Le nuove protesi mammarie Mentor rotonde in gel di silicone per l’aumento del seno

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SENO MAMMELLA CAPEZZOLO AREOLAChi mi conosce bene sa che io preferisco sempre aumenti contenuti del volume di seno (riempimento tramite filler) ma per “certe taglie” la mastoplastica additiva rimane ancora l’unica opzione possibile. Mi sono interessato in questi ultimi giorni alle protesi mammarie rotonde in silicone Mentor che considero protesi di alta qualità. Sono approvate negli USA dalla FDA, e sono disponibili in una ampia gamma di misure, profili e tipi di gel. Indipendentemente dallo specifico modello scelto, tutte le protesi mammarie rotonde Mentor prevedono un guscio in elastomero di silicone multistrato con strato barriera per limitare la trasudazione del silicone ed un gel di silicone coesivo proprietario denominato Mentor Advanced Memory Gel™. Limitatamente ad alcuni modelli di protesi, il gel di silicone è disponibile in due diversi livelli di coesività, Cohesive I e Cohesive II.

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L’Italia è al sesto posto nella classifica mondiale della chirurgia estetica

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Italia è al sesto posto nella classifica mondiale della chirurgia esteticaL’Italia è sesto posto nella classifica mondiale della chirurgia estetica, sia come interventi praticati, sia come numero di professionisti, secondo l’ultima indagine dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (ISAPS), la più grande società mondiale di chirurgia plastica estetica.

L’intervento di chirurgia estetica più praticato al mondo è la liposuzione (19.9% di tutte le procedure chirurgiche), seguita a ruota dall’aumento del seno o mastoplastica additiva (18.9%). Se aggiungiamo il 7% di interventi per il sollevamento del seno o mastopessi ed i 6,7% di per la riduzione o mastoplastica riduttiva, il seno si conferma il punto focale dell’interesse. Seguono il ringiovanimento delle palpebre o blefaroplastica (11%), la rinoplastica (7,5%) ed il lifting del viso (4,8%). Per le procedure di medicina estetica al primo posto vediamo il botulino (38,1%), seguito dall’acido jaluronico (23,2%).

In Italia l’intervento più praticato è l’aumento del seno (per il quale siamo al quarto posto nel mondo), mentre l’acido jaluronico batte ancora il botulino, soprattutto a causa della diffusione di informazioni errate.

L’indagine è stata effettuata su ventimila chirurghi in venticinque paesi del mondo. Non sono stati considerati, a fine statistico, gli interventi estetici eseguiti da professionisti che non sono chirurghi plastici.

La ricerca completa si può trovare sul sito  dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery http://www.isaps.org

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Mineralogramma: analisi spettrofotometrica dei minerali nei capelli

MEDICINA ONLINE DONNA CAPELLI BELLEZZAIl mineralogramma – cioè l’analisi spettrofotometrica dei minerali contenuti in un campione di capelli – viene usato sempre più spesso in campo medico e nutrizionale, a integrazione degli esami di routine, come possibile indicatore di eccessi o di carenze minerali ma anche come conferma (o segnale) di alcune patologie, soprattutto nelle fasi vitali più delicate.

Cosa si può valutare con il mineralogramma?
La valutazione con il mineralogramma è particolarmente opportuna in queste circostanze:
– Gravidanza (valutazione dell’esposizione ai metalli pesanti e ai loro antagonisti come calcio, ferro e selenio)
– Allattamento (carenze nutrizionali) e prima infanzia
– Menopausa
– Astenia
– Patologie immunitarie (malattie autoimmuni, deficit, ipersensibilità, ecc.)
– Osteoporosi
– Alterazioni endocrine e dismetaboliche
– Alterazioni delle funzioni sessuali (infertilità)
– Alterazioni della nutrizione (disbiosi croniche, malattie intestinali, bulimia, patologie tumorali)
– Sovrappeso e ritenzione
– Medicina di prevenzione

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Come si effettua l’esame?
Questa analisi si compie prelevando 3 cm di capelli dal retro della nuca, nella zona della base del cranio, nella misura di circa 0,5 grammi. Il campione deve essere ottenuto in piccole quantità da zone differenti della regione occipitale, tagliando i capelli il più vicino possibile allo scalpo. La lunghezza non deve superare i 3 cm. I capelli vengono lavati con una soluzione neutra per eliminarne le sostanze esterne, e quindi sciolti in una soluzione acida al fine di poter essere analizzati da uno spettrofotometro ad assorbimento atomico capace di valutare la quantità di minerali contenuti nei capelli.

