Prendere il sole: ci si abbronza o no sotto le nuvole?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO AMORE COPPIA SESSO FIDANZATI MARE SPIAGGIAIl sole abbronza la nostra pelle anche quando è ricoperto da nuvole?

Gli ultravioletti (raggi UV) sono una delle componenti della luce solare e – pur non essendo visibili ad occhio nudo – sono estremamente potenti e responsabili non solo delle nostre abbronzature, ma anche di numerosi danni alla pelle. La presenza di nuvole di medio spessore che ricoprono il Sole non deve trarci in inganno: le piccole particelle di acqua che le costituiscono, assorbono infatti le radiazioni infrarosse (quelle calde) ma hanno un minore effetto sulle radiazioni ultraviolette, che quindi passano lo stesso. Mediamente una nuvola blocca solo un quinto dei raggi ultravioletti mentre circa l’80% di essi può penetrare attraverso le nuvole e giungere alla nostra pelle. Addirittura la presenza di foschia può determinare un effetto specchio che aumenta l’esposizione alle radiazioni ultraviolette. Col cielo nuvoloso rischiamo quindi lo stesso di ustionarci? Si, il rischio c’è lo stesso e per certi versi è anche maggiore, dal momento che abbiamo una percezione errata della quantità di Sole che stiamo prendendo. Solo quando il cielo presenta nuvole molto spesse, la quantità di raggi UV diminuisce in quantità considerevole.

Percezione errata

I rischi dell’esporsi al Sole sotto le nuvole sono essenzialmente legati al fatto che, essendo i raggi infrarossi bloccati in gran parte dalle nuvole, abbiamo una minore sensazione di calore sulla pelle e questo alimenta in noi la falsa percezione di essere esposti ad un Sole “innocuo”: in queste condizioni si tende ad allentare la protezione solare e gli occhiali da Sole, esponendoci per troppo tempo a raggi ultravioletti che invece oltrepassano facilmente le nubi. Occhi rossi, pelle che tira ed ustioni sono tipici, anche nelle giornate apparentemente nuvolose, specie durante i  mesi estivi e nelle ore comprese tra le 11 e le 14. Per questo motivo è bene – anche in caso di giornata nuvolosa – usare creme protettive e limitare il tempo di esposizione al Sole, specie le prime volte e se avete un fototipo chiaro.

I migliori prodotti per una abbronzatura luminosa e duratura

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere della tua pelle, che permettono di prendere il sole in sicurezza ed in grado di potenziare l’abbronzatura e farla durare a lungo:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Differenza tra melanina, melatonina e melammina

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Melatonina

La melatonina è un ormone (la formula chimica bruta è C13H16N2O2) che nel nostro corpo regola i ritmi biologici, soprattutto il ritmo sonno-veglia. Viene prodotta dall’epifisi, detta anche ghiandola pineale (ha le dimensioni di un cece e si trova al centro dell’encefalo), in base alle condizioni di luminosità i cui recettori sono presenti nell’occhio, insieme alle cellule deputate alla visione. In pratica:

  • quando l’occhio è colpito da luce, solitamente di giorno, la produzione di melatonina diminuisce favorendo la veglia;
  • quando l’occhio è immerso nel buio, solitamente di notte, la produzione di melatonina aumenta favorendo il sonno, per questo motivo la melatonina è anche definita “ormone del buio”.

La produzione di melatonina è massima durante il periodo invernale, quando le ore di luce sono ridotte, e durante la notte. I meccanismi con i quali controlla i ritmi biologici non sono ancora ben conosciuti. Si trova sotto forma di integratore alimentare o di farmaco per favorire il sonno.

