Differenza tra vena cava inferiore e superiore

 

MEDICINA ONLINE ARTERIE BRACCI ARTO SUPERIORE VASI SANGUE SANGUIGNI BRACHIALE RADIALE ULANRE MANO DOLORE CONTRAZIONI MIOCLONIE FORMICOLII CRAMPI MOVIMENTO PRESSIONE TROMBOSI VENE VARICOSEVena cava inferiore

La vena cava inferiore è la vena più grande del corpo umano ed ha il compito di raccogliere il sangue venoso dalla parte inferiore del corpo (gambe ed addome) e portarlo in basso fino all’atrio destro del cuore, che lo spingerà verso il ventricolo destro e la circolazione polmonare. La vena cava è situata, così come l’aorta, molto Continua a leggere

Differenza tra vena ascellare, brachiale,  radiali, ulnari, cefalica e basilica

MEDICINA ONLINE ARTERIE BRACCI ARTO SUPERIORE VASI SANGUE SANGUIGNI BRACHIALE RADIALE ULANRE MANO DOLORE CONTRAZIONI MIOCLONIE FORMICOLII CRAMPI MOVIMENTO PRESSIONE TROMBOSI VENE VARICOSELe vene che drenano il sangue refluo dall’arto superiore sono la vena ascellare, la brachiale, le radiali e le ulnari, i vasi che formano il circolo venoso della mano e le due vene superficiali, cioè la vena cefalica e la vena basilica.
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Differenza tra pressione venosa centrale e periferica

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONELa “pressione venosa centrale” (PVC) il valore pressorio sanguigno rilevato nel tratto terminale della vena cava superiore e corrispondente alla pressione nell’atrio destro del cuore. La rilevazione della PVC avviene grazie alla posa di un catetere venoso centrale attraverso una vena profonda di grosso calibro (vena succlavia, o giugulare, o basilica o più raramente safena).

Il valore di PVC permette di valutare il volume ematico circolante, la funzionalità cardiaca ed il ritorno venoso. Risulta ancora da chiarire il range di normalità della PVC. È piuttosto chiaro che:

  • valori negativi della PVC sono al di sotto del range;
  • valori di PVC superiori a 12 ne sono al di sopra.

Il range di normalità è però ancora oggetto di discussioni. Il limite inferiore, secondo le diverse fonti, ha un valore da 0 a 5, mentre il limite superiore va da 7 a 12.

Vari fattori influiscono sui valori di PVC: 

  • ipovolemia o ipervolemia (diminuzione o aumento del volume ematico circolante),
  • insufficienza cardiaca,
  • ostacoli meccanici alla circolazione cardiaca,
  • alterazioni della pressione intratoracica (ad esempio pneumotorace),
  • farmaci,
  • ventilazione meccanica.

Valori superiori alla norma indicano:

  • sovraccarico di volume,
  • insufficienza cardiaca destra,
  • aumento della pressione intratoracica,
  • turbe vasomotorie.

Valori inferiori alla norma indicano:

  • perdite di volume (ipovolemia in corso di emorragie, vomito, diarrea, shock),
  • turbe vasomotorie.

La PVC è un parametro che viene rilevato frequentemente nell’ambito dei monitoraggi post-operatori.

La pressione venosa periferica è quella misurata lontano dal cuore. La pressione venosa diminuisce costantemente dalla periferia verso il cuore. All’altezza della caviglia di una persona in piedi, essa corrisponde a 90-110 mmHg e dipende dalla forza di gravità e dalla distanza dal cuore ai piedi. L’altezza di una persona è quindi fondamentale per la pressione venosa a riposo in posizione eretta. Se si cammina, la pressione scende fino a circa 20 mmHg, se viene garantito un buon drenaggio venoso. Diversi fattori sono importanti per il ritorno venoso al cuore. Maggiore è il diametro venoso in direzione del cuore, minore è la pressione prevalente. In una persona sana in posizione supina, la pressione nei capillari venosi è di circa 20 mmHg; essa cade a circa 8 – 12 mmHg all’inguine, misura ancora circa 3 – 5 ‏(mm/Hg) nella cavità addominale (intra-addominale), ma solo 2 mmHg nell’atrio destro. Queste pressioni sono sufficienti a trasportare il sangue di ritorno. L’azione di suzione del cuore entra in gioco solo nel segmento venoso finale, cioè poco prima che la vena cava superiore sfoci nell’atrio destro. Questa suzione compare durante la fase di eiezione ed è generata dai movimenti delle valvole del cuore.

