-2014, il vaccino tetravalente antimeningococco A, C, W 135, Y è stato finora raccomandato in Italia prevalentemente per i viaggiatori che si recano in Paesi dove sono presenti tali sierotipi di meningococco e a coloro che desiderano una protezione maggiore, tenendo presenti le frequenti opportunità di spostamento legate alla globalizzazione.
  3.  Il vaccino contro il meningococco B (MenB)
    È stato autorizzato solo nel 2013, per questo non era incluso nel piano vaccinale 2012-2014 e non rientra nei LEA. Il vaccino, tuttavia, è presente nel nuovo Piano nazionale vaccini 2016-2018, che attente ancora l’approvazione definitiva. Al momento in alcune regioni è a pagamento, mentre in altre è offerto gratuitamente. Il vaccino protegge contro quasi il 90 per cento dei ceppi di meningococco B e si può fare a partire dai 2 mesi, anche in concomitanza con gli altri vaccini previsti nei primi anni di età. Il numero di dosi da somministrare varia a seconda dell’età in cui si comincia la somministrazione. Non si hanno ancora dati certi sulla durata della protezione, pertanto in futuro potrebbe essere necessario introdurre un’ulteriore dose in età prescolare. Si può fare a partire da 2 anni ai bambini che non hanno ancora effettuato il MenC o agli adolescenti di 12-16 anni già vaccinati con MenC, a completamento della copertura. È anche possibile anticipare la vaccinazione, in soggetti a più alto rischio, con tre dosi a 3, 5 e 11 mesi.  Sopra i 12 mesi, invece, è sufficiente una dose singola.

A che età bisogna vaccinarsi?
Il piano vaccinale in vigore raccomanda il vaccino contro l’Haemophilus influenzae di tipo b tra i tre e i 12 mesi. La copertura è buona: in Italia oggi si registrano meno di dieci casi all’anno fra i non vaccinati. Alla stessa età, ci si può proteggere anche dallo pneumococco. La vaccinazione contro il meningococco C si fa attorno ai 12 mesi, e necessita di un richiamo dopo dieci anni. Queste vaccinazioni sono gratuite.

Quali sono indispensabili?
Di sicuro quelle incluse nel programma vaccinale. Inoltre, è preferibile eseguire il richiamo per il meningococco C con il vaccino quadrivalente ACWY, che protegge anche da altri ceppi. Il nuovo piano ministeriale, ancora in discussione, potrebbe rendere gratuito anche il vaccino contro il meningococco B, da fare entro i due anni. Alcune regioni già lo offrono; nelle altre la decisione per ora spetta ai genitori, tenendo presente che in Italia si registrano 60-80 casi all’anno.

Perché il vaccino contro la meningite C rientra tra le vaccinazioni raccomandate e non tra quelle obbligatorie?
Se i vaccini MenB e Mcv4 non rientrano ancora nel calendario vaccinale, il Men C rientra tra le vaccinazioni raccomandate e non tra quelle obbligatorie. Perché? “In Europa ci sono stati che raccomandano i vaccini e altri stati in cui i vaccini sono tutti obbligatori. La situazione attuale italiana causa confusione poiché sembra che ci siano differenze tra i gruppi di vaccini, quelli obbligatori e quelli raccomandati” dice Silvia Declich, direttore del Reparto di Epidemiologia delle malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. “In realtà, tutti i vaccini inseriti nel calendario vaccinale sono importanti e andrebbero fatti sia per la protezione del vaccinato sia per la protezione di chi gli sta intorno, poiché più è alta la copertura vaccinale, minore è la circolazione della malattia. I vaccini più recenti sono raccomandati anziché obbligatori perché l’orientamento è stato quello di considerare il vaccino non più come obbligo formale, ma come importante opportunità di protezione per sé stessi e per gli altri. In altre parole, la tendenza è quella di superare l’obbligatorietà a favore di un’adesione consapevole alla vaccinazione”.

I possibili effetti collaterali dei vaccini contro la meningite
Gli effetti indesiderati più comuni dei vaccini contro la meningite sono rossore, gonfiore, e dolore nel sito di iniezione, che durano 1-2 giorni. Le reazioni sistemiche sono più rare e comprendono febbre lieve,  sonnolenza, mal di testa, nausea e malessere generale, che si risolvono in 2-3 giorni. Per il vaccino contro il meningococco B c’è un maggiore riscontro di febbre, che si verifica circa nel 70-80% dei casi, soprattutto se il vaccino viene fatto in concomitanza con altri. Come per qualsiasi altra vaccinazione, anche i vaccini contro il meningococco possono causare reazioni allergiche di varia entità fino allo shock anafilattico, anche se sono situazioni estremamente rare.

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Lo staff di Medicina OnLine

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