Melanina

La melanina o le melanine (la principale per il corpo umano è l’eumelanina, la cui formula di struttura non è ancora ben chiara) sono pigmenti prodotti da cellule specializzate dell’epidermide: i melanociti che, stimolati dai raggi solari, formano granuli di melanina detti melanosomi. Quando questi granuli, prodotti in quantità, si raggruppano intorno ai cheratinociti (altre cellule specializzate dell’epidermide) provocano l’abbronzatura. Melanine sono presenti anche nell’iride degli occhi e nei peli. Un ruolo fondamentale viene svolto dai raggi solari (o da quelli artificiali delle lampade) che penetrano nella nostra pelle: gli Uvb si fermano soprattutto all’epidermide mentre gli Uva raggiungono anche lo strato più profondo, il derma. Secondo alcuni studi condotti alla Boston University da Barbara Gilchrest, l’esposizione alla luce provoca sempre danni al DNA delle cellule dell’epidermide. Normalmente questi danni attivano la produzione di enzimi riparatori che recidono e sostituiscono le parti di DNA danneggiato. Questi stessi enzimi stimolano i melanociti alla produzione di un ormone, l’Msh o Melanocyte stimulating hormonche, a sua volta, induce la produzione di melanina che “protegge” la pelle da possibili danni ben più gravi. Quali sono? Soprattutto il rischio di melanoma, il più grave tumore che può colpire la pelle. Paradossalmente, per proteggerci un po’ di più dal melanoma dobbiamo prima far subire dei danni alla stessa pelle. Il melanoma è un tumore in aumento nel mondo. In Italia provoca circa 7-8000 decessi all’anno. La sua aggressività sembra dovuta non tanto alle dimensioni visibili, ma alla sua profondità: se non supera 0,7 cm è considerato poco aggressivo e una volta asportato si possono fare visite di controllo ogni sei mesi. Se invece è più profondo di 0,7 cm, purtroppo si collega ai vasi linfatici del derma che possono trasportare in altri distretti le cellule “impazzite”. I melanociti possono trasformarsi in cellule tumorali sia per cause genetiche, sia per eccessive esposizioni alle radiazioni solari o artificiali. Quindi attenzione: esposizioni moderate e graduali, con le necessarie creme protettive. Per la prevenzione, bisogna far controllare regolarmente i nei dopo i trent’anni. I principali segnali d’allarme sono: i bordi frastagliati, la variazione di colore o di dimensione, la forma asimmetrica, il sanguinamento, la “scomparsa”.

Melammina

La melammina, o melamina, è un composto chimico cristallino (tecnicamente, un monomero) e, unita alla formaldeide, è la più importante materia prima per la produzione delle stoviglie di plastica (resine melamminiche). È molto ricca di azoto, per cui è usata talvolta come fertilizzante; alcuni anni fa è diventata una sostanza “famosa” perché è stata aggiunta in modo criminale in un latte per bimbi nel mercato cinese affinché i rilevatori di proteine (che rilevano in realtà il livello di azoto) dessero dei risultati falsati, facendo credere che il latte fosse più proteico mentre purtroppo aveva solo più azoto, in una forma inutile e velenosa.

Semplificando

In sintesi:

  • la melatonina è un ormone prodotto dall’epifisi e si può acquistare sotto forma di integratore o di farmaco per favorire il sonno;
  • la melanina è un pigmento responsabile dell’abbronzatura;
  • la melammina è un composto chimico usato per realizzare prodotti plastici.

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Perché i capelli diventano bianchi precocemente? Sono ancora giovane… Ecco i rimedi

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA BELLA ESTETICA CAPELLI OCCHI ELLEZZA COSMETICI PELLE RUGHE TRUCCO MAKE UP CORNA FIORI NATURAPrima di addentrarci nella risposta, un piccolo ripasso anatomico su come è fatto un capello. Quest’ultimo è diviso in tre parti. La prima è la più visibile, la parte del capello con cui tutti hanno familiarità, chiamata fusto (oppure stelo). Essa si sviluppa esternamente al follicolo, sopra la cute, e ha lunghezza variabile ed uno spessore medio di 0,07 mm.
La seconda (la radice) si trova all’interno del follicolo stesso, sotto pelle e perciò normalmente invisibile. E’ la parte in contatto con il muscolo piloerettore.
La terza è più interna parte del capello è il bulbo, posto alla base del follicolo e costituisce la zona attiva, dove il capello continua a crescere. La piccola porzione di cellule attive (che fanno crescere continuamente il capello dividendosi), poste alla sua base, prende il nome di matrice.

Perché i capelli diventano bianchi?

All’interno del bulbo esistono cellule particolari, i melanociti, che producono dei granuli di pigmento, la melanina. La qualità di questi granuli di melanina conferisce ai capelli il loro colore. Con l’età, l’attività dei melanociti diminuisce e diviene irregolare. Lo vediamo anche sulla nostra pelle, sulla quale cominciano a comparire macchie scure (eccessiva produzione di melanina) e chiazze più chiare (scarsa produzione di melanina). I melanociti della radice, dopo una certa età, diminuiscono di numero e poi scompaiono: il nuovo capello che cresce appare completamente bianco. Ricapitolando: il capello cresce bianco perché i melanociti che producono la melanina tendono a diminuire di efficienza e di numero.

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A che età i capelli diventano bianchi e perché i capelli diventano bianchi anche da giovani?

