Cardiopatia reumatica, valvole cardiache protesiche e profilassi per l’endocardite

MEDICINA ONLINE CUORE INFARTO MIOCARDICO ACUTO SCOMPENSO FREQUENZA CARDIACA IPERTENSIONE ARTERIOSA ENZIMI CARDIACI ANGINA PECTORIS ISCHEMIA NECROSI SINDROME CORONARICA CORONARIE STENOSI VALVOLA PROLASSO SANGUECardiopatia reumatica

La febbre reumatica acuta (ARF) è la sequela dell’infezione da streptococco beta-emolitico di gruppo A. La patologia è ritenuta conseguente ad una risposta immunitaria anormale all’infezione streptococcica. La ARF in genere compare nei bambini di Continua a leggere

Stenosi polmonare, insufficienza polmonare e patologia multivalvolare

MEDICINA ONLINE CUORE INFARTO MIOCARDICO ACUTO SCOMPENSO FREQUENZA CARDIACA IPERTENSIONE ARTERIOSA ENZIMI CARDIACI ANGINA PECTORIS ISCHEMIA NECROSI SINDROME CORONARICA CORONARIE STENOSI VALVOLA PROLASSO SANGUEStenosi e insufficienza polmonare

La stenosi polmonare o stenosi della valvola polmonare è una valvulopatia, cioè una patologia che interessa una valvola cardiaca, caratterizzata da un restringimento che interessa la valvola polmonare che permette il passaggio – durante la sistole – di sangue dal Continua a leggere

Stenosi mitralica: cause, sintomi, diagnosi, esami, rischi, complicanze, farmaci, terapie chirurgiche

grafico stenosi mitrale

Grafico che illustra la relazione tra gradiente diastolico attraverso la valvola mitrale e il flusso transmitralico. Quando la stenosi della valvola mitrale peggiora, il gradiente pressorio transvalvolare deve aumentare per mantenere un flusso adeguato al ventricolo sinistro. Quando l’area della valvola mitrale non supera 1,0 cm2, il flusso al ventricolo sinistro non può aumentare in modo significativo, nonostante un aumento significativo del gradiente pressorio transvalvolare.

La stenosi mitralica (o “stenosi mitrale” o “stenosi della valvola mitrale” o “stenosi della valvola mitralica”, in inglese “mitral stenosis” da cui l’acronimo “MS“) è una patologia del cuore caratterizzata da un Continua a leggere

Anatomia macroscopica del cuore, sistema circolatorio e circolazione coronarica

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Il cuore si compone di quattro camere, due atri e due ventricoli che formano due pompe separate organizzate in parallelo e in serie. Gli atri sono camere di capacitanza a bassa pressione che funzionano principalmente per accumulare il sangue durante la Continua a leggere

Semeiotica del cuore: i focolai di auscultazione cardiaca

MEDICINA ONLINE SCHEMA SEMEIOTICA CUORE CARDIACA ESAME OBIETTIVO AUSCULTAZIONE FONENDOSCOPIO ORECCHIO FOCOLAIO SUCULTAZIONE POLMONARE AORTICO MITRALICO TRICUSPIDALE ERB INTERCOSTALE SPAZIO

I numeri in verde corrispondono agli spazi intercostali. In azzurro il focolaio di Erb, nel 3° spazio intercostale sinistro

L’auscultazione del cuore, durante l’esame obiettivo, va effettuata sui focolai cardiaci, 5 zone specifiche che corrispondono ai focolai valvolari:

Focolaio aortico

E’ presente nel II spazio intercostale destro sulla linea margino-sternale o parasternale (è importante auscultare questo focolaio nel soggetto anziano perché la patologia aterosclerotica può colpire facilmente questo focolaio, dando origine ad un soffio, mentre in un paziente iperteso di vecchia data in questo focolaio possiamo sentire un tono scoccante, un primo tono accentuato)

Focolaio polmonare

Si trova sul II spazio intercostale sinistro sulla linea marginosternale o parasternale sinistra.

