Le 12 inconfessabili fantasie sessuali più diffuse tra le donne

MEDICINA ONLINE SESSO ANALE ANO RETTO LUBRIFICANTE FECI PAURA CLISTERE COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA JEALOUS LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRL MAN NO WOMAN WA.jpgLe fantasie sessuali sono più che normali, sia tra i maschi che tra le femmine ed a qualsiasi età. Ogni donna, almeno una volta nella vita, si è masturbata immaginando uno scenario sexy che ha vissuto o che vorrebbe veder realizzato. Tutti i tipi di fantasie sessuali sono una parte sana della sessualità, certo, a meno che non sconfinino in situazioni realmente estreme che in certi casi potrebbero essere la spia di un disagio psicologico. Alcune fantasie poi, sono eccitanti proprio perché rimarranno solo fantasie e magari neanche lontanamente la persona si sogna di viverle nella realtà. Ma quali sono le fantasie sessuali delle donne più diffuse? Secondo una recente ricerca fatta dalla sessuologa inglese Ava Cadell fra queste vi sono: il massaggio erotico, il sesso orale, il vedere il proprio partner fare sesso con un’altra donna, il sesso all’aperto, il sesso sotto dominio, il sesso omosessuale, il sesso con un sconosciuto, l’esibizionismo, il voyeurismo ed il sesso anale. In sostanza, ci sono milioni di diverse fantasie sessuali e tutto ciò che è fatto consensualmente e con diletto è permesso e sicuro da esplorare. Vediamo ora alcune tra le fantasie sessuali più comuni fra le donne.

1) Sesso a tre o di gruppo

Tra le più popolari fra le fantasie sessuali femminili c’è senza dubbio quella di avere un rapporto sessuale in tre: con altri due uomini contemporaneamente, oppure con un uomo ed una donna. Altra fantasia è quella di essere al centro di una vera e propria orgia, magari dove è l’unica donna a dover soddisfare molti uomini.

2) Vedere il proprio partner fare sesso con un altro partner

Una fantasia abbastanza diffusa è quella di vedere il proprio partner a letto con un’altra donna (o con un uomo) o di essere vista dal proprio partner mentre si è in intimità con un altro uomo. Queste fantasie rappresentano un ottimo modo per esplorare la sessualità e divertirsi, senza creare reali gelosie del partner.

3) Voyeurismo

Il termine voyeurismo (anche detto “scopofilia” o “scoptofilia”) è una parafilia che caratterizza chi ottiene l’eccitazione e il piacere sessuale esclusivamente guardando (soprattutto di nascosto) persone nude o mentre fanno sesso. L’idea di poter guardare di nascosto altre persone mentre sono intente in un atto sessuale è una delle fantasie sessuali non solo degli uomni, ma anche delle donne.

4) Massaggio erotico

L’idea di ricevere un massaggio erotico è una delle fantasie più diffuse tra le donne. Per approfondire, leggi:

5) Sesso all’aperto

Emozionante e… illegale, il sesso all’aperto è vietato dalla legge e forse per questo motivo si tratta di una fantasia sessuale molto ricorrente, sia per gli uomini che per le donne. E’ facile capire perché è una delle fantasie sessuali più popolari: la paura di essere scoperti rende l’idea del sesso all’aperto coinvolgente, piena di suspense ed in grado di intensificare i sensi.

6) Sesso violento

La fantasia di subire sesso violento da parte di un uomo bello, possente e che imponga gli atti sessuali con la forza, è poco riconosciuta in pubblico dalle donne, eppure è molto diffusa.

Leggi anche: Perversioni sessuali (parafilie): dagli insetti sulle parti intime fino ai pannolini sporchi e le mestruazioni

7) Sesso con uno sconosciuto

Una delle fantasie sessuali più comuni e coinvolgenti soprattutto per gli uomini appartiene anche alle donne: avere un rapporto sessuale con un totale sconosciuto.

8) Sesso anale

L’idea di praticare sesso anale è una delle fantasie più diffuse tra le donne. Per approfondire, leggi:

9) Dominio e sottomissione

Esplorare il ruolo di dominatore o di dominato, potrebbe dare una nuova dimensione alla sessualità “stanca” di una coppia. Molti esperti sessuologi incoraggiano le coppie a sperimentare tecniche BDSM (bondage, dominazione e sottomissione, sadomasochismo) spiegando loro che le persone sono desiderose di scoprire nuovi aspetti della loro personalità a letto e che a molte persone piace usare il proprio potere in una “modalità sessuale”.

10) Sesso con superdotato

Mentre si masturbano, alcune donne fantasticano sull’essere penetrate da un pene veramente enorme. Per approfondire: Le dimensioni del pene contano o no? Le confessioni senza censura delle mie pazienti

11) Esisbizionismo

L’esibizionismo è una parafilia in cui il soggetto prova piacere sessuale nel mostrare ad altre persone i propri genitali o il proprio corpo nudo. L’idea di mostrarsi parzialmente o totalmente nudi a perfetti ed ignari sconosciuti, è una fantasia sessuale estremamente diffusa non solo tra gli uomini, ma anche tra le donne.

12) Sesso omosessuale

Avere un rapporto con un’altra donna, che sappia esattamente dove e come toccare e muoversi per farle provare piacere, è una delle fantasie sessuali femminili più diffuse in assoluto.

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Rottura del frenulo del pene: cosa fare?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO PENE UOMO RAGAZZO VERGINITA FILETTO FRENULO GLANDE ASTA RAPPORTO SESSUALE IMENE PENETRAZIONE VAGINA CORONA FIMOSI SOLCOCORONALE MEATO URETRALE SPERMADobbiamo tenere in considerazione che la rottura del frenulo corto è più frequente. In ogni caso la rottura del frenulo nell’uomo non si verifica sempre, ma avviene in seguito ad un rapporto sessuale piuttosto energico o nel caso in cui si abbia a che fare con una stimolazione troppo eccentrica.