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Differenza tra testicolo destro e sinistro

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRL MAN NO WOMAN WALLPAPERNon esistono rilevanti differenze anatomico-funzionale tra testicolo destro e sinistro, ad eccezione delle vie vascolari. La vena Continua a leggere

I 12 segni che indicano una cattiva circolazione da non sottovalutare

MEDICINA ONLINE VENE VARICOSE VENA ARTERIA CATTIVA CIRCOLAZIONE GAMBA GAMBE PIEDI DOLORE RITENZIONE SANGUE CUORE INSUFFICIENZA VALVOLEOgni giorno, il nostro corpo lavora incessantemente per trasportare sostanze nutritive, ormoni, ossigeno, favorendo la funzione degli organi e di altro ogni processo corporeo vitale, questo avviene grazie alla circolazione del sangue, che ha un posto di primo piano per la nostra sopravvivenza. Arterie e vene sono come delle autostrade che rendono possibile tutto ciò. Come le comuni infrastrutture, però, queste autostrade richiedono manutenzione per poter funzionare correttamente. Ecco perché è importante prestare attenzione ai più piccoli segnali di malfunzionamento che possono nascondere problemi più gravi di ciò che pensiamo. Ci sono diverse abitudini di vita, condizioni mediche e comportamenti sbagliati che rendono un individuo suscettibile a problemi di circolazione: parliamo ad esempio del vizio del fumo, di una gravidanza, di disturbi alimentari.

problemi di circolazione possono colpire persone di tutte le età e se non curati possono causare gravi danni al corpo. Ecco alcuni segni e sintomi che non vanno sottovalutati.

1) Ulcere alle gambe o ai piedi. Le ulcere sono delle lesioni della pelle che possono avere diverse cause. La cattiva circolazione può essere una di queste. Sono molto dolorose e si presentano come un’infiammazione accompagnata da una specie di eruzione cutanea che non vuole andare via. Iniziano a comparire sotto forma di chiazze rosse che man mano crescono di dimensione. A tal proposito, leggi anche: Lesioni da decubito: prevenzione, stadi, classificazione e trattamento

2) Gonfiore. Mani e piedi cominciano a gonfiare a causa del lento deflusso del sangue.

3) Pelle e labbra scolorite o cianotiche. La pelle non ha il corretto apporto di ossigeno, quindi comincia a essere più bianca, quasi cianotica. Le aree più lontane dal cuore (piedi e mani) possono apparire annerite. A tal proposito, leggi anche: Labbra blu: da cosa sono causate e come si curano in bimbi ed adulti

4) Vene varicose. Le valvole che lavorano per pompare il sangue si indeboliscono. Questo fa sì che le vene appena sotto la superficie della pelle iniziano a torcersi e gonfiarsi. Il sintomo può accompagnarsi a prurito o dolore dopo essere rimasti troppo tempo seduti o in piedi. A tale proposito, leggi anche: Insufficienza venosa: cause, sintomi, prevenzione, trattamento farmacologico e chirurgico

5) Perdita di capelli e unghie deboli. Come la pelle, anche capelli e unghie in seguito a una cattiva circolazione non ottengono la giusta quantità di nutrienti. I capelli possono diventare secchi e iniziare a cadere. La pelle può anche diventare molto più secca e pruriginosa e le unghie tendono a indebolirsi e a sfaldarsi facilmente. Le unghie possono dire effettivamente molto circa la vostra salute, a tal proposito leggi anche: Le tue unghie dicono molto sulla tua salute: ecco come leggerle

6) Problemi digestivi. Con un minore pompaggio del sangue attraverso il corpo, anche tutte le altre funzioni rallentano. Quando la digestione rallenta, subentra la stitichezza; a tal proposito, leggi anche: Stitichezza acuta e cronica: tipi, cause, trattamenti medici e rimedi

7) Indebolimento del sistema immunitario. Gli anticorpi sono più lenti, pigri, e aumenta la possibilità di ammalarsi. Anche le ferite guariscono più lentamente. A tal proposito, leggi anche: Nove cose che non sai sul tuo sistema immunitario

8) Mani e piedi freddi. Quando il sangue scorre a velocità ottimale aiuta a mantenere la temperatura corporea ad un livello sano e confortevole. Se la circolazione è lenta, il processo di regolazione della temperatura è disturbato e questo provoca sensazioni di freddo, di solito a mani e piedi; a tal proposito leggi anche: Perché ho sempre le mani ed i piedi freddi? Cosa fare e cosa NON fare per scaldarli

9) Stanchezza. Con una cattiva circolazione, i muscoli diventano deficitari di ossigeno e sostanze nutrienti, necessari per lavorare bene. Il respiro si fa più affannoso, i muscoli risultano indolenziti e c’è una minore resistenza durante lo svolgimento delle attività quotidiane.

10) Disfunzione erettile. Negli uomini i problemi di circolazione potrebbero portare a una quantità insufficiente di flusso di sangue negli organi riproduttivi. A tal proposito, leggi anche: Disfunzione erettile (o impotenza): cause, prevenzione e cure

11) Scarsa funzionalità cognitiva. Il funzionamento del cervello si basa molto sul flusso sanguigno. Meno ossigeno e meno sangue comportano una minore concentrazione. La cattiva circolazione può anche influenzare l’efficacia della memoria a breve e lungo termine. A tal proposito, leggi anche: Com’è fatto il cervello, a che serve e come funziona la memoria?

