Perdere peso non significa necessariamente dimagrire; aumentare di peso non significa necessariamente ingrassare

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Emily Skye è ingrassata? O è solo aumentata di peso?

Nell’ultima settimana avete perso 2 Kg? Complimenti! Ma se vi chiedessi, cosa avete perso, mi sapreste rispondere ? E se vi chiedessi la differenza tra perdere peso e dimagrire?

Qualsiasi persona che decide di seguire un alimentazione ipocalorica per ovvie ragioni di dimagrimento, basa la riuscita di tale regime alimentare solo ed esclusivamente sul responso della bilancia: se il peso è diminuito, la dieta ha funzionato; se il peso è aumentato, la dieta NON ha funzionato. Anche se non è mia intenzione condurre una crociata contro le bilance, vi devo mettere al corrente della forviante informazione che essa vi dà. Infatti vi dirà che avete perso o guadagnato peso corporeo, ma non vi dirà se questo peso è grasso, muscolo, o acqua.

Diciamoci la verità, per una persona sana e senza patologie (come ad esempio l’ipotiroidismo) per perdere peso non ci vuole chissà quale ragionamento, il nodo importante è assumere meno calorie di quante ne consumiate e il gioco è fatto! Se a tale diminuzione calorica si associa anche l’attività fisica, che aumenta il fabbisogno calorico giornaliero, allora il perdere peso diventa ancora più rapido ed efficace.

Per assumere meno calorie si deve seguire una dieta ipocalorica, possibilmente bilanciata: i giornalisti lo sanno bene e questo è testimoniato dal successo delle diete (spesso assurde e pericolose per la salute) che compaiono sulle riviste, come quella del minestrone, del limone, dell’acqua e così via, che senza avere nessuna base scientifica e senza valutare i vostri valori (ad esempio ormonali), in teoria riescono a farvi perdere peso in modo molto veloce, almeno per le prime settimane. Si proprio così, all’inizio il vostro corpo è colto di sorpresa dalla dieta estremamente ipocalorica e sbilanciata, quindi riuscite ad ingannarlo diminuendo di peso. Dopo qualche periodo è costretto, per fini di sopravvivenza, ad abituarsi ad un ridotto apporto nutrizionale, quindi adatterà il suo metabolismo a quelle misere calorie. Se volete continuare a ridurre peso dovete semplicemente: “togliere anche quel poco che mangiate”.

Senza parlare, poi, dell’attività fisica che viene consigliata durante le diete ipocaloriche. Vi impongono una moderata attività aerobica (una cammina al massimo) altrimenti non perdete peso sulla bilancia. Tutte le volte che si consiglia di fare un po’ di attività con i pesi si risponde che la finalità è quella di perdere peso e non di mettere muscoli, ma questa affermazione, come vedrete, lascerà il tempo che trova.

Quindi: dieta ipocalorica + leggera attività aerobica = programma per la perdita di peso.
Provate, per curiosità, a rilevare la percentuale di grasso corporeo, tramite una plicometria, impedenziometria o altro, prima di iniziare e quando finite quel fantastico programma dimagrante. Rimarrete sconvolti !

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Avete perso 5 Kg in una settimana ma la vostra percentuale di grasso è uguale o addirittura superiore alla quota iniziale! Ma questo interessa poco, l’importante sono quei 5 Kg in meno. Quindi continuate fino a quando le cose poco alla volta cambiano: vi sentite sempre più stanchi, il peso non scende più, quelle camminate sono diventate delle maratone, vi guardate allo specchio e vedete un corpo molliccio e con quelle tanto odiate maniglie dell’amore. Ragion per cui decidete di dare un ulteriore taglio a quella fantomatica dieta mangiando solo una volta al giorno. Ma anche in questo modo le cose non sembrano più cambiare. Cosa è successo ?
Semplice, avete ottenuto quello che volevate: perdere peso attraverso la distruzione della massa muscolare che ha portato conseguentemente alla riduzione del metabolismo.
A questo punto è meglio chiarire i diversi ruoli che hanno il grasso e il muscolo.

