Epilazione permanente pratica e sicura, grazie alla Luce Pulsata Medicale

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA NUDA BELLA CORPO ESTETICA BELLEZZA FISICO MAGRAQuali sono i metodi di depilazione correntemente usati che sono definiti temporanei?
I metodi comunemente usati per eliminare i peli superflui sono la rasatura, la ceretta, le creme depilatorie o la depilazione con pinzette. Alcuni sono dolorosi , altri poco pratici, e tutti, proprio tutti, hanno un’efficacia solamente temporanea. Ed è proprio qui che entra in gioco la tecnica mediante Luce Pulsata Medicale (anche chiamata Luce Pulsata ad alta Intensità o IPL dall’inglese Intense Pulsed Light) effettuata dal medico estetico.

Come si svolge la visita medica prima del trattamento Luce Pulsata Medicale?
Prima di iniziare il trattamento vero e proprio, per me è fondamentale visitare il paziente. Il soggetto deve sottoporsi alla visita per consentire al medico di programmare, in base alla tipologia dei peli e della cute, le modalità e la durata del trattamento.
Deve inoltre fornire al medico informazioni sulle abituali modalità di depilazione perché se ad esempio una paziente ha eseguito una ceretta la settimana prima, verosimilmente il numero dei peli presenti sarà inferiore a quello realmente esistente.
Se la seduta si svolge al termine della visita, solo se i peli sono troppo lunghi, prima del passaggio del manipolo, i peli vengono accorciati, onde evitare che il fascio luminoso venga inutilmente assorbito dalla parte esterna del pelo, rendendo meno efficace il trattamento. L’ideale sarebbe eseguire l’accorciamento dei peli in casa propria e arrivare nel mio studio medico adeguatamente pronti alla seduta.

Come si svolgono le sedute con Luce Pulsata Medicale?
Dopo la visita generale, il trattamento vero e proprio inizia ed il paziente viene fatto sedere o stendere sul lettino in una posizione adeguata per poter avere un agevole accesso alla zona da trattare. I nei della zona da trattare vengono coperti da una speciale matita dermografica bianca che li proteggerà durante il trattamento. Il paziente indossa un particolare occhiale che proteggerà i suoi occhi dalla forte luce sprigionata dal manipolo durante il trattamento. Subito dopo si applica un apposito gel conduttore sulla zona interessata. Tramite un apposito manipolo si passa poi all’invio degli impulsi di luce, che ad intervalli regolari colpiscono i “bersagli”, agendo in profondità. Durante il trattamento si può avvertire un piccolo dolore in genere riferito come modesto, ma che dipende anche dalla sede della depilazione e dalla soglia del dolore personale. Al termine del trattamento si rimuove il gel dalla parte trattata e si applica una crema lenitiva.

Quale meccanismo di azione utilizza la Luce Pulsata Medicale?
La Luce Pulsata Medicale produce un fascio di luce altamente concentrata, che viene selettivamente assorbita dal bulbo del pelo (fototermolisi) ricco di melanina. Pulsando per una frazione di secondo, il tempo sufficiente per vaporizzare il pigmento, il laser agisce contemporaneamente su decine di bulbi, distruggendo subito una parte di essi (10-15 %) e rallentando sensibilmente la ricrescita del resto degli annessi piliferi. Tale effetto è molto selettivo, coinvolgendo solo i tessuti pigmentati, colorati. La cute ne è pertanto indenne e per gli eventuali nei, è prevista la protezione con una matita dermografica bianca. L’obiettivo della foto depilazione definitiva non è quello di bruciare i peli, bensì di utilizzarli per veicolare il calore alla matrice posta alla base del follicolo pilifero. Tale matrice è responsabile della continua ricrescita dei peli ma, se si riscalda oltre una precisa soglia termica, essa si disattiva per molto tempo. In base al proprio metabolismo le matrici possono restare disattivate o essere riparate lentamente dall’organismo. A causa del ciclo di vita del pelo solo i peli presenti al momento del trattamento e direttamente collegati alla matrice possono veicolare efficacemente il calore. Occorre quindi trattare più volte una zona, in modo da colpire i follicoli in tempi diversi. E’ importante ricordare che la fase “anagen” è la fase ideale per la depilazione.

Luce Pulsata Medicale: pelli scure, melanina ed effetti collaterali
Quanto maggiore è il contrasto tra la pelle chiara e i peli scuri, tanto maggiore sarà l’efficacia della foto depilazione. Il calore assorbito dalla cute è notevolmente inferiore a quello assorbito dai peli e viene rapidamente dissipato dalla grande quantità d’acqua che costituisce la cute stessa. La potenza erogata influisce direttamente sul risultato ma, a causa del principio termico del trattamento, non si deve superare la soglia massima che la propria pelle riesce a tollerare. Questa soglia è di norma alta per le pelli chiare e bassa per le pelli scure perché, la presenza di melanina che scurisce la pelle, aumenta la produzione di calore. Se la pelle non riesce a dissipare il calore in eccesso può verificarsi una leggera scottatura con un possibile successivo schiarimento persistente della zona trattata, sino a quando non si ripristina l’abbronzatura. Può anche succedere che il limite massimo di potenza tollerata dalla propria pelle sia inferiore al limite minimo necessario alla foto depilazione e questo problema rende difficoltoso il raggiungimento del risultato. Per tale motivo la foto depilazione è finalizzata al raggiungimento del massimo risultato soggettivamente possibile e non alla depilazione totale e definitiva che è fisiologicamente impossibile. I peli sottoposti al trattamento si riducono progressivamente di numero e di dimensione e nell’arco di 4-5 sedute, si assiste alla loro completa scomparsa in modo semi-permanente.

Raffreddamento della zona trattata
Durante il trattamento la pelle si surriscalda, per questo motivo la superficie del manipolo del mio macchinario è opportunamente raffreddata al fine di dissipare il calore provocato dal raggio laser e quindi di eliminare ogni danno all’epidermide ed allo stesso tempo ridurre ulteriormente un eventuale dolore o fastidio al paziente.
Ciò consente di utilizzare il massimo della potenza, così da distruggere completamente i peli senza nuocere ai tessuti circostanti e senza troppo fastidio per il paziente. I macchinari meno recenti usano un sistema di raffreddamento ad aria, quelli più moderni hanno un più efficiente sistema di raffreddamento ad acqua: con tale metodica il dolore percepito durante il trattamento è estremamente più basso. Lo strumento che uso nel mio studio ha un potente raffreddamento ad acqua.

Dopo il trattamento
Il paziente avvertirà rossore ed un lieve fastidio nella zona trattata: ciò scomparirà nell’arco di un tempo variabile tra un’ora e 24 ore. Il paziente dovrà evitare di esporre la zona trattata al sole e di usare cosmetici esfolianti aggressivi sulla cute trattata, questo per almeno tre/quattro giorni dal trattamento.
I filtri solari sono indispensabili prima di esporre la zona trattata ai raggi solari per evitare iperpigmentazioni.

Quanto dura una seduta di Luce Pulsata Medicale ?
Una seduta di trattamento con Luce Pulsata Medicale può durare da pochi minuti a più di un’ora, in generale una singola seduta dura circa 30 minuti. La durata del trattamento dipende dall’estensione dell’area e dal tipo di intervento, variando da qualche minuto per baffi e mento ad un paio d’ore per le gambe.

Quante sedute occorrono?
Poiché la Luce Pulsata Medicale agisce efficacemente sui bulbi dei peli in fase di crescita attiva (pro-anagen e anagen), è necessario più di un trattamento per neutralizzare i bulbi che non sono ancora giunti in questa fase. In media da 4 a 8, durante le quali, ogni volta, vengono distrutti il 30% circa dei peli. Le sedute sono solitamente effettuate a circa 3 settimane/un mese di distanza una dall’altra.

La Luce Pulsata Medicale è un trattamento doloroso?
Il laser può provocare una varietà di sensazioni che vanno dal leggero pizzicore al reale fastidio, ma questo solo quando la sezione del pelo è di diversi micron ed i peli sono localizzati su zone particolarmente sensibili (es. regione toracica anteriore del paziente maschio). Nella maggior parte delle persone, comunque, il trattamento è in genere ben tollerato, ma poiché, come dicevamo, alcune parti del corpo sono più sensibili di altre, allora è consigliabile l’utilizzo di una crema anestetica da applicare un’ora prima del trattamento laser in occlusione.

Cosa osservo dopo una seduta di Luce Pulsata Medicale per epilazione definitiva?
Dopo la seduta si manifesta un leggero arrossamento e/o gonfiore in corrispondenza della zona trattata che scompaiono entrambi nell’arco di qualche ora.

Posso abbronzarmi prima di una seduta di Luce Pulsata Medicale?
E’ preferibile non sottoporsi a sedute di lampade abbronzanti o di raggi solari nei giorni precedenti al trattamento.

Quali tipi di depilazione posso effettuare nell’attesa di un appuntamento di epilazione con Luce Pulsata Medicale?
Non andrà effettuata la depilazione mediante ceretta o pinzette, mentre non crea problemi la depilazione con creme o rasoio.

Posso decolorare i peli prima di una seduta?
I peli non vanno assolutamente schiariti immediatamente prima del trattamento.

Dopo quanto tempo posso espormi al sole?
Per quanto riguarda l’esposizione al sole, ci si potrà esporre a distanza di 5-6 giorni dopo il trattamento.

L’epilazione con Luce Pulsata Medicale si può quindi definire permanente e sicura?
La Luce Pulsata Medicale permette una perfetta epilazione che, se eseguita più volte, progressivamente può essere considerata permanente. Ogni singolo paziente ed ogni relativa area anatomica da trattare differiscono sostanzialmente in termini di numero di sedute richieste. Il trattamento non viene poi scelto solo in base all’efficacia dimostrata, ma anche per la rapidità e per il relativo comfort dimostrato durante il trattamento (rapidità di azione, assenza di esiti permanenti, effettuazione da parte di personale specializzato, numero di peli trattati nell’unità di tempo, etc.).
La Luce Pulsata Medicale lascia una cute lucida e morbida, con qualche leggera irritazione corrispondente alla zona dei peli più robusti, ma in nessun caso si viene a creare un problema di cicatrici o di follicoliti, come invece può avvenire frequentemente con le tradizionali tecniche di depilazione. La Luce Pulsata Medicale è uno strumento sicuro di epilazione, ed è stato studiato per penetrare esattamente sino alla radice del pelo e non oltre, quindi non è invasivo per la salute dell’organismo ed è considerato una delle migliori procedure disponibili per il trattamento dell’irsutismo e dell’ipertricosi.

Preparazione al trattamento
Come già prima accennato, il paziente deve evitare assolutamente l’esposizione ai raggi solari e/o a lampade UVA nelle settimane precedenti al trattamento e non assumere farmaci che aumentino la sensibilità della pelle alla luce. Inoltre non deve usare la ceretta né schiarire i peli.

