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Differenza tra slash e backslash (/ e \)
Slash (/)
Lo slash (/), anche chiamato barra obliqua o sbarra è un carattere tipografico, graficamente rappresentato in un piccolo segmento, inclinato dal basso a sinistra verso l’alto a destra. Nella tastiera QWERTY si ottiene principalmente tramite la pressione contemporanea del tasto “shift” (maiuscolo) e del tasto “7” ma anche tramite la pressione singola del tasto a lui dedicato nel tastierino numerico. Si differenzia dallo “backslash” (\ ) anche chiamato “barra inversa” proprio per il suo orientamento, che è speculare rispetto a quest’ultimo, in cui il segmento è inclinato dall’alto a sinistra verso il basso a destra. Nella lingua scritta comune italiana è solitamente più diffuso e corretto l’uso dello slash (/) e meno diffuso e corretto l’uso del backslash (\), anche se questa NON è una regola fissa ed il loro uso dipende dal contesto specifico di scrittura. In informatica – come ben sanno i programmatori – è estremamente diffuso l’uso di entrambi, con significato diverso in base al contesto specifico e di uso. In matematica, per indicare le frazioni si deve usare lo slash (/) e NON il backslash.
Utilizzo dello slash (/)
Lo slash separa in una poesia un verso dall’altro, quando non si va a capo alla fine di ciascun verso. Si utilizza anche come separazione fra diverse alternative, o nelle date. È usato per scrivere unità di misura espresse da frazioni. Nella scrittura di espressioni matematiche mediante l’utilizzo di semplici caratteri ASCII non estesi, la barra indica l’operazione di divisione. Alcuni esempi dell’uso della barra:
- “Ei fu. Siccome immobile / dato il mortal sospiro / stette la spoglia immemore / orba di tanto spiro /” (Manzoni);
- oggi è il 18/01/2018;
- 130 km/h;
- fare pesi e/o corsa;
- Il/la sottoscritto/a … nato/a a …;
- 3 + (14/7) = 5.
In informatica lo slash è usato in molte situazioni, tra cui:
- Come separatore nei percorsi di un file system in Unix e nei sistemi Unix-like.
- Negli URL (acronimo di Uniform Resource Locator) cioè la sequenza di caratteri che identifica univocamente l’indirizzo di una risorsa in Internet, come ad esempio è questo sito.
- In diversi linguaggi di programmazione (per esempio C, C++ e Java), la barra è usata per delimitare i commenti.
- In HTML, SGML, XML e linguaggi derivati, lo slash serve a concludere un tag.
In quasi tutti i linguaggi di programmazione, la barra è l’operatore della divisione.
Altri usi dello slash:
- In linguistica una doppia sbarra obliqua (/…/) è usata, secondo una convenzione internazionale, per delimitare le trascrizioni fonematiche (sia che esse usino l’AFI o altri sistemi), o i singoli fonemi.
- Nei tabelloni del gioco del bowling, la barra indica uno spare, ossia l’abbattimento dei 10 birilli in due colpi.
- In matematica l’uso di due barre verticali || o di due barre oblique // indica due rette parallele.
- In elettrotecnica due barre oblique // indicano una connessione in parallelo di due bipoli.
- Può significare, in linguaggio matematico “tale che” (es. x/x < 3, si legge “x tale che x sia minore di 3).
Backslash (\)
Il backslash (\), anche chiamato barra inversa, retroversa o rovesciata, è un carattere tipografico, graficamente rappresentato in un piccolo segmento, inclinato dall’alto a sinistra verso il basso a destra. Nella tastiera QWERTY si ottiene tramite la pressione singola (senza shift) del tasto posto immediatamente alla sinistra del tasto “1”. Si differenzia dallo “slash” (/ ) anche chiamata “barra obliqua” o “sbarra“, che è speculare rispetto a quest’ultimo, in cui il segmento è inclinato dal basso a sinistra verso l’alto a destra.
Utilizzo del backslash (\)
Il backslash è un segno che viene tipicamente usato in informatica: viene impiegato, ad esempio, nell’ambito dei sistemi operativi Microsoft come separatore tra i nomi delle directory nel percorso di un file. In alcuni ambiti (qualche linguaggio di programmazione come il C, shell come Bash), il backslash viene utilizzato (all’interno delle espressioni regolari) per sopprimere o modificare il significato del carattere seguente. Il backslash può essere anche utilizzato come carattere di escape.
