Come coltivare la stevia a casa in un vaso

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Semina a marzo. Versa della terra fine e umida in un vaso non molto grande. Distribuisci i semi in superficie e ricoprili con uno strato di terreno. Posiziona il vaso in una zona soleggiata. Umidifica la terra con un nebulizzatore per evitare di rimuovere i semi. Già dopo una settimana dalla semina c’è la germinazione e dopo una decina di giorni compariranno le prime foglie. Non appena le piantine raggiungono una certa altezza, suddividile in vasi più grandi e, quando vedrai spuntare il terzo paio di foglie, vorrà dire che a le piante saranno adulte. Limitati ad innaffiarle tutti i giorni stando attenta però che non si creino dei ristagni d’acqua. È importante che il terreno risulti sempre umido; è fondamentale la scelta del terreno: se è argilloso, le foglie saranno più piccole e meno dolci, se è sabbioso, otterrai delle foglie più grandi e molto dolci.
Quando si avvicina l’autunno ricopri la base della pianta con del materiale per tenere al caldo le radici e tienila al riparo. Anche se la stevia appassirà ugualmente – in inverno va in riposo vegetativo – con il metodo della pacciamatura rispunterà nuovamente in primavera.
Le piante vanno potate prima e dopo la fioritura. La prima potatura – con taglio netto e al di sopra della gemma – devi farla quando la pianta raggiunge i 12 cm d’altezza. In questo modo la stevia tenderà a crescere in larghezza. La seconda potatura falla da ottobre in poi, dopo la fioritura e dopo che hai raccolto tutti i semi, cioè nel momento in cui i fiori iniziano a seccare. Come vedi il processo non è poi così complesso; per coltivare la stevia in casa bastano solo piccoli accorgimenti. Cosa puoi farci con la stevia? Dato che è un dolcificante naturale, puoi usarlo in alternativa allo zucchero e impiegare le sue foglie anche per la preparazione di una grappa.

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Come suicidarsi senza dolore in casa e all’aperto: guida all’eutanasia

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Se ti sei ritrovato qui perché hai intenzione di suicidarti, leggi SUBITO questo articolo: 

Voglio morire: ecco i consigli per convincerti a non suicidarti

oppure chiama IMMEDIATAMENTE il numero verde della Samaritans Onlus 800 86 00 22 per ottenere aiuto.

In alternativa puoi chiedere aiuto chiamando il Numero Unico per le emergenze 112.

Se sei un adolescente, puoi anche chiamare il servizio Emergenza Infanzia del Telefono Azzurro al numero 114, oppure chiama il Telefono Amico al numero 199 284 284 o ancora accedi al servizio Mail@micaTAI disponibile sul sito http://www.telefonoamico.it/.

IMPORTANTE. L’articolo originale presente in questo spazio, è stato eliminato perché lo scopo originale per cui era stato scritto – incanalare gli aspiranti suicidi in un articolo che li convincesse a non compiere gesti estremi – poteva essere da alcuni facilmente travisato. Ci scusiamo per il disagio.

Alcuni libri che troverai molto interessanti:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Gli atei sono intolleranti, immorali, depressi, dogmaticamente chiusi all’evidenza del soprannaturale?

