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Primo soccorso: definizione, significato, simboli, obiettivi, protocolli
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Chiamare il Pronto Soccorso: quale numero e cosa fare in attesa dell’ambulanza
In base ad una direttiva della Comunità Europea, il vecchio numero per le emergenze sanitarie “118” è stato gradatamente sostituito in tutte le regioni italiane, dal Numero Unico per le Emergenze 112, che sostituisce il 113 della Polizia, il 115 dei Vigili del Fuoco ed appunto il 118 per Pronto soccorso ed ambulanza. Il 112 non è stato scelto a caso: sarà lo stesso in tutta Europa. Chiamandolo si entra in contatto con un centralino che poi smista le emergenze in modo celere ed adeguato all’emergenza.
Sarà possibile chiamare il 112:
- da qualsiasi telefono in Italia ed Europa, fisso o cellulare;
- da cellulare anche se non c’è campo;
- da cellulare anche se il credito è esaurito;
- anche se lo smartphone è bloccato dal PIN;
- senza gettone né scheda se si chiama da una cabina telefonica.
Il numero 112 è gratuito sia da rete fissa che da cellulare.
In quali emergenze sanitarie chiamare il 112?
Chiamare il 112 in tutte quelle situazioni in cui ci può essere rischio per la vita o l’incolumità di qualcuno come nel caso di malori, infortuni, traumi, ustioni, avvelenamenti, incidenti (domestici, stradali, agricoli, industriali), annegamento.
Come chiamare il 112 e cosa dire all’operatore?
- comporre il numero telefonico 112;
- rispondere con maggior calma e razionalità possibile alle domande poste dall’operatore del centralino e del Pronto Soccorso;
- fornire il proprio recapito telefonico;
- spiegare l’accaduto (malore, incidente…);
- indicare dove è accaduto (Comune, via, civico);
- indicare quante persone sono coinvolte;
- comunicare le condizioni della persona coinvolta: risponde, respira, sanguina, ha dolore…;
- comunicare particolari situazioni: bambino piccolo, donna in gravidanza, persona con malattie conosciute (cardiopatie, asma, diabete, epilessia, etc.).
IMPORTANTE:
- la conversazione va svolta con voce chiara e debbono essere fornite tutte le notizie richieste dall’operatore che ha il compito di analizzarle;
- a fine conversazione accertarsi che il ricevitore sia stato rimesso a posto, per permettere di essere richiamati se necessario;
- per lo stesso motivo lasciare libero il telefono utilizzato per chiamare i soccorsi: si potrebbe essere contattati in qualsiasi momento dalla Centrale Operativa per ulteriori chiarimenti o istruzioni.
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Cosa fare in attesa dei soccorsi:
- slacciare delicatamente gli indumenti stretti (cintura, cravatta) per agevolare la respirazione;
- coprire il paziente con una coperta se necessario;
- restare vicino al paziente;
- osservare attentamente il paziente e notare eventuali cambiamenti;
- incoraggiare e rassicurare il paziente;
- in caso di incidente, non ostacolare l’arrivo dei soccorsi e segnalare il pericolo ai passanti;
- se possibile mettere delicatamente il paziente nella Posizione laterale di sicurezza;
- chiamare nuovamente il 112 se le condizioni della persona che ha bisogno dei soccorsi peggiorano rispetto alla prima telefonata (ad esempio perde i sensi o non ha più respiro/pulsazioni cardiache);
- se possibile eseguire manovra di rianimazione (massaggio cardiaco, respirazione bocca a bocca, uso di defibrillatore…).