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Come si pratica un buon sesso orale ad un uomo?
Una giovane lettrice ci ha scritto chiedendoci consigli su un argomento di cui non riesce a parlare con le proprie coetanee perché la imbarazza. La richiesta è la seguente: “Sto insieme al mio ragazzo da tempo ormai, ma io NON HO PROPRIO IDEA di come soddisfarlo tramite il sesso orale, quindi mi servirebbero consigli spiegati in maniera molto elementare, senza parole troppo tecniche, grazie”.
Cara lettrice, ti anticipiamo che per quanto riguardo il sesso orale all’uomo (chiamato anche “fellatio”, pronuncia “fellazio”), non c’è una vera e propria tecnica “giusta” o “sbagliata”: ognuno ha dei gusti soggettivi! Inoltre in certi momenti è preferibile lasciarsi andare alle emozioni del momento, piuttosto che fare la “lista” delle cose da fare e da non fare. Ad ogni modo ti consigliamo di non iniziare a stimolare subito il pene, bensì di partire baciando il partner prima sulla bocca, poi spostandosi lentamente sul petto, sulla pancia, sul pube e solo alla fine rivolgi le tue attenzioni sullo scroto (la “sacca” che contiene i testicoli) ed infine sul suo pene: creerai un crescendo di eccitazione nel tuo partner.
La posizione perfetta non esiste: alcuni uomini preferiscono stare stesi a letto, altri preferiscono stare seduti, altri ancora adorano stare in piedi perché hanno una sensazione di maggiore dominio sulla partner. Neanche il luogo “perfetto” esiste: evita solo di farlo in posti dove potresti incorrere in reati, come ad esempio in luoghi pubblici. I consigli che seguono valgono ovviamente sia in caso di coppie eterosessuali che omosessuali.
Iniziamo
La stimolazione del pene potrebbe iniziare con piccoli baci lungo l’asta, tutto intorno, mentre lo carezzi con entrambe le mani, oppure usando una mano sull’asta e posando l’altra sui testicoli, massaggiandoli delicatamente: ricorda che sull’asta – se turgida -puoi massaggiare in modo più intenso, ma i testicoli devono essere manipolati con più dolcezza rispetto all’asta del pene ed al glande: stringere troppo i testicoli potrebbe essere molto doloroso per il partner. Gioca con la pelle del prepuzio, con la lingua e con le labbra fino a che scoprirai il glande, cioè la parte alta del pene. Considera che il glande è la parte più sensibile e delicata del sesso maschile, inseme al frenulo (quello che comunemente si chiama “filetto”, vedi immagine in basso) e che è sensibilissimo alle stimolazioni delicate. Attenzione però: usare una stimolazione troppo intensa su queste parti, potrebbe causare disagio, dolore o traumi al partner.
Mostrati eccitata da quello che stai facendo
Usa delicatezza, ma anche energia e passione: all’uomo piace molto l’idea che la partner abbia voglia di fargli sesso orale e che abbia voglia di eccitarlo fino a fargli raggiungere il piacere. Uno dei segreti per eccitare un uomo è dimostrargli che tu sei eccitata da lui e da quello che gli stai facendo: trasmettere al tuo partner il messaggio che stai facendo una cosa “solo per fargli un piacere” è, nella maggioranza dei casi, la cosa peggiore che tu possa fare anche se in realtà – per alcuni uomini – l’idea di “costringere” la propria donna a fargli una fellatio potrebbe essere fonte di eccitazione. Rimane comunque valido il fatto generale che mostrarti “annoiata” può raffreddare anche il partner più focoso.
A questo punto puoi massaggiare il pene su e giù con le mani mentre inserisci il suo glande in bocca ritmicamente, oppure inserire solo il suo glande in bocca senza usare le mani, oppure ancora alternare un massaggio solo con le mani e solo con la bocca. Il movimento tra mani e bocca non deve essere per forza “parallelo”: la bocca può ad esempio muoversi più o meno velocemente rispetto alle mani e/o nella medesima o diversa direzione. Il “trucco” principale è scoprire come a lui piace di più: più l’uomo è eccitato e più il suo pene tende ad essere gonfio e turgido, quindi, capito il movimento che a lui piace di più, insisti su quello (cambiandolo di tanto in tanto, altrimenti anche il gesto più eccitante può essere noioso se ripetuto sempre uguale). Alterna movimenti più rapidi a movimenti più lenti, ma sempre con un buon ritmo, e quando inserisci il suo glande in bocca, prova ad “aspirarlo”. Gioca con la tua lingua, muovendola ritmicamente. Mordicchia il glande, ma senza stringere troppo!
