Differenza tra microrganismi, batteri, virus, funghi, muffe, lieviti, protozoi, microbi e germi

MEDICINA ONLINE INVASIVITA VIRUS BATTERI FUNGHI PATOGENI MICROBIOLOGIA MICROORGANISMI CLINICA BIOLOGICA BIOLOGIA MICROBI LABORATORIO ANALISI PARETE INFEZIONE ORGANISMO PATOGENESI MICROBIIl termine “microrganismo” indica un gruppo di esseri viventi dalle dimensioni estremamente ridotte (nell’ordine del milionesimo di metro), di solito unicellulari (formati da una sola cellula) che possono essere divisi principalmente in:

  1. batteri;
  2. virus;
  3. funghi.

Quindi virus e batteri sono semplicemente un tipo di microrganismo. Le parole “microbo” e “germe” sono invece sinonimi di “microrganismo“: indicano la stessa cosa.

Batteri

I batteri (un tempo denominati “schizomiceti”) fanno parte di un regno comprendente microrganismi unicellulari e procarioti. Le loro dimensioni sono solitamente dell’ordine di pochi micrometri, ma possono variare da circa 0,2 μm dei micoplasmi fino a 30 μm di alcune spirochete. Una eccezione è il batterio Thiomargarita magnifica che può raggiungere i 2 cm di lunghezza. Alcuni batteri vivono a spese di altri organismi e sono responsabili di danni più o meno gravi all’uomo, alle piante e agli animali. Nell’uomo provocano varie malattie anche gravi, come peste, colera, lebbra, polmonite, tetano e difterite, fino a cento anni fa spesso mortali e oggi efficacemente combattute con l’uso dei farmaci. Altri batteri invece sono utili per l’essere umano, per esempio andando a costituire il microbiota umano. I batteri possono essere distinti in base a vari parametri ed uno di questi è la forma:

  • bacilli: sono detti in questo modo i batteri con la forma di bastoncino; si dividono in Clostridia (anaerobi) e Bacilli (anaerobi e/o aerobi);
  • cocchi: sferici; se si dispongono a coppia si chiamano diplococchi, a catena si chiamano streptococchi, a grappolo si chiamano stafilococchi, a forma di cubo si chiamano sarcine;
  • vibrioni: a virgola;
  • spirilli: a spirale;
  • spirochete: con più curve.

Una classificazione è basata sulla loro relazione rispetto ad un organismo:

  • batteri commensali (o simbionti): normalmente presenti sulla superficie di un determinato tessuto, senza causare malattia e/o possono svolgere funzioni che possono essere utili all’organo stesso;
  • batteri patogeni: la cui presenza indica patologia e infezione; nel dettaglio si ha:
    • patogeni facoltativi: non causano sempre malattia ma dipende dall’individuo e dalla loro concentrazione;
    • patogeni obbligati: causano un processo morboso indipendentemente da altre condizioni.

Per procedere all’identificazione di un batterio, si può usare un microscopio ottico o elettronico e si può usare la “colorazione di Gram” o altri paramentri come: analisi della morfologia della colonia, mobilità, capacità di produrre spore, acido-resistenza e esigenza di condizioni aerobiche o anaerobiche per la crescita. La colorazione di Gram è una delle metodologie più utilizzate e si basa sulla distinzione delle caratteristiche della parete batterica: una struttura con più peptidoglicani si colora e di conseguenza si dice che il batterio è Gram-positivo; una minor presenza di peptidoglicani non permette la colorazione e ciò contraddistingue un batterio detto Gram-negativo. Il batterio è una cellula procariotica e si distingue da quella eucariotica (tipica dell’uomo, ma anche di piante, animali e funghi), innanzitutto per l’assenza di una membrana nucleare. All’interno della cellula batterica si ha un singolo cromosoma, immerso direttamente nel citoplasma e contenente DNA avvolto in una struttura circolare superspiralizzata. Esempi classici di batteri sono: Stafilococchi, Streptococchi, Meningococco, Gonococco, Enterobatteri, Legionella, Brucella, Haemophilus, Leptospira, Borrelia.

