Cosa sono i recettori in medicina, biologia ed oncologia

MEDICINA ONLINE CELLULA CELL ORGANELLI MITOCONDRIO RECETTORI BIOLOGIA FARMACOLOGIA TIPI CLASSIFICAZIONE TESSTUO ORMONI LIGANDO.jpgCosa sono i recettori?

In biologia ed in medicina i recettori sono delle proteine localizzate sulla superficie o all’interno delle cellule che sono in grado di riconoscere e legare in maniera selettiva una particolare sostanza – definita ligando – di varia natura (per esempio un ormone, un antigene, uno zucchero) ma anche un microrganismo (un virus o un batterio).

Cosa avviene quando il recettore si lega al suo ligando?

Il legame di una sostanza al proprio recettore provoca una cascata di reazioni che culminano in una precisa risposta della cellula alla sostanza legata, che agisce da segnale. Un esempio classico è il legame di un ormone come l’insulina ai propri recettori situati nel fegato: tale legame indica all’organismo che è necessario immagazzinare all’interno delle cellule il glucosio ingerito con un pasto e circolante nel sangue. La risposta delle cellule epatiche a questo segnale è l’assunzione al loro interno del glucosio circolante, con un conseguente ristabilirsi dei valori normali di glicemia.

Il ruolo dei recettori in oncologia

Nel caso dei tumori, i recettori possono avere un ruolo determinante. Spesso, infatti, la trasformazione neoplastica induce la cellula a produrre recettori modificati, che mandano segnali del tutto sregolati: può accadere per esempio che un recettore che normalmente risponde agli stimoli di crescita esterni venga mutato e sia quindi sempre attivo, inviando alla cellula stimoli proliferativi continui. Mutazioni in alcuni tipi di recettori possono quindi essere alla base dello sviluppo dei tumori. Conoscere queste mutazioni può essere utile per sintetizzare farmaci mirati che, una volta legati ai recettori modificati, siano in grado di bloccarne l’attività che favorisce la crescita tumorale.

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Rottura dell’imene (deflorazione): come avviene, è dolorosa?

MEDICINA ONLINE IMENE ROTTURA SANGUE VAGINA DOLORE SESSO PENE PENETRAZIONE DONNA RAGAZZA SESSUALITA RAPPORTO SESSUALE SPERMA EMORRAGIA CHIAMARE DOTTORE FEMMINILE GINECOLOGIA MESTRUAZIONILa deflorazione, ossia la fisiologica rottura dell’imene, segue solitamente il momento della penetrazione della donna, durante il primo rapporto sessuale. In genere, la lacerazione di questa membrana non è dolorosa, ma può comportare un leggero disagio o un temporaneo sanguinamento. Chiaramente molto dipende dall’approccio del partner (più o meno delicato), dallo spessore della membrana e della diversa vascolarizzazione del tessuto.

Elasticità dell’imene

A seconda del suo aspetto e della sua forma, l’imene può essere talmente elastico da non lacerarsi al momento del coito, rimanendo integro. In altri casi, invece, la membrana è così sottile che può facilmente rompersi anche durante i preliminari e non sanguinare per nulla, senza necessariamente dover arrivare alla penetrazione completa durante l’atto sessuale. Dopo la deflorazione, al posto dell’imene, non restano che piccoli lembi, denominati lobuli imenali.

La rottura dell’imene fa male?

La deflorazione può provocare un po’ di dolore e in alcuni casi la perdita di sangue (solo qualche goccia). Molti amplificano il senso del dolore attribuendolo alla perdita della verginità, ma in realtà molto dipende dalla nostra soglia di sopportazione del dolore e dalla “dolcezza” del partner. Ci sono ragazze che non soffrono affatto, altre si. Per evitare fastidi o problemi il primo consiglio è di dedicarsi a lungo ai preliminari, poi di agire con molta dolcezza attraverso spinte piccole e leggere.

Quanto sangue si perde?

La quantità di sangue è in genere abbastanza ridotta, tuttavia anche una esigua quantità ematica è di solito capace di macchiare indumenti e coperte. Per approfondire: Rottura dell’imene (deflorazione): si perde sangue e quanto?

