Differenza tra ipotiroidismo, ipertiroidismo, eutiroidismo e distiroidismo

MEDICINA ONLINE TIROIDE NODULO IPOTIROIDISMO IBSA EUTIROX ORMONI TIROIDEI METABOLISMO BASALE COLLO GOZZO SINTOMI PARATIROIDI TIROIDECTOMIA TOTALE PARZIALE CHIRURGIA OBESITA INGRASSARE PEIpertiroidismo

L’ipertiroidismo è una patologia del sistema endocrino caratterizzata principalmente dall’eccesso di funzionalità della ghiandola tiroidea con aumento in Continua a leggere

Ipertiroidismo: cause, cura, valori diagnosi, sintomi iniziali, conseguenze

MEDICINA ONLINE IPERTIROIDISMO SEGNI SINTOMI ECOGRAFIA TIROIDE ORMONI TIROIDEI ASSE IPOFISI IPOTALAMO T3 T4 EUTIROX TIROIDEGCTOMIA MORBO BASEDOW GOZZO TOSSICO TIREOTOSSICOSI UOMO SINTOMI INIZIALI PREMONITORI.jpgL’ipertiroidismo è una patologia del sistema endocrino caratterizzata principalmente dall’eccesso di funzionalità della ghiandola tiroidea con aumento in circolo degli ormoni tiroidei triiodotironina (T3) e/o tiroxina (T4) e possibile Continua a leggere

Eutirox: quali sono le interazioni con farmaci e cibi?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Roma Medicina Chirurgia Estetica Rughe Filler Cavitazione Peso Dimagrire Pancia Grasso Dietologo Cellulite Senologo Pene H Grasso Pancia Sex Sessuologo Auguri Buon Natale 2013 CURA FARMACI ANTICOLESTEROLOPer meglio comprendere l’argomento trattato, leggi anche: Eutirox: quando si usa, dosaggio ed effetti collaterali (foglio illustrativo)

L’assunzione contemporanea di Eutirox con i seguenti farmaci è sconsigliata o richiede cautela, pertanto è assolutamente necessario consultare il medico:

  • farmaci per il diabete (insulina e ipoglicemizzanti orali) perché può verificarsi una diminuzione del loro effetto sulla riduzione della concentrazione di glucosio nel sangue (effetto ipoglicemizzante); pertanto, all’inizio di una terapia a base di ormoni tiroidei deve controllare frequentemente i livelli di glucosio nel sangue (glicemia) e se è necessario deve modificare il dosaggio del farmaco antidiabetico;
  • farmaci che regolano la fluidità del sangue (anticoagulanti cumarinici) perché può verificarsi un potenziamento dell’effetto anticoagulante dovuto a una maggiore concentrazione degli anticoagulanti nel sangue. Infatti la levotiroxina spiazza gli anticoagulanti legati alle proteine del sangue (proteine plasmatiche), rendendone disponibile in circolo una maggiore quantità di farmaco. Pertanto, all’inizio di una terapia a base di ormoni tiroidei deve controllare frequentemente i parametri della coagulazione e modificare il dosaggio dell’anticoagulante se necessario;
  • farmaci che riducono la concentrazione del colesterolo nel sangue (ipocolesterolemizzanti) a base di colestiramina e colestipol perché queste due sostanze impediscono l’assorbimento della levotiroxina sodica; pertanto, deve prendere la levotiroxina 4-5 ore prima di assumere il farmaco a base di colestiramina o colestipol;
  • farmaci che contengono come principi attivi o eccipienti ferro, alluminio (gli antiacidi, il sucralfato), o calcio carbonato perché possono ridurre l’effetto della levotiroxina; pertanto, deve prendere la levotiroxina almeno 2 ore prima della assunzione dei farmaci contenenti ferro, alluminio o calcio carbonato;
  • salicilati (antinfiammatori), dicumarolo (anticoagulante), furosemide (diuretico) ad alte dosi (250mg), clofibrato (per ridurre il colesterolo e i lipidi nel sangue), fenitoina (antiepilettico) ed altre sostanze in quanto possono spiazzare la levotiroxina sodica dalle proteine plasmatiche, determinando un’elevata concentrazione della frazione libera dell’ormone tiroideo, fT4. Queste sostanze quindi aumentano l’effetto di Eutirox;
  • Propiltiouracile (farmaco antitiroideo), glucocorticoidi (antinfiammatori steroidei), beta-bloccanti, amiodarone (antiaritmico) e mezzi di contrasto contenenti iodio, in quanto impediscono la conversione da parte degli organi periferici del nostro organismo dell’ormone T4 nella forma biologicamente più attiva T3. Queste sostanze quindi diminuiscono l’effetto di Eutirox;
  • Amiodarone (antiaritmico), perché l’elevata quantità di iodio che contiene può causare sia un ipertiroidismo che un ipotiroidismo. Si consiglia particolare cautela nel caso di un gozzo nodulare, perché è possibile che vi sia ancora una funzionalità parziale della tiroide (autonomia tiroidea) non riconosciuta;
  • Sertralina (antidepressivo), clorochina/proguanil (farmaci per la terapia della malaria) diminuiscono l’efficacia della levotiroxina ed aumentano i livelli di TSH nel sangue;
  • Barbiturici ed altri farmaci che possono aumentare la quantità di levotiroxina eliminata dal sangue attraverso il metabolismo epatico (clearance epatica);
  • Farmaci contenenti estrogeni: se fa uso di contraccettivi contenenti estrogeni o se è una donna in postmenopausa e fa uso di una terapia sostitutiva per la carenza di ormoni estrogeni, può avere un bisogno maggiore di levotiroxina;
  • Farmaci antiepilettici. Durante il trattamento con EUTIROX non va somministrata defenilidantoina per via endovenosa.