Il frenulo, come tutti i tessuti, se particolarmente sollecitato, può andare incontro ad una lacerazione parziale o totale. Il risultato consiste in un dolore intenso e nel sanguinamento. La lacerazione del frenulo avviene soprattutto quando non ci siano le condizioni per una sufficiente lubrificazione.

Leggi anche: Frenulo del pene: cos’è e perché la sua lunghezza è importante?

Vedi anche: foto di un pene sottoposto a frenulotomia

Rottura del frenulo: cosa fare

Rottura del frenulo: cosa fare? Se si dovesse andare incontro ad un episodio di questo genere, la prima cosa da fare consiste nel tamponare la ferita per qualche minuto. In genere tutto ciò basta per risolvere il problema.

Se invece ci troviamo di fronte ad una lacerazione più estesa, è necessario recarsi al pronto soccorso. Ricevendo le giuste cure mediche, si verrà sottoposti ad un piccolo intervento ambulatoriale, che avviene in anestesia locale.

Subito dopo l’intervento che segue la rottura del frenulo, ci si dovrà astenere dai rapporti sessuali per circa 20 giorni. Se il frenulo si lacera, ma riusciamo comunque a tamponare la fuoriuscita di sangue, è opportuno evitare i rapporti sessuali per circa 10 giorni, disinfettando in maniera adeguata la ferita, in modo che si possa giungere ad una cicatrizzazione completa.

E’ però da specificare che il frenulo può essere sottoposto ad una nuova lacerazione in seguito ad un rapporto successivo. In casi come questo si deve scegliere: lasciare che la rottura avvenga in modo naturale oppure ricorrere alla frenuloplastica. Quest’ultima è un’operazione risolutiva, che determina il superamento del problema in maniera definitiva, magari abbinando l’intervento a qualche piccolo accorgimento, come l’uso del preservativo, nel momento in cui si riprende l’attività sessuale.

In effetti la rottura del frenulo con il preservativo è più rara, ma non è detto che non avvenga. La frenuloplastica è comunque un intervento da considerare, anche perché non va trascurato il legame fra eiaculazione precoce e frenulo corto, anche se non ci sono prove decisive per questo collegamento.

Al pari dell’intervento per la circoncisione maschile, la frenuloplastica rientra fra quei tipi di interventi chirurgici da non sottovalutare per una corretta salute sessuale dell’uomo.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Andropausa (menopausa maschile): cos’è, a che età, sintomi e cura

MEDICINA ONLINE ANDROPAUSA MENOPAUSA SPERMA SPERMATOZOI EREZIONE PENE SESSO LIBIDO INTEGRATORI LIBIDO TESTOSTERONE AMORE STERILITA VOGLIA FARE VIAGRA LEVITRA AFRODISIACI OLD COUPLE CALOGli uomini, come le donne, in età avanzata provano dei sintomi caratteristici legati ad una riduzione degli ormoni sessuali. Questi cambiamenti sono inevitabili e non sono considerati una malattia perché legati al fisiologico invecchiamento dell’organismo, ma colpiscono gli individui in modo differente. Alcune persone si accorgono poco di tali cambiamenti, mentre altre ne risentono notevolmente; in ogni caso, molti degli effetti sgradevoli del processo, possono essere ridotti con dei rimedi farmaceutici.
Nelle donne la caduta della produzione ormonale avviene in modo piuttosto brusco, solitamente nel giro di qualche mese od anno tra i 45 ed i 50 anni. Le ovaie riducono drasticamente la produzione di estrogeni, la regolarità del ciclo viene meno e successivamente si interrompe del tutto (menopausa), venendo meno la possibilità di gravidanza. Durante la menopausa le donne possono anche provare:

  • vampate di calore;
  • sudorazioni;
  • cambiamenti repentini dell’umore;
  • alterazioni nella risposta sessuale, come la secchezza delle mucose;
  • riduzione nell’interesse all’attività sessuale.

Età dell’andropausa

Negli uomini la caduta della produzione ormonale è molto più graduale rispetto alle donne, e si evolve nell’arco di vari decenni tanto che i cambiamenti fisici o mentali che avvengono sono talmente graduali che possono essere facilmente non notati, specie nelle fasi iniziali, anche perché l’uomo – al contrario della donna – ha la possibilità di concepire un bambino virtualmente fino alla morte, quindi non esiste un evento come nella donna è il cessare del ciclo mestruale, a “sancire” con precisione l’andropausa.
In ogni caso la produzione di testosterone nell’uomo diminuisce gradualmente e progressivamente dai 35/40 anni in poi e tende a diminuire più velocemente dai 50, periodo in cui possiamo teoricamente inserire l’avvento dell’andropausa. Anche altri ormoni sono coinvolti, incluso l’ormone della crescita, gli ormoni tiroidei, e quelli correlati alla stimolazione dei melanociti. Con l’avanzare dell’età possono verificarsi altri cambiamenti ormonali come l’ipotiroidismo (cioè la ridotta attività della tiroide) ed il diabete. C’è comunque da ricordare che una buona alimentazione povera di grassi, l’evitare il fumo e – soprattutto – una adeguata attività fisica, tende a mantenere i livelli di testosterone il più alti possibile più a lungo: un individuo ultracinquantenne in forma e con elevata massa muscolare ha probabilmente livelli ormonali migliori di un quarantenne obeso, fumatore e diabetico.

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Sintomi e segni dell’andropausa

I sintomi e segni da carenza ormonale tipici dell’andropausa sono numerosi anche se spesso sono sfumati e/o aspecifici, per questo motivo l’andropausa non è una condizione facile da individuare con certezza. I sintomi possono coinvolgere diversi aspetti della salute dell’uomo.

Sistema cardiocircolatorio ed il sistema nervoso:

  • vampate di calore;
  • sudorazione;
  • insonnia;
  • nervosismo.

Umore e funzioni cognitive:

  • irritabilità e stanchezza;
  • diminuzione del senso di benessere;
  • perdita della motivazione;
  • scarsa energia mentale;
  • difficoltà con la memoria a breve termine;
  • depressione;
  • ridotta autostima;
  • insicurezza e facilità a preoccuparsi o spaventarsi.