Non sempre penetrazione

La rottura dell’imene non sempre dipende da atti sessuali. In qualche caso, infatti, la lacerazione può verificarsi a causa dell’introduzione di oggetti in vagina (ad esempio assorbenti interni o sex toys) oppure in seguito ad un trauma dovuto a masturbazione o altro, o ad attività fisiche o sportive (ad esempio andando in bicicletta o facendo ginnastica) o anche nella “deflorazione chirurgica” (imenectomia), un intervento necessario in caso di imene imperforato congenito o acquisito per far defluire all’esterno il sangue delle mestruazioni. Inoltre, l’imene può rompersi per malattie (come alcune infezioni) e visite mediche. Quest’ultimi casi sono comunque molto rari.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Membrana plasmatica: definizione e funzioni

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE CELLULE EUCARIOTE PROCARIOTE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneLa membrana plasmatica, che avvolge ogni cellula, oltre a definirne l’entità, ha il ruolo principale di separare ciò che sta al suo interno da ciò che sta all’esterno. Si crea così la possibilità di organizzare in maniera ordinata le attività chimiche già citate.

La membrana plasmatica non costituisce solo una barriera passiva, ma è in grado di regolare il passaggio di sostanze che la attraversano. La sua funzione è quindi anche quella di filtro selettivo capace di mantenere concentrazioni di ioni diverse fra interno ed esterno e di lasciare entrare le sostanze nutritive, facendo uscire i rifiuti: ciò permette di mantenere le condizioni in cui possono svolgersi le attività metaboliche.

Analogamente, le membrane interne che delimitano gli organelli (i mitocondri, il nucleo ecc.) controllano il passaggio di sostanze differenti tra i comparti cellulari, regolando così l’ambiente interno. Il controllo di questi scambi dipende dalle proprietà chimico-fisiche delle membrane e delle molecole che le attraversano. Tutte le membrane di una cellula (membrana plasmatica, membrana nucleare, e quelle che delimitano gli organelli interni) hanno una identica struttura: sono composte da un doppio strato di lipidi, la cui componente maggiore è rappresentata da fosfolipidi, ma sono presenti anche steroidi e glicolipidi, che si dispongono spontaneamente, per le proprietà dei lipidi, con le estremità idrofobiche rivolte verso l’interno. Il doppio strato ha la proprietà di autosigillarsi e formare un involucro chiuso dotato di una considerevole resistenza meccanica. Questa struttura funge da barriera per la maggior parte delle molecole biologiche solubili in acqua (aminoacidi, zuccheri, proteine e acidi nucleici) e per gli ioni inorganici.

Nel doppio strato sono inserite numerose proteine che mediano le diverse funzioni della membrana: alcune servono per trasportare dentro e fuori della cellula determinate molecole; altre sono enzimi, che catalizzano reazioni associate alla membrana; altre ancora servono per collegare lo scheletro della cellula con la membrana; o ancora, agiscono da recettori per captare e trasdurre i segnali chimici provenienti dall’ambiente. Il tipo e la quantità di proteine presenti varia da membrana a membrana, conferendo la capacità di svolgere funzioni differenti. Dunque membrane di cellule diverse o di organelli diversi avranno una componente proteica differente e, in misura minore, anche una composizione variabile dei lipidi.

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La struttura delle membrane è dinamica: si presenta infatti abbastanza fluida, e possiamo immaginare le proteine quasi come galleggianti in un “mare” di lipidi. La maggior parte delle molecole lipidiche e proteiche sono capaci di muoversi rapidamente sul piano della membrana. Non avvengono quasi mai, invece, scambi tra molecole di strati opposti. Poiché le due superfici della membrana cellulare, quella rivolta verso l’interno della cellula e quella rivolta verso lo spazio extracellulare, differiscono notevolmente per composizione chimica, e poiché è difficile che ci siano scambi di molecole fra i due strati, la membrana presenta una struttura asimmetrica, che riflette le diverse funzioni assolte dalle due superfici.

Le proteine che attraversano la membrana, per potersi ancorare alla porzione interna idrofobica del doppio strato lipidico devono contenere anch’esse una parte costituita da aminoacidi idrofobici, che non saranno respinti dai lipidi. Queste proteine sono dette transmembrana. Altre proteine sono esposte solo su una faccia del doppio strato oppure sono legate con un legame forte direttamente ai lipidi di membrana.

Tutte le membrane della cellula eucariote presentano, inoltre, molecole di carboidrati, sotto forma di catene di zuccheri complessi legate con legami forti alle proteine della membrana (glicoproteine) o ai lipidi (glicolipidi). La distribuzione degli zuccheri accentua i caratteri di asimmetricità della membrana cellulare: infatti le catene glicidiche sono presenti esclusivamente sul lato rivolto all’esterno della cellula. Si crea così una zona periferica ricca di carboidrati, che riveste la cellula ed è detta mantello cellulare.

