La pubalgia in gravidanza, ossia il dolore riferito nella pelvi all’altezza dell’osso pubico, è piuttosto frequente in alcune particolari condizioni, come la staticità, lo sforzo eccessivo, i difetti congeniti o posturali del bacino, i mal posizionamenti fetali. Tra i rimedi c’è sicuramente un corretto stretching, qualche piccola accortezza nelle posture ed evitare invece sforzi eccessivi in adduzione e abduzione delle gambe. Quello che chiamiamo comunemente pube è un osso che nel bacino si articola in avanti nella così detta sinfisi pubica. Come ogni articolazione, quindi, qui si trovano i tendini e le inserzioni dei muscoli, che possono in alcuni casi infiammarsi. Esiste una forma di pubalgia da sovraccarico sportivo, molto nota tra i calciatori che si verifica a causa di miscotraumi quando si stimolano eccessivamente queste strutture, o quando non si è preparata adeguatamente l’articolazione al movimento che andrà a compiere. Quello che si nota negli sportivi è che la pubalgia è spesso causata da un raccorciamento della muscolatura posteriore delle gambe, dovuta ad un mancato stretching dopo gli allenamenti. Un muscolo che perde la sua elasticità tonica è un muscolo che prima o poi sottoposto ad un lavoro darà segni di sofferenza.
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Cause del dolore all’osso pubico
In gravidanza vale più o meno lo stesso principio appena visto. Anche se non si tratta di un lavoro atletico, trasportare il peso del ventre che cresce è comunque uno sforzo per il muscoli del bacino e delle gambe. Uno sforzo al quale spesso i muscoli non sono preparati perché ipotonici alla base oppure ipertonici ma totalmente privi di elasticità come accade a volte a seguito di sport mal eseguiti e non susseguiti da stretching. Quindi a lungo andare man mano che il peso aumenta anche la semplice marcia può diventare dolorosa. Un fattore aggravante è quello ormonale. In gravidanza aumentano il progesterone gli estrogeni e la relaxina per facilitare l’apertura dell’articolazione del bacino proprio in vista del parto. Ma questa eccessiva lassità tendinea e articolare se non è supportata da una muscolatura tonica alla base rischia di creare contratture all’interno del bacino proprio per compensazione della debolezza muscolare. Tra le altre cause troviamo i mal posizionamenti fetali che sicuramente contribuiscono ad infiammare l articolazione del bacino, come anche il riposo assoluto a letto, una asimmetria del bacino che sia congenita o dovuta a difetti posturali o ancora una ginnastica fai da te.
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Alleviare i sintomi
Per alleviare i sintomi può essere utile apporre un cuscino tra le gambe quando si assume la posizione laterale o sotto il gluteo quando si sta sedute, cercando di mantenere la simmetria del bacino. Non fare movimenti bruschi e muovere le due gambe insieme piuttosto che una alla volta. Non sollecitare eccessivamente i muscoli adduttori e abduttori e fare uno stretching controllato dei muscoli posteriori delle gambe. La pubalgia, come la sciatica, il diabete e la trombosi venosa profonda si prevengono con un po’ di sana attività fisica che deve cominciare anche prima della gravidanza ed essere sempre preceduta da mobilizzazione articolare e seguita dallo stretching. La pubalgia gravidica si risolve spontaneamente dopo il parto ma se il fenomeno dovesse diventare particolarmente doloroso è bene consultare un ortopedico o un osteopata e cominciare fin da subito una riabilitazione.
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Lo staff di Medicina OnLine
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E’ difficile trovare un uomo del tutto soddisfatto delle dimensioni del proprio pene; ed anche a chi è sicuro di avere delle buone misure – se fosse possibile – farebbe comodo avere “quel centimetro in più”. Per tale motivo una domanda che mi sento rivolgere da molti pazienti maschi è:
La pubalgia del podista è una sindrome dolorosa che può colpire sia a livello della sinfisi pubica che a livello delle inserzioni muscolo-tendinee degli adduttori e degli addominali. I principali sintomi della pubalgia del podista sono il dolore e l’impotenza funzionale. Il dolore interessa tutto il distretto inguinale dell’atleta, in particolar modo il retto addominale e gli adduttori, nella loro inserzione sul pube.
Nel caso in cui il vostro pene fosse affetto da curvatura, dovrete ovviamente raddrizzarlo per effettuare la misurazione, in quanto in un pene curvo, a causa della curvatura, la lunghezza e l’altezza del pene non corrispondono. Se non raddrizzate il pene, questo risulterà in una misura più corta rispetto a quella che realmente è, difatti la lunghezza effettiva data dall’arco non corrisponderà a quella proiettata (quella reale che conta). In alternativa potete usare un metro da sarta, che non è rigido.
Solitamente gli uomini, al contrario delle donne, si preoccupano molto poco delle adiposità localizzate del proprio corpo, ma c’è una eccezione: l’accumulo di grasso a livello del pube.
che io chiamo “effetto iceberg”. In un iceberg la punta visibile è solo una piccola parte del ghiaccio che lo compone, mentre la maggior parte di esso giace nascosto sotto il mare, esattamente come buona parte della base del pene giace nascosta sotto il grasso pubico. Il tessuto adiposo in sede pubica determina un accorciamento visivo del pene, poiché il grasso accumulato tende a ricoprire parte della base del pene “rubando” visivamente vari centimetri ad esso. La lunghezza organica del pene non è in questo caso effettivamente più corta, ma il pene appare più corto alla vista perché parte di esso è ricoperto dal grasso. L’adipe a livello del pube non rappresenta un problema solo dal punto di vista “visivo”, ma anche funzionale dal momento che l’accumulo adiposo causa – durante il rapporto sessuale – una minore profondità di penetrazione con minore stimolazione della partner e minore soddisfazione sia dell’uomo che della donna.
Particolarmente amato dalle donne per le ridotte dimensioni che lo rendono un valido aiuto soprattutto in caso di indumenti attillati, apprezzato anche dagli uomini che lo vedono come un capo molto sexy, i pareri degli esperti in merito al perizoma sono discordanti. La domanda di fondo è: Il perizoma fa male alla salute? Intanto se si è soggette a infezioni è meglio evitarlo: il perizoma è in certi casi così striminzito che le parti intime restano a contatto con il tessuto dei pantaloni senza essere adeguatamente protette. Alcuni studi hanno evidenziato che questo capo intimo, soprattutto se non realizzato con filati naturali, possa portare ad una maggiore incidenza di patologie infiammatorie e, in qualche caso, di infezioni in zona anale, perianale e pubica, rispetto agli slip normali. Inoltre, la sottile striscia che unisce parte posteriore e anteriore tende a muoversi, facendo da ponte per i batteri che migrano da una zona all’altra delle parti basse, soprattutto dall’ano alla vagina, trasportando in particolare l’Escherichia coli, batterio che determina fastidiose cistouretriti.