7 uomini sbagliati: come capire quali sono e lasciarli in tempo

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ESSERI UMANI NARCISISTI NON SI PUO ESSE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneEcco sette tipologie di uomo e di comportamento maschile che vi devono mettere in guardia: forse è il momento giusto per scappare da una relazione che – probabilmente – non vi porterà a nulla di buono.

1) L’uomo indifferente
Quando capite che nonostante le sorprese che gli fate e tutte le attenzioni che dimostrate, come preparare la crostata di marmellata di more (la sua preferita), dopo averle raccolte tra i rovi e aver maneggiato la pasta piena di burro che si appiccica alle dita, lui non apprezza e fa spallucce come se tutto gli fosse dovuto. Perché per l’uomo indifferente è scontato essere completamente “adorato”.

2) L’uomo che non lascia oltrepassare il “muro”
Quando non vi permette di superare il “muro” e non riuscite proprio a sfondarlo, non vi fa entrare nel suo mondo perché teme la condivisione, teme di aprirsi completamente. All’inizio di una storia può essere comprensibile essere riluttanti, ma quando si decide di stare insieme, di condividere dei momenti e la quotidianità della vita, dovrebbe venire del tutto naturale lasciarsi andare. Quando si capisce? Il primo segnale è la sua resistenza a trascorrere un week end romantico, per non parlare di una vacanza insieme e stare 24 ore “vicini, vicini”.

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3) L’uomo anaffettivo
Un altro indicatore per iniziare a correre verso altre mete maschili è quando vi accorgete che non è, come avete sempre creduto, un uomo dal carattere riservato e timido, ma è semplicemente un anaffettivo e del tutto incapace di parlare dei suoi sentimenti. Non riesce proprio a dire “ti amo” o sentirsi dire “ti amo”. Gli vengono i brividi, lo vedi incespicare, non gli escono suoni dalla bocca, neanche avesse ingoiato un osso di coscia di pollo.

4) L’uomo “braccino corto”
Prima era l’uomo più generoso del mondo, ma ora è diventato tirchio che più tirchio non si può. Quando una relazione si avvia al capolinea lo prova anche, non solo la sua reticenza a fare regali “importanti”, ma dalla graduale penuria dei doni e piccoli pensierini, che sono sempre più miseri e di una bruttezza imbarazzante, accompagnati spesso della tipica frase: “Amore, ma è un regalo utile”. La generosità e nobiltà d’animo non si quantificano in denaro, ma chiunque è in grado di fare uno sforzo. Soprattutto se è interessato sinceramente.

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5) L’uomo che non programma
Entra nel panico se iniziate a programmare il futuro a lungo termine. Se state insieme da molto tempo, convivete ma lui dichiara di non essere pronto per andare all’altare. Non è vero che non è pronto per il matrimonio. La verità è che non gli piaci abbastanza e non vuole sposarsi con te. Se dice che non vuole pensare al futuro, sta mentendo. Se fossi la donna giusta per lui, ti sposerebbe anche domani. Secondo le statistiche, gli uomini pensano al futuro e prendono le decisioni più importanti della loro vita tra i 25 ed i 35 anni.

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6) L’uomo che perde interesse per il sesso
Ovviamente dopo tanti anni insieme, il desiderio non è più ardente come una volta, ma se vi sembra di stare con vostro fratello piuttosto che col vostro fidanzato o marito… c’è qualcosa che non va. Se non vi tocca più, non vi cerca, non vi desidera, forse è il momento di rompere. Il disinteresse sessuale è un segnale di allarme rosso. Un segno inquietante, soprattutto quando passa sempre meno tempo con voi. Se un uomo ama cerca la sua donna e ne è attratto. Fa fatica a staccare gli occhi e le mani di dosso dalla sua lei. Se il vostro uomo non vi cerca o vi tradisce o è stanco di voi.

7) L’uomo egocentrico
Tutto ruota intorno a lui. Scappate via, subito, appena capite che è un uomo egocentrico che considera il vostro tempo come qualcosa che non vale un granché, a meno che non sia utilizzato per vedere lui. L’egocentrico vuole convincere gli altri e sé stesso della sua superiorità. Voi non esisterete mai per lui, se non per soddisfare il suo ego. Se quando sta con voi vi dà l’idea che vi stia facendo una grossa concessione, scappate a gambe levate. Questi uomini non sono in grado di soddisfare una donna. Resteranno ragazzini pronti solo e sempre a divertirsi, non rinunceranno per niente al mondo ai loro interessi ed eviteranno responsabilità.

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Le dieci tecniche per toglierti qualcuno dalla testa

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO COPPIA AMORE LITIGIO TRISTE RABBIA NERVOSO SEPARAZIONE DIVORZIO LITIGARE (4)Capita a tutti nella vita di fare i conti con pensieri intrusivi, è una cosa normale ma estremamente fastidiosa. Nei casi più lievi questi pensieri sono solo una fonte di distrazione, ma se non trattati nel modo corretto possono diventare delle vere e proprie ossessioni. Proprio come i problemi somatici, anche nel caso dei pensieri intrusivi è meglio affrontarli all’esordio: presi in tempo sono più facili da vincere, ma se lasciati lì a crescere, potrebbero diventare ingestibili. Molti studi rivelano che lo stress che deriva dalla ruminazione mentale facilita l’insorgenza di depressione, cancro, problemi cardiaci e malattie autoimmuni. Cosa puoi fare quindi per toglierti qualcuno dalla testa o per smettere di pensare a qualcosa che ti assilla, ma verso la quale non puoi fare nulla? Ecco dieci strategie che ti possono aiutare.

