Idrotorace: cause, patologie, sintomi, diagnosi e cure

MEDICINA ONLINE POLMONI LUNGS APPARATO RESPIRATORIO SISTEMA DIFFERENZA DRENAGGIO TORACE GABBIA TRACHEA VIE AEREE SUPERIORI INFERIORI TRACHEA BRONCHI BRONCHILI TERMINALI ALVEOLI POLMONARI RAMIFICAZIO LOBI ANATOMIA VERSAMENTOCon il termine idrotorace ci si riferisce ad una condizione clinica caratterizzata dalla raccolta patologica di liquido sieroso (non infiammatorio) che si accumula nel cavo pleurico.

Cause e patologie correlate

  • Edema generalizzato. In genere associato correlato a disproteinemia. Anomalie nella sintesi proteica possono essere dovute a loro volta a malassorbimento e/o malnutrizione, epatopatia o nefropatia.
  • Stasi circolatoria. Circostanze tipiche in cui si può verificare la stasi sono lo scompenso cardiaco, le malattie renali ed epatiche.
  • Aumento di pressione venosa o linfatica. In genere collegata a compressione di grosse vene o di vasi linfatici toracici da parte di masse tumorali ad accrescimento mediastinico.

L’idrotorace epatico è una evenienza estremamente comune di idrotorace e si verifica nei soggetti affetti da cirrosi epatica scompensata. Il versamento pleurico in questo caso origina dal versamento ascitico stesso ed è riscontrabile in circa il 5% dei soggetti che presentano cirrosi epatica ed ascite. Nella stragrande maggioranza dei casi il versamento è a destra. Questo tipo di idrotorace oltre ai meccanismi sopra elencati sarebbe anche favorito dalla presenza di piccole soluzioni di continuo nel muscolo diaframma, in particolare nella sua porzione tendinea.

Segni e sintomi

L’idrotorace dal punto di vista sintomatologico può essere completamente silente. Se assume dimensioni cospicue può venire a determinare compressione degli organi toracici (in particolare cuore, polmoni e grossi vasi), determinando così:

  • Malessere generale
  • Inappetenza
  • Dispnea (difficoltà respiratoria)
  • Tachicardia (aumento della frequenza cardiaca)
  • Dolore o senso di oppressione toracica
  • Cianosi
  • Lipotimie (svenimenti).

Diagnosi

Il sospetto diagnostico è inizialmente clinico e si basa su una attenta raccolta anamnestica e sui sintomi riferiti dal paziente. Ulteriori esami strumentali eseguibili come test di conferma sono:

  • La radiografia del torace
  • La tomografia computerizzata torace
  • Le prove di funzionalità respiratoria

Diagnosi differenziale

L’idrotorace deve essere distinto da:

  • Emotorace (il versamento pleurico è costituito da sangue; in genere collegato a traumi maggiori).
  • Empiema (il versamento è costituito da una raccolta di pus; generalmente associato a processi infettivi del torace).
  • Chilotorace (versamento di chilo, cioè di liquido linfatico, da rottura del dotto toracico).

Trattamento

Il trattamento dell’idrotorace può risultare particolarmente complesso.
La terapia deve essere principalmente rivolta a curare le cause sottostanti la condizione, cioè quelle cause che hanno originato il problema.
La terapia diuretica è estremamente valida in molti casi di idrotorace, ed in particolare nel controllare il versamento pleurico ed ascitico in quei soggetti affetti da idrotorace epatico. Nei soggetti che, nonostante la terapia diuretica, permangono sintomatici e segnatamente presentano dispneaa riposo o da sforzo, si può rendere necessario ricorrere alla evacuazione del versamento tramite toracentesi.