12) Sentirsi intorpiditi. Il liquido stagnante genera un intorpidimento e formicolio agli arti che può durare anche anche qualche minuto.

Come potete notare, una cattiva circolazione sanguigna può influenzare il vostro corpo in modo significativo. Il trattamento dei sintomi può portare un sollievo, ma è necessario risolvere il problema alla finte.

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Legatura/sclerosi delle varici esofagee: perché si esegue, quali sono i rischi?

MEDICINA ONLINE SURGERY SURGEON RECOVERY TAGLIO ANESTESIA GENERALE REGIONALE LOCALE EPIDURALE SPINALE SNC BISTURI PUNTI SUTURA COSCIENTE PROFONDA MINIMA ANSIOLISI ANESTHETIC AWARENESS WALLPAPER PICS PHOTO HD HI RES PICTURESL’emorragia delle vene dell’esofago (varici) è una delle complicanze più gravi che può verificarsi in un paziente affetto da una malattia cronica del fegato, come la cirrosi epatica. Può avvenire perché proprio a causa della malattia che interessa il fegato, parte del sangue proveniente dall’intestino non riesce a passare attraverso il fegato (dove viene filtrato), ma viene deviato lungo le vene dello stomaco e dell’esofago.
L’afflusso di maggiori quantità di sangue attraverso queste vene ne provoca una dilatazione (varice) simile a quanto avviene nelle vene delle gambe. Le vene dell’esofago, divenute gonfie e tortuose, sono soggette a rottura con comparsa di emorragia, che può fuoriuscire dalla bocca (ematemesi) o essere eliminata attraverso l’intestino, con riscontro di feci nerastre (melena), a tal proposito leggi: Feci nere e melena: cause e cure in adulti e neonati

COME SI CURANO?

Le varici dell’esofago possono essere viste con una sonda, il gastroscopio, di diametro di poco superiore al centimetro, con una telecamera in punta o delle lenti (fibre ottiche) e dotato di luce propria, che viene introdotto delicatamente dalla bocca. Attraverso il canale che esiste all’interno del gastroscopio è possibile fare passare un ago sottile, che consente di iniettare un liquido nelle varici che sanguinano o nelle loro immediate vicinanze, provocando l’arresto dell’emorragia. L’emorragia può essere arrestata anche strozzando alla base la varice con un piccolo anello elastico (legatura). L’iniezione di questo liquido o il posizionamento di un anello elastico provocano una trombosi della varice che conduce poi alla sua occlusione e scomparsa. Per ottenere una completa scomparsa di tutte le varici sono necessari più esami endoscopici (generalmente da 3 a 5), che vengono effettuati settimanalmente o ogni 2 settimane. La completa scomparsa di tutte le varici è importante per prevenire ulteriori emorragie.
I pazienti vengono in seguito sottoposti a controlli periodici (6 mesi o un anno) durante i quali vengono trattate eventuali varici riformate.

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PERCHÉ SI TRATTANO?

L’emorragia delle varici dell’esofago richiede un intervento immediato per i rischi che ne possono derivare. Dopo un episodio di sanguinamento, è inoltre necessario chiudere tutte le varici per prevenire altre emorragie.
La terapia endoscopica è attualmente quella che consente, in un’elevata percentuale di casi, un rapido arresto dell’emorragia da varici e la loro successiva occlusione (già durante l’esame che deve accertare la sede dell’emorragia), senza dover ricorrere ad anestesia generale.
Per tale motivo quella endoscopica è preferita alla terapia chirurgica e a quella radiologica, che sono oggi riservate ai casi in cui la terapia endoscopica fallisce.

COME SI ESEGUE L’ESAME?

Prima dell’esame può essere qualche volta necessario posizionare un sondino che, attraverso il naso, viene fatto procedere fino allo stomaco, per rimuovere il sangue e i residui alimentari presenti nello stomaco.
L’esame non produce dolore ma solo modesto fastidio all’introduzione dello strumento; per tale motivo può essere somministrato un farmaco sedativo e un liquido o una compressa per l’anestesia in gola. Durante l’esame il paziente viene costantemente monitorato (saturazione, battito cardiaco ecc.). Ai fini dell’esame è importante che il paziente si mantenga rilassato, respirando lentamente e profondamente, per prevenire l’eventuale sensazione di vomito e tollerare meglio la procedura. Dopo l’esame è necessario rimanere sotto controllo per qualche ora, in alcuni casi rimanere ricoverati per 24 ore. Ovviamente, se l’esame è stato effettuato per un’emorragia, il ricovero potrà protrarsi per più giorni.
L’alimentazione dovrà essere liquida per le prime 24 ore e semiliquida per uno o più giorni.

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QUALI SONO LE COMPLICANZE?