Il grasso è un tessuto inattivo, ovvero rappresenta la fonte energetica del nostro corpo. Per meglio spiegarci, dal punto di vista antropologico (epoche dove l’uomo era cacciatore / preda), l’uomo è sopravvissuto grazie alla sua elevata capacità di immagazzinare energia (il grasso) che gli permetteva di superare lunghi periodi di carestie e siccità. Visto che l’attuale macchina umana è ancora settata con i geni di almeno 100.000 fa, tendiamo ancora ad immagazzinare grasso e a perderlo con molta difficoltà. A tale proposito studi hanno dimostrato che il corpo umano non è in grado di perdere più di 300 – 500g di grasso a settimana, ragion per cui, se negli ultimi sette giorni avete perso 5 Kg, facendo una semplice operazione scoprirete che, se è andato tutto bene, avete perso 300 – 500g di grasso e 4.5 Kg di tessuto magro e acqua.
Il muscolo, invece, è un tessuto attivo, che per sopravvivere ha bisogno di energia o meglio delle calorie che ingerite. Per l’organismo la massa muscolare è una notevole spesa energetica, quindi fa di tutto per ridurla.
Non a caso il metabolismo basale (quantità di calorie bruciate nelle 24 ore dal nostro organismo per la sopravvivenza) è direttamente proporzionale alla massa muscolare. Più muscoli avete, più alto è il metabolismo basale e più calorie bruciate.

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Tornando al filo conduttore di questo articolo, la dieta ipocalorica più la dolce camminata hanno ridotto notevolmente il vostro peso consumando gran parte dei muscoli. Visto che questi ultimi, come abbiamo detto prima, sono direttamente proporzionali al metabolismo basale, il vostro corpo si troverà in un vero assetto da guerra, ovvero cercherà di bruciare sempre meno calorie e immagazzinare sempre più grasso per sopravvivere (una piccola curiosità: sapete che le anoressiche hanno una percentuale di grasso quasi pari alle persone obese?).
Traendo le conclusioni, vi troverete dopo un anno e anche più (questi sbagli in giovane età vengono assorbiti da un corpo in grado di sostenere tutti gli “orrori” che gli imponete, ma che, prima o poi, vi presenterà il conto) a possedere un’elevata percentuale di grasso e a mangiare come delle formichine e qualsiasi alimento aggiungiate, anche il più sano, vi farà ingrassare.
Stanchi della situazione inizierete ad andare in palestra chiedendo all’istruttore di turno il perché non riuscite a dimagrire nonostante le vostre fatiche, la risposta sarà sempre la stessa: “AVETE TALMENTE “VIOLENTATO” IL VOSTRO CORPO, CON DIETE MALSANE, CHE ORMAI NON RISPONDE PIU’ AL VOSTRO VOLERE”.
Tutto questo accade perché vogliamo risultati IMMEDIATI, non ci interessa cosa può succedere un domani o che danni riceve la nostra salute, la cosa importante è perdere peso.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: “Dobbiamo correggere le nostre ABITUDINI alimentari senza sottoporci a stupide diete insensate”.

LA FORZA DI UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE, O LA BRAVURA DI UN ESPERTO ALIMENTARE, CONSISTE NEL FARVI PERDERE GRASSO CHE NON SEMPRE COINCIDE CON IL CALO DEL PESO.

Se ad una dieta intelligente vi unite un allenamento intelligente i risultati non possono che essere amplificati. Se ad una dieta moderatamente ipocalorica alterniamo all’aerobica un giusto allenamento coi di pesi, riusciremo a sostenere o addirittura ad aumentare la massa muscolare. Questo lieve aumento dei muscoli ci permetterà in seguito di innalzare il metabolismo basale che come abbiamo detto è direttamente proporzionale alla massa muscolare. Certamente il processo sarà molto più lento, rispetto al solo esercizio aerobico ma:

  1. Perderete molto più grasso
  2. Non perderete la preziosa massa muscolare che oltre a darvi un aspetto piacevole vi serve per innalzare il metabolismo basale.
  3. Dopo avere messo anche un solo chilo di muscoli potete mangiare di più, senza timore di ingrassare.
  4. Più tempo passa e più il vostro corpo diventerà attivo permettendovi di soddisfare il vostro palato con tutti quegli alimenti che prima vi erano severamente vietati (con le dovute accortezze).

Alla fine dei vostri allenamenti, potreste addirittura arrivare a pesare di più di quando siete partiti ed essere contemporaneamente dimagriti: questo avviene perché il tuo peso corporeo sarà determinato da un aumento della massa muscolare ed una diminuzione della massa magra (in pratica quello che viene chiamato “ricomposizione corporea”). In parole povere: potreste pesare di più, ma contemporaneamente essere più magri e più tonici.