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Crisi respiratoria acuta e rischio di morte: cosa fare?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA INSPIRAZIONE ESPIRAZIONE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneLa sintomatologia dell’insufficienza respiratoria acuta (IRA) è causata da una riduzione dell’ossigeno nel sangue: difficoltà di pensiero, instabilità dei movimenti, aumento della frequenza cardiaca e della pressione, colorito bluastro delle labbra (cianosi). Con il peggioramento del quadro clinico il battito cardiaco rallenta, si hanno shock e depressione dei centri di controllo del respiro. In altri casi si manifestano sintomi dovuti all’eccesso di anidride carbonica e cioè ansia, confusione, sonnolenza, fino ad arrivare al coma e alla morte. L’insufficienza respiratoria acuta può essere originata da vari meccanismi:

  • processi che alterano il rapporto tra la ventilazione polmonare e la sua perfusione con il sangue venoso destinato all’ossigenazione (per esempio, enfisema polmonare, asma bronchiale di grado avanzato, broncopneumopatia cronica ostruttiva = BPCO);
  • processi che ostacolano la diffusione dei gas respiratori (per esempio silicosi);
  • processi che causano il salto della ventilazione polmonare da parte del sangue venoso (per esempio cardiopatie congenite cianogene, bronchiectasie, atelettasie, versamenti pleurici, polmoniti lobari);
  • processi che riducono il ricambio dell’aria a livello alveolare per difetto di ventilazione (per esempio ostruzione delle alte vie respiratorie da parte di corpi estranei o da edema della glottide, malattie del sistema nervoso e/o muscolare che deprimono la funzione respiratoria, come in caso di intossicazione farmacologica, distrofia muscolare, miastenia grave).

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Cosa fare in caso di insufficienza respiratoria acuta?
La prima cosa è non farsi prendersi dal panico ed evitare sforzi. Purtroppo non c’è una terapia che vada bene per tutte le forme di IRA: l’ossigenoterapia è importante ma la cura vera e propria dipende dalla causa che ha scatenato la crisi. Ad esempio per l’asma si possono usare corticosteroidi per via inalatoria, i β2-agonisti a breve e a lunga durata d’azione (broncodilatatori), gli antagonisti dei recettori dei leucotrieni, la terapia con anticorpi monoclonali anti IgE ed i corticosteroidi orali a basso dosaggio. In caso di crisi quindi è importante mantenere la calma e contattare immediatamente il proprio medico o recarsi al pronto soccorso più vicino.

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Emotorace (sangue nella cavità pleurica): sintomi, cause e cura

MEDICINA ONLINE POLMONI LUNGS APPARATO RESPIRATORIO SISTEMA DIFFERENZA DRENAGGIO TORACE GABBIA TRACHEA VIE AEREE SUPERIORI INFERIORI TRACHEA BRONCHI BRONCHILI TERMINALI ALVEOLI POLMONARI RAMIFICAZIO LOBI ANATOMIA VERSAMENTOL’emotorace è un versamento di sangue e liquidi nella cavità pleurica in seguito a traumi toracici o processi morbosi della pleura. Il trattamento deve essere tempestivo per evitare il possibile shock emorragico.

Sintomi e segni

Fra i sintomi e segni clinici si osservano:

  • Tachipnea.
  • Dispnea.
  • Cianosi.
  • Deviazione tracheale.
  • Tachicardia.
  • Ipotensione.

Cause e fattori di rischio

Le cause e fattori di rischio più comuni includono:

  • traumi al torace;
  • erosione o rottura di vasi ematici;
  • intossicazione da anticoagulanti.

Diagnosi

Durante l’esame obiettivo il medico può notare un suono ridotto o assente sul lato interessato. I segni di emotorace possono essere visti con i seguenti test:

  • radiografia del torace;
  • TAC;
  • risonanza magnetica;
  • analisi del liquido pleurico;
  • toracentesi.

