Le tue dieci abitudini che ti danneggiano i reni

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma DIECI ABITUDINI TI DANNEGGIANO RENI Radiofrequenza Rughe Cavitazione Peeling Pressoterapia Linfodrenante Dietologo Cellulite Dieta Pancia Sessuologia Filler BotulinoSe vi chiedessi a cosa serve il cuore, sapreste cosa rispondermi. Se vi chiedessi a cosa servono i polmoni, ancora una volta sapreste cosa rispondermi. Ma se vi chiedessi a cosa servono i reni? Vi assicuro che non tutti hanno ben chiaro quale siano di preciso i loro compiti. I reni sono due organi retroperitoneali essenziali per la nostra salute: filtrano dal sangue i prodotti di scarto del metabolismo del nostro corpo e li eliminano tramite l’urina che producono, assorbono i minerali, contribuiscono a mantenere la nostra pressione arteriosa entro dei limiti normali, mantengono il corretto equilibrio idro-salino dell’organismo (cioè il giusto bilanciamento di sali e liquidi che permette al nostro corpo di funzionare in maniera ottimale). Senza dimenticare che – contribuendo alla giusta idratazione del nostro corpo – contribuiscono in modo incisivo anche sulla nostra bellezza (influendo, ad esempio, nei confronti della cellulite). Ecco allora, che prendersi cura dei propri reni diventa un argomento essenziale per vivere bene, in salute e belli. Eppure, esistono delle abitudini particolari, di cui magari non ci rendiamo nemmeno conto, che potrebbero danneggiare questi organi preziosi. Ecco quali sono:

1 Bere bevande gassate

A confermare l’ipotesi della stretta correlazione tra le bevande gassate e la formazione dei calcoli renali, uno studio dell’Università di Harvard, condotto con la collaborazione del Policlinico Gemelli di Roma. Secondo quanto emerso dalle analisi effettuate, sembrerebbe che chi consuma una lattina al giorno di bibite zuccherate ha un rischio del 23-33% maggiore dell’insorgenza di calcoli, di chi consuma meno di una lattina alla settimana.

2 Trattenere l’urina

Non svuotare la vescica quando se ne sente la necessità è una cattivissima abitudine. Se fatto in maniera frequente, può aumentare la pressione dell’urina nei reni e comprometterne la salute.

3 Consumare troppo sale

Il sale è un elemento importante per il nostro corpo, ma non in dosi eccessive. Aumenta la pressione sanguigna e mette sotto sforzo i reni. Attenzione quindi a quanto ne adoperate.

4 Assumere poco magnesio con la dieta

Se nel nostro corpo non viene introdotto abbastanza magnesio, il calcio non può essere assimilato in maniera corretta e questo può causare un sovraccarico e la formazione di calcoli renali. Per evitare che avvenga ciò, è consigliabile consumare alimenti che contengono buone fonti di magnesio, come ad esempio le noci, i semi, le verdure a foglia verde e i fagioli.

5 Avere disturbi del sonno

Dormire bene è utile al nostro umore, ma anche al nostro corpo. E anche i reni possono risentire della mancanza di sonno. In base a una ricerca effettuata dai ricercatori del Peter Munk Cardiac Centre delToronto General Hospital, i ritmi circadiani hanno un impatto importante sul rinnovamento dei tessuti cardiovascolari e, quindi, anche del tessuto renale. L’interruzione del sonno potrebbe quindi danneggiare gli organi.

6 Bere poca acqua

I nostri reni devono essere adeguatamente idratati per poter svolgere le loro funzioni. Se non si beve abbastanza, le tossine possono iniziare ad accumularsi nel sangue, perché non c’è abbastanza liquido per drenarle. Un modo semplice per verificare se non si sta bevendo abbastanza, ad esempio, è vedere quanto sono scure le urine.

7 Assumere poca vitamina B6 con la dieta

Una dieta sana significa un buon funzionamento degli organi interni, anche dei reni. Secondo i medici dell’Università del Maryland Medical Center, una grave carenza di vitamina B6 può essere una delle cause dell’insorgenza di calcoli renali. Per una funzione renale ottimale, sarebbe necessario consumarne 1,3 mg al giorno.