Dopo la sclerosi o la legatura delle varici esofagee possono insorgere febbre e/o modesti dolori al torace e alla parte superiore dell’addome che si risolvono spontaneamente e che devono destare apprensione solo quando persistono.
L’eventuale comparsa di difficoltà alla deglutizione è legata all’infiammazione della mucosa dell’esofago, conseguente all’iniezione del liquido che occlude le varici. Inoltre, sia l’iniezione di liquido nelle varici sia la legatura provocano delle ulcere della mucosa dell’esofago. La caduta dopo qualche giorno delle piccole croste che le ricoprono (escare) può essere causa di un nuovo sanguinamento che generalmente si arresta spontaneamente.
La difficoltà alla deglutizione tende a scomparire dopo alcuni giorni e solo la sua persistenza per tempi lunghi può indicare la presenza di un restringimento dell’esofago conseguente al trattamento. A questa complicanza si può facilmente porre rimedio per via endoscopica.
Complicanze più gravi, come la perforazione, sono molto più rare.

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Vene varicose: sintomi iniziali e come curarle ed eliminarle

MEDICINA ONLINE VENE VARICOSE VENA ARTERIA CATTIVA CIRCOLAZIONE GAMBA GAMBE PIEDI DOLORE RITENZIONE SANGUE CUORE INSUFFICIENZA VALVOLE.jpgLe vene varicose (o varici) sono vene dilatate che possono apparire di color carne, viola scuro oppure blu. Spesso somigliano a dei cordoni e si presentano ingrossate e tortuose, si gonfiano e si rilevano sulla superficie della pelle. Le vene varicose sono comunemente localizzate sulla parte posteriore dei polpacci o lungo l’interno cosce. Durante la gravidanza particolari vene varicose, denominate emorroidi, possono formarsi nella vagina o intorno all’ano, ma è molto comune anche la comparsa sulle gambe a causa delle alterazioni ormonali tipiche di questa condizione e dell’aumento del volume di sangue che, parallelamente alla diminuzione della velocità del sangue, ne aumenta la pressione sulla parete dei vasi. Note anche con il nome di capillari, le teleangectasie sono simili alle vene varicose, ma sono più piccole. In genere sono rosse o blu e sono più prossime alla superficie della pelle rispetto alle vene varicose. Possono apparire come delle ramificazioni o come delle ragnatele con le loro sottili linee seghettate. Si evidenziano generalmente sulle gambe o sul viso e possono sia coprire una zona della pelle molto limitata che una molto estesa.

Cause

Il cuore pompa il sangue ricco di ossigeno e di sostanze nutritive a tutto il corpo. Le arterie trasportano il sangue dal cuore verso la periferia dell’organismo, mentre le vene trasportano il sangue privo di ossigeno da ogni distretto del corpo al cuore. Le vene presentano delle valvole del tipo “one-way flaps”, che favoriscono il trasporto del sangue in una sola direzione; nelle gambe queste valvole spingono il sangue verso l’alto e ne impediscono la ridiscesa verso il basso. Se tali valvole si indeboliscono, il sangue può accumularsi nelle vene e nei capillari perchè non più in grado di essere efficacemente spinto verso il cuore: questo problema è denominato insufficienza venosa. L’accumulo di sangue tende a dilatare la vena e a renderla varicosa, anche le teleangectasie possono essere causate dal reflusso del sangue. Cambiamenti ormonali, fattori ereditari e l’esposizione al sole possono inoltre favorire la comparsa di inestetici capillari.

Fattori di rischio

Sono numerosi i fattori che incrementano la probabilità che una persona possa sviluppare questo problema, tra cui:

  • Avanzare dell’età.
  • Avere membri della famiglia con problemi venosi o nati con valvole venose poco elastiche.
  • Cambiamenti ormonali, che si verificano durante la pubertà, la gravidanza, e in menopausa. Anche l’assunzione di pillole anticoncezionali e di altri medicinali contenenti estrogeno e progesterone aumenta il rischio di comparsa delle vene varicose.
  • Durante la gravidanza si verifica un considerevole incremento dell’ammontare del sangue nel corpo e questo può determinare la dilatazione delle vene. Inoltre l’espansione dell’utero genera pressione sulle vene. Le vene varicose generalmente migliorano entro 3 mesi dal parto, solitamente ogni gravidanza successiva alla prima determina un incremento delle anomalie alle vene.
  • L’obesità, una ferita alle gambe, una prolungata stazione eretta ed altri fattori che possono indebolire le valvole delle vene.
  • L’esposizione al sole, che può favorire la nascita delle teleangectasie sulle guance e sul naso delle persone con carnagione chiara.
  • La forza di gravità, la pressione del peso corporeo ed il compito di trasportare il sangue verso l’alto al cuore dalle periferie del corpo fa sì che le gambe siano la principale zona corporea per la comparsa di vene varicose e di capillari. Rispetto alle altre vene del corpo, quelle delle gambe hanno il più arduo compito di trasportare il sangue di ritorno al cuore. Esse quindi sopportano una notevole pressione, che può essere più forte rispetto alle valvole venose.