Eutirox con cibi e bevande
Composti o cibi contenenti soia possono diminuire l’assorbimento di levotiroxina da parte dell’intestino.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Tiroidectomia: cosa cambierà nella mia vita dopo l’intervento?

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La tipica cicatrice di un intervento di tiroidectomia

Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, ti consiglio di leggere:

Gli effetti a lungo termine della tiroidectomia dipenderanno da quanta tiroide viene rimossa. In caso di tiroidectomia parziale la parte residua di tiroide riproduce in genere la funzione della ghiandola tiroide intera, e non si ha bisogno di terapia con ormone tiroideo. Se invece la tiroide viene rimossa totalmente, il corpo non può produrre l’ormone tiroideo e possono svilupparsi segni e sintomi di ipotiroidismo, come l’aumento di peso. Di conseguenza, è necessario assumere per tutta la vita una pillola ogni giorno che contenga tiroxina (come ad esempio Eutirox, Levothroid e Levoxyl). Questa sostituzione ormonale è identica a quella dell’ormone normalmente costituito dalla tiroide ed esegue tutte le sue funzioni. Il medico stabilirà la quantità di farmaco che dovrete assumere in base ai valori ottenuti con semplici analisi del sangue ed in certe situazioni potrà decidere di variare il dosaggio. A tale proposito leggi anche: Eutirox: quando si usa, dosaggio ed effetti collaterali (foglio illustrativo)

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Tiroidectomia: cosa mi succederà prima, durante e dopo l’intervento chirurgico

MEDICINA ONLINE SURGEON SURGERY EMERGENCY ROOM CHIRURGIA OPERAZIONE CHIRURGO TEAM TRAPIANTO SANGUE BISTURI EMERGENZA CUORE CERVELLO OSPEDALE MORTE ERRORE FERRI VASCOLAREPrima della tiroidectomia
Il chirurgo esegue la tiroidectomia in anestesia generale quindi è necessario che l’anestesista somministri un farmaco anestetico come gas da respirare attraverso una maschera o inietti un farmaco liquido in vena.
Il team chirurgico pone dei sensori sul corpo per fare in modo che la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e l’ossigeno nel sangue rimangano a livelli di sicurezza durante l’intera procedura.

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Durante la tiroidectomia
Una volta che il paziente è incosciente, il chirurgo fa una piccola incisione nella parte anteriore del collo o pratica una serie di incisioni sotto il braccio, a seconda della tecnica chirurgica che utilizza (vedi il prossimo paragrafo). Tutta o parte della ghiandola tiroidea viene poi rimossa, a seconda del motivo per cui si fa l’intervento chirurgico. Se la tiroidectomia è eseguita a causa del cancro della tiroide, il chirurgo può anche esaminare e rimuovere i linfonodi intorno alla tiroide. La tiroidectomia di solito dura circa 2 ore.

I tre approcci principali alla tiroidectomia
1) Tiroidectomia convenzionale, che consiste nel fare un’incisione al centro del collo per accedere direttamente alla tiroide.
2) Tiroidectomia endoscopica, che utilizza piccole incisioni nel collo. Strumenti chirurgici e una piccola videocamera vengono inseriti attraverso le incisioni. La fotocamera guida il chirurgo attraverso la procedura.
3) Tiroidectomia robotica, che viene eseguita attraverso incisioni nel petto e ascella o tramite un’incisione alta nel collo. L’approccio robotico permette una tiroidectomia evitando un’incisione nel centro del collo, tuttavia è una tecnica ancora poco diffusa in Italia a causa degli alti costi degli strumenti necessari per eseguirla.

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La tipica cicatrice di un intervento di tiroidectomia

Dopo la tiroidectomia che avviene?
Dopo l’intervento chirurgico, si viene spostati in una sala di risveglio in cui il team di assistenza sanitaria controlla il recupero dall’intervento chirurgico e dalla anestesia. Una volta che si è pienamente svegli, si viene spostati in una stanza d’ospedale. Si può avere un drenaggio sotto l’incisione nel collo. Questo drenaggio è solitamente rimosso la mattina dopo l’intervento chirurgico. Dopo una tiroidectomia, si può verificare dolore al collo e voce rauca o debole. Questo non significa necessariamente che ci sia un danno permanente al nervo che controlla le corde vocali. Questi sintomi sono spesso temporanei e possono essere causa della irritazione data dal tubo di respirazione (tubo endotracheale) che è inserito nella trachea durante l’intervento chirurgico, o come risultato di irritazione del nervo causato dalla chirurgia.
Si è in grado di mangiare e bere, come al solito dopo l’intervento chirurgico. La maggior parte delle persone che subiscono una tiroidectomia rimane in ospedale per circa 24 ore. Quando vanno a casa, di solito i pazienti tornano alle vostre normali attività nel giro di poche settimane. Parlare con il medico circa le restrizioni sulle attività specifiche.

