Aumentano i bimbi col morbillo: colpa delle campagne anti-vaccinazione diffuse su internet

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO VACCINO BAMBINI PUNTURA INIEZIONE SPALLASono oltre mille, da inizio anno , i casi di morbillo fra i bambini. Un numero in aumento, che preoccupa i pediatri riuniti a Palermo, al congresso italiano di pediatria. «Nel mese di aprile 2014 – segnala il dottor Alberto Ugazio, direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica del Bambin Gesù di Roma e presidente della Commissione vaccini della Società Italiana di Pediatria – sono verificati 236 casi, portando a 1.047 quelli segnalati dall’inizio dell’anno, in notevole aumento rispetto al corrispondente periodo del 2013 quando si registrarono poco più di 700 casi»”. Nel 2013 vi sono stati circa 2.200 casi complessivi di morbillo, «ma a fine 2014 c’è da aspettarsene molti di più perché i dati ad oggi disponibili non comprendono il periodo maggio-giugno, quando non si è ancora esaurito il picco stagionale».

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Teoria del Tempo Fantasma: 297 anni di storia non sono mai esistiti, ora siamo nel 1717

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO OROLOGIO TEMPO MINUTI ORE RITARDO (2)Ognuno di noi, fin dalla propria nascita, dà per scontato il calendario. Non viene messo mai in discussione: la data che Continua a leggere

Banane anticancro: torna sul web la bufala della “cura miracolosa”

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica BANANE ANTICANCRO WEB BUFALA CURA Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Pancia Sessuologia Sesso Pene Laser Filler Rughe BotulinoBanane anticancro? Sul web gira da tempo una notizia secondo cui il frutto maturo, con la buccia piena di macchioline marroni, avrebbe la capacità di combattere le cellule cancerose secondo una non meglio specificata “ricerca giapponese”, che avrebbe lanciato la straordinaria scoperta. Peccato che sia una bufala già smentita varie volte. La ricerca in questione, condotta da Haruyo Iwasawa e Masatoshi Yamazaki, della facoltà di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Teikyo, risale al 2009 ed è stata pubblicata su Food Science and Technology Research. Nell’articolo, i due ricercatori non parlano mai apertamente di una vera e propria azione anticancro delle banane: si tratterebbe piuttosto di una conclusione azzardata da terzi.

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Carne di cane: approvata la commestibilità ed il commercio in Italia?

MEDICINA ONLINE BANCARELLA MERCATO STRADA FRUTTA VERDURA VENDITA SOLDIApprovata la commestibilità e il commercio in Italia di carne di cane. Ma… è davvero così?? Continuate a leggere prima di gridare allo scandalo!

“La storia di questo prodotto alimentare (il cane), e le implicazioni culturali e legali del suo consumo variano notevolmente da paese a paese. Nel 2014 entrerà in vigore la certificazione Europea di commestibilità richiesta dalla società “Xinshipu Ltd” che consentirà la macellazione dei cani.”

Gira da qualche giorno e, nemmeno a dirlo, E’ UNA BUFALA RICORRENTE!

Ripeto per chi non avesse capito: E’ UNA NOTIZIA COMPLETAMENTE FALSA!

La fonte della «notizia» è il mitico Corriere del Mattino, specializzato nel genere, che ci racconta che:

“La carne di cane è un alimento consumato in diversi paesi del mondo (in particolare in Asia Orientale e Oceania) dove alcune razze canine sono allevate appositamente per lamacellazione. La storia di questo prodotto alimentare, e le implicazioni culturali e legali del suo consumo variano notevolmente da paese a paese. Nel 2014 entrerà in vigore la certificazione Europea di commestibilità richiesta dalla società “Xinshipu Ltd” che consentirà l’importazione di carni congelate di cane d’allevamento per i fruitori cinesi e la commercializzazione legale nei Supermarket gastronomici etnici.”