Leggi anche: Sono normopeso, sottopeso o sovrappeso? Come si calcola l’Indice di Massa Corporea (BMI)?

Se fate una dieta ipocalorica e contemporaneamente seguite allenamento in palestra, praticamente diventerete l’opposto di quelle persone che per dimagrire nel più breve tempo possibile, hanno seguito una dieta ipocalorica senza pensare al loro tono muscolare e che ora devono rinunciare a tutte quelle pietanze che fanno gola e per giunta si trovano con chili di massa grassa in più.
Potreste rispondermi che i muscoli non vi piacciono. Posso anche essere d’accordo con voi, ma dovete essere al corrente che aumentare massa muscolare è difficile per tutti quei ragazzi ventenni che si vedono in palestra che  seguono una dieta ipercalorica, hanno una condizione ormonale favorevole (perché sono giovani), utilizzano integratori alimentari ecc… figuriamoci per persone che seguono una dieta ipocalorica! Insomma state tranquilli, e mi riferisco soprattutto alle donne: non abbiate paura di diventare simili ad un culturista semplicemente facendo pesi, anche perché per raggiungere i livelli dei famosi body building serve (purtroppo) molto di più del semplice allenamento in palestra.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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L’arma segreta per dimagrire? E’ l’indice glicemico

MEDICINA ONLINE VEGAN GIRL VEGETARIAN EAT WOMAN DINNER CRUDISTI FRUTTARIANI VEGETARIANI VEGETARIANI DIFFERENZE VERDURA CARNE CIBO PROTEINE WALLPAPER HD PHOTO PICTURE HI RES EATING MANGIARE DIETA CIBO RICETTA CAROTA VEGETALI KCALChiunque ha la voglia e il desiderio di eliminare quel grasso superfluo che non ci permette di avere un fisico asciutto, atletico, funzionale e anche bello esteticamente parlando. Ormai le ultime ricerche in campo alimentare hanno portato alla conoscenza di altri aspetti molto più importati del conteggio delle calorie totali assunti duranti ogni pasto, e durante la giornata. E’ arrivato il momento di cambiare abitudini e considerare il cibo come un “farmaco potente” a nostra disposizione per raggiungere uno stato di salute invidiabile. Tutti penseranno che non sia possibile eliminare il grasso corporeo senza seguire una dieta a “restrizione calorica”, e stressandosi con conteggio di calorie e quant’altro ancora, con il risultato che dopo un po’ di tempo siamo più stressati di prima e con risultati mediocri. Uno dei più importanti valori da tener presente ai fini del dimagrimento è l’Indice Glicemico. Esso esprime la velocità con cui i carboidrati arrivano nel sangue dopo essere stati assimilati. Quanto più è alto questo indice, tanto più velocemente quei particolari zuccheri passano nel sangue, e tanto più male fanno alla nostra salute e alla nostra condizione fisica. Ad esempio, le patate al forno (amidi, quindi complessi) hanno un indice glicemico notevolmente più alto (121) del comune zucchero da cucina (92); la pasta (79) viene assimilata molto più rapidamente di uno zucchero semplice come il fruttosio (32).

La risposta insulinica dipende dalla quantità di zuccheri nel sangue, e quindi oltre che dall’Indice Glicemico anche dal Carico Glicemico, cioè tiene conto anche della densità dei carboidrati presenti in un certo volume. Praticamente questo significa che se si mangia un alimento a basso indice glicemico, per avere lo stesso carico glicemico, se ne potrà mangiare di più rispetto ad un cibo che ha l’indice glicemico più alto. Più il carico glicemico è alto, più i carboidrati arrivano velocemente nel sangue e innalzano repentinamente la glicemia; più la glicemia diventa alta, più Insulina (ormone) viene prodotta dal pancreas per cui si verifica una brusca caduta del livello ematico di glucosio, cioè si verifica uno stato di ipoglicemia con fame e irrequietezza. In definitiva con un consumo non controllato di carboidrati ad alto carico glicemico si hanno due principali effetti sgraditi: iperproduzione insulinica e sensazione di fame. Quindi oltre a tener presente l’Indice Glicemico di un alimento è fondamentale non consumarne neanche tanti di alimenti a basso indice glicemico. Esempio, prendiamo una mela che ha un indice glicemico basso, se ne mangio più di due il carico glicemico aumenta e quindi di conseguenza anche la risposta insulinica aumenta con la stessa conseguenza di aver mangiato una banana che ha un indice glicemico alto.

