Liquido seminale (sperma) giallo o giallastro: cause e cure

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Qual è il colore normale dello sperma?

Partiamo dal colore “normale” del liquido seminale. Lo sperma umano, come già prima accennato, ha un colore bianco opaco perlaceo. Nel caso in cui sia avvenuta più di una eiaculazione nel breve periodo, però, questo colore può tendere a sfumare, risultando sempre più trasparente e di un bianco sempre meno intenso all’aumentare delle eiaculazioni. Ad ogni modo non è assolutamente normale avere uno sperma con toni di giallo, rosso o marrone. Fortunatamente, tra le colorazioni anomale che può assumere il seme umano, il giallo è in genere quello con la minor percentuale di problemi. Vediamo perché.

Scarsa motilità e alto numero di spermatozoi

Il colore giallo dello sperma può essere causato innanzitutto da un numero abnorme di spermatozoi, i quali però hanno una scarsa motilità. La grande concentrazione di spermatozoi può causare la colorazione gialla di cui stiamo parlando e si può verificare quando l’uomo non eiacula da tempo. Tornerà bianco dopo alcune eiaculazioni.

Presenza di urina nello sperma

A cause di patologie, tracce di urina possono ritrovarsi nello sperma: in questo caso è la stessa urina a dare il colore giallognolo allo sperma.

Infezioni delle gonadi e della prostata

Una colorazione giallo-verdastra o verde dello sperma può essere anche causata da un’infezione a carico delle gonadi, gli organi preposti alla produzione appunto degli spermatozoi, che nell’uomo sono i testicoli. Anche una infiammazione/infezione della prostata o delle vie genitali può generare il problema. Spesso in questi casi sono associati altri sintomi, come un cattivo odore dello sperma, dolore, prurito, bruciore. È necessario in questo caso rivolgersi prontamente ad un andrologo, che dopo i test di rito individuerà con accuratezza quali sono le problematiche che possono aver portato il nostro sperma ad ingiallirsi.

Cure

Come abbiamo visto, le principali cause di sperma giallo sono problemi che si risolvono con delle brevi terapie e che non sono segno di alcuna gravissima patologia. È necessario però farsi visitare immediatamente dal proprio andrologo, specie se il problema si ripresenta più volte di seguito. Non esiste una cura che vada bene per tutte le situazioni: il medico effettuerà la diagnosi grazie alla visita e ad eventuali esami (come lo spermiogramma) per individuare il problema (ammesso che esista); solo successivamente prenderà provvedimenti adeguati che aiuteranno a superare il problema. Si tratta di un problema comunque molto comune, che colpisce almeno una volta praticamente tutti gli uomini in età fertile. È importantissimo non farsi assalire dal panico: il problema in genere c’è quando lo sperma vira verso il rosso, segno che c’è del sangue dove, appunto, non dovrebbe essere.

Integratori alimentari consigliati

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Le dimensioni del pene contano o no? I consigli delle mie pazienti

MEDICINA ONLINE GELOSIA UOMO COME FUNZIONA ONE HUNGRY SAD COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRLPrima di iniziare la lettura, leggi la prima parte dell’articolo: Le dimensioni del pene contano o no? Le confessioni senza censura delle mie pazienti ed i loro consigli per avere un pene più bello e la seconda parte dell’articolo: Le dimensioni del pene contano o no? Le confessioni senza censura delle mie pazienti (seconda parte)

Nella lunga raccolta di interviste sull’argomento (quelle che avete letto nei due precedenti articoli sono solo una parte del materiale che ho raccolto), una cosa mi è subito stata chiara: quando le donne dicono “le dimensioni del pene non contano” quasi sempre stanno mentendo. Nel confessionale che diventa alcune volte il mio studio sono emersi questi interessanti dati:

1) oltre l’85% delle donne intervistate conferma di mentire quando dice pubblicamente che “le dimensioni non contano” perché prova vergogna a dire la verità o perché non vuole offendere gli uomini che ha di fronte;

2) le dimensioni del pene contano per quasi il 90% delle donne che hanno partecipato alla ricerca (ed il rimanente 10% potrebbe anche avermi mentito per pudore), anche se tutte ammettono che poi “diventa tutto inutile se un pene di grandi dimensioni viene usato male”;

