L’espressione “capro espiatorio” (in lingua inglese “scapegoat“) è usata molto spesso sia nel linguaggio parlato che in quello scritto, ma cosa significa di preciso? Indica, in senso figurato, l’oggetto, la persona o il gruppo di persone selezionate in modo arbitrario e generalmente irrazionale per portare su di sé la colpa di altri (ad esempio colpa di Continua a leggere
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Nichi Vendola colpito da infarto: operato e in terapia intensiva
L’ex governatore della Puglia e figura di spicco della sinistra italiana, Nichi Vendola, è stato colpito da un infarto acuto del miocardio. Operato d’urgenza al Policlinico Gemelli è Continua a leggere
Una sera sul viale Karl Johan e l’importanza di non seguire la massa
Si lo so: il dipinto che vedete qui in alto raffigurato non è certo “piacevole” alla vista, almeno non nel senso classico del termine, ma il significato di “Sera sul Continua a leggere
Distopia in romanzi e film: cos’è e cosa significa
Con il termine “distopia” (pronunciato “distopìa”) si intende invece un assetto politico, e/o sociale e/o religioso immaginario, che non trova riscontro nella realtà, ma che viene proposto come modello di società o comunità altamente indesiderabile o spaventosa. Sinonimi di distopia sono vari altri termini, tra cui: antiutopia, pseudo-utopia, utopia negativa o cacotopia. E’ esattamente l’opposto dell’utopia. La distopia è l’amplificazione di quel che c’è di negativo nella nostra società: ad esempio un poliziotto violento che ha malmenato un cittadino inerme col manganello, diventa – nella disopia – una polizia fatta interamente di persone violente che reprimono ogni minimo atto di ribellione al regime con atti aggressivi e sproporzionati nei confronti dei cittadini. La distopia porta quindi ad estremi ancora più negativi le tendenze sociali e politiche già avvertite come negative nel presente, ma può anche immaginare i risvolti negativi di una tendenza attualmente positiva, ad esempio immaginando come tecnologie che hanno migliorato la nostra vita possano in futuro crearci danno (televisori, smartphone, tablet, personal computer, robot…). Esempi classici di distopie sono presenti in numerose opere fantascientifiche, libri, film e serie tv, come ad esempio:
- L’uomo che visse nel futuro (The Time Machine, 1960) scritto da Herbert George Wells, da cui è stato tratto anche un film;
- Blade Runner, film del 1982, diretto da Ridley Scott e interpretato da Harrison Ford e Rutger Hauer;
- Black Mirror, serie televisiva britannica prodotta da Charlie Brooker;
- L’uomo che fuggì dal futuro (THX 1138), film del 1971 diretto da George Lucas;
- 28 giorni dopo, film horror fantascientifico del 2002, diretto da Danny Boyle;
- Equilibrium, film del 2002 scritto e diretto da Kurt Wimmer;
- Io sono leggenda, romanzo del 1954 dello scrittore statunitense Richard Matheson, da cui è stato tratto il film omonimo con Will Smith;
- Matrix, film del 1999 scritto e diretto dalle sorelle Larry ed Andy Wachowski;
- Io, Robot, film del 2004 diretto da Alex Proyas;
- Ritorno al futuro – Parte II, film del 1989 diretto da Robert Zemeckis;
- Arancia meccanica (A Clockwork Orange) celebre film del 1971 diretto da Stanley Kubrick.
Il filone distopico è generalmente distinto in due grosse parti: c’è la tipologia dei “regimi politici totalitari” di cui è un chiaro esempio “1984” (Nineteen Eighty-Four, 1949) scritto da George Orwell, da cui è stato anche tratto il famoso film omonimo; l’altra tipologia è quella della “società post apocalittica” come quella di “The Road” film del 2009 diretto da John Hillcoat.
Regime totalitario distopico
Nel tipico regime totalitario distopico è presente una società gerarchica, in cui le divisioni fra le classi sociali sono rigide e insormontabili; la propaganda del regime e i sistemi educativi costringono la popolazione al culto dello Stato e del suo governo, convincendola che il proprio stile di vita è l’unico (o il migliore) possibile; il dissenso e l’individualità sono visti come valori negativi, in opposizione al conformismo dominante. Si assiste a una depersonalizzazione dell’individuo e le pene, in risposta a qualsiasi atto di ribellione, sono spropositate e non tengono conto dei diritti dell’individuo.
Lo Stato è spesso caratterizzato da corporazioni economiche o religiose al cui comando c’è un leader carismatico adorato dalla gente e oggetto di culto della personalità, che non deve MAI essere messo in discussione. Notate come molte di queste caratteristiche sono presenti attualmente in una vera nazione del mondo, considerata in effetti una distopia reale: la Corea del Nord.
