È normale che il mio bambino non emetta feci ogni giorno?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIARREA NEONATO BAMBINO Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Glutei PressotSì, ma solo dopo qualche settimana di vita. Nelle prime settimane tendenzialmente questo non accade, come spiega un opuscolo del National Childbirth Trust inglese. Se nelle prime settimane di vita un neonato non evacua tutti i giorni, potrebbe essere un segnale che non si sta alimentando in modo adeguato, e che ha bisogno di mangiare di più. “Questo può succedere soprattutto con i bimbi allattati al seno, se c’è qualche problema con l’allattamento. In questo caso vale la pena sentire un consulente di allattamento, per verificare come stanno andando le cose e – se c’è bisogno – correggere eventuali errori.
Dopo qualche settimana, invece, può accadere che la frequenza delle evacuazioni si riduca di molto, fino ad arrivare a una volta al giorno o una volta ogni due/tre giorni. Se il bambino comunque sta bene e le feci sono morbide e di un bel colorito giallo non ci sono problemi.

Se invece si cominciano a superare i tre/quattro giorni o anche più e il bimbo appare irrequieto, a disagio, con malessere, può darsi che stia effettivamente facendo fatica a espellere le sue feci, magari perché non c’è ancora un adeguato coordinamento tra la spinta e il rilascio dello sfintere anale. Allora può essere il caso di intervenire: basta una leggera stimolazione tattile della zona intorno all’ano, per esempio con un sondino.

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I virus sui giocattoli dei bambini sopravvivono fino a 24 ore

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma VIRUS GIOCATTOLI 24 ORE INFEZIONI  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgUno studio condotto dalla Georgia State University, pubblicato online sulla rivista The Pediatric Infectious Disease Journal, ha dimostrato che una possibile causa di infezioni tra i bimbi sono i giocattoli sui quali alcuni virus sopravvivono fino a 24 ore.

Come si è svolto l’esperimento

Per compiere la ricerca, gli studiosi hanno appositamente infettato un giocattolo in plastica, con un virus conservato in un ambiente a 22 gradi ed esposto a due diverse percentuali di umidità relativa del 60% e 40%. In queste condizioni, simili a quelle presenti nelle comuni abitazioni domestiche, sono stati poi in in grado di recuperare particelle virali infettive fino a 24 ore dopo la contaminazione dell’oggetto. Analizzando il giocattolo a distanza di tempo hanno potuto evidenziare la presenza del microrganismo dopo 24 ore nel primo caso, con un’umidità relativa del 60%, e dopo 10 ore nel secondo caso, umidità al 40%.

Bambini più a rischio

Gli esperti fanno sapere che spesso le persone non pensano che sia possibile prendere i virus da oggetti inanimati, ma che vengano trasmessi solo da un individuo all’altro. I bambini sono particolarmente esposti al rischio di infezioni perché mettono in bocca le mani e tutti gli oggetti che trovano. L’asilo nido, le scuole materne, la sala d’attesa del pediatra, la propria casa sono luoghi in cui i piccoli condividono i giochi ed è, quindi, facile che si sviluppino delle infezioni, in quanto sui loro giocattoli alcuni virus sopravvivono fino a 24 ore. Quelli dell’influenza e della SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome, Sindrome Acuta Respiratoria Severa), per esempio, riescono a mantenersi vivi diverse ore grazie alla loro armatura proteica, conservandosi come particelle virali complete e potenzialmente infettive.

Serve un’accurata pulizia

Un consiglio per contenere la trasmissione di virus è pulire e igienizzare regolarmente bambolotti e macchinine. Per farlo si può usare una piccola quantità di candeggina opportunamente diluita e poi ben risciacquata con acqua o altri prodotti specifici, purché atossici.

