Il “colpo di sonno” è l’improvviso e non voluto addormentamento che si verifica mentre si guida un autoveicolo, con le pericolose possibili conseguenze che ne derivano. Ma cosa succede se si provocano incidenti o si fanno infrazioni a causa di un colpo di sonno? Il conducente è in qualche modo non responsabile di quello che ha provocato? Continua a leggere
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Colpo di sonno improvviso alla guida: cause, conseguenze, rimedi
La sonnolenza rappresenta una delle principali cause di incidenti alla guida di autoveicoli e ciò è particolarmente vero in Continua a leggere
Gravidanza: come indossare la cintura di sicurezza in auto?
La cintura di sicurezza, sia in auto che in aereo, è obbligatoria anche durante la gravidanza e, se correttamente indossata, non comporta nessun rischio per il feto.
Studi effettuati in Gran Bretagna hanno rilevato che anche in gravidanza, se non si utilizzano le cinture di sicurezza, aumenta il rischio di essere proiettati fuori dal veicolo e la mortalità materna in caso di gravi incidenti stradali passa dal 4% a 33%! Ciò significa che comunque una cintura di sicurezza – ripeto: correttamente indossata – è in grado di ridurre sia la mortalità materna che fetale. In caso di incidente stradale, i possibili danni fetali sono da imputare alla brusca decelerazione, seguita dalla flessione forzata del corpo materno sopra la cinghia addominale con compressione uterina. In particolare, in uno studio condotto dal Centro Harborview Injury Prevention and Research di Seattle su 2592 donne di età gestazionale superiore alle 20 settimane, delle quali 1243 aveva subito un incidente con cintura di sicurezza e 1349 senza, è stato rilevato come risultasse più frequente la nascita di neonati con peso più basso e spesso prematuri. Infatti, le donne riguardate da incidenti che non indossavano la cintura di sicurezza presentavano una maggiore probabilità di partorire nelle 48 ore successive all’incidente, rispetto alle donne che invece indossavano la cintura.
Come indossare la cintura di sicurezza in gravidanza:
La parte orizzontale va sempre messa al di sotto del pancione, mentre quella verticale al di sopra. In questo modo, in caso di incidente, è in grado di proteggere mamma e bambino da eventuali traumi evitando che il piccolo possa essere schiacciato dallo strattona mento. E’ consigliabile l’utilizzo di cinture di sicurezza a tre punti con il nastro orizzontale posto il più in basso possibile, sotto l’addome gravido, ed il nastro diagonale posto al di sopra dell’addome, facendolo passare tra i seni. La cintura può essere regolata in modo da risultare confortevole e che il meccanismo di blocco non scatti senza motivo. Altrimenti è possibile affidarsi a dei cuscini di blocco che portano la cintura sotto l’addome. In tal modo non è compromessa la libertà di movimento durante la guida ed al tempo stesso non si incorre né in fastidiose sanzioni, né, cosa ben più importante, si rischia di subire pesanti conseguenze da un eventuale incidente. Così viaggerete in serenità e proteggerete nel modo migliore il vostro bebè!
La normativa vigente in merito, risalente al 4 agosto 1989, legge n. 284, è abbastanza perentoria: l’esenzione per le donne in stato di gravidanza è ammissibile sono sulla base di certificazione rilasciata dal ginecologo curante che comprovi condizioni di rischio particolari conseguenti all’uso delle cinture di sicurezza. Non sono dunque ammesse decisioni discrezionali, né una certa elasticità nell’utilizzo della cintura di sicurezza che, anzi, è ritenuta ancor più necessaria vista la particolare situazione della donna in stato interessante. A supporto di questa interpretazione vi è l’assoluta limitatezza delle cosiddette condizioni di rischio, la cui individuazione è riconducibile alla responsabilità esclusiva del medico ed al suo insindacabile giudizio, di cui risponde personalmente per eventuali prescrizioni avventate.