Luce Pulsata Medicale in combinazione con Radiofrequenza Bipolare
Per i trattamenti io uso un particolare macchinario che unisce Luce Pulsata Medicale e Radiofrequenza per un trattamento moderno ed innovativo che prende il nome di E-Light: tale trattamento non solo depila la zona trattata, ma ha anche un potente effetto anti-età.

Epilazione permanente con Luce Pulsata Medicale fatta dal medico o dall’estetista? Quali sono le differenze?
L’epilazione con luce pulsata fatta dal medico e fatta dall’estetista non sono la stessa cosa, anche se il nome usato per descrivere questo trattamento è lo stesso, le differenze tecniche sono molto importanti e determinano la buona riuscita della metodica e una buona sicurezza del paziente.
Il decreto del 12-5-2011 firmato dal ministro della Salute dott. F. Fazio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°163 del 15-7-2011, stabilisce che il personale non medico impiegato nel settore estetico (estetista), NON è autorizzato ad utilizzare dispositivi per depilazione ad impulsi luminosi (Luce Pulsata) qualora la fluenza (per capirci: la “potenza”) dei suddetti dispositivi risulti superiore a 26 joule/cm2 con sistema di raffreddamento cutaneo integrato o di 13 joule/cm2 se sprovvisto di raffreddamento.
La legge stabilisce quindi da molti anni che solo i medici possono utilizzare dispositivi a Luce Pulsata ad elevata potenza e pertanto ad elevate prestazioni, per le procedure di depilazione definitiva.
Le estetiste che usino strumenti con potenza superiore a 26 joule/cm2 hanno in mano – senza averne le competenze – uno strumento capace di determinare danni permanenti alla vostra salute ed alla vostra bellezza. Ancora più importante: compiono un reato grave (esercizio abusivo della professione medica).
Le estetiste che usano strumenti con potenza inferiore a 26 joule/cmhanno in mano uno strumento che è si legale, ma è anche estremamente meno potente rispetto a quello che possono per legge usare solo i medici. In definitiva il medico è autorizzato ad usare uno strumento molto più efficiente rispetto a quello che per legge possono usare le estetiste, con differenze – nel risultato finale – estremamente evidenti. Inoltre la presenza del medico è necessaria per verificare l’esistenza di patologie che possono controindicare il trattamento. A tale proposito vi consiglio di leggere: Qual è la differenza tra la depilazione definitiva con luce pulsata fatta dal medico e quella fatta dall’estetista?

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Microdermoabrasione con cristalli di corindone: esfoliazione profonda per trattare smagliature, pori dilatati, macchie cutanee, rughe, cicatrici ed acne

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Ecografia Vascolare Articolare Medicina Estetica Mappatura Nei Posturale Dietologo Roma MICRODERMOABRASIONE CRISTALLI CORINDONE SMAGLIATURE MACCHIE ACNE RUGHE Radiofrequenza Rughe Cavitazione CelluliteLa Microdermoabrasione con cristalli di corindone è un trattamento medico estetico levigante e revitalizzante che utilizza cristalli di corindone altamente purificati che il medico depositata sulla pelle attraverso un manipolo specifico. Tali cristalli hanno una azione esfoliante molto potente, una specie di super scrub che elimina gli strati più superficiali (strato corneo e malpighiano) dell’epidermide, senza danneggiare in alcun modo la struttura architettonica della cute; viene mantenuta quindi integra la giunzione dermo-epidermica, senza alcun rischio di sanguinamento e disepitelizzazione, tipiche delle vecchie tecniche di dermoabrasione.
Oltre alla esfoliazione controllata degli strati più superficiali della cute, viene stimolato l’incremento della circolazione sanguigna e della produzione di collagene attraverso l’applicazione del vuoto sul manipolo applicatore.
Questo permette alle sostanze farmacologiche indispensabili per il trofismo cutaneo e per le funzionalità metaboliche cellulari, di penetrare più agevolmente nel derma: ciò è molto utile – come vedremo in seguito – per far penetrare nella cute dopo il trattamento alcune sostanze che proteggono, idratano e rigenerano la pelle.

Che cos’è il corindone?

Il corindone è un minerale costituito da ossido di alluminio. Può essere di vario colore ha lucentezza adamantina, è molto duro (occupa il nono posto nella scala delle durezze di Mohs) e se ne distinguono diverse varietà, tra cui il rubino e lo zaffiro. I cristalli di corindone altamente purificati, grazie alle sue caratteristiche, è usato in campo medico estetico come sostanza esfoliante.

Come si svolge il trattamento?

Dopo la detersione della zona da trattare, il medico passa il manipolo che applica i cristalli. Un trattamento dura al massimo 30 minuti e non è doloroso. Al termine della seduta si può tornare tranquillamente alle attività di tutti i giorni.

Quali sono i risultati?

Già dopo la prima seduta di Microdermoabrasione con cristalli di corindone, la zona trattata appare più levigata e liscia, compatta e priva di impurità. Può presentarsi un lieve rossore che scompare velocemente. Dopo alcuni trattamenti è ben visibile una diminuzione delle rughe, dell’acne, delle smagliature, delle macchie cutanee e di altri inestetismi della cute. La pelle è più giovane, vitale, luminosa, elastica e piacevole da toccare.

La Microdermoabrasione con cristalli di corindone può indebolire la pelle?

Se effettuata da un medico esperto e con uno strumento professionale, questo tipo trattamento non altera la naturale barriera di difesa della pelle e non sussiste il rischio dell’insorgenza di infiammazioni o irritazioni. Si consiglia però di evitare l’esposizione al sole nei giorni successivi al trattamento, ed è inoltre controindicata in caso di cute infiammata o con ferite.

Quanto dura un ciclo di Microdermoabrasione con cristalli di corindone?

Il ciclo varia in funzione della situazione di partenza del paziente, dei risultati che vuole raggiungere e dal tipo di inestetismo: sarà il medico ad indirizzare il paziente sulla giusta durata. Mediamente un ciclo completo è composto da un numero di sedute che oscilla tra 6 e 10 da effettuare con un intervallo di 10/14 giorni.

Quanto costa un trattamento di Microdermoabrasione con cristalli di corindone?

Il costo varia molto in funzione della situazione del paziente e del ciclo di trattamenti programmato. Mediamente il costo di una trattamento di Microdermoabrasione con cristalli di corindone effettuato dal medico è di circa 90 euro a seduta.

Subito dopo il trattamento di Microdermoabrasione cosa si applica?

Come abbiamo visto, la microdermoabrasione rappresenta un forte stimolo per la produzione di collagene ed elastina, essenziali per combattere il rilassamento e la perdita di tono della pelle. Ma i benefici non si fermano qui: avendo tolto il primo strato superficiale della pelle, questa diventa molto percettiva nei confronti di qualsiasi crema che viene applicata nelle 72 ore successive. Proprio per questo motivo, subito dopo il trattamento, io applico una crema di mia creazione chiamata VisCutis (dal latino “Vis” che significa forza e “Cutis” cioè pelle) che contiene la giusta percentuale di una serie di ingredienti utili a potenziare l’effetto della Microdermoabrasione ed a prevenire eventuali effetti collaterali.

Quali componenti contiene la crema VisCutis?

  1. Acido Ialuronico E’ un mucopolisaccaride particolarmente presente nel derma, fornisce un supporto anatomico, funzionale e nutrizionale alla cute. Favorisce la ricostituzione del derma dopo la dermoabrasione. Per capirci: la pelle “vecchia” viene rimossa dal trattamento e la pelle “nuova” viene ricostruita anche grazie all’acido ialuronico.
  2. Sulfadiazina Argentica E’ un principio attivo appartenente alla famiglia degli antibiotici sulfamidici in grado di inibire la replicazione batterica, viene usato in campo chirurgico e dermatologico per accelerare i processi di guarigione di ulcere, ferite ed ustioni. La Sulfadiazina blocca la sintesi di nuovi batteri e la presenza dello ione Argento determina un potente azione battericida ad ampio spettro. Tale principio, usato dopo il trattamento, protegge la pelle dalle infezioni ed accelera la riepitelizzazione.
  3. Alfa-tocoferolo acetato E’ una molecola molto importante per difendere la nostra pelle dalle radiazioni. Una volta assorbita dalla cute, avviene una lenta idrolisi dell’acetato, dando origine al tocoferolo e offrendo protezione contro i raggi ultravioletti.

La mia crema VisCutis contiene inoltre una lunga lista di altre molecole (collagene, vitamine, idratanti, antinfiammatorie…) che hanno la funzione di proteggere la pelle, idratarla ed aiutarla a rigenerarsi.

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Trattare macchie cutanee, tatuaggi, capillari, cicatrici, acne, peli e rughe grazie ai laser usati in medicina estetica

MEDICINA ONLINE MEDICINA ESTETICA BELLEZZA DONNA BELLA MAGRA PELLE NUDA SEXY CORPOLa laserterapia è una tecnica medica che sfrutta l’amplificazione di luce mediante emissione stimolata di radiazione, a scopo terapeutico. E’ attualmente uno dei sistemi più usati nel campo della medicina e chirurgia estetica per migliorare o correggere difetti ed imperfezioni di tipo estetico e/o funzionale, congeniti od acquisiti. Esistono vari tipi di apparecchiature laser, ciascuno con una funzione specifica, ed in grado di eseguire determinati trattamenti, ovvero di intervenire su determinate patologie o in estetismi. Tra i più importanti laser troviamo:

1) Laser CO2

2) Laser Erbium Yag

3) Laser ND-Yag

4) Laser frazionato o frazionale

5) Luce pulsata

I laser hanno una propria specifica lunghezza d’onda e sono in grado di colpire determinati tessuti, o cellule bersaglio, in modo selettivo, ovvero senza danneggiare i tessuti circostanti; i vari tessuti hanno infatti un differente contenuto di pigmenti che li compongono (es. emoglobina) ed il laser risulta selettivo in quanto permette di “colpire” soltanto determinati pigmenti. E’ chiaro quindi che per ciascun in estetismo o patologia, andrà utilizzato il tipo di laser specifico e maggiormente efficace. Inoltre il trattamento laser può variare, oltre che per l’apparecchiatura e tipo di laser utilizzato, anche per la durata del trattamento e per il numero di sedute necessarie a completare la terapia. Vediamo ora in sintesi a cosa servono i laser prima elencati.