Niente di vero

In realtà sia la «certificazione Europea di commestibilità» che la Xinshipu Ltd non esistono! In ogni caso l’Unione Europea non ci pensa proprio a fare una cosa del genere e c’è da dire che da diverso tempo una bufala simile sta girando anche sui siti statunitensi. Come raccontano gli autori di “Bufale un tanto al chilo”, quelli del Corriere del mattino e del Giornale del corriere sono intenti in un gioco tutto loro:

«Ho avuto modo (credo) di chiacchierare online con uno degli ideatori del sito bufalaro (fan della nostra paginetta FB), da ora in poi definiti bufalocomicari. Il loro intento pare esser quello di dimostrare agli amici, che condividevano bufale reali, come sia facile realizzare e far girare notizie inventate. La cosa ha preso loro mano, e si stanno evidentemente divertendo come pazzi, dopo la nostra iniziale sbufalata (e credo di altri) hanno iniziato a pubblicare sia notizie inventate a tavolino che roba buona… così da confondere le acque ancora un po’… ma l’intento rimane quello…»

Un divertimento

Dimostrazione riuscita, le patacche prodotte da questo gruppo di burloni dilagano regolarmente senza freni, superando di slancio anche le «verifiche» che dovrebbero precedere la pubblicazione di notizie di tal genere su vere e proprie testate giornalistiche. L’originalità di queste storie poi fa il resto e il target di riferimento apprezza tantissimo, tanto che spesso ottengono migliaia di convinte condivisioni in rete, molto di più di quanti le ripropongano per smentirle. Ricordiamo comunque che in effetti, in alcuni Paesi del mondo, il cane è effettivamente considerato commestibile, come in Cina, nel Vietnam, nella Corea del Sud ed in diversi stati africani come Nigeria e Namibia (le foto in questo articolo sono reali).

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Quali sono le sigarette che fanno più male alla salute? E quelle che fanno meno male?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FUMA SIGARETTA NICOTINA TABAGISMO TOSSICODIPENDENZAQuali sono le sigarette che fanno più male alla salute?

Fumare fa male. Sempre. Ma quali sono le sigarette che fanno più male alla salute? Tanto per cominciare, fumare appena svegli aumenta enormemente il rischio di ammalarsi di tumore alla bocca e ai polmoni. Lo dimostra uno studio della Penn State University, pubblicato recentemente sulla rivista Cancer, Epidemiology, Biomarkers and Prevention che ha valutato i dati di circa 2000 fumatori americani. In particolare, i ricercatori hanno analizzato i livelli nelle urine di biomarcatori specifici della presenza di cancerogeni dovuti alla combustione del tabacco. Dall’analisi è così emerso che il tasso di sostanze nocive in chi fuma entro i primi cinque minuti dal momento del risveglio è il doppio rispetto a chi aspetta almeno un’ora prima di prendere in mano una sigaretta. Fumare fa male, ma fumare appena svegli fa ancora più male.

Leggi anche: Smettere di fumare: quanto e per quanto tempo ingrasserò? L’esperienza mia e dei miei pazienti

Quali sono le sigarette che fanno meno male alla salute?

Risposta facilissima: quelle che non fumi! Delusi dalla risposta? Vi assicuro che è la risposta scientificamente più corretta che si possa dare. Ed è incredibile come, sui forum sparsi per internet, a questa domanda rispondono mediamente gli utenti (clicca qui se vuoi qualche esempio di falsità che gira su internet a proposito delle sigarette).  Volendo potete provare con la sigaretta elettronica che in teoria fa meno male delle sigarette normali (dico “in teoria” perché i dati a nostra disposizione sono ancora insufficienti per poterlo dire con certezza). Ma il mio consiglio è di smettere completamente visto che con la sigaretta elettronica correte il rischio di tornare prima o poi a fumare le sigarette standard in una quantità maggiore rispetto a prima.

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Polifenoli, erbe medicinali e staminali: funzionano realmente contro il diabete?