Virilità

  • energia, resistenza e vigore fisico ridotti;
  • riduzione del tono muscolare.

Sessualità

  • diminuzione della libido e dell’interesse sessuale;
  • attività sessuale ridotta;
  • erezioni “povere”;
  • piacere ridotto nell’orgasmo;
  • eiaculazione debole;
  • quantità di sperma ridotto;
  • ridotta quantità di vitalità degli spermatozoi.

Caratteristiche fisiche 

  • riduzione della massa muscolare;
  • perdita dei peli del corpo;
  • obesità addominale.

Molti altri effetti si possono notare nel metabolismo e nella chimica dell’organismo, quali:

  • riduzione del colesterolo HDL ed incremento del colesterolo LDL, condizione che aumenta il rischio di sviluppo di problemi coronarici;
  • aumento della percentuale di grasso corporeo (dovuta alla diminuzione di massa muscolare);
  • osteoporosi;
  • riduzione della quantità di globuli rossi.

L’andropausa comporta cambiamenti che possono essere dannosi, in vario modo, per la salute:

  • aumento del rischio di fratture dovute all’osteoporosi e problemi cardiovascolari;
  • riduzione del benessere generale;
  • depressione;
  • insufficienze cognitive (problemi con il pensiero, la concentrazione e la memoria);
  • riduzione della forza psicologica;
  • disfunzioni sessuali.

I sintomi, i segnali e le conseguenze metaboliche dell’andropausa sono nella maggioranza dei casi reversibili e possono essere corretti con una terapia ormonale.

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Come riconoscere l’andropausa e quali cure sono disponibili?

Un basso livello di testosterone nel sangue è insufficiente per una diagnosi, anche se per avere il sospetto che si tratti effettivamente di andropausa dovrebbero essere presenti diversi sintomi e segnali fisici, in concomitanza di bassi livelli di testosterone nel sangue. Il problema si presenta nel misurare i livelli di ormoni maschili nel sangue. Sarebbe confortante pensare che una semplice analisi del sangue possa aiutare ad individuare una deficienza ormonale tipica dell’andropausa. Sfortunatamente non è il nostro caso. Non esiste un accordo comune, attualmente, per definire quali siano i livelli normali di testosterone e quali, esattamente, dovrebbero essere gli esami che permettano di rivelare una situazione di deficit di ormoni maschili.

Questo è principalmente dovuto al fatto che il “range di normalità” dei valori nel sangue è stato calcolato in base ad statistiche di casi molto ampie, che includono anche uomini in andropausa. Quindi definendo un “normale livello di testosterone” non si intende un “salutare” livello dell’ormone, ma solo quello nella media. Il testosterone viene prodotto e rilasciato nel circolo sanguigno in modo discontinuo, di solito in maggiore quantità il mattino piuttosto che nelle tarde ore della serata. Il sangue da analizzare, dunque, dovrebbe essere prelevato tra le 8 e le 10 del mattino, almeno in due giornate distinte e bisognerebbe notare delle considerevoli anomalie per poter pensare che ci sia un problema nei livelli di testosterone.

Inoltre il 60-70% del testosterone è legato ad una proteina di trasporto plasmatica chiamata SHBG. Questo genere di proteina è un modo comune tramite il quale gli ormoni vengono trasportati nel sangue, ed è un effettivo “magazzino mobile” di testosterone. Il testosterone diventa attivo solo quando il legame con questa proteina viene rotto, ed avviene di continuo. Gli uomini più anziani producono relativamente più SHBG (come avviene anche nei forti bevitori e nelle persone con disordini tiroidei). Questo porta ad una riduzione di testosterone effettivamente libero nel circolo sanguigno.

Un altro 30-40% del testosterone è invece debolmente legato ad un altra proteina chiamata albumina e rimane inattivo, quindi probabilmente il testosterone effettivamente libero corrisponde a circa l’1-2% del totale. Di qui il problema principale: la misurazione del testosterone totale non è attendibile per quanto riguarda la presenza di testosterone effettivamente libero nel sangue. Individuare il testosterone libero, in più, comporta delle analisi piuttosto costose e può essere difficile trovare dei laboratori attrezzati.

Altri esami possono essere più attendibili (per esempio l’indice FAI calcolato secondo il rapporto ((testosterone totale)/SHBG)x100). Tutto ciò riesce a confondere anche i medici. Molti dottori non pensano che l’andropausa esista in realtò, e non offrono cure in merito. Altri invece credono nella sua esistenza e la vedono ovunque.

Al momento attuale, un approccio più pratico è probabilmente il più utile. Se molti dei sintomi dell’andropausa sono presenti, ed il rapporto FAI è al di sotto della norma, un tentativo terapeutico di integrazione di testosterone fino ad un massimo di tre mesi può essere utile. Se si notano dei miglioramenti dei sintomi, e si nota che l’integrazione ha una sua efficacia, si può mantenere la cura fino a quando il risultato permane. Un effetto placebo accentuato potrebbe verificarsi con alta probabilità, perciò il miglioramento deve essere monitorato nel tempo.

Chi assume integratori di testosterone dovrebbe fare dei controlli medici regolari ogni mesi per almeno tutti il primo anno di trattamento, i quali dovrebbero includere il controllo della prostata e analisi del sangue. Dopo questo periodo tali esami dovrebbero essere effettuati almeno una volta l’anno. Il testosterone può essere assunto tramite capsule, iniezioni, cerotti, gel ed iniettori. Le capsule non sempre aumentano prontamente il livello nel sangue. Il cerotto è probabilmente il metodo più comodo per assumere testosterone, anche se è ragionevolmente il più costoso.

