Differenza tra pressione del sangue e pressione arteriosa

MEDICINA ONLINE PRESSIONE ARTERIOSA VENOSA SANGUIGNA CENTRALE PERIFERICA CUORE SANGUE BRACCIO VENE ARTERIE VASI PETTO DESTRO SINISTRO COME QUANDO SFIGMOMANOMETROLa “pressione del sangue” o “pressione sanguigna” è l’intensità della forza esercitata dal sangue sulle pareti dei vasi sanguigni (sia arteriosi che venosi). Tale forza viene acquisita dal sangue grazie alla funzione di pompa che ha il cuore. Viene espressa in millimetri di colonna di mercurio (mmHg).

La “pressione arteriosa” è invece più specificatamente la pressione sanguigna all’interno dell’arteria aorta, subito all’uscita dal ventricolo sinistro del cuore. La pressione arteriosa può essere:

  • pressione sistolica (o “massima”), durante la contrazione o sistole del ventricolo sinistro del cuore;
  • pressione diastolica (o “minima”), durante il rilassamento o diastole del ventricolo sinistro del cuore.

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I farmaci per la disfunzione erettile sono pericolosi per il cuore?

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONEE’ vero che i farmaci per la cura della disfunzione erettile sono pericolosi per il cuore ?
No i farmaci che si utilizzano per migliorare l’erezione sono sicuri per la maggior parte dei pazienti e non danneggiano l’attività cardiaca. Tuttavia bisogna ricordare che non vanno assunti nei 6 mesi successivi ad un episodio di infarto, oppure in caso di pressione arteriosa molto bassa, nei pazienti con insufficienza cardiaca e sono assolutamente controindicati in tutti i pazienti che assumano i farmaci nitrati ed i suoi derivati, perché possono provocare fenomeni ipotensivi potenzialmente letali. E’ buona norma che se il paziente è malato di cuore consulti anche il suo cardiologo prima di assumere i farmaci per la cura dell’impotenza.

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Differenza tra calo di zuccheri e calo di pressione: sono la stessa cosa?

MEDICINA ONLINE HEAD PAIN DOLORE FASTIDIO MAL DI TESTA GLICEMIA, CALO ZUCCHERI PRESSIONE ARTERIOSA IPOTENSIONE DONNA TEMPIE STANCHEZZA TIRED WALLPAPER PIC PICTURE HI RES EMICRANIA AURA DIFFERENZE.jpgLa “pressione bassa” (ipotensione arteriosa) ed il “calo di zuccheri” (ipoglicemia) sono spesso confusi tra di loro, anche perché in effetti possono dare gli stessi sintomi, come ad esempio:

  • sensazione di “testa vuota”;
  • capogiri;
  • malessere;
  • senso di instabilità;
  • vertigini;
  • annebbiamento della vista;
  • astenia (debolezza);
  • sudorazione profusa;
  • pallore;
  • nausea;
  • perdita di coscienza.

Tuttavia, anche se i sintomi di un calo di pressione assomigliano in qualche modo alle condizioni di ipoglicemia, le due condizioni sono completamente diverse, anche se nulla vieta che siano contemporaneamente presenti.

Calo di pressione

L’ipotensione è una condizione che si riscontra quando la pressione sanguigna arteriosa massima sia inferiore ai 100 mmHg (i valori normali oscillano fra i 110-130 mmHg). Le cause dei cali di pressione sono essenzialmente tre:

  1. diminuzione della quantità di sangue pompata dal cuore a ogni battito (gettata cardiaca);
  2. riduzione delle resistenze vascolari periferiche (vasodilatazione);
  3. contrazione del volume di sangue circolante (ipovolemia).

Alla base di ciascuno di questi meccanismi possono esserci diverse patologie:

  • malattie cardiache (scompenso, infarto, aritmie);
  • insufficienza venosa degli arti inferiori (varici);
  • emorragie gravi o le condizioni che comportano forte perdita di liquidi (diabete, ustioni estese, diarrea o vomito protratti, sudorazione intensa, assunzione prolungata di diuretici);
  • riduzione delle resistenze vascolari da danni neurologici;
  • infezioni gravi;
  • reazioni allergiche sistemiche;
  • malattie metaboliche;
  • effetti collaterali di numerosi farmaci;
  • costituzionale inefficienza della funzione di regolazione del sistema nervoso autonomo.