3) quasi il 20% delle donne ha dichiarato di aver mollato almeno una volta nella vita un partner perché aveva un pene troppo piccolo, anche se non gliel’ha mai confessato apertamente;

4) per quasi la totalità delle intervistate la pulizia è vitale: il pene deve essere ben pulito in ogni sua parte (specie sotto la corona del glande, punto in cui si accumula il cosiddetto “smegma”) e non deve avere cattivi odori anche se però non deve profumare di sapone troppo dolce. E’ interessante notare come tre mie pazienti abbiano invece ammesso di trovare eccitante un lieve odore di sudore proveniente dai genitali;

5) per meno di un terzo delle donne la cute deve essere bella e senza inestetismi, ma la maggior parte non ci fa troppo caso, a meno che il pene non sia ricoperto di foruncoli. Una giovane donna mi ha riferito di trovare fastidioso un colore della pelle del pene troppo più scuro rispetto alla carnagione del resto del corpo;

6) alcune donne preferiscono genitali parzialmente depilati, altre no. Non è amata una depilazione totale della zona; mediamente apprezzata invece una depilazione su asta del pene e scroto ed una folta peluria sul pube;

7) la circonferenza dell’asta peniena è molto importante per circa il 70% delle intervistate, tra queste più della metà dice che la circonferenza è addirittura più importante della lunghezza. Quasi tutte ammettono che tra un pene di ottima lunghezza ma di piccola circonferenza ed un pene di media lunghezza ma con buona circonferenza, preferirebbero di gran lunga il secondo poiché sarebbe capace di dare una sensazione di pienezza maggiore durante la penetrazione;

8) il glande di elevate dimensioni è apprezzato da più del 60% delle intervistate, ma è anche importante un certo equilibrio tra la circonferenza del glande e quella dell’asta del pene: non sono amati glandi grossi su un’asta “sottile” e ancor meno sono amati glandi piccoli o comunque con circonferenza minore di quella dell’asta;

9) tra chi preferisce un pene lungo, la metà del campione dice che se spinto troppo in profondità può generare un dolore molto acuto che impedisce un rapporto sessuale piacevole ed apprezzerebbe un uomo che abbia l’accortezza di evitare una penetrazione troppo profonda ed irruenta;

10) il 75% delle intervistate preferisce un uomo abbastanza carino ma con un pene grande, ad uno bellissimo ma con un pene sotto la media;

11) quasi il 90% delle donne non ama una grande quantità di grasso sul pube: l’adipe pubico oltre ad indicare un uomo non in salute, tende a nascondere parte del pene e farlo apparire più piccolo anche in erezione;

12) la grandezza dei testicoli è meno importante per quasi tutte le donne intervistate, anche se sono preferiti testicoli medio grandi e “compatti” al tatto. Da una piccola percentuale di donne viene riferita una preferenza per uno scroto “pieno” e possibilmente simmetrico;

13) quasi la totalità delle donne ha detto di preferire un uomo con un pene con una lunghezza lievemente sopra la media ma che lo usi bene, ad uno con un pene molto sopra la media ma che lo usi “benino“;

14) quasi la metà delle intervistate, specie quelle più giovani, ha ammesso di mentire sulle dimensioni del pene del proprio partner quando ne parla con le proprie amiche, aumentandone le dimensioni per “fare bella figura” ed essere invidiata dalle altre;

15) circa un terzo delle donne ha detto di preferire un pene circonciso perché più pulito ed “ordinato”, un altro terzo preferisce un pene non circonciso perché trova piacevole “giocare” col prepuzio del partner, il restante terzo dice che per lei è indifferente.

16) alla domanda “chi ha il pene più grande con cui hai avuto rapporti sessuali, il tuo compagno attuale o un ex?” solo una su cinque ha risposto “il compagno attuale”, quindi significa, statisticamente, che la vostra attuale partner ha probabilmente in passato fatto sesso con un ex che ha il pene più lungo del vostro;

17) quando il partner ha chiesto alle donne intervistate “sono io quello con il pene più lungo tra tutti quelli con cui sei stata?”, quasi la loro totalità ha risposto “si” mentendo, solo per non far rimanere male il partner.