Purtroppo quando si parla di dimagrimento ci sono tanti “falsi miti ” da sfatare e tanti macchinari che vengono proposti per dimagrire, i quali non hanno nessuna efficacia scientifica se non quella di promuovere e vendere il prodotto senza pensare alla salute del soggetto. La cosa importante è capire che ci sono alimenti di qualità che non possono mancare nella nostra alimentazione quotidiana, e ci sono invece delle “diete da banco” che non hanno alcuna efficacia sul “Vero ” dimagrimento. Ricordate che per dimagrire c’è necessità di prefiggersi diversi obiettivi fondamentali:

1) Perdita di grasso corporeo e non di liquidi

Molte diete vengono proposte con l’intento di dimagrire velocemente eliminando in maniera drastica le calorie assunte, aumentando in maniera eccessiva la quota di proteine, con la conseguenza che aumentare nell’organismo le scorte azotate (sostante prodotte dalla scissione delle proteine), le quali vengono eliminate con le urine e si verifica una situazione di disidratazione che ci illude di essere più magri, dopo qualche tempo si riprendono ” i falsi chili persi”

2) Mantenimento della massa magra

Una corretta alimentazione dovrebbe fare in modo di mantenere inalterata o aumentare la massa magra (muscoli) per farsi di mantenere alto il metabolismo basale , cioè il fabbisogno energetico giornaliero indispensabile per svolgere le normali attività di routine. Una dieta drastica non fa altro che “mangiare” i muscoli , quindi aumentare il catabolismo, e di conseguenza utilizzare i muscoli dal punto di vista energetico. Ecco perché le sole diete senza attività fisica quotidiano non possono portare a una perdita di peso e soprattutto a un mantenimento del peso acquisito.

3) Scelta di alimenti a basso indice glicemico

come abbiamo visto nella premessa, non sono solo importanti le calorie assunte, ma fondamentale diventa da dove prendiamo queste calorie. Mangiare verdura per un totale di 300 calore è differente che mangiare pasta per un totale di 300 calorie, perché la risposta ormonale, e quindi glicemica è completamente differente. Le verdure hanno un indice glicemico più basso, mentre la pasta (non integrale) ha un indice glicemico più alto. Dopo un’abbuffata di carboidrati ad alto indice glicemico ci verrà subito fame, mentre alimentandosi con alimenti a basso indice glicemico saremo sazi per diverse ore. Quindi non più programmi alimentari a conteggio ossessivo delle calorie, ma basta sfruttare al meglio le proprietà di alcuni cibi di aumentare il metabolismo, come le proteine, e di cibi a basso indice glicemico che invece di farci accumulare grasso, ci permette di eliminarlo.

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Come varia l’indice glicemico?

L’indice glicemico varia in base:

  • Alla tipologia di alimenti: a basso, medio , alto indice glicemico
    • ALTO INDICE: glucosio, miele, pane bianco, patate cereali, cracker, cereali per la prima colazione, uva, banane, CAROTE, riso.
    • MODERATO INDICE: pane integrale, pasta (gli spaghetti sono quelli con l’indice glicemico più basso), mais, arance, cereali integrali per prima colazione, riso brillato.
    • BASSO INDICE: fruttosio, yogurt, piselli, mele, pesche, fagioli, noci, riso parboiled, latte.
  • Alla loro cottura: un qualsiasi alimento cotto o troppo cotto ha un determinato indice glicemico, ad esempio , la pasta al dente ha un indice glicemico più basso della pasta scotta. La carota cruda ha un indice glicemico più basso di quella cotta.
  • Alla presenza di fibre: le fibre rallentano l’assorbimento degli zuccheri, quindi la pasta integrale, o cereali in genere integrali, hanno un indice glicemico più basso della pasta normale. Idem , per il pane integrale o di farina 00.
  • Alla presenza di grassi: i grassi presenti negli alimenti hanno la stessa funzione delle fibre , rallentano l’assorbimento degli zuccheri, e hanno la proprietà di farci sentire sazi. Il consiglio è di mangiare prima alimenti che contengono più grassi, esempio il salmone, e poi carboidrati , come la pasta.