1) Laser CO2

Il laser CO2 pulsato consiste in un raggio ad anidride carbonica che agisce sul contenuto d’acqua delle cellule, vaporizzandole. Il bersaglio del laser CO2 è quindi l’acqua contenuta all’interno delle cellule, senza danneggiare o ustionare i tessuti circostanti. I vantaggi del laser CO2 sono rappresentati da un ridotto danno termico, minor sanguinamento, minore infiammazione e miglior cicatrizzazione. Un altro vantaggio del laser C02 è dato dalla sicurezza che le zone che vengono trattate vengono “livellate” sempre dello spessore desiderato I vantaggi del Laser CO2
Il laser CO2 è adoperato con grande successo, così come il laser Erbium, per il “Ringiovanimento cutaneo ablativo” ed il “Laser Skin Resurfacing”. La differenza con il laser Erbium è che quest’ultimo è un laser molto più delicato del laser CO2 e comporta un periodo postoperatorio molto più rapido, un arrossamento più limitato nel tempo ma anche un risultato lievemente inferiore; è perciò indicato soprattutto per rinfrescare il volto ed eliminare le rughe più superficiali. Sarà ovviamente il medico a decidere quale dei due laser usare per il vostro specifico inestetismo.
Il laser CO2 è ideale nei casi di pelle molto rovinata e poco elastica perchè non solo elimina gli strati più superficiali ma è anche in grado di determinare una importante contrazione delle fibre collagene ed elastiche presenti nel derma e rendere perciò la pelle molto più tonica. Possibili complicanze sono ustioni, danni termici, o problemi di cicatrizzazione.

Indicazioni terapeutiche per il laser CO2
Il laser CO2 è usato per effettuare trattamenti per vari inestetismi o patologie, quali:

  • Peeling superficiali
  • Ringiovanimento cutaneo ablativo – skin resurfacing
  • Rughe delle labbra
  • Rughe rughe degli occhi
  • Rughe del volto
  • Verruche
  • Fibromi
  • Condilomi
  • Cheratosi seborroiche
  • Cicatrici da acne
  • Cicatrici ipertrofiche
  • Rimozione di piccole neoformazioni benigne
  • Cheratosi
  • Rinofima
  • Pigmentazioni cutanee

Ringiovanimento cutaneo con Laser CO2
Il laser Co2 è spesso adoperato per il ringiovanimento cutaneo ablativo, detto anche Laser Skin Resurfacing.
Infatti nei casi di pelle rovinata e poco elastica il resurfacing con laser Co2 elimina gli strati più superficiali della pelle che verrà rigenerata da nuovo tessuto, e provoca una contrazione delle fibre di collagene rendendo la pelle molto più tonica.
In particolare ad esempio, il peeling effettuato con laser Co2 provoca la vaporizzazione dello strato superficiale della pelle e la successiva formazione di nuovo tessuto, che dona alla pelle un aspetto più giovane e fresco.

Prima del trattamento con Laser CO2
Prima del trattamento con laser Co2 è importante evitare l’esposizione al sole o a lampade UVA e non assumere farmaci che aumentano la sensibilità della pelle alla luce.
Prima del trattamento solitamente viene applicata, sulla cute da trattare, una crema anestetica.

Dopo il trattamento con Laser CO2
Dopo il trattamento la pelle rimane arrossata per qualche settimana, e in questo periodo é da evitare l’esposizione al sole o alle lampade abbronzanti, e dopo il trattamento il medico applicherà una crema antibiotica ed antinfiammatoria.

2) Erbium Yag

Questo laser emette una luce grandemente assorbita dall’acqua. La pelle contiene circa il 75-80 % d’acqua perciò questo tessuto assorbe per la quasi totalità il raggio laser che provoca la vaporizzazione degli strati più superficiali dell’epidermide con un effetto di rinnovamento e tensione maggiore nelle aree trattate.
E’ un laser molto più delicato del CO2 e comporta un periodo postoperatorio molto più rapido, un arrossamento più limitato nel tempo ma anche un risultato lievemente inferiore; è perciò indicato soprattutto per rinfrescare il volto ed eliminare le rughe più superficiali.
A guarigione ultimata l’aspetto della pelle è decisamente modificato: cute nuova, fresca, rosata, delicata e vellutata; le rughe molto attenuate, spesso scomparse, la tessitura della pelle è morbida e la consistenza decisamente aumentata.

Utilizzo:

  • Ringiovanimento cutaneo ablativo
  • Laser skin resurfacing
  • Rughe del volto e del corpo
  • Verruche
  • Fibromi
  • Cicatrici da acne

Può essere combinato insieme al già citato laser CO2 per ottenere un vero e proprio “effetto lifting”.

Preparazione al trattamento
Evitare assolutamente l’esposizione ai raggi solari e/o a lampade UVA nelle settimane precedenti al trattamento.
Non assumere farmaci che aumentino la sensibilità della pelle alla luce.

Periodo post-operatorio
Applicare una pomata antibiotica per alcuni giorni sulla superficie trattata.
I filtri solari sono indispensabili prima di esporre la zona trattata ai raggi solari per evitare iperpigmentazioni. L’arrossamento che consegue il trattamento scompare nel giro di alcune settimane.

3) Laser ND-Yag

E’ indicato in particolare per il trattamento di capillari (teleangectasie) e varici. Il laser ND-Yag riesce a trattare anche capillari di una certa consistenza (1-3 millimetri di diamentro) ed è attualmente viene considerato il sistema laser che può dare i migliori risultati per le teleangectasie degli arti inferiori, sia per quelle superficiali di colore rosso ma in particolare per quelle di colore blu. L’effetto del calore concentrato sui piccoli vasi sanguigni (capillari) ne provoca la chiusura e quindi il colore roseo o rosso-blu si attenua o sparisce.
Si tratta di un laser vascolare dotato di una alta penetrazione attraverso la pelle. Il capillare viene chiuso dall’energia laser, la cute non viene assolutamente danneggiata.
Per far scomparire la maggior parte dei capillari presenti sono in genere necessarie tre sedute, a distanza di due mesi una dall’altra. Il laser ND-Yag ad impulso lungo è quello che ha dato i risultati migliori nel trattamento dei capillari delle gambe.

Preparazione al trattamento

Evitare assolutamente l’esposizione ai raggi solari e/o a lampade UVA nelle settimane precedenti al trattamento Non assumere farmaci che aumentino la sensibilità della pelle alla luce.

Periodo post-operatorio

Applicare una pomata antibiotica per alcuni giorni sulla superficie trattata. I filtri solari sono indispensabili prima di esporre la zona trattata ai raggi solari per evitare iperpigmentazioni.

4) Laser Frazionato o frazionale

Una nuova tipologia di laser che da poco tempo è presente sul mercato, è il laser frazionale o fractale detto anche laser frazionato. Il laser Frazionale viene utilizzato con successo per ridurre o eliminare macchie della pelle, melasma, cicatrici da acne, piccole rughe del volto e per effettuare il ringiovanimento cutaneo non ablativo.

Come agisce il laser Frazionale Il laser Frazionato agisce bruciando delle piccolissime frazioni di tessuti in profondità, ma lasciando intatta la pelle in superficie, e di conseguenza i tempi di guarigione e per la ripresa delle normali attività si abbreviano molto.
In particolare attraverso le fibre ottiche, il laser frazionale produce dei minuscoli forellini in profondità provocando la denaturazione del collagene e la conseguente produzione di nuovo collagene, ed è per questo che il trattamento produce un ringiovanimento e miglioramento del tessuto cutaneo ma senza intaccare la pelle in superficie, per il resurfacing, cicatrici d’acne, melasma, iperpigmentazioni e cicatrici chirurgiche.

Applicazioni ed indicazioni per il laser Frazionato
Il laser frazionale è utile per trattare numerosi inestetismi del viso, collo e mani, o del corpo, quali:

  • macchie della pelle (macchie solari o senili)
  • lentigo solari
  • cicatrici da acne
  • rughe del viso (specie quelle attorno a occhi e labbra)
  • melasma e cloasma

5) Luce pulsata

La luce pulsata o IPL (Intense Pulsed Light) è la rivoluzionaria tecnica per il trattamento di inestetismi e problemi legati alla pelle. Si tratta di una tecnologia che, grazie all’emissione di energia luminosa, permette di colpire la zona interessata senza ledere i tessuti circostanti. La luce pulsata permette di trattare in modo efficace e poco invasivo una vasta gamma di lesioni benigne:

  • Couperose e rosacea
  • Macchie della pelle, lesioni pigmentate, iperpigmentazioni
  • Ringiovanimento cutaneo non ablativo
  • Depilazione definitiva
  • Cancellazione tatuaggi

Principali applicazioni della luce pulsata
L’azione della luce pulsata è particolarmente evidente nei trattamenti di ringiovanimento cutaneo e di epilazione definitiva.
Il Ringiovanimento cutaneo con IPL consiste nel ricompattare i pori dilatati, eliminare le macchie scure e i capillari del viso provocati dall’eccessiva esposizione solare e dal passare del tempo.
Il flash luminoso è in grado di attivare la pelle in profondità, stimolando la produzione di nuovo collagene, che rivitalizza la tessitura e la consistenza della pelle.
Per quanto riguarda l’epilazione definitiva, invece, la luce pulsata agisce direttamente sul bulbo pilifero, impedendo la ricrescita del pelo, senza intaccare la cute circostante, determinando una epilazione semipermanente.

Come si svolge un trattamento di luce pulsata?
La prima fase del trattamento consiste nell’applicazione di un apposito gel conduttore sulla zona interessata. Tramite un apparecchio simile ad un laser, si passa poi all’invio degli impulsi di luce, che ad intervalli regolari colpiscono i “bersagli”, agendo in profondità. La durata del trattamento dipende dall’estensione dell’area interessata e dal tipo di intervento, ma in generale si può dire che la singola seduta dura intorno ai 30 minuti. La seduta deve essere ripetuta dalle 4 alle 6 volte nel caso del fotoringiovanimento, mentre per ottenere una riduzione rilevante della densità pilifere sono necessarie almeno 5 sedute.

Preparazione al trattamento
Evitare assolutamente l’esposizione ai raggi solari e/o a lampade UVA nelle settimane precedenti al trattamento e non assumere farmaci che aumentino la sensibilità della pelle alla luce.

Periodo post-operatorio
I filtri solari sono indispensabili prima di esporre la zona trattata ai raggi solari per evitare iperpigmentazioni.

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Tutti i metodi per attenuare e cancellare le tue smagliature

MEDICINA ONLINE SMAGLIATURE PELLE CUTE INESTETISMO DONNA UOMO LASER CAVITAZIONE RADIOFREQUENZA MONOPOLARE DIPOLARE TRIPOLARE MEDICINA ESTETICA COSMETICI.jpgSe c’è un inestetismo che le mie pazienti davvero non riescono a sopportare, è la smagliatura. Molte mi chiedono il motivo per cui si formano e se c’è un sistema per eliminarle o quantomeno attenuarle il più possibile. Scopriamolo insieme, partendo dalla domanda più scontata:

Cosa sono le smagliature?