L’età in cui spuntano i primi capelli bianchi e la loro velocità di sviluppo è variabile da individuo a individuo. Solitamente i primi capelli bianchi cominciano a spuntare intorno ai trent’anni nell’uomo e nella donna. Questo valore è tuttavia estremamente variabile e dipende dall’ereditarietà familiare: si possono verificare casi di capelli bianchi precoci (prima dei trent’anni) ma anche casi di capigliatura ancora molto scura ben oltre i quarant’anni. La probabilità che compaiano i capelli grigi dopo i 30 anni aumenta di circa il 20% per ogni decade di età. Si considera prematura la comparsa dei capelli bianchi o grigi quando più della metà dei capelli appaiono decolorati prima dell’età di 40 anni mentre è normale se ciò si verifica all’età di 50 anni. Avere i capelli grigi in età prematura è fonte di problemi psicologici gravi soprattutto nelle donne ma anche in un alto numero di uomini perché fa apparire una persona più vecchia della sua reale età.

Leggi anche: Perdi troppi capelli? Ecco i consigli per evitare di lasciarli sul pettine

Quali sono le cause di capelli bianchi precoci?

Ecco alcune cause che possono aumentare il rischio che tu soffra di capelli bianchi precoci:

  • Ereditarietà genetica
  • Freddo cronico
  • Sinusite
  • Cattiva alimentazione
  • Preoccupazioni e stress mentali
  • Mancanza di vitamina del complesso B, ferro, rame e iodio
  • Condizioni di sporco del cuoio capelluto
  • Utilizzo di phon ed essiccatori elettrici
  • Utilizzo di concentrati per tinture per capelli
  • Deficienza nutrizionale
  • Lavaggio dei capelli con acqua sporca
  • Costipazione cronica
  • Anemia
  • Squilibrio ormonale
  • Malattie infettive
  • Stress e ansia
  • Avvelenamento da metalli pesanti
  • Chemioterapia e radiazione
  • Scarsa energia renale
  • Vitiligine
  • Malattie della tiroide
  • Carenza di acido folico

Leggi anche: Il capello: come è fatto, perché sta in testa, quanto velocemente cresce e come vive

Rimedi per “curare” i capelli bianchi

Purtroppo sto per darvi una cattiva notizia. Il processo dei capelli bianchi che si formano in modo precoce non può essere invertito. Molti studi scientifici convergono sul fatto che non ci sia alcuna conferma che i farmaci esistenti, gli integratori alimentari o altri prodotti naturali possano prevenire o invertire il processo di incanutimento dei capelli. Diverse aziende cosmetiche e farmaceutiche stanno lavorando per la scoperta della cura definitiva per i capelli grigi, ma nessuna soluzione soddisfacente è, finora, disponibile in commercio. Tra quelli in vendita ci sono alcuni prodotti che sostengono di essere in grado di ringiovanire le cellule produttrici di pigmento, invertendo così il processo di sbiadimento precoce del colore dei capelli. Tali affermazioni, tuttavia, sono in gran parte prive di fondamento. La verità è che in questo momento non esiste rimedio che può invertire il processo di ingrigimento. La maggior parte dei prodotti per combattere i capelli grigi si rifanno alle tradizionali erbe medicinali cinesi, anche conosciute come He Shou Wu, oppure usano vitamine del gruppo B (soprattutto acido folico e PABA) come ingredienti principali, dal momento che alcune forme di incanutimento precoce sono associate a carenza di vitamina B. Tuttavia, tali prodotti sono inefficaci per la maggior parte delle persone che soffrono di incanutimento precoce dei capelli. A questo punto le strade sono due: 1) camuffare i capelli bianchi con tinture apposite 2) prevenire il più possibile il fenomeno, a tal proposito vi consiglio di leggere anche: La dieta per prevenire e curare i capelli bianchi

I migliori prodotti per la cura del capello

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere del capello sia femminile che maschile, in grado di migliorare forza, salute e bellezza dei tuoi capelli:

Lavaggio dei capelli

Cura dei capelli

Prodotti contro la caduta dei capelli

Asciugatura ed acconciatura dei capelli

Tintura dei capelli, ciglia, sopracciglia

Eliminazione dei pidocchi

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Cos’è la radiazione solare? Cosa sono i raggi ultravioletti? Che danni possono provocare alla nostra pelle?

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Diversi tipi di raggi ultravioletti: la profondità di penetrazione dipende dalla loro lunghezza d’onda

Quale miglior occasione di prendere un po’ di abbronzatura, se non in questi bei giorni di sole? Eppure tutti noi sappiamo che prendere il sole nasconde anche dei pericoli per la nostra pelle, ma davvero conosciamo tutta la verità sulla radiazione solare e sui danni che possono provocare i raggi ultravioletti sul nostro organismo? Scopriamo oggi insieme tutti i segreti della luce solare e gli effetti che provoca nel nostro corpo! Cominciamo come al solito dal principio, facendoci una domanda apparentemente banale:

Che cos’è la luce del sole?