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Virus

Rispetto ai batteri i virus sono minuscoli (sono circa 100 volte più piccoli): di solito i virus sono di dimensioni comprese tra 0,01 e 0,3 μm. I virus hanno caratteristiche di simbionte o parassita obbligato, in quanto si replica esclusivamente all’interno delle cellule degli organismi. I virus possono infettare tutte le forme di vita, dagli animali, alle piante, ai microrganismi (compresi altri agenti infettanti come i batteri) e anche altri virus. Molte specie di virus convivono all’interno di sistemi viventi ospiti in modo simbiotico e gli individui di ogni specie animale, compreso l’uomo, ospitano normalmente un elevato numero di specie virali simbionti, che formano una popolazione detta viroma. I virus sono composti da filamenti di DNA o RNA racchiusi all’interno di un involucro proteico, detto “capside”; possono inoltre contenere enzimi, essere circondati da un ulteriore involucro esterno, formato da uno strato lipidico, ed essere dotati di altri tipi di proteine. Le forme dei virus possono variare notevolmente, ma alcune sono più comuni: tra queste vi sono le tipologie sferiche, quelle poliedriche, come pure quelle elicoidali, filiformi, amorfe o composite. I virus hanno diverse caratteristiche degli esseri viventi poiché possiedono un genoma, si riproducono e si evolvono attraverso la selezione naturale, tuttavia pur contenendo DNA o RNA, non sono considerabili esseri viventi in quanto non organizzati in cellule, non dotati di vita autonoma e non in grado di replicarsi autonomamente. Poiché possiedono solo alcune caratteristiche degli esseri viventi sono stati descritti anche come “organismi ai margini della vita“. Quando non si trovano nella fase dell’infezione o all’interno di una cellula infetta, i virus esistono in forma di particelle indipendenti e inattive. Queste particelle virali, note anche come virioni, sono costituite da due o tre parti: il materiale genetico costituito da DNA o RNA, il capside (cioè il rivestimento proteico del materiale genetico) e – in alcuni casi –  un involucro esterno formato da uno strato di lipidi, che circonda il rivestimento proteico, detto pericapside. I virioni possono avere forme semplici, elicoidali e icosaedriche, ma anche architetture più complesse.  I virus hanno bisogno di un ospite (una cellula, eventualmente parte di un organismo pluricellulare, o un altro sistema biologico) per replicarsi, ma hanno anche la necessità di trasmettersi da un ospite all’altro. Il processo può avvenire in molti modi: i virus influenzali ad esempio si diffondono direttamente da un ospite all’altro attraverso le esalazioni respiratorie, e ricevono particolare diffusione tramite fenomeni come tosse e starnuti. I norovirus e i rotavirus, comuni cause di gastroenterite virale, sono trasmessi per via oro-fecale, vengono trasportati e depositati in luoghi esterni (come oggetti, alimenti o fonti d’acqua) tramite contatto, e possono entrare nel corpo con cibo e bevande contaminate. L’HIV è uno dei numerosi virus trasmessi attraverso il contatto sessuale o dallo scambio di fluidi corporei, come il sangue. L’insieme delle tipologie di cellule che un virus può utilizzare per replicarsi, viene chiamata il suo “ospite”. Si tratta sempre di cellule dotate di sistemi adatti a replicare le sequenze genetiche contenute nel virus. Inoltre, i virus devono anche essere dotati di meccanismi specializzati per riuscire a oltrepassare le membrane delle cellule ospiti. Esempi di virus: Adenoviridae, Hepadnaviridae, Herpesviridae, Parvoviridae, Poliomavirus, Poxviridae, Orthomixoviridae, Picornaviridae.

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Funghi

I funghi, anche detti “miceti”, sono organismi eucarioti, unicellulari o pluricellulari, con dimensioni da 20 a 50 volte superiori a quelle di un batterio. Sono provvisti di una parete rigida composta da chitina. In base alla morfologia del corpo della cellula fungina (denominato tallo) si distinguono: miceti filamentosi o muffe, pluricellulari; lieviti, unicellulari; funghi dimorfi.
I funghi possono essere responsabili di diverse patologie che possono interessare l’uomo, tra cui micosi superficiali (relativi a cute e mucose) e micosi profonde, che in genere si manifestano in soggetti con grave depressione delle difese immunitarie (ad esempio AIDS), e sono responsabili di quadri clinici solitamente gravi e potenzialmente fatali. Esempi di funghi, sono: Dermatofiti, Aspergilli,
Pitrysporum, Candida, Criptococco, Histoplasma.