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MEDICINA ONLINE LABORATORIO RICERCA OSPEDALE SCIENZA SCIENZIATO MICROSCOPIO FARMACI CHIMICA TEST ESPERIMENTO ANALISI CLINICHE LABORATORYCome tutte le malattie in rapida diffusione anche il diabete, soprattutto quello di tipo 2 che viene acquisito con gli anni ma anche il tipo 1 che si sviluppa già nei primi anni di vita, sta dando vita a un florido mercato di terapie, test diagnostici e rimedi ‘anticonvenzionali’ senza nessuna base scientifica e potenzialmente pericolosi per i pazienti. A ‘censirli’ sono stati gli esperti della società italiana di Diabetologia, durante il congresso ‘Panorama Diabete’ che si è tenuto a Riccione.

LE BUFALE CONTRO IL DIABETE

Uno degli inganni principali utilizza una parola molto in voga in questo periodo, ‘nutraceutica’, per propagandare sostanze teoricamente in grado di prevenire e curare il diabete, ma che possono nascondere dei rischi. ”Con la promessa di risultati miracolosi – spiega Rosalba Giacco, membro del Consiglio Direttivo della Sid – sempre più pazienti affetti da diabete e malattie cardiovascolari si sono avvicinati all’utilizzo di prodotti come nutraceutici, fitofarmaci e altri integratori. Forti e consolidate sono attualmente le evidenze scientifiche relative all’utilizzo di nutraceutici quali pectine, β-glucani e amido resistente o dei fitosteroli e degli acidi grassi polinsaturi della serie omega-3. Incerte o assenti sono, invece, le evidenze relative agli effetti dei polifenoli e di erbe medicinali quali ginseng, cipolle, aglio, cannella”. Si richiamano invece alle più recenti scoperte i test del DNA che dovrebbero predire i rischi di diabete di tipo 2 e delle altre malattie cardiovascolari, ma nella realtà al di fuori dei laboratori non hanno una grande utilità.

STORIE E MITI

”Non tutti i marcatori che sono stati fino ad oggi identificati sono poi utilizzabili nella pratica – sottolinea Vincenzo Trischitta dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma – e soprattutto, aggiunti ai modelli di predizione che già esistono, che costano poco e sono ben collaudati, non migliorano il modello”. Ancora più pericolose sono le presunte terapie a base di staminali, che sono in sviluppo nei laboratori di tutto il mondo, e che secondo gli esperti in futuro daranno la possibilità di eliminare la malattia, ma che al momento non sono state introdotte nella pratica clinica, anche se impazzano cliniche e ospedali pronti a somministrarle.” Da più parti si sta cercando di far passare il concetto che la terapia con cellule staminali sia un po’ la panacea per tutta una serie di malattie croniche – sottolinea Piero Marchetti dell’Università di Pisa – Di qui il caso di un centro tedesco verso il quale si stava creando una migrazione di ‘viaggiatori della speranza’ che pensavano di trovare la soluzione ai loro mali. Finché si sono verificati dei decessi e solo a quel punto tutto è stato fermato”.

Articoli sul diabete:

Articoli sul prediabete:

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La bufala della frutta in scatola contaminata col virus dell’AIDS

MEDICINA ONLINE FRUTTA NATURA SETE BERE SUCCO ARANCE AGRUMI LIMONI POMPELMI VITAMINE DIETAIn internet sta girando un messaggio-bufala secondo il quale vi sarebbero in circolazione delle confezioni di  frutta in scatola tailandesi deliberatamente infettate con l’HIV. Nel messaggio c’è scritto di non comprare qualsiasi di tipo di marmellata proveniente da quel paese: rambutans, longan, lychee, perché più di 200 pazienti infetti dal virus sarebbero stati obbligati a far gocciolare il proprio sangue nei cibi in scatola. Secondo quanto riportato dal messaggio, il Ministero della salute avrebbe confermato questo fatto e avrebbe ordinato di ritirare i cibi in scatola dalla circolazione. La bufala è stata smascherata da Hoax Slayer.