E’ ovvio che anche il rispettare queste indicazioni scientifiche , ma pratiche al tempo stesso, è fondamentale non essere troppo severi con se stessi e lasciare sempre un margine di flessibilità nella scelta degli alimenti, facendo in modo di alternare sempre gli alimenti, e utilizzare a ogni pasto un mix , di carboidrati a basso o medio indice glicemico, proteine nobili preferibilmente dal pesce, e grassi monoinsaturi e polinsaturi. Evitate il digiuno per non avere l’effetto contrario del dimagrimento intelligente, anche perché chi fa attività fisica regolarmente non ha grandi necessità di digiunare, in quanto il metabolismo è sempre attivo, ma allo stesso tempo non si pensi che visto l’attività fisica svolta ci si possa sbizzarrire più del solito a tavola.

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Bere tanta acqua può prevenire la comparsa della cellulite

È tempo d’estate, di prove costume e quindi, come tutti gli anni, il più temuto dei nemici delle donne rimane la cellulite, un inestetismo della pelle che può essere prevenuto e combattuto anche grazie ad una corretta idratazione.

La cellulite

La cellulite è un’infiammazione sottocutanea che colpisce non solo il tessuto adiposo, ma anche quello interstiziale (tra una cellula e l’altra) e venoso-linfatico. La conseguenza di questa patologia, assai diffusa che colpisce prevalentemente le donne dopo la pubertà, è un graduale deterioramento del tessuto adiposo sottocutaneo dovuto all’aumento del volume delle cellule adipose, alla ritenzione idrica e al ristagno di liquidi tra una cellula e l’altra.

Evitare la pelle a buccia d’arancia

L’effetto estetico che si crea sulla superficie della pelle soprattutto su fianchi, natiche e cosce – la cosiddetta “buccia d’arancia” – può essere evitato e curato attraverso diversi accorgimenti: tra questi, un contributo del tutto naturale può arrivare anche dall’elemento magnesio contenuto anche nelle acque minerali. Il magnesio, infatti, presiede oltre trecento processi biochimici e metabolici: migliora in particolare la combustione dei grassi, regola le funzionalità intestinali e contribuisce all’eliminazione dell’acido lattico responsabile della ritenzione idrica.

Acqua e magnesio

“Il magnesio controlla l’afflusso di acqua intracellulare e, aiutando la circolazione sanguigna a livello capillare, distende il tessuto nervoso e stimola lo smaltimento dei grassi – afferma il Prof. Umberto Solimene dell’Osservatorio Sanpellegrino, Direttore della Cattedra di Terapia Medica e Medicina Termale dell’Università degli Studi di Milano – Per questo motivo può considerarsi un valido alleato nella lotta contro la cellulite. Sono particolarmente indicate le acque che, in base alle classificazioni internazionali, vengono definite “magnesiache” ovvero con una concentrazione di magnesio superiore a 50 mg/L”.
Gli esperti dell’Osservatorio Sanpellegrino sottolineano che, oltre a prevenire l’insorgere della cellulite, un adeguato introito giornaliero di magnesio (dai 350 a 480 mg/die per gli adulti e 400 mg/die per donne in gravidanza a partire dall’ottava settimana di gestazione) è di basilare importanza anche per il regolare svolgimento di tutti i processi dell’organismo e dunque per un ottimale stato di salute.

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L’emulsiolipolisi per perdere grasso su addome, fianchi ed interno coscia

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Rughe Cavitazione Dieta Peso Grasso Dietologo Nutrizionista Cellulite Dimagrire Sessuologo Sesso Sex Roma EMULSIOLIPOLISI PERDERE GRASSO ADDOMEL’emulsiolipolisi è una giovane metodica, di tipo lipolitico, che prevede la somministrazione di fosfolipidi ipotalamici e carnitina direttamente nel tessuto adiposo; nel caso in cui all’infiltrazione è seguita l’applicazione di ultrasuoni, si potrà parlare di emulsiolipolisi ultrasonica. Questo tipo di terapia nasce per il trattamento della cellulite e dell’adiposità localizzata, inestetismi che spesso non sono due entità separate, anzi la maggior parte delle volte coesistono.

