Sessualità femminile e cancro: quando la malattia mina l’identità femminile

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO AMORE COPPIA SESSO SESSUALITA IN SPIAGGIA MARE ESTATE ABBRONZATURA SOLE CALDO VACANZE ABBRACCIOAffrontare un tumore è sempre difficile, e per una donna lo è particolarmente quando la malattia colpisce organi legati alla sfera sessuale o riproduttiva (come nel caso dei tumori ginecologici e del tumore al seno). Improvvisamente ci si trova a dover gestire non solo la paura della malattia e dei trattamenti necessari alla guarigione, ma anche le inevitabili conseguenze sull’immagine corporea, che possono abbassare l’autostima, le inevitabili conseguenze sulla sfera sessuale e sull’equilibrio della vita di coppia. Oggi la chirurgia ha fatto passi da gigante, è sempre più conservativa, mini-invasiva e tende a ridurre al minimo eventuali effetti negativi sull’immagine corporea, a preservare l’integrità del corpo e la qualità della vita. Tuttavia anche se la paziente affronta meglio la situazione fisicamente e psicologicamente quando l’intervento è conservativo, deve sempre imparare ad accettare il cambiamento.

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Il male può essere sconfitto

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO BAMBINA FAVOLA FANTASIA FANTASY ORSACCHIOTTO NATURA ALBEROLe favole non insegnano ai bambini che al mondo esiste il male: insegnano ai bambini che il male può essere sconfitto.

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Il segreto per avere successo nella vita? Non arrendersi mai!

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo SEGRETO SUCCESSO VITA NON ARRENDERSI MAI Dieta Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Sessuologia Pene Laser Filler Rughe Botulino

…e vedere in ogni salita, non una difficoltà, ma una opportunità!

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Le persone religiose si ammalano meno degli atei

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO UOMO CHE PREGA IN CHIESA RELIGIONE CATTOLICALe persone religiose si ammalano meno e vivono meglio i momenti d’ansia e stress che possono crearsi anche sul luogo di lavoro, perché la spiritualità offre un cuscinetto contro le tensioni della quotidianità. Lo suggerisce lo studio degli psicologi dell’Health and Safety Laboratory di Stockpor (GB). La ricerca mostra come “la religiosità possa essere in alcuni soggetti una risorsa, rendendo queste persone più resistenti nei momenti di maggior tensione e quando si devono affrontare nuove sfide lavorative”. I risultati della ricerca – riporta il Telegraph – saranno presentati al congresso annuale della British Psychological Society di Brighton.

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L’invecchiamento è una “malattia” da cui si può guarire

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA BELLA ESTETICA CAPELLI OCCHI ELLEZZA COSMETICI PELLE RUGHEL’invecchiamento è un processo reversibile, a patto di intervenire in tempo. Si potrebbero riassumere così i risultati di uno studio condotto dall’Università del Nuovo Galles del Sud, in Australia, e pubblicata sulla rivista Cell, nella quale il professor David Sinclair e colleghi avrebbero individuato una delle cause reversibili dell’invecchiamento in un modello animale. La loro scoperta, sostengono gli autori, potrebbe aprire la strada a nuove cure per malattie legate all’età, compresi il cancro, il diabete di tipo 2, malattie infiammatorie e l’atrofia muscolare.

Tutto ruota intorno ai mitocondri, che sono la centrale elettrica delle cellule, alle quali forniscono l’energia necessaria per vivere, funzionare, riprodursi. All’interno della cellula una serie di eventi molecolari, individuati dai ricercatori, rendono possibile la comunicazione tra mitocondri e nucleo. Quando questa si inceppa comincia i declino dell’invecchiamento. Ristabilire la corretta comunicazione avrebbe quindi il potere di invertire il processo.