Terapia

L’obiettivo del trattamento è quello di stabilizzare il paziente, fermare l’emorragia, e rimuovere il sangue e l’aria nello spazio pleurico. Un tubo toracico viene inserito attraverso la parete toracica per drenare il sangue e l’aria. Viene lasciato in sede per diversi giorni per ri-espandere il polmone. Quando un emotorace è grave, un drenaggio toracico da solo non controlla l’emorragia. Altri interventi chirurgici possono essere necessari per fermare l’emorragia. La causa della emotorace dovrebbe essere anche curata. In pazienti traumatizzati, a seconda della gravità della lesione, un tubo di drenaggio toracico è spesso tutto ciò che serve e l’intervento chirurgico non è necessario.

Prognosi

La prognosi dipende soprattutto dalla causa a monte dell’emotorace e quanto velocemente è trattato. Possibili complicazioni possono essere:

  • collasso polmonare che porta ad insufficienza respiratoria;
  • morte;
  • fibrosi o cicatrici delle membrane pleuriche;
  • pneumotorace;
  • shock.

Contattare un medico se:

  • subite gravi ferite al torace;
  • compare dolore toracico o mancanza di respiro;
  • dolore toracico grave;
  • compaiono i sintomi dell’emotorace.

Prevenzione

L’emotorace può o non può essere prevenuto a seconda della causa. Se la causa è correlata ad uso errato di farmaci anticoagulanti, è importante interrompere i farmaci. Per evitare l’emotorace da traumi, è importante utilizzare le misure di sicurezza mentre si guida (come ad esempio le cinture di sicurezza) e praticare sport dove i contatti traumatici sono assenti.

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Differenza tra dispnea ed affanno

Cassazione conferma solo il medico può fare il dietologo no nutrizionista distista biologoUna domanda tipica per alcuni pazienti che hanno problemi respiratori è “che differenze ci sono tra dispnea ed affanno”? La risposta è piuttosto semplice: nessuna. I termini “dispnea” ed “affanno” sono infatti sinonimi, indicano quindi la medesima cosa. Per capire la definizione di dispnea, leggi questo articolo: Dispnea ansiosa, notturna, cardiaca: sintomi e cura

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Polmoni: anatomia e funzioni in sintesi

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-differenza-ventilazione-polmonare-alveolare-riabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequenzaI polmoni destro e sinistro si trovano nella cavità toracica ai lati del mediastino. Ciascuno di essi è avvolto da una membrana sierosa a doppia parete, la pleura, che costituisce i sacchi pleurici, completamente chiusi. Nel sottile spazio tra i due foglietti pleurici di ciascun sacco vi è una pressione negativa che permette al polmone di espandersi nell’inspirazione e ricevere l’aria atmosferica. Il polmone destro è più voluminoso del sinistro La superficie esterna dei polmoni è percorsa da profonde scissure interlobari, che dividono il polmone destro in tre lobi e quello sinistro in due.  L’ambiente del polmone è molto umido e quindi facilmente attaccabile da batteri. Molte malattie respiratorie sono proprio dovute ad un’infezione virale o batterica.

Leggi anche: Apparato respiratorio: anatomia in sintesi, struttura e funzioni

Funzioni dei polmoni

La principale (ma non esclusiva) funzione dei polmoni è quella di trasportare l’ossigeno atmosferico ai fluidi corporei come sangue o emolinfa, e di espellere anidride carbonica da essi all’atmosfera. Questo scambio di gas è compiuto in un mosaico di cellule specializzate che formano delle piccole sacche d’aria chiamate alveoli. Il 70% della respirazione è guidata dal diaframma il quale si trova in fondo al torace. La contrazione del diaframma espande verticalmente la cavità dove il polmone è semichiuso. Il rilassamento del muscolo ha l’effetto opposto. L’aria entra attraverso le cavità nasali o orali; essa passa attraverso la laringe e successivamente per la trachea, arrivando ai bronchi. I bronchi dividono i polmoni in parti sempre più piccole, chiamati bronchioli. I polmoni terminano con le sacche alveolari. Gli alveoli sono piccole sacche a contatto con il sangue capillare. Qui l’ossigeno viene diffuso nel sangue, trasportato dall’emoglobina fino al cuore attraverso le vene polmonari. Il sangue senza ossigeno dal cuore parte arrivando attraverso l’arteria polmonare fino ai polmoni per avviare il processo di ossigenazione.