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Sintomi e segni

Le vene varicose sono esse stesse un segno. Alle vene varicose (grosse vene tortuose visibili sulla pelle) possono associarsi altri sintomi e segni, tra cui:

  • gonfiore delle caviglie e dei piedi;
  • gambe doloranti o ‘pesanti’;
  • dolori o crampi alle gambe;
  • pruriti alle gambe, specialmente nella parte inferiore e alle caviglie. Tale sintomo è in certi casi erroneamente diagnosticato come sintomo da pelle secca;
  • pelle scolorita nella zona intorno alle vene varicose.

I capillari invece si formano generalmente nella parte alta del corpo, incluso il viso. Segni classici sono le vene blu e rosse raggruppate a come una ragnatela, che si manifestano sulle gambe e sul viso. Consulta il tuo medico se presenti questi segni e sintomi, perché potrebbero essere anche indice di ulteriori ed in certi casi più gravi disturbi.

Diagnosi

A volte i medici diagnosticano le vene varicose basandosi esclusivamente su un esame fisico, ulteriori test e procedure possono essere fatti per determinare l’entità del problema e per escludere altre patologie. Se hai le vene varicose puoi farti visitare da uno specialista della medicina vascolare o da un chirurgo vascolare, questi sono medici specializzati nei disturbi dei vasi sanguigni. Puoi alternativamente consultare un dermatologo, medico specializzato nelle malattie della pelle.

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Esame fisico

Per riscontrare la presenza di varici il medico esamina le tue gambe mentre sei in piedi o seduto con le gambe penzoloni, ti porrà alcune domande relativamente ai segni e ai sintomi che si sono manifestati, incluso ogni tipo di dolore di cui hai sofferto.

Test diagnostici e procedure

Esami usati dal medico per la diagnosi, sono:

  • ecografia con color-Doppler: il tuo medico ti può raccomandare un eco-color-doppler per controllare il flusso di sangue nelle vene e per verificare la presenza di eventuali coauguli di sangue. Un’ecografia Doppler si avvale delle onde sonore per fornire le immagini dei flussi interni del corpo. Durante questo test un dispositivo palmare verrà posizionato sul tuo corpo e mosso avanti e indietro sulla zona colpita. Un computer convertirà le onde sonore in un’immagine che riproduce il flusso sanguigno di arterie e vene;
  • angiogramma:

    il tuo medico può prescrivere un’angiogramma per ottenere una visione più dettagliata del flusso di sangue nei vasi sanguigni. Per questa procedura, viene iniettato un colorante nelle vene, che consente di delinearle sulle immagini radiografiche. Un’ angiogramma può aiutare il tuo medico a confermare la presenza di vene varicose o di altri problemi.

Pericoli

In genere i capillari non richiedono un trattamento medico, solitamente invece le vene varicose tendono a peggiorare e a dilatarsi ulteriormente, fino a provocare problemi al cuore nei casi più gravi:

  • Grave insufficienza venosa. L’accumulo di sangue nelle vene rallenta il ritorno del sangue al cuore e ciò può provocare coaguli di sangue e pericolose infezioni. I coaguli possono essere estremamente pericolosi perché possono spostarsi dalle vene delle gambe e viaggiare sino ai polmoni, dove costituiscono una grave minaccia alla vita in quanto possono essere di ostacolo al regolare funzionamento di cuore e polmoni.
  • Infezioni e ulcere della pelle possono presentarsi sul tessuto cutaneo nell’area di comparsa delle vene varicose.
  • Continue irritazioni, gonfiore e pericolosi eritemi sulle gambe.
  • A volte le vene varicose possono essere causa di dermatiti, ossia infiammazioni cutanee. In caso di comparsa di vene varicose sulle gambe la dermatite può riguardare la parte inferiore delle stesse o le caviglie; può causare emorragie o ulcere della pelle nel caso in cui essa graffiata o irritata.
  • Le varici possono anche determinare un disturbo chiamato tromboflebite superficiale, che consiste in un coaugulo di sangue in una vena. Se la tromboflebite è superficiale significa che il coaugulo di sangue si forma in una vena prossima alla superficie cutanea. Questo tipo di coaugulazione del sangue può causare dolori o altri problemi nella zona interessata.

Cura e rimedi

Non tutti i casi di vene varicose sono uguali e non esiste quindi un approccio migliore degli altri in assoluto; la valutazione del medico è fondamentale per orientare la cura verso la scelta del trattamento più adatto al singolo paziente. Non tutti i casi necessitano di trattamento, in quanto in assenza di disturbi spesso non è richiesta alcuna terapia; è invece utile curare il disturbo se:

  • causano fastidio o dolore,
  • trattare eventuali complicazioni (ulcere, gonfiore),
  • causano disagio estetico.

Per quanto riguarda la gravidanza si tratta fortunatamente di un disturbo destinato in genere a risolversi spontaneamente nell’arco di qualche mese, un anno al massimo, dopo il parto, anche se si raccomanda ovviamente di fare sempre riferimento al medico in caso di dubbi.