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Meningite batterica e virale: sintomi, profilassi, cura e vaccini

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MENINGITE BATTERICA VIRALE SINTOMI CURA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg

Charlotte Cleverley-Bisman sviluppò una grave meningite meningococcica e il rash petecchiale progredì alla gangrena così da rendere necessaria l’amputazione. È comunque sopravvissuta alla malattia ed è diventata un simbolo della campagna di vaccinazione per la meningite in Nuova Zelanda

La meningite è una patologia caratterizzata da infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale. A provocarla possono essere vari patogeni, soprattutto batteri, virus, anche funghi. In alcuni casi la meningite può anche avere cause non infettive. In genere le forme batteriche sono le più gravi e sono portate da tre specie di batteri:

  • Haemophilus influenzae di tipo B (HiB);
  • Streptococcus o Diplococcus pneumoniae (pneumococco);
  • Neisseria meningitidis (meningococco).

E’ il meningococco il responsabile dei casi di epidemia. Ne esistono cinque ceppi capaci di provocare malattie pericolose: i sierotipi A, B, C, Y, W135. In Europa e USA si registrano casi da meningococco B e C.

Quanto è diffusa la meningite in Italia?
In Italia si registrano circa 900 casi di meningite batterica all’anno. Un terzo circa sono attribuibili al meningococco e un’analoga percentuale è causata dallo pneumococco. I casi residui sono dovuti a batteri diversi (stafilococchi, streptococchi, listeria, micobatteri, escherichia coli) oppure non è stato possibile identificare una causa precisa. È stato solo a partire dal 1994 che il Ministero della Salute ha implementato un sistema di sorveglianza nazionale per ottenere dati sull’incidenza delle meningiti batteriche e i loro agenti causali. Come conseguenza vi è stato un incremento notevole, di anno in anno, della segnalazione di casi di meningite e in particolare di meningiti sostenute da Haemophilus influenzae di tipo b (Hib), con il raggiungimento di un picco, nel 1999, di 1 057 casi di meningite, poi ridottosi negli anni successivi grazie al diffondersi della vaccinazione contro Hib, destinata ai bambini nel primo anno di vita. La meningite da meningococco in Italia ha un’incidenza minore rispetto al resto d’Europa: circa 200–300 casi/anno (3–5 casi/milione di abitanti contro una media europea di 12 casi/milione). La maggior parte dei casi di malattia da meningococco sono causati da sierogruppi B e C.

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Come avviene il contagio?
Il batterio si può annidare nelle mucose del distretto naso-faringeo, nella maggior parte dei casi senza dare sintomi (si stima che fino al 30% della popolazione sia portatrice inconsapevole di meningococco), e può essere trasmesso da una persona all’altra per via aerea, ma a distanza ravvicinata, soprattutto in luoghi chiusi e affollati, dato che non sopravvive a lungo fuori dall’organismo umano. Dalle prime vie aeree, il patogeno può poi raggiungere le meningi attraverso il sistema circolatorio.

Quali sono le cause non infettive di meningite?
La meningite si può verificare anche come risultato di diverse cause non infettive, come la diffusione alle meningi di neoplasie o l’assunzione di alcuni farmaci, per lo più antinfiammatori FANS, antibiotici e immunoglobuline per via endovenosa. Può anche essere causata da diverse condizioni infiammatorie come la sarcoidosi, che in tal caso prende il nome di neurosarcoidosi, malattie del tessuto connettivo, come il lupus eritematoso sistemico, e alcune forme di vasculite (infiammazione della parete dei vasi sanguigni) come la Sindrome di Behçet. Cisti epidermoidi e cisti dermoidi possono causare meningite rilasciando materiale nello spazio subaracnoideo. La meningite di Mollaret è una sindrome caratterizzata da episodi ricorrenti di meningite asettica. Raramente l’emicrania può essere causa di meningite e tale diagnosi può essere fatta solo quando le altre possibili cause sono state scartate. Infine vi sono alcune procedure mediche invasive che possono associarsi a complicanza meningitica, fra cui le tecniche di anestesia spinale e peridurale e gli interventi neurochirugici.