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Eutirox: quando si usa, dosaggio ed effetti collaterali (foglio illustrativo)

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Estetico Medicina Estetica Roma IPOTIROIDISMO SINTOMI DIAGNOSI CURA CONSIGLI DIETETICI Pelle Cute Radiofrequenza Cavitazione Cellulite Pulsata Peeling Linfodrenante Tecarterapia Dietologo Dermatologo NeviIndicazioni – Perché si usa Eutirox? A cosa serve?
Il farmaco Eutirox contiene l’ormone tiroideo levotiroxina sodica (T4), uguale a quello prodotto dalla ghiandola tiroidea anche se ottenuto in laboratorio per via sintetica e si presenta in compresse. La T4 contenuta in Eutirox viene convertita nel nostro organismo nell’ormone triiodiotironina (T3), che regola numerose funzioni del metabolismo umano.
Eutirox si usa per trattare stati di ipotiroidismo come: gozzo, profilassi di recidive dopo strumectomia, ipofunzione tiroidea, flogosi della tiroide, in corso di terapia con antitiroidei.

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Dosaggi Eutirox:
Eutirox 25mcg compresse
Eutirox 50mcg compresse
Eutirox 75mcg compresse
Eutirox 88mcg compresse
Eutirox 100mcg compresse
Eutirox 112mcg compresse
Eutirox 125mcg compresse
Eutirox 137mcg compresse
Eutirox 150mcg compresse
Eutirox 175mcg compresse
Eutirox 200mcg compresse

Controindicazioni- Quando non dev’essere usato Eutirox?

  • In caso di allergia al principio attivo o ad uno qualsiasi degli altri componenti di questo medicinale
  • In caso di insufficienza surrenalica non trattata (malattia delle ghiandole surrenali), un’insufficienza ipofisaria non trattata (malattia dell’ipofisi) e una tireotossicosi non trattata.
  • Il trattamento con Eutirox non deve essere iniziato nell’infarto miocardico acuto, nella miocardite acuta e nella pancardite

Precauzioni per l’uso – Cosa serve sapere prima di prendere Eutirox?
Prima di iniziare una terapia con ormoni tiroidei, vanno escluse o trattate le seguenti condizioni:

  • riduzione dell’apporto di sangue al cuore (insufficienza coronarica),
  • dolore al petto di origine cardiaca (angina pectoris),
  • miocardite (infiammazione della muscolatura del cuore),
  • necrosi del tessuto cardiaco (infarto miocardico),
  • incapacità del cuore di fornire adeguata quantità di sangue (insufficienza cardiaca),
  • presenza di placche nelle arterie che diminuiscono il passaggio del sangue (arteriosclerosi),
  • aumento della pressione del sangue (ipertensione),
  • riduzione della funzionalità dell’ ipofisi (insufficienza ipofisaria) o oppure del surrene (insufficienza surrenalica),
  • funzionamento della ghiandola tiroidea non appropriatamente controllato da parte dell’ipofisi (autonomia della ghiandola tiroidea).

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Avvertenze e precauzioni:

  • Evitare un sovradosaggio anche modesto di Eutirox nei pazienti con insufficienza coronarica, scompenso cardiaco o ritmi cardiaci anormali (aritmie): in questi casi è necessario un controllo frequente dei livelli degli ormoni tiroidei;
  • l’uso di farmaci aventi attività ormonale sulla tiroide per il trattamento dell’obesità è pericoloso, poiché, alle dosi necessarie, può provocare reazioni secondarie di particolare gravità;
  • in soggetti trattati con preparati tiroidei sono stati riportati rari casi di disfunzione epatica, si raccomanda quindi di ridurre il dosaggio o di sospendere il trattamento qualora, nel corso della terapia, comparissero febbre, debolezza muscolare o anormalità dei test di laboratorio per studiare la funzionalità epatica;
  • pazienti affetti da panipopituarismo (malattia della ghiandola ipofisi) o da altre malattie che possano predisporre all’insufficienza surrenale o in caso di insufficienza surrenale (scarso funzionamento delle ghiandole surrenali) possono reagire sfavorevolmente all’assunzione di questo medicinale, pertanto è consigliabile iniziare una terapia a base di corticosteroidi prima del trattamento con Eutirox;
  • stabilire la causa di un ipotiroidismo secondario, ossia di una scarsa produzione di ormone TSH, che regola la funzionalità della tiroide, prima della somministrazione della terapia sostitutiva con Eutirox. Se necessario, iniziare una terapia sostitutiva per un’insufficienza surrenalica compensata;
  • prima di instaurare una terapia con Eutirox, bisogna escludere un’autonomia tiroidea. A tal fine il medico valuterà la necessità di eseguire il test al TRH oppure una scintigrafia durante soppressione;
  • nelle donne in postmenopausa con ipotiroidismo ed un rischio elevato di osteoporosi, bisogna evitare che la concentrazione di levotiroxina nel sangue si innalzi al di sopra del normale: pertanto, in queste pazienti la funzionalità tiroidea deve essere strettamente controllata;
  • non si deve somministrare la levotiroxina negli ipertiroidismi se non come integrazione concomitante alla terapia antitiroidea dell’ipertiroidismo. Nell’ipotiroidismo primitivo i soli livelli di TSH (misurati attraverso un metodo sensibile) devono essere utilizzati per monitorare la terapia. La frequenza dei controlli del TSH, durante la fase di regolazione della dose, dipende dalla situazione clinica, ma è generalmente raccomandata ad intervalli di 6-8 settimane fino a raggiungere i livelli desiderati. In particolare, nei pazienti affetti da carcinoma differenziato della tiroide che iniziano il trattamento in seguito a tiroidectomia ed eventuale terapia radioisotopica, si raccomanda il dosaggio del TSH a distanza di 2 mesi dall’inizio del trattamento per confermare l’avvenuta soppressione del TSH e visite di controllo dopo circa 6 e 12 mesi. Nei soggetti giudicati in remissione completa di malattia è consigliabile che il livello di soppressione del TSH venga adattato sulla base del giudizio medico.
  • Nei pazienti nei quali i livelli del TSH abbiano raggiunto il livello desiderato ed in coloro cui sia stato cambiato il prodotto a base di L-tiroxina o il dosaggio, la concentrazione del TSH dovrebbe essere controllata dopo 8-12 settimane e la posologia adattata in accordo ai risultati ottenuti. Una volta raggiunta la dose di mantenimento, i controlli clinici e biochimici dovranno essere ripetuti ogni 6-12 mesi sulla base del giudizio medico.
  • Una volta iniziata la terapia con Eutirox, in caso di passaggio ad altro prodotto a base di levotiroxina, si raccomanda di modificare il dosaggio a secondo della risposta clinica individuale e dei risultati di laboratorio.