Stile di vita

Il primo approccio prevede sempre un miglioramento dello stile di vita, con particolare attenzione a:

  • utilizzo di calze a compressione graduata,
  • regolare attività fisica,
  • evitare di stare in piedi per lunghi periodi,
  • tenere sollevate le gambe durante il riposo notturno, per favorire con la forza di gravità il ritorno venoso.

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Scleroterapia

Questo è il trattamento più comune sia per le vene varicose che per i capillari. Il dottore inietta una soluzione endovenosa che porta le vene a gonfiarsi, a farsi forza a vicenda e ad occludersi. Ciò arresta il flusso del sangue e la vena si trasforma in tessuto cicatriziale. In poche settimane la vena dovrebbe svanire. Può essere necessario che lo stesso vaso sanguigno venga trattato più di una volta. Questo trattamento è molto efficace se fatto nel modo giusto: la maggior parte dei pazienti può sperare in una percentuale di miglioramento dal 50% al 90%. La scleroterapia non richiede l’anestesia e può essere fatta presso l’ambulatorio del medico.

Effetti collaterali della scleroterapia

Possibili effetti collaterali della scleroterapia, includono:

  • Bruciore temporaneo o crampi dolorosi nella zona in cui l’iniezione è stata fatta;
  • Temporanee chiazze rosse in rilievo sulla pelle dov’è stata fatta l’iniezione;
  • Piccole ferite temporanee della pelle dov’è stata fatta l’iniezione;
  • Lividi temporanei dov’è stata fatta l’iniezione;
  • Macchie intorno alla vena trattata che generalmente spariscono;
  • Linee marroni intorno alla linea trattata che generalmente spariscono;
  • Gruppi di sottili vasi sanguigni rossi intorno alla vena trattata che di solito spariscono;
  • La vena trattata può anche infiammarsi o sviluppare grumi di sangue rappreso, ma ciò non è pericoloso. Si può alleviare l’infiammazione applicando calore e assumendo aspirina ed antibiotici dietro prescrizione medica. I grumi di sangue coagulato possono essere così drenati.

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Chirurgia laser e capillari

Le nuove tecnologie applicate ai trattamenti laser consentono di trattare efficacemente i capillari nelle gambe. La chirurgia laser trasmette lampi di luce molto forti sulla vena, questo si traduce in un progressivo indebolimento del vaso sanguigno che ne decreta la scomparsa. I laser sono molto diretti e precisi, se controllato da un medico esperto verrà danneggiata soltanto l’area che è stata trattata. La maggior parte dei tipi di pelle e delle carnagioni può essere trattata in modo sicuro con questo approccio. La chirurgia laser è più invitante per alcuni pazienti perché non fa uso di aghi e di incisioni eppure, quando il laser colpisce la pelle, il paziente avverte una sensazione di calore che può essere anche molto dolorosa; il raffreddamento aiuta al contrario a placare il dolore. I trattamenti laser richiedono un tempo della durata variabile dai 15 ai 20 minuti e, in base alla gravità delle vene, generalmente sono necessari dai 2 ai 5 trattamenti per eliminare i capillari nelle gambe. I pazienti possono ritornare alla normale attività subito dopo il trattamento, così come accade con la scleroterapia. Per i vasi più grossi di 3 mm, la terapia laser non è invece la scelta ideale.

Effetti collaterali della chirurgia laser

Tra i possibili effetti collaterali della chirurgia laser rientrano:

  • rossore o gonfiore della pelle subito dopo il trattamento, che tende a scomparire entro pochi giorni;
  • pelle scolorita che scompare entro uno o due mesi;
    raramente possono derivare ustioni e cicatrici da una chirurgia laser non correttamente eseguita.

Le tecniche endovenose (radiofrequenza e laser)

Questi metodi, usati per trattare le vene varicose delle gambe che si trovano ad una maggiore profondità (le safene), hanno costituito un enorme passo avanti dal punto di vista medico: hanno sostituito la chirurgia per la stragrande maggioranza dei pazienti che presentano gravi problemi alle vene varicose. Questa tecnica non è molto invasiva e può essere fatta anche ambulatorialmente. Il medico inserisce nella vena un tubo molto piccolo denominato catetere, una volta dentro questo emette una radiofrequenza o energia laser che restringe e chiude la parete venosa, mentre le vene sane che si trovano intorno a quella trattata ripristinano il normale flusso del sangue. Quando ciò accade i sintomi da vene varicose migliorano. Anche le vene sulla superficie della pelle, che sono collegate alla vena varicosa trattata, solitamente tendono a ridursi dopo il trattamento. Quando necessario tali vene possono essere trattate con la scleroterapia o con altre tecniche. Un possibile effetto indesiderato è la comparsa di piccoli lividi.