Come si riconosce la meningite?
I segni e sintomi possono essere facilmente confusi con quelli di una banale influenza, specie nelle prime ore. In seguito negli adulti si può manifestare con la letargia, l’irritabilità, la fotofobia, il torcicollo, la presenza di eruzioni cutanee e le convulsioni. Nei bambini molto piccoli con irritabilità, febbre o al contrario temperatura bassa, rigidità del corpo e del collo, pianto acuto. È sempre essenziale rivolgersi tempestivamente al medico. Dopo 20-36 ore i sintomi sono gravi: convulsioni, perdita di conoscenza, macchie sul corpo.

Diagnosi con esami di laboratorio e strumentali
Se si sospetta un caso di meningite, vengono immediatamente effettuati gli esami del sangue per la ricerca dei marcatori di infiammazione (ad esempio, la proteina C reattiva e la formula leucocitaria), così come la coltura. L’esame più importante per individuare o escludere la meningite è l’analisi del liquido cerebrospinale, ottenuto attraverso la puntura lombare, tuttavia, la puntura lombare è controindicata se vi è una massa nel cervello (tumore o ascesso) o se la pressione intracranica risulta elevata, in quanto può essera causa di un’ernia cerebrale. Se un individuo è a rischio per ipertensione intracranica, che si riscontra nel 45% di tutti i casi negli adulti, l’esecuzione di una tomografia computerizzata (TC) o di una risonanza magnetica (RM) è raccomandata prima della puntura lombare. Se si rileva la necessità di eseguire una TC o una RM prima della puntura lombare o se quest’ultima si dimostra di difficile esecuzione, le linee guida suggeriscono la somministrazione precoce di antibiotici per evitare ritardi nel trattamento, soprattutto se l’attesa per la TC o la RM è superiore a 30 minuti. Spesso la TC o la RM vengono eseguite in una fase successiva per valutare le complicazioni della meningite e per escludere la presenza di focolai ascessuali, ventricoliti, ependimiti ed empiemi. Nelle forme gravi di meningite, il monitoraggio degli elettroliti del sangue può essere importante. Ad esempio, l’iponatriemia è comune in caso di meningite batterica, a causa di una combinazione di fattori, tra cui la disidratazione, l’escrezione inadeguata dell’ormone antidiuretico o per l’eccessiva somministrazione di liquidi per via endovenosa

Quanto è grave?
Secondo l’Istituto Superiore della Sanità ancora oggi la meningite da meningococco provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti, ammesso che le cure siano tempestive e adeguate; altrimenti arriva quasi al 50%. In un terzo dei casi si sopravvive con complicanze serie, spesso a carico di vista, udito, del sistema neuro-motorio, degli arti.

Quanto è diffusa?
Le categorie più a rischio sono i bambini nella primissima infanzia e i giovani dai 15-18 anni ai 24-25 anni. Come già accennato precedentemente, in Italia si registrano circa mille nuovi casi ogni anno, 500.000 in Europa. Altri fattori di rischio sono la vita in comunità, il fumo attivo e passivo, le altre infezioni della vie respiratorie.

Cosa fare se si è stati accanto a un malato?
Si procede a profilassi con una terapia antibiotica per le persone che sono state a stretto contatto con un malato. In genere si considerano i conviventi, compresi colleghi di lavoro e di studio, chi ha dormito o mangiato nella stessa casa, chi ha potuto avere contatto con la saliva del paziente nella settimana precedente l’esordio della malattia. Ovviamente anche gli operatori sanitari che sono stati esposti alle secrezioni respiratorie della persona in cura. La sorveglianza dura una decina di giorni.