Leggi anche: A che serve l’osso ioide e dove si trova? Cos’è il pomo d’Adamo?

Funzioni non respiratorie dei polmoni

Oltre alle funzioni di respirazione come lo scambio di gas e la regolazione dell’idrogeno, i polmoni:

  • insieme al rene e ai tamponi ematici, sono i principali regolatori dell’equilibrio acido-base;
  • secernono sostanze quali l’ACE, fattore necessario per la conversione dell’angiotensina I (blando vaso costrittore) in angiotensina II, potentissimo vaso costrittore;
  • influenzano la concentrazione di sostanze attive e di farmaci nel sangue arterioso;
  • filtrano i piccoli grumi di sangue che si formano nelle vene;
  • fungono da protezione fisica per il cuore.

Leggi anche: Differenza tra inspirazione e espirazione: l’atto respiratorio

Organizzazione strutturale

All’ingresso nei polmoni, i bronchi principali si ramificano dando origine all’albero bronchiale. Il bronco principale destro dà origine a tre bronchi lobari, che si portano ai tre lobi del P. destro, il sinistro ne forma invece due. Il parenchima polmonare è formato dall’insieme dei lobuli polmonari. Ogni lobulo ha forma poliedrica e riceve un bronco lobulare accompagnato da un ramo dell’arteria polmonare. Il bronco lobulare emette una serie di ulteriori ramificazioni, i bronchi intralobulari che, ramificandosi ulteriormente, danno origine a 10-15 rami più piccoli, i bronchioli terminali. Ciascun bronchiolo terminale si biforca in due bronchioli respiratori la cui parete presenta, a intervalli, estroflessioni sacciformi che vengono circondate da una rete di capillari originati dai rami dell’arteria polmonare. Sono gli alveoli polmonari, sede degli scambi gassosi e strettamente contigui gli uni agli altri. L’unità elementare del parenchima polmonare è rappresentata dall’acino polmonare, definito come l’insieme delle ramificazioni, provviste di alveoli polmonari, che originano da un bronchiolo terminale. In ogni acino sono presenti da 500 a 2.000 alveoli polmonari.

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Tipologie di respirazione nello yoga

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Dieta Peso Obesità Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Sessuologia Ecografie Psicologia Clinica Smettere fumare e YogaNella pratica dello yoga si distinguono tre tipologie di respirazione:

  • respirazione addominale : utilizza principalmente la parte inferiore dei polmoni. Durante la inspirazione, grazie alla funzione esercitata dal diaframma, l’addome si gonfia e si crea una depressione nella gabbia toracica: i polmoni si dilatano e l’aria penetra in profondità. Nell’espirazione il diaframma sale e crea un aumento di pressione nella gabbia toracica che tende a svuotare i polmoni. L’addome si sgonfia. La quantità di aria scambiata in una respirazione profonda addominale è massima. Questo tipo di respirazione permette dunque di ottenere una buona ossigenazione del sangue arterioso e crea una benefica pressione sugli organi interni, realizzando un massaggio continuo.
  • respirazione toracica : utilizza principalmente la parte centrale e superiore dei polmoni. Durante la inspirazione si effettua un allargamento delle costole mediante i muscoli intercostali. La cassa toracica si dilata ed espande i polmoni consentendo all’aria di penetrare. Durante l’espirazione i muscoli intercostali si contraggono diminuendo il volume toracico e spingendo l’aria fuori dal torace. La quantità di aria che penetra è inferiore a quella della respirazione addominale.
  • respirazione clavicolare : utilizza principalmente la parte superiore dei polmoni. L’aria entra nei polmoni mediante il movimento in alto delle clavicole e delle spalle. La quantità di aria che penetra nei polmoni è minima.