MEDICINA ONLINE RELIGIONE ATEI AGNOSTICI ATEISM GIORDANO BRUNO ROGO DIVINITA ERETICO STREGA SOLE CIELO STELLE STATUE STORIA MORTE TORTURA CROCIATI GUERRE DI RELIGIONE CHIESA CATTOLICA ROMANA.jpgIl mondo è colmo di tecnologia, la scienza ha allungato le nostre vite e la nostra salute, il processo di secolarizzazione avanza senza sosta, eppure… gli atei nel “modernissimo” nuovo millennio, sono ancora altamente discriminati. Secondo un recente sondaggio di Newsweek solo il 37% degli americani eleggerebbero presidente qualcuno che si qualificasse ateo, un po’ quello che succede a Jodie Foster nel film Contact. Gli atei sono spesso immaginati come intolleranti, immorali, depressi, ciechi alla bellezza della natura e dogmaticamente chiusi all’evidenza del soprannaturale. Persino John Locke, uno dei grandi patriarchi dell’Illuminismo, credeva che l’ateismo «non dovesse affatto essere tollerato» perché «promesse, patti e giuramenti, che sono i legami delle società umane, non possono avere alcuna presa su un ateo». Ciò accadeva più di 300 anni fa. Ma, negli Stati Uniti attuali, poco sembra essere cambiato. Ben l’87% della popolazione afferma di “non aver mai dubitato” dell’esistenza di Dio; meno del 10% si qualifica atea e pare che la sua reputazione stia sempre più deteriorandosi. Visto che è noto che gli atei sono spesso tra gli individui più intelligenti e scientificamente preparati di una società, sembra importante ridimensionare i miti che impediscono loro di giocare un ruolo più importante nel nostro contesto nazionale.

1. Gli atei credono che la vita sia priva di significato

Al contrario, sono le persone religiose che spesso si preoccupano che la vita sia priva di significato e immaginano che possa essere solo redenta dalla promessa della felicità eterna oltre la tomba. In generale, gli atei sono piuttosto convinti che la vita sia preziosa. Si carica la vita di significato vivendola davvero e pienamente. Le nostre relazioni con coloro che amiamo sono ricche di significato adesso; non hanno bisogno di durare per sempre per diventare significative. Gli atei tendono a considerare questa paura di mancanza di senso… beh… priva di senso.

2. L’ateismo è responsabile dei i più grandi crimini della storia dell’uomo

Le persone di fede spesso affermano che i crimini di Hitler, Stalin, Mao e Pol Pot erano l’inevitabile prodotto della mancanza di fede. Il problema del fascismo e del comunismo, tuttavia, non risiede in una loro eccessiva critica della religione; semmai, è che sono troppo simili alle religioni stesse. Questi regimi sono profondamente dogmatici, e generalmente danno origine a culti della personalità che sono indistinguibili dai culti di venerazione di un qualsiasi eroe religioso. Auschwitz, i gulag e i campi di sterminio non sono esempi di ciò che accade quando gli esseri umani rigettano il dogma religioso; sono altresì effetti di dogmi politici, razziali e nazionalistici senza controllo. Non esiste società nella storia dell’uomo che abbia mai sofferto perché il suo popolo è divenuto troppo ragionevole, anzi, spesso è in nome delle religioni che si sono combattute le peggiori guerre e perpetrate le più drammatiche torture ed ingiustizie contro “eretici”, “streghe” e “uomini posseduti dal demonio”.

3. L’ateismo è dogmatico

Ebrei, cristiani e musulmani affermano che le loro scritture hanno una conoscenza dei bisogni dell’umanità talmente approfondita che potrebbero solo essere state scritte sotto la direzione di una divinità onnisciente. Un ateo è semplicemente una persona che ha preso in considerazione tale affermazione, ha letto i libri e ha trovato l’affermazione stessa ridicola. Non c’è bisogno di prendere tutto per fede, o essere in alternativa dogmatici, per rigettare credenze religiose ingiustificate. Come ha detto Stephen F. Roberts, «Io sostengo che siamo entrambi atei, solo che io credo in un dio di meno rispetto a voi. Quando capirete perché rifiutate tutti gli altri possibili dei, capirete anche perché io rifiuto il vostro».