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Come fare un aerosol spiegato in modo semplice [GUIDA]
L’inalazione di farmaci e soluzione fisiologica attraverso un apparecchio chiamato aerosol, è una tipica e diffusa terapia per le affezioni alle vie aeree (bronchiti, faringiti, tosse secca e grassa) che colpiscono molto di frequente i bambini ma anche gli adulti. Ma esattamente come si deve effettuare il trattamento, affinché risulti davvero efficace? E gli apparecchi in commercio sono tutti uguali o ci sono differenti modelli? Vediamo di approfondire l’argomento.
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Come si esegue correttamente l’aerosol-terapia?
Non è una terapia di difficile esecuzione, semplicemente bisogna dosare bene il farmaco e assicurarsi di inalarlo completamente. L’apparecchio è munito di boccaglio e di mascherina, si deve sempre preferire il primo, mentre la seconda è indicata solo per i bambini al di sotto dei 2-3 anni che non riescano a tenere il boccaglio.
- prima di iniziare la seduta ci laveremo le mani con acqua e sapone,
- verseremo nell’apposita ampolla il medicinale, o i medicinali, dosandoli secondo quanto prescritto dal medico;
- diluiremo il farmaco in 2-3 ml di soluzione fisiologica che verseremo nell’ampolla;
- ora possiamo inserire l’ampolla, attaccare il tubo al compressore e sistemare il boccaglio;
- quando ci sentiamo pronti, possiamo accendere l’apparecchio e inalare la medicina.
Come respirare durante l’aerosol?
Per beneficiare al meglio dell’azione curativa del farmaco dobbiamo respirare con la bocca semi aperta e lentamente, e magari coprirci con un asciugamano. Proeseguiamo fino a completo esaurmento della soluzione farmacologica contenuta nell’ampolla.
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Cosa fare al termine?
Una volta conclusa la cura, dobbiamo lavarci bene il viso per eliminare qualunque traccia del medicinale, e lavare accuratamente anche tutte le componenti dell’aerosol che abbiamo utilizzato con acqua tiepida ed, eventualmente, una soluzione disinfettante, soprattutto prestando attenzione all’igiene del nebulizzatore.
Quale apparecchio scegliere per fare l’aerosol?
In commercio ne trovate diversi, alcuni di forma e dimensioni adatte ai bambini, spesso divertenti e colorati. Ma c’è un parametro importante da considerare prima dell’acquisto, ed è la mediana del diametro aerodinamico di massa o DAMM, che deve essere compresa tra gli 0,5 e i 5 micron. In questo modo saremo sicuri che le particelle del farmaco che inaleremo saranno di piccole dimesnioni, adatte a penetrare anche nelle parti più piccole dei nostri bronchi colpendo focolai infettivi.
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Usare il navigatore satellitare fa male al tuo cervello
Se dovete trovare una strada o l’abitazione di un amico è meglio chiedere informazioni e orientarvi, seguendo le indicazioni presenti sui vari cartelloni. Per quanto possiate perdervi, in questa maniera, almeno non rischiate di spegnere il vostro cervello. Questi ha a disposizione delle zone atte all’orientamento. Parti che rischiano di essere danneggiate dall’uso costante di GPS e navigatore. A dimostrare tutto ciò uno studio pubblicato su Nature Communications. Sono stati osservati alcuni automobilisti mentre camminavano per uno dei quartieri più affollati di Londra, ossia Soho. Sono state effettuate vere e proprie scansioni cerebrali. In questa maniera sono state osservate le reazioni interne all’Ippocampo e alla Corteccia Prefrontale.