Le smagliature o atrofie dermo-epidermiche a strie (nome scientifico: striae distensae) sono delle cicatrici che si presentano sulla cute, dovute alla rottura delle fibre elastiche del derma.

Come si formano le smagliature?

La smagliatura si forma nel momento in cui la pelle subisce una forte tensione, soprattutto se prolungata o ripetuta nel tempo.

Quali sono le cause della formazione delle smagliature?

Una delle principali cause di questo in estetismo è la scarsa elasticità del derma; non c’è un’età specifica nel quale si possono manifestare queste lesioni, anche se soprattutto si riscontrano nelle donne tra i 15 e i 30 anni. Tuttavia la comparsa delle smagliature si concentra nell’età adolescenziale, in seguito ad un rapido dimagrimento o ingrassamento, o in gravidanza. Le smagliature dell’adolescenza tendono a migliorare spontaneamente, diventando meno visibili. Durante il periodo della gravidanza le donne aumentano enormemente la tensione della pelle dell’addome, soprattutto nell’ultimo trimestre.
Un rapido aumento o diminuzione di peso provoca la rottura di fibre di collagene e conseguente trazione dei capillari del derma e sofferenza dei tessuti. Comunque le smagliature possono derivare anche dalla pratica più o meno intensiva di sport, cioè per l’aumento della muscolatura.

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Come e dove si presentano?

All’inizio presentano un aspetto rossastro ma si attenuano con il tempo, diventando bianche e lucide. Le zone più colpite sono addome, seno, glutei, cosce e fianchi;

Quando si presentano?

Le smagliature si presentano in seguito a cambiamenti volumetrici che avvengono in alcuni distretti del corpo, ad esempio:

  • durante l’adolescenza,
  • in gravidanza,
  • nell’allattamento,
  • in caso di un rapido aumento di peso,
  • in caso di forte perdita di peso dopo una dieta,
  • in caso di rapido aumento/perdita di massa muscolare.

Come fare a prevenire la formazione delle smagliature?

I notevoli progressi attuati in medicina estetica, fanno si che oggi le smagliature non siano più da considerarsi lesioni indelebili anche se spesso le possibilità di un successo terapeutico e quindi la loro completa regressione, rimangono limitate e comunque condizionate da vari fattori come la tempestività e la precocità sia della loro diagnosi che del loro trattamento. Qualsiasi trattamento terapeutico è quindi condizionato dal periodo di insorgenza delle strie e dello stadio del processo di cicatrizzazione. I vari trattamenti fin d’ora effettuati hanno infatti dimostrato la capacità di migliorare l’aspetto dell’inestetismo senza però essere in grado di eliminarlo del tutto. Ciò conferma che a tutt’oggi il miglior trattamento è di carattere preventivo e può espletarsi in vario modo, ovvero mediante un accurato controllo ponderale specie durante la pubertà; mediante una dieta equilibrata e con un igiene alimentare e di vita: evitare quindi, dimagrimenti drastici; praticare attività sportiva in maniera regolare e costante. Operare una protezione del sistema elastico del derma, soprattutto in quelle condizioni a rischio mediante l’uso costante, l’applicazione di sostanze elasticizzati previo massaggio delle zone trattate. Ciò infatti potrebbe migliorare, riattivare la circolazione locale e rendere così la cute più turgida, omogenea e idratata.
La cultura popolare consigliava e consiglia ancora oggi alla donna in gravidanza di ungere la pelle dell’addome e dei fianchi con olio di oliva. Sicuramente un fondamento di questa cura è dettato innanzitutto dall’utilità di ungere meccanicamente la pelle per apportarle un minimo di elasticità e di idratazione supplementari; inoltre non va sottovalutato l’apporto della vitamina E e degli acidi grassi dell’olio di oliva nel contrastare la formazione di radicali liberi. Ma certamente l’applicazione dell’olio di oliva non risolve totalmente il problema, forse può essere utile a prevenirlo, e pur tuttavia si scontra con il fatto che dal punto di vista olfattivo non trova eccessivo gradimento. Sono state allora proposte in alternativa molteplici altre sostanze, dall’olio di mandorle all’euserpina, dai trigliceridi e i fosfolipidi della soia al burro di karatè. Tutte hanno un fondamento logico e quindi un razionale impiego. Recentemente è stata studiata, per prevenire le smagliature l’attività dell’acido boswelico, estratto dalla Boswellia Serratia, una pianta originaria di India, Nord Africa, Medio Oriente, appartenente alla famiglia delle Burseracee, meglio nota come albero dell’incenso. Questa sostanza, già nota per la sua attività antinfiammatoria, ha dimostrato di poter inibire la produzione di radicali liberi e di impedire, in particolare, la migrazione dei globuli bianchi verso il luogo dell’infiammazione, attività che causa la distribuzione delle strutture che costituiscono il tessuto di sostegno della pelle. In definitiva l’acido boswelico produrrebbe effetti dermatologici benefici aumentando la disponibilità di elastina e collagene, idratando e rendendo più elastica la pelle.
Le regole generali contro le smagliature, sono però innanzitutto quelle di evitare i rapidi cambiamenti di peso e di cominciare la prevenzione già durante la pubertà e nelle donne in gravidanza, cercando di mantenere una corretta elasticità della pelle, sia con norme sane di vita, sia trattando la cute con prodotti idratanti. Una sana ed equilibrata alimentazione, evitando le diete drastiche, è molto importante per ridurre il rischio di smagliature. Alcune vitamine e minerali, come la vit. C, il betacarotene, la vitamina E, selenio, magnesio e zinco sono molto più utili nella prevenzione. Inoltre è consigliabile bere molta acqua, che aiuta a mantenere idratata ed elastica la pelle. E’ utile anche svolgere una regolare attività fisica per migliorare la circolazione, ridurre lo stress, non fumare (il fumo infatti è uno dei nemici più importanti per la perdita dell’elasticità della cute).

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Quali sono le tecniche per attenuare e cancellare le smagliature?

Per attenuare le smagliature e tonificare la cute, la medicina estetica si avvale di svariate tecniche che possono essere integrate tra loro, anche se spesso non consentono una completa eliminazione delle smagliature ed inoltre hanno maggiore efficacia sulle lesioni recenti, di colorito rossastro, rispetto alle smagliature mature di colore biancastro. Le lesioni conclamate possono essere trattate mediante varie tecniche nessuna delle quali però – onestamente – fino ad oggi si è dimostrata essere un trattamento definitivo. Purtroppo infatti, spesso si ottiene come risultato solo il miglioramento visivo dell’inestetismo.
Si distinguono fondamentalmente un trattamento farmacologico o chimico (basato sull’applicazione di una sostanza sulle strie e dotata di azione necrotizzante sulle cellule al fine di promuoverne una rigenerazione) ed un trattamento fisico (basato invece sull’utilizzo di alcune apparecchiature talora anche molto sofisticate che meccanicamente con diverse tecniche consentono la rimozione del tessuto cutaneo smagliato). Nel tempo si sono succedute numerose proposte terapiche, dalla microdermoabrasione fino alla laser terapia chirurgica. Ma il rischio di entrambe è quello di sviluppare cicatrici o cheloidi a parte l’eritema e il sanguinamento che sono la norma, con i notevoli disagi che ciò comporta con le pazienti. Tra le terapie mediche più utilizzate la mesoterapia (intradermo terapia distrettuale ) con sostanze biostimolanti che danno la possibilità di reintegrare la perdita di sostanze avvenuta. Pur potendo risultare anche ottimale sul piano estetico, dal punto di vista istomorfologico non porterà mai ad una totale “ restituito ad integrum “. In tal caso il concetto di favorire un processo riparativo e rigenerativo trofico del tessuto si rende particolarmente utile ed è l’obiettivo terapeutico, dell’uso combinato di una miscela calibrata di Biostimolanti consolidati cioè: l’acido ialuronico, l’acido ascorbico ed il betaglucano.

L’acido ialuronico, l’acido ascorbico, il betaglucano e le smagliature

L’acido ialuronico è presente nella matrice extracellulare della cute in concentrazioni elevate dove svolge funzioni protettiva e riparatrice e possiede un’enorme capacità di legare acqua. Esso aumenta dove si verifica una rapida proliferazione, rigenerazione e riparazione del tessuto e viene quindi sintetizzato quando le cellule entrano in mitosi e sostituito quando la mitosi cessa, mediante l’attivazione dell’enzima ialuronidasi. Durante la mitosi, la grande capacità di acqua legata dallo jaluronico apre ampi spazi extracellulari permettendo il movimento delle cellule e il loro distacco. La capacità dell’acido ialuronico di promuovere la proliferazione cellulare è legata alla sua concentrazione e alla sua grandezza molecolare. L’acido ialuronico viene facilmente depolimerizzato dai radicali liberi presenti nei tessuti perciò tutte le sostanze “ scavanger “ e gli antiossidanti fungono da protezione nei confronti dello stesso. L’altro componente è la vitamina C che svolge un ruolo indispensabile quale co-fattore per l’attivazione universale del metabolismo cellulare e come antiradicale libero ubiquitario. Qui è presente sotto forma salificata con l’aminoacido arginina per renderla stabile perché il grave problema dell’acido ascorbico è che tende facilmente ad ossidarsi. È importante sia per la crescita sia per la riparazione dei tessuti biologici, infatti stimola la sintesi e la maturazione di nuove fibre collagene e della sostanza del connettivo. Il terzo componente è il betaglucano, potente attivatore del sistema immunitario cutaneo, sia dei macrofagi sia dei neutrofili, svolge un’interessante ruolo citostimolante.

Peeling chimico

Il peeling chimico è una forma accelerata di esfoliazione che avviene attraverso l’uso di sostanze chimiche. Questi si distinguono in peeling leggeri e peeling profondi. Un peeling superficiale accelera l’esfoliazione naturale dello strato corneo, mentre un peeling profondo crea necrosi e infiammazione nell’epidermide, nel derma papillare o nel derma reticolare, con lo scopo fondamentale di provocare lo scollamento profondo della pelle atrofica nelle zone trattate per favorire poi la neosintesi di tessuto cutaneo attraverso la stimolazione dei fibroblasti. Il peeling chimico crea evidenti cambiamenti nella pelle attraverso tre meccanismi d’azione:

  • stimolazione del turnover cellulare attraverso la rimozione delle cellule morte dello strato corneo;
  • eliminazione di cellule epidermiche danneggiate e degenerate, che saranno rimpiazzate da cellule epidermiche normali. Questo risultato sarà particolarmente evidente nel trattamento delle cheratosi attiniche e delle pigmentazioni anomale;
  • introduzione di una reazione infiammatoria e attivazione dei mediatori dell’infiammazione (un meccanismo ancora poco conosciuto) che attiva la produzione di nuove fibre di collagene e di glicosaminoglicani (meccanismi rivitalizzanti del derma).