Focolaio tricuspidale

E’ presente sul IV spazio intercostale destro al margine dello sterno.

Focolaio mitralico

Si trova sul quarto-quinto spazio intercostale all’altezza della linea emiclaveare di sinistra (rappresenta l’itto della punta del cuore).

Focolaio di Erb

Rappresenta il focolaio elettivo dei soffi aortici, appartiene al mesocardio e si trova al centro del quadrilatero determinato dai restanti quattro punti di auscultazione. E’ posto a livello del terzo spazio intercostale sinistro sulla linea parasternale, immediatamente al di sotto del focolaio dell’arteria polmonare. Alcune fonti lo localizzano a livello del quarto spazio intercostale. E’ il punto in cui è possibile effettuare l’auscultazione della componente aortica del secondo tono cardiaco e di soffi cardiaci causati da alterazioni della valvola aortica.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Soffio al cuore: cause, sintomi e cure in neonati, bambini ed adulti

MEDICINA ONLINE GLICEMIA INSULINA SANGUE DIFFERENZA CONCENTRAZIONE ORMONE PIASTRINE GLOBULI ROSSI BIANCHI GLUCAGONE TESTOSTERONE ESTROGENI PROGESTERONE CUOREIl soffio al cuore è uno dei sintomi più comuni tra quelli rilevabili auscultando il muscolo cardiaco. Si manifesta come un rumore particolare dovuto al passaggio del sangue attraverso le valvole. Il flusso non è più laminare, ossia silenzioso, ma diventa turbolento e quindi percepibile. Il soffio al cuore, tranne nei casi in cui si manifesta in persone giovani e sani, è dovuto al passaggio alterato del sangue attraverso i vasi arteriosi, gli apparati valvolari del cuore o comunicazioni delle pareti settali del cuore che normalmente non sono presenti. I vizi congeniti comprendono anche difetti del setto interatriale o interventricolare che possono condizionare un flusso di sangue anormale tra le cavità. Nell’adulto frequentemente il difetto del setto interventricolare si presenta dopo un infarto o dopo un trauma toracico. Quando l’orifizio di una valvola si restringa si crea un ostacolo al normale flusso del sangue, mentre nel caso la valvola non sia in grado di contenere il sangue, si determina un reflusso attraverso la stessa (lo scopo della valvola è quello di consentire il flusso in una sola direzione). In queste circostanze il soffio percepibile è generato dal passaggio del sangue che attraversando una struttura cardiaca anomala, come la valvola o il difetto settale, modifica le caratteristiche del proprio flusso da laminare (silenzioso) a flusso turbolento (rumoroso) e quindi percepibile come soffio.

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Quando si può manifestare?

Se compare in giovane età, esso è più spesso di tipo “innocente”, dovuto cioè alla velocità dei flussi intracardiaci e vascolari tipici dell’apparato cardiovascolare giovanile che è iperdinamico: per esempio nella prima infanzia la frequenza cardiaca è molto più elevata che nel seguito della vita.
In alcuni casi la presenza di un “soffio cardiaco” con specifiche caratteristiche di intensità, di irradiazione sul torace e di durata è il segno inequivocabile di una malattia cardiaca congenita che deve essere definita con appropriate indagini e seguire uno specifico iter terapeutico e di follow up. Tuttavia grazie al miglioramento della qualità della vita durante la gravidanza, alla diagnosi precoce e alla riduzione della natalità, le malattie congenite del cuore si sono fortemente ridotte negli ultimi 30 anni. Con l’aumentare della vita media sono però aumentate numerose patologie e in particolare, quelle legate al cuore. Il “soffio” al cuore è in grande crescita nella popolazione anziana. Riguarda infatti il 20 per cento delle persone con più di 50 anni e addirittura, nel 4 per cento della popolazione sopra gli 80 anni, è indice di stenosi aortica, cioè di un’ostruzione severa della valvola aortica.

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Quali sono le cause del soffio al cuore ?

