Diabete mellito gestazionale: cause, diagnosi e trattamento

MEDICINA ONLINE GRAVIDANZA DIABETE GESTAZIONALE FETO PARTO CESAREO DIETA FIBRA VERDURA GRASSI ZUCCHERI PROTEINE GONFIORE ADDOMINALE MANGIARE CIBO PRANZO DIMAGRIRE PANCIA PESO INTESTINO DIGESTIONE STOMACO CALORIE METABOLISMOIl diabete mellito gestazionale è una condizione caratterizzata da valori di glicemia oltre la norma, suggestivi di diagnosi di diabete, che si instaura durante la gravidanza in donne che, prima di essa, non erano diabetiche. L’International diabates and Pregnancy Study Groups raccomanda che il diabete diagnosticato nella prima visita prenatale venga classificato come diabete franco.

Epidemiologia

Il diabete gestazionale si riscontra nel 7% circa delle gravide negli Stati Uniti. La maggior parte delle donne dopo la gravidanza ritorna alla normalità, ma rimane il rischio (dal 30 al 60%) che sviluppino diabete mellito nei successivi 10-20 anni.

Eziologia

La resistenza insulinica è associata alle alterazioni metaboliche caratteristiche delle fasi finali della gravidanza e l’aumentato bisogno di insulina (dovuto ai fabbisogni metabolici del feto) può indurre tolleranza glucidica nella madre e, talora, diabete. Durante la seconda metá della gravidanza l´insulinoresistenza aumenta e con essa i livelli di zuccheri e aminoacidi nel sangue. Questo sembra dovuto ad aumenti dei livelli di cortisolo e progesterone. Gli zuccheri ed amminoacidi vengono utilizzati dal feto per crescere.

Diagnosi

Il controllo glicemico deve essere effettuato dalla donna alla prima visita ginecologica. Una glicemia a digiuno superiore a 92-126 mg/dl pone diagnosi di diabete gestazionale. Se la paziente al primo controllo ha valori glicemici inferiori a 92 mg/dl si esclude tale diagnosi. La paziente dovrà successivamente essere sottoposta tra la 24ª e la 28ª settimana di gestazione a un test di carico orale di glucosio ( 75 g di glucosio per os e controllo della glicemia a tempo 0′, 60′, 120′). Valori di glicemia >92,> 180 >153 mg/dl, rispettivamente, consentono di porre diagnosi di diabete gestazionale.

Trattamento

Nei casi non gravi di diabete mellito gestazionale la terapia è dietetica: prevede la riduzione dell’apporto glucidico. In caso di patologia avanzata o complessa si ricorre, oltre al regime alimentare ipoglucidico, esclusivamente alla somministrazione di insulina data l’impossibilità di utilizzo di ipoglicemizzanti orali.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Diabete di tipo 1: cause, fattori di rischio, sintomi e cure

MEDICINA ONLINE DIABETE MELLITO TIPO 1 2 PREDIABETE PRE-DIABETE SANGUE VALORI GLICEMIA EMOGLOBINA GLICATA ZUCCHERI DIETA CARBOIDRATI PASTA PANE INSULINA RESISTENTE DIPENDENTE CIBO MANGIARE VERDURA FRUTTAIl diabete di tipo 1 è una forma di diabete che si manifesta prevalentemente nel periodo dell’infanzia e nell’adolescenza (anche se non sono rari i casi di insorgenza nell’età adulta) e per questa ragione fino a pochi anni fa veniva anche denominato diabete infantile. 

Fisiopatologia

Il diabete mellito di tipo 1 rientra nella categoria delle malattie autoimmuni perché è causato dalla produzione di autoanticorpi (anticorpi che distruggono tessuti ed organi propri non riconoscendoli come appartenenti al copro ma come organi esterni) che attaccano le cellule Beta che all’interno del pancreas sono deputate alla produzione di insulina. Come conseguenza, si riduce, fino ad azzerarsi completamente, la produzione di questo ormone il cui compito è quello di regolare l’utilizzo del glucosio da parte delle cellule. Si verifica, pertanto, una situazione di eccesso di glucosio nel sangue identificata con il nome di iperglicemia. La mancanza o la scarsità di insulina, quindi, non consente al corpo di utilizzare gli zuccheri introdotti attraverso l’alimentazione che vengono così eliminati con le urine.
In questa situazione l’organismo è costretto a produrre energia in altri modi, principalmente attraverso il metabolismo dei grassi, il che comporta la produzione dei cosiddetti corpi chetonici. L’accumulo di corpi chetonici nell’organismo, se non si interviene per tempo, può portare a conseguenze molto pericolose fino al coma.