Eseguendo varie sedute di peeling superficiali o di media profondità otterremo, attraverso un risultato cumulativo, risultati estetici eccellenti e duraturi senza rischi di effetti indesiderati. Per una preparazione corretta della pelle si consiglia l’uso di formulazioni domiciliari contenenti alfa-idrossiacidi nelle due settimane precedenti il peeling. Questo tipo di preparazione della cute consente di ottenere un risultato più evidente e una più rapida riepitelizzazione. Tale più rapida riepitelizzazione diminuisce il rischio di infezioni e complicanze. Inoltre ciò riduce l’incidenza di iperpigmentazioni post-infiammatorie. Anche l’uso di sostanze depigmentanti ( idrochinone, acido cogico, acido azelaico ), è consigliabile per prevenire ed attenuare la comparsa di iperpigmentazioni post infiammatorie. Il meccanismo d’azione di queste sostanze è quello di inibire la tirosinasi, enzima responsabile della conversione della tiroxina in L-dopa. Quindi, utilizzando per qualche settimana prima di un peeling una sostanza ad effetto schiarente che blocca la tirosinasi, e impedisce la deposizione della melanina sulla superficie cutanea, diminuisce notevolmente il rischio di reazioni post-infiammatorie e di pigmentazioni anomale.

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Acido Glicolico

Negli anni ’90 la diffusione dell’acido glicolico rappresentò un passo avanti grazie alla sua maneggevolezza, al fatto che questo alfaidrossiacido poteva lavorare bene sullo strato cheratinico ( con riduzione del livello tra la zona sede di stria e la cute circostante ) e sui fibroblasti che venivano stimolati dalla formazione di neocollagene. L’acido glicolico è un prodotto naturale derivante dalla canna da zucchero ed è indicato soprattutto per pelli chiare. È un trattamento ambulatoriale in cui il glicolico viene utilizzato in concentrazioni elevate ( 20 – 35 – 50 – 70% ) mediante un pennello a ventaglio sulla cute atrofica e lasciato agire per un intervallo dai 10 – 30 minuti a seconda della diversa sensibilità del paziente, del tipo di pelle e della reazione cutanea riscontrata. Ovviamente più a lungo si lascia in posa l’acido sulla pelle e più in profondità penetra. Alla fine dopo la neutralizzazione con sostanza basica si sciacqua con acqua e si distende sulla cute una crema idratante. Il trattamento in genere prevede un ciclo di 8 – 12 sedute. È consigliabile effettuare una seduta mensile;non vi sono controindicazioni, l’unica precauzione consiste nell’evitare l’esposizione ai raggi solari nelle due settimane successive la seduta.

Acido Tricloroacetico

L’acido tricloroacetico si utilizza in soluzioni acquose a varie concentrazioni ( dal 10 al 50% ). La preparazione della cute è un momento importante se non determinante. Dopo un’accurata detersione si applica l’acido. L’effetto iniziale, dopo un rapidissimo e fugace eritema, consiste in uno sbiancamento ( frost o frosting ) della cute. Il paziente avverte quasi immediatamente una forte sensazione di calore, bruciore e vertigine. È consigliabile neutralizzare gli effetti dell’acido tamponando le zone trattate con spugne imbevute di soluzione fisiologica, non prima però di 60 – 90 secondi perché ne verrebbe vanificato l’effetto. Dopo un arco di tempo variabile dai 15 ai 50 minuti sparisce l’effetto di sbiancamento ed appare un’intensa reazione eritematosa con sensazione di bruciore che recede entro 1 – 2 ore. In questa fase si applicano impacchi freddi per attenuare il fastidio. Nei tre giorni successivi la pelle si presenta color mattone, secca e raggrinzita. Tra il quarto e il quinto giorno inizia un processo di desquamazione. Il trattamento domiciliare prevede per 3 – 4 mesi l’applicazione di creme idratanti nelle ore notturne e fotoprotettori a schermo totale nelle ore diurne.

Cromopeel

È un peeling chimico ultimo ritrovato nel trattamento delle smagliature, è una metodica che nasce nel 1993. è una preparazione galenica costituita da acido glicolico, acido salicilico e resorcina. L’azione degli acidi esercita un’esfoliazione cioè la caduta degli strati superficiali dell’epidermide e tende a levigare i bordi della lesione migliorandone la differenza di spessore, la resorcina ( un acido che esposto alla luce assume un caratteristico colore ambrato ), tende a colorare la smagliatura, “ mascherandola “ e rendendola uniforme con il resto della cute. Le ripetute applicazioni infatti, hanno lo scopo di pigmentare le strie e renderle meno evidenti. I risultati sono decisamente migliori sulle smagliature piccole. Il cromopeel è utile anche nel rassodamento cutaneo di zone come l’interno cosce, l’ombelico e l’addome. Non comporta rischi tranne l’eventuale ipersensibilità all’acido salicilico. La cadenza dei trattamenti è settimanale per 8 – 10 settimane ed eventuali richiami ogni 3 – 4 mesi. Il trattamento è particolarmente adatto nei soggetti con pelle scura. È importante ricordare alla paziente di non indossare dopo l’applicazione abiti aderenti, cinture, calze sintetiche; di lavare via il prodotto dopo circa 7 – 8 ore e di evitare l’esposizione solare fino al termine della fase esfoliativa. Intorno alla 3-4 seduta comincerà l’esfoliazione e la pigmentazione, che indicheranno anche l’inizio della terapia domiciliare con cromopeel crema. Il cromopeel può essere applicato anche sulle piccole cicatrici ipocromiche conseguenti a sutura ma mai al volto. Anche la vitiligine potrebbe rappresentare un campo applicativo cercando però di favorire l’effetto pigmentante e diminuire quello esfoliante. Tra le complicanze di notevole rilievo ricordiamo l’escara; qualora si formasse è necessario evitare di lavare la parte, e di staccarla, mentre è consigliata l’applicazione di una crema cortisonica topica sino al riassorbimento completo. Il cromopeel esiste in due formulazioni l’una ridotta, l’altra ossidata rispettivamente indicate per pelli molto chiare (fototipo 1 – 2) e pelli più scure (fototipo 2 – 6). Il cromopeel oltre ai dimostrati effetti esfoliante e pigmentante ha anche la capacità di indurre l’attivazione di cellule fibroblastiche con conseguente produzione di nuove fibre di collagene ed elastiche e di non attivare il sistema immuno-modulante cutaneo. In definitiva il cromopeel si presenta come un trattamento vantaggioso per l’assenza di invasività, di facile applicabilità, di costi moderati, e soprattutto buoni risultati estetici.

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Microdermoabrasione

La microdermoabrasione così come il peeling ha l’obiettivo di levigare la pelle e può essere associata al trattamento chimico. Con essa si asportano in modo meccanico attraverso lo sfregamento sulla cute piccole porzioni della medesima. Trattasi di un piccolo intervento che si avvale di uno strumento elettrico in cui la distensione e lo sfregamento della cute viene provocato con materiali vari come i cristalli di Corindone, ovvero un diamante artificiale od anche microgranuli di idrossido di alluminio. Si esegue ambulatorialmente, talora in anestesia locale in soggetti particolarmente sensibili. È un trattamento leggero più cruento degli altri ma di solito è indolore e ripetibile nel tempo. Esso provoca una microdermoabrasione controllata sulla superficie della cute, per cui si formeranno inizialmente delle croste come meccanismo riparativo, le quali cadono in genere dopo 1 – 2 settimane. Nella stessa seduta possono essere trattate più smagliature a patto che siano molto superficiali, altrimenti bisognerà ripetere le sedute. La durata e la frequenza delle sedute varieranno in rapporto al numero, intensità e gravità delle smagliature. Piccole smagliature superficiali, infatti, possono essere risolte con piccole sedute. Tale metodo consente il rispetto della biologia dei tessuti i quali non vengono maltrattati ma lievemente abrasi dalla finissima polvere dei microcristalli. Subito dopo l’intervento sulla cute trattata, si applicheranno garze medicate per 8 -10 giorni. Inoltre sempre a domicilio si applicheranno per lunghi periodi delle creme che miglioreranno il microcircolo. In poco tempo, alla fine, alla cute smagliata si sostituirà una nuova pelle tonica, morbida, e pigmentata. Nei casi di insuccesso e nei casi più disperati, non rimane altro che l’eliminazione fisica della smagliatura attraverso il ricorso del laser o alla microchirurgia. Di recente utilizzo infatti è il ricorso ad una nuova tecnica di microchirurgia denominata TRILIX che consiste in microasportazioni cutanee senza lasciare sulla pelle inestetiche cicatrici. È una tecnica ambulatoriale previa anestesia locale infiltrativa. Si interviene sulla cute a livello millimetrico in modo da non attivare un importante processo cicatriziale. Di solito sono necessarie un paio di sedute per asportare atrofie cutanee anche estese e di vecchia data senza necessità di ricorrere a suture e a distanza l’un dall’altra di 15 – 20 gg.

Radiofrequenza monopolare

La radiofrequenza monopolare è un ottimo sistema per trattare le smagliature, a tal proposito vi rimando ad un altro mio articolo: La radiofrequenza monopolare: effetto lifting immediato su viso, collo, mani, addome, glutei e gambe

Elettroporazione – Veicolazione transdermica di principi attivi

Anche l’elettroporazione è un metodo utile per trattare le smagliature, vi rimando all’articolo apposito: Elettroporazione – Veicolazione transdermica di principi attivi per contrastare acne, rughe, macchie cutanee, cicatrici e smagliature