I risultati
Le scansioni cerebrali hanno dato risultati straordinari. Infatti, quando gli automobilisti si sono ritrovati in strade nuove e hanno dovuto fare delle scelte, senza l’aiuto del navigatore, gli strumenti hanno mostrato un’intensa attività cerebrale dell’Ippocampo e della Corteccia Prefrontale che nel giro di poco tempo raggiungeva il proprio apice. Al contrario, col navigatore nulla di tutto ciò accadeva. E ciò porta ad una mancanza di attività di due parti fondamentali del nostro cervello con conseguenze terribili. L’Ippocampo svolge il ruolo di immaginare percorsi futuri, mentre la Corteccia Prefrontale aiuta a scegliere i migliori. A spiegare ciò Hugo Spears a capo della ricerca.
Altre analisi
Queste parti non si sforzano se adoperiamo un navigatore satellitare. La ricerca però non si è fermata qui. L’indagine ha cercato di capire quale metropoli risultasse più complessa e dunque stimolante per il nostro cervello. A quanto pare, Londra ha una rete stradale davvero difficoltosa, mentre Manhattan appare più semplice da percorrere. La ricerca è stata effettuata dal The Centric Lab. L’indagine rientra in un progetto ampio finalizzato a capire in che modo l’essere umano possa evitare di spegnere il cervello. L’organizzazione, inoltre, cerca di realizzare spazi in cui sia meno difficoltoso muoversi. Da qui è nata l’idea alla base di questa fortunata ricerca. Si è infatti scoperto che il nostro cervello è anche e sopratutto influenzato dalla struttura della città in cui viviamo. Scoperta che potrebbe rivoluzionarie l’architettura futura.
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Guida completa al sesso anale piacevole e sicuro
Se desideri provare il sesso anale tieni a mente questi dieci suggerimenti per rendere l’esperienza piacevole e sicura:
1. Non provarci se non lo vuoi fare davvero. C’è una grande differenza tra “Ok, il sesso anale non è esattamente una delle mie fantasie più gettonate, ma voglio provare a farlo e mandarlo fuori di testa” e “Piuttosto che farlo mi farei picchiare, ma lui me lo sta chiedendo così tanto che magari posso sopportare il dolore”. Se siete in una relazione sana di mutuo rispetto e piacere (il che significa che normalmente lui ti dedica cunnilingus di almeno mezz’ora), forse ti verrà voglia di provare a farlo perché lui ci tiene. Ma anche no. In entrambi i casi va benissimo. Ma se lui continua a romperti le scatole per farlo anche quando sei stata molto chiara nel dirgli che no, non ti interessa, allora sei autorizzata a mandarlo a quel paese.
2. Anche se siete in una relazione monogama, il condom è una buona idea. Perché fa sì che i batteri dell’intestino non vadano un po’ dappertutto (e adesso hai proprio voglia di provare l’anal vero?). E soprattutto, quando dall’ano passa alla vagina, il preservativo va cambiato.
3. Usa sempre il lubrificante. Probabilmente hai sentito dire che quando usi troppo lubrificante ai maschi non piace più perché toglie tutto il bello della frizione. Be’ non è vero! Il concetto “troppo lubrificante” non esiste quando si parla di sesso anale.
Il sesso anale praticato con un lubrificante di buona qualità, rende il rapporto più piacevole ed appagante per entrambi i partner. Il miglior lubrificate anale attualmente sul mercato, selezionato, testato e consigliato dal nostro Staff, è il seguente: http://amzn.to/2BUNEAO. Questo prodotto facilita e rende più piacevole il sesso anale e può essere usato da solo, cospargendolo su pene e superficie esterna dell’ano, o inserendolo all’interno dell’ano tramite un clistere di alta qualità come questo: http://amzn.to/2kmuIU4
4. Prima dateci dentro con i preliminari. Che non includono soltanto la stimolazione dell’ano con le dita, ma dell’intera parte. Anzi, ancora meglio: se lui ti riservasse un bel cunnilingus e tu già raggiungessi l’orgasmo, allora saresti molto rilassata, ben disposta a passare allo step successivo.
5. Ricevere la punta del pene è il momento più doloroso, perché il glande in genere è la parte più larga. Una volta entrata, poi sentirai meno male. Ricordi come all’inizio ti faceva male anche fare il sesso “normale”?
