Respiro di Cheyne-Stokes: caratteristiche e cause patologiche e non patologiche

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO DI CHEYNE STOKES CARATTERISTICHE CAUSE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pe.jpgPer respiro di Cheyne-Stokes (o respiro periodico) si intende una forma di respiro patologico frequente negli anziani in cui si alternano fasi di apnea anche di lunga durata (fino a 20 secondi) a fasi in cui si passa gradatamente da una respirazione profonda ad una sempre più superficiale (cicli respiratori brevi e frequenti) che termina nuovamente nella fase di apnea. Ogni ciclo respiratorio anomalo dura da un minimo di 45 secondi ad un massimo di 3 minuti. Questo loop può prolungarsi varie volte.
Il nome di questo respiro patologico deriva da due medici: John Cheyne e William Stokes che avevano descritto lo stato morboso nel 1800.

Cause patologiche del Respiro di Cheyne-Stokes:

  • encefalopatie;
  • scompenso cardiaco ed altre cardiopatie (prevalenza del 40%);
  • intossicazione da narcotici o ipnotici;
  • ipocapnia e ipossiemia;
  • aumentata responsività dei chemocettori centrali e periferici;
  • danni delle vie aeree;
  • prolungato tempo di circolo;
  • ridotta riserva di O2;
  • alternanza delle fasi del sonno e ripetersi di arousals;
  • coma da sindrome mesencefalica;
  • malattie respiratorie.

Le oscillazioni della ventilazione determinano queste conseguenze cliniche:

  • desaturazione ossiemoglobinica;
  • ritenzione di CO2;
  • modificazioni emodinamiche;
  • attivazione dei centri respiratori;
  • frequenti microrisvegli coscienti o non che conducono a frammentazione del sonno;
  • insonnia e quindi a eccessiva sonnolenza diurna;

Questi eventi fisiopatologici agiscono come feedback positivo peggiorando la sindrome stessa che pertanto si automantiene grazie a questo circolo vizioso.

Cause non patologiche del Respiro di Cheyne-Stokes:
Negli anziani si può verificare – specie durante il sonno la notte – anche senza nessuna patologia apparente; inoltre, tende a comparire quando il soggetto staziona ad elevate altitudini.

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Respiro di Biot ed apnee: caratteristiche e cause patologiche e non patologiche

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO DI BIOT APNEE CAUSE PATOLOGICHE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgIl Respiro di Biot è una forma di respiro patologico caratterizzato da una alternanza di gruppi di 4 o 5 atti respiratori brevi e superficiali seguiti da fasi di apnea di durata variabile, ma in genere tra i 10 ed i 30 secondi. Questo tipo di respiro è una manifestazione di una grave sofferenza del centro respiratorio bulbare ed è un indice prognostico grave. Deve il suo nome allo scopritore, Camille Biot, che lo descrisse nel 1876. Viene chiamato anche respiro intermittente o respirazione atassica anche se secondo alcuni si deve distinguere il respiro di Biot dalla respirazione atassica in quanto il primo appare più regolare mentre la respirazione atassica è caratterizzata da respiri del tutto irregolari e da pause.

Cause patologiche comuni di Respiro di Biot:

  • tumori endocranici;
  • meningiti;
  • encefaliti;
  • traumi cranici;
  • edema cerebrale;
  • erniazioni uncali o del tentorio.

Cause non patologiche comuni di Respiro di Biot:
Questo tipo di respiro patologico è spesso associato all’utilizzo di sostanze oppiacee.

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Respiro patologico: le alterazioni del ritmo respiratorio normale

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO PATOLOGICO ALTERAZIONI RITMO NORMALE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgCon respiro patologico in campo medico, si intende un tipo di respirazione alterata che si verifica durante il sonno o la veglia, causata da una condizione patologica, in contrapposizione al respiro normale che alterna, senza apnee, inspirazione ed espirazione mediamente dalle 16 alle 20 volte al minuto.