8 Abusare di farmaci

Spesso tendiamo a prendere una medicina al comparire del primo dolore di testa. È una cosa a cui dovremmo pensare molto attentamente. I medicinali, tutti, sono dotati di effetti collaterali e molti di essi possono provocare danni ai reni.

9 Assumere troppe proteine con la dieta

Spesso sentiamo dire che una dieta ad alto contenuto di proteine garantisce i migliori risultati in termini di dimagrimento. È importante sapere, però, che un regime alimentare che prevede l’assimilazione di una quantità esagerata di proteine potrebbe obbligare l’organismo a un lavoro eccessivo per la metabolizzazione dei cibi. Nel tempo, questo crea un sovraccarico epatico e renale. Il prodotto della digestione delle proteine ​​è l’ammoniaca, una tossina che i reni neutralizzano con maggiore difficoltà. Più proteine ​​significa più sforzo per i reni, che, nel tempo, portare vedere ridotta la loro funzionalità. Meglio osservare le quantità consigliate dal medico.

10 Trascurare le infezioni più comuni

Non trattare le infezioni comuni in maniera rapida e corretta spinge ad affaticare ed esaurire il nostro corpo. Questo può portare anche a danni ai reni. Alcuni studi hanno dimostrato che le persone che sono riluttanti a riposare e guarire correttamente, spesso finiscono ad avere malattie renali.

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Benzina addio: in futuro useremo l’urina come carburante

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO AUTOMOBILE MACCHINA TRAFFICO BENZINA STRADA CITTAAvete mai immaginato di far andare le vostre macchine, imbarcazioni, per accendere computer, elettrodomestici e tanto altro ancora utilizzando la pipì? Ebbene non state solo immaginando, perchè questa sarà la soluzione del futuro. L’innovazione ecologica, già sperimentata in altre parti del mondo, arriva dalla Sardegna e può condurre a risparmi anche dell’80%. Dunque a quanto pare grazie all’urina, si potrà risparmiare sul caro prezzo della benzina e gasolio. Questa geniale idea non è nuova, infatti, è stata sperimentata già in altre zone del Pianeta, ma fino ad ora nessuno l’aveva ancora progettata e resa quindi possibile.

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Bruciore e stimoli frequenti di urinare: cistite, sintomi e cure

MEDICINA ONLINE DIARREA VIAGGIATORE VACANZA VIAGGIO CIBO ESOTICO INFEZIONI CIBI CONTAMINATI ACQUA INTESTINO DOLORE FECI LIQUIDELa cistite acuta è una patologia caratterizzata dall’infiammazione della vescica dovuta nella maggioranza dei casi ad un’infezione urinaria. Si tratta di una patologia benigna, molto frequente fra le donne e facilmente curabile, tuttavia la cistite non deve essere trascurata in quanto, se non trattata, l’infezione può propagarsi a valla (determinando una cistouretrite) e/o a monte, risalendo al contrario il percorso dell’urina, giungendo all’uretere ed al rene con risultati che possono essere anche gravi. La cistite è molto più diffusa tra le donne che tra gli uomini, per approfondire i motivi che portano a questa differenza tra i due sessi, leggi questo articolo: Perché la cistite è più frequente nelle donne che negli uomini?. Malgrado la cistite sia diffusa, frequente e spesso priva di gravità nelle donne, non è la stessa cosa per gli uomini. La comparsa di segni di infezione urinaria in un uomo deve comportare una valutazione approfondita per determinarne la causa.

Leggi anche:Mi alzo spesso di notte per urinare: quali sono le cause e le cure?

Quali sono i segni che devono allarmare?

Sintomi e segni che possono indicare la presenza di una infiammazione runaria, sono:

1) bruciore al tratto urinario;
2) stimoli frequenti ed impellenti di urinare, espellendo spesso solo una lieve quantità di urina (pollachiuria), associati a dolori al basso ventre;
3) la cistite non provoca febbre né brividi;
4) l’urina in genere è torbida in quanto contiene globuli bianchi, espressione della reazione dell’organismo nei confronti dell’infezione;
5) l’urina può anche contenere sangue (ematuria) a causa dell’infiammazione della vescica, ma ciò non è un indice di gravità della patologia.