Cause

Le cause del diabete di tipo 1 non sono ancora state individuate con certezza. Di sicuro ci sono dei fattori che contribuiscono alla sua comparsa:

  • fattori genetici (ereditari);
  • fattori immunitari (legati ad una particolare difesa del nostro organismo contro le infezioni);
  • fattori ambientali (dipendono dall’azione contro il nostro organismo di batteri, virus, sostanze chimiche, etc.).

I dati attualmente disponibili indicano che ci sono soggetti geneticamente predisposti a sviluppare malattie autoimmuni (e quindi anche il diabete di tipo 1), ma devono verificarsi altri eventi (fattori immunitari e/o fattori ambientali) perché la malattia si sviluppi. Sebbene i pazienti affetti da diabete di tipo 1 non siamo solitamente obesi, l’obesità non è incompatibile con la diagnosi. Ultimamente è stato dimostrato, infatti, che l’obesità non rappresenta un fattore di rischio solo per il diabete di tipo 2 ma anche per quello di tipo 1. Le persone affette da questa forma di diabete possono, infine, avere anche altri disturbi immunitari come il morbo di Graves, la tiroide di Hashimoto e il morbo di Addison.

Leggi anche:

Tipi di diabete mellito

Il diabete di tipo 1 viene suddiviso in:

  • Diabete mellito autoimmune (fino a poco tempo fa conosciuto con il nome di diabete insulinodipendente). Si manifesta nella stragrande maggioranza dei casi durante l’infanzia o l’adolescenza (diabete infantile), ma non sono rari nemmeno i casi tra gli adulti. È causato dalla distruzione delle cellule Beta da parte di anticorpi. La velocità di distruzione di tali cellule è variabile: in alcuni soggetti è molto rapida, in altri molto lenta.
    La forma a progressione rapida si manifesta principalmente, ma non esclusivamente, nei bambini; la forma lentamente progressiva tipicamente negli adulti e talvolta viene definita come diabete autoimmune latente dell’adulto (LAD). Alcuni pazienti, soprattutto bambini ed adolescenti, possono presentare come primo sintomo della malattia una chetoacidosi; altri una modesta iperglicemia a digiuno che può rapidamente trasformarsi in iperglicemia severa e chetoacidosi in presenza si altre situazioni di stress.
  • Diabete mellito idiopatico. È una forma molto rara di diabete di tipo 1 che si manifesta principalmente nei soggetti di etnia africana o asiatica. Si presenta con una carenza di insulina permanente accompagnata da chetoacidosi, ma nessuna evidenza di autoimmunità. Le cause del diabete mellito idiopatico non sono ancora note.

Sintomi

La scarsità o l’assenza di insulina, impedisce all’organismo di utilizzare il glucosio per produrre l’energia necessaria al suo funzionamento.
Il glucosio, introdotto con l’alimentazione, non viene utilizzato e viene eliminato dal corpo attraverso le urine. Si verifica, quindi, un aumento del volume urinario, con conseguente aumento della sensazione di sete, e un calo di peso improvviso dovuto al fatto che non vengono trattenute le sostanze nutritive.
I principali sintomi clinici del diabete di tipo 1 sono, infatti, i seguenti:

  • poliuria (aumento del volume e delle urine);
  • polidipsia (aumento della sete);
  • polifagia paradossa (dimagrimento improvviso non dovuto a variazioni nella dieta).

Spesso il sintomo di esordio del diabete di tipo 1 è la chetoacidosi diabetica (aumento della quantità di corpi chetonici nel sangue). In alcuni casi si riscontra un’interruzione dei sintomi subito dopo la fase di esordio; è una condizione transitoria, nota come luna di miele, che può durare solo pochi mesi. Passato questo breve periodo i sintomi si ripropongono e permangono stabilmente dando origine alla malattia vera e propria.

Terapia

La terapia si avvale principalmente di:

  • esercizio fisico adeguato;
  • dieta ipoglucidica ipocaloria;
  • controllo periodico della glicemia;
  • somministrazione di insulina;
  • trapianto di pancreas o trapianto di cellule beta pancreatiche.

L’insulina utilizzata per il trattamento può essere somministrata per via sottocutanea o con infusore, avviando il rilascio di insulina prima dei pasti. Il trattamento con insulina predispone all’ipoglicemia, nella cui eventualità è necessario apporto di zuccheri. In caso di crisi ipoglicemica severa il trattamento è invece con somministrazione di glucagone, per approfondire leggi: Glucagone: cos’è, a cosa serve, alto, adrenalina e diabete

Complicanze del diabete

Per comprendere le complicanze ed i pericoli a lungo termine del diabete, leggi: Diabete mellito: conseguenze e complicanze a lungo termine

Può interessarti anche:

Articoli sul prediabete:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Diabete e dolci di Natale: il diabetico può mangiare il pandoro?