Aumentare la lunghezza del pene con ausili meccanici

Esistono due tipi di strumenti per l’allungamento del pene: le pompe a vuoto e gli estensori. Le pompe a vuoto per l’allungamento penieno sono costituite da un cilindro in cui infilare il pene e di un meccanismo di pompaggio che fa espandere il pene oltre le sue normali capacità. Le pompe a vuoto, pur non fornendo guadagni macroscopici delle dimensioni, in alcuni soggetti potrebbero aumentare, anche se di poco, circonferenza e lunghezza del pene. Esempi di pompe a vuoto tecnicamente ben costruite, sono:

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Un estensore penieno è una struttura composta da due anelli (uno da fissare alla base del pene, l’altro appena sotto il glande) uniti da aste metalliche ai lati, che vengono regolate in modo da tenere in trazione il pene, “stirandolo”, per ottenere un suo allungamento non chirurgico. Esempi di estensori tecnicamente ben costruiti, sono:

Integratori alimentari

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Le dimensioni del pene contano o no? Le confessioni senza censura delle mie pazienti (seconda parte)

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1) Assunta (54 anni, impiegata, coniugata). Il pene deve essere grande ma deve essere usato bene. Tra uno grande ma usato male ed uno più piccolo ma usato bene preferisco quello piccolo. Certo che se è troppo piccolo non è che quando lo spoglio ci fa una bella figura! Altra cosa importante è che riesca a mantenere l’erezione e che non venga subito.

2) Marianna (63 anni, casalinga, coniugata). Le dimensioni del pene sono sempre state importanti per me, negli anni però ho cominciato a dare più importanza a come l’uomo lo usa e soprattutto a quanto riesce a mantenere una buona erezione. Meglio duro e medio che moscio e lungo!

3) Giulia (47 anni, libero professionista, divorziata). Preferisco un pene lievemente sopra la media ma non troppo: se l’uomo ha un pene troppo lungo pensa che basti questo per farmi godere e si limita a movimenti noiosi, se invece ha un pene nella media si impegna di più. Deve essere pulito e cambiare spesso posizione. Meglio non depilato e con testicoli grandi e duri. Mi piacerebbe vedere dal vivo un pene circonciso.

4) Maria (42 anni, casalinga, impegnata). E’ meglio saperlo usare bene che avere un pene troppo grande. Certo che se piccolo non è che mi ispiri molto sesso, almeno che sia nella media! Per me sono importanti i preliminari, mi piace fare il sesso orale al mio ragazzo, quindi il suo pene deve essere ben pulito e non deve avere cattivi odori. Preferisco che sia depilato sull’asta e lo scroto e lo sperma non deve avere un sapore acido. Mi piace l’idea di un pene circonciso, ma nessuno dei miei partner lo era.

5) Paola (51 anni, impiegata, divorziata). Ho divorziato con mio marito per vari motivi, tra cui anche quello di avere una vita sessuale veramente misera. Le sue misure erano normali, ma non sapeva usarlo bene e spesso la sua igiene intima lasciava a desiderare.

6) Giulia (60 anni, casalinga, coniugata). Mio marito ha un pene di dimensioni normali, forse lievemente sotto la media, ma non l’ho mai trovato insufficiente per raggiungere il piacere anche perché con gli anni abbiamo trovato delle posizioni con cui riesco a raggiungere l’orgasmo e poi il feeling nel sesso è la cosa più importante anche delle dimensioni del pene. L’unico problema è che negli ultimi tempi la libido di entrambi è diminuita e lui è anche ingrassato molto ed il grasso sul pube fa apparire il suo pene più piccolo. Una volta ho avuto un partner circonciso ma non mi è piaciuto molto: mi faceva impressione senza prepuzio.

7) Rita (44 anni, disoccupata, single). Preferisco un pene un po’ più grande della media e che abbia una buona circonferenza che è la cosa che più sento nella penetrazione. Non faccio troppo caso ai testicoli a meno che non siano piccoli, cosa non del tutto piacevole. La lunghezza è importante, ma anche come viene usato: deve saper cambiare posizione ed avere molta creatività. L’igiene è importante, preferisco pochi peli ma non zero: sono io la donna!