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4. Gli atei pensano che ogni cosa nell’universo si origini per caso

Nessuno sa perché l’Universo si sia originato. In effetti, non è neppure del tutto scontato che si possa financo parlare coerentemente dell’“inizio” o della “creazione” dell’universo, dato che queste idee si richiamano al concetto di tempo, ed ecco che ci ritroviamo a parlare dell’origine dello stesso spazio-tempo. Il concetto che gli atei credano che tutto si sia creato per caso è anche utilizzato regolarmente come critica dell’evoluzione darwiniana. Come Richard Dawkins spiega nel suo splendido libro L’Illusione di Dio, ciò rappresenta un completo fraintendimento della teoria dell’evoluzione. Benché non sappiamo precisamente come la chimica primigenia terrestre abbia prodotto la biologia, sappiamo che la diversità e la complessità che vediamo nel mondo vivente non è un prodotto del puro caso. L’evoluzione è infatti una combinazione di mutazioni accidentali e di selezione naturale. Darwin coniò l’espressione “selezione naturale” per analogia con la “selezione artificiale” operata dagli allevatori di bestiame. In entrambi i casi, la selezione esercita un effetto espressamente non casuale sullo sviluppo di una qualsiasi specie.

5. L’ateismo non ha alcuna connessione con la scienza

Benché sia possibile essere uno scienziato e credere in Dio — come pare alcuni scienziati facciano — non v’è dubbio che l’avvicinamento al pensiero scientifico tenda a erodere, piuttosto che a supportare, la fede religiosa. Prendiamo come esempio la popolazione statunitense: la maggior parte delle inchieste mostra che circa il 90% della collettività crede in un Dio personale; tuttavia, il 93% dei membri dell’Accademia Nazionale delle Scienze non credono in Dio. Ciò suggerisce che poche forme di pensiero sono meno congeniali alla fede religiosa della scienza.

6. Gli atei sono arroganti

Quando gli scienziati non sanno qualcosa (come il perché dell’origine dell’universo, o come si siano formate le prime molecole auto-replicanti), lo ammettono. Nel campo scientifico è molto grave fingere di conoscere cose che in realtà non si sanno. Eppure lo stesso comportamento è la linfa delle religioni basate sulla fede. Un sesquipedale esempio d’ironia in materia religiosa è la frequenza con cui persone di fede si autocelebrano per la propria umiltà, mentre allo stesso tempo rivendicano conoscenze in tema di cosmologia, chimica e biologia che nessuno scienziato può vantare. Su materie quali la natura del cosmo e il nostro posto al suo interno, gli atei traggono generalmente le loro opinioni dalla scienza. Questa non è arroganza; è onestà intellettuale.

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7. Gli atei sono chiusi all’esperienza spirituale

Non v’è nulla che impedisca a un ateo di provare amore, estasi, senso di rapimento e soggezione; gli atei possono tenere in alta considerazione queste esperienze e cercarle con regolarità. Ciò che gli atei non sono propensi a fare è utilizzare tali esperienze come base di ingiustificate (e ingiustificabili) affermazioni sulla natura della realtà. Non v’è dubbio che alcuni cristiani abbiano migliorato la propria vita leggendo la Bibbia e pregando Gesù. Ma questo cosa dimostra? Solo che certe discipline e codici di condotta possono avere un effetto profondo sulla mente umana. Le esperienze positive dei cristiani suggeriscono che Gesù sia il solo salvatore dell’umanità? Neanche lontanamente, dato che gli induisti, i buddisti, i musulmani e persino gli atei fanno simili esperienze con regolarità. In realtà, nessun cristiano al mondo potrebbe affermare persino che Gesù portasse la barba, figuriamoci che fosse nato da una vergine o risorto dalla morte. Semplicemente, questo non è il tipo di affermazioni che l’esperienza spirituale può autenticare.