Per i pazienti diabetici e per quelli in terapia con anticoagulanti, vedere il paragrafo successivo.

Interazioni- Quali farmaci o alimenti possono modificare l’effetto di Eutirox?
L’assunzione contemporanea di Eutirox con alcuni farmaci e cibi è sconsigliata o richiede cautela, a tale proposito leggi: Eutirox: quali sono le interazioni con farmaci e cibi?

Eutirox in gravidanza ed allattamento
Se è in corso una gravidanza, se sospetta o sta pianificando una gravidanza, o se sta allattando con latte materno, chieda consiglio al medico prima di prendere questo medicinale. La somministrazione del medicinale deve avvenire nei casi di effettiva necessità e sotto il diretto controllo del medico.

Ipotiroidismo
Non sospendere la cura con ormoni tiroidei durante la gravidanza e l’allattamento; può essere necessario aumentare la dose durante la gravidanza. L’esperienza ha dimostrato che questo farmaco non causa malformazioni congenite (teratogenicità) e non risulta tossico per il feto umano ai dosaggi terapeutici raccomandati. Dosi molto alte di levotiroxina assunte durante la gravidanza possono avere un effetto negativo sullo sviluppo del feto e nelle successive fasi di crescita dopo la nascita (fase postnatale).
La levotiroxina si trova nel latte materno durante l’allattamento ma le concentrazioni raggiunte alle dosi terapeutiche raccomandate non causano lo sviluppo di ipertiroidismo o la soppressione della secrezione dell’ormone TSH nel neonato.

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Ipertiroidismo
Non deve assumere la levotiroxina in concomitanza ai farmaci per la cura dell’ipertiroidismo (farmaci antitiroidei). Infatti la presenza della levotiroxina può rendere necessaria una dose più alta di antitiroidei; questi farmaci a differenza della levotiroxina attraversano la barriera placentare e possono causare degli effetti farmacologici sul feto (ipotiroidismo del feto). Pertanto in gravidanza, se i farmaci antitiroidei sono necessari, devono essere assunti da soli (monoterapia con antitiroidei).

Guida di veicoli e utilizzo di macchinari
Non sono noti effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Tuttavia a causa della possibile insorgenza di cefalea si consiglia prudenza nella guida di veicoli e nello svolgimento di attività che richiedono particolare vigilanza
Informazioni importanti su alcuni eccipienti di EUTIROX
Eutirox contiene una piccola quantità di lattosio (65 mg circa) un tipo di zucchero. Informi il suo medico se ha problemi legati all’intolleranza o al malassorbimento degli zuccheri.

Dosi e Modo d’uso- Come usare Eutirox: posologia

Gozzo

  • Adulti: 100-150 (200) microgrammi al giorno.
    Ragazzi: (fino a 14 anni): 50-100 (150) microgrammi al giorno. Profilassi di recidive dopo strumectomia: 100 microgrammi al giorno.
    Ipofunzione tiroidea
  • Adulti: 50 microgrammi al giorno come dose iniziale (per circa due settimane); aumento della dose giornaliera di 50 microgrammi ad intervalli di 14-15 giorni circa, fino alla dose di mantenimento di 100-200 (300) microgrammi al giorno; in media 2-2,5 microgrammi/kg peso corporeo/die.
  • Bambini: 0-6 mesi: 10 microgrammi/kg peso corporeo/die, 6-12 mesi: 8 microgrammi/kg peso corporeo/die, 1-5 anni: 6 microgrammi/kg peso corporeo/die, 5-10 anni: 4 microgrammi/kg peso corporeo/die.

Flogosi tiroidea

100-150 microgrammi al giorno.
In corso di terapia con antitiroidei sarà sufficiente la somministrazione di 50-100 microgrammi al giorno. Da assumere con un sorso d’acqua al mattino, preferibilmente a digiuno.

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Sovradosaggio – Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Eutirox
Dopo un sovradosaggio può essere soggetto ai sintomi di una brusca accelerazione del metabolismo. In questi casi consulti subito il suo medico, che potrà consigliarle di sospendere il trattamento ed eseguire le analisi adatte.
Il prelievo della sola parte liquida del sangue, ovvero del plasma (plasmaferesi terapeutica) può esserle di aiuto in caso abbia assunto dosi massicce di farmaco.
Nei casi di avvelenamento avvenuti ad es. nei tentativi di suicidio è stato provato che dosi pari a 10 mg di levotiroxina possono essere tollerate senza complicazioni.
Sono stati riportati, invece, casi di morte improvvisa per arresto cardiaco nei pazienti che facevano abuso di questo farmaco da anni.
Se ha qualsiasi dubbio sull’uso di questo medicinale, si rivolga al medico.