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Il respiro patologico è causato da varie patologie diverse, come la chetoacidosi diabetica, le cardiopatie, l’insufficienza renale, ma più spesso sono determinate da malattie a carico del SNC (sistema nervoso centrale), più facilmente negli anziani e durante il sonno. Esistono vari tipi di respiro patologico, tra cui:

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Differenze tra respiro normale e patologico

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE RESPIRO NORMALE E PATOLOGICO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgLa respirazione è il fisiologico atto con cui si assorbe ossigeno nell’organismo e nel contempo si emette biossido di carbonio, tale stato normalmente ha un andamento costante: la frequenza respiratoria normalmente si attesta sui 16-20 respiri al minuto, a riposo negli adulti; all’atto della nascita e per i primi anni di vita del bambino essa è anche superiore arrivando a 30 respiri al minuto. Il respiro patologico altera il fisiologico susseguirsi degli atti respiratori e la loro frequenza, ed è causato da varie patologie, spesso a carico del SNC (sistema nervoso centrale).

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Esofago e trachea: zona, anatomia, rapporti e differenze

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ESOFAGO TRACHEA ZONA ANATOMIA DIFFERENZE RAPPORTI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari.jpgLa trachea e l’esofago sono strutture anatomiche che decorrono verticalmente e parallelamente partendo entrambe dalla faringe con la trachea posizionata anteriormente all’esofago. Durante la deglutizione, una parte della laringe chiamata epiglottide Continua a leggere

Trachea: anatomia e funzioni in sintesi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TRACHEA ANATOMIA FUNZIONI SINTESI ZONA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgCos’è la trachea?
La trachea è un condotto tubulare, cavo, mediano ed impari che fa parte delle vie aeree inferiori insieme alla laringe che la precede superiormente ed ai bronchi che la seguono inferiormente.

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Dove si trova la trachea?
La trachea decorre parallelamente ed anteriormente rispetto all’esofago. Essa si espande dal livello della sesta vertebra cervicale (C6) fino alla quarta vertebra toracica (T4) dove si divide nei due bronchi principali (destro e sinistro) in un punto denominato carena, sfocianti nei rispettivi polmoni.

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A che serve la trachea?
La sua funzione primaria è di trasferire l’aria dall’esterno verso i polmoni, tuttavia i suoi compiti non si limitano a questo, come vedremo più avanti.

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Come può essere osservata la trachea?
A scopo diagnostico (o per raccogliere tessuti) si può usare la video-tracheoscopia (con strumento a fibre ottiche flessibile) o mediante tracheoscopia con strumento rigido.

Leggi anche: Broncoscopia polmonare con biopsia: a cosa serve, fa male, è pericolosa?

Cenni anatomici
La trachea ha la forma di un tubo semirigido e lungo circa 12cm formato da una serie di anelli cartilaginei, aperti dorsalmente, uniti tra loro da tessuto connettivo. È costituita da 15-20 anelli di tessuto cartilagineo sovrapposti, ricoperti da tessuto fibroso con regolari intervalli, chiamati legamenti anulari, formati dallo stesso tessuto che ricopre gli anelli. La peculiarità di questi ultimi risiede nell’incompletezza situata posteriormente, ciò implica la presenza di una parete membranacea che permette l’espansione dell’esofago al momento della deglutizione, essendo essa a stretto contatto con quest’ultimo, tale movimento è permesso dalla presenza di una tonaca muscolare interna alla parete. Essa presenta, inoltre, una tonaca mucosa esterna ben visibile a causa delle estroflessioni causate da essa, rivestita principalmente da un epitelio di tipo respiratorio. All’interno troviamo un epitelio di rivestimento ciliato che prende il nome di epitelio respiratorio (formato da ciglia) e sono presenti inoltre delle ghiandole mucose, di tipo tubuloacinoso composte, le quali presentano adenomeri ricoperti da una tonaca sottomucosa.