La diffusione di molecole all’interno delle membrane in alcuni casi risulta limitata, perché determinate cellule, come per esempio, quelle degli epiteli, per poter svolgere le loro funzioni devono mantenere caratteristiche diverse a un polo della cellula rispetto all’altro. Inoltre le cellule epiteliali si uniscono strettamente fra loro a formare uno strato compatto, affinché non ci sia diffusione di molecole passanti nello spazio tra due diverse cellule.

L’epitelio intestinale, per esempio, ha una superficie rivolta verso il lume intestinale e l’altra rivolta verso il sangue; poiché le cellule dell’epitelio intestinale devono trasportare materiali utili (e solo quelli) dall’intestino al sangue, devono essere unite senza spazi fra loro e sono perciò tenute aderenti mediante un insieme di strutture che si trovano sulla membrana, dette giunzioni strette. Le giunzioni strette possono essere paragonate a una fascia circolare situata dentro la membrana cellulare. Le fasce circolari di due o più cellule aderiscono fra loro formando un’unica struttura, che impedisce il passaggio di qualsiasi molecola, ioni inorganici compresi. Questa fascia circolare divide anche la membrana cellulare in due porzioni: le proteine di membrana possono muoversi liberamente all’interno di una porzione, ma non possono passare all’altra. La separazione delle due parti mantiene l’asimmetria funzionale, di cui si è detto. Riprendendo l’esempio delle cellule dell’epitelio intestinale, nella porzione cellulare rivolta verso il lume dell’intestino troveremo proteine che sono in grado di trasportare attivamente il glucosio all’interno della cellula, mentre nella porzione rivolta verso i capillari sanguigni ci sono proteine che formano canali attraverso i quali il glucosio transita passivamente verso il sangue.
È evidente che, se nella cellula devono entrare sostanze nutritive e devono uscirne materiali di rifiuto, in qualche modo tali sostanze devono attraversare la membrana. Come ciò avvenga vedremo nel paragrafo sulla fisiologia cellulare.

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Come si fa a capire se l’imene si è davvero rotto o no?

MEDICINA ONLINE IMENE ROTTURA SANGUE VAGINA DOLORE SESSO PENE PENETRAZIONE DONNA RAGAZZA SESSUALITA RAPPORTO SESSUALE SPERMA EMORRAGIA CHIAMARE DOTTORE FEMMINILE GINECOLOGIA MESTRUAZIONI.jpgL’imene è situato subito prima dell’inizio della vagina, non in profondità, appena dopo le piccole labbra. Lo si può vedere anche da sola, usando uno specchietto, sedendosi sul bidet a cosce aperte e con una fonte di luce davanti: si vede una specie di plica di tessuto carnoso, rosa-rosso, attaccata alle pareti vaginali subito all’interno delle piccole labbra, che non chiude completamente l’orifizio vaginale. Solitamente nel mezzo dell’imene, anche se ancora integro, vi è uno o più forellini, necessari per la fuoriuscita delle mestruazioni.

Quando la donna non è più vergine, cioè se l’imene è stato lacerato, il tessuto potrà apparire in vari modi:

  • come un anello di tessuto di colore uguale alla mucosa vaginale, inserito tutt’intorno all’ingresso della vagina;
  • come dei resti di tessuto come delle piccole sporgenze rosa-rosse.

Potrebbe anche essere praticamente non più visibile, vedi immagine in alto, sul lato destro.

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Imene: dove si trova e come riconoscerlo

MEDICINA ONLINE IMENE ROTTURA SANGUE VAGINA DOLORE SESSO PENE PENETRAZIONE DONNA RAGAZZA SESSUALITA RAPPORTO SESSUALE SPERMA EMORRAGIA CHIAMARE DOTTORE FEMMINILE GINECOLOGIA MESTRUAZIONIL’imene è una membrana che ricopre l’ingresso del canale vaginale. Si tratta di una parte del nostro corpo spesso poco conosciuta, simbolo da secoli della verginità femminile, l’imene viene visto come una sorta di muro da dover abbattere per poter iniziare ad avere una vita sessuale. In realtà questa membrana mucosa ha caratteristiche molto diverse da donna a donna e la rottura dell’imene non necessariamente deve avvenire con dolore o un eccessivo timore. Cerchiamo di scoprire qualcosa in più sull’imene e di sfatare insieme alcuni falsi miti legati alla sua rottura.

Com’è fatto l’imene?