La vita sulla terra viene sostenuta da essa, è la luce solare, generata a partire dalle reazioni termonucleari che avvengono appunto nel sole. La radiazione solare è energia che, a partire dal sole, giunge sulla terra, sotto forma di radiazioni elettromagnetiche a vare frequenze o lunghezze d’onda. Nell’avvicinarsi a noi, la radiazione solare viene in gran parte assorbita dall’atmosfera terrestre che agisce da vero e proprio filtro. Le radiazioni che riescono a oltrepassare questa barriera protettiva naturale sono composte da tre diversi tipi di luce:

  1. luce visibile ad occhio nudo;
  2. luce infrarossa, invisibile e responsabile del senso di calore;
  3. luce ultravioletta, che con le sue diverse lunghezze d’onda è causa della tanto ambita abbronzatura.

Gli effetti di questi tipi di luce sull’organismo sono variabili, così come diversa è la modalità di assorbimento.

Luce visibile (circa 38% della luce solare totale): non è pericolosa per la salute e non aggredisce la cute ma può talvolta provocare fastidiosi bagliori agli occhi. La luce è molto importante per la regolazione di alcune attività corporee come il ciclo sonno veglia e l’andamento circadiano degli ormoni. E’ inoltre in grado di stimolare la produzione di serotonina, un importante neurotrasmettitore, responsabile, tra l’altro, del senso di euforia.

I raggi infrarossi (60%): per gli effetti termici che determinano, vengono riprodotti artificialmente e usati a scopo terapeutico. La loro caratteristica più importante è la trasmissione di calore allo strato superficiale della pelle (strato corneo). Pertanto un eccessivo assorbimento può danneggiare la pelle per ipertermia e provocare sintomi che vanno dalla vasodilatazione alla disidratazione cutanea.

I raggi ultravioletti (circa 2%): gran parte dei raggi U.V vengono riflessi dallo strato corneo superficiale e solo una piccola quota arriva negli strati più profondi dell’epidermide. A seconda della lunghezza d’onda, si suddividono in Uv-A, Uv-B e Uv-C. La loro caratteristica più importante è la lunghezza d’onda che ne determina la profondità di penetrazione cutanea.

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Come sono classificati i raggi ultravioletti?

I raggi UV sono distinti in :

  • UVA (98%) : lunghezza d’onda: 320 – 400 nm. Gli U.V-A, hanno effetti ottimi sull’abbronzatura (anche se inferiori agli U.V-B) e moderati sul danneggiamento cutaneo. Vista la loro elevata lunghezza d’onda sono tuttavia in grado di penetrare in profondità nel derma distruggendo capillari, collagene ed elastina, provocando eritemi e danneggiando la pelle.
  • UVB (2%): lunghezza d’onda: 280 – 320 nm. I raggi U.V-B, hanno una capacità di penetrazione inferiore e non riescono a superare le strutture più superficiali della pelle. Gli effetti deleteri sono comunque importanti poiché i raggi U.V-B sono in grado di alterare il materiale genetico contenuto nel DNA aumentando il rischio di comparsa di tumori cutanei. La radiazione UV-B è molto più efficace della radiazione UV-A nel provocare l’eritema.
  • UVC: lunghezza d’onda: 100 – 280 nm. I raggi UV-C sono particolarmente dannosi per la salute ma vengono trattenuti dalla fascia di ozono e per questo non hanno effetti particolari sulla pelle. Il rischio di esposizione a questi raggi aumenta in alta quota.

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Quali sono gli effetti dei raggi ultravioletti sul nostro corpo?

I raggi ultravioletti hanno vari effetti sul nostro organismo, tra questi i più importanti sono quattro:

  • favoriscono la pigmentazione della cute stimolando la produzione di melanina;
  • favoriscono il trofismo e l’accrescimento osseo stimolando la sintesi della vitamina D;
  • svolgono un’azione disinfettante a livello della cute, favoriscono la circolazione e stimolano di conseguenza l’attività dei globuli bianchi;
  • accelerano la proliferazione pilifera.

Radiazioni ultraviolette, pelle, melanina, abbronzatura

Le radiazioni ultraviolette aumentano il numero di melanociti attivi (i melanociti sono cellule molto presenti nell’epidermide – quasi duemila per mm2 – che contengono melanina, un pigmento nero/bruno), stimolando la neomelanogenesi, cioè la produzione di melanina, ). Questa sostanza (presente anche nei  capelli e in alcune parti dell’occhio) è responsabile dell’abbronzatura a breve e a lungo termine. La melanina ci garantisce un colorito più scuro e protegge la nostra pelle dagli effetti negativi delle radiazioni solari agendo come un vero e proprio filtro: essa ostacola la penetrazione dei raggi ultravioletti negli strati più profondi della cute. I raggi ultravioletti (in particolar modo i raggi U-V-B) determinano inoltre un ispessimento della nostra cute: un maggiore spessore cutaneo impedisce infatti ai raggi ultravioletti di penetrare in profondità e danneggiare le cellule.