In passato era la malattia reumatica che determinava più frequentemente le alterazioni delle valvole cardiache. Oggi, grazie alle cure e alla migliore qualità di vita della popolazione, questa causa è divenuta marginale. Mentre sono emersi altri aspetti delle malattie valvolari che erano sottostimati o sconosciuti oppure che non erano così manifestamente presenti perché collegati all’invecchiamento crescente della popolazione.

Valvola mitrale

La disfunzione può interessare la valvola mitrale. In molti casi l’insufficienza è dovuta all’alterazione congenita del tessuto che si presenta lasso e fragile, e quindi svolge un lavoro inferiore alla norma. Questo tipo di alterazione ha un’espressione variabile da persona a persona. Pertanto vi sono giovani che manifestano questo problema in modo già clinicamente rilevante, e persone di età più avanzata nelle quali il disturbo è meno serio. Tuttavia, quando questa alterazione è presente, la valvola è più fragile e col tempo tende a presentare un mal funzionamento legato alle alterazioni strutturali che comprendono la rottura delle corde e/o dei lembi valvolari, ossia della struttura anatomica della valvola. Ciò determina la perdita della sua funzione e quindi la sua insufficienza. In questi casi si deve ricorrere all’intervento chirurgico, che oggi è quasi sempre di tipo riparativo, cioè si ricostruisce chirurgicamente la valvola mitrale.

Valvola aortica

La valvola aortica può presentare alterazioni congenite che possono determinare sia stenosi, sia insufficienza. Ciò significa che, invece delle normali cuspidi, la valvola può presentarne solo due, oppure tre, ma con malformazione, per cui la sua funzione risulta compromessa. In questi casi la necessità d’intervenire può dipendere dall’evoluzione nel tempo della disfunzione presente alla nascita. La valvola, infatti, va incontro a processi degenerativi collegati alla perdita progressiva della sua funzione, che può determinare la comparsa dell’insufficienza e della stenosi associata.
Questa patologia è più frequentemente associata ad altre malattie dell’arco aortico come la coartazione istmica, cioè l’ostruzione dell’aorta nel punto di giunzione tra l’arco e l’aorta discendente (stenosi istmica). In caso di insufficienza aortica severa si interviene chirurgicamente, mentre in caso di stenosi istmica dell’aorta si può procedere con la dilatazione del tratto ostruito per mezzo dell’angioplastica transluminale.

Da tenere sottocontrollo

In molti casi il soffio è un disturbo modesto che può essere tollerato tutta la vita, tuttavia è consigliabile un controllo cardiologico almeno una volta all’anno. E’ importante che il cardiologo di un’approriata valutazione ecoacrdiografica al momento della visita. E’ bene ricordare, inoltre, che le persone con lesioni alle valvole cardiache, in particolare di quella mitrale e aortica, sono maggiormente esposte a infezioni endocardiche, cioè alle infezioni che si localizzano sulle valvole. Perciò è fondamentale prescrivere a questi pazienti un’appropriata terapia antibiotica di profilassi, nel caso vadano incontro a eventi traumatici a carico dell’apparato genitale, urinario, e della cavità orale.

Prevenzione

In età avanzata il vizio che principalmente si presenta è la cosiddetta stenosi aortica dell’anziano.
Per prevenire questa patologia è molto importante tenere sotto controllo alcuni fattori di rischio cardiovascolare ed alcune malattie croniche:

  • pressione arteriosa sistolica elevata;
  • fumo;
  • dislipidemia;
  • livelli di calcemia (concentrazione di calcio troppo alta causa la calcificazione della valvola aortica);
  • insufficienza renale.

Tutti questi fattori, infatti, possono determinare una sclerosi delle cuspidi aortiche, cioè un irrigidimento dei foglietti valvolari dell’aorta. Ciò favorisce la deposizione di calcio a livello dei lembi valvolari ostacolandone l’apertura e innescando un perverso meccanismo di aggravamento dell’ostruzione.  In caso di seria stenosi della valvola si rende necessario la sostituzione della valvola aortica.