MEDICINA ONLINE NATALE DOLCI NATALIZI PANDORO PANETTONE TORRONE NOCCIOLE CIOCCOLATO BIANCO SFOGLIATA LIEVITAZIONE OFFELLA INGREDIENTI ZUCCHERO VENEZIANA A VELO CALORIE RICETTE DIFFERENZE DIETA CIBO DOLCE COLOMBA PASQUA.jpgIl pandoro contiene mediamente 410 calorie per 100 grammi; per quanto riguarda i carboidrati tutte tre le versioni del dolce si aggirano intorno ai 45-50 grammi, mentre i grassi corrispondono a circa 19-20 grammi.

Il pandoro è un alimento sconsigliato, tuttavia può essere saltuariamente assunto dal paziente diabetico, in dosi moderate, preferibilmente lontano dai pasti principali e dopo parere positivo del medico. Sarebbe comunque preferibile sostituirlo con altri dolci meno calorici e con meno carboidrati.

Il problema vero del pandoro è che spesso viene servito in tavola alla fine dei pasti natalizi che già da soli sono ipercalorici e ricchi di carboidrati e vanno così ad aggiungersi a un menu già fin troppo abbondante. Per evitare un eccessivo apporto calorico e di carboidrati, un trucco potrebbe essere quello di ridurre le calorie durante la cena, diminuendo le porzioni ad esempio di pasta. Altro trucco è – se prevedete una cena abbondante – quello di limitare le calorie a pranzo o, comunque, nei giorni precedenti e successivi al periodo natalizio. Altro trucco è, ovviamente, quello di limitare le porzioni e di aumentare l’attività fisica prima, durante e dopo le feste.

Importante: in caso di dubbio, il paziente diabetico può – sotto controllo medico – monitorare la propria risposta glicemica all’assunzione di certi alimenti, annotando i valori su un taccuino e raffrontando le relative glicemie.

I migliori prodotti per diabetici
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, estremamente utili per aiutare il diabetico ed il pre-diabetico a mantenere i giusti livelli di glicemia, perdere peso e migliorare la propria salute. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Diabete di tipo 2: cause, fattori di rischio, sintomi e cure

MEDICINA ONLINE DIABETE MELLITO TIPO 1 2 PREDIABETE PRE-DIABETE SANGUE VALORI GLICEMIA EMOGLOBINA GLICATA ZUCCHERI DIETA CARBOIDRATI PASTA PANE INSULINA RESISTENTE DIPENDENTE CIBO MANGIARE VERDURA FRUTTAIl diabete mellito di tipo 2 è di gran lunga la forma di diabete più frequente (interessa il 90% dei casi) ed è tipico dell’età matura. È caratterizzato da un duplice difetto: non viene prodotta una quantità sufficiente di insulina per soddisfare le necessità dell’organismo (deficit di secrezione di insulina), oppure l’insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente (insulino-resistenza). Il risultato, in entrambi i casi,  è il conseguente incremento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia).
Questo tipo di diabete è detto non insulino-dipendente perché l’iniezione di insulina esterna, a differenza del diabete di tipo 1, non è di vitale importanza.

Cause

Le cause alla base dell’insorgenza della malattia vanno generalmente ricercate in fattori ereditari ed ambientali. Attraverso studi approfonditi si è evidenziato che esiste un fattore di trasmissione ereditario, non ancora ben chiarito, che espone alcune popolazioni o addirittura alcune famiglie a tale patologia. All’ereditarietà si affiancano aspetti caratteristici della persona quali l’obesità: le cellule hanno bisogno di zucchero per vivere, tanto maggiore è il numero di cellule da alimentare tanto maggiore sarà il fabbisogno di insulina. Nelle persone obese, quindi, l’insulina viene prodotta ma non in quantità sufficiente. La vita sedentaria, lo stress e alcune malattie ricadono nell’elenco dei fattori ambientali scatenanti. Esse impongono al pancreas un lavoro aggiuntivo poiché aumentano il fabbisogno di glucosio e quindi di insulina. Qualora il pancreas fosse indebolito da una predisposizione ereditaria al diabete, queste cause accelerano l’insorgenza del disturbo. Anche l’età gioca il suo ruolo: l’invecchiamento dell’organismo si riflette sulla funzionalità di tutti gli organi, non ultimo il pancreas che, invecchiando, non è più in grado di rispondere prontamente alla richiesta di insulina ricevuta.