Quali danni determina la sovraesposizione al sole?

Il nostro corpo, insomma, si difende bene dall’assalto dei raggi solari (fotodanneggiamento), tuttavia ci sono situazioni in cui perfino questi meccanismi di difesa sono costretti a capitolare, ed è allora che si possono verificare danni al nostro organismo.

1) Eritema

L’eritema è un arrossamento cutaneo, responsabile di sintomi come calore e bolle. A seconda della gravità del danno inflitto al DNA, la cellula può anche andare incontro a morte prematura. Ecco perché l’ustione grave è particolarmente dolorosa e si accompagna quasi sempre a vesciche e a vistose spellature (esfoliazione cutanea) . La scottatura si attenua e regredisce gradualmente nel giro di pochi giorni. L’entità dell’eritema, che a sua volta dipende dal fototipo e dalla dose di raggi U-V assorbiti, è proporzionale al tempo di guarigione.

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2) Discromie

La mancanza di un’adeguata protezione cutanea durante l’esposizione solare può causare la comparsa di spiacevoli inestetismi come le discromie o macchie cutanee. Sebbene in molti casi il sole non è il diretto responsabile, può diventarlo in particolari circostanze. E’ il caso, per esempio, delle lentigo senili, che compaiono solitamente in tarda età adulta a causa di prolungate esposizioni ai raggi ultravioletti solari o artificiali (lampade abbronzanti).

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3) Tumori benigni e maligni della pelle

Anche la cute può essere colpita da tumori; è il caso, per esempio del carcinoma squamoso e del cancro melanomabasocellulare, (spesso definiti “tumori cutanei non melanoma” ) non mortali in quanto non creano metastasi. Anche nei e verruche sono esempi di tumori cutanei, benigni e non mortali. Il melanoma maligno della pelle, pur essendo meno frequente dei precedenti, può essere letale. Un’esposizione prolungata al sole, specie per i soggetti maggiormente fotosensibili aumenta il rischio di sviluppare questo tipo di patologia. In particolare è bene valutare anche il tempo di esposizione totale durante il corso dell’anno e della vita (specie durante l’infanzia) poiché, come abbiamo detto, il rischio di cancro alla pelle aumenta con l’aumentare del tempo e dell’intensità di esposizione. A prova di ciò c’è il fatto che i tumori della pelle si sviluppano soprattutto a livello delle parti del corpo più esposte al sole come viso, orecchie, collo, braccia, spalle e dorso.

Leggi anche: Come nasce un cancro? Cosa sono i cancerogeni e come avviene la cancerogenesi?

4) Rughe

Un’abbronzatura eccessiva causa la rottura del collagene e delle altre strutture cellulari cutanee con conseguente cedimento strutturale e comparsa di rughe più o meno accentuate. Secchezza e ruvidezza, disidratazione, riduzione dell’elasticità e della sensibilità cutanea sono altre conseguenze di un invecchiamento precoce del derma che deve pertanto essere adeguatamente protetto durante l’esposizione solare.

5) Effetti sugli occhi

Forse l’effetto meno noto, ma ugualmente nocivo. Le radiazioni ultraviolette possono causare importanti danni alla cornea, alla retina e al cristallino con sintomi quali dolore corneale, fotosensibilizzazione, lacrimazione e spasmo delle palpebre. L’uso di occhiali protettivi non deve quindi diventare un semplice optional: occhiali a lenti scure devono essere sempre presenti in caso di esposizione prolungata, specie nelle ore più calde del giorno. Anche una montatura avvolgente è importante per impedire alle radiazioni di raggiungere i nostri occhi. Le lenti colorate sfumate o chiare, in molti casi non sono in grado di proteggere sufficientemente l’occhio. Per tutelare il consumatore, i produttori di occhiali da sole sono obbligati a riportare sui loro prodotti il potere filtrante che può andare da 0 (protezione quasi nulla) a 4 (protezione massima, utile in condizioni estreme, come in alta quota). E’ bene infine ricordare che la semplice chiusura delle palpebre non è da sola in grado di proteggere l’occhio dagli effetti dannosi della luce solare.

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Primo mare, primo sole: i consigli per proteggere la nostra pelle dalle scottature (anche a tavola)

Fa molto caldo qui a Roma e sono sicuro che le spiagge di Ostia e Fregene in questo momento saranno molto affollate! La voglia di godersi il primo sole è sicuramente tanta e, ad essere sincero, se non avessi da lavorare, anche io sarei in spiaggia cullato dai raggi di sole! Nonostante non sia ancora estate, è necessario ricordare alcune precauzioni per evitare scottature e danni causati dall’esposizione ai raggi ultravioletti. Ecco alcuni pratici consigli che possono tornarvi molto utili per “salvare la vostra pelle” come diceva Ligabue in una vecchia canzone!