Perché proprio i capelli?
I capelli costituiscono un materiale bioptico che può essere ottenuto senza dolore ed hanno un notevole valore medico interpretativo che consente la comprensione circa la funzionalità della cellula e del suo metabolismo, la via di degradazione dei glucidi, la fosforilazione, il ciclo degli acidi tricarbossilici (ciclo di Krebs), tutti eventi biochimici che divengono osservabili e correggibili con l’appropriato intervento terapeutico dietologico che permette di riordinare gli alterati e sottili equilibri omeostatici corporei.

Differenze con i fluidi corporei
I dati del mineralogramma sono clinicamente importanti perché i capelli concentrano i minerali circolanti, e quindi – a differenza dei fluidi corporei, molto più soggetti a fluttuazioni – permettono di identificare e misurare anche elementi a bassissime concentrazioni (minerali tossici, minerali traccia).

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Combatti la cellulite con la tecnica della radiofrequenza

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SEDERE TANGA PERIZOMA INTIMO GLUTEI CULO CELLULITE ESTETICAAvevo già parlato di radiofrequenza medica in questo articolo. E’ una tecnica molto potente e messa in mano ad un medico estetico preparato riesce non solo a ridurre le rughe del viso ma anche a rassodare la pelle del corpo e addirittura ridurre o eliminare la cellulite tramite onde sonore. I costi per ogni seduta partono da circa 100 euro e variano in base alla grandezza dell’area da trattare e alla situazione cutanea di partenza. Come per ogni trattamento prevedo un grosso sconto quando il trattamento è compreso in pacchetti di 5 o di 10 applicazioni, in questo caso il prezzo può essere ridotto anche del 50%, senza contare che il trattamento è realmente efficace quando viene ripetuto più volte, anche se i risultati sono sempre visibili fin dalla prima seduta. Vediamo da vicino di che cosa si tratta.

La Radiofrequenza può essere monopolare, bipolare o tripolare

Io uso la tecnologia monopolare, è la metodica più potente, ottima per il trattamento della cellulite, il rimodellamento del corpo ed il rassodamento della pelle del viso con risultati visibili fin dal primo trattamento.

Trattare la cellulite alla radice

Per quanto riguarda la riduzione della cellulite, la radiofrequenza consente di trattare il problema alla radice e non esclusivamente i suoi sintomi, combinando gli effetti della radiofrequenza monopolare e bipolare e permette di agire contemporaneamente sugli strati adiposi a diverse profondità.
Lo specialista accenderà il generatore di onde elettromagnetiche che tramite l’utilizzo di un manipolo verranno fatte penetrare nella parte interessata dalla cellulite.

Cosa sente la paziente?
La paziente percepirà un calore sulla pelle differente a seconda dell’intensità con cui viene utilizzato il macchinario. Potranno svilupparsi eritemi che in genere scompaiono il giorno dopo.

Controindicazioni

La radiofrequenza però non è per tutti. Coloro che soffrono di gravi problemi cardiaci, donne incinta, non possono effettuarla. E’ bene anche non esporsi al sole dopo il trattamento, così come chi presenta escoriazioni sulla pelle non deve sottoporsi alla procedura.

Perché i prezzi sono elevati?

I costi della radiofrequenza medica, come dicevo all’inizio dell’articolo, partono da almeno 100 euro a seduta. Ciò può sembrare un prezzo elevato tuttavia vi ricordo che il costo della struttura, dei macchinari e della lunghissima preparazione a cui si deve sottoporre un medico sono molto alti e ciò ovviamente si ripercuote sul costo della prestazione. Ricordate inoltre che il prezzo è elevato, ma i risultati sono davvero eccezionali e visibili fin dalla prima seduta!