Laser Erbium-CO2

I laser hanno segnato un’ importante svolta nel trattamento degli inestetismi della pelle. Quelli specifici a disposizione sono fondamentalmente di due tipi: i laser CO2 e quelli ad Erbium. Entrambi permettono di eliminare gli strati della pelle danneggiati, spianare le rughe e le cicatrici, eliminare le macchie cutanee. Il laser a CO2 agisce vaporizzando i tessuti; è ideale nei casi di pelle molto rovinata e poco elastica. Infatti non solo elimina gli strati più superficiali ma è anche in grado di determinare un’importante contrazione delle fibre collagene ed elastiche presenti nel derma e rendere perciò la pelle molto più tonica “effetto lifting“. È stato dimostrato che un solo trattamento stimola per anni un’ abbondantissima produzione di collagene. Un altro vantaggio del laser è dato dalla sicurezza che le zone che vengono trattate vengono “ livellate “ sempre dello spessore desiderato, nulla è lasciato al caso. Di contro il periodo post-operatorio è abbastanza impegnativo e l’arrossamento che ne consegue permane a lungo (circa 3 mesi). Il laser Erbium è molto più delicato del CO2; funziona causando delle microesplosioni (fotoablazione) delle cellule superficiali della pelle e a differenza del CO2 non surriscalda gli strati più profondi del derma. Ciò determina un periodo postoperatorio molto più rapido, un arrossamento più limitato nel tempo ma anche un risultato lievemente inferiore. A guarigione ultimata l’aspetto della pelle è decisamente modificato: cute nuova, fresca, rosata, delicata e vellutata. Sono oggi in commercio laser che combinano l’azione del CO2 a quella dell’Erbium e che permettono di ottenere risultati notevolissimi con tempi di recupero ridotti. Le pazienti con pelle olivastra devono essere trattate con cautela per la possibilità di ipo o iperpigmentazione residua. Un rischio connesso con tutti i tipi di laser è rappresentato dall’attivazione di infezioni erpetiche. Per tale motivo è consigliato effettuare una profilassi con aciclovir, che verrà proseguito per circa una settimana dopo il trattamento. Va sempre associata una profilassi antibiotica. Una volta che la zona trattata è completamente riepitelizzata, viene iniziato un trattamento locale con idrocortisone 1%, astaxantina per os e protezione solare totale.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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La tecarterapia per trattare dolori articolari e muscolari, gambe gonfie e cellulite

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO TECARTERAPIA FISIOTERAPIA DOLORE MUSCOLI ARTICOLAZIONILa tecarterapia (Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo, anche detta diatermia) è una tecnica che stimola energia dall’interno dei tessuti biologici, attivando i naturali processi riparativi e antinfiammatori, col risultato di alleviare il dolore da patologie osteo-articolare e muscolare, accelerando allo stesso tempo il processo di guarigione. L’idea di trasferire energia ai tessuti infortunati è comune a molte terapie (come la magnetoterapia) ma tutte queste somministrano energia proveniente dall’esterno. La tecarterapia agisce diversamente: essa determina un effetto termico endogeno (cioè il calore nasce direttamente all’interno della lesione trattata).

Effetti fisiologici della tecarterapia sulla zona trattata:

  • una immediata ed efficace azione analgesica che avviene agendo sulle terminazioni nervose;
  • un’azione drenante dei tessuti;
  • una stimolazione funzionale del circolo periferico attraverso l’incremento della temperatura endogena.

Quali patologie posso curare con la tecarterapia?

Le patologie che possono essere trattate con la tecarterapia sono numerose; fra le patologie o le condizioni nelle quali si sono ottenuti buoni risultati ricordiamo le lesioni traumatiche di tipo acuto, i postumi di fratture, i deficit articolari, le gambe gonfie e doloranti (linfedemi), l’epicondilite, la sindrome della cuffia dei rotatori, la cellulite, la tendinite rotulea, la cisti di Baker, la fascite plantare, la ritenzione idrica, la metatarsalgia, la tendinite dell’achilleo, la gonartrosi, la rizoartrosi, la coxartrosi e le coxalgie, la cervicalgia e la cervicobrachialgia, la lombosciatalgia, la sindrome del tunnel carpale, le artropatie da patologie autoimmuni, ecc.

La tecarterapia è efficace nel combattere la cellulite?

Come accennato nel paragrafo precedente, la tecarterapia (essendo tecnicamente accostabile alla Radiofrequenza Monopolare) risulta efficace anche nella cura della cellulite, questo perché l’aumento della temperatura all’interno del tessuto (calore endogeno) aumenta la velocità del flusso ematico, generando una riattivazione del metabolismo dei grassi e restituendo fluidità al liquido in cui sono immerse le cellule. Il ripristino del metabolismo ed il miglioramento della circolazione, permette di trattare la cellulite esistente e di prevenire quella futura. In definitiva, pur non avendo la tecarterapia come primo obiettivo il trattamento della cellulite, può risultare utile per trattarla. Se il vostro obiettivo principale è combattere la cellulite, allora è certamente da preferire un trattamento combinato di Cavitazione Medica e di Radiofrequenza Monopolare.

Leggi anche: La radiofrequenza monopolare: effetto lifting immediato su viso, collo, mani, addome, glutei e gambe

Come si svolge una seduta di tecarterapia?

Dopo l’anamnesi (raccolta dei dati) e l’esame obiettivo da parte del medico, importantissimo per escludere controindicazioni (vedi dopo), il paziente viene fatto stendere sul lettino in una posizione tale che la zona da trattare sia facilmente raggiungibile dal medico. Successivamente, il trattamento consisterà principalmente in un massaggio effettuato tramite l’uso di uno speciale manipolo, fatto scorrere sulla zona interessata grazie all’aiuto di gel ed eventualmente sostanze ad azione antiinfiammatoria. Il paziente avverte calore nella zona trattata. Finito il trattamento, che è indolore anzi piacevole, il paziente può tornare anche immediatamente alle sue normali attività.

Associazione con antinfiammatori topici

La tecarterapia viene associata ad alcuni prodotti antiinfiammatori applicati direttamente sulla parte dolorante. I potenti effetti antalgici determinati dal calore endogeno prodotto dalla Tecarterapia, viene potenziato dal maggior assorbimento di antiinfiammatorio dovuto alla vasodilatazione: i risultati sono eccezionali su moltissimi dolori, come il torcicollo, il dolore articolare (acuto e cronico) e quello muscolare.

Leggi anche: La cavitazione medica: straordinaria tecnica per combattere efficacemente cellulite, adiposità localizzate e rilassamento cutaneo

È doloroso sottoporsi ad un trattamento di tecarterapia ?

Come precedentemente detto: assolutamente no, non è doloroso, al contrario. La tecarterapia induce un incremento localizzato di calore che, oltre a diminuire il dolore causato dalla patologia, sarà anche avvertito come una sensazione di benessere. La maggior parte dei pazienti riferisce un’esperienza rilassante estremamente piacevole.

    Quanto durano la seduta ed il ciclo di trattamenti?

    Questi dati sono ovviamente variabili in base alla zona ed al tipo di lesione da trattare. Si può comunque affermare che una seduta di tecarterapia ha una durata media di circa mezz’ora. Solitamente, un ciclo di cura completo è composto mediamente di un numero di sedute che varia da 6 a 12, con di solito uno o due trattamenti a settimana. Tutte le fasi del trattamento avvengono sempre sotto il controllo del medico.

    Quanti trattamenti di tecarterapia alla settimana si possono effettuare?

    Le sedute di tecarterapia possono essere effettuate – nei casi più complessi – addirittura anche più volte al giorno se necessario, non esistono controindicazioni segnalate. Una volta effettuata la diagnosi sarà il medico stesso a definire l’itinerario terapeutico più adatto anche sulla base delle esigenze e della disponibilità del paziente. Come già detto precedentemente, di solito si effettuano uno o due trattamenti a settimana.

    Leggi anche: Formicolio alla gamba ed al piede: cause, diagnosi, sintomi e rimedi

    Ci sono controindicazioni alla tecarterapia?

    Si, esistono poche ma tassative controindicazioni alla tecarterapia, che devono essere assolutamente escluse dal medico durante l’anamnesi fatta PRIMA del trattamento. Non possono essere trattati con la tecarterapia le donne in gravidanza, i soggetti portatori di pacemaker e quelli portatori di dispenser elettronici di farmaci.

    Ci sono degli effetti collaterali?

    Non esistono effetti collaterali segnalati dall’utilizzo corretto dello strumento poiché si tratta di una tecnologia che sviluppa un’energia assolutamente biocompatibile con il tessuto organico.

    I migliori prodotti per la cura delle ossa e dei dolori articolari 

    Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere di ossa, legamenti, cartilagini e tendini e la cura dei dolori articolari:

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    Dott. Emilio Alessio Loiacono
    Medico Chirurgo
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    Cosa sono le rughe? Come faccio a prevenirle ed eliminarle?

    Codice a barre, zampe di gallina, segni d’espressione, pelle “a tessuto sgualcito”, epidermide “a pergamena”. Quanti termini angoscianti per descrivere lo scorrere del tempo sul nostro viso! Sto ovviamente parlando delle rughe, quelle piccole linee che scorgiamo per la prima volta allo specchio quando ci sentiamo ancora troppo giovani per acquistare una crema anti-età, perché in fondo ci sembra passato troppo poco tempo da quando usavamo ancora la crema anti-acne. Ma le rughe non sono solo il nobile segno del tempo che passa, sono anche espressione di cattive abitudini. Vediamo quali sono le cause che portano alla comparsa di questi segni del tempo, e capiamo insieme come prevenirli ed eliminarli.

    Che cos’è una ruga?

    E’ una modificazione dello strato superficiale della pelle, l’epidermide, e di quello più profondo, il derma. Si forma con il passare degli anni nelle zone più sollecitate, dove s’intersecano i muscoli del viso. Esempio: tra il naso e la bocca, tra gli zigomi e le labbra. Questo fenomeno è accentuato dal ricambio cellulare che diventa più lento con l’aumentare dell’età del soggetto. Fino a 25-30 anni, infatti, lo spazio vuoto tra un muscolo e l’altro del viso è riempito da tessuto connettivo di sostegno. Intorno ai 40 anni si assottiglia perché le cellule non impiegano più 28 giorni a riformarsi ma anche due mesi. Risultato: appaiono rughe e piccoli solchi. A 50 anni questi processi s’intensificano e la pelle perde ulteriormente elasticità e tono.

    Cause organiche, comportamentali ed ambientali delle rughe

    Le rughe sono espressione di fenomeni legati non solo all’invecchiamento cronologico (senescenza), ma anche a fattori comportamentali ed ambientali.

    • Tra le cause organiche troviamo fattori genetici, metabolici e ormonali dovuti al naturale mutamento del nostro corpo con il passare del tempo: gli estrogeni si riducono, determinando una progressiva perdita dell’idratazione e del turgore cutaneo (atrofia del derma) e il cedimento delle strutture di sostegno, come il grasso sottocutaneo e il tessuto muscolare che cedono alla forza di gravità.
    • Tra le cause comportamentali/ambientali troviamo tutte le contrazioni dei muscoli facciali, oltre alla postura notturna e al foto invecchiamento causato da una continua e non protetta esposizione ai raggi UVA naturali o artificiali, che causa l’accumulo di radicali liberi e la degenerazione delle fibre elastiche e di collagene: la cute assume diventa giallastra, opaca, con rugosità diffusa e pigmentazione irregolare; altri fattori ambientali sono poi l’inquinamento, il fumo, le sostanze chimiche e lo stress.

    Com’è fatta una ruga e quanti tipi di ruga esistono?