1) La protezione inizia prima di arrivare in spiaggia: perché i solari siano efficaci occorre applicarli una ventina di minuti prima dell’esposizione al sole. E’ poi importante che siano usati su tutta la superficie del corpo, anche nelle zone poi coperte dal costume. Vanno inoltre riapplicati ogni 2 o 3 ore, dopo un’immersione in acqua o dopo aver sudato

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2) Scegliere la protezione giusta: il corretto livello di protezione dipende dal fototipo di ciscuno. Chi ha occhi e pelle chiara, e capelli biondi ad esempio ha una pelle con minor capacità di resistere ai danni dei raggi ultravioletti. Chi, al contrario, ha occhi e capelli più scuri e carnagione olivastra ha un fototipo alto, ovvero può esporsi con maggior tranquillità al sole.

3) Non abbassare la protezione: in molti, dopo aver applicato delle creme solari ad alta protezione, nei primi giorni di sole, tendono a passare a protezioni di livello inferiore, ma non si dovrebbe mai fare. Questo perché gli studi ci dicono che la reale protezione non viene mai applicata a dovere, dunque sarebbe consigliabile mantenere una protezione alta nel tempo.

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4) Proteggersi anche quando si fa sport: è assolutamente consigliabile ricorrere alle protezioni solari anche quando si fa sport all’aria aperta, quando si suda e non si pensa all’azione dei raggi ultravioletti.

5) Massima attenzione ai bambini: i più piccoli che, specie in questa stagione e in estate trascorrono molto tempo fuori casa, vanno adeguatamente protetti, sempre. E’ infatti dimostrato che l’esposizione violenta ai raggi Uv (dunque con scottature) in età pediatrica è uno dei maggiori fattori di rischio per l’insorgenza di tumore della pelle in età adulta.

Leggi anche: Prendere il sole in gravidanza: le regole da seguire per la sicurezza nostra e del nostro bambino

6) La prevenzione si fa anche a tavola: è molto importante alimentarsi e idratarsi adeguatamente. In estate e quando ci si espone al sole maggiormente, è bene idratarsi, bevendo almeno due litri di acqua al giorno. La dieta poi aiuta a prevenire i danni dei raggi ultravioletti e a ripararli (vedi punto successivo).

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7) Sì a frutta e verdura di stagione in quantità: la natura ci fornisce ciò di cui abbiamo maggiormente bisogno. Dopo un’esposizione al sole è bene introdurre degli antiossidanti naturali, primo tra tutti l’uva, che matura proprio ad estate inoltrata, quando la pelle ne ha più bisogno. Via libera poi a verdura e frutta colorata: pomodori, albicocche, meloni e pesche sono tutti ricchi di beta-carotene, che aumenta la naturale protezione della pelle nei confronti del sole.

8) Usa un multivitaminico: un integratori completo di vitamine e sali minerali, aumenta le possibilità di avere una abbronzatura perfetta. Noi vi consigliamo questo prodotto: https://amzn.to/3wPTlxT

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Il colore della pelle? Solo una questione di melanina

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO BAMBINO DI COLORE NERO AFROAMERICANO MELATONINA FELICE SORRISO RELAXLa melanina è un pigmento nerastro/bruno elaborato in molti animali, tra cui l’uomo, da particolari cellule chiamate melanociti. Negli esseri umani la melanina – presente nella pelle, nei peli, nell’iride e in numerosi altri organi – determina il colore della pelle.

Sei troppo intelligente per lasciare che un semplice pigmento condizioni la tua capacità di giudizio.

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Albinismo: cause, sintomi, diagnosi, terapie, consigli e conseguenze sulla salute

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO ALBINISMOL’albinismo è un’anomalia congenita, ereditaria, caratterizzata dall’assenza della melanina, il pigmento, che conferisce colore alla pelle, alle mucose, ai peli, ai capelli e agli occhi. Gli albini soffrono di disturbi alla vista e hanno, inoltre, una predisposizione per i tumori della pelle. L’albinismo è presente nei popoli di tutte le razze.

Cause

L’albinismo è una condizione genetica causata da una mutazione di uno dei circa 18 geni, finora individuati, che al loro interno contengono le informazioni necessarie per la produzione di melanina in pelle e occhi. La melanina è un pigmento neri, bruno o rossastro, presenti in quantità variabile in vari distretti corporei, tra cui pelle, iride e capelli, in base all’etnia: la quantità di melanina presente determina la colorazione più o meno scura della cute.

