Anemie megaloblastiche: conseguenze, valori emocromo, terapia

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE FECI URINE GLICEMIA ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MCol termine “anemia” in campo medico si intende la riduzione patologica  dell’emoglobina (Hb) al di sotto dei livelli di normalità, causata da varie condizioni e malattie. Tale riduzione determina una ridotta capacità del sangue Continua a leggere

Sindromi mielodisplastiche: classificazione, sopravvivenza, cure

MEDICINA ONLINE CELL CELLULA LABORATORIO MEMBRANA ORGANULI MORTE APOPTOSI BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LCon “sindromi mielodisplastiche” (anche chiamate “sindromi mielodisplasiche”) in medicina ci si riferisce ad un variegato gruppo di anomalie delle cellule midollari le cui manifestazioni principali sono Continua a leggere

Eritropoietina (EPO): alta, bassa, anemia, farmaco, rene, effetti collaterali

MEDICINA ONLINE LABORATORIO MICROSCOPIO ANATOMO PATOLOGO AGO ASPIRATO BIOPSIA CHIRURGICA CITOLOGIA ISTOLOGIA ESAME ISTOLOGICO LINFONODO LAB CHIMICA FISICA SANGUE ANALISI FECI URINA GLICEMIA AZOTEMIA DENSITA CHEMISTRYCon “eritropoietina”  (abbreviato in “EPO“, in inglese “erythropoietin”) in medicina ci si riferisce ad un ormone glicoproteico prodotto negli adulti maggiormente dai fibroblasti peritubulari del rene ed in misura minore dal fegato e dal cervello (mentre nel feto viene prodotta principalmente dal fegato), che ha come funzione principale la Continua a leggere

Anemia: significato, cause, grave, sintomi, occhi, cura e rimedi

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST ESAME SANGUE ANALISI CLINICHE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI LEUCOCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MEDITERRANECol termine “anemia” in campo medico si intende la riduzione patologica  dell’emoglobina (Hb) al di sotto dei livelli di normalità, causata da varie condizioni e malattie. Tale riduzione determina una ridotta capacità del sangue di trasportare ossigeno, il che si traduce nei Continua a leggere

Differenza tra emoglobina fetale ed adulta

MEDICINA ONLINE PARTO GRAVIDANZA NATURALE CESAREO DIFFERENZE CHIRURGIA FOTO WALLPAPER PICTURE UTERO CHIRURGO OPERAZIONE RISCHI VANTAGGI VANTAGGI ALLATTAMENTO MADRE FIGLIO NEONATO MORTAìNel corso della vita si assiste ad una riqualificazione delle varietà di emoglobina presenti nel flusso sanguigno questo cambiamento ha inizio a partire dallo stato embrionale per proseguire nell’età puerile fino all’età adulta. L’emoglobina fetale costituisce la prima componente presente sin dalla vita fetale ed adempie al compito di trasportare l’ossigeno ricavato dalla madre ai vari tessuti del feto, si trova traccia di questa forma di emoglobina già nel primo trimestre e più precisamente è attiva pienamente durante gli ultimi sette mesi di gravidanza.

L’emoglobina fetale rispetto all’emoglobina presente in massima concentrazione nell’adulto si caratterizza per delle differenze a livello funzionale, soprattutto evidenzia una maggiore capacità di legarsi all’ossigeno rispetto alla forma dell’adulto. 

Dopo la nascita i bambini con il passare dei mesi vanno incontro ad una graduale sostituzione dall’emoglobina con quella adulta, questo cambiamento si verifica più o meno verso la dodicesima settimana di vita postnatale e continua anche nei primi sei mesi di vita.

In età adulta nel sangue si trovano tre diversi tipi di emoglobina: la più alta concentrazione è data in particolare dalla forma HbA che è costituita da due coppie di catene, ossia di quella α e di quella ß; la seconda quota proteica è costituita da una bassa percentuale di HbA2, che invece è composta da due catene α e due catene δ; si trova poi in ultima lettura l’HbF, ovvero l’emoglobina fetale, costituita da due catene α e due catene γ, della quale negli adulti se ne trova solo una minima traccia visto che subito dopo la nascita tende spontaneamente e progressivamente a diminuire.

Se si riscontrano degli alti valori di emoglobina fetale nell’adulto rispetto ai livelli considerati normali allora il soggetto può essere affetto da una malattia di tipo genetico, in particolare si potrebbe trattare di condizioni patologiche come: la persistenza ereditaria di emoglobina fetale, alcune forme di talassemia (beta talassemia, delta-beta talassemia), anemia falciforme.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Differenza tra emoglobina, ferro, ferritina e transferrina

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE ANALISI CLINICHE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI LEUCOCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MEDITERRANEA EPer prima cosa chiariamo che l’emoglobina è una proteina con struttura di quattro subunità, presente nei globuli rossi, responsabile del trasporto dell’ossigeno molecolare da un compartimento ad alta concentrazione di O2 ai tessuti che ne hanno bisogno. Ognuno dei suoi 4 globuli proteici, detto globina, ha al suo interno una molecola di protoporfirina che coordina uno ione ferro Fe2+, posto leggermente al di fuori del piano della molecola, nell’insieme chiamata gruppo Eme. L’emoglobina è inoltre una proteina allosterica.