Fattori di rischio

Non bisogna sottovalutare alcuni fattori di rischio che rendono alcune persone più predisposte di altre a sviluppare il diabete di tipo 2.
I principali fattori di rischio sono:

  • obesità (BMI maggiore o uguale a 30 kg/m2 per il DM2);
  • inattività fisica;
  • familiari diabetici;
  • ipertensione arteriosa (pressione massima maggiore o uguale a 140 mmHg e\o pressione minima maggiore o uguale a 90mmHg);
  • colesterolo HDL (minore o uguale a 35 mg/dl) ed elevata concentrazione di LDL;
  • trigliceridi (maggiori o uguali a 250 mg/dl).

La persona affetta da diabete di tipo 2 è quindi generalmente una persona della seconda o terza età, con un peso superiore a quello ideale, spesso con parenti di primo grado diabetici. I sintomi non sono generalmente evidenti come nel diabete di tipo 1, vengono facilmente ignorati e la scoperta del diabete può avvenire in modo del tutto casuale, ad esempio durante un check-up.

Leggi anche:

Sintomi

Alcuni dei sintomi tipi del diabete di tipo 2 sono:

  • sensazione di stanchezza cronica;
  • frequente bisogno di urinare anche nelle ore notturne;
  • sete inusuale;
  • perdita di peso improvvisa e immotivata;
  • visione offuscata e lenta guarigione delle ferite.

Diagnosi

La diagnosi di questa forma di diabete, pertanto, può essere anche molto tardiva (mesi o anni) e, per questo motivo, è facile riscontrare al momento della diagnosi la presenza di complicanze in stato avanzato.

Trattamento

La gestione del diabete di tipo 2 si concentra su interventi sullo stile di vita (dieta ed attività fisica), sulla riduzione degli altri fattori di rischio cardiovascolare e sul mantenimento di livelli di glicemia nell’intervallo di normalità.[16] L’auto-monitoraggio della glicemia è raccomandato a tutte le persone a cui viene diagnosticato il diabete di tipo 2. Tuttavia il beneficio dell’autocontrollo rispetto a quelli che non lo fanno è discutibile. La gestione di altri fattori di rischio cardiovascolare, tra cui: ipertensione, colesterolo alto e microalbuminuria, migliora l’aspettativa di vita di una persona.

Trattamento farmacologico
Vi sono diverse classi di farmaci disponibili come anti-diabetici. La metformina è generalmente raccomandata come trattamento di prima linea, in quanto vi sono alcune prove che sia in grado di diminuire la mortalità. Un secondo farmaco ad assunzione orale, appartenente ad altre classi, può essere utilizzato se la metformina non è sufficiente. Le altre classi di farmaci comprendono: sulfaniluree, inibitori dell’alfa-glucosidasi, tiazolidinedioni, peptide glucagone-simile e inibitori della dipeptidil-peptidasi IV. La metformina non deve essere mai somministrata nei pazienti con gravi problemi renali o epatici. Le iniezioni di insulina possono essere aggiunte ai farmaci per via orale o utilizzate unicamente. La maggior parte dei diabetici necessità di insulina. Quando viene somministrata, si preferisce una formulazione a lunga durata di azione, assunta alla sera prima di dormire. Quando l’insulina serale è insufficiente, la somministrazione due volte al giorno può permettere di ottenere un controllo migliore della glicemia. In alcuni studi è emerso che in uomini ipogonadici l’assunzione di testosterone diminuisce l’insulinoresistenza e migliora sensibilmente il quadro glicemico. Tale risposta è tuttora sotto studio; si valuta la possibilità di utilizzare l’ormone nel diabete mellito di tipo 2, qualora vi fossero conferme sui grandi numeri. Tra le nuove terapie vi è il canagliflozin, che è il primo inibitore del SGLT2; insieme al dapagliflozin.

Trattamento chirurgico
La chirurgia per la perdita di peso (chirurgia bariatrica) in coloro che sono obesi, sembra essere una misura efficace nel trattamento del diabete.[54] Dopo l’intervento chirurgico, molti sono in grado di mantenere normali livelli di zucchero nel sangue con l’assunzione di pochi farmaci o addirittura senza e la mortalità a lungo termine risulta diminuita. Vi è tuttavia un certo rischio di mortalità a breve termine, inferiore all’1%, a causa delle complicanze relative all’intervento chirurgico. I valori soglia dell’indice di massa corporea per cui la chirurgia è opportuna, non sono ancora chiare.[

Leggi anche:

Articoli sul prediabete:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Diabete: le sostituzioni di alcuni alimenti di uso comune