Puoi tenere gli occhi chiusi, ma un fatto che generalmente piace agli uomini è che la donna (o l’uomo) li guardi durante la fellatio: quindi guarda il tuo partner negli occhi con l’espressione più sensuale di cui sei capace e sposta la vista tra il suo viso ed il suo pene.
Accarezzalo sui testicoli con le dita e, solo se lui lo gradisce, puoi provare ad inserire un dito (ad esempio l’indice o il medio) nel suo ano per massaggiargli la prostata (il “punto L), muovendolo delicatamente avanti ed indietro e premendo sulla ghiandola prostatica, mentre magari col pollice gli massaggi la zona perineale (quella posta tra lo scroto e l’ano), come mostra l’immagine in alto. Evita solo di inserire il dito nell’ano troppo in profondità, a meno che lui non lo gradisca, e con troppa foga, specie se hai le unghie lunghe (in quest’ultimo caso potresti procurargli una lesione anche grave!). ATTENZIONE: molti uomini non gradiscono questa pratica, quindi chiediglielo prima di farlo. Per approfondire questo argomento, leggi anche: Punto G maschile: trovare e stimolare il punto L per provare orgasmi più intensi ed aumentare la forza dell’eiaculazione
L’orgasmo si avvicina: cosa fare?
Per prima cosa ti chiederai: come fare a capire quando si avvicina l’orgasmo? Anche se lui non te lo dice, il suo corpo parla per lui: il suo respiro inizia ad essere accelerato, ansima, l’asta del pene e soprattutto il glande diventa più turgido. A quel punto devi decidere se farlo eiaculare nella tua bocca o no. Se vorresti farlo eiaculare ed eventualmente ingoiare il suo liquido seminale, ma proprio non sopporti il suo sapore, potresti far leggere al tuo partner questo articolo: Come avere un’eiaculazione più abbondante e migliorare sapore, odore, colore e densità dello sperma?
Se non vuoi lo che sperma finisca nel tuo cavo orale, togli il glande dalla tua bocca ed inizia a stimolarlo dolcemente con le mani, senza fretta e senza stringerlo troppo ma in maniera decisa (evitando però di bloccare l’uretra a livello del frenulo) e sempre più rapida. Se ti stanchi con una mano, può cambiare braccio: masturbalo finché non viene nelle tue mani o su un fazzoletto. Oppure puoi continuare a tenere il glande in bocca continuando a massaggiarlo con le mani, dicendogli di avvertirti quando sta per eiaculare ed al momento giusto sposta il pene in direzione diversa dalla tua bocca (e dal tuo viso, se ti da fastidio l’idea che ti eiaculi sulla faccia). Evita solo di essere indecisa e di interromperti a metà mentre lui sta eiaculando: ciò non è di certo molto gradito dall’uomo e potrebbe rovinare inevitabilmente il momento. Evita anche di stringere troppo l’asta del pene mentre lo sperma sta uscendo: potresti stringere l’uretra (il condotto attraverso cui passa il liquido seminale) dando una sensazione di fastidio.
Durante l’orgasmo, solo se l’uomo lo gradisce, prova ad inserire un tuo dito nel suo ano: la pressione sulla sua prostata potrebbe aumentare il piacere (attenzione: a molti uomini non piace!). Al termine dell’orgasmo, rallentati e poi fermati rapidamente dal momento che il partner potrebbe provar fastidio ad essere ulteriormente stimolato nel periodo refrattario che segue l’eiaculazione.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Linguaggio iconico Bliss: simboli, metodo, sistema, quando si usa
Con “linguaggio iconico Bliss” o più semplicemente “linguaggio Bliss” (in lingua inglese “Blissymbolics” o “Blissymbol”) si indica una lingua ausiliaria internazionale interamente basata su simboli ideografici e pittografici. Ricordiamo che con “lingua ausiliaria internazionale” (in inglese “international auxiliar language”) si intende una lingua artificiale creata per la comunicazione tra persone di differenti nazioni che non hanno in comune una stessa lingua, come ad esempio l’esperanto, l’ido, l’interlingua, il volapük od il glosa.