Muffe

Le muffe sono un tipo di organismi pluricellulari appartenenti al regno dei funghi, capaci di ricoprire alcune superfici sotto forma di spugnosi miceli e solitamente si riproducono per mezzo di spore. È comunemente chiamata muffa un agglomerato di questi sottili miceli, formatisi su materia vegetale o animale, generalmente come uno strato schiumoso o filamentoso, come segno di decomposizione e marcescenza. Dermatofiti e Aspergilli sono esempi di muffe. I Dermatofiti nell’uomo possono determinare micosi superficiali (cute e annessi), mentre gli Aspergilli possono causare micosi profonde (polmoniti e sinusiti).

Protozoi

I protozoi sono un Regno di esseri viventi, organismi unicellulari (ma si trovano anche pluricellulari), eucarioti ed eterotrofi. Alcuni autori raggruppano in essi anche organismi autotrofi. A volte, come nel caso di Euglena viridis, l’individuo è eterotrofo facoltativo, se posto in ambiente non luminoso. Essendo eucarioti sono provvisti di organuli cellulari, a volte di vacuoli pulsanti (1 o 2), e di organi fotosensibili. Si muovono tramite flagelli, ciglia o pseudopodi (amebe). Si conoscono oltre 35000 specie di protozoi. Si tratta di un gruppo tradizionalmente utilizzato nella classificazione scientifica, ma considerato attualmente privo di valore sistematico filogenetico in quanto polifiletico. Il termine “protozoi” deriva dal greco e significa primi animali infatti, insieme alle alghe, sono i primi organismi eucarioti apparsi nel corso dell’evoluzione.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Indossi sempre lo stesso pigiama? Ecco quali sono i rischi per la tua salute

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DORMIRE LETTO DIVANO PIGIAMA RIPOSO RELAX (4)Vi siete mai chiesti per quanto tempo potete indossare mediamente un pigiama prima di doverlo lavare? Secondo un sondaggio condotto in Gran Bretagna da una società che produce materassi, gli uomini fanno passare circa due settimane prima di cambiarlo, le donne addirittura 17 giorni. Facendo passare così tanto tempo tra un lavaggio e l’altro, si rischiano infezioni alla pelle e cistite.

Escherichia coli e colleghi

“Tutti noi ospitiamo sulla pelle e nell’intestino microrganismi vari – spiega al Daily Mail online Sally Bloomfield, della London School of Hygiene and Tropical Medicine – che generalmente non sono dannosi, ma possono diventarlo se finiscono nel posto sbagliato, entrando in contatto con altre parti del nostro corpo”. Fra questi c’è l’Escherichia coli, che può causare la cistite, oppure vari Stafilococchi e anche lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (o MRSA acronimo di Methicillin-Resistant Staphylococcus Aureus) cioè uno Stafilococco che si è evoluto sviluppando una resistenza agli antibiotici beta-lattamici, che comprendono le penicilline e le cefalosporine. In alcuni casi l’E.coli può essere l’agente eziologico di malattie intestinali ed extra-intestinali come meningite, peritonite, setticemia e polmonite, oltre alla già citata cistite. Alcuni ceppi di E.coli sono inoltre tossigenici, producono cioè tossine che possono essere causa di diarrea.

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Pochi pigiami di ricambio?

Ignaro di tutto questo, il 54% delle donne sostiene di avere solo un paio di pigiami da alternare, così dimentica da quanto tempo non li cambia. La scusa addotta dal 51%, invece, è che indossa il pigiama per non più di un paio d’ore per notte e dunque non lo lava spesso. Gli uomini scaricano la responsabilità sulle partner, dicendo che sono loro a occuparsi di fare la lavatrice. La maggior parte ammette di non avere tanti pigiami da cambiare. E così quello indossato per due settimane o più diventa un covo di batteri che possono poi finire sugli altri indumenti con cui entra in contatto, per esempio in lavatrice. Quindi lavate ogni settimana la biancheria con cui si dormite e, visto che siamo ancora in periodi di saldi, fate una bella scorta di pigiami di ricambio!