Il ferro è invece un elemento chimico diffuso sia negli organismi animali sia vegetali, entra nella costituzione dell’emoglobina ed è fondamentale per il processo di formazione della clorofilla. È indispensabile per la vita di tutti gli esseri viventi che inglobano il ferro nel complesso ’eme’, componente essenziale delle proteine. Quando si parla di ferro, si parla anche di ossidoriduzione. Per questo motivo, nel nostro organismo, il ferro è legato ad alcune proteine che regolano il suo stato di ossidazione evitando un aumento dei radicali liberi . È parte integrante dell’emoglobina, una proteina contenuta nei globuli rossi.

La funzione principale del ferro è di legare l’ossigeno e cederlo ai tessuti e agli organi per costruire la loro struttura, ed alle singole cellule per la loro moltiplicazione. Ma, come ogni elemento, presenta i suoi contro. Difatti, se il ferro è in eccesso propende alla tossicità, ragion per cui, il nostro organismo tende ad attirarlo e a depositarlo in forma non dannosa, nel fegato. Il ferro viene assorbito dal duodeno grazie alla proteina transferrina. In seguito viene trasportato fino al midollo, per produrre globuli rossi, oppure fino agli organi di deposito come il fegato. In caso di carenza di ferro nel sangue, il fegato restituisce il ferro alla transferrina, che si occupa del suo trasporto nel sangue. La sideremia esprime la quantità del ‘ferro circolante’ nell’organismo. Tale definizione ci aiuta a stabilire che differenza c’è tra ferro e ferritina. Il ferro è un preziosissimo metallo presente nel nostro organismo, la ferritina è la proteina che deposita il ferro nel fegato. È costituita da un guscio proteico all’interno del quale vengono immagazzinati atomi di ferro. Può essere in grado di stoccare fino a 4500 unità di ferro. Essa è presente in tutti i tessuti, ma in particolare nelle cellule del fegato, della milza e del midollo osseo. La sua concentrazione nel sangue determina le riserve di ferro presenti nell’organismo e stabilisce la presenza di eventuali patologie legate alla carenza o alla sovrabbondanza di ferro. Il dosaggio si calcola con un prelievo venoso e i valori devono essere 20-120 nanogrammi/mL per le donne e 20-200 nanogrammi/mL per gli uomini.

Per approfondire:

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Differenza tra anemia megaloblastica e perniciosa

MEDICINA ONLINE CELL CELLULA LABORATORIO MEMBRANA ORGANULI MORTE APOPTOSI BLOOD TEST INFIAMMAZIONE GRANULOMA SANGUE ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMORELe anemie megaloblastiche sono un gruppo di anemie (patologie caratterizzata dalla diminuzione di livelli di emoglobina) caratterizzate da eritropoiesi (creazione di nuovi globuli rossi) inefficace. In questo tipo di anemia, il midollo risulta ricchissimo di reticolociti, ma questi non riescono a raggiungere la maturazione. L’organismo, per effetto compensativo, stimola l’eritropoiesi ma il soggetto risulterà comunque anemico per aumentata emolisi: fisiologicamente evidente risulterà essere l’ipertrofia midollare, dove il midollo osseo si espande verso le diafisi delle ossa lunghe. L’anemia generata risulta ipercromica – macrocitica, cioè con produzione di eritrociti di forma anomala e di dimensioni maggiori, motivo per cui queste anemie sono dette “megaloblastiche”.

Le cause di anemia megaloblastica includono:

  • Carenza di vitamina B12: la cobalamina (altro nome con cui viene chiamata la vitamina B12) viene introdotta nell’organismo con proteine animali (carne, pesce, uova, latte).
  • Carenza di acido folico: l’acido folico è presente in grande quantità nella frutta, nei vegetali e nella carne. L’assorbimento avviene a livello digiunale.
  • Farmaci: i farmaci che possono causare anemia megaloblastica sono gli analoghi delle purine e gli analoghi delle pirimidine; oltre a farmaci citotossici e antivirali.

La carenza di vitamina B12 porta ad un tipo specifico di anemia chiamata “perniciosa“. L’anemia perniciosa è quindi un tipo di anemia megaloblastica.