Linguaggio Bliss nel film “Io sono Mateusz“
Il linguaggio Bliss è stato portato ultimamente all’attenzione dei non addetti ai lavori dallo splendido film drammatico del 2013 Io sono Mateusz (Chce się żyć) diretto da Maciej Pieprzyca, con Dawid Ogrodnik nella parte di un paziente affetto da paralisi cerebrale, figura ispirata a Przemka Chrzanowskiego, un paziente diventato celebre anche per la comunicazione con amici, familiari e membri dello staff sanitario, proprio grazie al linguaggio Bliss. Il film è veramente molto bello e lo consiglio agli appassionati di cinema, specie a quelli che hanno un animo sensibile.
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Il sistema Bliss
Il linguaggio Bliss permette la comunicazione tra due individui tramite l’uso di disegni ed è composto da un gran numero di simboli base, ciascuno dei quali rappresentante un concetto che di volta in volta può essere combinato con altri simboli al fine di rappresentare in forma grafica nuovi concetti. La particolarità del Bliss è che, al contrario di tutti i sistemi di scrittura esistenti, la sua grafia non corrisponde a nessun suono. Il Blissymbolics, non conoscendo alcuna relazione con i suoni (scritti o pronunciati) che nelle lingue naturali o artificiali indicano oggetti o concetti astratti, si può quindi a buon titolo definire come la prima lingua scritta integralmente pitto-ideografica. Il Bliss è quindi un sistema di simboli grafici basato sul significato e non sulla fonetica ed i suoi simboli hanno quattro caratteristiche principali:
- sono pittografici (assomigliano a quello che rappresentano);
- sono ideografici (simboleggiano un’idea);
- sono arbitrari (non hannpo legame col concetto rappresentato);
- sono internazionali.
I simboli base sono circa cento, ma – parimenti a quello che avviene con lettere e parole – combinati tra loro acquistano diversi significati, costituendo un vocabolario ampio, che copre la maggioranza dei significati possibili: ad esempio, ponendo in sequenza i simboli “casa”, “dare” e “conoscenza” si ottiene “scuola”. Uno stesso simbolo cambia funzione grammaticale ponendovi in alto un “indicatore”: un quadratino per i sostantivi, una “v” rovesciata per i verbi, una piccola “v” per aggettivi e avverbi. Il sistema prevede una sintassi per la formazione di frasi, secondo la sequenza soggetto, verbo, oggetto e aggettivo. Gli stessi simboli in formato grafico ridotto e posti sopra un simbolo ne cambiano la funzione e diventano degli indicatori di funzione. Per esempio, il simbolo di azione sopra quello di “piedi”, assume il significato di “andare”.
Esempio di uso del metodo Bliss
I simboli base vengono disposti in modo da creare una frase di senso compiuto, come nell’esempio qui proposto:
Che significa: Io voglio andare al cinema.
Storia del Bliss
Il linguaggio Bliss fu pianificato da Charles K. Bliss, ingegnere e semiologo ucraino, nella metà del 1900, dopo la seconda guerra mondiale, con lo scopo di creare una lingua ausiliaria internazionale semplice da imparare e che facilitasse la comunicazione tra persone che non parlano la stessa lingua. L’autore si ispirò ai caratteri cinesi (i quali, per l’esattezza, sono in massima parte logogrammi piuttosto che ideogrammi) che ebbe modo di studiare durante il suo soggiorno in Cina, nel Ghetto di Shanghai, ove riparò in qualità di rifugiato in fuga dalle persecuzioni antisemite naziste. Nel 1949 pubblicò il testo “Semantography” (semantografia), nel quale espose i fondamenti del sistema ideografico che concepì. L’idea di Charles K. Bliss di proporre la sua lingua pianificata come lingua internazionale non ebbe molta fortuna, tuttavia a partire dal 1960 il Bliss trovò una interessante ed inattesa applicazione quale metodo di comunicazione utilizzabile da persone con difficoltà motorie o altre disabilità che impediscano o riducano loro la possibilità di comunicazione per mezzo della parola pronunciabile o foneticamente scrivibile.
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Quando si usa?
Come già prima anticipato, l’uso del Bliss è diffuso tra quei soggetti che, per svariate patologie psico-motorie, hanno difficoltà o sono impossibilitati all’uso della lingua scritta e parlata.