Società post apocalittica distopica
Nella distopia post apocalittica, le persone sono sopravvissute ad un qualche tipo di disastro (esplosione nucleare, meteorite che colpisce la terra, virus…) ma a che prezzo? La popolazione umana è infatti ridotta ai minimi termini. Pochissime persone sono riuscite a salvarsi dal cataclisma e le relazioni umane sono dettate esclusivamente dal dogma della sopravvivenza individuale in un mondo scarsissimo di risorse. I raggruppamenti umani esistono, ma soltanto in forme primitive e degradate che fanno spesso uso della forza bruta per sopravvivere. Non esiste più legge, non esistono forze dell’ordine. Gli individui sopravvissuti a disastri nucleari sono spesso malati a causa delle mutazioni indotte dalle radiazioni oppure sono diventati sorta di zombie a causa del propagarsi di un virus misterioso.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Sergio Mattarella è stato appena eletto Presidente della Repubblica Italiana
Sergio Mattarella è stato appena eletto Presidente della Repubblica Italiana. Deputato dal 1983 al 2008, prima per la Democrazia Cristiana e poi per il Partito Popolare Italiano e la Margherita, e più volte ministro, dal 2011 è giudice costituzionale di nomina parlamentare. Oggi, 31 gennaio 2015, Mattarella è diventato il 12° Presidente della Repubblica Italiana. A prescindere dal vostro credo politico, spero che vi uniate a me nell’augurare un caloroso “buon lavoro” al nostro nuovo presidente, affinché sia una mente illuminata, visto i momenti cupi che sta vivendo l’Italia, l’Europa ed il mondo intero. Auguri presidente Mattarella!
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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I giovani medici italiani: “Non vogliamo essere cervelli in fuga. Fateci lavorare qui”
Dal Nord al Sud del Paese il grido è stato uno solo: “Fateci specializzare e non andare all’estero a lavorare!”. I giovani medici italiani, specializzati e specializzandi, insieme a studenti di medicina, biologi, fisici e sanitari, hanno manifestato uniti per chiedere un cambiamento nelle politiche sanitarie e professionali, per “cambiare il paese ma senza cambiare il paese”. Da Bologna a Cagliari, da Palermo a Verona fino a Roma, i giovani camici bianchi sono tornati a protestare, dopo il sit-in di un mese fa, per il #GiovaniMediciDay, manifestazione ‘nazionale’ ma non ‘sindacale’, organizzata dall’Associazione Italiana Giovani Medici (Sigm) per chiedere a governo e Parlamento lo stanziamento urgente di fondi nel Ddl di Stabilità, in discussione alla Camera, a favore della loro formazione e condizioni di lavoro.
Continua la lettura su https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/13/i-giovani-medici-italiani-non-vogliamo-essere-cervelli-in-fuga-fateci-lavorare-qui/813172/
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La senatrice a vita Elena Cattaneo difende la sperimentazione animale
Questi ultimi giorni ci hanno offerto un nuovo scontro a metà strada tra “politica” e “scienza”. A contrapporsi a distanza sono state Elena Cattaneo, neo senatrice a vita e scienziata esperta di staminali, versus Michela Vittoria Brambilla politico appartenente al Pdl (anzi ora dovrei dire “a Forza Italia”) e presidente fondatrice della LEga Italiana per la Difesa degli Animali (LEIDA).
La senatrice a vita ha risposto così agli animalisti che oggi hanno organizzato a Roma il convegno “Fermiamo la vivisezione”: «Chi afferma che oggi esistano metodi alternativi in grado di sostituire completamente la sperimentazione animale nella ricerca biomedica dice il falso. E questo è particolarmente grave se a farlo sono persone delle istituzioni».
All’incontro è intervenuta anche l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, annunciando la presentazione di una legge per l’abolizione della sperimentazione animale. La Cattaneo ha aggiunto «Metodi che non comportino l’utilizzo di animali, come simulazioni al computer o test su cellule, sono in uso da anni e ci hanno sicuramente permesso di ridurre il numero di animali utilizzati. E grazie all’avanzamento tecnologico saremo sempre più in grado di ridurre questi numeri, come raccomanda anche l’Unione europea. Ma oggi, se vogliamo continuare a capire perché ci ammaliamo e come possiamo curarci non possiamo rinunciare del tutto alla sperimentazione animale: dobbiamo mettercelo in testa e pensarlo ogni volta che prendiamo un farmaco, che ci sottoponiamo a un intervento chirurgico e anche quando portiamo il nostro cane dal veterinario».
