L’ecografia dinamica peniena, anche chiamata ecocolordoppler penieno, è una indagine utilizzata nella diagnosi della disfunzione erettile (impotenza). Sfrutta sonde ad alta frequenza (7.5-13 MHz) con modulo colordoppler, che permette di analizzare il flusso sanguigno del pene. L’esame non è pericoloso per la salute, visto che – al contrario della radiografia – si usano ultrasuoni e non radiazioni ionizzanti, tuttavia presenta il rischio di complicanze ed è considerato molto fastidioso dai pazienti.
Perché si chiama “dinamico” e quali farmaci vengono usati?
Il termine “dinamico” indica il fatto che durante l’esame si usano farmaci vasoattivi, come la papaverina e/o la prostaglandina PGE1 (Alprostadil – Caverject) iniettati direttamente nei corpi cavernosi del pene per indurre un’erezione. Si effettua quindi l’ecografia in condizioni basali e ripetendola ad intervalli prestabiliti dopo l’iniezione dei farmaci e ciò permette di studiare:
- stato di dilatazione delle arterie cavernose;
- velocità di afflusso del sangue all’interno dei vasi sanguigni penieni;
- i corpi cavernosi a riposo ed in erezione;
- morfologia del pene.
Oltre all’iniezione di farmaci, in alcuni casi il paziente visiona filmati erotici capaci di stimolare l’erezione.
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Quando si esegue e per chi è indicato?
L’ecocolordoppler penieno è generalmente indicato quando, esclusa una disfunzione erettile su base psicologica, si sospetta una disfunzione erettile causata da alterazioni vascolari (frequente in soggetti con aterosclerosi, diabete, ipertensione arteriosa). L’esame in genere viene prescritto quando le terapie orali per la disfunzione erettile (come il Viagra) non abbiano funzionato.
Come si svolge l’esame?
Il paziente è in decubito supino (cioè sdraiato a pancia in su) con il pene appoggiato alla parete anteriore dell’addome. Sul pene si passa una sostanza tipo gel per favorire gli ultrasuoni. Il medico passa sul pene la sonda ecografica. Il medico effettua una iniezione sul pene, che dovrebbe determinare una erezione, e passa nuovamente la sonda ecografica ad intervalli regolari.
Vedi anche: FOTO DI INIEZIONE SUL PENE
Quanto dura l’esame?
L’esame in sé richiede circa 20 – 30 minuti, salvo situazioni specifiche in cui il medico ha bisogno di più tempo per studiare situazioni anatomiche particolari.
Cosa succede al termine dell’esame?
Al termine dell’esame il paziente può tornare alle proprie attività giornaliere senza problemi. Può guidare. L’erezione indotta farmacologicamente può durare circa un’ora. Può perdurare un senso di fastidio al pene dovuto all’iniezione, che dovrebbe sparire in alcune ore.
L’esame è doloroso?
La parte dell’esame che include il passaggio della sonda ecografica non è dolorosa, tuttavia l’iniezione intracanvernosa dei farmaci è considerata “fastidiosa” (in alcuni casi “dolorosa”, secondo alcuni “estremamente dolorosa”) dalla maggior parte dei pazienti.
Quali i rischi e le complicanze?
Una possibile complicanza è il priapismo: un’erezione che dura oltre il tempo di efficacia del farmaco (cioè circa 1 ora) e che può diventare anche molto dolorosa. Il priapismo può essere trattato mediante iniezione di intracavernosa di etilefrina, ma in alcuni rari casi può richiede la detumescenza chirurgica. In rarissimi casi, l’iniezione può determinare danni più o meno gravi alle strutture del pene.
In caso di risultati positivi, quali altri esami sono necessari?
Le ecografia riscontra qualche danno, il medico potrebbe aver bisogno di altre indagini diagnostiche, come:
- ecografia prostatica transrettale;
- cavernosometria;
- cavernografia dinamica;
- arteriografia selettiva dinamica delle arterie peniene.