Effetti Indesiderati – Quali sono gli effetti collaterali di Eutirox?
Come tutti i medicinali Eutirox può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino. Occasionalmente, specie se supera il suo personale limite di tollerabilità alla levotiroxina, se assume troppo farmaco oppure se all’inizio della terapia con ormoni tiroidei la dose di levotiroxina viene aumentata troppo velocemente, può risentire dei sintomi tipici dell’ipertiroidismo quali:

  • aumento della frequenza dei battiti del cuore (tachicardia)
  • palpitazioni
  • aritmie cardiache
  • angina pectoris
  • mal di testa
  • debolezza muscolare
  • crampi della muscolatura scheletrica
  • vampate di calore
  • febbre
  • vomito
  • alterazioni del ciclo mestruale
  • pseudotumor cerebri, cioè una condizione caratterizzata da cefalea, nausea, vomito
  • tremore irrequietezza
  • insonnia
  • sudorazione eccessiva (iperidrosi)
  • perdita di peso
  • diarrea
  • agitazione

In tali casi il dosaggio giornaliero può essere ridotto oppure il farmaco deve essere sospeso per alcuni giorni. La terapia può essere ripresa con cautela quando le reazioni avverse si sono risolte.
Se è un soggetto ipersensibile può avere delle reazioni allergiche.
Se si manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, si rivolga al medico o al farmacista.

Scadenza e conservazione
Scadenza: vedere la data di scadenza riportata in etichetta.
Non usi questo medicinale dopo la data di scadenza che è riportata sull’etichetta. La data di scadenza si riferisce all’ultimo giorno di quel mese
Conservi EUTIROX a temperatura non superiore a 25° C e nella confezione originale per riparare il prodotto dalla luce.
Tenere questo medicinale fuori dalla vista e dalla portata dei bambini.
Non getti alcun medicinale nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chieda al farmacista come eliminare i medicinali che non utilizza più. Questo aiuterà a proteggere l’ambiente.

Fonte Foglietto Illustrativo: AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Eutirox fa ingrassare o dimagrire?

MEDICINA ONLINE PESO BILANCIA MASSA BIOIMPEDENZIOMETRIA INDICE CORPOREA COCALORIE BASMATI BIANCO INGRASSARE DIETA COTTO CRUDO PIATTO CUCINA LIGHT MANGIARE DIMAGRIRE GRASSO DIABETE CARBOIIl farmaco Eutirox contiene l’ormone tiroideo levotiroxina sodica (T4), uguale a quello prodotto dalla ghiandola tiroidea anche se ottenuto in laboratorio per via sintetica e si presenta in compresse. I dosaggi disponibili sono:

  • 25 mcg;
  • 50 mcg;
  • 75 mcg;
  • 88 mcg;
  • 100 mcg;
  • 112 mcg;
  • 125 mcg;
  • 137 mcg
  • 150 mcg;
  • 175 mcg;
  • 200 mcg.

La T4 contenuta in Eutirox viene convertita nel nostro organismo nell’ormone triiodiotironina (T3), che regola numerose funzioni del metabolismo umano.
Eutirox si usa per trattare stati di ipotiroidismo nei quali il metabolismo, essendo diminuito, tende a far aumentare il peso del paziente.

Una volta che si è raggiunti un dosaggio terapeutico adeguato, il paziente diventa “eutiroideo”, cioè il suo metabolismo torna ad essere normale, cosa che lo può aiutare a ritrovare il suo peso forma, ma ovviamente ciò non vuol dire che tutti i kg di massa grassa eventualmente accumulati durante l’ipotiroidismo, all’improvviso debbano scomparire. Il farmaco in sé, al dosaggio adeguato, non fa né ingrassare, né dimagrire: se raggiunto l’eutiroidismo il paziente non perde i kg di grasso precedentemente accumulati e se non segue una dieta ed un programma di attività fisica adeguati, tenderà a rimanere in sovrappeso o ad aumentare di peso; se invece dovesse seguire una dieta ipocalorica associata ad attività fisica, tenderà a dimagrire.

Per questo motivo, una volta iniziata una terapia con Eutirox, si dovrebbe contemporaneamente procedere con una dieta ed un programma di attività fisica adeguati.

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Ipotiroidismo: sintomi, diagnosi, cura farmacologica e consigli dietetici

MEDICINA ONLINE TIROIDE NODULO IPOTIROIDISMO IBSA EUTIROX ORMONI TIROIDEI METABOLISMO BASALE COLLO GOZZO SINTOMI PARATIROIDI TIROIDECTOMIA TOTALE PARZIALE CHIRURGIA OBESITA INGRASSARE PESO PONDERALE CHIRURGIA ECOGRAFIAL’ipotiroidismo è una patologia causata dalla mancata capacità della tiroide di sintetizzare una adeguata quantità di ormoni. Più raramente, può sussistere una resistenza all’azione dei suddetti ormoni a livello tissutale. L’ipotiroidismo può presentarsi sin dalla nascita (cretinismo) o comparire in età adulta, specie nelle donne ultracinquantenni. Può essere primario (congenito o acquisito), secondario o terziario. Da un punto di vista clinico-laboratoristico si possono distinguere:

  • ipotiroidismo subclinico: caratterizzato da un’elevata concentrazione sierica di TSH in presenza di normali valori di FT3 e FT4 con sfumati o assenti segni e sintomi di ipotiroidismo;
  • ipotiroidismo conclamato: caratterizzato da un’elevata concentrazione sierica di TSH in presenza di bassi livelli di FT3 e FT4 con chiari segni e sintomi di ipotiroidismo.