Chirurgia

La chirurgia è usata soprattutto per trattare le vene varicose estremamente ingrossate. I tipi di intervento chirurgico per le vene varicose includono:

Legatura chirurgica e stripping

Con questo trattamento le vene che presentano problemi vengono occluse e completamente rimosse dalla gamba. La rimozione delle vene non pregiudica la circolazione sanguigna nelle gambe, perchè sono le vene più profonde a trasportare i maggiori volumi di sangue. La maggior parte delle varici rimosse chirurgicamente sono vene superficiali e raccolgono soltanto il sangue dalla pelle. Quest’intervento richiede l’anestesia locale o generale e deve essere svolto in una sala operatoria su base ambulatoriale. Tra i possibili effetti collaterali:

  • Con l’anestesia generale c’è il rischio di problemi cardiaci e respiratori.
  • Il sanguinamento e la congestione del sangue possono essere un problema. Solitamente però il sangue raccolto si riassesta da solo e non richiede alcun ulteriore trattamento.
  • Infezione da ferita, infiammazione, gonfiore e arrossamento.
  • Cicatrici permanenti.
  • Danni del tessunto nervoso intorno alla vena trattata. E’ difficile evitare di danneggiare piccoli rami del nervo quando le vene vengono rimosse. Questo danno può causare intorpidimento, bruciore, o un cambiamento di sensibiltà intorno alla cicatrice chirurgica.
  • La formazione di un consistente coagulo del sangue venoso. Questi coaguli possono viaggiare sino ai polmoni e al cuore. Le iniezioni di eparina, un farmaco che riduce la coagulazione del sangue, diminuisce la probabilità che si formino questi coaguli di sangue. L’eparina però può anche aumentare la regolare quantità di sanguinamento ed i lividi dopo l’intervento.
  • Un dolore significativo nella gamba con tempo di recupero variabile da una a quattro settimane a seconda dell’entità della chirurgia, è tipico dopo l’intervento chirurgico.

Flebectomia ambulatoriale

Con questo intervento una speciale fonte di luce indica la posizione della vena: vengono realizzati dei piccoli tagli nella pelle e attraverso dei ganci chirurgici viene estrapolata la vena della gamba. Tale intervento richiede l’anestesia locale o regionale e la vena di solito viene rimossa con un solo trattamento. Tramite questo trattamento possono essere rimosse vene varicose molto grandi, lasciando soltanto delle cicatrici molto piccole. I pazienti possono riprendere la normale attività anche il giorno dopo il trattamento. Possibili effetti collaterali:

  • Comparsa di piccoli lividi.
  • Temporaneo intorpidimento

Chirurgia vascolare endoscopica

Con questo intervento viene utilizzata una piccola videocamera per poter guardare all’interno delle vene, successivamente le vene varicose vengono rimosse attraverso dei piccoli tagli. Coloro che si sottopongono a questo tipo di chirurgia devono subire un qualche tipo di anestesia, per esempio l’anestesia epidurale, spinale o generale. I pazienti possono riprendere la regolare attività nel giro di poche settimane.

Gli attuali trattamenti per le vene varicose e per i capillari presentano percentuali di successo molto elevate rispetto ai tradizionali trattamenti chirurgici: per un certo numero di anni tuttavia non è possibile escludere che possano svilupparsi ulteriori vene anomale. Ciò dipende dal fatto che non esiste una cura specifica per le valvole venose deboli, quindi con il passare del tempo la pressione si accumula gradualmente nelle vene delle gambe. Possono essere utilizzati gli ultrasuoni per tener traccia di quanto siano gravi le perdite causate dalle valvole malfunzionanti (insufficienza venosa). Il trattamento in corso può contribuire a tenere sotto controllo questo problema. La cosa più importante che una persona possa fare per rallentare lo sviluppo di nuove vene varicose consiste nell’indossare calze elastiche a compressione graduata, per quanto possibile durante la giornata.

Prevenzione

Non è possibile mettere in atto una prevenzione sicura e completa, ma alcune attenzioni possono ridurre la probabilità di comparsa di tali problemi od almeno contribuire ad alleviarne i disagi:

  • utilizza creme solari per proteggere la pelle dal sole e per limitare la comparsa dei capillari sul viso;
  • fai regolare attività fisica per migliorare la forza delle gambe, la circolazione e l’elasticità delle vene, focalizzandoti su esercizi che facciano lavorare le gambe, come camminare o correre;
  • controlla il tuo peso corporeo per evitare di aumentare la pressione sulle gambe;
  • non incrociare le gambe quando sei seduto;
  • cerca di alzare le gambe oltre il livello del cuore durante il riposo, per esempio mettendo delle coperte sotto il materasso all’altezza dei piedi;
  • non stare nella stessa posizione, in piedi o seduto, per troppo tempo, sposta il peso da una gamba all’altra ogni pochi minuti. Se devi stare seduto per troppo tempo, cerca di alzarti, muoverti e fare una breve passeggiata ogni 30 minuti;
  • indossa calze elastiche ed evita indumenti stretti che possano comprimere la vita, l’inguine o le gambe;
  • segui una dieta iposalina (cioè usa poco sale da cucina), ma ricca di alimenti ad elevato contenuto di fibre (frutta e verdura, cereali integrali). L’assunzione di fibre riduce la possibilità di stitichezza che può contribuire alla formazione delle vene varicose. Gli alimenti ad alto contenuto di fibra sono frutta fresca, verdura e cereali integrati, come la crusca. Mangiare troppo sale può far aumentare la tua ritenzione idrica.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Differenza tra idrocele e varicocele