Trasmissione

La maggior parte dei casi di albinismo, denominati albinismo oculocutaneo, ha una trasmissione genetica autosomica recessiva. Una malattia è detta a trasmissione autosomica recessiva quando l’allele alterato deve essere presente in coppia (omozigosi), cioè sono necessarie due copie dell’allele difettoso per far sì che la malattia si esprima, a prescindere dal sesso. Non basta un solo genitore portatore sano o malato, bensì entrambi i genitori devono essere portatori sani o malati. Il fenotipo quindi si esprime quando nel genotipo dell’individuo sono presenti entrambi gli alleli responsabili, fatto che spiega l’alta probabilità di sviluppare malattie genetiche in caso di incesto. Quindi:

  • un individuo che possegga entrambi gli alleli alterati: è portatore ed è malato;
  • un individuo che possegga solo un allele alterato: è portatore ma è sano;
  • un individuo che non possegga nessun allele alterato: NON è portatore ed è sano.

Essere portatore sano vuol dire quindi NON avere la patologia ma possedere nel proprio genotipo un allele mutato, che può essere trasmesso alle generazioni successive.

Dalla combinazione delle possibili condizioni di genitori sani, malati e portatori sani, deriva la distribuzione probabilità che la malattia sia trasmessa ai figli:

  • genitori malato-malato: la probabilità che il figlio/a nasca malato è del 100%;
  • genitori sano-malato: la probabilità che il figlio/a nasca portatore sano è del 100%;
  • genitori malato-portatore sano: la probabilità che il figlio/a nasca malato è del 50% e del 50% che nasca portatore sano;
  • genitori sano-portatore sano: la probabilità che il figlio/a nasca sano è del 50% e del 50% che nasca portatore sano;
  • genitori portatore-portatore: la probabilità che il figlio/a nasca portatore sano è del 50% mentre è del 25% che nasca sano o malato.

Se nessuno dei genitori ha un allele mutato, non c’è ovviamente alcuna trasmissione autosomica recessiva ed i figli saranno tutti sani e NON portatori dell’allele mutato.

Nell’immagine che segue, è raffigurata la tipica situazione in cui entrambi i genitori sono sani ma portatori dell’allele mutato:

  • un figlio su quattro avrà entrambi gli alleli alterati e sarà malato ed ovviamente portatore;
  • due figli su quattro avranno un allele normale ed uno alterato e saranno sani ma anche portatori;
  • un figlio su quattro avrà entrambi gli alleli normali e sarà sano e NON portatore.

Sintomi e segni

La pelle, i capelli e i peli degli albini hanno una funzionalità normale. Tuttavia, cambiano colore. La colorazione “tipica” dell’albinismo, totale, è il bianco. In realtà, però, esistono diversi “gradi” dell’anomalia congenita. In alcuni casi, infatti, pelle, capelli e peli tendono a scurirsi leggermente. Per questo, quindi, è erroneo considerare albino solo chi presenta pelle bianca, capelli bianchi e occhi rossi.

Diagnosi

La diagnosi avviene principalmente tramite anamnesi ed esame obiettivo. I test genici possono individuare i geni responsabili dell’albinismo.

Conseguenze per la salute

I principali problemi per la salute di un albino sono legati alla pelle e agli occhi. La melanina colora la pelle rappresentando uno degli “elementi”, visibili, della variazione umana ma, questo pigmento, svolge anche il ruolo di proteggere la pelle dai raggi, dannosi, del sole. Una prolungata esposizione al sole, infatti, determina un aumento della produzione di pigmento, l’abbronzatura, che funge da “filtro solare naturale”. Quando la pelle, però, è poco o per nulla pigmentata risulta priva di protezione. Questa condizione predispone a facili “scottature” – eritema solare – e, con maggiore rischio, a degenerazioni tumorali.

Gli occhi, senza una normale quantità di pigmento durante lo sviluppo embrionale e durante il primo periodo di vita, non si sviluppano bene e non funzionano bene. L’assenza del pigmento oculare – presente nell’iride e nella retina – determina, specifici, cambiamenti dell’occhio e dei nervi ottici:

  • l’iride si presenta trasparente lasciando passare la luce che, normalmente, entra soltanto attraverso la pupilla con, conseguente, ipersensibilità dell’occhio alla luce, fotofobia;
  • la retina, parte dell’occhio in cui sono localizzate le cellule che percepiscono lo stimolo visivo, manca di un’area piccola ma importante, la fovea, per cui si ha una riduzione dell’acuità visiva;
  • le connessioni nervose, addette al trasporto dello stimolo visivo dalla retina al cervello, seguono un percorso anomalo determinando, di conseguenza, una diminuzione della visione tridimensionale;
  • il nistagmo, movimento involontario degli occhi, generalmente, di tipo orizzontale, lo strabismo ed altri difetti oculari – errori di rifrazione – contribuiscono alla riduzione della visione.