Dice la scienziata che «…è il buon senso, prima delle competenze tecniche, a dirci che una cellula singola non è un organismo intero, così come una simulazione non può ancora essere così sofisticata da prevedere tutte le possibili variabili con cui un organismo può reagire a un trattamento. Se si potesse davvero rinunciare alla sperimentazione animale tutti – dai ricercatori, alle istituzioni, alle case farmaceutiche – sarebbero disposti a farlo, per ragioni non solo etiche ma anche semplicemente economiche. Trovo intellettualmente disonesto verso i cittadini, in particolare verso tutti i malati, continuare a diffondere questi messaggi privi di fondamento, forti di campagne mediatiche fuorvianti, che stanno minacciando pesantemente il futuro della ricerca biomedica e quindi della nostra salute».
Disonesto è chi diffonde queste menzogne mirando ai voti di quanti amano gli animali senza se e senza ma, spesso sorvolando su ovvietà evidenti, come quella per la quale se certe sostanze non fossero testate sugli animali, finirebbero inevitabilmente per essere testate sugli umani. Fuorviante è anche il focus sulla vivisezione, pratica ormai bandita che c’entra veramente poco con la sperimentazione scientifica odierna, ma si sa, ai politici piace cavalcare i temi caldi e usare gli “argomenti” che fanno presa sul target di riferimento, il resto sono dettagli.
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Sei di destra? Sei meno intelligente
Premesse importanti
Visto che questo articolo sviluppa, anche a distanza di anni, delle vere e proprie “guerre” tra opposte fazioni politiche sui social come Facebook, mi sento in dovere di scrivere a posteriori questa premessa. Anticipando le possibili fallacie logiche di qualche lettore, vi comunico che questo studio e questo articolo NON vogliono dire:
- che tutte le persone di idee politiche di sinistra o di centro siano “intelligenti”;
- che tutte le persone di destra siano “non intelligenti”;
- che non possa esistere un “non intelligente” che sia di sinistra o di centro;
- che non possa esistere un “intelligente” che sia di destra;
- che tutte le idee politiche di sinistra o di centro siano necessariamente giuste;
- che tutte le idee politiche di destra siano necessariamente sbagliate.
Già ora possiamo quindi avvertire il lettore che il tirar fuori una lista di grandi studiosi o geni di destra, dicendo “Quei famosi premi Nobel sono di destra, quindi tutto lo studio è falso” è una chiara fallacia logica. Una lista di geni di destra non inficia né scredita i risultati dello studio. Inoltre, per definizione, il parere personale non può in alcun modo sminuire i risultati di uno studio scientifico, quindi dire “Mio zio Ugo è un genio ed è di destra, quindi lo studio è falso” (frase realmente letta su Facebook), non ha alcun senso logico. L’unico modo che ha il lettore che non sia d’accordo con questo studio, di contraddire i suoi risultati, è quello di presentare i risultati di un altro studio altrettanto autorevole che abbia risultati opposti. Tutto il resto è opinione personale e, ripeto, non smonta nulla.
Il lettore valuti inoltre che:
- l’affermazione contenuta nel titolo non rappresenta necessariamente l’opinione di chi scrive bensì è il risultato di una ricerca condotta dalla Brock University nell’Ontario, Canada, e pubblicata sulla prestigiosa rivista Psychological Science; il sottoscritto, in questa sede assolutamente neutrale nei confronti dei diversi schieramenti politici, ha semplicemente trovato interessante questa ricerca e meritevole di dibattito;
- no, non è una fake news: che siate d’accordo o no con i suoi risultati, sappiate che lo studio è vero ed è stato riportato su riviste scientifiche autorevoli. Chi dice che “questo articolo è basato su una notizia falsa”, sta oggettivamente dicendo una falsità;
- lo studio è del 2012, quindi se state leggendo questo articolo nel 2027, considerate che potrebbe essere considerato già “vecchio” e sorpassato da altri studi più recenti;
- quanto detto al punto precedente non significa che questo studio, essendo del 2012, sia falso o necessariamente non più valido: esistono studi scientifici effettuati decenni fa che sono ancora validi perché nessun altro studio è riuscito a contraddirli;
- valutare l’intelligenza umana è estremamente difficile, anche perché esistono vari tipi di intelligenze e svariati modi per misurarle: lo stesso QI viene da anni messo in discussione;
- il titolo di questo articolo, così tranchant, è ovviamente provocatorio: la questione in realtà – come sempre accade – è molto più complessa, quindi cerchiamo di non fermarci al titolo come spesso fa l’italiano medio;
- no, questo sito non parla di politica e nessuno del nostro Staff – pur avendo ovviamente le proprie idee – ha interessi e/o lavora in politica: chi vede in questo articolo un modo subdolo per attaccare qualche schieramento politico e/o soggetto politico o per favorirne un altro, compie un grossolano bias cognitivo;
- il concetto su cosa siano con esattezza le idee politiche di “destra”, “estrema destra”, “centro”, “sinistra” o “estrema sinistra”, non è universalmente valido, bensì cambia a seconda dello Stato che si prende in considerazione e del periodo storico di riferimento: una stessa idea considerata di “sinistra” negli USA degli anni ’90, potrebbe essere valutata di “destra” nell’Italia del 2010 o nell’Unione Sovietica degli anni ’70.
