Dopo il parto: come recuperare l’intimità di coppia?

MEDICINA ONLINE VAGINA DONNA BACIO SESSULITA GRAVIDANZA INCINTA PARTO NATURALE CESAREO SESSO COPPIA AMORE TRISTE GAY OMOSESSUAANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDADopo un evento gioioso ma stressante come è un parto – naturale o cesareo – può essere complicato anche per le coppie più rodate, ricominciare ad avere rapporti sessuali (a tal proposito leggi: Perché riprendere l’attività sessuale dopo il parto è così difficile?). Ecco oggi alcuni consigli per ritrovare l’intimità e prepararsi al grande incontro:

  • avere pazienza durante i primi rapporti sessuali, saranno dolorosi, non forzatevi ma non demordete;
  • i partner devono parlare molto tra loro per sperimentare una nuova e più dolce sessualità soprattutto nei primi mesi dopo il parto. Non dimenticate che il parto cambia la percezione dell’intimità sia dell’uomo che della donna;
  • la neomamma deve cercare di capire da sola – prima dei rapporti – quali sono i dolori che potrebbe provare, toccandosi i genitali e cercando di capire “fino a che punto” possiamo arrivare durante i rapporti sessuali (soprattutto per quel che riguarda pressione e profondità di penetrazione della vagina);
  • non si deve aver paura che il desiderio sessuale scompaia per sempre: prima o poi ritorna per tutti;
  • non aspettate che torni il desiderio: il sesso non va trascurato in attesa che la voglia torni da sé: il desiderio si autoalimenta, così come i cali del desiderio: meno lo fai, meno hai voglia di farlo. Se invece mantieni accesa la fiammella, gradualmente il desiderio ritorna;
  • se ancora non ve la sentite di avere rapporti sessuali completi, recuperate le effusioni dei tempi in cui eravate ‘fidanzatini’. I preliminari permettono un riavvicinamento soft alla sessualità, e vi aiuteranno a riassaporare un po’ per volta i piaceri dell’intimità;
  • non aver paura di essere l’unica coppia ad aver avuto qualche piccolo problema di intesa subito dopo il parto: è capitato e capiterà a qualsiasi coppia;
  • la donna dovrebbe fare gli esercizi di Kegel per riprendere il tono del perineo, a tal proposito vi consiglio di leggere: Come fare gli esercizi di Kegel: la ginnastica pelvica per migliorare il piacere sessuale femminile e aiutare il parto;
  • anche con un bebè non dobbiamo dimenticarci che siamo una coppia e dobbiamo trovare tempo solo per noi come coppia: se per una sera ci separiamo dal bambino non sarà la fine del mondo! Approfittiamo della disponibilità di nonni e baby-sitter ed andiamo al cinema o a cena insieme, senza sensi di colpa: se abbiamo fatto un bambino vuol dire che ci vogliamo bene, e il nostro amore va alimentato, per dare il giusto nutrimento, anche in termini di serenità, alla nostra famiglia.
  • nel caso in cui effettivamente si verifichino difficoltà fisiche o psicologiche che rendano impossibile la ripresa dell’intimità per lunghi periodi, potreste aver bisogno di consultare un medico o uno psicoterapeuta a cui dovrete rivolgervi senza timori o vergogna.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Parto cesareo: dopo quanto si possono avere rapporti sessuali?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RIFLESSO DI MORO NEONATO MAMMA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Ano TreDopo un parto cesareo è necessario attendere almeno cinque settimane prima di riprendere l’attività sessuale, un tempo necessario alle strutture interessate di ritornare alla “normalità”: ricordate che il parto cesareo è una operazione chirurgica a tutti gli effetti. In ogni caso è consigliabile fare una visita dal medico prima di ricominciare l’attività sessuale.

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Perché riprendere l’attività sessuale dopo il parto è così difficile?