La causa della carenza di vitamina B12 viene determinata dall’assenza del cosiddetto Fattore Intrinseco Intestinale (o Gastrico, o di Castle), che è una sostanza indispensabile per l’assorbimento della Vitamina B12. La causa della mancanza del Fattore Intrinseco è rappresentata dall’atrofia della mucosa ghiandolare gastrica, causata da un processo autoimmune. Il trattamento di questa patologia si basa sull’integrazione di Vitamina b12 mediante terapia orale nei casi meno gravi e in casi più gravi si rende necessaria la somministrazione mediante fleboclisi . Nei casi di anemia perniciosa in cui è presente uno stato infiammatorio della membrana gastrica per insulto autoimmune che provoca una carenza di fattore intrisenco indispensabile per l’assorbimento della suddetta vitamina si rende necessario l’utilizzo di immunosoppressori e corticosteroidi ad alte dosi.

Per approfondire le singole anemie, leggi anche:

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

MCH alto, basso, valori normali ed interpretazione

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE FECI URINE GLICEMIA ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME ML’MCH è un indice corpuscolato del sangue, indica la quantità di emoglobina presente in un globulo rosso e ci aiuta a distinguere le anemie macrocitiche da quelle microcitiche. L’emoglobina, una proteina globulare specializzata nel trasporto di ossigeno dai polmoni ai vari tessuti corporei, è invece il principale componente dei globuli rossi. Per questo motivo è importante assicurarsi che le sue concentrazioni nel sangue siano nella norma.
Come viene calcolato l’MCH? – Questo valore espresso in picogrammi (pg) si calcola dividendo la quantità di emoglobina contenuta nel sangue (per litro) per il numero di globuli rossi presenti nella stessa quantità di sangue. Come in tanti altri casi anche l’MCH per essere correttamente interpretato deve essere analizzato tenendo conto degli altri livelli dell’emocromo.

Quali sono i normali valori di riferimento? 

Il livello normale di MCH è compreso tra 26 e 33 picogrammi di emoglobina per globulo rosso. Ovviamente l’intervallo di riferimento può variare da laboratorio a laboratorio, pertanto per stabilire quale sia l’intervallo normale è opportuno basarsi sempre sul range di normalità stampato sulla relazione di laboratorio. Inoltre oggigiorno per una migliore valutazione delle anemie vengono applicati, in laboratorio, i cosiddetti parametri della distribuzione, perciò i globuli rossi di piccolo volume e di basso contenuto di emoglobina sono distribuiti nel quadrante in basso e a sinistra del diagramma cartesiano, sul cui asse verticale viene indicato il volume degli eritrociti mentre su quello orizzontale viene riportato il loro contenuto di emoglobina.

Leggi anche:

Che cosa succede quando i livelli di MCH sono troppo bassi? 

Il livello di MCH è considerato troppo basso quando è inferiore a 26. In questo caso per via della produzione di globuli rossi di piccole dimensioni viene ridotta anche la concentrazione di emoglobina presente all’interno di ogni globulo rosso e si va incontro alla cosiddetta anemia ipocromica microcitica dovuta prevalentemente a:

  • Anemia sideropenica o anemia da carenza di ferro causata da un deficit di ferro dell’organismo dovuto soprattutto a un’eccessiva perdita ematica come conseguenza di ciclo mestruale abbondante, emorroidi, ulcera peptica, tumori del colon, parassitosi intestinali, uso cronico di alcuni farmaci antinfiammatori non steroidei e molto più raramente a carenze di apporto alimentare o sindromi di malassorbimento;
  • Anemia sideroblastica che può essere congenita o acquisita a causa dell’assunzione di farmaci o sostanze tossiche oppure può essere espressione di una malattia neoplastica e non;
  • Talassemia o altri disordini genetici della sintesi dell’emoglobina noti come emoglobinopatie.

Che cosa succede quando i livelli di MCH sono troppo alti?

Il livello di MCH è invece considerato troppo alto quando è maggiore di 33. La produzione di globuli rossi in numero ridotto ma di dimensioni più grandi del normale induce la formazione di una quantità eccessiva di emoglobina negli eritrociti generando così le anemie macrocitiche. Questi tipi di anemie, tra le quali spicca quella perniciosa, è dovuta prevalentemente a:

  • Carenza di vitamina B12 o di acido folico, elementi essenziali alla formazione della globina (anemia megaloblastica);
  • Anemia dovuta a malattie epatiche croniche, come epatiti infettive e non infettive, la cirrosi epatica, la calcolosi, ecc;
  • Anemia come conseguenza dell’ipotiroidismo. Tale anemia può essere macrocitica se associata ad anemia perniciosa o al basso assorbimento di acido folico;
  • Alcuni casi di anemia aplastica, i cui fattori scatenanti possono essere di natura genetica, ambientale oppure mista;
  • Alcuni casi di anemia emolitica, i quali tendono generalmente a presentarsi in concomitanza con altri tipi di anemia.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!