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6. Rilassa i muscoli pubococcigei. Come? Hai presente gli esercizi di Kegel? Ecco più o meno la sensazione è la stessa. Rilassa la zona, come quando senti che devi andare in bagno (tranquilla, non succederà niente! ).
7. La posizione? Puoi stare 1) distesa sulla pancia, 2) a doggy-style o 3) fare il missionario. Probabilmente ti conviene cominciare dalla posizione numero 1, perché da un punto di vista anatomico è in genere quella meno dolorosa. Tieni conto però che con il missionario potrai facilmente stimolare il clitoride, quindi la cosa potrebbe aiutarti a rilassarti mooolto.
8. Vacci piano. E chiediglielo. Non ti preoccupare di deluderlo. In fin dei conti non sei una navigata pornostar. Ma una ragazza volenterosa e curiosa che ha deciso di provare una nuova via. Quindi si fa come dici tu.
9. Subito dopo, probabilmente, ti verrà voglia di andare in bagno. E probabilmente ti si aprirà tutto un mondo di, ehm, esalazioni d’aria. Non si tratta tecnicamente di flatulenza, ma semplicemente di aria che è entrata nel canale rettale e che deve uscire.
10. Se non ti è piaciuto per niente, non rifarlo. Non devi entrare in un girone infernale di prove e controprove per capire che non fa per te. Se qualcosa laggiù si è smosso, e hai avuto sensazioni contrastanti, be’ un’altra prova forse la puoi provare: magari era solo il partner – o la giornata – sbagliata!
Vibratori e sex toy
Esistono una serie di vibratori e sex toy, che possono essere usati per ottenere più piacere e rendere più appagante il rapporto per entrambi i partner, noi vi consigliamo questi:
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- Plug anali come questi: http://amzn.to/2C6miIC e questi: http://amzn.to/2jSdpeq
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Guida facile per fare una iniezione intramuscolare corretta ed indolore
Prima di iniziare la guida vera e propria, soprattutto se è la primissima volta che esegui una iniezione, ti consiglio di imparare a conoscere due nozioni fondamentali: come è fatta una siringa e dove eseguire l’iniezione. A tale proposito ti consiglio di leggere prima:
- Com’è fatta una siringa e come si usa correttamente?
- In quali parti del corpo e dove si esegue una iniezione intramuscolare?
Ricorda inoltre che è normale per tutti sentirsi insicuri ed impacciati le prime volte, specie per la paura di far provare dolore a chi vi fa da “cavia”. Con l’esperienza questa paura la avvertirete sempre di meno, quindi… fiducia in voi stessi! Vi ricordo inoltre che le iniezioni possono essere eseguite solo da medici ed infermieri.
Come eseguire una iniezione intramuscolo in modo corretto ed indolore in dodici semplici passaggi:
1) Lava le mani prima di iniziare. È fondamentale rispettare le corrette norme igieniche per ridurre al minimo il rischio di infezioni, possibilmente usando un sapone disinfettante per pulire la mani ed indossando subito dopo il lavaggio appositi guanti monouso in lattice o in nitrile.
2) Tranquillizza il paziente spiegandogli come avverrà la procedura. Indicagli qual è il sito dell’iniezione e descrivigli la sensazione trasmessa dal farmaco quando viene iniettato, se non li conosce già. Alcuni medicinali all’inizio possono creare dolore o bruciore; la maggior parte non provoca alcuna sensazione, ma è importante che il paziente ne sia informato, per limitare l’angoscia derivante dalla non conoscenza.
3) Scegli il punto dove fare l’iniezione, tenendo in considerazione la persona a cui stai somministrando l’iniezione. Ogni soggetto ha un “punto migliore” per le iniezioni intramuscolari. Valuta alcuni fattori prima di procedere:
- L’età del paziente. Per tutti coloro che hanno più di due anni, il muscolo della coscia è il punto migliore. Se il paziente ha superato i tre anni di età, puoi valutare il deltoide o la coscia. Dovresti usare un ago di calibro compreso fra 22 e 25. Nota: se i bambini sono molto piccoli, dovrai usare aghi ancora più piccoli. Ricorda che il muscolo della coscia può sopportare aghi di calibro superiore rispetto a quello del braccio.