Quando il soffio non permette una vita normale?

Se il cardiologo, durante i controlli periodici, valuta che il vizio è di modesta entità, la persona può svolgere una vita normale. E’ importante però che si controllino i fattori di rischio, come i valori della pressione, il tasso di colesterolo e di calcio nel sangue e il fumo. Se in età più avanzata la stenosi valvolare si aggrava e compaiono alcuni sintomi come la sincope, l’angina e lo scompenso, di norma la soluzione è chirurgica perché la terapia medica non dà buoni risultati. Spesso la soluzione chirurgica è associata di necessità all’intervento di by pass delle coronarie.
La stenosi aortica dell’anziano è una patologia sempre più frequente sia negli uomini che nelle donne. Tuttavia, queste ultime manifestano problemi legati all’ipertrofia miocardica, perché con l’età il cuore femminile tende a diventare più facilmente ipertrofico di quanto avviene nell’uomo. Quando l’ipertrofia miocardica è molto marcata, anche se l’ostruzione valvolare non appare severa, può essere opportuno l’intervento di sostituzione valvolare per limitare i rischi chirurgici e quelli inerenti al progredire della malattia.

Se una donna soffre di “soffio al cuore” può avere un bambino?

Tutto dipende dalla diagnosi che la presenza del soffio sottintende. Di norma se il disturbo è lieve la donna può tranquillamente avere un figlio. E’importante però che venga seguita nel corso della gravidanza da un cardiologo. Nel caso il soffio sia, invece, l’espressione di una più grave disfunzione cardiaca, allora è bene che la paziente sia informata dei rischi che corrono sia lei che il nascituro. In particolare può verificarsi che il soffio cardiaco sia l’espressione di una disfunzione cardiaca definita come cardiomiopatia “peripartum” o ”post partum”. In questo caso la malattia si manifesta con un ingrandimento del cuore che determina un mal funzionamento della valvola mitrale. Se la donna ha presentato questo problema dopo una gravidanza è consigliabile che non ne affronti altre che sarebbero a grave rischio per lei e per il bambino.

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Ecocardiogramma per via transesofagea: preparazione, è doloroso?

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONETalvolta può accadere che l’ecocolordoppler cardiaco transtoracico non sia sufficiente a chiarire efficacemente la situazione cardiaca del paziente. Qualche volta infatti gli ultrasuoni non riescono ad attraversare grosse masse muscolari, il polmone che può essere espanso per una malattia, l’osso o i componenti metallici delle strutture artificiali come le protesi valvolari cardiache. Se la struttura da esaminare si trova in profondità nel corpo o se è “nascosta” dietro una struttura ossea o una valvola artificiale, può non essere vista con la sola ecocardiografia standard che esplora il cuore da una posizione anteriore. In questi casi può essere necessario ricorrere ad un diverso punto di esplorazione, posteriore, che aggiri gli ostacoli. Accade quindi che il Cardiologo richieda l’Ecocardiogramma per via transesofagea che, per il paziente, equivale alla esecuzione di una comune gastroscopia.

Per visualizzare il cuore da questa diversa finestra il paziente deve sopportare il disagio della introduzione di una sonda, di dimensioni paragonabili a quelle di un dito di un ragazzo, attraverso l’esofago. L’esofago è l’organo che connette la bocca con lo stomaco e passa proprio dietro al cuore, in una posizione quindi che consente di “vedere” il cuore da vicino e da una posizione opposta a quella dell’esame transtoracico. In questo modo possono essere acquisite altre informazioni originali che, integrate a quelle dell’esame transtoracico, consentono quasi sempre di dirimere i problemi diagnostici del paziente.

Come prepararsi all’esame?

Per eseguire L’ecocardiogramma transesofageo è necessario non mangiare o bere dopo la mezzanotte del giorno dell’esame. Le medicine possono essere assunte cercando di bere solo la minima quantità sufficiente per deglutire i farmaci. In caso di diabete è importante consigliarsi con il proprio medico per definire la dose adeguata di Insulina che dovrà essere ovviamente ridotta per il digiuno.