MEDICINA ONLINE VAGINA DONNA BACIO SESSULITA GRAVIDANZA INCINTA PARTO NATURALE CESAREO SESSO COPPIA AMORE TRISTE GAY OMOSESSUAANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDA PAURA FOBIA TRADIMENTO RAPPORTO AMIDiventare genitori è un passo importante per la coppia, che regala tanta gioia ma che determina anche privazioni e tensioni tra i neogenitori. Riprendere l’attività sessuale dopo il parto, ad esempio, non è così facile, anche per le coppie più collaudate. Dopo il parto solitamente bisogna aspettare almeno cinque settimane prima di ricominciare ad avere rapporti. Trascorso questo periodo di astinenza, riprendere l’intimità col partner non è però così semplice: dopo le variazioni ormonali della gravidanza, nel post parto si verificano cambiamenti e situazioni che fanno calare il desiderio sessuale. Quali sono queste situazioni? Eccone alcune:

  • l’aumento della prolattina (ormone che fa produrre il latte) che determina un calo della libido;
  • l’aumento del cortisolo (ormone dello “stress”) determinato dal periodo immediatamente successivo al parto che è fisicamente e psicologicamente difficile non solo per la madre, ma anche per il padre;
  • negli ultimi mesi di gravidanza il sesso è stato ovviamente messo in disparte e ricominciare dopo tanto tempo potrebbe provocare dolore durante la penetrazione, e questo spinge a rimandare un appuntamento tutt’altro che piacevole;
  • la donna dopo il parto può sentirsi a disagio col proprio corpo dal punto di vista estetico: dopo la gravidanza le forme cambiano e la neomamma ha il timore che il suo corpo non sia più così attraente agli occhi del partner, quindi preferisce evitare l’intimità;
  • subito dopo il parto accudire il bambino può prendere molto tempo alla coppia e non solo: molte energie fisiche e mentali sono assorbite dal neonato; ciò ovviamente non aiuta la ripresa dell’intimità tra i partner, che a letto preferiscono un’ora in più di sonno ad un’ora di passione;
  • la sessualità è strettamente legata all’idea di maternità e la natura ci porta inconsciamente a rifiutare un atto che può portare altri figli in un momento in cui tutte le energie sono dedicate al neonato.

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E’ notte, penso troppo e torno ad aver paura

MEDICINA ONLINE DONNA TRENTANNI SINGLE PAURA RAPPORTO SESSO SAD TRISTE PIANTO RAGAZZA FIDANZATA AMORE PRINCIPESSA TRISTEZZA DEPRESSIONE MENTE EMOZIONI SESSO SEX GIRL YOUNG CUTE CRYING VEFin dai tempi lontanissimi, l’arrivo dell’oscurità era il momento in cui le paure si impossessavano del cuore dell’uomo. La paura del buio è una delle paure primordiali dell’uomo. Per gli uomini primitivi, che vivevano immersi nella natura, il buio era portatore di pericoli e predatori, quindi di grandi paure. Nel tempo poi, i predatori dell’oscurità si sono trasformati in demoni. Perché è proprio il non poter vedere cosa abbiamo davanti che ci inquieta. Da qui nasce la paura dell’ignoto. Oggi viviamo in una società piena di confort. Le nostre case sono ben illuminate e abbastanza solide. Il tutto ci dona un certo senso di sicurezza. E allora questa paura dell’ignoto e dell’oscurità da dove proviene? La possiamo esclusivamente ricondurre ad un retaggio di sensazioni arcaiche? Probabilmente no.

Intimità
Nella nostra epoca abbiamo la possibilità di fare un’altra esperienza della sera rispetto al passato. La possiamo vivere come un tempo di raccoglimento, di intimità, di tepore, di protezione. Per esempio in alcuni tipi di depressione è il mattino il momento più brutto del giorno, e non la sera, perché la sofferenza è racchiusa nell’idea di affrontare un’altra nuova giornata di dolore, che appare come una montagna impossibile da scalare. Ho un amico musicista. Per lui la sera, e di conseguenza la notte, sono il momento migliore della giornata. Per molte persone creative infatti, la notte rappresenta il periodo in cui la vena creativa si esprime maggiormente.