LA BUFALA

Ovviamente si tratta di una bufala: la storia non assolutamente credibile e non vi è nessun rischio di essere infettati dal virus dell’HIV, che notoriamente non sopravvive al di fuori dell’organismo. Questa storia non è altro che una delle numerose sull’AIDS che circolano da anni: tempo fa c’era la Pepsi contaminata con l’Aids, poi è arrivato il turno del ragazzino morto dopo aver mangiato cibo che conteneva il sangue infetto di un cuoco con l’HIV, poi è arrivato il turno delle bottiglie di ketchup contaminate con il sangue. Chi ha diffuso questa notizia quindi, è solo uno dei tanti che sta cercando di creare scompiglio.

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I deodoranti che contengono alluminio causano il cancro al seno?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO ASCELLA UOMO PUZZA SUDORE SEBO SPRAY COSMETICI PROFUMODa alcuni anni gira su internet un messaggio di tale dottoressa Gabriela Casanova Larrosa Dell’Universita’ dell’Uruguay che lega l’uso di antitraspiranti contenenti  “chloridrato di alluminio” al cancro al seno. Ma sarà vero? In questo momento non esiste alcuna conferma scientifica seria dell’affermazione che deodoranti o antitraspiranti causino il cancro al seno o che addirittura l’utilizzo di tali prodotti sia “la causa principale del cancro al seno” come dice l’appello.

Una smentita molto autorevole a quest’accusa proviene dall’American Cancer Society. Secondo l’ACS, “vi sono moltissimi studi epidemiologici estremamente rigorosi riguardanti i fattori di rischio del cancro al seno, pubblicati nelle riviste mediche. Non siamo al corrente di nessuno di questi studi che dimostri o anche soltanto suggerisca che l’uso di antitraspiranti sia un fattore di rischio per il tumore al seno, men che meno la sua ‘causa principale’”.

Conferme scientifiche cercansi

Per quel che mi risulta, esiste una sola pubblicazione scientifica che suggerisce un possibile legame fra deodoranti/antitraspiranti, depilazione delle ascelle e tumore al seno: è stata pubblicata a dicembre 2003 dallo European Journal of Cancer Prevention, Volume 12, pp. 479-485. Si intitola “An earlier age of breast cancer diagnosis related to more frequent use of antiperspirants/deodorants and underarm shaving” ed è consultabile sul sito dell’EJCP.

Si tratta di uno studio retrospettivo di Kris McGrath, un allergologo di Chicago. È importante notare il termine “retrospettivo”, perché fa molta differenza. Nei test normali, un gruppo di persone viene esposto alla sostanza da testare in condizioni rigorosamente controllate, di norma con un “gruppo di controllo”, ossia un altro gruppo analogo di persone che non viene esposto alla sostanza. In uno studio retrospettivo, invece, ci si basa sul ricordo delle persone, che può essere impreciso. Vi ricordate esattamente a che età avete iniziato a usare deodoranti? Avete sempre usato deodoranti contenenti alluminio cloridrato? Da che età vi depilate le ascelle?

Comunque sia, persino questa pubblicazione conclude piuttosto blandamente, affermando che “la depilazione delle ascelle, in combinazione con l’uso di antitraspiranti/deodoranti [notare l’inclusione dei deodoranti, che invece l’appello dichiara innocui] potrebbe avere un ruolo nel cancro al seno. Non è chiaro quale di questi fattori sia coinvolto. La letteratura esaminata suggerisce l’assorbimento di sali di alluminio, facilitato dal danneggiamento della barriera cutanea. Sono necessarie indagini con gruppi di controllo [in cui si confrontano persone esposte alla sostanza e persone non esposte] prima di consigliare abitudini igieniche alternative per l’ascella”. Lo studio di McGrath è discusso anche in un’intervista per la NBC. Per contro, nel 2003 è stato pubblicato nel Journal of the National Cancer Institute uno studio un po’ più rigoroso, che mi risulta sia il primo mirato specificamente a confermare o smentire questo supposto legame fra antitraspiranti/deodoranti e cancro al seno. Si intitola Antiperspirant Use and the Risk of Breast Cancer, di Dana K. Mirick, Scott Davis e David B. Thomas, ed è liberament e consultabile sul sito del JNCI. Lo studio non ha trovato indicazioni di questo legame né con i deodoranti, né con gli antitraspiranti.