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Funzioni delle ciglia vibratili della trachea
Le ciglia presenti nella trachea, dette ciglia vibratili, si muovono in senso caudo craniale, insieme al muco filtrano le sostanze introdotte attraverso la respirazione; il muco intrappola il pulviscolo atmosferico (polvere, polline, batteri, ecc…) in modo che le vie aeree vengano tenute pulite. Il muco prodotto deve essere eliminato, quindi portato verso l’alto; questo processo avviene spingendo il muco verso la laringe e poi verso l’epiglottide quindi caricato nell’esofago e spinto verso lo stomaco. Quest’organo contiene i succhi gastrici che eliminano il muco. Termina a livello mediastinico dividendosi nei 2 bronchi polmonari principali destro e sinistro.

Perché quando respiriamo aria fredda siamo più a rischio di infezioni?
Se respiriamo aria fredda le ciglia rallentano la loro attività, sfavorendo il movimento del muco, il quale si accumula. Se queste strutture sono infiammate il muco prodotto rimane nella trachea, diventando un mezzo di coltura per i batteri.

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Differenze tra faringite, laringite e tracheite: vari tipi di mal di gola

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA LARINGE FARINGE TRACHEA ALTE VIE AEREE SUPERIORI LINGUA NASO PALATO ESOFAGO EPIGLOTTIDE GLOTTIDEPrima di leggere questo articolo, per meglio comprendere l’argomento, ti consiglio di leggere: Differenza tra laringe, faringe e trachea

Spesso chiamiamo “mal di gola”, un dolore localizzato al nostro collo, pensando che sia una sorta di unica patologia. In realtà, non esiste un solo tipo di mal di gola: è un disturbo dai tre volti. Quando la gola fa male, sono tre i problemi a salire sul banco degli imputati, la faringite, la laringite e la tracheite.

Faringite

La faringite è una infiammazione della faringe. Può essere acuta o cronica e, nella maggior parte dei casi è la conseguenza dell’attacco di alcuni virus, come l’adenovirus, il rinovirus, il virus influenzale e il citomegalovirus. I virus sono i principali responsabili, ma alcune abitudini malsane, come il fumo, non aiutano. I sintomi della faringite sono molto fastidiosi: dolore durante la deglutizioneindolenzimento dei linfonodi del collo, malessere generale, febbre, mucosa gonfia e arrossata, presenza di grosse quantità di muco e di chiazze rossastre sul fondo della gola. In molti casi, specie in caso di infezione da rinovirus, si associa anche rinorrea (naso “che cola”). Per approfondire:

Laringite

La laringite è l’infiammazione della laringe. Oltre alle stesse cause che abbiamo visto nella faringite, ci sono l’abuso della voce e delle corde vocali, allergie, freddo, fumo e smog. Quando la laringe si infiamma, la voce si abbassa e diventa roca, per colpa delle corde vocali, che, irritate e gonfie, non vibrano più come dovrebbero. La gola tende a “bruciare”, e secca e caratterizzata da una sensazione di corpo estraneo. Tra le persone più a rischio ci sono i professionisti che usano la voce per lavoro, come i cantanti, gli ambulanti o gli insegnanti. L’alterazione della voce e la sensazione di corpo estranea è più frequente nella laringite che nella faringite, ricordando comunque che le due infezioni possono presentarsi anche insieme (faringo-laringite) ed i sintomi si sovrappongono. Per approfondire: Laringite acuta e cronica: antibiotico, catarrale, cure, rimedi naturali

Tracheite

La tracheite, invece, è l’infiammazione che interessa la mucosa di rivestimento della trachea. Solitamente si presenta come “corredo” di altri disturbi, come bronchite o faringite, con una serie di sintomi difficili da ignorare, come la febbre, il respiro affannoso, il senso di bruciore all’altezza dello sterno, la tosse secca e il malessere generale. I disturbi tendono ad essere più profondi nel petto ed interessare la parte medio-bassa del torace. Per approfondire: Tracheite virale, batterica, allergica: quanto dura e come si cura

Tonsillite ed adenoidite

Ricordiamo infine che l’eventuale presenza di ipertrofia delle tonsille (tonsille ingrossate) e di placche su di esse è indicativa di tonsillite, cioè l’infiammazione delle tonsille palatine, che può essere determinata da infezione virale o batterica. In caso di adenoidite, seno invece le adenoidi ad essere infiammate. Le patologie possono presentarsi da sole o associate ad esempio a faringite (faringo-tonsillite). Per approfondire:

IMPORTANTE: La diagnosi differenziale deve essere fatta solo dal medico, che la ottiene principalmente grazie a dati ricavati da anamnesi, esame obiettivo e dati di laboratorio ottenuti tramite esame del sangue e tampone faringeo. Il paziente deve evitare l’auto-diagnosi.