L’imene è una membrana di tessuto biologico che serve a proteggere l’ambiente interno della vagina. Non esiste una tipologia unica di imene, ne sono state rilevate almeno 8 diverse conformazioni. Senza scendere troppo nel dettaglio, cosa che potete comunque fare con il vostro ginecologo, diciamo che non tutti gli imeni sono uguali ma presentano caratteristiche simili. La membrana si estende delle pareti della vagina verso l’interno. E’ solitamente molto sottile ed elastica. L’imene non è certo una membrana a tenuta stagna, altrimenti sarebbe impossibile la fuoriuscita delle normali secrezioni vaginali e delle perdite del ciclo mestruale. Alcuni imeni presentano un piccolo forellino al centro, altri invece hanno diversi forellini lungo tutta la loro superficie, altri ancora invece hanno piccole aperture lunghe e strette (simili ad un taglio verticale).

Dove si trova?

Molti pensano, sbagliando, che l’imene si trovi in profondità all’interno della vagina. In realtà questa membrana è molto più esterna, talmente vicina alla parte esterna degli organi genitali femminili da poter essere osservata dalla donna stessa attraverso un piccolo specchietto.
E’ quindi chiaro che può facilmente rompersi anche durante i preliminari, senza necessariamente dover arrivare alla penetrazione completa.

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Differenza tra cellule eucariote e procariote

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE CELLULE EUCARIOTE PROCARIOTE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLe cellule possono essere distinte in due grandi categorie:

  • procariote, come ad esempio i batteri;
  • eucariote, come le cellule umane.

La principale differenza tra queste due cellule sta nel fatto che i procarioti presentano il materiale genetico libero nel citoplasma, mentre negli eucarioti il materiale genetico si trova segregato all’interno di un nucleo circondato da membrana. Questa differenza strutturale comporta anche piccole variazioni nei processi di trascrizione e traduzione del materiale genetico. Negli eucarioti la trascrizione del DNA in mRNA avviene nel nucleo; poi le molecole di mRNA vengono traslocate nel citoplasma, dove ha luogo la sintesi delle proteine.

Le cellule procariote, oltre ad essere normalmente assai più piccole di quelle eucariote (con un diametro generalmente compreso fra 1 e 5 µm), hanno una struttura interna molto più semplice rispetto alle eucariote. Come prima accennato il loro DNA si trova concentrato in una regione del citoplasma, senza essere delimitato da alcuna membrana. Sono prive di organuli, ad eccezione dei ribosomi, preposti alla sintesi delle proteine. Le funzioni cellulari sono comunque effettuate da complessi enzimatici analoghi a quelli delle cellule eucariote.

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Gli organuli cellulari

Le cellule eucariote presentano un’organizzazione più complessa e sono molto più grandi (solitamente il loro asse maggiore è compreso fra i 10 e i 50 µm). Le cellule eucariote si distinguono nettamente da quelle procariote per la presenza di organuli cellulari, cioè di corpuscoli ben differenziati e provvisti di una loro membrana di separazione dal citoplasma. Gli organuli hanno la funzione di separare fisicamente complessi di reazioni specifiche, in modo che esse si svolgano indipendentemente le une dalle altre. Ciò conferisce alle cellule eucariote la possibilità di svolgere, contemporaneamente, più funzioni, anche se incompatibili tra di loro.

Vediamo ora una lista di strutture ed organelli contenuti nella cellula eucariote (clicca su ogni titolo per raggiungere l’articolo corrispondente).

  1. Mitocondri: definizione, dimensioni e funzioni
  2. Citoscheletro: funzioni e struttura
  3. Ribosomi e reticolo endoplasmatico: cosa sono e che funzioni svolgono?
  4. Nucleo cellulare: funzioni, dimensioni e membrane nucleari
  5. Lisosomi: cosa sono? Significato e dimensioni
  6. Perossisomi: definizione e funzioni
  7. Membrana plasmatica: definizione e funzioni
  8. Apparato del Golgi: spiegazione semplice e funzioni
  9. Citosol: definizione e funzioni

Ed i virus?

I virus non sono né eucarioti né procarioti, sono invece particelle subcellulari, prive cioè di una struttura cellulare, capaci di moltiplicarsi soltanto all’interno di una cellula ospite da loro infettata. In base agli organismi che vanno a infettare, si possono dividere in virus veri e propri, che possono infettare cellule eucarioti, ed in virus batteriofagi o fagi, che infettano cellule procarioti batteriche. Per approfondire leggi anche: Virus e virioni: cosa sono, come sono fatti, come funzionano e come si riproducono

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