Leggi anche: Differenza tra Eutirox e Ibsa nella cura dell’ipotiroidismo

Epidemiologia

Si calcola che l’ipotiroidismo colpisca in media lo 0,5-1% della popolazione, con una netta prevalenza nel sesso femminile.

Cause di ipotiroidismo

Varie e numerose sono le cause in grado di determinare questo quadro morboso. L’ipotiroidismo può essere determinato – ad esempio – dall’assenza congenita della tiroide o da un suo sviluppo incompleto, per alterazioni anatomiche, per una sua asportazione chirurgica, per l’assunzione di farmaci antitiroidei o di iodio radioattivo. Come già accennato, le varie forme di ipotiroidismo vengono classificate in primarie (o primitive), secondarie e terziarie. Nel primo gruppo rientrano tutte quelle malattie dipendenti dalla ridotta funzionalità del tessuto tiroideo, mentre si parla di ipotiroidismo secondario e terziario quando le patologie sono a carico, rispettivamente, di ipofisi ed ipotalamo. Alcuni degli ormoni secreti da queste due strutture sono infatti capaci di regolare pesantemente l’attività della tiroide. Nella maggior parte dei casi, l’ipotiroidismo primario è  associato a malattie autoimmunitarie della tiroide (la più comune delle quali è la tiroidite cronica di Hashimoto), oppure a gravi carenze di iodio nella dieta o a cause iatrogene (uso – abuso di determinati farmaci).

Ipotiroidismo dovuto a bassi livelli di iodio

Lo iodio è un minerale essenziale per la normale funzionalità della tiroide; se manca lo iodio la ghiandola non può sintetizzare i suoi ormoni ed insorge ipotiroidismo. Fortunatamente l’organismo possiede buone riserve sia di iodio che di ormoni tiroidei, sufficienti per circa 60-90 giorni, ed il semplice consumo di sale iodato basta per allontanare il rischio di carenze specifiche. Esistono tuttavia alcune aree del Pianeta in cui la carenza cronica di iodio nell’alimentazione provoca ipotiroidismo. A causa delle basse concentrazioni plasmatiche di ormoni tiroidei, la sintesi dell’ormone stimolante la tiroide o TSH viene sensibilmente accelerata. Questa ipersecrezione ha lo scopo di stimolare al massimo la ghiandola che, tuttavia, non riesce a sintetizzare i suoi ormoni perché non dispone di adeguate quantità di iodio. Si entra così in un circolo vizioso in cui l’iperstimolazione determina un vistoso ingrossamento della tiroide (gozzo).

Leggi anche: Il sale iodato è importante per prevenire le malattie della tiroide: in quali alimenti trovarlo?

Sintomi e segni dell’ipotiroidismo

Le conseguenze dell’ipotiroidismo variano in base allo stadio evolutivo durante il quale insorgono. Nella vita fetale si verificano gravi ed irreversibili alterazioni dello sviluppo corporeo e cerebrale. Anche nel bambino si possono verificare permanenti alterazioni dello sviluppo somatico ed intellettivo (gli ormoni tiroidei sono essenziali per la completa espressione dell’ormone della crescita). Si osserva inoltre un ritardo nello sviluppo sessuale.
Quando insorge in età adulta, l’ipotiroidismo si manifesta attraverso alcuni sintomi caratteristici:

1) Cute secca e capelli radi, sottili, affaticamento fisico e debolezza muscolare cronica (l’ipotiroidismo determina una riduzione della sintesi proteica).

2) L’espressione del viso, caratterizzata da zone palpebrali gonfie e rime ristrette, capelli e sopracciglia scarsi, bocca semiaperta che lascia intravedere una lingua ingrossata, conferisce al volto del paziente l’aspetto inconfondibile e poco intelligente della “facies mixedematosa“; anche i tessuti sottocutanei sono caratterizzati dal cosiddetto mixedema, su cui la pressione delle dita non lascia il segno della fovea. L’ipotiroidismo determina infatti un accumulo cutaneo di mucopolisaccaridi che richiamano acqua determinando questo tipico aspetto.

3) Cute fredda e intolleranza alle basse temperature: una diminuzione degli ormoni tiroidei rallenta il metabolismo e il consumo di ossigeno; viene meno anche la loro attività termogenica.

4) Sonnolenza (letargia) che può arrivare fino al coma, depressione, rallentamento dei processi ideativi e sensazione di stanchezza; questi sintomi insorgono a causa delle alterazioni nervose indotte dall’ipotiroidismo.

5) Altri sintomi: costipazione, aumento del peso corporeo, pallore e anemia, raucedine ed abbassamento del tono della voce, diminuzione dell’udito e della memoria, diminuzione della fertilità, flussi mestruali abbondanti (menorragia), crampi, bradicardia e riduzione della forza contrattile del cuore, vasocostrizione, aumento dei livelli di lipoproteine a bassa densità (LDL) e trigliceridi nel siero, con conseguente e sensibile aumento del rischio di malattia coronarica.