Trattamento e cure del paziente con meningite
La meningite è potenzialmente pericolosa per la vita e, se non trattata, presenta un alto tasso di mortalità; la mancata diagnosi precoce porta purtroppo spesso ad un ritardo nel trattamento e ciò è associato ad una prognosi maggiormente negativa, tanto che la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro dovrebbe essere iniziata anche durante la fase di conferma della diagnosi, prima ancora di avere la certezza di quest’ultima. Se si sospetta un’infezione meningococcica, le linee guida raccomandano l’assunzione immediata di benzilpenicillina PRIMA del ricovero in ospedale. Se vi sono segni di ipotensione o shock, devono essere somministrati liquidi per via endovenosa. Dato che la meningite può causare una serie di gravi complicanze, un controllo medico periodico è consigliato per limitarle e, se si ritiene necessario, può essere utile il ricovero in un’unità di terapia intensiva. La ventilazione meccanica può rendersi necessaria, se il livello di coscienza è molto basso o se vi è evidenza di insufficienza respiratoria. Se vi sono segni di ipertensione endocranica, devono essere prese adeguate misure di controllo della pressione intracranica. Le convulsioni sono trattate per mezzo di farmaci anticonvulsivanti. Il verificarsi di idrocefalo può richiedere l’inserimento di un dispositivo di drenaggio temporaneo o a lungo termine, come uno shunt cerebrale.

Prognosi
Purtroppo anche quando la diagnosi viene fatta tempestivamente, e la terapia antibiotica praticata subito e in maniera adeguata, la possibilità di guarire completamente è inferiore al 50%.

Perché vaccinarsi è IMPORTANTISSIMO?
Essendo la possibilità di guarire completamente così bassa, la prevenzione vaccinale è l’unica via per cambiare davvero la storia della malattia. Prevenire è davvero – in questo caso ancor di più del solito – meglio che curare.

Perché vaccinare è importante non solo per il proprio figlio ma per l’intera comunità?
Oltre a proteggere la persona vaccinata, si protegge la comunità. Maggiore è la percentuale di vaccinati e maggiori sono le possibilità che le persone non vaccinate siano comunque protette dal contagio, perché la circolazione della malattia in questo modo è contenuta. È la cosiddetta “immunizzazione comunitaria”, che tutela fra l’altro anche chi non può sottoporsi al vaccino, per condizioni di salute ad esempio, o chi ancora non ha potuto essere immunizzato, come i bambini appena nati.

Come funziona il vaccino?
La vaccinazione diffusa e attivamente offerta dal servizio sanitario contro il sierotipo C e contro lo pneumococco ha ridotto sensibilmente il numero di casi nel nostro Paese, mentre un vaccino contro il sierotipo B è oggi disponibile, su richiesta, per i bambini a partire dal terzo mese di vita. Il vaccino contro lo pneumocco è generalmente raccomandato prima dei 5 anni e per gli anziani; quello antimeningococco C è è disponibile in due dosi (a due mesi e un anno di età) oppure in una sola dose dopo l’anno; esiste anche un vaccino tetravalente contro il meningococco A, C, Y, e W135, disponibile per chi pensa di poter venire a contatto con forme della malattia diffuse in altre aree del  mondo. L’ultimo arrivato è il vaccino contro il meningococco B, somministrabile in tre dosi.

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Sindrome del bambino scosso: i gravissimi danni della violenza sul neonato

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SINDROME BAMBINO SCOSSO SCUOTIMENTO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneLa sindrome del bambino scosso (anche chiamata con l’acronimo SBS, o Trauma cranico abusivo o ancora sindrome da scuotimento; in Continua a leggere

Sindrome di Asperger in bambini ed adulti: primi sintomi, terapie

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SINDROME DI ASPERGER BAMBINI ADULTI SINTOMI CURE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie CapillariLa sindrome di Asperger (dal nome di uno psichiatra pediatra austriaco stimato dalla psichiatra che ha diagnosticato per prima questa malattia, Lorna Wing) è una malattia classificata fra i disturbi pervasivi dello sviluppo (DPS), ovvero quando sono presenti compromissioni nelle tre aree di sviluppo del bambino, quali interazione sociale, comunicazione verbale e non, repertorio di attività e interessi. La sindrome di Asperger è una forma lieve di questo tipo di disturbi, poiché non manifesta né difficoltà comunicative e né nello sviluppo cognitivo.

Epidemiologia della sindrome di Asperger
Ne soffrono tre persone su 10mila e il 90% di questi sono di sesso maschile.