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Cosa non fare in attesa dei soccorsi:
- NON lasciarsi prendere dal panico;
- NON spostare la persona traumatizzata (salvo casi eccezionali in cui rimanere in un dato posto mette ulteriormente a rischio la sua e la vostra vita, ad esempio locale in fiamme);
- NON opprimere il paziente creando una calca di persone attorno a lui;
- NON abbandonare la persona traumatizzata da sola;
- NON somministrare cibi o bevande a meno che non siate CERTI che possano davvero migliorare la situazione;
- NON occupare MAI la linea del numero telefonico utilizzato per chiamare i soccorsi: si potrebbe essere contattati in qualsiasi momento dalla Centrale Operativa per ulteriori chiarimenti o istruzioni;
- NON fare assumere farmaci a meno che non siate CERTI che possano davvero migliorare la situazione;
- NON improvvisate NESSUNA PRATICA MEDICO CHIRURGICA a meno che non siate ESTREMAMENTE CERTI di quello che fate e del fatto che tali manovre possano davvero salvare la vita al paziente e non peggiorare la sua situazione.
In quali casi NON chiamare i soccorsi?
- per servizi non urgenti: ricoveri programmati, dimissioni ospedaliere, trasferimenti intraospedalieri;
- per consulenze medico-specialistiche;
- per informazioni di natura socio-sanitaria: orari servizi, prenotazioni di visite o indagini diagnostiche.
In questi casi è preferibile chiamare il numero specifico che trovate sul sito dell’ospedale di riferimento, evitando di impegnare inutilmente un operatore del 112.
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ASL Milano: tutti i numeri e gli indirizzi utili per ogni esigenza
Orientarsi nella efficiente ma complessa rete della sanità milanese ed in quella della regione Lombardia non è sempre facile: per ottenere tutte le informazioni utili si può comporre il numero 02 85781 del centralino dell’ASL di Milano. L’azienda sanitaria milanese ha la sede centrale in Corso Italia, 19.
La guardia medica, sia per gli adulti, sia pediatrica, è contattabile al numero 02 34567 tutti i giorni della settimana dalle ore 20.00 alle ore 8.00 di mattina. In caso di emergenza, vale sia a Milano sia nel resto della Penisola, il numero 118.
Il numero verde Pronto Farmacia, all’800 801 185, è attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 e consente di mettersi in contatto con la farmacia più vicina alla propria abitazione.
Per prenotare visite specialistiche ed esami diagnostici è disponibile il numero verde 800 638 638 (attivo dal lunedì al sabato dalle ore 8,00 alle ore 20,00).
Il numero valido per le emergenze (dal lunedì al venerdì dalle ore 8,00 alle ore 20,00 ed il sabato fino alle 14,00) è 800 777 888.
L’ASL milanese, in tema di prevenzione e di sostegno alle donne ha predisposto anche un servizio dedicato, al numero 800 255 155, per lo screening per la diagnosi precoce del tumore al seno e per il cancro del colon retto. Nella stessa direzione va anche il numero 800 321 738, che fornisce un supporto a tutte le mamme, che scelgono l’allattamento al seno.
Per ottenere tutte le informazioni in merito allo strumento tecnologico per eccellenza della sanità lombarda, la Carta Regionale dei Servizi, basta chiamare il numero verde 800 030 606.
Novità, numeri e indirizzi completi sono presenti sul sito dedicato https://www.ats-milano.it/portale.
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- Differenza tra ecocardiografia ed elettrocardiogramma
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Puntura di vespa e shock anafilattico: cosa fare e cosa NON fare?
In caso di shock anafilattico da puntura di vespa, o anche solo di dubbio di shock anafilattico:
Cosa fare se si sospetta uno shock anafilattico:
- Allertare immediatamente i soccorsi sanitari senza perdere tempo, magari cercando informazioni su internet!
- Sebbene la terapia vera e propria sia di esclusiva competenza medica, è bene che il soccorritore conosca a grandi linee gli interventi da porre in essere. Il farmaco salvavita in corso di shock anafilattico è rappresentato dall’adrenalina (o epinefrina) somministrata per via endovenosa, preferibilmente in infusione lenta e continua. Ad essa si associano soluzioni infusionali di tipo elettrolitico o colloidale per compensare la vasodilatazione periferica, l’ipotensione e la fuoriuscita di fluidi intravascolari nei tessuti. Ulteriori farmaci possono rendersi necessari in relazione allo stato di compromissione funzionale degli organi interessati.