8. Gli atei credono che non ci sia niente al di là della vita umana e della comprensione umana

Gli atei possono tranquillamente ammettere i limiti della comprensione umana, molto più dei religiosi. È ovvio che non capiamo pienamente l’universo; ma è ancora più ovvio che una sua migliore comprensione non passa né per la Bibbia né per il Corano. Non sappiamo se esiste vita complessa da qualche altra parte nel cosmo, ma potrebbe esserci. Se c’è, tali esseri potrebbero anche aver compreso le leggi di natura di gran lunga meglio di noi. Gli atei sono aperti a tale eventualità. Possono anche ammettere che se extraterrestri intelligenti esistono, il contenuto della Bibbia e del Corano desterà in loro un’impressione persino minore di quella presente negli atei umani. Dal punto di vista degli atei, le religioni del mondo banalizzano completamente la bellezza reale e l’immensità dell’universo. Per fare una simile osservazione, non c’è bisogno di accettare alcunché sull’insufficienza delle evidenze.

9. Gli atei ignorano il fatto che la religione sia di estremo beneficio alla società

Coloro che enfatizzano i positivi effetti della religione paiono non capire che tali effetti non dimostrano la verità della dottrina religiosa. Questo è il motivo per cui abbiamo termini come “pensiero magico” e “autoinganno”. C’è profonda differenza tra illusione consolatoria e verità. In ogni caso, si può tranquillamente discutere dei “benefici” della religione: in gran parte dei casi pare che la religione dia ai cattivi buone ragioni per comportarsi bene, benché vi siano già di per sé molte buone ragioni per far ciò. Chiedetevi cosa sia più morale: aiutare i poveri sulla spinta della preoccupazione per la loro sofferenza, o farlo perché si pensa che il creatore dell’universo vi premi o vi punisca a seconda che lo facciate o no?

10. L’ateismo non dà alcuna base per la moralità

Se a qualcuno non è già chiaro di suo che la crudeltà è male, non lo scoprirà certo leggendo la Bibbia o il Corano, dato che questi libri sono pieni di celebrazioni di crudeltà, sia umana sia divina. Non traiamo la nostra moralità dalla religione. Decidiamo cosa sia buono nei testi sacri facendo ricorso a intuizioni morali che sono (entro certi limiti) insite in noi e che sono state affinate dal pensiero plurimillenario sulle basi e sulle prospettive di felicità per gli esseri umani. Abbiamo fatto considerevoli progressi etici nel tempo e non certo grazie a una lettura più attenta della Bibbia o del Corano. Entrambi i libri infatti sono indulgenti sulla schiavitù, e tuttavia ogni essere umano civilizzato riconosce che la schiavitù sia un’abominazione. Qualunque cosa ci sia di buono nelle scritture (come le regole auree) può essere ammirato per la sua saggezza etica senza bisogno di credere che ci sia stato offerto dal creatore dell’Universo.

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Compra sotto casa, rivende su Amazon: guadagna 200mila dollari al mese

MEDICINA ONLINE SOLDI FARE QUANTITA GRANDE BIG MONEY MAKE MAKING SOLDI VERI TRUE MONEY BANK BANCA GUADAGNARE STIPENDIO RICCO RICH RICCHEZZA DEBITI VITALIZIO MENSILE AFFITTOSu Amazon sembrerebbe che ormai si trovino le migliori occasioni in assoluto, ma è davvero così? Cosa succede quando invece è la cara vecchia vendita al dettaglio ad offrire il prezzo più basso? E’ su queste domande che Ryan Grant statunitense di 28 anni, ha sfruttato le opportunità, guadagnando migliaia di dollari. Il procedimento, grazie alla app per venditori di Amazon è molto semplice: basta scansionare il codice a barre di un prodotto di un negozio “reale” per capire il suo valore sull’e-commerce. Se il prezzo di un articolo esposto nel supermercato è molto più basso, finisce nel carrello di Grant, che poi si premurerà di rivenderlo online. Facile.