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La radiofrequenza elimina efficacemente le rughe del viso

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA NUDA BELLA CORPO ESTETICA BELLEZZA FISICO MAGRAL’uso della radiofrequenza con scopi estetici è di introduzione piuttosto recente, anche se in realtà in campo più generalmente medico, essa ha una storia di sperimentazione lunga oltre un cinquantennio, con un ampio utilizzo in ambito chirurgico in qualità di coadiuvante in caso di interventi su tessuti delicati come quelli ginecologici o di ricostruzione. La scoperta delle possibilità legate al suo utilizzo per la cura degli inestetismi della pelle, quali tipicamente le rughe o la cellulite, ha però offerto a tutte le donne (e agli uomini!) una alternativa interessante, meno invasiva e spesso più efficace al botulino – utilizzabile solo per il miglioramento temporaneo delle rughe di alcune parti del viso – e all’intervento di lifting chirurgico, che, ovviamente, è un trattamento assai più “traumatico” in quanto “ablativo”, che ricorre cioè all’asportazione di tessuti della pelle per ottenere l’effetto estetico desiderato.

Un efficace trattamento degli inestetismi: la radiofrequenza

A partire dall’uso terapeutico della radiofrequenza per i suoi effetti fisioterapici, studi recenti ne hanno evidenziato le proprietà anche per contrastare il sedimentarsi del grasso nella pelle alla base della cellulite e per stimolare la rigenerazione e la produzione di collagene ed elastina, le principali proteine che costituiscono il tessuto epiteliale e il cui deterioramento è la causa principale del formarsi di rughe e pieghe. Il funzionamento è piuttosto semplice e si basa sul riscaldamento dell’ipoderma – lo strato meno superficiale della pelle – attraverso un apparecchio che produce un’onda elettromagnetica a bassa frequenza in grado di trasformarsi in calore ad una intensità controllata e costante: tale onda si trasmette dagli strati più superficiali ad una temperatura di 30-35 gradi propagandosi in quelli più profondi secondo un “gradiente inverso”, ovvero aumentando a mano a mano che si scende in profondità fino a giungere a 55-60 gradi nell’ipoderma. L’aumento della temperatura comporta da un lato una maggiore irrorazione dei vasi sanguigni con un effetto drenante sul grasso accumulatosi nel derma e dall’altro la “denaturazione” – reazione chimica che porta alla “modifica” dei legami originari di una proteina – del collagene.

I benefici della radiofrequenza

La maggior parte delle degenerazioni della pelle che col tempo portano ad una diminuzione di tonicità ed elasticità sono dovute all’indebolimento dei legami fra collagene e tessuti: la denaturazione conseguente all’aumento di temperatura comporta un immediata nuova “tensione” delle fibre, con un effetto di contrazione e distensione che ne rimette in moto l’elasticità originaria, oltre a “costringere” i tessuti alla produzione di nuovo collagene in sostituzione di quello vecchio e deteriorato. L’effetto, dunque, è quello di un vero e proprio lifting “incruento” e che agisce su fattori naturali come le reazioni chimiche proprie delle proteine che costituiscono la pelle e che permettono quindi di ottenere in tempi brevi di rimuovere i danni, tonificare la pelle e ridonarle elasticità e lucentezza. In questo senso, il trattamento si rivela efficace sia nell’alleviare i danni derivanti dall’invecchiamento, sia quelli più generalmente arrecati alla pelle da specifici eventi traumatici come cicatrici o segnature. Non ci sono limiti di utilizzo o in termini di “attesa” di risultati, anche se è provato che gli effetti migliori del trattamento si hanno su pelli di soggetti fra i 30 e i 70 anni e con un grado di “rilassamento” cutaneo medio.

Radiofrequenza medica: le controindicazioni

Il fatto che il trattamento con radiofrequenza sia poco invasivo non significa che non debba essere fatto responsabilmente e, possibilmente anche se auto-somministrato in casa, sotto il controllo di un medico specializzato. Lo strumento di emissione delle onde, infatti, basa la propria efficacia sulla produzione di calore che innalza la temperatura della pelle “profonda”, contrastando tale effetto sulla pelle “superficiale” grazie all’azione di alcuni elementi criogeni – ovvero raffreddanti – che impediscono anche il fastidio percepito dal contatto con l’elettrodo ad alta temperatura. L’eventuale sensazione di “surriscaldamento” in genere termina con la sospensione del trattamento, ma in alcuni casi può persistere in piccoli eritemi o rigonfiamento che però scompaiono quasi sempre nel giro di qualche ora. Prima di iniziare il trattamento è opportuno affrontare una visita specialistica che escluda la presenza di infiammazioni o dermatiti sulla pelle, dato che il trattamento può essere effettuato rigorosamente e unicamente su porzioni di pelle sana. Allo stesso modo, meglio evitare l’applicazione in presenza di scottature solari anche lievi o, al contrario, esporsi ai raggi del sole, anche artificiali, nel periodo immediatamente successivo al trattamento. Inoltre, come qualunque altra terapia che si basa sull’utilizzo di onde elettromagnetiche, la radiofrequenza estetica non deve essere usata in persone con pacemaker, protesi metalliche o in stato di gravidanza.