Per leggere le considerazioni finali ed i consigli delle mie pazienti riguardo alla lunghezza del pene, leggi questo articolo: Le dimensioni del pene contano o no? I consigli delle mie pazienti

Aumentare la lunghezza del pene con ausili meccanici

Esistono due tipi di strumenti per l’allungamento del pene: le pompe a vuoto e gli estensori. Le pompe a vuoto per l’allungamento penieno sono costituite da un cilindro in cui infilare il pene e di un meccanismo di pompaggio che fa espandere il pene oltre le sue normali capacità. Le pompe a vuoto, pur non fornendo guadagni macroscopici delle dimensioni, in alcuni soggetti potrebbero aumentare, anche se di poco, circonferenza e lunghezza del pene. Esempi di pompe a vuoto tecnicamente ben costruite, sono:

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Un estensore penieno è una struttura composta da due anelli (uno da fissare alla base del pene, l’altro appena sotto il glande) uniti da aste metalliche ai lati, che vengono regolate in modo da tenere in trazione il pene, “stirandolo”, per ottenere un suo allungamento non chirurgico. Esempi di estensori tecnicamente ben costruiti, sono:

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Le 5 frasi da evitare se stai conoscendo una ragazza su Facebook

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Roma Medicina Chirurgia Estetica Rughe Cavitazione Dieta Peso Dimagrire Pancia Grasso Dietologo Cellulite Cibo Senologo Psicologo Pene Cuore Amore Sessuologo Sesso INTERNET DIPENDENZA ITALIANI FACEBOOKFacebook collega persone da tutto il mondo in una comunità nel quale poter scambiare pensieri, opinioni e allo stesso tempo fare nuove conoscenze. La semplicità con la quale è possibile entrare in contatto con nuove persone però, non fa sì che sia più facile instaurare un rapporto. Infatti occorre sempre educazione ed una certa abilità, specialmente se si desidera conoscere una ragazza. Questa lista si propone di elencarvi delle frasi da evitare se stai conoscendo una ragazza su Facebook.

1) Mi ricordi la mia ex

Nel conoscere una ragazza su Facebook è assolutamente sconsigliato parlare delle proprie ex. Nella maniera più assoluta non dovete accostare la ragazza alla vostra ex. Quindi evitate di dire che la ragazza in questione vi ricorda una vostro passato amore, specialmente per quanto riguarda l’aspetto fisico o caratteriale.

2) Sono molto povero

Certamente nel conoscere una nuova ragazza, è sempre meglio evitare dei riferimenti espliciti alla vostra condizione economica. Quindi evitate di sottolineare delle vostre difficoltà economiche, sopratutto perché una ragazza si aspetta una persona sicura di sé e non qualcuno che si piange addosso a causa delle sue disgrazie.

3) Dalle foto non sembri così grassa!

Facebook permette di vedere l’altra persona esclusivamente dalle foto che questa pubblica. Non conoscendo perfettamente la ragazza con la quale state parlando, evitate di fare riferimenti al suo aspetto fisico, specialmente al peso. Le ragazze sono molto sensibili riguardo questo argomento, quindi anche se è lei stessa a dirvi che non si piace per via di qualche chilo in più, non dite assolutamente che non sembra poi così grassa, al massimo cercate di cambiare argomento.

4) Sei la ragazza più bella che abbia mai visto

Nel conoscere una ragazza, evitate tutti i tipi di esagerazioni. Così come è sconsigliabile fare battute che possono offenderla, allo stesso tempo è meglio evitare di esagerare con i complimenti. Infatti dire “sei la ragazza più bella” può far si che la ragazza vi reputi poco credibili e vi snobbi pensando che siete dei disperati in cerca di attenzioni. Equilibrio è la parola fondamentale, tralasciate le frasi cinematografiche strappalacrime, risultano banali.

5) Ti ho già vista da qualche parte?

Se si sta conoscendo una ragazza, cercate di sembrare delle persone interessanti e in un certo senso disinteressate. Quindi evitate di approcciarvi chiedendo se vi siete già visti da qualche parte, non è assolutamente un fine utile alla conversazione (specialmente se lo chiedete senza che davvero vi siate già incontrati). Proponete delle frasi più originali, parlate del più e del meno con il fine di conoscervi meglio e di trovare gli interessi in comune.

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Perché testicoli e pene sono spesso asimmetrici?