In una prima fase l’attività di vendita su Amazon era dedicata ai libri di testo universitari che Grant raccoglieva a prezzi ribassati organizzando appositi eventi. Poi l’idea di vendere anche altri prodotti, dai videogiochi alle maniglie per le porte. In breve tempo, Grant, oberato dagli ordini, si è affidato ad un servizio di impacchettamento offerto dalla stessa Amazon, che si occupa della spedizione dietro un compenso che, però, permette di ottimizzare i tempi di vendita e i volumi. Nel 2013 Grant inizia a guadagnare abbastanza da abbandonare il suo vecchio lavoro di contabile; tre mesi dopo il profitto mensile aveva già raggiunto i 9mila dollari su 25mila di vendite. Da lì in poi il fatturato avrebbe raggiunto i 200mila dollari mensili.

Ogni settimana l’attività di caccia all’offerta vincente nei negozi e nei supermercati occupa a Grant 30 ore di tempo. I beni che offrono i migliori margini, ha spiegato a Cnbc, sono quelli stagionali: ad esempio, comprare addobbi natalizi a Santo Stefano, per poi rivenderli nell’arco dell’anno. C’è sempre qualcuno che è disposto a comprare nelle stagioni meno prevedibili. Grant si dice convinto che la sua formula sia un business assolutamente replicabile, tanto che per promuovere il suo modello, suggerito a quanti siano insoddisfatti del proprio lavoro, ha aperto anche un blog.

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Mago taoista si fa cuocere in padella per pregare e purificare l’anima: muore bruciato [VIDEO]

MEDICINA ONLINE MAGO UCCISO COTTO A VAPORE Taoist medium dies in wok during steaming stuntAndava avanti da alcuni anni nelle sue performance di preghiera ad alto rischio per dimostrare ai suoi seguaci come purificare il corpo e l’anima: è morto così il sedicente mago taoista Lim Ba, noto come “Black Dog” (Cane Nero), facendosi cuocere a vapore mentre era in preghiera in una enorme padella wok, circondato da riso, mais e panini vegetariani. La tragedia è avvenuta in un tempio di Suana Sanglang, piccolo villaggio sulla costa della Malesia settentrionale. Quando, dopo mezz’ora di cottura, ha cominciato a picchiare disperatamente contro il pesantissimo coperchio che lo sovrastava per chiedere di essere liberato, era ormai tardi: nonostante i tentativi disperati dei soccorritori, Black Dog è – ben poco magicamente – spirato tra le urla dei credenti giunti in massa per la sessione di preghiera, ucciso da ustioni di secondo grado e da un attacco cardiaco.

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A poco sono servite le preghiere dei fedeli del santone. Il figlio minore di Lim Ba, il 32enne Kang Hui, ha raccontato che il padre effettuava queste performance da oltre dieci anni arrivando ai limiti estremi della resistenza umana: in un’occasione era rimasto “in cottura” per 75 minuti. Tale insolita abitudine era spesso sconsigliata dai membri della famiglia, ma “Cane Nero” non li ha mai voluti ascoltare ed è morto così, letteralmente cotto al vapore.

Di seguito riportiamo un video che mostra il tragico momento in cui il mago viene tirato fuori dalla grande padella:

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Oggi sono 30 anni dal Black monday: il Lunedì nero dell’economia mondiale

MEDICINA ONLINE The Wolf of Wall Street DOLLAR Martin Scorsese Leonardo DiCaprio Jordan Belfort Jonah Hill Donnie Azoff Margot Robbie Matthew McConaughey MOVIE FILM  WALLPAPER SCREENSAVER OSCAR.jpgEra un normale lunedì quel 19 ottobre del 1987, esattamente 30 anni oggi. O almeno sembrava un normale lunedì, ma non a Wall Street. Quel giorno sarebbe rimasto nella storia dell’economia mondiale, simbolo dei rischi e squilibri che tutt’ora possono scuotere le borse e vaporizzare fortune come semplici risparmi: un vero e proprio cigno nero, cioè un evento inaspettato che cambia il mondo. Parliamo del Black monday, in italiano “Lunedì nero”, quel giorno in cui la lunga ondata della crisi finanziaria partì da Hong Kong, travolse l’Europa ed infine tramortì gli Stati Uniti.