- Valuta le zone in cui sono state effettuate le iniezioni precedenti. Se il paziente ha appena ricevuto un medicinale per via intramuscolare, cerca di somministrare la dose successiva in un punto diverso del corpo, per evitare cicatrici e alterazioni cutanee.
- Se possibile evita zone con strati induriti di pelle, cisti, o altre strutture che possano impedire o rendere difficoltosa la corretta esecuzione dell’iniezione. Evita zone infiammate e gonfie.
- Se non l’hai ancora fatto, ti consiglio di leggere: In quali parti del corpo e dove si esegue una iniezione intramuscolare?
4) Disinfetta il sito dell’iniezione con un batuffolo impregnato di disinfettante adeguato (ad esempio: Neoxinal alcolico 0.5% + 70%), in casi di emergenza va bene anche il comune alcol che tutti possiedono in casa. Prima di procedere, è di vitale importanza che la superficie cutanea che ricopre il muscolo in cui verrà iniettato il farmaco sia pulita e sterilizzata. Tutto ciò per ridurre al minimo la possibilità di infezioni post-iniezione. Aspetta alcuni istanti che il disinfettante si asciughi. Non toccare la pelle finché non sarai pronto a eseguire l’iniezione, in caso contrario dovrai pulire la zona un’altra volta.
5) Riempi la siringa con il farmaco. Alcune siringhe vengono vendute preriempite del farmaco necessario. Altre volte, il farmaco è in una fiala e bisogna aspirarlo dentro la siringa. Prima di somministrare un farmaco dalla fiala, assicurati che sia quello giusto, che non sia scaduto, che non sia scolorito e che non siano presenti dei corpi estranei dentro la fiala stessa.
- Sterilizza la punta della fiala con un batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante.
- Tieni la siringa con l’ago rivolto verso l’alto, non togliere il tappo. Tira lo stantuffo indietro, fino alla tacca della dose prevista, riempiendo così la siringa di aria.
- Inserisci l’ago attraverso il tappo di gomma della fiala e premi lo stantuffo, spingendo l’aria nella fiala.
- Tenendo la fiala capovolta e l’ago nel liquido, tira di nuovo lo stantuffo indietro fino alla tacca desiderata (o appena sopra se ci sono delle bollicine d’aria). Scuoti un po’ la siringa per fare in modo che le bolle d’aria si spostino verso l’alto, quindi spingile dentro la fiala. Assicurati di avere la dose giusta dentro la siringa.
- Rimuovi l’ago dalla fiala. Se non la usi immediatamente, assicurati di coprire l’ago con il cappuccio.
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6) Incoraggia il paziente a rilassarsi. Se il muscolo interessato è contratto, l’iniezione sarà più dolorosa; chiedi quindi alla persona di rilasciare la muscolatura il più possibile, per fare in modo di ridurre al minimo il dolore. In certi casi è utile distrarre il paziente prima dell’iniezione, ponendogli domande sulla sua vita. Quando un individuo è distratto, la muscolatura in genere è rilassata. Alcune persone preferiscono assumere una posizione che impedisca loro di vedere la procedura. La visione dell’ago che si avvicina alla pelle genera stress e preoccupazione in certi pazienti; tutto ciò non causa solo ansia, ma porta anche a contrarre i muscoli. Per aiutare il paziente a tranquillizzarsi, lascia che diriga l’attenzione altrove, dove preferisce oppure se è un bimbo, distrailo con il suo giocattolo preferito.