Cause della sindrome di Asperger
Le cause della sindrome di Asperger non sono state ancora del tutto chiarite, anche se la causa sembrerebbe essere di origine genetica. L’ipotesi è che la sindrome sia influenzata dall’azione sinergica di più geni in qualche modo alterati. Secondo lo psicologo clinico Tony Attwood, studioso della sindrome da numerosi anni, potrebbe favorire il disturbo l’età avanzata della madre o/e del padre.Si tratta comunque di un’ipotesi non dimostrata scientificamente, almeno per ora. Altri studi hanno permesso di osservare che a giocare un suo peso potrebbe essere l’età elevata soprattutto del padre.

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Primi sintomi della sindrome di Asperger nei bambini
La sindrome di Asperger prevede la compromissione dell’interazione sociale, ovvero la tendenza all’isolamento del bambino affetto a 360°, anche per le forme di contatto più banali. Un bambino con la sindrome di Asperger, prova dei sentimenti di affetto, ma ha difficoltà di interazione con gli altri bambini, di goffaggine, anche se non in maniera acuta come nei casi di autismo. La maturità emotiva dei bambini con sindrome di Asperger è di solito inferiore di tre anni rispetto ai coetanei. I sintomi non sono visibili generalmente entro i primi tre anni di vita, solo dai 30 mesi di un bambino si possono cogliere le manifestazioni della sindrome di Asperger, ed è con la scuola che questa malattia risulta del tutto evidente: difficoltà nelle interazioni sociali, problemi di comunicazione, comportamenti ripetitivi e stereotipati, attività e interessi limitati, iperattività e disattenzione, ansia emergono palesemente fra i banchi di scuola quando il bambino si trova fra i compagni. La diagnosi può essere fatta con una buona accuratezza nei bambini dopo i 5 anni, mentre la diagnosi in bambini più piccoli non è sufficientemente attendibile.

Sintomi della sindrome di Asperger negli adulti
L’individuo malato, nei casi in cui non abbiamo a che fare con un mutismo selettivo, riesce ad avere una comunicazione con un’altra persona, ma risulterà sicuramente prolisso e ripetitivo su argomenti di suo interesse. L’adulto con questa sindrome ha poi la caratteristica di non comprendere le reazioni altrui di voler cambiare argomento o di interruzione della comunicazione per noia del discorso. Il tono di un malato di sindrome di Asperger sarà meno monotono che in un autistico, ma comunque di una prosodia povera. Il linguaggio sarà “strano”, forbito per certe età, ma che trasmetterà un chiaro senso di incoerenza. Ironia e sarcasmo non sono quasi per nulla compresi da chi ha questa sindrome; così come la gestualità e tutto quello che riguarda la comunicazione non verbale, è escluso da questi soggetti.

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Differenze sostanziali tra la sindrome di Asperger e l’autismo.
Il bambino con Asperger può sviluppare attaccamento per i famigliari (cosa che non avviene in caso di autismo); è consapevole della presenza degli altri intorno a sé, nonostante i suoi atteggiamenti e la sua comunicazione siano anomali; è loquace e prolisso, anche se il suo approccio verbale avviene sempre a sproposito o inopportunamente (invece i bimbi con autismo parlano pochissimo o per niente). Inoltre, il bambino con Asperger si rende pienamente conto della sua condizione di diversità rispetto a chi non ha il problema.