Crollo verticale

In quel 19 ottobre – citato nel film “The wolf of Wall Street” da cui è tratta l’immagine in alto –  l’indice Dow Jones cedette in un giorno 508 punti: un crollo del 22,61%, una caduta di oltre un quinto della piazza borsistica più importante al mondo, avvenuto al termine di una lunga corsa, con il Dow che era salito del 44% negli dieci mesi precedenti a quel lunedì. Ma chi aveva la vista lunga, poteva prevedere che qualcosa di grosso sarebbe successo, dal soft landing della crescita a una disfatta dell’Opec con cadute dei prezzi del petrolio, a tensioni belliche con l’Iran. Da qui al crollo il passo divenne breve: nel giro del mese di ottobre alcuni mercati internazionali avevano perso anche il doppio di quello statunitense, fino al 45% del loro valore (Hong Kong) in un vortice che vide sotto accusa, quale elemento scatenante, molteplici fatti: innovazioni quali i programmi computerizzati di trading, sopravvalutazioni sfrenate, speculazione, segmenti improvvisamente non liquidi, paura e psicologia degli investitori e precauzioni e controlli inadeguati.

Cosa ci ha lasciato, a distanza di 30 anni quell’evento così tragico per l’economia? Ci ha lasciato davvero prudenza, trasparenza, regole? Forse si. O forse no. Quello che è certo è che il rischio di una crisi economica – oggi come ieri – è sempre in agguato, un lunedì mattina normale, come tanti altri.

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Jedi, eutanasia, alieni e spaghetti volanti: le 4 religioni più assurde della storia

MEDICINA ONLINE JEDI JEDISM RELIGION RELIGIONE STAR WARS GUERRE STELLARIPartiamo da un concetto importante: chi scrive è agnostico e generalmente è portato a pensare che qualsiasi religione inventata dall’uomo (si, perché fino a prova contraria, qualsiasi religione è stata creata da uomini e non da divinità) sia razionalmente assurda, tra reincarnazioni, paradisi, diavoli con forconi e cherubini che suonano dalla mattina alla sera. Tuttavia ci sono alcune religioni che sono oggettivamente più strane (ancora più strane) delle altre. Eccovene quattro che – forse – ancora non conoscete.

Chiesa dell’Eutanasia

«Salva il pianeta, ucciditi»

Sicuramente una delle religioni più scioccanti è la cosiddetta Chiesa dell’Eutanasia o, all’inglese, Church of Euthanasia. Fondata da Chris Korda (figlio del celebre scrittore britannico Michael Korda) negli anni ’90 nella zona di Boston, questa chiesa pone al centro della sua predicazione il problema della sovrappopolazione terrestre, proponendo una soluzione radicale al problema: i quattro cardini del culto sono infatti il suicidio, l’aborto, il cannibalismo dei morti e la sodomia (intesa come sesso rigorosamente non procreativo).

Se già i cardini etici possono lasciare increduli, non meglio va con gli slogan che la Chiesa dell’Eutanasia propone nelle proprie manifestazioni e siti web: il più celebre è sicuramente “Save the Planet, Kill Yourself” (ovvero: “Salva il pianeta, ucciditi”), ma non meno forte è “Eat a Queer Fetus for Jesus” (“Mangia il feto di una checca per Gesù”). L’idea di fondo è che l’unico vero comandamento sia quello di non procreare, perché l’uomo è ciò che rovina il pianeta, e per questo bisogna cercare in tutti i modi di ridurne il peso sul mondo; in ogni caso, la chiesa rifiuta l’omicidio e la sterilizzazione coatta, perché la via dell’eutanasia dev’essere una libera scelta.

La cosa che però ha portato questa chiesa al centro dell’attenzione delle cronache statunitensi è legata ai fatti dell’11 settembre: dopo il tragico attentato alle Torri Gemelle, infatti, il sito di questa chiesa ha pubblicato (e pubblica tutt’oggi) un video in cui le immagini degli aerei contro le torri si mescolano ad altre pornografiche, mentre la voce di Korda ripete la canzone I Like to Watch (“Mi piace guardare”).