Leggi anche: Pollachiuria: cause, notturna, ansia, psicogena, psicosomatica

Quali sono i fattori di rischio che favoriscono la cistite?

I fattori di rischio primari della cistite sono quelli che facilitano la colonizzazione microbica perineale ed il passaggio dei microbi intestinali nell’uretra, ad esempio:

  • rapporti sessuali frequenti, con partner sconosciuti e/o infetti;
  • ricorso a lavande vaginali con prodotti che provocano squilibrio della flora batterica locale;
  • alterazioni del transito intestinale (diarrea o stipsi);
  • menopausa, in quanto è associata ad un’atrofia della mucosa vaginale e ad una riduzione delle secrezioni vaginali, fattore di proliferazione dei microbi.

I fattori di rischio secondari della cistite sono quelli che favoriscono la proliferazione dei microbi nella vescica, riducendo lo svuotamento vescicale, ad esempio:

  • scarsa assunzione di bevande (meno di 1,5 litri/giorno);
  • patologie vescicali;
  • reflusso vescicale a livello dello sfintere uretrale superiore;
  • diabete;
  • gravidanza.

Leggi anche: Quante volte al giorno è normale urinare? Vescica iperattiva e ansia

Quali esami sono in grado di confermare la diagnosi?

Un semplice esame delle urine per la ricerca di globuli bianchi (leucociti) e di nitriti (prodotti da alcuni batteri come Escherichia coli) è sufficiente per confermare la presenza di infezione urinaria. Spesso il medico richiederà al laboratorio un esame citobatteriologico delle urine (ECBU), che consentirà di identificare con precisione il batterio in questione e di testarne la sensibilità ai diversi antibiotici. Tale esame è particolarmente importante in caso di ricaduta (se i sintomi ricompaiono alcuni giorni dopo l’assunzione della terapia), di recidiva (nuovo episodio di cistite alcune settimane dopo), nelle donne incinte o in caso di diabete.

Leggi anche: Perché viene la cistite e come curarla?

Qual è la principale complicazione della cistite?

Una temibile complicanza di una cistite è l’infezione del rene, denominata pielonefrite. Una pielonefrite può sopraggiungere quando i microbi risalgono attraverso gli ureteri (i due condotti che uniscono la vescica ai reni) e riescono a colonizzare uno o due reni. Si deve sospettare una pielonefrite qualora la cistite sia associata a febbre (superiore ai 38°C), brividi o dolori alla schiena. La pielonefrite va trattata rapidamente ed intensamente con l’ausilio di un antibiotico potente (o a volte di un’associazione di antibiotici) in quanto può danneggiare irreparabilmente il rene ed portare a una seria complicanza, la setticemia (passaggio dei microbi nel sangue).

Leggi anche: Fa male trattenere l’urina troppo a lungo? Per quale motivo?

Come si cura la cistite?

La terapia è basata sull’assunzione di antibiotici. Numerose famiglie di antibiotici sono efficaci sui batteri più frequentemente responsabili di cistiti.
A seconda dei farmaci e dei casi, la terapia può essere assunta in un’unica soluzione (trattamento monodose), per 3 giorni o per 7 giorni (in particolare in caso di diabete, nelle donne incinte o quando i sintomi sono presenti da più di una settimana).
Il trattamento deve sempre essere associato all’assunzione di molti liquidi (da 1,5 a 2 litri al giorno).

Come evitare le recidive?

Per evitare che la cistite possa recidivare, bisogna contrastare i fattori favorenti visti precedentemente, a cominciare dalla sporcizia. I migliori prodotti antibatterici per la pulizia dei genitali e la prevenzione di cattivi odori, prurito, smegma ed infiammazioni, selezionati, usati e raccomandati dal nostro Staff di esperti, li potete trovare qui:

Inoltre potete trovare alcuni consigli utili per evitare cistiti recidivanti, seguendo questo link: Cistite: ne soffro spesso, come diminuire le recidive?

Cistite: quali gli alimenti da evitare e quelli consigliati?

Esistono dei cibi che è meglio evitare ed altri che è meglio prediligere quando si ha la cistite o comunque quando se ne soffre spesso e si vuole prevenirla; per approfondire leggi: Cistite: i cibi consigliati e quelli da evitare per guarire rapidamente

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