C’è spesso ipercarotenemia, particolarmente evidente alle mani ed alle piante dei piedi, a causa del deposito di carotene negli strati epidermici ricchi di lipidi. Il deposito di sostanze proteinacee nella lingua può produrre macroglossia. La riduzione sia degli ormoni tiroidei sia della stimolazione adrenergica provoca bradicardia. Il cuore può essere ingrandito, in parte a causa di dilatazione, ma principalmente per l’accumulo di un versamento sieroso ad alto contenuto proteico nel sacco pericardico. Si possono rilevare versamenti pleurici o peritoneali. I versamenti pleurici e pericardici si sviluppano lentamente e solo raramente provocano difficoltà respiratorie o emodinamiche. I pazienti generalmente accusano stipsi, che può essere grave. Sono comuni le parestesie delle mani e dei piedi, spesso dovute alla sindrome del tunnel carpale-tarsale causata dal deposito di una sostanza amorfa proteinacea nei legamenti intorno al polso e alla caviglia, con conseguente compressione dei nervi. I riflessi possono essere di grande aiuto dal punto di vista diagnostico, a causa della vivacità di contrazione e della lentezza dei tempi di rilassamento. Le donne con ipotiroidismo manifestano spesso menorragia, in contrasto con l’ipomenorrea dell’ipertiroidismo. Si osserva frequentemente ipotermia. Spesso è presente anemia, di solito normocromica normocitica e a eziologia sconosciuta, ma essa può essere ipocromica a causa della menorragia e talvolta macrocitica a causa dell’associata anemia perniciosa o del ridotto assorbimento di acido folico. In genere, l’anemia è raramente grave (Hb > 9 g/dl). Essa recede con la correzione dello stato ipometabolico, richiedendo talvolta da 6 a 9 mesi. Quando è primitivo, dovuto cioè a malattie della tiroide, l’ipotiroidismo nell’adulto è caratterizzato da un esordio lento e molto graduale che può pertanto sfuggire a lungo agli occhi del medico e dello stesso paziente.

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Diagnosi di ipotiroidismo

La conferma di ipotiroidismo avviene generalmente attraverso un semplice esame del sangue, tramite il quale si andranno a valutare vari parametri tra cui i livelli ormonali del paziente. È importante distinguere l’ipotiroidismo secondario da quello primitivo; anche se l’ipotiroidismo secondario non è frequente, spesso coinvolge altri organi endocrini sotto il controllo dell’asse ipotalamo-ipofisario. In una donna con ipotiroidismo, gli indizi che orientano verso l’ipotiroidismo secondario sono una storia di amenorrea piuttosto che di menorragia e alcune differenze indicative all’esame obiettivo. Nell’ipotiroidismo secondario la cute e i capelli sono secchi, ma non altrettanto ruvidi; spesso si osserva depigmentazione cutanea; la macroglossia non è così pronunciata; le mammelle sono atrofiche; il cuore è piccolo, senza accumulo di versamenti sierosi nel sacco pericardico; la PA è bassa e spesso si rileva ipoglicemia a causa della concomitante insufficienza corticosurrenalica o del deficit di ormone della crescita.

Le indagini di laboratorio dimostrano nell’ipotiroidismo secondario la presenza di un basso livello di TSH circolante (benché il TSH sierico possa essere normale alla misurazione con tecniche immunologiche, ma abbia ridotta attività biologica), mentre nell’ipotiroidismo primario (o primitivo) manca la retroinibizione sull’ipofisi normale e i livelli sierici di TSH sono elevati. Il dosaggio del TSH sierico è l’esame più semplice e più sensibile per la diagnosi di ipotiroidismo primitivo. In quest’ultimo il colesterolo sierico è generalmente elevato, mentre lo è meno in quello secondario. Altri ormoni ipofisari e i corrispondenti ormoni dei loro tessuti bersaglio possono essere diminuiti nell’ipotiroidismo secondario.

Il test al TRH può essere utile ai fini della distinzione tra ipotiroidismo secondario a un’insufficienza ipofisaria e ipotiroidismo dovuto a insufficienza ipotalamica. In quest’ultimo, viene rilasciato TSH in risposta al TRH.

La determinazione dei livelli sierici totali di T3 nell’ipotiroidismo merita una menzione. Oltre all’ipotiroidismo primitivo e a quello secondario, altre condizioni sono caratterizzate dalla riduzione dei livelli circolanti di T3 totale; esse comprendono la riduzione della TBG sierica, gli effetti di alcuni farmaci e della euthyroid sick syndrome dovuta a patologie acute e croniche, l’inanizione e le diete povere di carboidrati. Nell’ipotiroidismo di gravità maggiore, sono diminuiti i livelli sierici sia di T3 sia di T4. Tuttavia, molti pazienti con ipotiroidismo primitivo (elevato TSH sierico, basso livello sierico di T4) possono avere normali livelli circolanti di T3, probabilmente a causa della prolungata stimolazione da parte del TSH sulla tiroide insufficiente, che determina la sintesi e la secrezione preferenziale dell’ormone biologicamente attivo T3.

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Terapie

La terapia dell’ipotiroidismo si basa sul recupero e sul mantenimento della funzionalità tiroidea, che avviene tramite la somministrazione sostitutiva di tiroxina (T4) per via orale. E’ inoltre necessaria una modificazione dietetica per evitare la costipazione. In caso di accertato ipotiroidismo è buona regola seguire un immediato percorso terapeutico; anche nell’evenienza di patologia presunta, è consigliabile richiedere un consulto medico, per evitare che i sintomi peggiorino nel tempo. L’ipotiroidismo, rispetto alla patologia opposta (l’ipertiroidismo) è assai più semplice da curare e controllare, grazie all’ausilio di farmaci di sintesi appropriati, la cui posologia dev’essere sempre stabilita dal medico, ed eventualmente modulata durante il corso della malattia.
Utile è trattare anche i sintomi secondari derivati dall’ipotiroidismo, come ad esempio l’anemia. La correzione delle abitudini alimentari non solo è utile per affrontare meglio la terapia, ma è necessaria per evitare stipsi, che spesso accompagna chi è affetto da ipotiroidismo.
Nell’evenienza di ipotiroidismo neonatale, è doveroso intervenire prontamente per indurre uno sviluppo fisiologico; sembra determinante la somministrazione di ormoni T3 e T4 già dai primissimi stadi di sviluppo dell’embrione. Il futuro bambino dovrà assumere per tutta la vita ormoni tiroidei, prestando particolare attenzione anche agli alimenti. Da qui di comprende come sia imprescindibile la terapia sostitutiva nelle donne in gravidanza affette da ipotiroidismo.