Movimento raeliano

Figli delle stelle

Forse meno estrema, ma non meno curiosa è la fede raeliana, che deve il suo nome al fondatore Claude Vorilhon, che la istituì nel 1973 dopo aver preso contatto con gli alieni nei dintorni di Clermont-Ferrand, in Francia, e dopo aver assunto appunto lo pseudonimo di Raël. L’idea di fondo di questo culto è che la vita sulla Terra non sia stata creata da Dio, né che sia frutto dell’evoluzione così come l’aveva pensata Charles Darwin, ma abbia avuto origine da un’operazione di ingegneria genetica praticata da una razza di alieni particolarmente evoluti, chiamati elohim.

Tutti i principali testi sacri, infatti, sarebbero versioni più o meno travisate di quanto effettivamente avvenne: gli alieni decisero di costituire sulla Terra una sorta di grande esperimento utilizzando la loro avanzatissima tecnologia ed incaricando alcuni uomini – poi identificati come profeti, come ad esempio Mosè, Buddha, Gesù o Maometto – di portare il loro messaggio; allo stesso modo, l’Apocalisse che secondo vari libri dovrebbe chiudere i tempi non sarebbe altro che il futuro ritorno degli elohim sul nostro pianeta per condividere le loro conoscenze con i terrestri.

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Jedismo

«Che la forza sia con te»

Passiamo, per concludere, a due religioni che sicuramente hanno caratteri molto particolari, ma difficilmente dovrebbero incappare negli eccessi di quelle che abbiamo incontrato finora, anche se, come vedremo, qualche punto di contatto è presente; si tratta infatti di religioni che hanno al loro interno – e volutamente – una forte dose di umorismo e soprattutto di satira, visto che sono state create e si sono sviluppate per criticare l’eccesso di norme giuridiche volte a salvaguardare le religioni tradizionali anche davanti ad asserzioni che non hanno alcun fondamento scientifico.

La prima delle due è il Jedismo (vedi foto all’inizio dell’articolo), il culto cioè di chi segue la via dei Jedi, i monaci-guerrieri della celebre saga fantascientifica di Star Wars. Ovviamente, questo corpo è stato creato da George Lucas sul finire degli anni ’70 a scopi puramente narrativi: non voleva fondare una nuova filosofia o una religione, ma semplicemente rappresentare un organismo di grande rigore etico e di ricerca spirituale che potesse opporsi, nella trama che stava elaborando, all’oscurantismo dell’Impero. Non poteva prevedere che i suoi film avrebbero avuto il successo che poi effettivamente hanno avuto, né che i Cavalieri Jedi diventassero oggetti di culto.

La religione vera e propria, però, ha un’origine molto particolare, ed è legata ad internet. Nel 2001 in Inghilterra e Galles fu indetto il consueto censimento della popolazione, censimento che in quel paese richiede anche l’appartenenza religiosa dei cittadini; come forma di protesta davanti a questa domanda considerata ormai antiquata, una campagna via mail chiese a molti cittadini di indicare “Jediism” come religione. Il risultato fu in effetti sorprendente, visto che il Jedismo finì per diventare la quarta religione del paese con lo 0,7% delle preferenze (dietro a cristiani, al 70%, musulmani, al 3,1%, e induisti, al 2,1%, senza ovviamente contare gli atei). Da quel momento in poi sono stati aperti siti web in cui si dichiarano i doveri dello Jedi, anche prendendo almeno in parte le distanze dalla saga di Lucas.