1) Serve tempo

La prima cosa da fare è smettere di nutrire quel pensiero parlando sempre di lui o di lei o pensando sempre a lui o lei. Appena nella nostra testa si materializza il pensiero del nostro ex partner, interrompiamolo sul nascere pensando ad altro o iniziando a fare una qualsiasi attività che ci possa distrarre immediatamente. Il tempo è tuo alleato e, se riesci a bloccare sul nascere i pensieri negativi ora, tra un po’ di tempo i pensieri negativi cercheranno di irrompere sempre meno volte nella tua testa.

2) Nutri la curiosità verso quello che verrà dopo

In certi casi più di agire è importante fermarsi a osservare. Smetti di contrastare quel pensiero e siediti a spiare il futuro con la curiosità di scoprire cosa arriverà domani. Cerca di progettare nuova vita e nuove situazioni, prendendo strade che prima non avevi mai intrapreso. Iscriviti in palestra, iscriviti ad un corso di ballo, iscriviti a nuoto, iscriviti ad un corso di pittura… Fai qualcosa di nuovo che ti permetta di voltare pagina e, magari, incontrare nuove persone!

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3) Non fare il gioco della colpa

Vuoi veramente toglierti qualcuno dalla testa? Evita di cercare un colpevole alla situazione in cui vi trovate. Nella maggioranza dei casi, la colpa non è mai solo da una parte ma da entrambe le parti. In ogni caso è sempre controproducente passare le giornate a rimurginare sul fatto di chi sia la colpa.

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4) Non chiederti cosa prova lui/lei

La cosa peggiore che puoi fare è immaginare cosa sta provando lui o lei in questo momento. Immaginare che stia male pensando a te, può essere piacevole, ma non risolve certo la situazione ed in ogni caso potrebbe essere una cosa non vera. Immaginare che stia bene senza di te, può solo farti del male. Pensa ad organizzare la TUA nuova vita, piuttosto che pensare a come lui o lei si sia riorganizzata la sua.

5) Affronta i tuoi problemi assoluti

Il problema non è la recente separazione. Non è nemmeno la mancanza di lui/lei. Il tuo problema è quello che fa finire tutte le tue storie nello stesso modo. Non puoi agire sul particolare per affrontare il generale. Per esempio, non ha senso affrontare il tuo ex se il motivo per il quale vi siete lasciati sono le tue frequenti crisi di rabbia, che ti hanno portato a chiudere le ultime relazioni. Cerca i tuoi lati negativi e migliorali, in modo da non sabotare le tue nuove relazioni.

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6) I pensieri caldi sono inutilizzabili

Quando le ferite sono ancora aperte e il nostro cuore un turbinio di emozioni, non è possibile ragionare. Occorre freddezza per affrontare le situazioni con la giusta razionalità. Qualsiasi pensiero che ti verrà in testa subito dopo la fine di una relazione, potrebbero essere estremamente razionali e quindi inutili o controproducenti per affrontare la situazione.

7) Non chiederti cosa pensano gli altri di te

Primo: non riuscirai mai a immaginarlo correttamente. Secondo: a cosa ti serve aggiungere l’ansia sociale a una situazione dove la tua ansia privata sta già divorando la tua serenità? Gli altri ed i loro giudizi non devono esistere: esisti solo tu.

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8) I pensieri non sono fatti

La prima cosa da imparare sui propri pensieri è di non credere mai del tutto a quello che pensi. Credere intensamente a qualcosa non rende quella cosa più vera.

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9) Puoi imparare dai tuoi pensieri?

Ospita nella tua testa solo i pensieri che possono servirti per crescere, riconoscerli è facile, sono quelli che non ti fanno soffrire. I pensieri che possono farti crescere sono privi di emozioni ma carichi di punti di domanda a cui rispondere. Trovare le risposte significa crescere.

10) Perdonati

Non è necessario essere onesti con la proprio sofferenza. Sì, è accaduto. Sì, è orribile. Ma veramente pensi di non essere nulla oltre questo tuo errore? Perdonati! Non sono solo gli altri che meritano il nostro perdono, siamo sopratutto noi stessi. Siamo umani ed è umano sbagliare. Al massimo, impara dai tuoi errori, in modo da non rifarli più.

Se credi di non riuscire da solo o da sola a gestire la fine di una relazione, ed i tuoi pensieri diventano ogni giorno più cupi, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a risolvere definitivamente il tuo problema.

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Differenza tra separazione consensuale e giudiziale

MEDICINA ONLINE LEGALE LAWYER AVVOCATO CIVILE PENALE DELITTO DIRITTO PRIVATO MATRIMONIO SOLDI DIVORZIO SEPARAZIONE CONSENSUALE CAUSA TRIBUNALE DIFESA ACCUSA.jpgNella separazione consensuale sussiste un accordo tra i coniugi in ordine alle condizioni (personali e patrimoniali) della separazione stessa. Il Tribunale si limita ad omologare tale accordo (cioè ad assicurarsi che siano rispettati i diritti di ciascun coniuge e della eventuale prole) mediante decreto.

In caso di disaccordo, invece, si ricorre alla separazione giudiziale. In questo caso la separazione viene pronunciata con sentenza dal Tribunale, che si impone nel decidere le condizioni.

Il diritto di chiedere la separazione (consensuale o giudiziale) spetta a ciascun coniuge, anche in mancanza di consenso dell’altro coniuge. La procedura si avvia mediante ricorso al Tribunale competente per territorio, in base al comune dove si trova la casa coniugale.