TECNICA

La tecnica dell’emulsiolipolisi prevede l’infiltrazione nel tessuto adiposo e/o cellulitico, con piccoli aghi di pochi millimetri di lunghezza, di alcune sostanze quali: carnitina, fosfolipidi ipotalamici, soluzione fisiologica e la lidocaina.

Primo tempo
Si infiltra il cocktail nel tessuto adiposo, in maniera tale che si possa verificare l’emulsione dei trigliceridi intradipocitari, ed una successiva micellizzazione dei trigliceridi intradipocitari emulsionati (ossia formazione di svariate goccioline di grasso stabili). La lidocaina è necessario che sia presente nella soluzione, allo scopo di ridurre i fastidi, (lieve dolore e bruciore), causati dalla somministrazione della soluzione stessa.
La soluzione fisiologica permette una adeguata idratazione del tessuto adiposo che per definizione è povero di acqua.
La carnitina favorisce la ossidazione e soprattutto il trasporto dei grassi nei mitocondri.
È opportuno diffondere a tutto il tessuto adiposo interessato il cocktail, per ottenere un effetto emulsionante-micellizante il più omogeneo possibile.

Secondo tempo
Consiste in una movimentazione dei tessuti dell’area infiltrata. Questa azione riproduce l’azione della peristalsi intestinale durante la digestione dei grassi e favorisce la emulsione e micellizzazione dei grassi stessi.

Terzo tempo
Ottimizza la emulsione e micellizzazione dei trigliceridi intradipocitari con una conseguente maggiore attivazione della lipasi intradipocitaria. Consiste nell’applicazione di ultrasuoni in corrispondenza dell’area infiltrata.
Dopo una disinfezione della zona infiltrata, si distribuisce sull’area stessa un gel conduttore, si applica, quindi, la sonda ad emissione di ultrasuoni sulla cute, per un tempo medio di venti minuti e comunque dipendente dal numero di infiltrazioni che si sono effettuate.
La sonda deve essere mossa lentamente sul gel conduttore e in modo da coprire tutta la zona infiltrata, passando e ripassando più volte. Il movimento continuo della sonda è importante, perché in tal modo si limitano gli inconvenienti che potrebbero verificarsi ad opera degli alti livelli di temperature che potrebbero realizzarsi localmente.
L’ipertermia, infatti, potrebbe causare localmente per esempio processi infiammatori, inoltre si potrebbe inattivare la lipasi intradipocitaria (è una proteina) limitando in modo importante il metabolismo lipolitico distrettuale.
Terminato il tempo programmato, si asporta il gel conduttore utilizzato e si disinfettano le parti trattate. Si procede allo stesso modo sulla parte contro laterale.
La frequenza delle sedute di emulsiolipolisi ultrasonica varia, essendo più ravvicinate, settimanali, nel primo e secondo mese, poi successivamente le sedute saranno meno frequenti sino ad avere un ritmo mensile.

Le controndicazioni
La emulsiolipolisi ultrasonica è controindicata in presenza di mezzi di sintesi metallici e di protesi articolari metalliche.
Infatti il pericolo è che i mezzi di sintesi metallici e le protesi articolari metalliche, per il loro maggiore assorbimento rispetto ai tessuti circostanti, possano andare incontro a surriscaldamento.
L’incremento termico potrebbe comportare un’alterazione degli stessi, in quanto il calore favorisce la deformazione. Inoltre il surriscaldamento potrebbe determinare danni a carico dei tessuti molli circostanti innescando processi infiammatori. Infine, i mezzi di sintesi metallica e le protesi articolari metalliche, potrebbero risentire delle vibrazioni degli ultrasuoni, perdendo il loro assetto.
L’emulsiolipolisi ultrasonica è controindicata, inoltre, nelle flogosi acute, neoplasie, lesioni cutanee, in prossimità del midollo spinale, in corrispondenza della zona cardiaca (per interferenze con la conduzione cardiaca), in gravidanza, nei portatori di pace-maker, nei casi di steatosi epatica, di malattie acute e croniche del fegato, di aumenti oltre il limite del colesterolo e dei trigliceridi.
Un tempo tra le controindicazioni veniva annoverata l’osteoporosi. Oggi le cose sarebbero diverse, infatti sembrerebbe che l’effetto piezoelettrico degli ultrasuoni esplichi un azione osteogenetica, ossia favorente la crescita dell’osso.

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