Il termine “stalking” indica un insieme di comportamenti e di atteggiamenti tenuti da un soggetto che hanno lo scopo di angosciare un’altra persona, perseguitandola, controllandola e generandole stati di paura e ansia, al punto che – nei casi più gravi di esasperazione – si arriva persino a compromettere lo svolgimento della normale vita quotidiana della vittima ed a causarle vere e proprie patologie psichiatriche, come disturbi dell’umore (ad esempio la depressione) e disturbi d’ansia. Chi esegue atti di stalking, viene detto “stalker“. Molti sono convinti che lo stalking sia un comportamento esclusivamente maschile e che sia perpetrato solo verso una vittima donna: in realtà sia lo stalker che la vittima possono essere sia un uomo che donna. Condotte definibili “stalking” possono, in alcuni casi, configurare il reato di “atti persecutori”, introdotto dalla legge 23 aprile 2009, n. 38. La norma introduce nel codice penale italiano l’articolo 612-bis.
Significato del termine
Il termine stalking deriva dal verbo inglese “to stalk” che significa “camminare furtivamente“, ad indicare il fatto che uno dei comportamenti tipici di uno stalker è quello di seguire di nascosto la sua vittima, camminando appunto furtivamente per non farsi scoprire da lei.
Esempi di comportamenti definibili “stalking”
Qualsiasi comportamento persecutorio tenuto da un individuo che impone alla sua vittima attenzioni non gradite, sono potenzialmente considerabili stalking. La persecuzione avviene solitamente con ripetuti tentativi di aggressione – fisici e/o psicologici – oppure con attività quali appostamenti e intrusioni nella privatezza e nella vita privata della vittima, che vanno dalle telefonate ai messaggi (di contenuto sentimentale o, al contrario, minatorio) fino ad appostamenti, minacce, atti vandalici e simili. Tipici comportamenti atti a “stalkerizzare” qualcuno, ad esempio sono:
- l’invio reiterato ed ossessivo di lettere, bigliettini, mail, SMS, messaggi WhatsApp o Telegram (anche apparentemente amichevoli ed affettuosi);
- le telefonate ripetute a qualsiasi ora del giorno, anche di notte;
- l’invio di oggetti e regali non richiesti;
- la produzione di scritte sui muri o atti vandalici con il danneggiamento di beni, in modo persistente e ossessivo, in un crescendo culminante in minacce, scritte e/o verbali;
- il seguire la vittima di nascosto nei suoi spostamenti, sia fisicamente, sia virtualmente (ad esempio tramite applicazioni istallate di nascosto sullo smartphone della vittima, atte a seguire i suoi spostamenti tramite gps);
- il fare “agguati” sotto casa della vittima o di eventuali nuovi suoi partner;
- aggressioni fisiche con il ferimento o l’uccisione della vittima.
Tali comportamenti non sono saltuari, bensì sono ripetuti in modo persecutorio, persistente e tenace in modo da poterla controllare (psicologicamente e/o fisicamente) e indurre paura e malessere psicologico o fisico nella vittima.
Effetti sulla vittima
Gli effetti sulla vittima possono essere molto diversi in base a numerosi fattori, tra cui il tipo di stalking (sua durata, sua tipologia, sua gravità…) ed il tipo di vittima. Se ad esempio la vittima è un minore o un soggetto fragile psicologicamente (ad esempio una persona con patologie psichiatriche), gli effetti possono essere estremamente gravi e tragici. Nei casi più stremi di esasperazione della vittima, soprattutto se continuati nel tempo e correlati a subdole tecniche di manipolazione (come il gaslighting), si può arrivare a compromettere lo svolgimento della sua normale vita quotidiana. Uno stalking reiterato può causare nella vittima vere e proprie patologie psichiatriche, come disturbi dell’umore (ad esempio la depressione), disturbi d’ansia e disturbo da stress post-traumatico. Nei casi più gravi, la vittima può avere idee suicidarie.
Continua la lettura con:
- Stalking: cause, profilo dello stalker, tipi di stalker
- Lo stalking è sempre un reato? Cos’è il “falso stalking”?
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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