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Coronavirus: lavarsi bene le mani non è facile come sembra, ecco i trucchi per farlo bene

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO MANI MASSAGGIO BRACCIA DITA POLSO BAGNO LAVANDINO ACQUA LAVARSI LAVAGGIO SAPONE (3)Lavarsi le mani, dalle scoperte del grande medico Ignác Fülöp Semmelweis in poi, è diventato un fatto importantissimo, soprattutto in momenti come questi in cui la paura del contagio da COVID-19 è molto alta. Tenere pulite le mani è la regola più semplice ed efficace per proteggere la propria e l’altrui salute, eppure quasi nessuno lo fa bene. Invece dovremmo imparare tutti a farlo nella maniera adeguata visto che i germi sono ovunque e si spostano facilmente da un punto all’altro utilizzando l’acqua, gli oggetti, gli esseri viventi e le particelle di polvere come navicelle di trasporto. Quando trovano un ambiente ideale o comunque protetto, vi si annidano e, se le condizioni ambientali lo consentono, proliferano moltiplicandosi ad un ritmo impressionante.

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Quando si dovrebbero lavare le mani?

Prima di…

  • Maneggiare o consumare alimenti;
  • Medicare o toccare una propria od un’altrui ferita;
  • Applicare o rimuovere le lenti a contatto.

Dopo aver…

  • Soggiornato alla toilette o aver toccato l’area ano-genitale;
  • Maneggiato cibo crudo, in modo particolare le carni (pollo, maiale, hamburger) od il pesce;
  • Cambiato un pannolino;
  • Soffiato il naso, tossito o starnutito;
  • Aver accarezzato un animale domestico, soprattutto rettili e animali esotici;
  • Aver maneggiato rifiuti;
  • Essersi allenati in palestra;
  • Dopo aver soggiornato in luoghi molto affollati, come le sale da aspetto di ferrovie ed aeroporti;
  • Essere stati a stretto contatto con persone ammalate, ad esempio al ritorno dall’ospedale;
  • Essere stati in contatto con persone infettate da un patogeno trasmissibile, come virus, batteri e funghi.

Come lavarsi le mani?

Quando si parla di igiene personale, non è importante rispettare solo le indicazioni sul momento opportuno per lavarsi le mani, ma anche quelle inerenti la corretta tecnica di lavaggio e detersione. Un risciacquo veloce, infatti, non è sufficiente per eliminare il problema. Vediamo allora alcuni semplici consigli per lavarsi le mani nel modo più idoneo.

  1. Utilizzare sapone (preferibilmente antibatterico) ed acqua corrente, preferibilmente calda ma non troppo;
  2. Lavare accuratamente tutte le superfici;
  3. Sfregare le mani tra di loro incrociando le dita;
  4. Risciacquare abbondantemente;
  5. Asciugare le mani con l’apposita carta usa e getta;
  6. Se il lavandino è dotato di vecchi rubinetti, questi andrebbero chiusi con le mani protette dalla carta usa e getta;
  7. Applicare una crema idratante per prevenire le irritazioni dopo l’utilizzo di detergenti aggressivi.

E’ importante inoltre:

  • non abusare di gel idroalcolici, ma usare acqua e sapone;
  • evitare di lavarsi le mani con acqua troppo calda;
  • evitare di mangiarsi le unghie e le pellicine;
  • usare creme idratanti specifici per le mani.

Coronavirus

Per limitare l’infezione da coronavirus, serve un sapone antibatterico come questo che vi consigliamo: https://amzn.to/3dmLcpU

Per lavarsi le mani in modo ottimale e limitare il rischio di contagio da COVID-19 è importante seguire la seguente procedura, che deve durare non meno di 40 secondi totali:

MEDICINA ONLINE COME LAVARSI LE MANI CON SAPONE ANTIBATTERICO PER ELIMINARE IL VIRUS COVID 19 CORONAVIRUS.jpg

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