Per tutte queste preparazioni è necessaria la prescrizione medica. Gli effetti collaterali possono essere veri. Mal di testa, aumento del peso, acne, aggressività verso le altre persone, calvizie androgenetica sono stati segnalati in tutti i casi di assunzione di testosterone, ma sono rari se il testosterone libero rimane nei livelli di normalità. Per quanto riguarda gli effetti sulla prostata, il testosterone non dovrebbe essere somministrato a pazienti che mostrano un ingrossamento della stessa. Non si pensa che il testosterone aumenti il rischio di cancro alla prostata, in ogni caso, se già presente, può favorirne la moltiplicazione delle cellule. In quasi l’80% dei maschi ultraottantenni americani, è stata diagnosticato, post mortem, un cancro alla prostata, perciò quanto possa influire l’integrazione di testosterone sulla mortalità non è quantificabile. Il livello di colesterolo e la produzione di globuli rossi, invece, vengono influenzati. Per tale motivo è necessario mantenerli monitorati in caso di cure.

Se credi di avere un problema di andropausa, di crisi di coppia o di disfunzione erettile di origine psicologia, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, riuscirai a risolvere definitivamente il tuo problema.

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Lunghezza media pene a 15 anni: quando il pene raggiunge la massima lunghezza possibile?

MEDICINA ONLINE TESTICULAR TESTICOLI PENE PROSTATA SEX SESSO GLANDE SEMEN SPERMA BIANCO GIALLO ROSSO MARRONE LIQUIDO TRASPARENTE EIACULAZIONE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VIAGLa crescita fisica di un uomo dipende da persona a persona ed i caratteri sessuali secondari si sviluppano in base agli stimoli ormonali che si verificano durante la pubertà. I caratteri sessuali secondari sono tutte quelle caratteristiche che rendono maschi e femmine, diversi. Nei maschi tali segni comprendono: comparsa di peli sul pube, sotto le ascelle, sul petto e sul viso; timbro della voce più profondo; muscolatura più pronunciata; ingrandimento di pene, testicoli e scroto.

Quando il pene raggiunge le massime misure possibili?

Generalmente lo sviluppo del pene dura fino a 3 anni circa dopo l’inizio dello sviluppo. Lo sviluppo puberale inizia nel maschio sano generalmente tra gli 11 ed i 12 anni, quindi il pene terminerà il suo sviluppo intorno ai 14/15 anni ed è questa l’età in cui il pene in genere raggiunge le sue dimensioni massime, cioè quelle che rimarranno stabili anche nella fase adulta.

Quali sono le misure medie a 15 anni?

Le misure medie di un pene di un giovane di 15 anni sano, allo stadio terminale dello sviluppo puberale, sono:

  • 8-9 centimetri di lunghezza a riposo (flaccido);
  • 14-16 centimetri di lunghezza durante l’erezione;
  • 9-10 centimetri di circonferenza a riposo;
  • 11-12 centimetri di circonferenza in erezione.

Tali dati numerici sono tuttavia fortemente variabili in base a genetica, stato di salute, etnia ed altri parametri.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Tecniche di masturbazione femminile: 6 errori da non fare

MEDICINA ONLINE TECNICHE DI MASTURBAZIONE FEMMINILE DONNA VAGINA VULVA PUNTO G CLITORIDE MANO DITA ANO DILDO VIBRATORE LATTICE FEMMINA COME MASTURBARSI SESSO PC COMPUTER PORNOGRAFIA ONLINE.jpgQuando parliamo di tecniche di masturbazione femminile (o maschile),  non c’è mai un giusto e sbagliato. Se quel che fai ti fa provare un orgasmo intenso (ed è legale!) allora vale tutto. Il problema nasce quando non riesci a raggiungere il piacere e stai lì a chiederti le domande: «Come ci si masturba? Sbaglierò qualcosa?». Ecco i sei errori che potresti commettere quando ti masturbi, almeno secondo il parere dei membri femminili del nostro Staff. In fondo all’articolo vi consiglieremo anche una serie di prodotti economici ma ben costruiti, capaci di regalarvi ore ed ore di piacere solitario!

1) Ci provi troppo

Se ti senti sotto pressione perché punti a provare un orgasmo intenso a tutti i costi, hai meno probabilità di raggiungerlo. La  masturbazione dovrebbe avere, innanzitutto, lo scopo di provare di piacere piuttosto che di ottenere un orgasmo il prima possibile. Se tu provi tutte le tecniche di masturbazione possibili e immaginabili al solo scopo di arrivare all’orgasmo in due secondi, allora probabilmente ti stai perdendo la vere bellezza della masturbazione: la piacevole strada prima di raggiungere il climax. Concedi a te stessa il permesso di goderti il momento, e non considerare ogni attimo trascorso non avendo un orgasmo, un fallimento, alzerà la possibilità alla fine lo sia davvero, un fallimento. Prova a non fissarti sull’obiettivo finale e, invece, focalizzati solo sul toccarti in un modo che ti fa sentire bene: orgasmo o no sarà comunque bello.

2) Aspetti l’ora di andare a letto

La ragione per cui la sera ti metti a letto non è perché sei pronta per regalarti un orgasmo da favola da sola, ma lo fai perché probabilmente sei stanca morta e non vedi l’ora di rilassarti abbassando la frequenza cardiaca e non alzandola. Nessuna meraviglia quindi se qualche volta ti senti troppo stanca per riuscire a masturbarti! Oppure ti masturbi ma sei troppo stanca per provare il massimo del piacere. Perché non provare a masturbarti un po’ più presto del solito? Oppure, se proprio la sera a letto è l’unico momenti disponibile, nel corso della giornata prova a pensare all’orgasmo intenso che ti regalerai alla sera, oppure pensa intensamente ad un momento molto eccitante. Se puoi “infilare” qualche mossa preliminare durante il giorno, quando sarà ora di andare sotto le lenzuola, sarai carica e pronta a esplodere!

Leggi anche: Masturbazione femminile: è normale masturbarsi più volte al giorno?