Imparare il Bliss in Italia
Per usare il Bliss non è necessario saper leggere e basta una tabella, sulla quale si possono gradualmente aggiungere i simboli appresi, in forma di autoadesivi. Su ogni simbolo è sempre scritta la parola corrispondente, per poter comunicare anche con chi non conosce il sistema, quindi imparare il Bliss è relativamente facile e veloce. Corsi di formazione sul Bliss sono tenuti anche in Italia. Per informazioni, Centro Benedetta D’Intino, di Milano (tel. 02/39263940).
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Come lavarsi i denti con l’apparecchio fisso
Gli apparecchi ortodontici vengono applicati ai denti per allinearli e raddrizzarli; sono dispositivi che correggono la posizione dei denti, migliorano l’aspetto del sorriso, mantengono la bocca in buona salute e perfezionano la pronuncia, per cui vale sempre la pena indossarli. Tuttavia, se non si seguono le corrette tecniche di pulizia potrebbero svilupparsi carie, infezioni gengivali e macchie sui denti. La placca e il cibo che si accumulano sull’apparecchio devono essere rimossi costantemente. Se indossi un apparecchio, questo articolo ti insegnerà i metodi giusti per prendertene cura e avere una bocca sana.
Scegli lo spazzolino da denti
Sebbene sia adatto anche un normale spazzolino, dovresti valutare di acquistarne uno elettrico oppure a ultrasuoni, studiato specificatamente per la pulizia di chi indossa un apparecchio. Questi strumenti garantiscono un’igiene migliore e fanno risparmiare tempo. Scegli uno scovolino con la testina angolata e uno spazzolino che riesca a raggiungere i denti fra i vari elementi dell’apparecchio. Ad esempio, il produttore Oral-B mette a disposizione un sistema molto efficace di scovolini con testa triangolare sostituibile. Se hai deciso di usare uno spazzolino elettrico o a ultrasuoni, sappi che è molto difficile “manovrare” la testina in bocca quando indossi l’apparecchio. Inoltre, le setole si rovinano più in fretta, perché restano incastrate fra i fili e le staffe. Se hai optato per un normale spazzolino, le setole devono essere inclinate verso l’alto e verso il basso, per pulire accuratamente i denti fra le staffe. Ricorda che i denti hanno diverse superfici: quella esterna (vicino alle guance o alle labbra, quella interna (verso la lingua) e la corona (o superficie masticatoria che nei denti dell’arcata superiore è rivolta verso il basso, mentre in quelli dell’arcata inferiore è rivolta verso il palato). Devi pulire ogni parte, quindi procurati uno spazzolino piccolo e flessibile, che puoi muovere agilmente in bocca.
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Spazzola la parte esterna dei denti
Questa è la parte frontale, che si vede quando sorridi. Non dimenticare di rimuovere la placca che si accumula lungo la linea gengivale. Inizia dalla superficie esterna dei denti inferiori. Porta le arcate a contatto fra loro, muovi lo spazzolino avanti e indietro gradatamente su tutti i denti. Sputa, se necessario. Ora pulisci la parte esterna dei denti superiori. Mantieni sempre le arcate chiuse e spazzola i denti superiori con movimenti circolari delicati. Non tralasciare nessun dente. Se stai usando un normale spazzolino, dovrai inclinarlo verso la linea delle gengive e verso l’alto. In questo modo puoi staccare le particelle di cibo che si sono accumulate nella parte alta e bassa dell’apparecchio. Esegui dei movimenti circolari per spazzolare le staffe. Dedica 25-30 secondi a ciascuna di esse. Puoi anche usare uno scovolino per pulire la parte superiore di questi elementi. La maggior parte delle staffe ha un piccolo foro (molto difficile da vedere), quindi muovi lo scovolino all’interno di ciascuno di essi.
Spazzola la superficie interna dei denti
Muovi lo spazzolino in avanti e indietro, verso l’alto e verso il basso, infine esegui movimenti circolari per pulire tutto il lato interno di entrambe le arcate. Quando indossi l’apparecchio non dovresti avere difficoltà a spazzolare il lato interno dei denti, dato che in genere non ci sono staffe su questa superficie.
Pulisci la superficie masticatoria
Gira lo spazzolino in modo che sia perpendicolare allo spazio interdentale. Strofina le setole in avanti e indietro, oltre che con movimenti circolari. In questo modo sei sicuro di pulire ogni fessura difficile da raggiungere e che potrebbe nascondere placca e residui di cibo.