Per farla breve: prove scientifiche rigorose, per ora, non ce ne sono. Per ora c’è soltanto un’ipotesi assai controversa, supportata da un’unica pubblicazione scientifica basata su tecniche abbastanza imprecise. Nel frattempo, naturalmente, se per prudenza volete astenervi dall’usare deodoranti e antitraspiranti, fate pure, ma attenzione ai danni collaterali che potreste causare se non vi tenete sottovento.

Il “chloridrato di alluminio”

L’alluminio cloridrato è una sostanza chimica che ha proprietà antitraspiranti ed è effettivamente presente in molti prodotti per l’igiene personale. Sotto forma di farmaco di libera vendita, la FDA (Food and Drug Administration), ente statunitense che si occupa di verificare la sicurezza di ogni sostanza, la classifica come sicura per l’uso normale. Questo non significa che è assolutamente innocua (non esistono sostanze assolutamente innocue, come ben sa chi prova a ingerire un etto di peperoncino): significa soltanto che alle dosi in cui è presente nei prodotti in commercio, e applicato sulla pelle, non produce danni rilevabili (e quindi non induce il cancro). Se uno se la spara in bocca o ci fa un bel pediluvio, ovviamente, potrebbe esserci qualche danno, ma queste sciagurate ipotesi non sono coperte dai test per ovvia carenza di volontari. Sull’alluminio cloridrato girano storie di tutti i tipi: c’è chi lo accusa di provocare il cancro al seno, come in quest’appello, e chi dice che produce la perdita di memoria o il morbo di Alzheimer. Nessuna di queste affermazioni ha basi scientifiche, ed è importante notare che chi le fa è spesso promotore di prodotti “ecologici” alternativi che guarda caso si vantano di non contenere alluminio cloridrato, per cui non è necessariamente disinteressato.

Va detto che l’alluminio cloridrato contiene (è abbastanza ovvio) alluminio, e ci sono indicazioni scientifiche secondo le quali l’alluminio, come molti altri elementi, è neurotossico se assimilato in grandi quantità. Tuttavia l’esposizione all’alluminio presente naturalmente nei cibi e nell’acqua potabile è di gran lunga superiore a quella che si potrebbe avere dall’uso normale di antitraspiranti, per cui il rischio è proporzionalmente più basso. In altre parole, se avete paura di prendere il cancro da un antitraspirante, dovreste anche aver paura di avvolgere i cibi nella stagnola (che nonostante il nome è fatta di alluminio).

L’appello sembra suggerire che il pericolo sia costituito dall’alluminio cloridrato, ma in realtà ne “spiega” l’azione in modo contraddittorio. Dice che gli antitraspiranti, impedendo la traspirazione, trattengono le tossine nell’organismo, e queste tossine inducono il cancro. Ma se è vero questo meccanismo, allora qualsiasi prodotto che blocca la traspirazione dovrebbe essere pericoloso, anche se non contiene alluminio cloridrato. Giusto per scrupolo, ricordo che fra “deodorante” e “antitraspirante” c’è una differenza notevole: l’antitraspirante blocca la sudorazione, il deodorante no.

Come capita spesso negli appelli-bufala, il messaggio è semplificato e in bianco e nero: dice che “i deodoranti sono inoffensivi”, ma non tiene conto del fatto che molte persone sono allergiche ad un particolare tipo di sostanza presente in molti antitraspiranti e deodoranti: il profumo. Applicare un prodotto contenente profumo, specialmente sulla pelle già irritata da una depilazione, può causare reazioni cutanee tutt’altro che trascurabili. Non si può quindi essere faciloni e categorici e affermare che i deodoranti sono inoffensivi.

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