Prodotti consigliati

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, utilissimi in caso di febbre, influenza, raffreddore e mal di gola:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Asma bronchiale: spirometria e diagnosi differenziale

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ASMA BRONCHIALE SPIROMETRIA DIFFERENZIALE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari An Pene.jpgPrima di continuare la lettura di questo articolo, ti consiglio di leggere: Asma bronchiale in bambini e adulti: cause, sintomi e cura

La spirometria nel paziente affetto da asma bronchiale
L’esame fondamentale per lo studio dell’asma è la spirometria, che consiste nel soffiare in uno strumento (spirometro) che misura sia la quantità di aria emessa sia la velocità con cui viene emessa, e fornisce informazioni sullo stato di ostruzione delle vie aeree. Un test semplice quanto importante è il cosiddetto “test di reversibilità” eseguibile nei pazienti in cui la spirometria abbia evidenziato la presenza di ostruzione bronchiale. Il test consiste nell’eseguire due spirometrie di cui una prima e una dopo la somministrazione di un farmaco broncodilatatore spray. Negli asmatici tale somministrazione provoca una broncodilatazione significativa che consente la diagnosi. Nei soggetti con spirometria nella norma (la maggior parte degli asmatici in periodo intercritico) la diagnosi può essere posta identificando l’iperreattività bronchiale mediante test alla metacolina. L’esame consiste nell’esecuzione di una spirometria basale e successivamente varie altre spirometria dopo inalazione di concentrazioni crescenti di metacolina (sostanza broncocostrittrice). Nei soggetti asmatici il test è in grado di determinare una broncostenosi che invece non si verifica nei soggetti normali. Il monitoraggio giornaliero della malattia può essere eseguito mediante misurazione del picco di flusso (misurazione approssimativa ma praticabile dal paziente stesso, munito di un semplice strumento). In caso di patologia asmatica mostrerà un aumento del morning gap ovvero una riduzione dei valori mattutini più consistente che nelle persone sane.

Vi sono poi altre malattie che possono provocare alterazione della respirazione che non hanno nulla a che fare con l’asma quali: diabete scompensato, insufficienza renale scompensata, intossicazioni, lesioni cerebrali ecc.

Diagnosi differenziale: l’asma ed altre patologie che provocano dispnea
Le patologie in grado di provocare dispnea sono molte e non interessano sempre il polmone o i bronchi. Quando si indaga su malattie che provocano sintomi simili si parla quindi di diagnosi differenziale. La diagnosi differenziale per l’asma bronchiale va quindi posta con:

  • Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO): simile all’asma per sintomatologia ma con patogenesi ed eziologia assolutamente differenti. Nel caso della BPCO la causa principale è il fumo di sigaretta, l’ostruzione bronchiale è irreversibile o solo parzialmente reversibile (test di reversibilità negativo e test alla metacolina in genere negativo). Il trattamento è sostanzialmente basato su farmaci broncodilatatori piuttosto che sullo steroide inalatorio.
  • Asma cardiaco: dato da scompenso cardiaco, l’insufficiente forza di contrazione del cuore determina il raccogliersi di liquidi nelle vie aeree (edema polmonare), con conseguente difficoltà respiratoria per meccanismi riflessi di broncocostrizione.
  • Bronchite acuta: infiammazione passeggera dei bronchi abitualmente su base infettiva.
  • Attacco di panico: il paziente respira velocemente accusando una difficoltà respiratoria che non è dovuta a malattia di organo ma a uno stato ansioso (tale diagnosi va posta con prudenza per non sottovalutare malattie di organo più importanti).
  • Sindrome da ipersensibilità dei recettori della tosse o SIRT.

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