Concentrati sulle altre zone della bocca
La bocca umana è piena di germi e placca, che alimentano infiammazioni come la gengivite; per questo motivo non devi trascurare le gengive, la lingua e l’interno delle guance. Prima di spazzolare queste zone, sputa nel lavandino, se ne senti il bisogno. Prendi lo spazzolino e muovilo molto delicatamente sulle gengive inferiori e superiori. Al termine di questa operazione, gira lo strumento di 180° e ripeti il procedimento all’interno delle guance. Questa zona è difficile da spazzolare, quindi puoi aiutarti con l’altra mano; al termine sputa nel lavandino. Gira lo spazzolino verso il basso, spazzola le gengive e il tessuto morbido su cui si appoggia la lingua; pulisci sotto la lingua e poi il palato. Infine, tira fuori la lingua e spazzolala. Ricorda di espirare dalla bocca, altrimenti avrai i conati di vomito. Sputa e risciacqua sia la bocca sia lo spazzolino.
Controlla i denti
Osserva se sono puliti; nel caso notassi delle tracce di placca o cibo, prendi nuovamente lo spazzolino risciacquato ed elimina ogni residuo. Se hai la sensazione che sia rimasto qualche residuo fra i denti, spazzola quella zona (nel modo che preferisci) per sbarazzarti di ciò che hai dimenticato.
Risciacqua la bocca
Prima di spazzolare i denti, vale la pena prendere un sorso di acqua per un rapido risciacquo. Alla fine, sputa e ripeti l’operazione; in questo modo elimini alcune particelle di cibo. Una volta terminato di usare lo spazzolino, dovrai risciacquare di nuovo con l’acqua. Quando sostituisci i tiranti dell’apparecchio, il dolore che provi può essere alleviato con dell’acqua calda, che ammorbidisce anche le setole dello spazzolino.
Passa il filo interdentale
Questa operazione può sembrarti molto complicata a causa della presenza dell’apparecchio. Per questa ragione, dovresti considerare i bastoncini con forcella tendifilo oppure l’idropulsore. Questi strumenti per la pulizia interdentale sono molto più rapidi e semplici da usare rispetto al classico filo, inoltre puoi comprarli nella maggior parte dei supermercati. Prendi un lungo segmento di filo interdentale, avvolgilo attorno al dito e infilalo in ciascuna fessura fra un dente e l’altro. Piega il filo attorno a ogni dente, invece di farlo scorrere in linea retta: in questa maniera puoi rimuovere la placca che si è accumulata alla base del dente stesso. Se stai utilizzando i tiranti di rifinitura, potrebbe essere quasi impossibile riuscire a infilare il filo interdentale sotto di essi o sotto un doppio cavo di metallo. Per questo motivo, limitati a spingere il filo verso il basso nello spazio interdentale, come descritto in precedenza. Se invece non hai i tiranti di rifinitura, è consigliabile far passare il filo interdentale sotto i cavi, perché è il modo più sicuro per pulire i denti ed evitare la gengivite. Valuta di usare un idropulsore, uno strumento elettrico che emette un getto d’acqua e si rivela molto efficace per coloro che indossano un apparecchio ortodontico. La sua funzione è simile a quella del filo ed elimina placca e residui dalle fessure che lo spazzolino non è in grado di raggiungere.
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Usa un collutorio
Dopo avere usato il filo interdentale, metti in bocca un sorso di collutorio pari a un tappo (o la quantità indicata sulla confezione) e risciacqua il cavo orale per almeno 30 secondi. Scegli un prodotto specifico per sbarazzarti dell’infiammazione gengivale. I collutori al fluoro sono altrettanto efficaci. Riescono, infatti, a pulire zone che lo spazzolino non è in grado di raggiungere e proteggono i denti dalla carie. Sputa il collutorio e fai un rapido risciacquo con acqua calda.
Fai dei gargarismi con acqua salata due volte al giorno
Dovresti procedere a questa operazione al mattino e alla sera. Se hai delle lesioni all’interno della bocca, l’acqua salata potrebbe causare una leggera sensazione di bruciore, ma è in grado di prevenire la gengivite.