    Una ruga è si presenta come una fenditura lineare della pelle, di profondità variabile. Non esiste una sola tipologia di ruga, ma molteplici:

    • rughe d’espressione, formate dalla trazione ripetitiva dei muscoli mimici. Compaiono già verso i 30 anni, non aumentano di numero, ma con il tempo diventano più profonde ed infine permanenti;
    • rughe gravitazionali, causate dalla perdita di elasticità e collagene del derma, non più in grado di controbilanciare la forza di gravità. Diventano sempre più evidenti con il lento indebolimento delle strutture di sostegno (crono-invecchiamento);
    • rughe attiniche dovute al danno cumulativo provocato dalle radiazioni UV naturali o artificiali sulle fibre elastiche e il collagene. Si presentano come un’accentuazione del reticolo cutaneo che crea una pelle con aspetto “corrugato”, “a pergamena”, fino a diventare “a tessuto sgualcito” in stadio avanzato;
    • pieghe da sonno, determinate dalla postura notturna, ovvero all’appoggio della testa sul cuscino (più evidenti su fronte e guance). Nei soggetti giovani sono reversibili (tendono a sparire dopo 1-2 ore dal risveglio), ma con il tempo tendono a diventare permanenti.

    Classificazione delle rughe in base alla regione di comparsa

    Le rughe possono anche essere distinte in base alla regione del viso dove compaiono:

    Quali errori alimentari contribuiscono a invecchiare la pelle?

    Far prevalere i cibi cotti; ripetere colazioni e pasti senza variare gli alimenti; assumere grassi idrogenati, come quelli contenuti in biscotti, grissini, crackers, oppure cibi verso i quali si sono sviluppate delle allergie. Questi comportamenti predispongono alla formazione di radicali liberi, protagonisti del processo di ossidazione cellulare.

    Leggi anche: La dieta antirughe per una pelle tonica e compatta

    Quali altri errori accelerano il processo di formazione delle rughe?

    Sicuramente uno stile di vita sedentario, il fumo di sigaretta, l’uso di droghe, l’abuso di alcol, l’atteggiamento ansioso cronico, l’esposizione al sole e l’uso smodato di lampade. Peggiorano le rughe anche l’uso eccessivo di trucco, la mancata abitudine a struccarsi la sera, l’uso di cosmetici di scarsa qualità, il mancato uso di scrub/tonico/crema idratante, l’esposizione cronica a smog/inquinamento tipici delle strade delle grandi città.

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    Come posso fare per prevenire le rughe?

    Per prevenire le rughe, o meglio, rallentarne la comparsa e l’intensità, è bene adottare uno stile di vita sano, evitando smog, fumo e stress, non esponendosi mai al sole/lampade UVA senza un’adeguata protezione e difendendosi dal freddo invernale. I cibi che aiutano la pelle a rimanere giovane, eliminando i radicali liberi, sono tutti quelli che contengono le vitamine E, A, C e i microelementi come Zinco e Selenio. E’ importante bere molta acqua ed assumere molta verdura cruda e frutta fresca: essi contengono una maggiore quantità di vitamine. E’ utile anche assumere tisane drenanti. Anche gli integratori alimentari possono aiutare, soprattutto quelli contenenti vitamina A ed E oltre a minerali come rame, manganese, zinco e selenio che bloccano la degenerazione indotta dai radicali liberi.

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    Cosmetici utili contro le rughe

    Per quanto riguarda i cosmetici la regole da seguire sono:

    • Finché si è giovani, prevenire tramite uso quotidiano di una crema idratante;
    • Con il passare degli anni usare a creme più nutrienti, rassodati e ridensificanti;
    • L’età avanza? Utilizza una crema giorno e una crema notte, che favorisca i processi rigenerativi della pelle durante il sonno;
    • Usare sempre una crema contorno occhi, specifica per questa zona delicata e con pelle più sottile.
    • Il Coenzima Q10, un principio attivo specificatamente anti-invecchiamento, che consente di distendere le piccole rughe dell’epidermide, rendendola più tonica e compatta.
    • La Provitamina B5 e la Vitamina E, che svolgono un’azione nutriente, contrastando anche l’azione dei radicali liberi.
    • L’Aloe Vera e la Glicerina, che rendono la pelle splendidamente morbida e idratata.

    Leggi anche: Impieghi terapeutici dell’Aloe Vera nella dieta, nella cosmesi, nelle terapie antitumorali e contro gastrite e colesterolo

    La medicina estetica contro le rughe

    La medicina estetica fornisce tecniche molto efficaci per combattere le rughe, tecniche che possono essere usate da sole ma anche in sinergia per ottenere i migliori risultati. I più diffusi sistemi per trattare le rughe in campo medico estetico sono i filler con acido ialuronico (che riempie la ruga), il peeling (che leviga la cute del volto rimuovendone gli strati più superficiali), la tossina botulinica e la radiofrequenza monopolare (che stendono la ruga).

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    Dott. Emilio Alessio Loiacono
    Medico Chirurgo
    Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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    Come riconoscere la cellulite?

    MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OSPEDALE ANAMNESI ESAME OBIETTIVO SEMEIOTICA FONENDOSCOPIO ESAMELa cellulite (anche detta cellulite estetica per distinguerla dalla cellulite infettiva, più correttamente denominata panniculopatia edemato-fibro-sclerotica o PEFS) indica una alterazione del tessuto sottocutaneo che è ricco di cellule adipose. Presenta una localizzazione elettiva nella regione trocanterica e supero-laterale delle cosce e in quella laterale e mediale delle ginocchia.

    Alterazioni del tessuto

    Il derma della cute sovrastante il tessuto adiposo affetto da cellulite è stato esaminato tramite microscopia elettronica, con le seguenti risultanze: aumento dei glicosaminoglicani, incremento dell’attività dei fibroblasti, alterazioni della parete dei microvasi, rarefazione delle fibre di collagene e sub elastiche epidermiche, maggior presenza di liquidi interstiziali. In sintesi: il quadro istochimico indica un’anomala evoluzione della risposta connettivale, esitante nell’abnorme neofibrillopoiesi.

    Le alterazioni del derma sono secondarie al danno dell’ipoderma

    L’esame riconduce ad alcune osservazioni morfoistochimiche di S. B. Curri condotte negli anni ’80, volte alla classificazione del quadro patologico della cellulite. Secondo Curri, le alterazioni del derma sono secondarie e successive, nel tempo, al danno dell’ipoderma e ad esso conseguenti e proporzionali, come gravità ed estensione. Perciò Curri specificava e proponeva il termine di panniculopatia edemato-fibro-sclerotica (PEFS), senza il termine dermo o dermato, ponendo l’accento, sul piano eziopatogenetico, alla fase finale del processo, caratterizzato dalla sclerosi diffusa e dalla comparsa del nodulo dolente, alla pressione profonda. Veniva escluso, quindi, qualsiasi processo infiammatorio e si proponeva la denominazione onnicomprensiva di liposclerosi con stasi capillaro-venulare. La struttura portante dell’impalcatura tassonomica e nosologica della cellulite diventava perciò l’alterata permeabilità capillaro-venulare, con rallentamento della velocità e del volume di flusso sanguigno (vasomotion) a livello microcircolatorio distrettuale.
    Veniva studiata l’unità microvascolo-tessutale del sottocutaneo, la quale, nella sua integra espressione è caratterizzata da una rete capillare a maglie ravvicinate e strettamente comunicanti con l’adipocita, con assenza di anastomosi artero-venose, con estreme ramificazioni longitudinali e perpendicolari dei vasi, collegate alla rete del derma e a quella muscolare. L’ipotesi patogenetica era il processo abiotrofico regressivo dell’unità microvascolo-tessutale, conseguente a una condizione talora inquadrabile nella fase preclinica dell’insufficienza venosa, vale a dire conseguente a un primitivo difetto dei dispositivi arteriolari di modulazione del flusso (ridotta vasomotion) ed evolventesi in una cronica microcircolatory maldistribution. Su questa base etiopatogenetica veniva tracciata la sequenza del processo regressivo: rallentamento della circolazione ematica, sludge eritrocitari, compromissione dell’equilibrio idrostatico capillare, ridotta ossigenazione parietale e tessutale, danno endoteliale, permeabilità delle pareti vasali, aumento dei fluidi interstiziali con relativo contenuto proteico, edema interadipocitario, rotture delle membrane adipocitarie, neofibrillopoiesi con ispessimento dell’intreccio, ipossia e danno ossidativo, aggregati adipocitari conglobati in capsule di collagene, infine, evoluzione sclerotica irreversibile.

    Evoluzione della cellulite

    Curri, identificava quattro stadi evolutivi della PEFS, ancor oggi di riferimento nella diagnosi: edema, sclerosi, fibrosclerosi localizzata con micronoduli, sclerosi diffusa con macronoduli. Le osservazioni morfo-istochimiche di Curri sono, oggi, globalmente accettate, ma la controversia sulla etiopatogenesi della cellulite è ancora aperta.Alla luce delle attuali conoscenze possiamo indicare che il processo presenta nella sua sequenza evolutiva:

    • Un edema da eccessiva idrofilia della matrice intercellulare.
    • Un’alterazione microcircolatoria, cui fa seguto l’evoluzione fibrosclerotica.
    • Ernie adipocitarie intradermiche, tipiche del sottocutaneo femminile.
    • Una diseguale risposta dei tralci connettivali interlobulari, indipendente dal grado di sovrappeso.
    • Una proteolisi dei suddetti tralci, prodotta dalle metalloproteinasi e da altri enzimi endogeni.
    • Una condizione cronica, subclinica, d’infiammazione.

    Altre analisi morfologiche del sottocutaneo, poste in essere da tecnologie innovate e più performanti, quali l’ecografia e la risonanza magnetica, hanno aggiunto ulteriori considerazioni. Innanzi tutto il decorso dei tralci connettivali, che nell’uomo è obliquo e delimitano lobuli adipocitari piccoli mentre nella donna è perpendicole al derma e separa lobuli più voluminosi. Gli apici dei lobuli giungono a premere contro il derma reticolare sotto forma di papille adipose. Aumentando lo spessore del sottocutaneo, le papille adipose diventano ipertrofiche sino a rendere il confine dermo-ipodermico di aspetto collinare, con un alternanza di rilievi e di depressioni, che nella loro massima espressione porta al fenomeno della mattress skin.

    Le donne inoltre, sembrano avere un confine dermo-ipodermico più irregolare e discontinuo, ovvero un piano di demarcazione più predisposto alla protrusione delle papille adipose: i lobuli adipocitari, anche quelli di piccole dimensioni, arriverebbero ad insinuarsi nello spessore del derma reticolare (buccia d’arancia). Anche a pari obesità, si nota una differenza tra i due sessi: le donne manifestano più elevati spessori del sottocutaneo con la presenza di una condizione fibrotica, quest’ultima totalmente assente nel maschio. La pannicolopatia non apparirebbe come la condizione successiva a stasi, con relativa involuzione sclerotica dell’unità microvascolo-tessutale, ma come alterazione dei tralci connettivali interlobulari, che oltre alla costituzionale sottigliezza, o lassità, diventano oggetto di fibrosclerosi, di stiramento e lacerazioni parziali, o d’ispessimento reattivo, conportante la retrazione meccanica del piano dermico (cute crateriforme). Le lacerazioni dei tralci interlobulari sembrano favorite da elastasi e collegenasi endogene correlate all’attività degli estrogeni e dall’azione di altri enzimi come le matalloproteinasi correlabili al processo infiammatorio.