MEDICINA ONLINE PENE TESTICOLO ASIMMETRICO PENIS SCROTO DAVID MICHELANGELO FIRENZE ASIMMETRIA VENA VARICOCELEIn uno studio premiato con l’Ig Nobel, il premio ironico dedicato alle ricerche più inutili, Chris McManus dello University College di Londra ha accertato che, in 107 sculture di epoca classica, quasi sempre il testicolo sinistro era scolpito più grande e più in basso di quello destro, come conferma anche il David di Michelangelo che vedete in alto (vedi articolo su Nature), ed aveva attribuito questa stranezza al fatto che i Greci credevano che il sinistro fosse “addetto” alla produzione di femmine.

Questa credenza è ovviamente falsa, ma la asimmetria dei testicoli è stata invece confermata da alcuni studi: circa il 60 % dei maschi ha il testicolo sinistro più grande e più basso rispetto a quello destro. L’asimmetria è parzialmente spiegabile dall’anatomia delle vene genitali: la vena genitale sinistra si riversa nella vena renale, mentre la destra sfocia nella vena cava inferiore (ciò è anche il motivo per cui il varicocele è più diffuso nel testicolo sinistro); in ragione della diversa lunghezza, l’elasticità dei condotti venosi permette al testicolo sinistro di discendere più in basso rispetto al destro. Non ci sono differenze di “ruolo” tra i 2 testicoli. Anche il pene è raramente simmetrico negli uomini: nell’85% dei casi “tende” a destra.

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La vagina è uguale in tutte le donne?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 10 COSE NON SAI VAGINA ORGASMO CLITORIDE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari An PeneLa vagina è uguale in tutte le donne? Assolutamente no. In particolare, la lunghezza interna del canale vaginale, dall’imboccatura alla fine, dove si trova il collo dell’utero, varia da donna a donna (tra 7,5 e 9 cm circa), allo stesso modo in cui variano da persona a persona la lunghezza del naso o le dimensioni delle mani e, nei maschi, del pene. Già il famoso manuale medievale indiano “Anaga Ranga” aveva classificato le donne in tre categorie diverse a seconda delle dimensioni della loro “yoni”, ovvero cavità vaginale:

  • la donna cerbiatta, con yoni di piccole dimensioni;
  • la donna cavalla, con yoni di medie dimensioni;
  • la donna elefante, con yoni di dimensioni superiori alla media.

La dimensione della vagina compromette il rapporto sessuale?

Le differenze nel canale vaginale non compromettono in alcun modo il rapporto sessuale. Il canale infatti è molto flessibile e si adatta alle dimensioni del pene del partner.

Piccole e grandi labbra diverse da donna a donna

Altra differenza tra i genitali di donne diverse, è nella forma e nelle dimensioni delle piccole e delle grandi labbra, che proteggono l’entrata della vagina. In alcuni casi sono più pronunciate (le prime o le seconde), in altri meno. Negli ultimi anni anche questa parte intima è diventata oggetto delle “cure” dei chirurghi estetici, essendo il soggetto principale di vari tipi di operazione chirurgica, come la labioplastica.

Leggi anche: Contrazioni vaginali durante l’orgasmo femminile [VIDEO] Attenzione: immagini sessualmente esplicite

Le malformazioni congenite della vagina

In rarissimi casi nascono femmine con 2 vagine, una condizione che passa facilmente inosservata fino al raggiungimento della maturità sessuale. Possono presentarsi vari casi di “duplicazione”: due tratti vaginali ma un solo orifizio esterno, due orifizi che si fondono in un unico tratto, o due apparati genitali completamente separati; a tal proposito leggi anche: La ragazza con due vagine che ha dovuto perdere la verginità due volte

Donne nate senza vagina

Esiste una patologia, la Sindrome di Rokitansky-Kuster-Hauser o aplasia utero vaginale, caratterizzata dall’assenza congenita dell’utero e della vagina, mentre le ovaie sono presenti e anche i genitali esterni sono normali. Per approfondire, leggi: Donne nate senza vagina: è la sindrome di Rokitansky-Kuster-Hauser

La vagina più grande del mondo

La vagina con maggiore diametro probabilmente fu quella della gigantessa canadese Anna Swan (1846-1888). Girando le fiere come fenomeno da baraccone (era alta 2,34 m) conobbe e sposò Martin Bates, un altro gigante. La coppia mise su casa arredandola con mobili enormi, compreso un letto matrimoniale di 3 metri e mezzo per 2. Il 18 giugno 1879 la donna diede alla luce il più grande bambino della storia, 10,4 kg di peso e 86 cm di lunghezza. Il bambino dei record era così grande che quasi restò incastrato nel suo pur capace canale e purtroppo non sopravvisse alle sofferenze del parto, ma dalle dimensioni della sua testa (generalmente la parte più larga di un neonato) possiamo dedurre un grado di dilatazione di almeno 15 centimetri (la normale dilatazione per una partoriente è di circa 10 centimetri).