3) Non fai gli esercizi di Kegel

Tutti non fanno che parlare dei benefici dei Kegel ma, seriamente, una volta che li avrai inseriti nel tuo allenamento giornaliero capirai il perché. Tra tutte le tecniche per migliorare il piacere sessuale (da sola o col partner), allenare i muscoli del pavimento pelvico è senza dubbio una delle migliori. Un pavimento pelvico forte equivale a orgasmi intensi. Se di recente i tuoi orgasmi son stati poco soddisfacenti, questi esercizi costituiscono il ricostituente perfetto. Puoi provare a stringere i muscoli e sollevare i fianchi se vuoi concentrarti su resistenza e durata, o eseguire brevi e veloci contrazioni muscolari per far lavorare le fibre associate con l’eccitazione. Per approfondire, leggi anche: Come fare gli esercizi di Kegel: la ginnastica pelvica per migliorare il piacere sessuale femminile e aiutare il parto

4) Non ti concedi il permesso

Sfortunatamente, i tabù che circondano la masturbazione, in particolare la masturbazione femminile, esistono da secoli. Liberati dal tuo senso di colpa: tu sei la persona che più devi amare al mondo. Quindi perché non regalarti un meraviglioso orgasmo? Non stai facendo male a niente ed a nessuno, quindi perché non farlo?

5) La tua sessualità è sempre dipesa da un partner

Siccome la masturbazione femminile è qualcosa che le donne non sentono di avere il “permesso” di fare, è possibile che ripongano la responsabilità dei propri orgasmi esclusivamente nel partner. Se hai sempre contato su altre persone per avere un orgasmo, è come se il tuo piacere appartenesse a qualcun altro. Sebbene ciò sia totalmente comprensibile, se veramente vuoi arrivarci da sola, hai bisogno di scacciare il partner dalla mente ed esplorare la TUA sessualità.

Leggi anche: Masturbazione compulsiva femminile: come smettere di masturbarsi e di guardare porno online

6) Ti chiedi qual è la maniera giusta per masturbarsi

Se sei qui forse è perché ti chiedi “come ci si masturba”. Il nostro consiglio principale è: smettila di chiederti come ci si masturba. Fallo e basta. Massaggiati, strofinati, usa oggetti… il limite è solo la tua fantasia! C’è solo un modo per esplorare la propria sessualità, ed è immergersi dentro di essa in modo naturale e libero. Prova a guardare foto, leggere letteratura erotica, guardare porno o qualsiasi cosa ti faccia sentire sexy ed attraente. E non stare a chiederti se una cosa che ti eccita da matti è stupida o no o è normale o no: è tua e tienitela stretta!

Vibratori e sex toys

Esistono una serie di vibratori, sex toys ed indumenti, che possono essere usati per ottenere più piacere e rendere più appagante la masturbazione ed il rapporto per entrambi i partner, noi vi consigliamo questi che abbiamo provato personalmente:

Vi consigliamo inoltre una serie di integratori molto utili per aumentare la libido sia femminile che maschile:

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Prostata ingrossata ed infiammata: ecco cosa fare per mantenerla in salute

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PROSTATITE BATTERICA ABATTERICA PROSTATA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneQuando la prostata è infiammata o ingrossata per diversi motivi, come ad esempio nel caso di una iperplasia prostatica benigna, si avverto sintomi molto fastidiosi, come la pollachiuria (aumentata frequenza nell’urinare), la nicturia (cioè un aumentato bisogno di urinare durante la notte), l’urgenza di urinare (la necessità di svuotare la vescica non può essere rimandata) e il bruciore durante la minzione.

Consigli per evitare l’infiammazione

Per ridurre il rischio di infiammazione della prostata, può essere molto utile seguire – oltre a quelli che vi darà il vostro medico – anche questi consigli:

  • Segui uno stile di vita adeguato. L’infiammazione della prostata molto spesso dipende o viene aggravata da un alterato stile di vita. L’attenta osservanza dei consigli di seguito riportati è indispensabile per attenuare i fastidiosi sintomi causati dalla prostatite e per evitare le recidive, che sono molto frequenti.
  • Evita alcuni cibi dannosi per il basso tratto urinario. Ad esempio: birra, insaccati, spezie, pepe, peperoncino, superalcolici, caffè, cioccolato, formaggi grassi, pesci grassi (anguilla, tonno, sgombro ), molluschi, frutti di mare, crostacei (gamberi, aragosta).
    Tutti gli alimenti elencati presentano spiccate proprietà irritanti sul basso tratto urinario (prostata e vescica).
  • Preferisci i cibi che contengono: Vitamina A(carote, albicocche, spinaci, broccoli, pomodori), Vitamina C (ribes, kiwi agrumi, fragole, cavolfiori, peperoni), Vitamina E (olio d’oliva, oli vegetali, germe di grano), Licopene (pomodori rossi), Selenio (carne, noci, tuorlo d’uovo), Zinco (carni rosse, noci, fegato), Manganese (cereali integrali, tè nero, verdure a foglie verdi). Tutti gli alimenti elencati presentano spiccate proprietà antiossidanti per cui aiutano a ridurre l’infiammazione sul basso tratto urinario (prostata e vescica).
  • Bevi almeno 1.5/2 litri di acqua al giorno. Per ridurre il peso specifico delle urine ed evitare le infezioni urinarie, che sono molto frequenti nel paziente prostatico, bere almeno 1.5/2 litri di acqua oligominerale tiepida, a piccoli sorsi, frequentemente nel corso della giornata. E’ però indicato ridurre l’introito di liquidi 2-3 ore prima di coricarsi, onde evitare di alzarsi di notte per urinare a causa di un’aumentata diuresi.