Ipoglicemia

L’ipoglicemia è una condizione che invece non riguarda la pressione arteriosa, bensì la glicemia, cioè la concentrazione di glucosio nel sangue. Si parla di ipoglicemia quando il glucosio ematico scende al di sotto di 60 mg/dl. L’ipoglicemia provoca una nutrita serie di effetti e sintomi – molti simili a quelli dell’ipotensione – la maggior parte dei quali originata da uno scarso afflusso di glucosio al cervello, che ne riduce le funzioni cognitive (neuroglicopenia): questa diminuzione della funzione cerebrale può andare da un vago senso di malessere al coma e in rari casi alla morte. Una condizione di ipoglicemia può avere origine da molte cause diverse, e può accadere a qualsiasi età.

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Diagnosi

La diagnosi di ipotensione è semplice, basta una misurazione della pressione sanguigna. Per individuare invece con certezza una ipoglicemia, sarebbe necessario un prelievo di sangue. Se ipotensione e ipoglicemia sono campanello di allarme di altre patologie, tali misurazioni sono solo il primo passo dell’iter diagnostico che porta il medico a scoprire qual è la causa a monte che determina i sintomi.

Terapia

La terapia è legata alle cause di ipotensione o di ipoglicemia. Se si eccettuano i casi di ipotensione e ipoglicemia secondarie a gravi patologie che richiedono il ricovero ospedaliero, in genere è sufficiente:

  • una buona idratazione per ripristinare una massa ematica adeguata nel caso dell’ipotensione.
  • assumere zucchero o cibi zuccherati nel caso dell’ipoglicemia.

Ribadiamo tuttavia che sia ipotensione che ipoglicemia, specie se cronici, possono anche essere la spia di una patologia più o meno grave, quindi non dovrebbero mai essere sottovalutati. In questo caso, solo diagnosticando e curando la malattia che determina a monte ipotensione ed ipoglicemia, si possono diminuire od eliminare i sintomi.

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Cosa fare in caso di picco di pressione arteriosa elevato?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Estetico Medicina Estetica Roma RICONOSCERE INFARTO DEL MIOCARDIO Vita Cuore HD Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo DermatologiaQuando all’improvviso si verifica un picco di pressione arteriosa, questo non va mai sottovalutato, specie se non siete soliti a questi eventi. Le crisi ipertensive comportano infatti un alto grado di rischio per infarto, ictus, emorragie cerebrali, tanto più elevato quanto è elevata la pressione ed il tempo di durata della crisi ipertensiva.

Cosa fare in caso di picco ipertensivo?

La prima cosa da fare è mettersi a riposo ed evitare sforzi che possano ulteriormente elevare la pressione arteriosa. Subito dopo occorre prontamente intervenire con farmaci che riportino i valori pressori nella norma evitando però brusche riduzioni pressorie che potrebbero portare ad una caduta dell’apporto di sangue e ossigeno agli stessi organi che la pressione alta potrebbe danneggiare, ossia il cervello, il cuore, i reni. Si usano prevalentemente vasodilatatori quali i calcio antagonisti, i beta bloccanti e i diuretici (Lasix): sicuramente il vostro cardiologo vi avrà avvisato su quale farmaco (e con quale posologia) assumere in caso di picco ipertensivo. Se la pressione non si abbassa nonostante l’assunzione del farmaco, contattate immediatamente il vostro medico.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Non riesco a controllare la pressione arteriosa alta

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PRESSIONE ARTERIOSA VALORI NORMALI PATOLOGICI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari AnoE’ possibile che, nonostante sia seguito da un buon cardiologo, un soggetto non riesca a mantenere la propria pressione arteriosa entro limiti accettabili? Certamente si. In circa il 15-20% dei casi, nonostante l’impiego di almeno 3 farmaci, i valori pressori rimangono lievemente o molto elevati. Tra le principali cause di resistenza c’è

  • l’errata modalità di assunzione dei farmaci prescritti (tipicamente il paziente si dimentica di assumere la terapia, specie se anziano);
  • l’uso contemporaneo di farmaci (cortisone) che aumentano la pressione arteriosa;
  • L’uso/abuso di sostanze (liquirizia, cocaina, nicotina, caffeina…) che aumentano la pressione arteriosa;
  • la presenza di sindrome delle apnee notturne;
  • le presenza di varie patologie concomitanti non curate, che tendono ad innalzare i valori pressori (endocrine, renali, etc).

Per risolvere questo problema non c’è purtroppo una ricetta che vada bene per tutti i casi: in questi casi il medico deve ricercare la causa di questo scarso controllo pressorio e curarla e/o ricorrere ad altri farmaci o ad associazioni diverse, più raramente ad interventi chirurgici, in caso di tumori endocrini.