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Utero: anatomia, funzioni, patologie e sintomi in sintesi

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L’utero è un organo muscolare cavo che, insieme alle ovaie, alle tube di Falloppio (o salpingi o tube uterine), alla vagina e alla vulva forma l’apparato riproduttivo femminile. È l’organo deputato ad accogliere l’ovulo fecondato, a consentirne lo sviluppo e a espellere il feto quando la gravidanza giunge al termine. L’utero riceve lo sbocco delle salpingi e in basso si apre nella cavità vaginale.
La struttura dell’utero non è sempre la stessa nel corso della vita: molti sono i cambiamenti a cui questo organo va incontro in base alle diverse fasi dello sviluppo sessuale della donna (prepubertà, pubertà, maturità sessuale, menopausa), in caso di gravidanza e nel corso del ciclo mestruale.

L’utero è posto al centro della piccola pelvi, tra la vescica (anteriormente) e il retto (posteriormente). Caratteristica è la posizione dell’utero rispetto al bacino: l’asse maggiore di questo forma con l’asse maggiore del bacino un angolo aperto anteriormente (angolo di versione) di circa 60° (condizione detta antiversione fisiologica), mentre l’asse del corpo forma con l’asse del collo uterino un angolo ottuso (angolo di flessione) di circa 150°, aperto anteriormente (antiflessione fisiologica). Anteriormente poggia sulla vescica, dalla quale è separato tramite il recesso peritoneale (cavo vescicouterino) che solitamente è una cavità virtuale; posteriormente è in rapporto col retto attraverso l’interposizione di un altro recesso peritoneale, il cavo retto-uterino, detto anche Cavo del Douglas, che solitamente contiene anse dell’intestino tenue; lateralmente al retto prendono inserzione, su entrambi i lati, i legamenti larghi, delle formazioni peritoneali contenenti tessuto connettivo e strutture vasali e legamentose (legamento rotondo, tuba uterina, uretere, parte delle ovaie).

La forma dell’utero ricorda grosso modo quella di un cono con la punta rivolta verso il basso. Nelle donne che non hanno avuto figli le dimensioni dell’utero si attestano intorno ai 6-7 centimetri di lunghezza, 3-4 centimetri di larghezza e uno spessore di 2-3 centimetri, per un peso complessivo di circa 50 grammi: valori che, però, possono subire notevoli cambiamenti nel caso di donne che hanno avuto molti figli, nelle quali dimensioni e peso di questo organo possono aumentare. La cavità uterina è rivestita internamente da una mucosa, l’endometrio, grazie a cui viene garantito nutrimento all’embrione nel primo periodo di vita intrauterina, prima che si verifichi l’impianto. La muscolatura che riveste l’utero (miometrio) è spessa e consistente e le sue contrazioni rendono possibile, al momento del parto, l’espulsione del feto.

Due sono le porzioni nelle quali è possibile idealmente dividere l’utero:

  • una parte più larga – detta corpo uterino o corpo dell’utero – che si espande verso l’alto e in cui sfociano le salpingi (o tube di Falloppio, o tube uterine);
  • il fondo dell’utero, la parte più estesa che termina superiormente;
  • una parte più stretta, detta collo dell’utero o cervice uterina, dalla forma simil-cilindrica, rivolta verso il basso e che va a inserirsi nella vagina.

Prima della pubertà il collo dell’utero corrisponde a circa la metà della lunghezza totale dell’utero; nelle donne che hanno avuto figli, invece, arriva a corrispondere a un terzo di tutta la lunghezza dell’organo: ciò accade, specie nelle donne che hanno avuto più figli, in seguito al notevole sviluppo a cui va incontro il corpo uterino per ospitare le gravidanze.

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Funzioni dell’utero

Il compito dell’utero è triplice: accoglie l’ovulo fecondato, ne consente lo sviluppo e permette l’espulsione del feto quando la gravidanza giunge al termine.