Integratori alimentari per il benessere della prostata

Qui di seguito trovate una lista di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di diminuire infiammazioni e bruciori e migliorare la salute della prostata:

La valutazione del PSA può essere effettuata anche a casa, usando un test pratico ed affidabile come quello consigliato dal nostro Staff: https://amzn.to/3xsesr0

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Consigli per la salute della prostata

Altri consigli utili per mantenere la prostata in salute, sono:

  • Regolarizza la tua funzione intestinale. La funzione dell’intestino deve essere regolare. Sia la stipsi cronica che la diarrea possono determinare fenomeni di passaggio di batteri tra intestino e prostata (circolo entero-urinario). Per migliorare la regolarità intestinale è consigliata una dieta ricca di fibre.
  • Evita una prolungata astinenza sessuale. L’attività sessuale non è nociva, anzi, se praticata con regolarità e senza esagerazione, ha effetti benefici. L’astinenza prolungata provoca infatti ristagno di secrezioni nella ghiandola prostatica ed una possibile infezione seminale; a tale proposito leggi anche: Masturbarsi regolarmente ti protegge dal cancro alla prostata
  • Evita di praticare il coito interrotto. Quando sopraggiunge lo stimolo eiaculatorio, questo va sempre assecondato e mai interrotto volontariamente, onde evitare fastidiosi fenomeni di reflusso intraprostatico del liquido seminale.
  • Pratica frequentemente attività fisica. Tutte le attività fisiche e sportive di tipo aerobico riducono la congestione della prostata e stimolano la circolazione pelvica.
  • Modera l’uso di mezzi a due ruote, come moto, scooter, bicicletta e cyclette. I microtraumi perineali possono essere responsabili di processi infiammatori prostatici. L’impiego di selle imbottite è in grado solo parzialmente di ridurre tali fenomeni.
  • Evita la masturbazione compulsiva. La masturbazione compulsiva, attuata spessissimo nella dipendenza da video pornografici su internet, può determinare una infiammazione cronica della prostata. Per approfondire: Masturbazione compulsiva e dipendenza dalla pornografia online causano impotenza anche nei giovani: colpa dell’effetto Coolidge

E’ importante, specie dopo aver compiuto i 50 anni di età, effettuare una visita medica di controllo della prostata almeno una volta all’anno. Ogni visita deve essere preceduta dal dosaggio del PSA nelle sue tre frazioni (totale, libero e rapporto libero/totale), oltre ad essere completata dall’esecuzione dell’esplorazione rettale digitale e, se occorre, dell’ecografia specialistica della prostata (con sonda transrettale); a tale proposito leggi: Esplorazione rettale digitale della prostata: fa male? A che serve?
Nei soggetti a rischio (con familiari di primo grado affetti da cancro della prostata) lo screening va iniziato più precocemente (40 anni) e va effettuato ad intervalli più frequenti.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Dieci ragazze raccontano le loro tecniche di masturbazione e come hanno iniziato

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 10 COSE NON SAI VAGINA ORGASMO CLITORIDE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari An PeneAbbiamo intervistato dieci ragazze che ci hanno raccontato le loro tecniche di masturbazione e come hanno iniziato a masturbarsi le prime volte. Ecco cosa ci hanno raccontato.

1) Vibratore al mattino

«Non ricordo bene a che età ho iniziato, forse ero alle medie. Le mie compagne mi hanno raccontato che era bello farsi delle carezze lì, così ho provato anche io. All’inizio non sapevo bene né come né dove, ma poi ho trovato la zona più piacevole: il clitoride. A dire la verità ormai mi masturbo piuttosto frequentemente (almeno quattro volte a settimana), e ho provate varie tecniche di masturbazione: uso la mano, leggo storie sexy e faccio fantasie su esperienze sessuali passate. La mia preferita però rimane la tecnica che uso la mattino, appena sveglia: prendo il vibratore che ho nel cassetto del comodino, me lo infilo dentro, lo accendo e raggiungo un orgasmo intenso nel giro di due minuti. Anche mettermi un dito nell’ano mentre raggiungo l’orgasmo mi eccita». Noemi, 21 anni.

2) Soffione della doccia

«Avevo 13 anni quando mi sono masturbata per la prima volta. Stavo guardando la tv con mia nonna un telefilm e si parlò di masturbazione. Non avevo neanche idea di cosa volesse dire ma Google mi illuminò rapidamente. Mi masturbai per la prima volta poco dopo con le dita. All’inizio fu strano. Mi toccavo solo all’esterno perché ero vergine ed avevo paura ad infilarmi un dito nella vagina, per paura di sverginarmi da sola. Nel corso degli anni ho poi provato varie tecniche di masturbazione. La mia preferita ora è usare il soffione della doccia. E sono anche velocissima: mi metto il balsamo, e nei due minuti in cui lo faccio agire, mi stimolo con il getto dell’acqua calda. Funziona! ». Sonia, 17 anni.

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3) Cuscino tra le gambe

«Ho cominciato a sperimentare con la masturbazione, sapendo quello che stavo facendo, quando andavo alle medie, intorno ai 13 anni. Ero in bagno. Ero un po’ nervosa nei confronti della cosa ma quando ho provato, ho sentito un po’ di piacere e così sono andata avanti. Di solito lo faccio prima di andare a letto, così mi rilasso e mi addormento meglio. Per un po’, le mie tecniche di masturbazione si sono concentrate solo su un modo: mettermi un cuscino tra le gambe e strusciarmici contro. A pensarci col senno di poi lo facevo anche prima di sapere che quella cosa si chiamasse “masturbazione”: mi faceva piacere e lo facevo, punto. Solo verso i 15 anni ho cominciato a farlo senza cuscino, usando mani ed oggetti allungati. Non  mi sento in colpa: ci sono così tante buone cose che derivano dall’avere un orgasmo per cui, perché no? Hai bisogno di imparare cosa ti piace e imparare a capire te stessa prima che possa farlo qualcun altro». Anna, 21 anni .

4) Un dito sul clitoride, uno in vagina

«Mi masturbo ormai da dieci anni, da quando ne avevo 14, e ormai ho una tecnica consolidata: la sola stimolazione clitoridea non mi basta. Cioè, è sufficiente per raggiungere l’orgasmo, ma a me piace anche molto sentire le contrazioni che ho dentro la vagina. Così quando sto per raggiungere l’orgasmo stimolando il clitoride con un dito, mi infilo dentro un dito dell’altra mano. A volte mi basta anche correre ed avvicinare le cosce in modo che premano leggermente per eccitarmi: in questo senso si può dire che a volte mi masturbo anche quando vado in palestra e sto sul tapis roulant, soprattutto se di fronte a me c’è un bel ragazzo che si allena. Mi eccita sapere che nessuno attorno a me sospetti che in quel momento io stia godendo!». Monica, 25 anni.