MEDICINA ONLINE DIABETE CIBO MANGIARE DIETA QUANTO SI PUO VIVERE SOLA ARIA CIBO ACQUA TAVOLA DIGESTIONE UVA FRUTTA DIETA CALORIE DIMAGRIRE CONSIGLI NUTRIZIONE VITAMINE SALI MINERALI DONNA VERDURAMigliorare la qualità della propria alimentazione si può. A tutte le età e in qualsiasi condizione fisio-patologica. Aumentare il consumo di fibre, ridurre l’apporto di zucchero e sale, aumentare l’assunzione di vitamine e mineraliè possibile sostituendo alcuni alimenti di uso comune con alimenti più salutari. Modificando alcune scelte a tavola e non commettendo sempre gli stessi errori sarà più facile controllare il peso, la glicemia, i livelli ormonali, fornendo all’organismo tutti i nutrienti di cui ha bisogno. Introducendo nuovi e diversi alimenti nella dieta quotidiana, inoltre, si rispetta una regola fondamentale: variare spesso le scelte a tavola. Questa risulta la migliore strategia per rifornire il corpo di tutte le sostanze di cui ha bisogno per il mantenimento della salute e dello stato di benessere.

COLAZIONE

Esempi di colazione comune in Italia sono:

  • cappuccino (spesso zuccherato) + brioche;
  • latte (spesso zuccherato) o yogurt e biscotti o cereali;
  • tè (spesso zuccherato) + fette biscottate con marmellata o creme spalmabili;
  • caffè.

Chi salta la colazione e/o beve solo un caffè commette un errore lampante in quanto è accertato quanto sia importante la colazione per le esigenze metaboliche dell’organismo. Chi inizia la giornata con una colazione come quella descritta sopra, non sta soddisfacendo pienamente le linee guida alimentari che raccomandano una colazione nutriente pari a un pasto equilibrato che permetta di raggiungere il 20% -25% dell’energia giornaliera. In questi esempi di colazione, l’apporto di carboidrati e zuccheri ad alto indice glicemico è elevato insieme con l’apporto di grassi provenienti da fonte animale o dai grassi vegetali (olio di palma e olio di cocco) usati dall’industria alimentare mentre risulta basso l’apporto di proteine, sali minerali, vitamine e fibre. Anche il potere saziante, dipendente anche dalla quantità totale di cibo, è inferiore a quello di colazioni più bilanciate.
Esempi di colazione alternativa possono essere:

  • Yogurt greco 0% grassi o yogurt di soia + macedonia di frutta + mandorle
  • Latte + muesli + frutti di bosco
  • Tè o infuso + bresaola + mela
  • Pane integrale di segale + ricotta o uovo + frutto
  • Frullato preparato con
    • Latte di soia
    • Crusca d’avena o riso
    • Fiocchi d’avena
    • Frutta a piacere

PRANZO E CENA

Gli alimenti maggiormente utilizzati durante i pasti sono i cereali e le fonti proteiche animali.
I cereali sono solitamente consumati nella versione raffinata (pasta bianca, pane bianco, riso) dotate di un indice glicemico più alto rispetto alle versioni integrali (pasta integrale, pane integrale, riso integrale) le quali sarebbero da preferire sempre, anche per il loro maggiore apporto di fibra alimentare e di sali minerali.
E’ importante variare i cereali che si consumano durante la settimana. Il corpo umano riceve i giusti apporti dei nutrienti variando spesso le scelte a tavola. Non si deve mangiare solo pasta di semola di grano e/o riso ma anche farro, amaranto, orzo, grano saraceno, segale, riso basmati, riso nero, riso rosso, etc.
Le fonti proteiche animali andrebbero sostituite con prodotti vegetali contenenti proteine per seguire maggiormente iLivelli di Assunzione Raccomandati di Energia e Nutrienti (LARN) che consigliano di apportare 2/3 delle proteine giornaliere da fonte vegetale e solo 1/3 da fonte animale. Perciò carne, formaggi, affettati e uova dovrebbero lasciare il posto con maggior frequenza a legumi e loro derivati, tofu, seitan, frutta secca a guscio.
Per un corretto controllo glicemico fare attenzione ai legumi e al loro contenuto di carboidrati. Occorre utilizzarne sempre una giusta quantità, proporzionata alla propria condizione e al proprio dispendio energetico, per non incorrere in un eccesso glicemico post-prandiale quando nel pasto siano presenti anche i cereali e/o i loro derivati.
Discorso a parte può essere fatto per il pesce in quanto, anche se apporta proteine animali, porta con sé anche una serie di nutrienti “buoni”, come i grassi omega-3, perciò se ne consiglia il consumo di 2-3 porzioni a settimana.