Patologie più diffuse dell’utero

1) Anomalie congenite, rappresentate da uteri malformati in varia maniera (per esempio doppi o con setti).
Sintomi: generalmente asintomatiche (in alcuni casi problemi di fertilità ); spesso saranno associate anomalie congenite del distretto urinario. Nel caso in cui il sangue mestruale per un qualsiasi ostacolo non defluirà  all’esterno (come per esempio nell’imene imperforato), saranno presenti dolori al basso ventre anche di notevole intensità  e l’utero sarà  ripieno di sangue (condizione questa ben visibile all’ecografia).

2) Fibromi (sinonimo nel linguaggio parlato: miomi): sono dei noduli nello spessore del miometrio (la parte muscolare, paragonata ai muri di un stanza). Per definizione sono ascritti tra le formazioni benigne e raramente degenereranno in senso maligno; l’equivalente “invasivo” è il fibrosarcoma; dimensioni e sede risultano estremamente variabili.
Sintomi: spesso sono completamente asintomatici; nella evenienza di localizzazione in prossimità  della cavità  uterina, ma non esclusivamente in questo caso, potranno causare emorragie uterine. È possibile la torsione con dolori al basso ventre soprattutto nei fibromi cosiddetti sottosierosi ad estrinsecazione esterna all’utero. Con il termine fibromatosi uterina, si intende un utero aumentato, anche modicamente, di dimensioni con limiti sinuosi ma non necessariamente pieno di noduli miomatosi; a volte costituisce la normalità  di donne che hanno affrontato più parti, in altri casi può rappresentare l’anticamera allo sviluppo di miomi veri e propri.

3) Adenomiosi: Consiste nella presenza di endometrio nello spessore del miometrio o muscolo uterino. Si formano così delle zone singole o multiple che spesso causano metrorragie – le quali a volte non risentono del trattamento con estroprogestinici (pillola) -, dolori mestruali soprattutto dal secondo giorno del ciclo. Tale condizione, che rappresenta una forma di endometriosi interna, è spesso non diagnosticata e confusa ecograficamente con i fibromi. Il trattamento consiste nell’uso di progestinici, analoghi dell’LHRH, isterectomia in caso di dolore e metrorragie in donne che non desiderano la prole. Sconsigliata in donne in età  fertile l’escissione del focolaio adenomiosico in quanto potrebbe determinare una perdita di tessuto uterino, incompatibile con successive gravidanze. Ogni caso, ad ogni modo, richiede valutazione personalizzata.

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4) Polipi endometriali e del canale cervicale: spesso benigni, richiedono però valutazione istologica per la possibile presenza di atipie.
Sintomi: nessun sintomo; emorragie uterine o perdite ematiche lievi.

5) Cancro endometriale: è più frequente in donne in perimenopausa;
Sintomi: emorragie uterine; perdite capricciose; in alcuni casi nessun sintomo.

6) Patologie del collo uterino: sostanzialmente includono le infiammazioni ed il cancro; il cancro potrà  causare nessun sintomo o perdite vaginali ematiche anche lievi. Le infiammazioni quasi sempre provocheranno leucorrea (fuoriuscita vaginale di secrezioni con varie caratteristiche). Quasi tutte le persone alla domanda: “ha mai avuto perdite ginecologiche?” rispondono senza esitare: “soltanto in quantità  normale”. La normalità è però: nessuna perdita. Sono solo ammesse a metà  del ciclo, modeste emissioni di muco chiaro, inodore, incolore, e filante.

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Cosa fare quando si soffre per amore

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All’inizio quando una storia finisce entri nella fase dei pensieri tristi e inizi a dirti: “Non sarò mai più felice”, “Era l’unica persona al mondo che volevo”, “La mia vita è finita”. Ma la tua vita non è finita e sarai ancore più felice, solo che non lo sai. Ok, hai preso una rovinosa caduta, ma prima ti alzi in piedi e prima potrai uscirne. Se ti blocchi troppo a lungo, rischi di impantanarti nella sofferenza, il che potrebbe fermare i tuoi sentimenti per anni. Puoi decidere però di superarla, restando positiva per riprendere a vivere una vita felice.