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Cos’è l’aura emicranica?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Dietologo Dieta Perdere Peso Nutrizionista Roma Cellulite Sessuologia Sesso Ecografie Dermatologia Mini Cervello LaboratorioL’aura è l’insieme dei disturbi psichici, visivi, motori e/o neurologici che possono precedere l’insorgenza dell’emicrania ma anche di una crisi epilettica, causati da un’onda di depressione corticale. L’aura ha una durata variabile, ma di solito dura tra 5 e 15 minuti. L’aura può essere:

  • Con deficit visivo (aura visiva);
  • Con deficit sensitivo (aura parestesica);
  • Con deficit fasico (aura fasica);
  • Con deficit stenico.

I sintomi neurologici che caratterizzano l’aura sono:

  • scotomi scintillanti (una zona luminosa a forma variabile di arco o linee, attorno alla quale la percezione visiva è generalmente buona);
  • stato confusionale di vario grado (formicolio, ronzio, ansia);
  • perdita delle forze di varia entità;
  • disturbi di fotofobia;
  • disturbi del linguaggio;
  • altri disturbi neurologici.

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Quali sono le cause dell’aura?
I fattori scatenanti e cause per i soggetti predisposti sono attualmente sconosciuti a livello di evidenze sperimentali. È opinione comune attribuire un ruolo determinante a stati di stanchezza psicofisica (eccessivo lavoro mentale e/o fisico), stress visivo (pattern di luce persistente, luce intensa, abbagli), alimentazione (alcool, latticini, zuccheri, diabete, caffeina, pasti disordinati, pesce affumicato, fagioli), composti chimici (farmaci, coloranti, fumo, nitrati, glutammato, tiramina), problemi di pressione sanguigna (insufficienza della circolazione vertebro basilare, ipotensione ortostatica), problemi ai recettori nervosi (crisi vaso vagali, lesioni demielinizzanti), altri problemi neurovegetativi (mancanza di sonno, anomala quantità di serotonina, ciclo mestruale), e numerosissimi altri tra cui odori, rumori ed allergie.
Le prime insorgenze di aura sono sovente confuse con l’ictus cerebrale o con un attacco ischemico transitorio (TIA) e possono dare luogo a intense reazioni emotive; tuttavia, la durata limitata e la completa reversibilità sono importanti elementi da prendere in considerazione per identificare la natura benigna di tali manifestazioni.
L’attacco di emicrania si verifica solo dopo il termine dell’aura, ma raramente è anche sotto forma di emicrania asintomatica e non porta ad alcun dolore o crisi.

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Differenza tra emicrania con aura ed emicrania senza aura

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Perchè è così difficile smettere di fumare Perchè mi sento depresso dopoL’emicrania è un mal di testa caratterizzato da un dolore prevalentemente unilaterale (ma può anche essere bilaterale), di intensità moderata o severa, descritto come pulsante, che tende a peggiorare con il movimento e con gli sforzi fisici e solitamente risulta associato a nausea e/o vomito. L’emicrania si distingue in due forme: emicrania senza aura ed emicrania con aura

Le differenze principali sono nella frequenza (l’emicrania con aura è meno frequente di quella senza aura) e nella presenza/assenza dell’aura. A tale proposito leggi questo articolo: Cos’è l’aura emicranica?

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Emicrania senza aura: cause, sintomi, diagnosi e trattamenti

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Mangiare meno ringiovanisce il tuo cervello2

L’emicrania è un mal di testa caratterizzato da un dolore prevalentemente unilaterale, ma può manifestarsi anche bilateralmente, di intensità moderata o severa, descritto come pulsante, che tende a peggiorare con il movimento e con gli sforzi fisici e solitamente risulta associato a nausea e/o vomito. Generalmente il dolore si sviluppa nella regione frontotemporale per poi estendersi a tutto il capo e al collo. I soggetti colpiti da emicrania manifestano disturbi nei confronti della luce (fotofobia), disturbi nei confronti del rumore (fonofobia) e, in alcuni casi, disturbi nei confronti di odori (osmofobia). Solitamente il paziente desidera e ha bisogno di stare a letto, a riposo assoluto, in ambiente buio e silenzioso. La durata degli attacchi è compresa tra 4 e 72 ore. In generale la prevalenza media dell’emicrania nella popolazione adulta è di circa il 12% (18% nelle donne e 6% negli uomini). L’emicrania si distingue in due forme: emicrania senza aura (è la forma più frequente e rappresenta l’80% di tutti i casi di emicrania) ed emicrania con aura (quest’ultima è meno frequente, circa il 10-15% dei casi totali di emicrania).