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Mancanza di controllo
Coloro che soffrono, con l’arrivo della sera e soprattutto con l’inoltrarsi della notte, di paure “ingiustificate” di solito manifestano nella loro vita un forte bisogno di controllo sulla realtà. È frequente che queste persone si sentano meglio quando sono indaffarate, piene di cose da fare, quando sono dentro l’azione. Il difficile per loro è fermarsi, stare nelle sensazioni. Hanno sempre qualcosa da fare. Preferiscono fare piuttosto che stare. Cosa intendo per stare? Intendo essere presenti, viversi a pieno la situazione, assaporarla, fermarsi a sentire cosa accade dentro se stessi. Per esempio sono al mare davanti ad un bellissimo tramonto; invece di godermi lo spettacolo, dopo poco tempo penso già a cosa farò quando tornerò a casa, “Devo farmi la doccia, poi faccio questo o farò quest’altro, però quella cosa che ho visto ieri potrebbe essere un’idea e via così…”. Come possiamo notare, sono completamente da un’altra parte. Sono nell’azione futura, non riesco a stare nel presente. Agire diventa un modo per non entrare in contatto con le proprie sensazioni, pensieri, emozioni e vissuti. Agendo, facendo delle cose, si tiene a bada la realtà esterna, ma anche quella interna.

Confrontarsi con noi stessi
Quando arriva la notte, tutto prende ritmi più lenti. Si spengono le luci ed ecco venir fuori tutte quelle cose che durante il giorno abbiamo tenuto sotto controllo, a cui non abbiamo dato ascolto. Se gradualmente ci si confrontasse con questo aspetto della nostra personalità, potremmo piano a piano migliorare le nostre capacità di “stare” nelle varie situazioni durante il giorno. Questo vuol dire dare spazio alle nostre insicurezze, ascoltarle, conoscerle. Invece che immergersi nelle cose da fare, ogni tanto si potrebbe fare che ci si dedica alle nostre insicurezze, così da diventare sempre più bravi nell’affrontarle. Così di notte, le paure non avranno bisogno di farsi sentire.

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Le 4 tipologie di donne che simulano l’orgasmo

MEDICINA ONLINE SESSO COPPIA AMORE TRISTE DONNA UOMO ANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDA PAURA FOBIA TRADIMENTO GELOSIA RABBIA RAPPORTO AMICIZIA LITIGIO.jpgChe le donne simulino l’ orgasmo è un fatto risaputo. A dimostrarlo è stata un’equipe di ricercatori delle università di Oakland e Columbia University, che ha eseguito un test su circa 450 donne eterosessuali impegnate in una relazione fissa da poco meno di un anno; il risultato è stato che quasi il 68% del totale fingeva abitualmente l’ orgasmo.

Flavia Coffari – psicoterapeuta e sessuologa e presidente del Centro Italiano di promozione alla salute (CIPSal) di Roma – spiega:

La percentuale reale di quelle che fingono l’orgasmo quando fanno l’amore è, per ovvi motivi di privacy, molto difficile da stabilire attraverso la ricerca. Quel che è certo è che, in determinate situazioni o periodi della vita, almeno una volta nella vita tutte hanno finto o pensato di farlo.

In realtà anche gli uomini simulano l’orgasmo, ma in percentuale decisamente minore rispetto alle donne. In fondo, da un punto di vista fisiologico, la femmina è più facilitata. A meno che il partner non sia dotato di una particolare sensibilità peniena, la donna in quanto a finzione in materia di orgasmo ha davvero strada libera: le sue contrazioni spesso risultano impercettibili al partner.

Perché una donna simula l’orgasmo?

Le donne simulano l’ orgasmo, questa è una cosa ormai nota, ma le cause di questo comportamento sono tutt’altro che scontate.

I motivi, precisano gli esperti, sono innumerevoli ma possiamo suddividerli in 4 macro gruppi: per ignoranza, opportunismo, per amore o per ragioni professionali.

Le donne del primo gruppo fingono l’orgasmo per mancanza di conoscenze sul funzionamento del proprio corpo: “Credono di essere anorgasmiche” spiega la sessuologa Coffari “perché non sono mai riuscite a raggiungerlo o perché non si sono mai masturbate, oppure perché ancora intrappolate nella querelle tra orgasmo di tipo A (vaginale) e orgasmo di tipo B (clitorideo)”.