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Sospetta un tradimento ed evira il marito

MEDICINA ONLINE KISSING SIDE BACIARE DESTRA SINISTRA LATO AMORE COPPIA DIVORZIO LITIGIO MATRIMONIO FIDANZATO PARTNER UOMO DONNA AMORE SESSO SEX WALLPAPER GIRL MAN BOY WOMAN SAD COUPLE HI RES PICTURE IMAGE PICTURES.pngIl tradimento è una cosa seria, c’è chi lo subisce e si deprime e poi pian piano mette in ordine le idee e affronta la situazione e chi, invece, non ci sta, si vendica e va fuori di testa. Quando il partner va fuori di testa la situazione può diventare molto pericolosa, potenzialmente anche mortale. Una donna indiana aveva il sospetto che il marito la tradisse e si è vendicata in modo terribile, lo ha evirato con un coltello e poi, evidentemente sconvolta, è andata in strada con il mano i genitali del marito e il coltello. L’uomo è adesso ricoverato in ospedale e la moglie in prigione.

La coppia ha quattro figli ed è sposata ma da qualche tempo la relazione non andava benissimo: la donna era convinta che la causa della crisi matrimoniale fosse una relazione extraconiugale, ma il marito non lo ha mai ammesso. Qualche sera fa le tensioni ed i litigi sono esplosi in un atto efferato, la donna ha tagliato il pene al marito e se n’è andata, lasciandolo per terra sanguinante e inerme.

La donna, madre di 4 figli, è stata arrestata a Gudiyatham, nel Tamil Nadu, dopo essere stata sorpresa davanti alla casa dei suoi genitori con i genitali del marito in mano. Secondo quanto riporta il Daily Mail i due erano sposati da 14 anni, ma da un anno il loro matrimonio era entrato in crisi e avevano preso la decisione di separarsi.

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Franca Viola: la prima donna a rifiutare il matrimonio riparatore

MEDICINA ONLINE FRANCA VIOLA DONNA ALCAMO TRAPANI SICILIA FUITINA MATRIMONIO RIPARATORE MAFIA MAFIOSA FAMIGLIA FILIPPO MELODIA POLIZIA CARCERE PROCESSO RIFIUTO.jpgFranca Viola è stata la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore. Divenne simbolo della crescita civile dell’Italia nel secondo dopoguerra e dell’emancipazione delle donne italiane.

Il fidanzamento rotto

Nata il 9 gennaio 1948 ad Alcamo (Trapani, Sicilia), Franca all’età di quindici anni – con il consenso dei genitori – si fidanzò con Filippo Melodia, nipote del mafioso Vincenzo Rimi e membro di una famiglia benestante. Tuttavia in quel periodo Melodia venne arrestato per furto ed appartenenza ad una banda mafiosa e ciò indusse il padre di Franca, Bernardo Viola, a rompere il fidanzamento; per queste ragioni, la famiglia Viola fu soggetta ad una serie di violente minacce ed intimidazioni: il loro vigneto venne distrutto, il casolare annesso bruciato e Bernardo Viola addirittura minacciato con una pistola al grido di “chista è chidda che scaccerà la testa a vossia“, ma tutto ciò non cambiò la sua decisione.

Il rapimento e le violenze

Il 26 dicembre 1965, all’età di 17 anni, Franca Viola fu rapita (assieme al fratellino Mariano di 8 anni, subito rilasciato) da Melodia, che agì con l’aiuto di dodici amici, con i quali devastò l’abitazione della giovane ed aggredì la madre che tentava di difendere la figlia. La ragazza fu violentata e quindi segregata per otto giorni in un casolare al di fuori del paese e poi in casa della sorella di Melodia ad Alcamo stessa; il giorno di Capodanno, il padre della ragazza fu contattato dai parenti di Melodia per la cosiddetta “paciata”, ovvero per un incontro volto a mettere le famiglie davanti al fatto compiuto e far accettare ai genitori di Franca le nozze dei due giovani.

La liberazione e l’arresto di Melodia

Il padre e la madre di Franca, d’accordo con la polizia, finsero di accettare le nozze riparatrici e addirittura il fatto che Franca dovesse rimanere presso l’abitazione di Filippo, ma il giorno successivo, 2 gennaio 1966 la polizia intervenne all’alba facendo irruzione nell’abitazione, liberando Franca ed arrestando Melodia ed i suoi complici. Secondo la morale del tempo, una ragazza uscita da una simile vicenda, ossia non più vergine, avrebbe dovuto necessariamente sposare il suo rapitore, salvando l’onore suo e quello familiare. In caso contrario sarebbe rimasta zitella, additata come “donna svergognata”.

Il processo

All’epoca, la legislazione italiana, in particolare l’articolo 544 del codice penale, recitava: “Per i delitti preveduti dal capo primo e dall’articolo 530, il matrimonio, che l’autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali”, in altre parole ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto “matrimonio riparatore”, contratto tra l’accusato e la persona offesa; la violenza sessuale era considerato oltraggio alla morale e non reato contro la persona. Il caso sollevò in Italia forti polemiche divenendo oggetto di numerose interpellanze parlamentari. Durante il processo che seguì, la difesa tentò invano di screditare la ragazza, sostenendo che fosse consenziente alla fuga d’amore, la cosiddetta “fuitina”, un gesto che avrebbe avuto lo scopo di ottenere il consenso al matrimonio, mettere la propria famiglia di fronte al fatto compiuto e che il successivo rifiuto di Franca di sposare il rapitore sarebbe stato frutto del disaccordo della famiglia per la scelta del marito. Filippo Melodia fu condannato a 11 anni di carcere, ridotti a 10 con l’aggiunta di 2 anni di soggiorno obbligato nei pressi di Modena. Pesanti condanne furono inflitte anche ai suoi complici dal tribunale di Trapani, presieduto dal giudice Giovanni Albeggiani. Melodia uscì dal carcere nel 1976 e fu ucciso da ignoti, il 13 aprile 1978, nei dintorni di Modena, con un colpo di lupara.