Come si svolge l’esame?

Il paziente viene invitato a togliersi gli occhiali ed a rimuovere eventuali protesi dentarie, viene collegato al monitoraggio elettrocardiografico e, tramite una fleboclisi, ad una infusione di soluzione fisiologica che ha il solo scopo di tenere disponibile, per il tempo dell’esame, un accesso venoso per somministrare farmaci in caso di necessità.

Il paziente viene posto sul fianco sinistro con il busto ed il collo leggermente flessi come per guardarsi le gambe. Il medico, dopo avergli inserito tra i denti un boccaglio per non danneggiare la sonda, lo aiuterà nel compito sgradevole ma non pericoloso di ingoiare la sonda.

Può essere consigliabile eseguire una anestesia locale della bocca e del retrobocca (faringe) con lidocaina spray (un anestetico locale).

Quanto dura l’esame?

La durata complessiva è di circa 10-15 minuti.

L’ecocardiogramma transesofageo è doloroso?

No, non è doloroso. L’esame è certamente fastidioso ma, se il paziente riesce a collaborare ed a mantenere la calma, si affronta facilmente. Il momento più difficile è quello dell’introduzione della sonda. In quel momento si possono manifestare colpi di tosse, eruttazioni, conati di vomito; sono disturbi passeggeri che non devono allarmare il paziente e che non pregiudicano un risultato favorevole dell’esame. Si deve tenere presente che il tubo non può interferire con la normale respirazione che avviene attraverso il naso e la trachea.

Come comunicare durante l’esame?

Durante l’esame, con la sonda nell’esofago, non è possibile parlare. Si deve quindi stabilire prima dell’inizio dell’esame un codice di comunicazione attraverso l’uso della mano.

Cosa è possibile fare per facilitare l’esame e renderlo il meno fastidioso possibile?

Respirare lentamente cercando di rilassare i muscoli del collo e delle spalle. Cercare di collaborare con il Cardiologo.

INFORMAZIONI SPECIALI

Si deve informare il medico se vi sono:

  1. Malattie del fegato croniche
  2. Storia di precedenti epatiti
  3. Storia di infezioni gravi
  4. Allergie a Farmaci
  5. Glaucoma
  6. Malattie polmonari
  7. Disturbi gastrici

L’ecocardiogramma transesofageo è pericoloso?

Ogni volta che “qualcosa” viene introdotta nel nostro corpo esistono dei rischi. Tuttavia con l’ecocardiografia transesofagea i rischi sono ridottissimi. Si tratta generalmente di aritmie cardiache che vengono ben tollerate dal paziente e che solo molto raramente richiedono un trattamento farmacologico. Esiste però una rarissima possibilità (2-3 ogni mille casi) che la sonda danneggi l’esofago durante l’introduzione.

L’ecocardiografia transesofagea è comunque una metodica estremamente sicura ed è estremamente improbabile che si verifichino delle complicazioni; di fatto l’utilità delle informazioni che si ottengono giustifica ampiamente i disturbi che il paziente deve sopportare ed il minimo rischio di complicazioni insite nella metodica.

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Cosa accade dopo l’esame?

Generalmente il paziente dopo pochi minuti dal termine dell’esame non avverte alcun disturbo. Qualora sia stato necessario somministrare un sedativo è consigliabile aspettare almeno 30 minuti prima di lasciare l’ospedale ed evitare di mettersi alla guida. E’ pertanto consigliabile che Lei venga accompagnato da un familiare per evitare di dover guidare personalmente l’automobile al ritorno.

La gola, per l’azione dell’anestetico locale, può essere lievemente irritata per cui non è consigliabile bere o magiare per 2-3 ore.

Quali sintomi dobbiamo segnalare al cardiologo?