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Farmaci per trattare l’ipotiroidismo

Levotiroxina sodica (es. Eutirox, Syntroxine, Tiracrin, Tirosint): questo farmaco è largamente impiegato in terapia per l’ipotiroidismo, oltre a rappresentare il farmaco d’elezione per la cura della tiroidite di Hashimoto. La posologia, sempre accuratamente stabilita dal medico curante, può essere modificata da paziente a paziente, in base ai livelli di ormoni tiroidei nel sangue, al livello di TSH e alla risposta del paziente alla terapia. Indicativamente, il farmaco dev’essere somministrato per bocca alla posologia di 12,5-50 mcg/dì. È possibile incrementare la dose fino a 12,5-50 mcg al dì, ogni 1-2 settimane, nel pieno rispetto delle indicazioni stabilite dal medico. Nei bambini e negli anziani, la dose viene generalmente modificata dopo un intervallo di tempo maggiore (ogni 3-6 settimane). Non superare i 200 mcg. Qualora fosse necessaria un’assunzione parenterale (diversa dalla via orale), la dose del farmaco scende del 50-75% rispetto alla somministrazione del farmaco per os. Alcuni farmaci/alimenti possono incidere pesantemente sull’assorbimento di tale sostanza: sucralfato, integratori di calcio (es. Calcio Carbonato), integratori di ferro, CCColestiramina (es. Questran), idrossido di alluminio.

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Liotironina sodica (es. Liotir, Titre): si tratta di un farmaco molto simile al precedente, dal punto di vista terapeutico, ma la molecola tende ad essere metabolizzata più velocemente dall’organismo: l’effetto terapeutico, pertanto, si manifesta dopo alcune ore ma svanisce entro 1-2 gg dal termine del trattamento. Si raccomanda di iniziare la somministrazione del farmaco alla posologia di 25 mcg, da assumere per via orale una volta ogni 24 ore. La dose può essere aumentata di 25 mcg ogni 7-14 gg, sotto la supervisione del medico. La dose di mantenimento generalmente varia da 25 a 75 mcg al dì. Non interrompere la terapia, anche in assenza dei tipici sintomi dell’ipotiroidismo.

Coma mixedematoso: sintomi, diagnosi e trattamento

Il coma mixedematoso è una complicanza dell’ipotiroidismo potenzialmente letale. Le sue caratteristiche comprendono un ipotiroidismo di fondo di lunga durata, uno stato di coma con ipotermia estrema (temperature da 24 a 32,2°C [da 75,2 a 90°F]), areflessia, convulsioni, ritenzione di CO2 e depressione respiratoria. L’ipotermia grave può non essere riconosciuta, a meno che non vengano impiegati termometri speciali con scala di lettura per le basse temperature. È imperativo porre la diagnosi rapidamente basandosi sul giudizio clinico, sull’anamnesi e sull’esame obiettivo, perché c’è la probabilità di un decesso precoce. I fattori precipitanti comprendono l’esposizione al freddo, le malattie, le infezioni, i traumi e i farmaci che deprimono il SNC. Il coma mixedematoso viene trattato con un’alta dose iniziale di T4 (da 200 a 500 mg EV) o di T3 (40 mg EV). La dose di mantenimento per la T4 va da 50 a 100 mg/die EV, e per la T3 da 10 a 20 mg/ die EV, fino a quando non si può somministrare T4 per via orale. Vengono somministrati anche corticosteroidi, perché inizialmente non può essere esclusa la possibilità di un ipotiroidismo di natura centrale. Il paziente non deve essere riscaldato rapidamente, per evitare il pericolo di aritmie cardiache. L’ipossiemia è comune, perciò all’inizio del trattamento deve essere misurata la Pao2. Se la ventilazione alveolare è compromessa, è necessaria l’assistenza ventilatoria meccanica immediata. La malattia precipitante deve essere prontamente e appropriatamente trattata, e la reintegrazione idrica condotta con prudenza, perché i pazienti ipotiroidei non eliminano l’acqua in maniera adeguata. Infine, tutti i farmaci devono essere somministrati con cautela poiché, vengono metabolizzati più lentamente di quanto avviene nelle persone normali.

Consigli dietetici

Ecco alcuni consigli per il paziente ipotiroideo:

  • preferire cibi ricchi di iodio: pesce marino, molluschi, alghe brune, latte vaccino, uova;
  • insaporire gli alimenti con sale iodato;
  • seguire una dieta equilibrata in fibre, utile per contrastare la stipsi che spesso accompagna l’ipotiroidismo;
  • l’assunzione di broccoli, cavolfiori, semi di lino, rape e ravanelli sembra incrementare il fabbisogno di iodio, pertanto il consumo di questi alimenti, nel contesto di ipotiroidismo accertato o presunto, dev’essere moderato.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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