Simbolo di libertà e dignità

Franca Viola diventerà in Sicilia un simbolo di libertà e dignità per tutte quelle donne che dopo di lei avrebbero subito le medesime violenze e ricevettero, dal suo esempio, il coraggio di “dire no” e rifiutare il matrimonio riparatore. Franca Viola si sposò nel 1968 con il giovane compaesano amico d’infanzia Giuseppe Ruisi, ragioniere, che insistette nel volerla sposare, nonostante lei cercasse di distoglierlo dal proposito per timore di rappresaglie.

«Non fu un gesto coraggioso. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come farebbe oggi una qualsiasi ragazza: ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé. Oggi consiglio ai giovani di seguire i loro sentimenti; non è difficile. Io l’ho fatto in una Sicilia molto diversa; loro possono farlo guardando semplicemente nei loro cuori»

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Dimmi che padre hai e ti dirò che l’uomo che cerchi e che fa per te

MEDICINA ONLINE FATHER PADRE SON SONS FIGLIO MAN UOMO GENITORE FAMILY FAMIGLIA MADRE MENTE CERVELLO CRESCITA BAMBINO BIMBO AMORE FAMIGLIARE COMPONENTI MADRE PATRIGNO PROBLEMI ANAFFETTIVOCi sono donne che lo vogliono uguale e altre che vanno in cerca di un partner che sia l’opposto. Il padre gioca un ruolo fondamentale nelle scelte sentimentali che ognuna di noi compie, influenzando i rapporti amorosi come modello di riferimento maschile. E’ la prima figura virile con cui ci si confronta e spesso può rappresentare il tipo di uomo che si sceglierà come compagno. Tutto dipende dalla relazione che si instaura, come spiega un recente articolo del The Telegraph: se hai avuto un papà che ti ha trattato con gentilezza e rispetto, fortificando la tua autostima, non avrai bisogno di cercare a tutti i costi l’approvazione maschile, rimbalzando da un partner sbagliato all’altro. Anzi di solito si pretende un uomo che ricalchi le attenzioni paterne, che ti faccia sentire speciale e unica. Ma purtroppo può accadere anche il contrario, come spiega la Dott. ssa Linda Nielsen, psicologa alla Wake Forest Univeristy in North Carolina: “Se vai in un negozio di alimentari quando sei affamata, è probabile che tu ne esca con del cibo spazzatura. Perché per sentirsi bene, basta afferrare qualunque cosa ci sia sullo scaffale. Quando le donne non crescono stimate ed amate dai loro padri, diventano affamate d’amore. E in genere fanno scelte sbagliate. Chi ha avuto un papà freddo e distante, sa relazionarsi agli uomini solo in questo modo. Per questo finisce per stare con uomini glaciali e scostanti, perché è abituata a questo modello maschile”.

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In che modo la figura del padre influisce nelle storie d’amore?
Le relazioni sentimentali sono l’espressione di una combinazione complessa di esperienze evolutive e caratteristiche di personalità. Chiaramente, l’aspetto dell’apprendimento sociale dato dalle esperienze infantili permetterà alle bambine, una volta adulte, di proiettare le proprie emozioni e sensazioni sul partner. Questo può materializzarsi con differenti forme di rapporti amorosi: la scelta inconsapevole di un partner simile al padre, la scelta inconsapevole di un partner totalmente differente dal padre e la scelta inconsapevole del partner che ha caratteristiche simili alla madre, in quanto le peculiarità paterne sono particolarmente evidenziate in se stessa.

Quindi anche la madre ha un funzione primaria in questa dinamica? 
La mamma ha un ruolo molto importante, potrei definirlo di filtro. Un filtro che può, da un lato, valorizzare la figura paterna, ma dall’altro sminuirla allontanando l’idea di quell’uomo come ideale. Questo nella rielaborazione tutta al femminile permetterà di promuovere diverse scelte, che si orienteranno lungo un continuum che va dagli stereotipi socio-culturali alla trasgressione relazionale.

Per trovare il compagno più adatto, quanto è importante superare il “complesso di Elettra”?

A prescindere dal racconto mitologico, il complesso di Elettra rappresenta una risposta tutta al femminile del complesso Edipico freudiano tipicamente maschile. Jung definiva il complesso di Elettra come una forte invidia del pene maschile da parte della bambina piccola (3-6 anni) e di una forte competizione con la madre per il possesso di questo pene, rappresentato nell’espressione più complessa e simbolica dal padre. In una visione più romantica e spesso associata all’immaginario moderno femminile, il complesso di Elettra rappresenta per le donne il raggiungimento di un obiettivo: trovare l’uomo perfetto. Perfetto come il padre che si è cercato di raggiungere e che proprio perché ha donato insindacabilmente il proprio amore ha permesso alla figlia di illudersi, immaginare e sperare nell’esistenza del “principe azzurro”. In una visione prettamente psicoanalitica è possibile che alcune donne non riescano a superare le fasi evolutive di questo complesso. Questo può portare a cercare sempre di più “l’uomo ideale” e allo stesso tempo incastrarsi in relazioni definibili pericolose. Relazioni in cui l’accudimento e l’accondiscendenza la fanno da padrone. A volte, anche se il padre non ricorda effettivamente il compagno scelto, il bisogno di amare intrappola queste donne in una dipendenza di tipo affettivo, che come suggerisce la Norwood “sono donne che amano troppo.