Radiofrequenza viso: i costi

In linea generale, le parti del viso in cui maggiormente è possibile intervenire sono le “zampe di gallina”, le pieghe su naso e labbra, le rughe della fronte, nel contorno occhi e sulle palpebre, il mento rilassato e le pieghe del collo. Modalità e lunghezza di ogni trattamento è variabile in funzione della zona da trattare – sia “quale” zona, sia in relazione all’ampiezza della superficie” – sia del tipo di strumento utilizzato. Per questo, ogni trattamento specifico deve avere una durata ed una intensità concordata col medico ed adeguata alla singola situazione, allo stato “di partenza” della pelle e ai risultati che si desidera ottenere. Per questo, anche i costi di un trattamento sono variabili, in funzione del numero di sedute necessarie e della durata delle stesse. A semplice titolo esemplificativo, posso dire che mediamente una seduta da 30 minuti può avere un costo medio di circa 100 euro.

La radiofrequenza non è solo efficace sulle rughe: è anche una potentissima arma per combattere la cellulite!

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Scopri come inquadrare la tua cellulite in una delle fasi della sua evoluzione: è il primo passo necessario per contrastarla in maniera realmente efficace

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SEDERE TANGA PERIZOMA INTIMO GLUTEI CULO CELLULITE ESTETICALe celluliti? Non sono tutte uguali! Noi medici che sviluppiamo esperienza nel campo di tale patologia siamo abituati a vederne di tutti i tipi e di ogni “sfumatura” tuttavia per praticità si è deciso per una classificazione standard che consta di quattro gradi in ordine di gravità e solo l’occhio esperto di un medico sarà in grado di distinguere di quale tipologia é il vostro inestetismo.

Per semplificare al massimo e dare alle persone la capacità di riconoscere per grandi linee il proprio inestetismo possiamo definire una cellulite dura o adiposa frequente nelle giovani con tessuti tonici magari con qualche chilo di troppo; se il grasso degenera si trasforma nel primo stadio della cellulite e quando si pizzica la pelle appare la buccia d’arancia (stadio congestizio ed edematoso) e una cellulite molle o flaccida presente a tutte le età nelle donne sedentarie o in quelle che non hanno mai praticato attività sportiva con regolarità.

Le zone colpite tendono a formare gradini di grasso pieni di liquidi. Se palpiamo in superficie le zone interessate si rileva la buccia d’arancia ma se la palpazione é più profonda si sentono i noduli. Spesso si vedono capillari dilatati mentre sono più rare le smagliature (stadio fibroso e sclerotico).

Una delle prime valutazioni da parte del medico, è capire a quale stadio appartiene la cellulite, inquadrandola in uno dei 4 gradi:

Primo grado

Nel grado meno incisivo della pelle a buccia d’arancia non si presenta nessuna variazione fisiologica, ma l’istopatologia rileva sottostanti cambiamenti anatomici.

Secondo grado

In questa fase la pelle perderà il tono di colore, diminuirà la sua temperatura e il suo grado di elasticità, rendendo meno efficienti anche i movimenti e le torsioni dei muscoli delle zone affette. Anche se qui l’effetto a buccia d’arancia deve ancora manifestarsi, avrete comunque determinati sintomi d’allarme che qualcosa, all’interno del vostro corpo, non funziona correttamente.

Terzo grado

In questa fase compaiono i primi segni realmente visibili della cellulite, tra cui la rugosità a buccia d’arancia tanto temuta dalle donne quanto dagli uomini.

Quarto grado

Il grado finale sarà quello più difficile da sconfiggere, in quanto la cellulite avrà già piantato profonde radici nei tessuti connettivi sottocutanei. Qui la pelle sarà affetta da una grave forma di deformazione cutanea, priva di elasticità e tonicità.

Cosa avviene dal punto di vista patologico? Il processo che porta alla formazione della cellulite è diviso in cinque diversi momenti (o fasi):

Prima fase

Durante la prima fase, il flusso di sangue che interessa arterie e capillari, assieme alla circolazione ed al flusso linfatico, viene compromessa notevolmente. È proprio tale fenomeno che causerà un indebolimento dei tessuti circostanti la zona affetta dalla cellulite. Ecco che come conseguenze avrete un accumulo di liquidi generanti la ritenzione idrica, assieme ad un accumulo di sangue lungo i canali circolatori.