L’informazione da cui prende le mosse lo studio è che con il passare degli anni i livelli della molecola NAD, iniziatrice della comunicazione tra mitocondri e nucleo, calano. L’unico modo conosciuto fino ad ora per rallentare questo declino era l’abbinamento di restrizione calorica ed esercizio fisico intenso. Gli autori di questo studio sono riusciti a imitarne l’effetto grazie all’uso di un composto che le cellule sono in grado di trasformare in NAD, ripristinando così rapidamente la corretta comunicazione e la funzione mitocondriale.

Due team lavoravano separatamente a Boston e a Sydney, uno su tessuti muscolari in coltura, l’altro su modelli animali, ed entrambi hanno ottenuto gli stessi risultati. “Se il composto è somministrato abbastanza precocemente nel processo di invecchiamento, in una sola settimana i muscoli di un topo anziano erano indistinguibili da quelli di un topo giovane”, spiega Nigel Turner, coautore della ricerca. I topi maturi, di circa due anni, presentavano anche buoni valori per quel che riguarda l’infiammazione e l’insulino-resistenza, due parametri correlati all’invecchiamento. Il confronto è stato fatto con topi dell’età di sei mesi: “L’effetto è stato molto marcato”, spiega Turner. “E’ come un sessantenne che assomiglia a un ventenne per certi aspetti”.

I benefici però potrebbero riguardare anche i giovani adulti sani a giudicare dall’effetto che ha avuto lo stesso composto somministrato ai topi giovani. Ora i ricercatori si prefiggono di studiare gli effetti a lungo termine del composto sui topi prima di dare inizio ai primi trial clinici sull’uomo, cosa che contano di fare verso la fine del prossimo anno. Vogliono scoprire se, oltre agli effetti dimostrati sulla molecola HIF-1, di cui si conosce il ruolo nella genesi del cancro e che in questo studio si è scoperto essere coinvolta anche nell’invecchiamento, il composto che stimola la produzione di NAD possa essere usato per curare in modo sicuro alcuni rari disordini mitocondriali e altre malattie come il diabete.

“Chiaramente c’è ancora molto lavoro da fare”, ammette David Sinclair, che ha recentemente fondato una società, la Metrobiotech, per testare il composto, e che è anche consulente per molte altre aziende che lavorano nel settore biotech, tra cui colossi come GlaxoSmithKline. “Ma se i risultati reggono, allora l’invecchiamento potrebbe essere una condizione reversibile, se presa per tempo”.

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Gli smartphone mettono a rischio il cuore dei giovani

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SMARTPHONE TELEFONO TELEFONINO TABLET CELLULARE TECNOLOGIA PSICOTECNOPATOLOGIA BAMBINI GIOVANIIl cuore dei prossimi adulti è a rischio: ed è tutta colpa dei cellulari. I quarantenni di domani potrebbero avere i vasi sanguigni dei settantenni di oggi, un invecchiamento precoce che secondo gli esperti è da attribuire all’uso dei cellulari di notte che sarebbe responsabile dell’aterosclerosi dilagante. Gli studiosi parlano di una preoccupante esplosione dei disturbi del sonno fra gli adolescenti che utilizzano le tecnologie di comunicazione mobile a tarda notte: con l’espansione dei telefoni mobili nei mercati emergenti il problema potrebbe presto interessare anche i Paesi in via di sviluppo. Le analisi sono contenute nel rapporto The Heart of the Matter, sviluppato dall’Intelligence Unit del settimanale britannico The Economist.

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Da quanto pesi si può prevedere il tuo rischio di sviluppare malattie cardiache

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DIMAGRIRE GRASSO DIETA DIETOLOGIA CALORIE IPOCALORICA OBESO OBESITA SOVRAPPESO KG BILANCIA (2)Dalla misurazione dell’indice di massa corporea e del girovita delle persone in sovrappeso si può, secondo una recente ricerca di scienziati olandesi, prevedere con una certa precisione il rischio di malattie cardiache. Uno studio ad ampio raggio, quello condotto dall’equipe di ricercatori della Heart Foundation olandese, e pubblicato su European Journal of Cardiovascular Prevention and Rehabilitation, che ha preso in considerazione un cospicuo campione di popolazione, 20.500 tra uomini e donne, cui, dal 1993 al 1997 sono stati registrati sia l’indice di massa corporea che il girovita. Comparando i dati raccolti con quelli dei registri ospedalieri in un intervallo di tempo di dieci anni, i ricercatori hanno appurato che più della metà (53%) di tutti i casi mortali dovuti a disturbi cardiaci e circa un quarto (dal 25 al 30%) di tutti i casi non mortali registrati erano occorsi in persone obese e sovrappeso.