Per superare la sofferenza devi attraversare due fasi: la prima consiste nell’accettare i sentimenti che provi; la seconda nell’andare avanti. Hai presente quando da bambina piangevi e te ne andavi dopo i dispetti che ti aveva fatto l’amichetta? Ecco, non ti sei bloccata e hai reagito. Devi fare la stessa cosa: puoi sfogarti, piangere e inveire ma poi vai via e riprendi la tua vita.

La sofferenza è causata anche dai sensi di colpa, da quel che poteva essere e non è stato a causa di parole dette o azioni fatte. Metti da parte quel che è stato e perdona te stessa perché se inizi a entrare in guerra con te stessa allora sei destinata a perdere: fai pace con te e ritrova il tuo equilibrio. Smetti di pensare “Che razza di persona sono?” e inizia a dirti: “Cosa posso fare?”.

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Impara ad accettare. Accetta la fine della tua storia senza più rimpianti o rimorsi. Quel che è stato è stato. Perdona te stessa per gli errori fatti e perdona il partner. Chiudi questo capitolo della tua vita nella scatola dei ricordi e vai avanti per la tua strada. L’accettazione fermerà anche il desiderio di tornare indietro e di sperare che non sia mai successo. Una volta che ti fermi in questa lotta la calma tornerà a regnare nel tuo cuore.

Accettare la realtà non è porsi in una posizione passiva e lasciare che tutto intorno a te accada. Non devi perdere il desiderio di agire. È piuttosto dire: “Mi ha lasciata, cosa posso fare per me ora?”. In questo modo prendi coscienza della realtà e la accetti per quella che è senza resistenza e senza confusione interiore, ma ponendoti nella condizione di iniziare a fare qualcosa partendo da te stessa che sei la persona più importante in assoluto.

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Lasciati andare al destino. Pensa che a volte le cose vanno come devono andare perché c’è un disegno più grande di tutti noi. Funziona! Perché ti senti subito più sollevata ammettendo che non sempre possiamo essere responsabili di tutto quel che ci accade e con un po’ di fiducia in te stessa riuscirai a ritrovare la tua strada maestra. Vedrai piano piano sorgere davanti a te tante nuove opportunità.

Ritrova l’equilibrio. Ci sono vantaggi e svantaggi in ogni situazione e prova a trovare i lati positivi di tutta la storia che ti è capitata. Non cercare giustificazioni, analizza con onestà chi ti ha causato questo dolore e perché, ma anche cosa di buono hai ricevuto e come ora puoi ritrovare il tuo equilibrio. Chiediti se ci sono dei vantaggi e se la fine della tua relazione non sia l’occasione per crescere e per imparare cose nuove, riaffermando il tuo potere nella vita.

Impara. Una storia finita rappresenta una grande esperienza e sai che certi errori non li commetterai più. Sai anche come dovrà essere la persona che ti starà accanto e cosa cerchi per la tua vita. Hai tempo per lavorare su te stessa e per migliorarti e per affermarti come desideri.

Sorridi. Un sorriso cambia sempre le prospettive e può essere fonte di gioia perché ha il potere di cambiare lo stato d’animo. Puoi sempre sorridere, anche quando la vita ti fa del male perché il sorriso è contagioso e fa stare bene te e chi ti sta accanto.

Esci dai pensieri negativi. La sofferenza si insinua in quel solco che tracciamo noi stessi con l’ossessione della perdita e così non riesci a pensare ad altro. Cambia le tue abitudini e inizia a fare qualcosa che non hai mai fatto. Potrebbe essere il momento giusto per fare quel viaggio che hai sempre desiderato, di iniziare a seguire un corso di yoga o di essere più gentile con chi ti circonda. Fai qualunque cosa che possa tirarti via dalla routine e vedi come il cambiamento modifica la natura della tua sofferenza.

Quando sperimentiamo il dolore, tendiamo a isolarci pensando che nessuno sta peggio di noi. Eppure sai che non è così. Entrare in contatto con qualcuno che soffre si rivela un antidoto alla sofferenza. Potresti non sentirti pronta ma appena il tuo dolore si allevia, esci dalla comfort zone e cerca di essere più gentile con chi ti sta intorno, vedrai i risultati molto velocemente.

Se credi di avere dei problemi con il tuo partner e non riesci a gestire da sola questa situazione, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a superare questo momento difficile.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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