La ritenzione dei liquidi linfatici non avrà altro che risvolti negativi, in quanto avrà la conseguenza di un accumulo degli elementi tossici trasportati da tali canali, che andranno a diventare causa principale della formazione delle cellule adipose nei tessuti connettivi.

In questa fase, le modifiche che il vostro corpo stà subendo non saranno visibili ad occhio nudo.

Seconda fase

Una volta che i tessuti della pelle si sono indeboliti a causa delle conseguenze della prima fase, si avrà una fuoriuscita di sangue da tali tessuti. La pressione causata da tale rilascio sanguigno renderà la pelle più grassa e tenera, dando via alla formazione vera e propria della cellulite, ora visibile anche ad occhio nudo, anche se in piccola parte.

Terza fase

Dopo il lungo processo di immagazzinaggio di rifiuti e di liquidi linfatici, ecco che tale massa inizierà a spingere contro i tessuti esterni, dando vita ai tipici grumi adiposi caratterizzati dalla pelle a buccia d’arancia. È proprio in questa terza fase che gli effetti della cellulite raggiungono la visibilità che tutti noi conosciamo.

Fase Quattro

Il fluido linfatico, solitamente responsabile del trasporto delle sostanze nutritive lungo il corpo umano, in questa condizione volta la faccia per agire direttamente contro il vostro corpo, combattendo quindi a fianco della cellulite. Sono proprio le fibre da esso trasportate, infatti, ad intrappolare le cellule grasse e a farle prosperare nei tessuti sottocutanei, dando origine alla pelle a buccia d’arancia.

Fase Cinque

A causa della pressione di cui è affetta la zona in questione, ci sarà un dirottamento della circolazione del sangue che verrà dirottato nei tessuti circostanti, causando l’effetto simile alla superficie della ricotta. In questa fase le cellule di grasso sono bloccate completamente, sarà quindi molto difficile cercare di espellerle o sbloccarle dai tessuti connettivi, in modo da garantirne l’eliminazione. Sebbene in questa fase finale della formazione adiposa della cellulite ci sia una grossa ostruzione di tutti i canali circolatori – nonché una sedimentazione consistente delle cellule di grasso che rende veramente difficile la loro distruzione – un’attività fisica regolare combinata con un’alimentazione adeguata e ad un protocollo di cavitazione/radiofrequenza/linfodrenaggio, possono risultare veramente utili per liberarsi dal problema.

Ricordate sempre che inquadrare la vostra cellulite nel grado e nella fase giusta, permette di affrontarla nella maniera migliore visto che ogni stadio ha dei metodi di intervento ben precisi ed individuali.

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Sudorazione eccessiva? Combatti l’iperidrosi col botulino

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO ACELLA PUZZA SUDORE DEODORANTE CATTIVO ODOREL’Iperidrosi primaria, cioè non legata ad altre patologie, è una malattia cronica: sudorazione eccessiva senza una causa riconoscibile. Può colpire qualsiasi parte del corpo, essere focale o generalizzata e comunemente colpisce le ascelle (iperidrosi ascellare), palmi delle mani (iperidrosi palmare), le piante dei piedi (iperidrosi plantare), e il volto (iperidrosi facciale).Questa condizione provoca notevoli problemi sia nella vita sociale e privata quotidiana e colpisce circa il 2,5% della popolazione.

I trattamenti tradizionali includono i sali di alluminio, la ionoforesi, farmaci anticolinergici sistematici o topici che sono spesso inefficaci, di breve durata d’azione, e difficili da tollerare.
Le procedure chirurgiche come la liposuzione, l’asportazione diretta delle ghiandole, o la simpaticectomia possono avere gravi rischi.

Iniezioni locali di tossina botulinica di tipo A si traducono in una soluzione efficace e sicura per l’iperidrosi primaria. La tossina botulinica blocca le terminazioni nervose che attivano le ghiandole sudoripare ottenendo una azione temporanea reversibile locale. Numerosi gli studi che dimostrano l’efficacia e la sicurezza di tale trattamento. Il più richiesto è a carico del cavo ascellare, l’iperidrosi ascellare provoca notevoli problemi emotivi e sociali che colpiscono la vita quotidiana influendo negativamente sull’autostima dei soggetti colpiti. I pazienti hanno difficoltà evidenti sia nella vita sociale che privata, hanno i vestiti bagnati in pochi minuti anche nel periodo invernale, e devono cambiare i loro abiti più volte in un giorno. L’ansia e lo stress, non sono la causa, ma esacerbano la sudorazione eccessiva.