Pastafarianesimo

La religione parodistica più famosa del mondo

Ancora più divertente e sagace nella sua critica alle religioni tradizionali è il Pastafarianesimo, culto fondato nel 2005 da un laureato in fisica dell’Università dell’Oregon, Bobby Henderson; questi, infatti, intendeva protestare contro la decisione del Consiglio per l’istruzione del Kansas, che aveva permesso l’insegnamento del creazionismo parallelamente al darwinismo nelle scuole dello stato, e perciò creò questa particolare religione chiedendo che anche di essa, per non essere discriminata, fosse concesso l’insegnamento della relativa dottrina.

Il Pastafarianesimo, però, è tutt’altro che una religione tradizionale. Henderson sostiene infatti che l’Universo sia stato creato sì da una mente intelligente, ma che questa mente debba identificarsi con il Prodigioso Spaghetto Volante, tra l’altro in un momento di intossicazione alcolica (cosa che spiegherebbe l’imperfezione del creato). Questa divinità è una specie di mostro di spaghetti e polpettine che avrebbe creato l’uomo introducendo nel mondo le false prove dell’evoluzionismo solo per mettere alla prova la fede dei suoi credenti.

L’intento parodistico di questa religione è reso più evidente dai codici di condotta che impone ai suoi adepti: i fedeli devono indossare un vestito piratesco (perché, sostengono, il calo del numero di pirati nel mare è direttamente correlato – grafici alla mano – col surriscaldamento globale) o uno scolapasta rovesciato sulla testa. Inoltre alcune persone, nel mondo, hanno in questi anni indossati tali abiti a scuola o nel corso di riunioni istituzionali, rivendicando, in nome della libertà di culto e dei diritti garantiti ad altre religioni, la liceità del loro abbigliamento.

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Non sopporta più la moglie e si nasconde in un bosco per dieci anni

MEDICINA ONLINE Malcolm Applegate Non sopporta più la moglie e si nasconde in un bosco per dieci anni.jpgAltro che “finché morte non vi separi”… La formula di rito che accompagna la celebrazione di ogni matrimonio non faceva proprio al caso del signor Malcolm Applegate, un giardiniere britannico che, non sopportando più la moglie, ha deciso di vivere da solo in un bosco per dieci anni. Una decisone drastica presa in segreto e nascosta anche a parenti ed amici, che per due lustri l’hanno creduto morto.
Morto, invece, come detto, Applegate non lo era proprio. Mentre tutti si domandavano che fine avesse fatto, lui abitava nei meandri di una foresta e lavorava in un vicino centro anziani, una situazione rimasta tale fino al suo (recente) ritorno in città, sempre a debita distanza dalla “odiata” consorte.
Emersa in queste ore, la curiosa storia di Malcolm Applegate è stata raccontata dai media britannici, che l’hanno appresa dal sito Internet di Emmaus Greenwich, il rifugio per senzatetto londinese dove l’uomo attualmente risiede.

«Prima di diventare un membro di Emmaus Greenwich, sono stato un giardiniere a Farnborough per 25 anni felici. Mi piaceva molto il lavoro e mi piace tutt’ora. Poi mi sono sposato…», ha spiegato Applegate. «Da allora la mia vita è diventata sempre più triste.  Più lavoravo e più mia moglie si arrabbiava. Non voleva che stessi fuori casa per troppo tempo. La sua voglia di controllarmi le è cominciata a sfuggire di mano. Mi ha chiesto di ridurre le mie ore di lavoro. Così, non ho retto e sono scappato. Senza dire niente a nessuno, nemmeno alla mia famiglia d’origine. Me ne sono andato per 10 anni. Mi sono accampato in un bosco vicino a Kingston. Quel posto è diventato la mia casa. Lavoravo come giardiniere in un centro per anziani lì vicino. Mi piaceva molto la mia vita. Poi, tramite un amico, ho saputo di Emmaus. Sono andato al rifugio per un colloquio e mi sono trasferito immediatamente».
Lì Applegate, che ha riabbracciato almeno la sorella, vive (felicemente) lontano dalla moglie dedicandosi alla sua professione di giardiniere e al volontariato. «La mia esistenza – ha concluso – ha di nuovo un senso».

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