- Se nei casi più lievi è generalmente sufficiente la somministrazione combinata di adrenalina ed antistaminici (che al pari dei corticosteroidi ostacolano l’attività dei mediatori vasoattivi coinvolti nello shock), in quelli più gravi è necessario assicurare il mantenimento della pervietà delle vie aeree, ricorrendo all’ossigenoterapia o ad interventi chirurgici in caso di necessità.
- Di fronte al sospetto di shock anafilattico, in attesa dei soccorsi sanitari il malcapitato dev’essere posto nella posizione antishock → supino con le gambe sollevate di circa 30 cm (ad esempio con l’ausilio di una sedia). Se possibile, il paziente andrà posizionato in modo che il capo si trovi inferiormente a ginocchia e bacino. Questa posizione, detta di Trendelenburg, risulta particolarmente utile perché favorisce il ritorno venoso agli organi vitali (cuore e cervello) per semplice effetto della gravità.
- In attesa dei soccorsi sanitari, la persona colpita da shock anafilattico dev’essere rassicurata e per quanto possibile confortata sulle sue condizioni e sull’arrivo dell’ambulanza.
Cosa NON fare se si sospetta uno shock anafilattico:
- Se lo shock anafilattico è causato dalla puntura di un’ape, il pungiglione non dev’essere estratto con le pinzette o con le dita, dal momento che la compressione dello stesso aumenterebbe il rilascio del veleno; piuttosto, si consiglia di raschiarlo via con un’unghia o con carta di credito. Ad ogni modo, recenti studi hanno dimostrato che ciò che conta realmente è la rapidità di intervento; più tempo passa tra la puntura e l’estrazione del veleno, maggiore è il rilascio dello stesso; secondo questi studi, non sarebbe quindi tanto importante la tecnica di estrazione, quanto piuttosto la rapidità d’intervento.
- La posizione antishock non dev’essere adottata qualora si sospettino traumi a livello della testa, del collo, della schiena o delle gambe.
- Se il malcapitato lamenta difficoltà respiratorie non porre rialzi o cuscini sotto la testa, né tanto meno somministrare pillole, liquidi o alimenti; queste operazioni, infatti, rischiano seriamente di aggravare l’ostacolo al passaggio di aria nelle vie aeree che tipicamente accompagna gli episodi di shock anafilattico.
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- Perché le mosche sono attratte da letame ed dall’immondizia?
- A cosa servono le zanzare e perché esistono?
- Di che cosa si nutrono le mosche?
- A cosa servono le mosche, che funzione hanno?
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- Surrene: anatomia, funzioni e patologie in sintesi
- Differenza tra renella e calcoli renali
- Rene: anatomia, funzioni e patologie in sintesi
- Differenza tra surrene e rene
- Differenza tra rene policistico e multicistico
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Puntura di vespa e shock anafilattico: cosa fare prima dell’arrivo dell’ambulanza?
Prima che intervenga il personale medico, il soggetto può fare anche da solo due cose importanti: può cercare di estrarre il pungiglione, ‘grattando’ delicatamente con l’unghia sul punto della puntura ma facendo attenzione a non rompere la ‘sacca’ in cui può ancora esserci del veleno; può disinfettare applicando con del cotone un po’ di ammoniaca; può cercare di rallentare l’assorbimento del veleno, ponendo per esempio del ghiaccio sulla puntura, oppure stringendo un laccio intorno all’arto colpito.
Importante: coloro che sanno di essere allergici alle punture di vespa o di altri insetti simili (come api, calabroni, conosciuti come imenotteri) dovrebbero sempre avere con sé una ‘penna’ di adrenalina. Si tratta di un auto-iniettore che consente di effettuare rapidamente, in modo efficace e sicuro una iniezione della giusta dose di adrenalina. L’adrenalina è infatti in grado di salvare la vita in casi di questo genere, ma solo se somministrata nella giusta quantità (1 mg portato a 10 ml con soluzione fisiologica).
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