Risciacqua lo spazzolino prima e dopo aver lavato i denti
L’ultima cosa che desideri è quella di “alimentare” l’infiammazione gengivale con i batteri e i residui di cibo rimasti fra le setole. Risciacqua sempre lo spazzolino con acqua molto calda e fai scorrere un dito sulle setole per eliminare i frammenti di alimenti che puoi aver dimenticato l’ultima volta. Per uccidere una quantità maggiore di germi, immergi lo spazzolino in acqua ossigenata.
Sostituisci regolarmente lo spazzolino
Dovresti cambiarlo ogni tre mesi o anche più spesso, nel caso le setole si usurassero. Quando appaiono sfilacciate, non sono in grado di pulire adeguatamente i denti. Se hai uno scovolino, dovrai sostituirne spesso la testina. Se l’ortodontista non ti fornisce dei ricambi, sappi che puoi acquistarli al supermercati e in farmacia. Vale la pena portarne sempre uno con te.
Presta attenzione a quello che mangi
Il modo migliore per proteggere i denti è quello di evitare gli alimenti che li danneggiano insieme all’apparecchio. Non mangiare cibi duri o difficili da masticare, come mele, toffee, caramelle, mais (sgranocchiando la pannocchia), pretzel duri, popcorn, frutta secca, carote o bagel. Non mangiare il ghiaccio o le gomme da masticare. Riduci o evita completamente gli zuccheri. Le bibite e gli alimenti zuccherini corrodono i denti e causano la formazione della placca, che a sua volta scatena la gengivite.
Segui una dieta equilibrata
Le vitamine e i minerali che puoi ottenere da un’alimentazione sana, composta da fibre, proteine, grassi sani e qualche carboidrato, ti permettono di combattere e tenere a bada l’infiammazione gengivale. Una dieta sana ti permette di restare in buona salute, un aspetto altrettanto importante. Cerca di consumare cibi nutrienti, ricchi di fibre, come i lamponi, i cereali integrali, le verdure a foglia verde, la zucca e i frutti morbidi.
Pulisci i denti dopo ogni pasto
Potrebbe sembrarti una scocciatura, ma è un dettaglio cruciale! La gengivite è in grado di svilupparsi in 48 ore a causa di una scarsa igiene (mancato uso di spazzolino e filo interdentale) oppure per una tecnica di pulizia scorretta. Se non lavi i denti dopo aver mangiato, potresti ritrovarti con delle macchie sullo smalto quando verrà tolto l’apparecchio.
Sottoponiti a regolari pulizie presso il dentista o l’ortodontista
Dovresti andare dal dentista almeno una volta all’anno per una visita di controllo e una pulizia; se in passato hai avuto problemi, come sanguinamento e infiammazione gengivali, dovresti recarti dal medico anche più spesso. Se puoi, fissa un appuntamento dopo ogni serraggio dell’apparecchio. È molto probabile che verrai sottoposto una pulizia con idropulsore, perché l’igienista dentale potrebbe avere qualche difficoltà a muovere gli strumenti attorno all’apparecchio. Per i pazienti con gengivite, è importante che il personale medico usi l’acqua al posto dell’ablatore. Chiedi al tuo dentista di usare questa durante la procedura di pulizia.
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Quale spazzolino usare per lavarsi i denti?
Il lavarsi i denti correttamente comincia nel momento in cui acquistiamo lo spazzolino. Come scegliere quello giusto per noi? Cominciamo dalle basi: compra uno spazzolino di qualità e non quello più economico. A meno che non soffriate di particolari patologie di gengive e denti, lo spazzolino ideale ha setole in nylon di durezza media. Esse sono molto efficaci nel rimuovere la placca e i residui di cibo dai denti senza irritare le gengive o erodere lo smalto, come invece succede con le setole dure.
Lo spazzolino deve essere anche comodo da impugnare ed avere una testina abbastanza piccola per poter raggiungere tutti i denti, soprattutto quelli posteriori. Se hai difficoltà a fare entrare il tuo spazzolino in bocca, è probabilmente troppo grande per te.
Gli spazzolini elettrici sono un’ottima alternativa, se sei pigro e pensi in questo modo di essere più meticoloso nella pulizia. Tuttavia, anche uno spazzolino manuale può fare un lavoro preciso: è tutta una questione di tecnica.
Dovresti evitare assolutamente gli spazzolini con setole “naturali” di origine animale, perché possono essere ricettacolo di batteri. Scegli infine uno spazzolino dotato di puliscilingua, utile per lavare anche la lingue e non solo i denti.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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