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5) Lo specchio

«Mi masturbo da quando avevo 12 anni. Era estate e vidi per caso il pene di mio cugino di un anno più grande di me, mentre si cambiava. La cosa mi turbò, ma ogni volta che ci ripensavo sentivo un calore strano e mi piaceva strusciarmi sul materasso e sul cuscino. Ultimamente non riesco a fare a meno dello specchio. Quando mi masturbo, mi piace da morire mettermi seduta davanti allo specchio, con le gambe aperte e guardarmi venire mentre mi masturbo con un vibratore. Ne uso uno che mi stimola l’interno della vagina, ma anche il clitoride. Non sbaglio mai un colpo con quello». Chiara, 27 anni.

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6) Protagonista: il clitoride

«Ho iniziato tardi a masturbarmi, quando avevo circa 17 anni. La mia è una famiglia molto religiosa ed ho sempre avuto paura di fare peccato. Ho avuto il mio primo orgasmo dopo alcune volte che ci provavo, chiusa in bagno o sul letto quando i miei genitori erano fuori casa, e da lì è diventato qualcosa che dovevo fare ogni notte, prima di addormentarmi. La mia tecnica è abbastanza banale: mi inumidisco le dita e con esse mi stimolo il clitoride. Per me è infallibile ed è la cosa che mi fa stare meglio. Con la stimolazione vaginale non ho mai provato lo stesso piacere. Non ho mai provato ad usare sex toys, anche se un paio di volte ho usato un grosso pennarello per masturbarmi». Giovanna, 19 anni.

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7) Video pornografici

«Lo ammetto, mi masturbo almeno una volta al giorno. Lo faccio da quando avevo 11 anni. Mi stavo lavando i genitali ed ho notato che insistendo sul clitoride provavo piacere. È difficile per me immaginare le cose e basta, quindi per eccitarmi spesso guardo i video pornografici sul mio smartphone mentre mi stimolo con le dita. Tra tutte le tecniche di masturbazione che ho provato, questa è in assoluto la mia preferita. Mi piace farlo anche quando sono all’aperto, ad esempio in un parco seduta su una panchina, lontano da sguardi indiscreti». Francesca, 22 anni.

8) Vibratore

«Mi masturbo più o meno da una a tre volte a settimana. A 12 anni, salendo su un albero per gioco, ho notato che la pressione del ramo sui genitali mi procurava piacere, quindi, senza sapere perché, ho iniziato a strusciarmi addosso agli oggetti, come cuscini, giocattoli, peluche. La mia tecnica di masturbazione preferita? Fino a qualche tempo fa usavo le dita o il soffione della doccia. Poi mi sono comprata un vibratore su Amazon: con quello vengo in un minuto al massimo. Mi piace anche farlo con il mio ragazzo che mi guarda mentre lo faccio: si eccita anche lui e si tocca insieme a me». Marica,18 anni.

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9) Video pornografici e cuscino

«La prima volta che mi sono masturbata avevo circa 10 anni. È stato quasi per caso. Era estate, ero vestita leggera ed avevo messo un cuscino tra le gambe per evitare che mi si appiccicassero l’una all’altra a causa del sudore e un attimo dopo ho iniziato a sfregarmi sul cuscino, senza sapere bene perché. Era piacevole, quindi ho iniziato a farlo con tutti i cuscini di casa. Poi ho affinato la tecnica e ora comincio iniziando guardando qualche filmato pornografico su internet, ma poi prendo sempre in mano il cuscino e mi ci struscio contro. Il mio fidanzato è bravo a toccarmi, ma farlo da sola per me è più piacevole». Federica, 24 anni.

10) Accavallare le gambe al lavoro

«Mi sono imbattuta nella masturbazione quando avevo 12 anni. Ho aspettato di essere sola a casa. Usai un dito per strofinare il clitoride molto velocemente e fortemente perché pensavo che si dovesse fare così, in base ai racconti delle mie compagne di scuola. Invece con il tempo ho scoperto che su di me funzionano molto di più i movimenti più lenti e circolari intorno al clitoride. Il movimento deve essere delicato e solo quando sto per raggiungere l’orgasmo deve aumentare di ritmo e forza. Mi piace usare tutte le dita insieme a premere sul clitoride e non un dito solo. Recentemente ho imparato che mi basta accavallare le gambe e premere a ritmo per provare piacere: lo faccio anche quando sto al lavoro». Laura , 22 anni.

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L’uomo moderno non più macho: la dipendenza dalle donne

MEDICINA ONLINE COME RICONQUISTARE EX RAGAZZA RAGAZZO FIDANZATA FIDANZATO MARITO MOGLIE MATRIMONIO COPPIA DIVORZIO SEPARATI SEPARAZIONE AMORE CUORE FIDUCIA UOMO DONNA ABBRACCIO LOVE COUPA differenza di quella femminile, la dipendenza affettiva maschile è più mascherata e più drammatica. Un motivo è quello familiare e culturale: l’uomo è spinto a controllare le sue emozioni e gli affetti perché deve apparire forte. Come si esprime la dipendenza maschile? Essa si esprime attraverso tre diversi comportamenti:

  • La ricerca del potere
  • La paura di legarsi ed impegnarsi
  • La freddezza, tecnicamente “l’anaffettività”.

Il potere

L’uomo dipendente cerca di dominare e di imporsi nel rapporto di coppia. Il potere è uno strumento che utilizza per nascondere al mondo la sua fragilità e cioè il suo personale bisogno di dipendenza ed è per questo motivo che cerca partner bisognosi di cure e affetto. Finché il partner accetta di recitare la parte del “debole”, il rapporto può mantenere un equilibrio. Se questi, spontaneamente o per effetto di un cambiamento, inizia a conquistare una maggiore autonomia o ricerca la parità, l’altro cerca di respingerlo nella condizione di dipendenza attraverso la manipolazione psicologica, tentando cioè di provocare nel partner dei sensi di colpa. Se il “debole” insiste nella rivendicazione, c’è il rischio che l’uomo prima s’incattivisca, minacciando l’abbandono, e poi, di fronte ad un processo irreversibile, crolli miseramente aggrappandosi ad essa.