SPUNTINI

Un po’ per abitudine, un po’ per la facilità con cui è possibile reperire certi cibi, gli spuntini sono fatti con alimenti farinacei, salati o dolci che siano, come biscotti, merendine, barrette di cereali, focacce, crackers o altri prodotti da forno. In qualche caso vengono usati dei dolci come gelato, cioccolato, pasticcini o derivati animali come latte, yogurt. Questi alimenti vengono spesso associati anche a una bevanda tipo caffè, tè, succo di frutta. In questo modo i nutrienti che si assumono in maggiori quantità sono i carboidrati/zuccheri insieme con un apporto variabile di grassi saturi e sale.

Gli alimenti sopra elencati possono essere sostituiti con frutta, spremuta, frullato, centrifugato di frutta e verdura, frutta secca a guscio non salata e non tostata, semi vari (girasole, lino, canapa, sesamo, zucca, chia, bacche di goji). In questo caso si opta per uno spuntino più leggero e saziante, ricco di vitamine e sali minerali con un po’ di zuccheri semplici ma dal basso indice glicemico.

Se si desidera un prodotto farinaceo si può preferire un alimento preparato con una farina alternativa alla classica farina di frumento (tipo 0 e 00) come la farina di frumento integrale o una farina integrale di altri cereali (segale, riso, mais, orzo, avena, miglio, grano saraceno). Se si desidera ridurre ulteriormente l’apporto di carboidrati allora è possibile sostituire le farine di cereali con le farine di legumi (ceci, soia, fave, piselli, fagioli) o farina di mandorle. In questi casi lo spuntino sarà comunque a prevalenza di carboidrati ma si sarà abbassato il carico glicemico e aumentato l’apporto di fibra, proteine, vitamine e minerali rispetto ad un analogo prodotto con farine raffinate.

N.B. E’ bene ricordare che la quantità degli alimenti da mangiare deve essere proporzionata alla condizione fisio-patologica, allo stile di vita, ai livelli di attività fisica (che deve essere regolare) e agli eventuali obiettivi da raggiungere (per es. dimagrimento, controllo glicemico, abbassamento del colesterolo, etc.).

ALIMENTI POSSIBILI SOSTITUZIONI
LATTE
  • Bevanda a base di soia
  • Bevanda a base di cereali (riso, avena, kamut, orzo)
  • Bevanda a base di avena
  • Bevanda a base di frutta secca (noci, nocciole, mandorle)
  • Bevanda a base di semi di canapa
YOGURT CLASSICO
  • Yogurt vegetale a base di soia o riso
  • Crema di mandorle o di nocciole
  • Burro d’arachidi
  • Crema di semi di sesamo
FARINA TIPO 0 E TIPO 00
  • Farina di frumento integrale
  • Farina integrale di altri cereali (riso, kamut, mais, avena, orzo, grano saraceno, quinoa, miglio, amaranto, etc.)
  • Farina di legumi (ceci, piselli, fave, soia, fagioli, lenticchie)
  • Farina di mandorle
  • Farina di nocciole
  • Farina di polpa di carrube
LATTICINI E FORMAGGI
  • Tofu
  • Formaggio di riso
  • Formaggi vegetali (ricotta di soia, crescenza di soia, etc.)
PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO
  • Pasta integrale di avena, farro, riso, grano saraceno, etc.
  • Spaghetti di soia
  • Pasta di semola integrale
RISO (VARIETÀ ARBORIO, CARNAROLI, RIBE, PARBOILED)
  • Riso integrale
  • Riso Venere
  • Analoghi alimenti preparati con farine di legumi
  • Riso Basmati
  • Riso Thai
PANE, PIZZA, FOCACCIA, CRACKERS, BISCOTTI E ALTRI PRODOTTI DA FORNO
  • Analoghi alimenti preparati con farina integrale
  • Analoghi alimenti preparati con farine integrali alternative di cereali
  • Farinata di ceci
  • Cecina toscana
CEREALI PER LA PRIMA COLAZIONE
  • Cereali integrali
  • Bastoncini di crusca
  • Frutta secca a guscio
UOVA
  • Legumi
  • Fritttata di farina di ceci
  • Falafel
  • Farina di ceci come addensante invece delle uova
CARNE
  • Legumi
  • Alimenti derivati dalla soia ed altri legumi
  • Seitan
  • Muscolo di grano
BURRO, PANNA, MARGARINE
  • Olio extravergine d’oliva
  • Olio di semi di lino
  • Olio di semi vari
  • Oli vegetali in genere eccetto olio di palma e olio di cocco
  • Panna di soia
  • Yogurt magro
  • Yogurt di soia
  • Burro di soia
  • Polpa di avocado
  • Crema di mandorle o di nocciole
  • Burro d’arachidi
  • Crema di semi di sesamo

I migliori prodotti per diabetici
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, estremamente utili per aiutare il diabetico ed il pre-diabetico a mantenere i giusti livelli di glicemia, perdere peso e migliorare la propria salute. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Il diabetico può mangiare arance, limoni, mandarini, cedro e bergamotto?