L’indice di massa corporea ed il girovita insomma, oltre ad essere già stati individuati come fattori di rischio per le malattie cardiovascolari potrebbero, secondo i ricercatori olandesi, aiutare effettivamente nel prevedere il rischio di sviluppare o di morire di malattie cardiache. Ciò che questo studio dimostra, sostengono i ricercatori, è l’effetto sostanziale che sovrappeso e obesità hanno nei confronti delle malattie cardiovascolari, siano esse mortali o meno. Un motivo in più per evidenziare la necessità di politiche sociali ed interventi di sanità pubblica per prevenire il diffondersi dell’obesità.

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L’obesità è una malattia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OBESITA GRASSO SOVRAPPESO DIETA DIMAGRIRE METRO ADDOME PANCIA GRASSOEra l’anno 2004 e nei cinema veniva proiettato un film-documentario, che consiglio a tutti di vedere,  intitolato “Supersize me“, diretto ed interpretato da un giovane regista americano, Morgan Spurlock, il quale voleva denunciare una delle più conosciute catene di fast food internazionali e dimostrare gli effetti collaterali e deleteri dati dalla continua assunzione dei cibi definiti junk food (cibo spazzatura), molto comuni negli Stati Uniti. Un film-documentario tutto americano, considerando che, secondo il rapporto sulla sanità dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – OCSE, gli Stati Uniti detengono la percentuale di obesi più alta del mondo (circa il 37%), seguiti dai messicani e al terzo posto troviamo la Gran Bretagna, prima tra i Paesi europei.

L’obesità è sempre più aumentata negli ultimi trent’anni.

Secondo il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), istituzione pubblica che si occupa di monitorare l’incidenza delle malattie che colpiscono la popolazione degli Stati Uniti, la prevalenza di questo fenomeno è aumentato costantemente negli ultimi trent’anni, segnando una stabilizzazione negli anni recenti. Un’analisi più accurata della popolazione americana rivela che la percentuale di obesi sia maggiore tra gli uomini rispetto alle donne, dove negli ultimi anni questa differenza si sta sempre più riducendo. Lo status sociale ed economico tra la popolazione colpita ha un’influenza davvero importante: tra gli uomini statunitensi di origine messicana e quelli afro-americani, le persone che possiedono un reddito elevato sembrano avere una maggiore tendenza ad essere obesi, rispetto a quelli con un reddito inferiore. Non c’è invece nessuna relazione significativa tra l’obesità e il livello di istruzione per gli uomini. Invece tra le donne, si rileva la stessa tendenza a livello di etnicità, mentre il livello di istruzione differenzia le percentuali di persone colpite dall’obesità: quelle laureate sembrano avere una tendenza minore a diventare obese, rispetto a quelle con un livello di istruzione inferiore. Infine, è allarmante l’aumento dei bambini ed adolescenti obesi, i quali rappresentano il 17% della categoria.

Seconda causa di morte

L’obesità è ormai diventato un problema prioritario tra gli obiettivi del governo statunitense, sia perché è considerata la seconda causa di mortalità evitabile, tra varie patologie quali l’ipertensione, il diabete (di tipo 2), le malattie cardiocircolatorie e alcuni tipi di cancro, sia perché incide notevolmente sulla spesa sanitaria (nel 2008 i costi associati all’obesità sono stati stimati complessivamente pari a 147 miliardi di dollari).