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La paura di legarsi

Gli uomini – in genere – si vantano di essere indipendenti e liberi, cercano la libertà e rifuggono i legami eppure è raro che non abbiano legami. I legami poi o s’interrompono precocemente in nome della libertà o sono portati avanti, ma il partner è vittima di manipolazioni psicologiche e/o deprivazione affettiva. Quest’atteggiamento porta le donne a giudicare uomini del genere “figli di p…”. L’accusa però è impropria. Primo, perché in genere gli uomini che hanno non si vogliono legare hanno avuto madri iperprotettive e gelose. Secondo, perché “non lo fanno apposta”; l’uomo è in buona fede nel momento in cui entra in relazione e sente che quella è la donna giusta. Il problema si pone se l’uomo sente che il sentimento potrebbe condurlo a “qualcosa d’importante” e la paura raffredda ogni sua passionalità ed intenzione sentimentale.

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L’anaffettività

L’anaffettività è tipica di quegli uomini che invece cedono al bisogno di relazione, ma poi compensano la propria paura con un atteggiamento che non dà spazio al calore, alla tenerezza, ai gesti affettuosi. Quest’atteggiamento spesso porta all’esasperazione la partner perché è come se l’uomo stesse con lei per farle un piacere, ma manifestamente “scoglionato”. L’uomo anaffettivo inoltre è facilmente riconoscibile dal fatto che svaluta la sua partner. La strategia inconscia che sottende quest’atteggiamento è rivolta a convincere la partner di non avere alcun valore e, pertanto, di essere fortunata d’avere accanto un uomo il quale, nonostante i suoi difetti, la tollera. Tale strategia è ovviamente funzionale a evitare l’abbandono. Se essa funziona, di fatto, la donna finisce con lo svalutarsi, e di solito questo comporta l’insorgenza di disturbi di vario genere, ma soprattutto alla depressione.

Se la partner non ha una personalità depressiva e si oppone ai tentativi di squalifica del partner, avanzando una serie di rabbiose contestazioni volte a evidenziare i difetti dell’altro, quest’ultimo si arrabbia, passa gran parte del tempo a dire che lui è fatto così, se non le va bene può andarsene, tanto lui non ne ha bisogno e non sa che farsene. Intanto, ovviamente, continua a “pretendere” di essere accudito e più si sente debole e minacciato più aumentano le recriminazioni. Se la donna, alla fine, non ce la fa più e si allontana, i tentativi di ricondurla al suo posto sono incessanti, ma non si associano mai alla confessione dell’affetto e del bisogno. Quando essi riescono vani, e l’uomo non ce la fa ad avviare un altro rapporto con le stesse caratteristiche del precedente o, al limite, a rifugiarsi presso la madre, si danno paurosi crolli dell’identità personale.

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L’uomo e la ricerca della seconda mamma

Se si osserva oggettivamente il comportamento di un uomo a casa, si nota come essi esprimano un bisogno di affidamento totale alla partner femminile: farsi accudire (cibo, pulizia della casa, lavaggio e stiratura degli abiti, ecc.) a richieste ingiustificabili (farsi allungare un oggetto a portata di mano, chiedere dove stanno le cose, ecc.). Comportamenti del genere sono intollerabili per alcune donne, perché essi sono letti come impositivi e prepotenti. La prepotenza di fatto è oggettiva. Il motivo alla base di questo comportamento è che l’uomo ha bisogno di sondare la disponibilità della partner da un punto di vista “pratico” nei suoi confronti e da questa disponibilità ne ricava conferme affettive, così come la donna le donne le ricava dalle attenzioni, dalle tenerezze e dalle espressioni di affetto. La natura “mammona” dei maschi italiani in particolare è un luogo comune, ma molto più concretamente occorre riconoscere che, almeno nel contesto culturale italiano, parecchi figli maschi sono curati, iperprotetti e idolatrati dalla madre.

L’iperprotezione materna condiziona i figli a dipendere da una figura femminile, e ciò esaspera le donne evolute, soprattutto se esse lavorano, si tratta di un vero e proprio handicap, che si rende evidente in due circostanze; la partner si ammala, ha dei disturbi psicosomatici che esprimono il suo bisogno di sottrarsi al ruolo di madre. In tale circostanza, l’uomo si aggira per la casa come un cane bastonato, scopre, con frustrazione e con rabbia, la sua scarsa dimestichezza coi fornelli, con la lavatrice, col ferro da stiro, ecc. Le donne masochiste alla fine si trascinano fuori dal letto e continuano a fare le mamme affrante, le donne combattive invece assumono atteggiamenti più sadici, ma rischiano di aggravare ancor più la loro condizione fisica.

La seconda circostanza si realizza quando la donna, stanca di fare da madre e da serva all’uomo, decide di separarsene. Le conseguenze di questa decisione sono varie. Alcuni uomini, che non hanno mai manifestato un attaccamento particolare alla partner, crollano, si aggrappano a lei, la scongiurano di non lasciarli soli e promettono di cambiare. Altri si appellano a parenti ed amici per indurre un ripensamento nella partner, la colpevolizzano fino al giorno della comparsa di fronte al giudice. Altri reagiscono con indifferenza e con ma questo atteggiamento dura finché essi non capiscono che è finita per sempre. Quando avviene questa presa di coscienza, il comportamento indifferente si converte in uno dei due descritti in precedenza. Il problema è che gli uomini, non meno delle donne, sono vittime di una tradizione che impone loro di controllare le emozioni e l’affettività e di vergognarsene profondamente. La vergogna, è accentuata dal comportamento iperprotettivo delle madri italiane che, nell’intento cosciente di privilegiarli, finiscono, di fatto, con il determinare nei figli un bisogno incoercibile di dipendenza da una figura femminile.

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