MEDICINA ONLINE MANGIARE AGRUMI ARANCE LIMONI FRUTTA MAGRA DIABETE CALORIE GLICEMIA GASSATA OLIGOMINARALE RICETTA INGRASSARE DIMAGRIRE INSULINA GLICATA COCA COLA ARANCIATA THE BERE ALCOL DIETA CIBO LONTANO DAI PASTI WALLP.jpgE’ utile per la persona che soffre di diabete di tipo 2 consumare gli agrumi?
Gli agrumi possono essere assunti dal diabetico e rappresentano un valido alleato per chi soffre di diabete di tipo 2 e non solo. I frutti derivanti dalle piante del genere “Citrus” possono essere d’aiuto anche in condizioni di obesitàuricemia e gottaipertensionearteriosclerosisindrome metabolica.

A quali frutti in particolare si riferisce?
Mi riferisco soprattutto ad arance e limoni considerando anche la ampia diffusione e la facilità di reperimento quando si fa la spesa ma anche cedrobergamottomandarini e suoi idridi (come clementinemapomandaranci), pompelmo e chinotto.

A quali sostanze contenute negli agrumi dobbiamo gli effetti positivi per la salute?
Gli agrumi sono ricchi di acidi organicivitamine (soprattutto la vitamina C), antiossidanti, come i flavonoidi, e fibra (soprattutto quella solubile). Tutte sostanze molto utili per il mantenimento della salute, la prevenzione di molte patologie e la gestione di queste là dove siano presenti.

Come gestire l’ingestione di zuccheri da parte del diabetico?
Come tutta la frutta anche gli agrumi contengono zuccheri semplici anche se il loro sapore “aspro” potrebbe portare a pensare il contrario. Sicuramente non stiamo parlando di un “frutto zuccherino”, cioè particolarmente ricco di zuccheri ma occorre sempre considerare che la quantità di zuccheri che si possono assumere deve essere commisurata al singolo individuo, alla sua condizione fisio-patologica e alla sua attività fisica. Anche se non è possibile consigliare una porzione per tutti possiamo dire come e quando è meglio consumare gli agrumi.

In primo luogo non associarli e non associare frutta in genere, alla fine di un pasto dove la quantità di alimenti contenenti carboidrati è stata alta. Anche se la porzione è molto soggettiva possiamo ritenere a rischio l’assunzione di carboidrati nel pasto quando la quantità di pastariso o cereali supera gli 80 g o si associano al primo anche patatepanecrackers o altri prodotti farinacei. Oppure quando si mangia una pizza.
Se il pasto è stato equilibrato, cioè la quota di carboidrati entro gli 80 g di un primo piatto, con una fonte proteica e una porzione abbondante di verdure,  allora anche una porzione di frutta alla fine può andare bene.
Tenere la frutta e quindi anche gli agrumi lontani dal pasto, come spuntino, non ha, quasi mai, controindicazioni.
Infine, ma non meno importante, si consiglia di consumare il frutto intero, in spicchi dopo averlo sbucciato, per sfruttare al massimo l’assunzione di fibra.

E’ consigliato il consumo di spremute?
Nel caso delle spremute il discorso si complica ed un consiglio generico non è facile. Da un lato spremere 2-3 arance aiuta ad assumere maggiormente sostanze utili ma porta all’introduzione di più zuccheri (basti pensare che si concentrano gli zuccheri di 2-3 arance in un bicchiere di spremuta) e con una quantità di fibra molto ridotta che porta ad accelerare l’assorbimento degli zuccheri con la conseguenza di far alzare troppo la glicemia.
Consiglio moderazione con le spremute o almeno testare e provare la glicemia in varie condizioni prima di inserirne il consumo come abitudine. L’idea generale deve comunque essere quella di consumare il frutto a spicchi.

Esistono modi alternativi per utilizzare gli agrumi?
Gli agrumi sono dei frutti abbastanza versatili. Ad esempio, il succo di limone può essere una valida alternativa all’aceto per condire l’insalata. Un uso davvero alternativo ma che può rilevarsi salutare è l’uso della buccia, la quale è molto ricca di vitamine e sostanze antiossidanti. La buccia degli agrumi grattugiata può essere aggiunta alle verdure lessate o al pesce al forno per insaporire i piatti senza dover utilizzare olio e sale. Si può essiccare la buccia dei mandarini o delle arance. Con la prima si può creare una polvere di mandarino per aromatizzare le preparazioni mentre con la seconda si possono ottenere delle scorzette con cui preparare dei dolci gustosi senza zuccheri e farine. E’ sufficiente immergerle nel cioccolato fondente per ottenere un dolce squisito che non crea un eccessivo rialzo della glicemia.