L’emicrania senza aura spesso compare al risveglio. La frequenza con cui questo disturbo si manifesta è molto variabile da soggetto a soggetto: può andare da qualche episodio all’anno a manifestarsi quasi quotidianamente (emicrania cronica); nella maggior parte dei casi le crisi si scatenano da 1 a 4 volte al mese. Nonostante le cause all’origine dell’emicrania senza aura non siano ancora note, la letteratura scientifica ha riconosciuto la presenza di alcuni fattori scatenanti: eventi stressanti, ovulazione, ciclo mestruale, eccesso o difetto di sonno, consumo di particolari alimenti. Anche nell’emicrania senza aura la proporzione di donne e uomini interessati dalla patologia rimane la stessa che per l’emicrania in generale: per ogni 3 donne con la patologia risulta colpito un uomo.

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Che cos’è l’emicrania senza aura?

L’emicrania senza aura spesso compare al risveglio. La frequenza con cui questo disturbo si manifesta è molto variabile da soggetto a soggetto, può variare da qualche episodio all’anno a manifestarsi quasi quotidianamente (emicrania cronica). Nella maggior parte dei casi le crisi si scatenano da 1 a 4 volte al mese.

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Quali sono le cause dell’emicrania senza aura?

All’origine dell’emicrania sembrerebbe esserci un particolare processo caratterizzato dallo spasmo rapido dei vasi encefalici seguito da una prolungata vasodilatazione. Quali siano le cause che, a loro volta, provocano l’innescarsi di questo particolare meccanismo non è però ancora noto. Nonostante le cause all’origine di questo disturbo non siano ancora conosciute, alcuni fattori possono risultare scatenanti, come ad esempio il consumo di particolari alimenti, variazioni delle abitudini di vita o dei ritmi di sonno/veglia, eventi particolarmente stressanti.

Quali sono i sintomi dell’emicrania senza aura?

Nella forma senza aura l’emicrania è caratterizzata da un dolore prevalentemente unilaterale, ma può manifestarsi anche bilateralmente, di intensità moderata o severa, descritto come pulsante, che tende a peggiorare con il movimento e con gli sforzi fisici e solitamente risulta associato a nausea e/o vomito. Generalmente il dolore si sviluppa nella regione frontotemporale per poi estendersi a tutto il capo e al collo. I soggetti colpiti manifestano disturbi nei confronti della luce (fotofobia), disturbi nei confronti del rumore (fonofobia) e, in alcuni casi, disturbi nei confronti di odori (osmofobia). Gli attacchi di emicrania possono essere preceduti di alcune ore da una serie di disturbi premonitori (i cosiddetti “sintomi prodromici“) tra cui irritabilità, stanchezza, sonnolenza, tendenza a cambiare umore.

Prevenzione

I farmaci di prevenzione vengono impiegati soprattutto sui soggetti – che costituiscono la minoranza – che presentano attacchi di emicrania molto frequenti. I rimedi più attivi nel ridurre la frequenza delle crisi sono il metoprololo, la flunarizina, l’amitriptilina, alcuni antiepilettici e alcuni antidepressivi. Tra le terapie preventive non farmacologiche vanno segnalati il biofeedback e l’agopuntura.

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Diagnosi

La diagnosi di emicrania senza aura si basa sulla manifestazione di almeno 5 attacchi che soddisfano i seguenti criteri:

  • durata degli attacchi di 4-72 ore senza farmaci o trattati senza successo;
  • presenza di almeno due delle seguenti caratteristiche: unilateralità del dolore; dolore pulsante; intensità moderata o forte; peggioramento indotto dall’attività fisica;
  • presenza, durante il mal di testa, di almeno uno dei seguenti sintomi: nausea e/o vomito; fono e/o foto fobia.

La storia clinica e l’esame obiettivo e neurologico serviranno per escludere un’origine secondaria dell’emicrania (attribuibile, cioè, ad altre cause come traumi a carico di collo e schiena, infezioni, patologie vascolari, assunzione di sostanze stupefacenti, patologie psichiatriche, ecc) e a determinare con certezza, quindi, la diagnosi di emicrania senza aura.

Trattamenti

Nei soggetti che soffrono di un numero limitato di crisi emicraniche all’anno la terapia farmacologica è mirata a stroncare l’attacco (terapia sintomatica), mentre quando le crisi sono frequenti e ricorrenti si prende in considerazione una finalità preventiva (terapia preventiva).
Tra i farmaci più utilizzati nella terapia sintomatica dell’attacco emicranico ci sono i comuni analgesici non steroidei (Fans) e i triptani.

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