    L’evoluzione patogenetica sarebbe accresciuta dalla presenza dei glicosaminoglicani, che per loro caratteristica chimica intrappolerebbero l’acqua liberatasi dagli enzimi, impedendone il legame con il collagene: fibre di collagene deidratate, rigide e fragili risultano meglio predisposte all’attacco enzimatico e, pertanto, contribuiscono al processo abiotrofico della matrice. Il processo, tuttavia, non può essere circoscritto all’evoluzione morfoistochimica di alcune componenti tissutali. Occorre ritornare agli adipociti e agli altri elementi cellulari della matrice, nel loro intreccio di relazioni sistemiche con gli organi e i vasi, per comprendere l’etiopatogenesi complessiva della pannicolopatia. L’alterazione nell’attività endocrina e paracrina degli adipociti (resistenza insulinica nei soggetti obesi), il rilascio di molecole aterogene, come il rilascio di enzimi proteolitici e di citochine flogogene, l’aumentato infiltrato macrofagico, la riduzione dei fattori di crescita (endoteliali) e di difesa, rappresentano nell’insieme eventi causali che indurrebbero a una condizione cronica di basso livello infiammatorio. In questo contesto, la cellulite sarebbe degna di chiamarsi tale.

    Il quesito di fondo permane la conoscenza della stadiazione del processo pannicolopatico, prima di adire alla terapia. Si può comprendere come il solo calo ponderale, condotto nel breve termine e con diete estreme, o la correzione dermocosmetica, o quella chirurgica, non vadano a mutare la condizione cellulitica, anzi spesso ne aggravano il quadro.

    Si può comprendere come, preliminare all’adozione di un corredo diagnostico strumentale – ecografia, termografia, capillaroscopia – si debba inserire la sequenza ordinata e semeiologica del sottocutaneo, tra cui: l’anamnesi prossima e remota, l’ispezione, lo sfioramento superficiale, la palpazione superficiale e profonda, la palpazione digitale mirata. Modalità di esecuzione, significati diagnostico e prognostico, in relazione a quadri anatomo – patologico ed istologico di riferimento, permetteranno la classificazione dello stadio pannicolopatico e costituiranno la base degli interventi correttivi.

    L’anammnesi

    La  raccolta dei dati anamnestici pone, in sequenza, la disamina dei seguenti parametri:

    • le abitudini alimentari;
    • la comparsa del menarca;
    • l’assunzione di contraccettivi;
    • il numero delle gravidanze portate o meno a termine;
    • la situazione psico-fisica e neuroendocrina contingente;
    • la storia ponderale recente;
    • la farmacoterapia attuale e pregressa;
    • l’attività fisica giornaliera.

    In breve, il soggetto dovrà, dapprima, essere inquadrato nella tipologia psico-somatica, raccogliendo il maggior numero possibile di informazioni, così da poter valutare le interferenze sul quadro clinico attuale.

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    L’esame obiettivo

    È rivolto alla valutazione dello stato tissutale, con focus sulla condizione degli arti inferiori per l’osservazione di eventuale stasi, o di insufficienza venosa. Si valuterà la presenza di:

    • Edema malleolare;
    • Senso di pesantezza agli arti inferiori
    • Parestesie (e/o bruciori);
    • Crampi diurni;
    • Crampi notturni;
    • Teleangectasie;
    • Varici.

    I soggetti con PEFS lamentano spesso parestesie, senso di pesantezza, d’intorpidimento e di tensione degli arti inferiori, piedi freddi, crampi e  dolori.
    Molti pazienti presentano una sintomatologia poco eclatante; va posta quindi l’attenzione anche alle manifestazioni clinicamente poco appariscenti, o transitorie, o stagionali, che rientrano comunque nella flebopatia ipotonica, o fase preclinica delle macroflebopatie da stasi. In altri termini, l’assenza di varicosità  macroscopiche o di taleangectasie, non esclude di per sé la presenza di un  processo pannicolopatico. Così pure costituisce un errore di valutazione negare a priori l’esistenza di una pannicolopatia in soggetti giovani, normopeso, di apparente buona muscolarità e somaticamente gradevoli all’ispezione. Anche pochi segni, o sintomi, dovranno pertanto orientare verso l’indagine strumentale per la conferma del dato anamnestico.

    L’ispezione

    Dopo aver proceduto alla valutazione dello stato nutrizionale del soggetto in esame, si procede all’ispezione della superficie cutanea. Va eseguita sul paziente in posizione eretta, dapprima  frontalmente e poi posteriormente e da ambo i lati, destro e sinistro, con particolare riguardo alle regioni: trocanterica, supero-laterale, supero-mediale e posteriore delle cosce e delle ginocchia, addominale, sovrapubica, gluteale.

    Si considera la presenza o meno di adiposità localizzata (cosidetti cuscinetti di grasso in regione trocanterica) e si apprezzano volume e forma delle cosce e dei glutei.
    I segni e i sintomi, valutabili all’ispezione, sono nell’ordine:

    • La scabrosità cutanea generalizzata (skin roughness o pelle a buccia di arancia).
    • La scabrosità cutanea localizzata, caratterizzata  dalla  presenza di introflessioni crateriformi o irregolari della superficie cutanea (madras skin o mattres phenomenon); oppure della  cosidetta quilt skin o cute a coltrone  in cui predominano le ondulazioni lineariformi, in genere con  andamento trasversale rispetto all’asse maggiore dell’arto.
    • La superficie della cute appare segmentata in settori di forma rettangolare, trapezioidale o romboidale, irregolari.
    • Il  colore della pelle, con  particolare riguardo alle sedi con tonalità  grigio-giallastra.
    • Il pallore cutaneo (cute pallida) che denuncia la presenza di aree ipotermiche.
    • Le teleangectasie, o microvaricosità, o venulo-ectasie intradermiche, con particolare riguardo alla localizzazione in corrispondenza delle regioni supero-medio­ ed infero-laterale delle cosce.

    Se ne apprezzeranno le diverse estrinsecazioni anatomo-cliniche, quali:

    • Le microvarici rosse, di raro riscontro.
    • Le microvarici bleu-violacee, con aspetto a stella, o aracniforme, o ramificate: a placca, a grappolo d’uva, puntiformi, arboriformi, sinuosità  semplice o complessa.
    • Le smagliature cutanee (striae atrophicae distensae cutis) di cui si apprezzano la lunghezza, la forma, la profondità, il colore (striature rosse o striature bianche).
    • Le eventuali cicatrici.
    • Le atrofie cutanee.
    • Le ipercromie da iperpigmentazione, le discromie e le ipocromie.

    Particolare attenzione va posta agli ematomi da traumi di scarsa entità, quale segno di abnorme fragilità capillare.

    L’esame obiettivo

    È rivolto alla valutazione dello stato tissutale, con focus sulla condizione degli arti inferiori per l’osservazione di eventuale stasi, o di insufficienza venosa. Si valuterà la presenza di: la palpazione superficiale e profonda.

    La palpazione costituisce il cardine semeiologico imprescindibile, su cui si basa la diagnosi di presunzione. Va premesso che è necessario un periodo di apprendimento, per facilitare la corretta interpretazione delle singole percezioni tattili.

    La sensibilità cresce e si affina solo con l’esperienza personale. Ad esempio, ci si adagia spesso alla compressione di una grossa plica cutanea tra le due mani, per provocare la comparsa della pelle a buccia d’arancia: è una manovra ricorrente seppur errata.La semeiotica clinica è già apprezzabile al semplice sfioramento con i polpastrelli delle dita, alla palpazione pluridigitale superficiale o profonda ed infine alla palpazione monodigitale mirata.

    Gli elementi palpatori, utili per giungere alla diagnosi, hanno diverso peso semeiologico: per l’approfondimento suggeriamo l’Atlante Semeiologico del Prof. S.B. Curri.

    Alcune manovre evidenziano la presenza di macronoduli o la sensazione palpatoria di fine granulia, o il dolore spontaneo o provocato, oppure ancora le cosidette placche cellulitiche, o piastroni indurati. Altre, consentono solo un giudizio più sfumato e meno rigido: saranno le tecniche strumentali allora a darne il quadro clinico definitivo.

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    Qual è la differenza tra la depilazione definitiva con luce pulsata fatta dal medico e quella fatta dall’estetista?

    MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA NUDA BELLA CORPO ESTETICA BELLEZZA FISICO MAGRAMolti pazienti di entrambi i sessi mi chiedono quale sia la differenza della luce pulsata (strumento che si usa per depilazione permanente e fotoringiovanimento) fatta dal medico e quella fatta dall’estetista.

    Il decreto del 12-5-2011 firmato dal ministro della Salute dott. F. Fazio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°163 del 15-7-2011, stabilisce che il personale non medico impiegato nel settore estetico (estetista), NON è autorizzato ad utilizzare dispositivi per depilazione ad impulsi luminosi (Luce Pulsata) qualora la fluenza (per capirci: la “potenza”) dei suddetti dispositivi risulti superiore a 26 joule/cm2 con sistema di raffreddamento cutaneo integrato o di 13 joule/cm2 se sprovvisto di raffreddamento.

    La legge stabilisce quindi da molti anni che solo i medici possono utilizzare dispositivi a Luce Pulsata ad elevata potenza e pertanto ad elevate prestazioni, per le procedure di depilazione definitiva.

    Le estetiste che usino strumenti con potenza superiore a 26 joule/cm2 hanno in mano – senza averne le competenze – uno strumento capace di determinare danni permanenti alla vostra salute ed alla vostra bellezza. Ancora più importante: compiono un reato grave (esercizio abusivo della professione medica).

    Le estetiste che usano strumenti con potenza inferiore a 26 joule/cmhanno in mano uno strumento che è si legale, ma è anche estremamente meno potente rispetto a quello che possono per legge usare solo i medici. In definitiva il medico è autorizzato ad usare uno strumento molto più efficiente rispetto a quello che per legge possono usare le estetiste, con differenze – nel risultato finale – estremamente evidenti. A voi la scelta.

    Leggi anche: Quali sono le differenze tra la cavitazione fatta dal medico e quella fatta dall’estetista?

    Sullo stesso argomento ti consiglio di leggere inoltre: il mio articolo sulla Radiofrequenza Monopolare, dove parlo anche della questione “Radiofrequenza dal medico o dall’estetista?”

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