L’obesità è una malattia

Due settimane fa l’Associazione dei medici americani (AMA) ha riconosciuto l’obesità come una vera e propria patologia, riscuotendo il parere negativo di alcuni esperti, senza che tale decisione abbia ottenuto un vincolo legale. Così tutto d’un colpo, un terzo della popolazione americana è diventata malata di “obesità”. Questa decisione è nata poiché si vorrebbe obbligare la comunità medico-scientifica alla prevenzione e cura della “malattia”, spingendo alla diagnosi e alla comunicazione col paziente, cercando di creare un effetto discontinuo con il passato.

Judy German, consulente per la salute e benessere presso l’Executive Medicine del Texas teme che «le persone non si sentiranno più responsabili della loro condizione personale» . E si chiede «le persone obese incominceranno a non presentarsi a lavoro e a voler riscuotere la pensione d’invalidità? O citeranno qualsiasi ristorante che offra menù con piatti ipercalorici?»

Come valutare l’obesità

Oggigiorno, non esiste uno strumento valido a livello scientifico che possa calcolare il livello di obesità delle persone. Quindi, come può un medico procedere a diagnosticare l’insorgenza dell’obesità ad un paziente? Secondo l’opinione di alcuni medici, l’indice di massa corporea superiore a 30 potrebbe essere indicato come un campanello d’allarme per tutti coloro che sono considerati a rischio obesità, ma questo non è sempre vero, poiché ci sono tante persone che superano questo valore e vengono giudicate in perfetta salute. Grazie a questa decisione dell’AMA, le compagnie assicurative sanitarie saranno obbligate a rimborsare i medici per le attività svolte nella prevenzione e informazione sul problema dell’obesità.

Ma perché si diventa grassi?

Solo negli ultimi vent’anni l’America ha cominciato a considerare i “chili di troppo” come un problema serio. L’obesità è diventato un problema culturale negli Stati Uniti. Tra le principali cause dell’epidemia di obesità esiste il consumo su larga scala degli alimenti sofisticati, meno cari ma sicuramente qualitativamente più scadenti. L’industria alimentare ha di fatto rivoluzionato lo stile di vita e il modo di nutrirsi degli statunitensi.

Produciamo e mangiamo troppo cibo

Un terzo della nostra economia prospera nel rendere le persone malate e grasse. Le aziende agricole ad elevata produzione (Big Farming) producono più di 500 calorie a persona al giorno rispetto a 25 anni fa, perché vengono pagate per produrre cibo in eccedenza, anche quando non è necessario. Il grano (carboidrati) e la soia (grassi) vengono modificati in cibo industriale sofisticato e bevande zuccherate: tale combinazione di grassi, zucchero, sale è responsabile del creare dipendenza tra i loro consumatori. Questi alimenti di bassa qualità sono fortemente commercializzati ($ 30 miliardi) e consumati dalla popolazione in misura sempre maggiore, la quale ha raggiunto il tasso di obesità di circa 3 americani su 4.

Una catena di malattie

Più mangiamo, più diventiamo grassi. Più diventiamo grassi, più sviluppiamo malattie cardiache, diabete, cancro e una miriade di altre malattie croniche. Attualmente, un americano su dieci è diabetico. Nel 2050 un americano su tre sarà diabetico. Tanto più è malata la nostra popolazione, tanti più farmaci vengono venduti per il colesterolo alto, il diabete, l’ipertensione, la depressione, e molte altre malattie legati allo stile di vita. I profitti della Triade Tossica “Big Farming, Big Food, Big Pharma” stanno creando una nazione di cittadini malati e grassi. Questa struttura è integrata nel tessuto stesso della economia e della cultura americana. Potrebbe essere chiamata il complesso industriale medico, agricolo, alimentare, riconoscendola come la causa di “violenza strutturale” – l’insieme delle condizioni sociali, politiche, economiche e ambientali che favoriscono e promuovono lo sviluppo della malattia. Ma c’è un modo per trasformare la Triade tossica in una Triade della Salute?

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