L’entità di ognuno di questi disturbi è variabile in relazione alla quantità di pigmento presente durante lo sviluppo dell’occhio.

Conseguenze a livello psicologico

I soggetti con albinismo affrontano varie di discriminazione in tutto il mondo a causa del colore della pelle: come risultato il paziente tende ad isolarsi e può sviluppare depressione ed ideazioni suicidarie.

Terapie e consigli

Non esiste una terapia specifica per l’albinismo. I consigli, per i pazienti con albinismo, sono:

  • evitare la luce solare diretta;
  • utilizzare occhiali da sole;
  • indossare indumenti protettivi;
  • applicare schermi solari con un fattore di protezione superiore a 30 come  protezione contro i raggi UVA e UVB.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Vuoi abbronzarti in totale sicurezza? Scopri a quale fototipo appartieni

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare abbronzarti sicurezza quale fototipo appartieniIl fototipo di una persona è una classificazione utilizzata in medicina, determinata sulla qualità e sulla quantità di melanina presente in condizioni basali nella pelle. Esso indica le reazioni della pelle all’esposizione alla radiazione ultravioletta ed il tipo di abbronzatura che è possibile ottenere tramite essa. Conoscere il proprio fototipo è il punto di partenza fondamentale per preservare la salute della propria pelle e per comportarsi correttamente durante l’esposizione alla radiazione ultravioletta della luce solare. La medicina distingue sei tipi di fototipo nell’adulto:

Fototipo 1

Caratteristiche: pelle bianca, lentiggini, capelli rossi, occhi chiari, celesti o verdi.

Sarebbe il caso di iniziare ad assumere degli integratori a base di betacarotene e flavonoidi un paio di settimane prima della partenza, per stimolare la produzione di melanina continuando per il soggiorno”. Attenzione: bisogna partire lentamente, con 15 minuti di esposizione il primo giorno arrivando a mezz’ora solo dopo una settimana. Come filtro, protezione molto alta in crema almeno fino al settimo giorno.

Fototipo 2

Caratteristiche: pelle rosata, capelli biondi, occhi chiari ma anche nocciola pallido

“In questo caso – dice l’esperto – bisognerebbe assumere fin da 15 giorni prima uno o più integratori per via orale a base di betacarotene e flavonoidi, proprio come nel primo caso. L’esposizione può aumentare, ma di poco: 20 minuti il primo giorno, mezz’ora dal secondo e massimo un’ora fino alla settimana. Anche in questo caso è indicata una protezione molto alta almeno fino al quarto giorno per poi diminuire. Fino al settimo giorno meglio una crema”. Un consiglio? Mangiate una coppa di more e mirtilli e un paio di fette d’anguria al dì.

Fototipo 3

Caratteristiche: : pelle dorata, capelli castani o bruni, occhi verde scuro o bruni

Per il fototipo 3 conviene seguire prima della partenza le stesse indicazioni del 2, sospendendo però l’integrazione una volta al mare o in montagna. Quanto all’esposizione, si può iniziare con 20-30 minuti per poi salire a 45 dal secondo al quarto giorno. Dal settimo in poi, anche due ore. La protezione indicata è alta fino al quinto giorno, poi media fino alla fine con crema, emulsione o latte”. In questo modo, avrete una pelle caffelatte nel giro di qualche giorno.

Fototipo 4

Caratteristiche: pelle normale/olivastra, capelli neri, occhi marrone scuro

L’indicazione del fototipo 2 rimane valida anche per chi ha la pelle più scura tuttavia si possono scegliere integratori a base di sali minerali, proseguendo per tutto il soggiorno. Si può partire subito con 30-45 minuti di esposizione fino al quarto giorno e passare a 1-2 per le altre giornate in spiaggia”. In questo caso la protezione indicata è alta all’inizio, media fino al traguardo della settimana e bassa in seguito. Si può scegliere fra gel, olio o latte. Un consiglio? Evitate i cibi piccanti e molto salati, favoriscono la sudorazione.

Fototipo 5

Caratteristiche: pelle scura, occhi e capelli scuri

La reazione al sole sarà un’abbronzatura intensa, per cui consiglio una protezione media nei primi giorni per poi passare a una bassa. In ogni caso, un latte a bassa protezione basta a mantenere luminosa l’abbronzatura.

Fototipo 6

Caratteristiche: pelle molto scura/nera, occhi e capelli neri

E’ consigliata una crema protettiva solo nel caso di esposizione continua e costante.

Piccola curiosità: la medicina usa per il bambino una classificazione del fototipo completamente diversa (tre fototipi e non sei).

I migliori prodotti per una abbronzatura luminosa e duratura

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere della tua pelle, in grado di migliorare l’abbronzatura e farla durare a lungo:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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