7) Inserisci l’ago nel punto specifico del corpo. Per prima cosa, rimuovi il cappuccio protettivo, quindi infila l’ago nella pelle con un movimento rapido e fluido. Fai in modo che l’ago penetri nella direzione perpendicolare alla cute (con un angolo di 90°). Più sei veloce e minore è il dolore che prova il paziente. Tuttavia, fai molta attenzione, se si tratta della tua prima iniezione; se sei troppo frettoloso, potresti mancare il punto esatto o causare danni cutanei maggiori di quelli necessari.Se è la prima iniezione che somministri, procedi con cautela, ma sappi che un’azione rapida tende a essere meno stressante per il paziente. Tira la pelle di lato, circa 2 cm, con la tua mano non dominante (dato che quella dominante tiene la siringa . Tieni la pelle tesa fermamente: in questo modo individui con più precisione il sito esatto dell’iniezione ed in secondo luogo riduci il dolore provato dal paziente mentre l’ago penetra nel muscolo. Non è necessario spingere l’ago dentro in tutta la sua interezza, devi solamente assicurarti che stai effettivamente iniettando il farmaco dentro il muscolo.
8) IMPORTANTE: Prima di iniettare il farmaco, tira lo stantuffo verso di te. Una volta che l’ago è entrato nel muscolo e prima di somministrare il medicinale, tira leggermente lo stantuffo. Sebbene possa sembrare un’azione controsenso, in realtà si tratta di un dettaglio importante perché, se dovessi aspirare del sangue, potresti capire che l’ago si trova all’interno di un vaso sanguigno invece che nel muscolo. Questo tipo di medicinale è formulato per essere iniettato nel muscolo e non nel flusso sanguigno; se noti la presenza di sangue nella siringa quando tiri lo stantuffo, dovrai inserire l’ago in un altro punto dove non fuoriesca sangue, prima di continuare. Non c’è nulla di cui preoccuparsi fintanto che noti il sangue prima di iniettare il farmaco, quindi puoi riposizionare l’ago. Nella maggior parte dei casi l’ago penetra nel muscolo; raramente entra in un vaso sanguigno.
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9) Inietta lentamente il medicinale tenendo ancora la pelle tesa con la mano non dominante. Di solito una decina di secondi sono più che sufficienti. Sebbene sia meglio inserire l’ago rapidamente per ridurre il dolore, è opportuno somministrare il farmaco lentamente per lo stesso motivo. Questo perché il liquido occupa spazio all’interno del tessuto muscolare, che a sua volta deve dilatarsi. Se inietti il medicinale lentamente, concedi alle fibre di allungarsi e adattarsi senza troppo dolore per il paziente.
10) Estrai l’ago rispettando lo stesso angolo di inserimento. Procedi a questa operazione quando sei certo che sia stato somministrato tutto il medicinale. Mentre tiri via l’ago, rilascia la pelle: ciò creerà una sorta di percorso a zigzag che chiude il tracciato lasciato dall’ago e mantiene praticamente il farmaco all’interno del tessuto. Evita di massaggiare la zona: questo può provocare la fuoriuscita del farmaco e causare anche una possibile irritazione. A questo punto il paziente potrebbe provare un po’ di fastidio – sopportabile – nel punto dell’iniezione.
11) Applica una delicata pressione sul sito dell’iniezione con una garza da 5×5 cm. Il paziente potrebbe provare un po’ di disagio, ma è del tutto normale.
12) Smaltisci l’ago nella maniera appropriata. Non limitarti a buttarlo nella spazzatura. Con l’acquisto delle siringhe potresti aver ricevuto un contenitore di plastica dura specifico per lo smaltimento di questi strumenti medici. In alternativa, puoi usare la bottiglia di una bibita o un altro contenitore analogo con tappo a vite. Accertati che sia l’ago sia la siringa possano entrare nel contenitore senza difficoltà e che non possano spuntare ai lati. Chiedi al medico o al farmacista quali sono le norme da rispettare per lo smaltimento di questi rifiuti pericolosi.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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