Fatte queste premesse, ora passiamo finalmente all’articolo vero e proprio.
Il circolo vizioso
Dallo studio dei ricercatori canadesi della Brock University è emerso che chi da bambino presenta un quoziente intellettivo alquanto basso, crescendo avrà maggiori possibilità di sviluppare tendenze razziste, conservatrici, pregiudizi e intolleranza verso altre culture e religioni; al contrario, chi da bambino ha un QI più alto, crescendo avrà maggiori tendenze a sviluppare idee progressiste. Il professore di psicologia Gordon Hodson, autore e responsabile dello studio, ha spiegato:
“Quello che è emerso è un ciclo vizioso, in cui le persone con basso QI vivono intorno a ideologie conservatrici che formano resistenze al cambiamento e dunque pregiudizi e razzismo”.
Secondo il prof. Hodson, i risultati della ricerca mostrano che le persone “meno intelligenti” svilupperebbero fin da bambini tendenze maggiormente conservative a causa di strutture ed ordini più facili da capire rispetto alla complessità che li circonda. Semplificando: secondo la ricerca in questione, chi ha un QI più basso tenderebbe ad appoggiare idee più “facili da comprendere” e conservative (generalizzando: “porti chiusi”, forte attaccamento alla propria religione e cultura, patriottismo, famiglia “tradizionale” e patriarcale, contrasto all’omosessualità, libero mercato, pensiero dogmatico, maggiore libertà di difesa personale e della proprietà privata anche con armi, difesa dei propri valori, pregiudizio verso altre culture e religioni, autoritarismo, potere all’uomo “forte”…), mentre chi ha un QI più alto tenderebbe ad appoggiare idee più “complesse” e progressiste (accoglienza degli stranieri, inclusività, ateismo, sentirsi “cittadini del mondo”, tolleranza verso altre culture e religioni, parità sessuale, potere “al popolo”, azione sociale dello stato, libertà sessuale, maggiore attenzione alla ricerca scientifica, opposizione ai dogmi, apertura mentale, redistribuzione della ricchezza…).
Lo studio completo potete leggerlo in questo PDF: Gordon Hodson – Lower Cognitive Ability Predicts Greater Prejudice Through Right-Wing Ideology
Pregiudizi e razzismo
Ecco le parole esatte emerse dallo studio di Hodson:
“Sfortunatamente queste caratteristiche contribuiscono a sviluppare pregiudizi. Nonostante le loro implicazioni importanti per i comportamenti e le relazioni interpersonali, le capacità cognitive sono state ampiamente ignorate come spiegazioni del pregiudizio. Abbiamo proposto e testato modelli di mediazione in cui basse capacità cognitive predicono un maggiore pregiudizio, un effetto mediato attraverso l’approvazione di ideologie di destra (conservatorismo sociale, autoritarismo di destra) e bassi livelli di contatto con i membri esterni al gruppo. In un’analisi su larga scala, a livello nazionale rappresentante del Regno Unito, abbiamo scoperto che più è bassa l’intelligenza generale durante l’infanzia, più razzismo si produce in età adulta, e questo effetto è stato in gran parte mediato attraverso una ideologia conservatrice. Un’analisi secondaria di un set di dati degli Stati Uniti ha confermato un effetto predittivo di scarsa capacità di ragionamento astratto-omofobico sul pregiudizio, un rapporto parzialmente mediato sia da autoritarismo e bassi livelli di contatto con l’intergruppo. Tutte le analisi hanno tenuto conto dell’istruzione e dello status socioeconomico. I nostri risultati suggeriscono che le abilità cognitive svolgono un ruolo fondamentale, anche se sottovalutato, nel determinare il pregiudizio. Di conseguenza, si consiglia una accresciuta attenzione sulla capacità cognitiva nel campo della ricerca sul pregiudizio e una migliore integrazione delle capacità cognitive nei modelli di pregiudizio.”
Tutti i lettori di destra, prima di sentirsi offesi da questa ricerca, dovrebbero leggersi questo articolo.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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