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4 tipi di padre: scopri qual è l’uomo che fa al caso tuo

1. L’autoritario
“Per mio padre è sempre venuto prima il dovere e poi il piacere. Se non facevi come diceva lui, dopo averti sgridato e umiliato ti toglieva il saluto per giorni. Sono andata via di casa a 18 anni, piena di rabbia e di voglia di ribellarmi, cercando un uomo che fosse l’opposto. Ma alla fine perdevo la testa per quelli che mi tenevano in pugno, volendomi in base ai loro comodi. Ho cambiato la mia vita quando ho incontrato Luca. Mi ascoltava e voleva amarmi proprio perché avevo le mie idee, senza volermi plasmare e controllare come avevano fatto tutti gli altri”. Giulia, 32 anni

Il padre padrone, spesse volte impegnato e assorto solo nelle attività lavorative/professionali, di solito è lui stesso vittima di un altro padre autoritario, un copione che si reitera a livello generazionale. Con la sua autorità spiccata può impedire la libera espressione del sé, limitare le esperienze, creare insicurezza e bassa autostima.

L’uomo da cercare: visto che la comunicazione con un padre di questo tipo è unidirezionale, bisognerebbe aspirare a un partner che ami il dialogo, che ascolti e non giudichi, creando un rapporto paritario e simmetrico. Una valida alternativa è l’autorevole, che si pone come guida, ma è aperto al confronto, che dà sicurezza, ma non toglie l’indipendenza.

2. L’amicone
“Pietro più che un padre è stato un compagno di giochi: con lui potevo fare tutto, anche quando mamma diceva no. E’ sempre stato un eterno Peter Pan, raramente prendeva una decisione a casa, preferiva lasciar scorrere le cose con la speranza che si aggiustassero da sole. Nei miei uomini ho cercato sempre questo senso di leggerezza e di spensieratezza, forse perché sono stata sempre abituata a cavarmela da sola e a non contare mai troppo sugli altri. Ma la vera felicità l’ho trovata nelle braccia di Giulio: ha dieci anni più di me e con la sua sicurezza mi ha conquistato”. Viola, 37 anni

Quando si è piccola averlo accanto è una gioia, perché con lui tutto è permesso e spesso fa da contraltare a una madre costretta a essere severa. Se i suoi punti di forza sono la confidenza, la spensieratezza e il buonumore, il lato negativo è quello di non essere una figura guida forte, quindi può indirizzare verso comportamenti superficiali e perennemente infantili.

L’uomo da cercare: per contrapposizione, la scelta potrebbe ricadere su un uomo concreto e pratico, che prende in mano la sua vita con responsabilità. In questo caso avere accanto un uomo che sia un maschio, che abbia ben chiaro qual è la distinzione dei ruoli nella coppia, senza volerli prevaricare, ma solo ribadirli, per lasciarti la libertà di essere femmina. Può essere adatto anche un compagno ironico e “leggero”, a patto che tu non diventi la colonna portante della coppia, facendogli da madre invece che da compagna.

3. Il disinteressato
“Non ho mai avuto un buon rapporto con mio padre. Non perché fosse un cattivo genitore, mi ha sempre dato il meglio, solo che è mai stato interessato a me. A lui bastava che andassi bene a scuola, che non mi infilassi nei casini e che non fossi sempre educata e rispettosa delle regole. Per il resto, quello che sentivo dentro, cosa sognavo e quello che volevo fare non era affare suo. “Roba da donne”, diceva, e con questa scusa ha mollato a mia madre tutta la mia educazione affettiva. Negli anni ho capito che dietro questo menefreghismo, c’era solo una sua grande incapacità di comunicare la sua emotività, per questo non riusciva a cogliere quella degli altri. Forse è per questo che ho sposato Francesco, l’uomo più sensibile che ho mai conosciuto”. Carmen, 41 anni

Un padre così è un evitante, che spesso nasconde dietro la sua evanescenza il suo essere anaffettivo. Spesso costruisce rapporti frammentati con la figlia, fatto di assenze e di poca comunicazione, che possono portare a scatenare paura, insicurezze e rabbia, ma anche di chiusura verso il mondo maschile, pensando che mai nessuno possa mai comprenderla veramente.

L’uomo da cercare: il rischio di duplicare la stessa dinamica è quello di rincorrere uomini centrati su se stessi, egoisti e sfuggenti, che si danno poco e che non danno mai certezze. Meglio mirare a compagni empatici, consapevoli della propria emotività, che non hanno paura di esternarla e di mettersi in gioco con il cuore.

4. L’inimitabile
“Non c’è nessuno come mio padre, per me resta il mio punto di riferimento, il parametro da cui parto per valutare gli uomini. Sempre presente, mai invadente, capace di supportarmi senza imporre la sua visione della vita. Mi ha sempre spinta a tirare fuori il meglio, rispettandomi e amandomi. Negli anni l’ho visto adorare mia madre con dedizione e ha fatto tutto per il bene della nostra famiglia. So che di uomini così ce ne sono pochi, ma ce ne sono. L’ho capito solo quando ho conosciuto Paolo, gentile, forte e amabile come mio padre. Prima di lui ero attratta solo dal suo opposto: uomini inconcludenti, che abbassavano la mia autostima, forse perché volevo che mio padre restasse l’uomo migliore della mia vita”. Carla, 35 anni

Potrebbe essere il padre ideale, che non solo fa sorridere, ma protegge ed educa con tenerezza e collaborazione con la madre. Avere avuto un papà così, non solo fa crescere una figlia come donna sicura e autonoma, ma le permette di relazionarsi in modo sereno con il genere maschile, conscia delle sue potenzialità e consapevole di ciò che cerca in una storia.

L’uomo da cercare: come il padre deve trasmetterle la stima di sé, confermando che è importante e speciale, dimostrandosi interessato a lei sinceramente. Ma per essere un buon compagno deve fare uno scatto in più rispetto alla figura paterna: dimostrare di ammirare la sua femminilità, facendola sentire sensuale e desiderata, attestando con la sua passione che continua a sceglierla giorno dopo giorno.