Esistono delle controindicazioni particolari per chi consuma agrumi?
Non particolarmente. L’unica attenzione è quella di non consumare pompelmo quando si assumono farmaci. Il pompelmo contiene sostanze che portano a interferire con molti principi attivi farmacologici. Prestate particolare attenzione in caso di assunzione di farmaci antiaritmici, statine, ansiolitici, immunosoppressori, antistaminici, calcio-antagonisti, anticoagulanti e chemioterapici. Di queste interazioni occorre parlarne con il proprio medico.

I migliori prodotti per diabetici
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, estremamente utili per aiutare il diabetico ed il pre-diabetico a mantenere i giusti livelli di glicemia, perdere peso e migliorare la propria salute. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Il diabetico può mangiare il melone? Quante calorie ha?

MEDICINA ONLINE BERE GELATO MELONE FRUTTA DIABETE BEVANDA CALORIE SODIO GLICEMIA GASSATA OLIGOMINARALE RICETTA INGRASSARE DIMAGRIRE INSULINA GLICATA COCA COLA ARANCIATA THE BERE ALCOL DIETA CIBO PASTO LONTANO DAI PASTIIl melone contiene soltanto 34 calorie per 100 grammi, circa 8 grammi di carboidrati e 0,9 grammi di fibra alimentare. Inoltre contiene molta acqua, fibre, e sali minerali, come vitamina C, vitamina B, potassio, fosforo, magnesio e calcio. Il melone può essere assunto dal diabetico, in dosi moderate e possibilmente lontano dai pasti principali.

Importante: in caso di dubbio, il paziente diabetico può – sotto controllo medico – monitorare la propria risposta glicemica all’assunzione di certi alimenti, annotando i valori su un taccuino e raffrontando le relative glicemie.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Pancreas artificiale: monitora e fornisce insulina per il paziente diabetico

MEDICINA ONLINE DUODENO PANCREAS DIGESTIONE GLICEMIA DIABETE ANALISI INSULINA ZUCCHERO CARBOIDRATI CIBO MANGIARE DIETA MELLITO TIPO 1 2 CURA TERAPIA FARMACI STUDIO NUOVE TENOLOGIE TERAPIE.jpgL’industria medicale è da anni impegnata nello sviluppo di un pancreas artificiale, ovvero un sistema tecnologico che riproduca fedelmente la funzione biologica del vero organo umano. Se ne è parlato oggi a Roma all’incontro ‘Meet the Scientist. La rivoluzione tecnologica nel diabete’, organizzato da Medtronic Italia che da oltre 30 anni si dedica alla ricerca e sviluppo di questo progetto. L’organo hi-tech regolerà automaticamente i livelli di glucosio nell’organismo, consentendo alle persone con diabete di tipo 1 un miglior controllo glicemico, alleggerendo sensibilmente il peso della gestione del diabete stesso.

A differenza di un organo sostitutivo tradizionale, il pancreas artificiale non è posto all’interno del corpo umano, e comprende 3 elementi:

1) Microinfusore di insulina, un dispositivo che somministra in modo continuo piccoli quantitativi di insulina. Si tratta di un device esterno, collegato con l’interno attraverso un piccolissimo tubicino di plastica inserito sottocute, di solito nell’addome; contiene insulina nel serbatoio interno del microinfusore e il paziente cambia il serbatoio e il tubicino ogni 2 o 3 giorni.

2) Sistema di monitoraggio continuo della glicemia (Cgm): rileva ogni 5 minuti i valori di glicemia nel liquido sottocute attraverso un piccolissimo sensore. Il paziente ha il sensore dotato di un piccolissimo elettrodo inserito sottocute; il sensore è collegato a un trasmettitore che invia le letture al microinfusore d’insulina; il sensore va sostituito all’incirca ogni 6 giorni e richiede calibrazione periodica con un dispositivo glicemico.

3) Algoritmi avanzati: si tratta di complesse formule matematiche all’interno del microinfusore di insulina, che calcolano quanta ne vada somministrata nei vari momenti della giornata, in base alle letture del Cgm. E se gli algoritmi odierni regolano la somministrazione automatica dell’insulina in risposta a letture del Cgm di valori bassi pre-impostati, la tecnologia futura del pancreas artificiale realizzerà una somministrazione dell’insulina completamente automatica.

Leggi anche:

Articoli sul prediabete:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!