L’uso di tossina botulinica di tipo A supera il problema: è un trattamento sicuro, veloce e facile da realizzare in un’unica seduta. La terapia non può essere eseguita in pazienti con miastenia grave, con infezioni o malattie cutanee o in terapia con farmaci come gli antibiotici aminoglicosidici che interferiscono con la trasmissione neuroghiandolare nonché in pazienti in trattamento con altre terapie per l’iperidrosi o allergia riconosciuta alla tossina botulinica ed albumina umana e nel caso di precedenti interventi chirurgici al cavo ascellare; da evitare in gravidanza o in fase di allattamento. Per motivi sconosciuti il 5% dei pazienti risponde poco o per niente alla terapia.
Dopo diagnosi medica, escluse le patologie che possono creare iperidrosi, la tossina botulinica viene iniettata sottocute tramite iniezioni distribuite su tutta l’area interessata usando aghi sottili scarsamente dolorosi.

La sudorazione profusa ricompare dopo 4-6 mesi a seconda del soggetto e il trattamento deve essere ripetuto. L’unica complicanza che può verificarsi è una lieve dolenzia e piccoli ematomi nei primi giorni successivi.

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Grasso e cellulite non sono la stessa cosa! Scopri le differenze

01-00250021000001Molti fanno confusione tra grasso (cioè adiposità localizzata) e cellulite. Per capire che stiamo parlando di cose distinte basta guardare la foto qui sopra.

La donna raffigurata è la grande tennista russa Maria Sharapova. Qualcuno potrebbe mai dire di lei che sia grassa? Evidentemente no, eppure guardate la foto successiva.

Questo è il caratteristico aspetto a buccia d’arancia tanto temuto dalle donne ed è un segno inequivocabile di cellulite! Ma allora anche una magrissima campionessa mondiale di tennis può avere la cellulite? Certamente! Tanti uomini neanche immaginano quanta cellulite può nascondersi sotto un bel vestito indossato da una donna anche magrissima. Addirittura i cataloghi dei costumi da bagno sono pieni di foto di donne bellissime e magrissime che appaiono senza traccia alcuna di cellulite solo perché è intervenuto l’esperto di foto ritocco: senza il computer tantissime modelle si rivelerebbero con qualche traccia di cellulite! Questo è uno dei motivi per cui anche le donne con una bella linea hanno così tanta paura della prova costume dove non c’è una gonna a coprire i glutei o un collant a coprire le gambe!

Parlo di donne proprio perché sono loro a soffrirne di più rispetto agli uomini (in questi ultimi si riscontra molto raramente) ed inoltre secondo alcune ricerche ben l’80% delle donne dopo la pubertà è segnata dalla cellulite (alcune ricerche parlano addirittura del 95%).

Per poter distinguere con chiarezza l’adiposità localizzata dalla cellulite, è bene conoscere le peculiarità di questi due quadri clinici, che sono molto diversi tra loro, ma che spesso possono coesistere nelle stesse regioni corporee di un medesimo individuo.

Per adiposità localizzata si intende la presenza di un accumulo di tessuto adiposo in particolari regioni del corpo, non solo femminile, ma anche maschile, in base al biotipo, ovvero alla particolare conformazione fisica. Nella donna (biotipo ginoide) l’accumulo di tessuto adiposo si localizza tipicamente ai fianchi, nell’area periombelicale e sovrapubica, alle cosce e nella regione interna del ginocchio. Nell’uomo invece i depositi adiposi si accumulano tipicamente a livello addominale (biotipo androide). Ci sono però anche delle donne che, pur mantenendo intatto il loro fascino femminile, hanno delle caratteristiche molto simili al biotipo maschile, con accumuli adiposi che tendono a localizzarsi soprattutto a livello del dorso e dell’addome.