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Differenza tra matrimonio, convivenza ed unione civile

MEDICINA ONLINE ANSIA DA MATRIMONIO MATRIMONIALE UOMO DONNA SINTOMI E NORMALE UN ANNO PRIMA SPOSI MARITO MOGLIE PAURA SPOSARSI CHE FAREIl matrimonio è definito nell’articolo 29 della Costituzione come l’atto con cui due persone, di sesso opposto, rendono pubblica la loro volontà di concretizzare una comunione spirituale e materiale di vita. Ed è “ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”. Può essere celebrato in presenza dell’ufficiale di stato civile o in chiesa.

L’unione civile invece è indicata come “una specifica formazione sociale” tra persone dello stesso sesso, legate da vincoli affettivi ed economici ma non vincolate da matrimonio (o impossibilitate a contrarlo). Per vedere riconosciuti i propri diritti, sarà sufficiente fare una dichiarazione all’ufficiale di stato civile.

La convivenza di fatto invece va dichiarata semplicemente all’anagrafe ed è una forma fruibile da coppie eterosessuali o omosessuali, purché non vincolate da rapporti di parentela o adozione, da un altro matrimonio o unione civile.

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Matrimonio, unione civile e convivenza: differenze terminologiche

L’articolo 29 della Costituzione definisce il matrimonio come un “ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”. L’Unione civile non è un matrimonio, ma una «specifica formazione sociale» composta da persone dello stesso sesso, mentre la convivenza di fatto viene posta in essere da una coppia formata da “due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile”.

Matrimonio, unione civile e convivenza: il sesso

Il matrimonio può essere contratto solo da persone di sesso diverso, l’unione civile è un istituto valido per le coppie dello stesso sesso, mentre la convivenza può essere istituita sia per i rapporti eterosessuali che per i rapporti omosessuali.

Matrimonio, unione civile e convivenza: il rito

A differenza di quanto previsto per il matrimonio, per l’unione civile non sono contemplate le pubblicazioni, quindi non possono neanche esserci le opposizioni previste per il matrimonio. L’unione si costituisce nel momento in cui i due coniugi presentano una dichiarazione all’ufficiale di Stato Civile alla presenza di due testimoni. Se per il matrimonio devono essere “recitate” delle formule particolari, i coniugi uniti civilmente non ne avranno bisogno. L’ufficiale di Stato Civile si occuperà di compilare un certificato all’interno del quale verranno inseriti dati anagrafici (della coppia e dei testimoni), residenza e regime patrimoniale. Da sottolineare che mentre per il matrimonio i cittadini minorenni hanno la possibilità di richiedere a un giudice il “permesso” di sposarsi, questa opzione non è contemplata per l’unione civile, valida solo per i maggiorenni. Le coppie che invece vogliono regolamentare davanti alla legge la convivenza devono presentare apposita richiesta di iscrizione all’anagrafe. Uno dei due partner deve inoltre trasmettere il modello di dichiarazione di residenza (sottoscritto anche dall’altro/a), specificando che si tratta di una convivenza per vincoli.

Matrimonio, unione civile e convivenza: il patrimonio

Dal punto di vista economico, matrimonio e unioni civili sono equiparati, il che significa che le coppie unite civilmente saranno soggette automaticamente al regime di comunione dei beni, a meno che non indichino una scelta differente. Per entrambi si prevede l’obbligo di contribuire ai bisogni comuni e il diritto di successione. I conviventi invece, per regolamentare i loro rapporti patrimoniali, devono firmare un contratto di convivenza predisposto da un avvocato o da un notaio all’interno del quale indicare le proprie decisioni sulla materia. Il professionista avrà dieci giorni di tempo dalla stipula del documento per procedere all’iscrizione dello stesso all’anagrafe di residenza dei conviventi. In questo caso non è previsto il diritto di successione.

Matrimonio, unione civile e convivenza: fisco e previdenza

Coppie sposate e unite civilmente potranno godere dello stesso trattamento fiscale e previdenziale. A livello esemplificativo: detrazioni fiscali per familiari a carico e prima casa, assegno di mantenimento in seguito a divorzio, pensione di reversibilità e TFR in caso di morte di uno dei due coniugi. Rispetto al matrimonio però, per le unioni civili c’è una differenza importante: dato che per queste ultime non è prevista la possibilità di adozione, i coniugi non potranno accedere alle prestazioni di maternità/paternità né agli assegni familiari. Per quanto riguara i conviventi, non è previsto alcun legame previdenziale. La legge prevede però che un convivente che presti la propria opera (non lavoro subordinato né legame di società) all’interno dell’impresa del partner abbia diritto di partecipazione agli utili. In caso di rottura della convivenza è previsto il diritto all’assegno di mantenimento per un numero determinato di anni che sarà detraibile dal partner che lo eroga. Coppie sposate, unite civilmente e conviventi godono dello stesso trattamento per le graduatorie relative all’assegnazione di alloggi di edilizia popolare.

Matrimonio, unione civile e convivenza: il cognome

Nelle coppie unite in matrimonio, la moglie mantiene il proprio cognome da nubile, anche se è possibile aggiungere nei documenti ufficiali la dicitura “coniugata con”. Per quanto riguarda le unioni civili invece, i partner dovranno presentare una dichiarazione attraverso la quale comunicano la decisione di assumere un cognome comune. Si potrà scegliere liberamente quale utilizzare tra i due. I conviventi mantengono ognuno il proprio cognome.