Quelle del secondo gruppo fingono l’ orgasmo per paura di essere lasciate dal partner in quanto “difettose”, o per evitare discussioni oppure per impedire all’uomo di essere infedele. Gli uomini infatti, spiegano i ricercatori, sono più propensi a rimanere al fianco di una donna se convinti di soddisfarla sessualmente. Il “teatrino” della finzione rappresenta dunque per la scienza un vantaggio evolutivo, perché permette alla donna di suscitare più interesse nel compagno, primeggiando sulle rivali meno scaltre o passionali. Vi sarebbe un meccanismo direttamente proporzionale fra la percezione del rischio di infedeltà da parte del proprio compagno e la tendenza alla simulazione. Una strategia volta a “conservare l’interesse e il grado di eccitazione nella coppia”, si legge nello studio.
Secondo Mireille Dubois Chevalier, sessuologa francese, questo meccanismo sarebbe più evidente nelle donne più giovani:

più una donna è giovane, più la sua sessualità è influenzata da quella maschile, è l’esigenza di soddisfare l’uomo a prevalere sulla propria.

Secondo l’esperta, tuttavia, questa tendenza a simulare l’ orgasmo va sempre più diminuendo, man mano che cresce la consapevolezza femminile della propria sessualità.

Per le donne del terzo gruppo, l’ orgasmo simulato sarebbe in realtà un estremo atto d’amore: nelle intenzioni delle donne simulare l’orgasmo serve a soddisfare l’ego dei propri partner che così non metterebbero in discussione  la loro virilità.

Il quarto gruppo invece, lo fa per “mestiere”, e gli esperti si riferiscono al mondo del porno e alle prostitute.

Le donne del primo gruppo vivono tutto questo con grande frustrazione, sensi di colpa e sentimenti di inadeguatezza, le seconde e le terze con ansia e/o risentimento, le quarte invece sono le più serene e lo vivono come una routine nella normalità.

E l’uomo?

Come si sente lui quando scopre che la partner finge l’ orgasmo?

Scoprire che la propria donna, a volte la compagna di una vita, ha finto per anni l’orgasmo durante i rapporti sessuali è devastante per un uomo.

È una ferita narcisistica all’orgoglio maschile – conclude la sessuologa – all’essenza stessa della propria mascolinità. Una vera catastrofe per l’autostima.

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Litigi di coppia, ecco perché si discute con il partner

MEDICINA ONLINE GELOSIA UOMO VIOLENTO VIOLENT RAGE HUNGRY SAD COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA JEALOUS LOVE COUPLE FRINEDS LOPerché si litiga con il partner? Quali sono le cause principali? Litigare all’interno della coppia è normale, fa parte dello stare insieme, quello che conta è litigare senza colpi bassi sotto la cintura e poi fare pace e chiarirsi bene, in modo da evitare di accumulare rancore e risentimento. Le litigate e le discussioni vanno prese come occasioni per chiarirsi e conoscersi, non come dei fallimenti, ognuno ha il suo carattere e le proprie abitudini ed è normale che bisogna assestarsi un po’ quando si condivide la vita con un’altra persona. Quando si è innamorati è bellissimo anche fare pace, ci si ritrova più uniti e vicini, quindi non preoccupatevi e mostrate il vostro disappunto se è necessario.

Ma quali sono le principali cause di litigio? Quali sono le note dolenti che portano alle discussioni e che accomunano un po’ tutti? Al primo posto ci sono i soldi e questo era prevedibile, poi l’intimità soprattutto se scarseggia o se non si è in sintonia, poi c’è il non avere abbastanza tempo per stare insieme e a seguire la mancanza di comunicazione e l’incapacità di gestire le proprie emozioni. Si passa poi alle faccende domestiche che spesso pesano solo sulle donne, la gestione e la presenza di amici e parenti e poi l’andare a dormire insieme. Infine ci sono le difficoltà a letto che sono potenzialmente pericolose e i problemi irrisolti che vengono rinfacciati a sangue freddo…

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Perché un neonato piange sempre? 8 sistemi per calmarlo

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RAFFREDDORE NEONATO CURA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Glutei PressoPerché il neonato piange così spesso? Le principali ragioni sono:

  • ha fame;
  • il pannolino è sporco;
  • è stanco;
  • è malato;
  • ha una colica;
  • ha sete;
  • ha caldo o freddo;
  • si sente solo;
  • sta crescendo un dentino attraverso la gengiva.