L’adiposità localizzata è caratterizzata da aumento in volume (ipertrofia) e in numero (iperplasia) degli adipociti, senza alterazione della composizione del grasso in essi contenuto, della struttura delle cellule e dell’ipoderma (pannicolo adiposo) e senza modificazioni della microcircolazione locale, ipodermica e dermica. Anche l’epidermide mantiene intatte le sue caratteristiche senza subire modificazioni. Si tratta pertanto di un aumento localizzato di tessuto adiposo cosiddetto “sano”, senza edema, né dolore, né alterazioni cutanee, a differenza di quanto avviene nella cellulite.

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La cellulite, o lipodistrofia ginoide (GLD) o panniculopatia edemato-fibro-sclerotica (PEFS) è considerata da molti studiosi una condizione fisiologicamente, cioè “naturalmente” legata al sesso femminile ed è pertanto un disturbo molto comune. Il termine “cellulite”, utilizzato erroneamente da un punto di vista scientifico, è però entrato ormai nell’uso comune anche in dermatologia.
Si tratta di una condizione considerata dalla quasi totalità delle donne altamente inestetica, indipendentemente dalla sua severità. La cellulite non dipende dal peso corporeo, infatti può comparire anche in persone considerate magre, ma l’aumento di grasso o di adiposità ne enfatizza la presenza. Normalmente compare dopo la pubertà, tende a diventare cronica e peggiora con l’avanzare dell’età.
Si localizza preferenzialmente ai glutei e alle cosce dove la superficie cutanea assume il tipico aspetto a “buccia d’arancia”. Successivamente possono comparire depressioni più profonde e disomogenee, alternate ad aree irregolarmente rilevate (cute “a materasso”) e negli stadi più avanzati può interessare anche altre regioni corporee, come l’addome e le braccia.

Sebbene non sempre ci si trovi di fronte a quadri clinici impegnativi o gravi, si tratta di una vera e propria patologia, che si manifesta con un’alterazione delle cellule del tessuto adiposo (adipociti) e della microcircolazione locale, con neoformazione di fibre collagene e incremento di acido ialuronico e conseguente richiamo di acqua. L’edema (gonfiore) che si forma per il ristagno di liquidi, a sua volta comprime le strutture presenti e i vasi sanguigni, ostacolando ulteriormente la microcircolazione locale e gli scambi metabolici. Inoltre le fibre collagene, ispessendosi e moltiplicandosi in modo anomalo, vanno a incapsulare ammassi di adipociti degenerati, formando dei noduli.
Tali disordini si ripercuotono anche a carico dell’epidermide, lo strato più superficiale della pelle, con pallore, ipotermia (abbassamento della temperatura locale) e secchezza. La dolorabilità, molto soggettiva negli stadi iniziali, successivamente è presente non solo alla palpazione, ma anche spontaneamente.

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Le cause della cellulite sono molteplici, infatti si riconoscono fattori predisponenti, legati alla razza, al sesso, al biotipo, alla familiarità, e fattori scatenanti, come le terapie ormonali, uno stile di vita inadeguato, alcool, fumo, diete disordinate, ecc., ma il fattore più rilevante è legato al ruolo svolto dagli ormoni sessuali femminili, gli estrogeni, che favoriscono la ritenzione idrica e il naturale deposito di cellule adipose in particolari zone del corpo femminile, come i glutei e le cosce (biotipo ginoide). Gli estrogeni influenzano anche la microcircolazione, il delicato meccanismo di scambio di liquidi nei tessuti, che è profondamente coinvolto nella genesi della cellulite.

Nella donna inoltre, il pannicolo adiposo delle aree ginoidi ha una configurazione diversa da quella dell’uomo. Nella donna infatti i setti fibrosi decorrono perpendicolarmente alla superficie cutanea e separano grandi lobuli adiposi in sezioni rettangolari. Quando il tessuto adiposo si scompagina, aumentano le dimensioni dei lobuli e i setti di fibre collagene si sclerotizzano (si induriscono), determinando una compressione dell’ipoderma verso il derma, cioè verso la superficie, che assume così l’aspetto tipico “a materasso”. Nel tessuto adiposo dell’uomo i setti fibrosi hanno invece una disposizione romboidale, con la formazione di lobuli di forma poligonale che, anche in caso di grandi depositi di grasso, non sono in grado di invadere il derma.

Nella donna in età fertile, è possibile riscontrare quadri clinici riconducibili a forme miste, ovvero ad aree con adiposità localizzata, associate in modo variabile a modificazioni tipiche della cellulite, soprattutto nei distretti che ne sono tipicamente colpiti, come i glutei e le cosce.

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