Matrimonio, unione civile e convivenza: i figli

Arriviamo ad uno dei temi più controversi. La prima differenza tra matrimonio e unione civile risiede nella mancata possibilità per chi è legato tramite il secondo istituto di adottare un bambino o di ricorrere alla procreazione assistita (che non è l’utero in affitto).  Non solo, lo stralcio delle stepchild adoption implica che, a differenza di quanto accade per il matrimonio in cui i bambini nati vengono considerati dalla legge figli di entrambi i genitori, i bambini nati durante l’unione civile saranno figli del solo genitore biologico. La Legge però contiene una frase, “Resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti” , che consente alle coppie unite civilmente di rivolgersi ad un giudice che, sfruttando il vuoto legislativo esistente, potrà concedere comunque la stepchild adoption. Nonostante l’orientamento dei Tribunali italiani oggi sembri essere esattamente questo, non c’è alcuna garanzia di ottenere il risultato sperato. Per quanto riguarda la convivenza, la legge non prevede per una coppia convivente la possibilità dell’adozione, a meno che la convivenza duri da tre anni e vi sia l’impegno al matrimonio. I conviventi hanno però diritto alla stepchild adoption.

Matrimonio, unione civile e convivenza: obbligo di fedeltà

Una modifica considerata necessaria da NCD per l’approvazione della norma in Senato. Per le Unioni Civili non ci sarà l’obbligo di fedeltà previsto per il matrimonio. Cosa cambia nei fatti? Poco, quasi nulla. Le coppie unite da unione civile non saranno soggette all’obbligo di essere sessualmente fedeli, un obbligo non contemplato da molti paesi internazionali che spesso viene “interpretato” in maniera abbastanza elastica anche dai giudici italiani, a meno che non si tratti di casi di infedeltà che ledano una delle parti o che provochino la rottura del matrimonio. In questi due casi infatti, per le coppie sposate può scattare “l’addebito” che per i coniugi uniti civilmente non potrebbe comunque esserci a causa delle regole differenti previste per la separazione.

Matrimonio, unione civile e convivenza: divorzio e separazione

Differenze importanti esistono in caso di divorzio o di fine della convivenza. I coniugi uniti civilmente, a differenza delle coppie sposate, non dovranno rispettare il periodo di separazione, ma potranno aver accesso direttamente al divorzio. In questo frangente, anche nel caso in cui la volontà dei due coniugi sia disgiunta (vale a dire che solo uno dei due voglia divorziare), basterà ricorrere all’ufficiale di Stato Civile e non al Giudice, firmando una comunicazione ufficiale nella quale si dichiarerà la volontà di sciogliere l’unione. Trascorsi tre mesi dalla presentazione sarà possibile iniziare la procedura di divorzio che potrà essere richiesto tramite via giudiziale, attraverso la negoziazione assistita o mediante un accordo sottoscritto dalle parti davanti all’ufficiale di Stato Civile. Il partner più debole avrà diritto agli alimenti e all’assegnazione della casa. In caso di divorzio esiste un’ulteriore differenza: i coniugi uniti da unione civile non potranno chiedere lo scioglimento per la mancata consumazione del rapporto. Per quanto riguarda la convivenza, in caso di rottura la ex coppia non dovrà affrontare alcuna procedura, a meno che il giudice non stabilisca che uno dei due debba ricevere gli alimenti trovandosi in stato di bisogno. Chi però ha sottoscritto il contratto di convivenza per disciplinare la propria situazione patrimoniale dovrà presentare un atto scritto per richiederne il recesso, sia esso unilaterale o di comune accordo.

Matrimonio, unione civile e convivenza: omicidi, rapimenti, furti…

No, non stiamo scherzando. La legge sulle unioni civili avrà delle ripercussioni anche sul codice penale. Delle ripercussioni assurde. Il fatto che le disposizoni che contegono la parola coniuge si applichino «anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso», ma «al solo fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile», implica delle conseguenze. Per fare l’esempio più eclatante, in caso di omicidio del coniuge, per il marito e moglie si applicano delle aggravanti che aumentano la pena da 21-24 anni a 24-30 anni, cosa che non accade per le unioni civili perché l’omicidio non è una norma atta a rafforzare “gli obblighi derivanti dall’unione civile”. La stessa regola vale per i sequestri di persona. Come sottolinea il Corriere della Sera “quando il pm blocca i beni utilizzabili dal coniuge per pagare il riscatto, il blocco non potrebbe essere imposto al coniuge legato da unione civile con il rapito”. Non si potranno inoltre perseguire i coniugi uniti civilmente per l’abuso d’ufficio commesso da pubblici ufficiali che non si astengano in presenza di un interesse di un prossimo congiunto come il coniuge e per la bigamia. Per le unioni civili non sarà prevista la non punibilità in caso di falsa testimonianza o favoreggiamento del coniuge, per “reato di assistenza ai partecipi di associazioni per delinquere o con finalità di terrorismo”; per furto o truffa ai danni del partner, ecc.

Unioni civili e convivenze in Europa

L’Italia è l’ultimo dei paesi fondatori dell’unione europea a riconoscere diritti e doveri di unioni civili e convivenze. E, probabilmente, il vuoto normativo è stato (almeno in parte) colmato a seguito della condanna della Corte di Strasburgo del 2015, secondo cui “la tutela legale attualmente disponibile in Italia per le coppie omosessuali non solo fallisce nel provvedere ai bisogni chiave di una coppia impegnata in una relazione stabile, ma non è nemmeno sufficientemente affidabile”.

