Le vertebre nell’uomo sono in tutto 33 o 34 (a seconda della presenza o assenza della quinta vertebra coccigea) e sono infilate le une sulle altre e fra loro articolate per formare la colonna vertebrale. Osservando la colonna vertebrale nella sua interezza, si potrà notare che essa non è perfettamente diritta neanche nel soggetto sano, ma presenta invece quattro lievi curvature assolutamente normali che formano una sorta di due “S” impilate una sull’altra. Una delle quattro curvature fisiologiche è la lordosi lombare, una curva corrispondente alle 5 vertebre lombari con la convessità rivolta in avanti. Quando la lieve curvatura lombare si accentua, arrivando ad angoli maggiori di 40-50°, la lordosi non è più “fisiologica”, bensì prende il nome di “lordosi patologica” o “iperlordosi lombare“, caratterizzata da un infossamento profondo della colonna vertebrale nella regione lombare, che proietta indietro il bacino e crea un dorso curvo. L’iperlordosi lombare è un disturbo della schiena molto comune che è legato soprattutto all’assunzione di posture sbagliate e di un portamento scorretto del corpo; alcune volte può derivare anche da cause congenite.
Chi soffre di questa patologia si riconosce alla semplice vista, perché presenta:
- il bacino innaturalmente inclinato verso l’esterno;
- l’addome sporgente;
- i glutei portati eccessivamente all’indietro;
- una rotazione lieve o accentuata del bacino (non sempre presente).
Cause e fattori di rischio dell’iperlordosi lombare
L’iperlordosi lombare può essere aggravata da diversi fattori di rischio:
- gravidanza: soprattutto negli ultimi mesi quando il peso della gestante è aumentato;
- alterazioni congenite del bacino;
- fratture;
- lussazioni;
- traumi di vario genere alla colonna vertebrale;
- assunzione di una postura scorretta durante la giornata, solitamente dovuta ad una vita lavorativa sedentaria;
- rachitismo;
- ernia del disco: indica la fuoriuscita di materiale del nucleo polposo del disco intervertebrale causata dalla rottura delle fibre dell’anello fibroso che formano la
- parete del disco;
- osteoporosi;
- artrosi;
- sovrappeso: il peso corporeo in eccesso è causa di stress ulteriore sui dischi nella regione lombare;
- muscolatura lombare debole.
Segni e sintomi di iperlordosi lombare
La patologia si manifesta attraverso una sintomatologia bene definita e visibile nel corpo di chi ne soffre:
- bacino inclinato verso l’esterno;
- addome sporgente;
- glutei portati eccessivamente all’indietro;
- rotazione lieve o accentuata del bacino (non sempre presente);
- dolori vertebrali;
- lombalgie acute che tendono ad aumentare quando si resta molte ore in piedi.
I sintomi dell’iperlordosi lombare variano in base al grado dell’accentuazione della curva lordotica che può essere ampia o ristretta; nel primo caso i sintomi tendono ad essere più acuti mentre nel secondo caso la malattia può essere anche asintomatica.
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Come capire se mio figlio ha l’iperlordosi?
Basta anche una semplice ma attenta osservazione da parte dei genitori e degli insegnanti a individuare un inizio di iperlordosi. Prendere in tempo, cioè prima dell’inizio dello sviluppo puberale, queste patologie è fondamentale.
Filo a piombo
Con un filo a piombo si può anche ampliare la valutazione della schiena. I valori considerati normali a livello di C7 devono essere compresi tra i 30 ed i 55 mm, e a livello di L3 tra i 30 mm e i 70 mm. I valori a livello di C7 devono essere pari a 60 mm ed a livello di L3 pari a 75 mm.
Iperlordosi: quando fare i controlli?
Va effettuato uno screening preventivo prima del compimento dei 9/10 anni per le ragazze e gli 11/12 per i ragazzi presso un medico ortopedico o un medico fisiatra, specializzati in patologie vertebrali. La visita ortopedica per la diagnosi di una sospetta scoliosi è assolutamente indolore e non è invasiva. Se si nota una malformazione il paziente viene inviato a compiere un esame radiologico per confermare la diagnosi.
Cure per l’iperlordosi lombare
La patologia della iperlordosi lombare viene diagnosticata dall’ortopedico a seguito di una visita accurata e di una radiografia della colonna vertebrale. Tra i rimedi indicati nella maggior parte dei casi, ricordiamo:
- ginnastica posturale per correggere la postura;
- diminuzione del peso per i pazienti in sovrappeso;
- sedute dall’osteopata;
- utilizzo di plantari ortopedici per alleviare il mal di schiena;
- intervento chirurgico: è indicato soltanto nei casi gravi e negli stadi avanzati in cui i rimedi precedentemente elencati risultano essere inutili.
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Atteggiamento scoliotico
La scoliosi è una forma di dismorfismo che – alterando le normali curvature della schiena – implica una complessa curvatura laterale e di rotazione della colonna vertebrale, la quale porta a deformazione della schiena ed alterazioni della componente muscolare dal momento che la colonna scoliotica contiene muscoli atrofici ad un lato e muscoli ipertrofici dall’altro. L’altezza dei dischi intervertebrali e delle vertebre diminuisce dal lato concavo della flessione: il corpo vertebrale diventa cuneiforme.
La colonna vertebrale è una struttura anatomica che rappresenta il principale sostegno dell’intero scheletro del corpo umano, oltre a svolgere altre importanti funzioni protettive e motorie. I costituenti fondamentali della colonna vertebrale sono le vertebre, queste non sono tutte uguali fra di loro, ma presentano alcune caratteristiche comuni.
Tra le cause più comuni del mal di schiena e della sciatalgia, c’è senza dubbio l’ernia del disco (o “ernia discale”), per capire il meccanismo dietro questo disturbo bisogna prima farsi una domanda:
La colonna vertebrale è una struttura anatomica che rappresenta il principale sostegno dell’intero scheletro del corpo umano, oltre a svolgere altre importanti funzioni; una protettiva e una motoria.
Qual è la differenza tra “colonna vertebrale” e “spina dorsale”? Non c’è alcuna differenza: la colonna vertebrale può essere chiamata in vari modi, come “colonna spinale” o “rachide” o – appunto – spina dorsale.
Con “crollo vertebrale” si identifica una patologia caratterizzata dalla perdita dell’altezza della vertebra, che può avvenire in modi diversi. Quasi sempre si verifica un crollo vertebrale in soggetti di età avanzata e che soffrono di osteoporosi, ma esistono anche fenomeni patologici che possono portare a questa situazione anche soggetti più giovani, come le metastasi vertebrali. Anche la menopausa può portare rischi di fratture, poiché si verifica una perdita continua del tessuto osseo.