Cercare di capire il motivo del pianto da parte dei genitori nasconde un processo molto importante: vuol dire mettersi al posto del bambino e capire le sue necessità. Questo è fondamentale per rispondere correttamente ai segnali del bambino. Così egli sente di esistere e che mamma e papà tengono conto delle sue necessità. Dalla nascita il bambino capisce abbastanza velocemente che il suo pianto richiama la mamma o il papà, che vengono a soddisfare i suoi bisogni. Questa esperienza è necessaria alla sua sopravvivenza e lo segnerà per sempre. Inizierà ad avere fiducia in se stesso e nelle proprie competenze, perché riuscirà a esprimersi e ad agire sull’ambiente esterno. Per quanto piccolo possa essere.

1 Avvolgilo in una coperta. Non troppo caldo però

Avvolgi il bimbo in una coperta (occhio a non tenerlo troppo caldo però), meglio se in posizione fetale. Questo è un trucco che può aiutare a calmarlo purché il pianto non sia dovuto a frame, sete o dolore. Ci sono bambini però che non sopportano di essere fasciati troppo stretti. In questo caso allora meglio avvolgerlo in un cuscino da allattamento.

2 Tienilo vicino a te

Nei primi mesi di vita i bimbi soffrono spesso di problemi di digestione. Non esitare a tenere il piccolo stretto a te e a fargli fare un po’ di nanna in braccio. Ricordati però di trovare una posizione confortevole anche per te. Se dopo pranzo lo mettete nella culla dove dorme solo mezz’ora e poi ricomincia a piangere, può essere che tenendolo poggiato a voi dorma anche una o due ore consecutive e quando si risveglierà sarà di buon umore. Non preoccupatevi, non dovete farlo per molto tempo: verso il sesto mese riuscirà a fare il sonnellino nel suo lettino.

3 Vuoi uscire? Mettilo nel marsupio

Devi fare delle commissioni o uscire? Un buon trucco consiste nell’usare una fascia o un marsupio. Il bimbo cullato dal tuo passo farà un bel riposino.

4 Anche il papà può calmare il bambino. Ricordatelo

Chiedi a persone di fiducia (tuo marito, la nonna, una zia …) di aiutarti a calmare il bimbo. Quando si è stanchi è difficile essere calmi e rassicuranti; il bimbo percepirà il tuo stress e si agiterà a sua volta.

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5 Sei in difficoltà? Chiedi un aiuto concreto a chi ti sta vicino

Non aver paura a chiedere un aiuto concreto e a dire che sei in difficoltà. Ti stupirai della sensibilità delle persone attorno a te. “Spesso – dice Valentin – gli altri non si accorgono che siamo in difficoltà, proprio perché ci teniamo tutto dentro”.

6 Trova un piccolo rito. Lo rassicura

Prova a stabilire un metodo efficace per calmare tuo figlio e poi attieniti a questo metodo anche quando il bimbo non smette di piangere. “Sperimentando mezzi diversi, il piccolo percepirà la vostra insicurezza e non riuscirà a sentirsi rassicurato – dice Valentin – Un unico metodo può diventare quasi un rituale, cosa che lo calmerà”.

7 Togli carillon e peluche dal lettino

Controlla il letto del bimbo e togli tutto quello che potrebbe svegliarlo, come il carillon e i peluche nei quali i bambini sembrano affondare.

8 Non perdere la fiducia

Se le risposte del tuo pediatra non ti soddisfano, consulta una puericultrice o una specialista della prima infanzia. A volte basta poco per arrivare a una soluzione.

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L’abuso verbale ed emozionale nella coppia

MEDICINA ONLINE GELOSIA UOMO VIOLENTO VIOLENT RAGE HUNGRY SAD COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA JEALOUS LOVE COUPLE FRINEDS LOIl partner abusatore, che sia maschio o femmina, ha un obiettivo fondamentale: vuole controllare e dominare il proprio compagno o la propria compagna. L’abuso verbale è il mezzo attraverso il quale raggiunge questo scopo. È egocentrico, impaziente, distaccato, poco empatico, estremamente geloso e sospettoso. Per mantenere il controllo sul partner e sulla situazione, l’abusatore cerca di isolare il partner dagli amici e dalla famiglia. Il suo umore tipicamente slitta dal romanticismo alla rabbia. La paura della rabbia (verbale) ti costringe alla sottomissione.