  • In Belgio, il matrimonio tra persone dello stesso sesso è possibile dal 2003, adozioni e stepchild adoption (letteralmente, adozione del figliastro) sono legiferate dal 2006.
  • I Paesi Bassi hanno riconosciuto la parificazione dei legami addirittura nel 2001.
  • La Spagna ha modificato il Diritto di Famiglia nel 2005, riconoscendo i diritti-doveri di matrimonio civile, adozione e stepchild adoption alle coppie eterosessuali e omosessuali.
  • Anche Irlanda, Francia, Norvegia, Portogallo, Lussemburgo, Islanda, Svezia, Danimarca, Austria e Malta, tra il 2002 e il 2015, si sono organizzati per legalizzare e normare unioni tra persone (abolendo la differenza di sesso) e adozioni.

Si attendono norme giuridiche di adattamento dei diritti da parte di Germania, Estonia, Croazia, Slovenia e Grecia. Fanalino di coda rimangono paesi come Lituania, Polonia, Bulgaria, Romania, Lettonia e Slovacchia in cui esistono addirittura delle leggi costituzionali che vietano il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Come se i concetti di amore, famiglia, genitorialità siano connessi ad una base genetica o alle nostre inclinazioni sessuali e non al nostro naturale bisogno di umanità.

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Uomo distante e che si allontana: cosa fare e come gestire il rapporto?

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Cosa succede?

Sta cambiando qualcosa nei suoi sentimenti per te o fa tutto parte del normale sviluppo del vostro rapporto? La verità è che quando un uomo inizia a raffreddarsi un po’, le tue sensazioni la contano giusta. Non sei impazzita, né diventata paranoica: se lui è più freddo, forse è più freddo davvero. Il punto è che in questi casi, presa dal panico, potresti optare per la soluzione peggiore esistente al mondo: chiedergli spiegazioni. Cosa succede se chiedi motivo della sua insicurezza ad una persona già insicura di per sé? Secondo te dopo le tue domande, la sua insicurezza ed il suo distacco diminuiranno o aumenteranno? Bene, qui bisogna agire in modo intelligente e non darti la zappa sui piedi da sola. Se il tuo lui sta attraversando una fase di insicurezza rispetto al vostro rapporto, un interrogatorio ti aiuterà a chiarirgli le idee, certo, ma proprio nella direzione che tu vorresti evitare. E sentendosi messo all’angolo, lui, asfissiato, scapperà. Ma che fare con le tue emozioni impazzite? Come gestire il tuo panico ora che sai che riversarle su di lui va contro il tuo obiettivo (ossia tenerlo con te)?

Cosa fare quindi?

Ecco i cinque errori che secondo il nostro Staff (composto sia da uomini che da donne) non dovresti commettere se il tuo lui si allontana:

Evitare pressioni inutili

Se ci accorgiamo che il nostro partner si sta allontanando, nella nostra mente inizia a risuonare un pensiero sempre più prepotente ” mi starà tradendo? “.
Non iniziate inutilmente a chiedergli se vi sta tradendo, sarebbe inutile, non lo ammetterà mai, anche perché se così non fosse peggiorereste solo le cose, non è facile vivere accanto a chi dimostra palesemente di avere dubbi sulla fedeltà.

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Evitare di “dare solo una sbirciatina”

Prese dai dubbi sul motivo per cui il vostro partner è un po’ distante potrebbe venirci in mente di ” dare una sbirciatina” al suo smartphone.
Ormai i moderni telefoni cellulari sono delle vere e proprie fonti inesauribili di informazioni e di conversazioni fatte nei vari social coma Facebook o Instagram, quindi quale posto migliore dove scoprire “qualcosa”? Non fatelo, primo perché è vietato dalla legge (violazione della privacy), secondo perché potreste trovare cose che non vi piacerebbero, è sempre meglio un bel confronto-scontro diretto che confessare di aver guardato nel cellulare e passare dalla parte del torto.

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Evitare di chiedere agli amici

Tra uomini ci si dice di tutto, anche le cose più intime, allora perché non chiedere ad un amico se sa il motivo di questo inspiegabile allontanamento?
La cosa sarebbe sensata se non ci fosse tra gli uomini un radicato e forte senso di cameratismo, quello che si rivelano non esce mai dal loro circolo, sembra come la frase del celebre film “Fight club”, dove le prime regole fondamentali sono quelle di non parlare assolutamente del club e di tutto quello che riguarda il club, credo di essermi spiegata abbastanza.

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Evitare i pedinamenti

Lo so che vedere i film polizieschi americani vi può indurre a pensare di sapere tutto sugli inseguimenti, ma non è così, rischiate di sembrare più il protagonista della “Pantera rosa” che goffo ed impacciato tenta di risolvere i casi. Se vi dovesse venire la malsana idea di seguirlo pensate sempre alla grandissima figuraccia che ci fareste se si accorgesse di essere seguito: lasciate stare, anche perché – in certi casi – rischiate di essere denunciate per stalking.

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Evitare la troppa accondiscendenza

Vedere la propria storia, tutti i nostri sogni e progetti dissolversi come una bolla di sapone non è piacevole, siamo portate quindi a diventare estremamente accondiscendenti con il nostro lui pur di salvare il nostro amore.
La frase che dovete evitare assolutamente è ” certo amore facciamo come vuoi tu” o frasi simili, forse il vero motivo per cui il nostro lui si sta allontanando è proprio questo.
Diventando estremamente accondiscendenti facciamo diventare la nostra storia come un lungo rettilineo da percorrere in macchina con sempre lo stesso paesaggio, dopo un poco può stancare.
Care ragazze se il vostro lui si sta allontanando prendete il volante della vostra storia e iniziate a percorrere strade con curve e paesaggi interessanti, mi raccomando lasciate a casa telefoni e amici e se poi la storia proprio non va ricordate che i vecchi detti non sbagliano mai ” si chiude una porta e si apre un portone”.

Se credi di avere dei problemi con il tuo partner e non riesci a gestire da sola questa situazione, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a superare questo momento difficile.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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