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRL MAN NO WOMAN WALLPAPER.jpgL’idrocele è una raccolta di trasudato (edema non infiammatorio) all’interno dei due foglietti della tunica vaginale, ovvero fra la tunica vaginale comune o parietale e tra la tunica vaginale propria o viscerale (che racchiude il testicolo e l’epididimo) o lungo il funicolo spermatico. Può essere primario quando non è causato da altre patologie, altrimenti è secondario.
Il varicocele è una patologia varicosa che interessa il sistema vascolare del testicolo, caratterizzata da dilatazione e incontinenza delle vene testicolari (o spermatiche) che hanno il compito di drenare il sangue dal testicolo. Ciò si manifesta in particolar modo a carico del testicolo sinistro (95%) e raramente nel testicolo destro (5%) a causa delle differenti caratteristiche anatomiche tra le due vie vascolari. La vena spermatica sinistra, infatti, è tributaria della vena renale che ha basso flusso rispetto alla vena cava nella quale refluisce la vena spermatica destra, questo perché la vena testicolare sinistra sfocia nella vena renale perpendicolarmente, a differenza della testicolare destra che sfocia nella vena cava ad angolo.Cause
Le cause dell’idrocele primario sono sconosciute; generalmente è una patologia congenita che si risolve autonomamente pochi mesi dopo la nascita. L’idrocele secondario può essere causato da ernia inguinale, da infezioni o traumi del testicolo o dell’epididimo, da occlusioni di fluido o di sangue nel funicolo spermatico, da cisti o tumori. Le cause del varicocele sono invece una congenita incontinenza delle vene testicolari, a cui si è associata spesso una grande attività sportiva, come ad esempio pesistica, in giovane età.MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRL MAN NO WOMAN WALLPAPER.jpgSintomi
Il sintomo principale dell’idrocele è un rigonfiamento non doloroso di uno o entrambi i lati dello scroto, che si presenta come un palloncino turgido pieno di fluido. Generalmente è difficile sentire il testicolo per via della massa fluida che lo circonda.
Un varicocele “piccolo” non dà sintomi, mentre quando diventa più grande si sente pesantezza o dolore al testicolo, che tende ad aumentare se si sta in piedi a lungo, si sollevano pesi o si compie una attività sportiva intensa e faticosa. Un varicocele abbastanza grande è visibile e palpabile anche dal paziente stesso, soprattutto se sta in piedi: sulla superficie dello scroto si nota un ammasso tortuoso che, al tatto, ha la consistenza di un sacchetto di vermi. Un varicocele modesto invece va diagnosticato solo da un medico, che in genere ricorrerà a un ecodoppler. Sempre si fa uno spermiogramma.Leggi anche:

Diagnosi
In entrambi i casi è importante l’esame clinico, la transilluminazione e l’ecografia con doppler.

Diagnosi differenziale
Se le dimensioni del sacco scrotale variano a seguito di una pressione sull’addome o sul sacco stesso allora è facile che si tratti di un idrocele secondario a un’ernia inguinale. Se il rigonfiamento è doloroso allora può trattarsi di un idrocele secondario a una epididimite.

Trattamento
In entrambi i casi i trattamenti realmente efficaci sono quelli chirurgici.

Trattamento idrocele

  • L’idrocele secondario a un’ernia inguinale va trattato il più presto possibile rimuovendo l’ernia e richiudendo il dotto peritoneo vaginale. L’idrocele primario causato dal dotto aperto va corretto allo stesso modo.
  • Negli altri casi si procede all’asportazione dell’idrocele (idrocelectomia) in anestesia totale o spinale, con eversione della vaginale propria per facilitare il riassorbimento delle recidive.
  • Un trattamento alternativo è l’aspirazione del fluido per mezzo di un ago, che però presenta rischi di infezione e di recidiva; questo trattamento è utilizzato solamente quando il trattamento chirurgico risolutivo presenta dei rischi e va abbinato con l’iniezione di medicinali sclerosanti che favoriscano la chiusura del dotto peritoneo vaginale per limitare le recidive.

Trattamento del varicocele

  • Intervento chirurgico classico: si procede in anestesia totale o locale, si incide all’altezza dell’inguine o dello scroto, si seziona e si lega la vena spermatica interna e altre vene collaterali, per interrompere il reflusso del sangue.
  • Terapia sclerosante: la tecnica anterograda, la più semplice e la più efficace, prevede l’inserimento di un catetere in una vena del funicolo alla radice dello scroto, preceduta da una leggera sedazione; quindi si inietta liquido di contrasto e poi lo sclerosante, che fa seccare le vene.

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