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Differenza tra dispnea, apnea e tachipnea

muscles-of-respirationDISPNEA

La dispnea o fame d’aria, (in inglese dyspnea o shortness of breath) è un sintomo caratterizzato da respirazione difficoltosa.
La dispnea può essere fisiologica quando si manifesta nel compiere uno sforzo pesante, specie in soggetti non particolarmente allenati allo sforzo.
La dispnea è patologica se si verifica in situazioni in cui il corpo non viene sottoposto a sforzo o quando viene sottoposto a sforzi molto lievi, quindi anche a riposo. Nell’85% dei casi è dovuto a asma, polmonite, ischemia cardiaca, malattia polmonare interstiziale, insufficienza cardiaca congestizia, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), stenosi laringo-tracheale o cause psicogene.  I fattori di rischio includono la vecchiaia, il fumo, l’ipertensione, l’iperlipidemia e il diabete. Per approfondire, leggi questo articolo: Dispnea ansiosa, notturna, cardiaca: sintomi e cura

APNEA

L’apnea (in inglese apnoea) è la mancanza totale di respirazione superiore ai 15 secondi. Durante l’apnea non c’è movimento dei muscoli della respirazione ed il volume dei polmoni rimane inizialmente invariato.
L’apnea può essere volontaria (come quando si trattiene il respiro), ma non può essere sostenuta per più di poche decine di secondi senza adeguato allenamento.
L’apnea è patologica se:

  • è indotta farmacologicamente (oppiacei);
  • è causata da ostruzione meccanica delle vie aeree (strangolamento),
  • è determinata da patologie (malattie neurologiche come sclerosi multipla ed encefaliti, sindrome delle apnee ostruttive…).

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TACHIPNEA

Con il termine tachipnea (in inglese tachypnea o tachypnoea) si intende un grande aumento della frequenza respiratoria rispetto alla norma (16-20 atti respiratori al minuto nelle persone adulte).
L’aumento della frequenza respiratoria è fisiologico in caso di grandi sforzi, ma anche in caso di sforzi lievi ma protratti nel tempo.
La tachipnea patologica si osserva a volte nei neonati prematuri (tachipnea transitoria del neonato) ed in molte altre patologie: nell’insufficienza cardiaca, negli stati febbrili, nelle turbe dei centri respiratori, nelle polmoniti, nelle sindromi dolorose della pleura e della parete toracica.

Quindi mentre nell’apnea la respirazione è temporaneamente del tutto bloccata, nel caso della dispnea il respiro è invece presente, seppur difficoltoso, mentre nella tachipnea il respiro è presente, ma molto rapido.

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Differenza tra polipnea e tachipnea

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-differenza-ventilazione-polmonare-alveolare-riabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequenzaCon il termine tachipnea (in inglese tachypnea o tachypnoea) si intende un grande aumento della frequenza respiratoria rispetto alla norma (16-20 atti respiratori al minuto nelle persone adulte).
L’aumento della frequenza respiratoria è fisiologico in caso di grandi sforzi, ma anche in caso di sforzi lievi ma protratti nel tempo o in soggetti poco allenati.
La tachipnea patologica si osserva a volte nei neonati prematuri (tachipnea transitoria del neonato) ed in molte altre patologie: nell’insufficienza cardiaca, negli stati febbrili, nelle turbe dei centri respiratori, nelle polmoniti, nelle sindromi dolorose della pleura e della parete toracica.

Con il termine “polipnea” (in inglese “polypnea”) si intende un aumento dei volumi dinamici polmonari, con aumento della frequenza degli atti respiratori (tachipnea) o dell’intensità di tali atti (iperpnea), come, ad esempio, dopo sforzi fisici intensi e prolungati; mediamente, la frequenza normale di tali atti è intorno ai 15-20 al minuto.

Quindi mentre nella tachipnea il respiro è molto frequente, nella polipnea il respiro è molto frequente ed ogni singolo atto respiratorio è molto intenso.

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