Queste indagini non sono sempre necessarie e, essendo alcune invasive e più rischiose, si usano solo quando l’ecografia peniena non sia riuscita a sciogliere il dubbio diagnostico. Per approfondire: Disfunzione erettile: arteriografia, cavernosometria, cavernosografia, esami neurofisiologici
Sullo stesso argomento, leggi: Disfunzione erettile: ecografia colordoppler dinamica del pene
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Le fantasie sessuali, sono con ogni probabilità la più comune e privata forma di esperienza sessuale dell’essere umano. Sono quei pensieri a sfondo sessuale, che insorgono in modo spontaneo o riflesso, in pratica scattano anche da sole, quando uno meno se le aspetta! Di che tipo sono? Ci sono tante fantasie sessuali quanti gli individui, un po’ come le impronte digitali, e tante diverse in ogni individuo stesso! Hanno una funzione importantissima. Potremmo considerarle un afrodisiaco potente, inesauribile a costo zero: accendono il desiderio erotico, mantengono l’eccitazione durante il rapporto, arricchiscono di stimoli imprevedibili e gustosi la sessualità umana.
Una
E’ scientificamente provato che gli uomini hanno un diverso approccio nei riguardi della donna nel momento in cui devono sceglierla come compagna o come semplice amante: se l’uomo cerca un rapporto duraturo e stabile punterebbe a concentrarsi sul viso della donna, nel caso in cui sia solo interessante ad un’avventura o ad una notte di sesso, allora la sua attenzione sarà focalizzata prevalentemente sul suo corpo. I ricercatori che hanno portato avanti questo studio, hanno sottolineato che i maschi, nel momento in cui si soffermano solo sulle curve di una donna, mettono in azione i loro istinti primordiali e vanno alla ricerca di quei richiami che sappiano stimolare e garantire le loro qualità riproduttive, esattamente come accade nel mondo animale. La dottoressa Jaime Confer, che ha portato avanti questi esperimenti, spiega: “La priorità dell’uomo cambia a seconda di ciò che vogliono in una compagna, con i tratti del viso che assumono maggiore importanza quando l’obiettivo è una relazione a lungo termine”. Tutto sommato queste ricerche, seppur condotte con serietà e rigore, non ci dicono nulla di particolarmente rivoluzionario. Magari servono solo a confermare regole note a tutti!
L’orgasmo è una situazione psicofisica che porta l’individuo, sia di sesso maschile che femminile, a vivere il massimo grado dell’espressione del piacere erotico-sessuale. Esso è inoltre la parte finale del cosiddetto ‘ciclo di risposta sessuale’ che si compone di tre fasi più una:
Solitamente gli uomini, al contrario delle donne, si preoccupano molto poco delle adiposità localizzate del proprio corpo, ma c’è una eccezione: l’accumulo di grasso a livello del pube.
che io chiamo “effetto iceberg”. In un iceberg la punta visibile è solo una piccola parte del ghiaccio che lo compone, mentre la maggior parte di esso giace nascosto sotto il mare, esattamente come buona parte della base del pene giace nascosta sotto il grasso pubico. Il tessuto adiposo in sede pubica determina un accorciamento visivo del pene, poiché il grasso accumulato tende a ricoprire parte della base del pene “rubando” visivamente vari centimetri ad esso. La lunghezza organica del pene non è in questo caso effettivamente più corta, ma il pene appare più corto alla vista perché parte di esso è ricoperto dal grasso. L’adipe a livello del pube non rappresenta un problema solo dal punto di vista “visivo”, ma anche funzionale dal momento che l’accumulo adiposo causa – durante il rapporto sessuale – una minore profondità di penetrazione con minore stimolazione della partner e minore soddisfazione sia dell’uomo che della donna.
La masturbazione ancora oggi è un tabù per molti, soprattutto se si parla di masturbazione femminile, eppure masturbarsi – saltuariamente e
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