Le complicazioni, come detto, sono rarissime. Vanno comunque segnalati alcuni sintomi che dovessero insorgere dopo l’esame:

  • Dolore insolito o difficoltà ad inghiottire
  • Dolore addominale o toracico
  • Vomito di color caffè o sangue

ATTENZIONE:

L’ecocardiografia transesofagea viene effettuata nella stragrande maggioranza dei casi senza creare problemi al paziente: le percentuali di insuccesso tecnico sono molto basse (1-4% a secondo delle casistiche) e generalmente legate ad una mancata collaborazione da parte del paziente.

Per ovviare a questi inconvenienti si raccomanda al paziente di porre al medico tutte le domande che ritiene opportune, al fine di ottenere una conoscenza completa delle indicazioni, delle procedure, dei rischi e dei benefici che possono derivare dall’esame a cui sta per essere sottoposto.

Siamo convinti che un paziente informato affronterà gli inevitabili disagi con una maggiore consapevolezza e minore ansia contribuendo alla riuscita dell’esame.

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Valvole cardiache: cosa sono, quali sono ed a che servono?

MEDICINA ONLINE CUORE HEART VALVOLE CARDIACHE INSUFFICIENZA STENOSI PROLASSO LEMBI AORTICA POLMONARE MITRALICA TRICUSPIDE PAPILLARI SANGUE CIRCOLAZIONE SISTEMICA AORTA ARTERIA VENA SISTOCos’è una valvola cardiaca?
Una valvola cardiaca è una struttura che appartiene al cuore, costituita da appendici di tessuto essenzialmente fibroso, rivestita da endocardio. Il tessuto sottile ma estremamente resistente che costituisce una valvola è attaccato al muscolo cardiaco attraverso un meccanismo di cerniera flessibile, chiamato “annulus”.

Dove si trova una valvola cardica?
Ogni valvola cardiaca è posta a livello degli orifizi che collegano gli atri con i ventricoli ed i ventricoli con i vasi sanguigni che trasportano il sangue in uscita dal cuore verso l’intero organismo (aorta ed arteria polmonare). Per approfondire leggi anche: Differenza tra atri e ventricoli

Quante sono le valvole cardiache?
Le valvole all’interno del cuore sono quattro:

  • la valvola tricuspide;
  • la valvola mitrale;
  • la valvola polmonare;
  • la valvola aortica.

A che servono le valvole cardiache?
Le valvole cardiache servono a garantire che il sangue si muova con un flusso unidirezionale attraverso le cavità del cuore e prevengono dunque il reflusso del sangue nelle cavità stesse. Le valvole tricuspide e mitrale controllano il flusso del sangue dagli atri ai ventricoli, mentre le valvole polmonare e aortica controllano il flusso dai ventricoli al resto del corpo. Ogni valvola – ad ogni battito cardiaco – si apre per permettere il passaggio del sangue e si chiude velocemente per impedire che il sangue transitato torni indietro.

Descrizione delle quattro valvole:

  • La valvola tricuspide è collocata tra l’atrio e il ventricolo destro ed è costituita da tre lembi.Oltre ai lembi questa valvola è composta da un anello (o annulus) valvolare che congiunge i lembi al cuore e da corde (o chordae) e muscoli papillari che uniscono i lembi valvolari al muscolo cardiaco.
  • La valvola mitrale è localizzata tra l’atrio e il ventricolo sinistro ed è costituita da due lembi. Oltre ai lembi, questa valvola è composta da un anello valvolare che congiunge i lembi al cuore e da corde e muscoli papillari che uniscono i lembi valvolari al muscolo cardiaco.
  • La valvola polmonare è localizzata tra il ventricolo destro e l’arteria polmonare (la quale porta il sangue dal cuore al polmone per permettere lo scambio ossigeno/anidride carbonica). La valvola polmonare è inserita direttamente sul muscolo della parte più distale del ventricolo destro.
  • La valvola aortica è localizzata alla giunzione tra il ventricolo sinistro e l’aorta ascendente. La valvola ha tre cuspidi, un anello di tessuto su cui si inseriscono le cuspidi. I Seni di Valsalva sono rigonfiamenti della parete aortica in corrispondenza delle cuspidi.

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