Leggi anche: Le 8 tattiche usate dai narcisisti per controllare le conversazioni

Sei vittima di un abuso verbale?

L’abuso verbale e emozionale comincia in modo innocuo, ma cresce via via che l’abusatore comprende che non lo lascerete nonostante i suoi comportamenti. A volte gli eventi scatenanti sono il matrimonio o la maternità. Tuttavia, guardandoti indietro puoi riconoscere dei segnali dell’incubo che vivi ora: gelosia, sospetto, tentativi di controllo. Spesso sono gli amici e la famiglia ad avvertirti, ma ancora più spesso non vengono ascoltati. Le persone più a rischio sono quelle remissive. Se ti ritieni una di esse allora dovresti chiederti se qualche volta hai accettato il comportamento del tuo partner per evitare il confronto. Ti è familiare la sensazione di reprimere la tua rabbia per non scatenare la sua? Dopo aver risposto a tono agli attacchi del tuo partner ti senti in colpa? Vorresti dirgli un sacco di cose ma quando cominci poi ti rendi conto che sono tutte cose che non puoi dire? Se ti riconosci in questi comportamenti e pensieri probabilmente sei stato abusato verbalmente e emotivamente.

Leggi anche: Il narcisismo patologico al femminile: quando la donna manipola l’uomo

Cosa sono l’abuso verbale ed emotivo nella coppia?

Sono comportamenti atti a denigrare, controllare, manipolare e punire il proprio partner. Se non ti senti libero di essere in un luogo senza che il tuo partner lo sappia significa che lui ha il potere di controllare i tuoi spostamenti. Se non ti senti libero di parlare con una persona perché sai che non farebbe piacere al tuo partner significa che lui può controllare le tue amicizie. Se non ti senti libero di contraddire il tuo partner perché temi di farlo arrabbiare significa che può controllare la tua vita.

Leggi anche: Liberarsi dalla dipendenza affettiva e dalla paura dell’abbandono

Tecniche di abuso verbale

Le principali tecniche di abuso verbale, sono:

  1. Opposizione: questa tecnica usati dall’abusatore consiste nell’attaccare tutto quello che dici, sfidare le tue percezioni, le tue supposizioni, i tuoi pensieri e le tue credenze. Ti tratta sempre come un avversario da combattere.
  2. Bloccaggio: in questo caso l’abusatore risponde alle tue parole chiudendo il discorso con delle frasi come adesso non ho voglia di parlare, che sciocchezze dici, ma figurati, non so di cosa parli, che tradotte significano tutte “stai zitto”!
  3. Sminuire le emozioni: minimizza o scredita i tuoi pensieri, le tue emozioni e i tuoi sentimenti. In questo modo sottolinea che non conta quello che provi o peggio che è sbagliato.
  4. Negazione: nega sia esistita discussione o litigio con te. Tu provi a sostenere la verità di quei ricordi ma alla fine ottieni solo di dubitare della tua memoria o della tua visione del mondo.

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Come contrastare l’abuso nella coppia?

Per prima cosa ricorda che l’obiettivo dell’abusatore non è vare ragione nella discussione, è avere il controllo su di te. Se ti focalizzi sui contenuti cadrai nella sua trappola e proverai a rispondere razionalmente, negando le accuse e cercando di difendere te stesso. Quando questo avviene hai perso, nel momento in cui senti il bisogno di giustificare le tue azioni (corrette e oneste) al tuo partner, significa che lui ti ha soggiogato. Quello che devi fare è metterti sempre sul suo stesso piano e devi farlo cercando di mantenere la calma, altrimenti se ti arrabbi rischi che lui faccia la vittima per scatenare il tuo senso di colpa. Nel concreto si tratta di rispondere a quello di cui ti accusa con lo stesso tono con il quale vieni accusato.

Se credi di essere intrappolata o intrappolato in una relazione tossica o che il tuo partner usi l’abuso verbale nei tuoi confronti, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a gestire ed a superare questa situazione.

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