Caratteristiche della sensibilità sensoriale nei soggetti con sindrome di Asperger:

  • Alcuni adulti con sindrome di Asperger ritengono che nella vita di tutti i giorni la loro sensibilità sensoriale ha un impatto maggiore rispetto alle problematiche che riguardano lo stringere amicizie, gestire le emozioni e trovare un impiego adatto.
  • La sensibilità più comune è quella verso suoni specifici, ma ci possono essere anche sensibilità tattili, sensibilità riguardanti l´intensità della luce, il gusto e la consistenza di alcuni cibi, nonché la sensibilità verso certi odori.
  • Ci può essere una reazione spropositata o al contrario sottotono rispetto ad un dolore fisico, al disagio e all’equilibrio, la percezione del movimento e l´orientamento corporeo possono risultare insoliti.
  • In ambienti sensorialmente stimolanti, come ad esempio la classe, il bambino con una grande sensibilità sensoriale diventa iper vigilante, teso e distraibile, non sapendo quando arriverà la successiva dolorosa esperienza sensoriale.
  • Sappiamo che questi segni sono presenti in maniera maggiore nell´infanzia e diminuiscono gradualmente durante l´adolescenza, ma rimangono caratteristiche permanenti per alcuni adulti con sindrome di Asperger.

Gli “interessi speciali”: caratteristiche
La sindrome di Asperger è caratterizzata anche da rigidità del pensiero e comportamenti bizzarri e inusuali, di cui fa parte la scarsità di interessi, paradossalmente parallela a curiosità solo per un determinato argomento (per esempio la geografia) o una attività, denominati “interessi speciali”. L´interesse può essere fonte di divertimento, apprendimento, identità, autostima e può essere utilizzato in maniera costruttiva dai genitori, insegnanti e terapeuti, inoltre quando si considerano gli aspetti positivi dell’interesse speciale è importante considerare non solo i benefici per la persona con Asperger ma anche gli eventuali benefici per la società che possono scaturire da questi interessi. Ecco una lista di caratteristiche tipiche degli interessi speciali:

  • L’interesse speciale può durare periodi molto lunghi (anche due o tre anni), per poi esaurirsi.
  • Una delle caratteristiche che differenzia un hobby da un interesse speciale di rilevanza clinica è il focus verso l´interesse o la peculiarità dell’argomento
  • Interessi speciali o insoliti possono svilupparsi già dal secondo o terzo anno di età e possono iniziare a manifestarsi attraverso l´interesse per parti di un oggetto come le ruote di una macchinina o gli interruttori elettrici
  • La fase successiva può riguardare la fissazione verso qualcosa che non sia né un gioco né una persona o riguardo una particolare categoria di oggetti e la collezione di un gran numero di questi
  • Successivamente è possibile che inizi la raccolta di fatti e dati riguardo uno specifico argomento
  • La maggior parte della conoscenza che riguarda l´interesse speciale è appresa in maniera autodidatta e rivolta verso se stesso
  • Durante l´eta pre-adolescenziale ed adolescenziale l´interesse può riguardare l´elettronica ed i computer, la letteratura di finzione, la fantascienza e a volte può essere diretto verso una particolare persona.
  • Sembrano esserci due particolari categorie di interesse: la collezione e l´acquisizione della conoscenza di un argomento o concetto specifico
  • Alcune ragazze Asperger possono sviluppare un interesse speciale verso la narrativa piuttosto che verso i fatti
  • A volte l´interesse speciale può riguardare gli animali ma con un livello tale di intensità che il bambino si comporterà come l´animale di suo interesse.

Come comportarsi con un bambino con sindrome di Asperger?
Visti i sintomi, risulta evidente la conseguente necessità di un affiancamento di sostegno nella formazione e nell’educazione del bambino da parte di personale competente, non tanto per un deficit intellettuale (il quoziente intellettivo nella maggior parte dei casi è nella norma, se non talvolta addirittura superiore), quanto per le difficoltà sociali e comportamentali e anche perché è ricorrente in questa sindrome la tendenza alla depressione ed ai disturbi d’ansia.

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Sindrome di Asperger, abilità cognitive e scuola:

  • Alcuni bambini Asperger iniziano ad andare a scuola avendo delle abilità scolastiche maggiori rispetto ai loro coetanei.
  • Ci sono più bambini Asperger di quanti ci si aspetti verso gli estremi delle abilità cognitive (alto potenziale e/o problemi di apprendimento).
  • A scuola gli insegnanti capiscono presto che il bambino ha uno stile di apprendimento che lo distingue dagli altri e che presenta abilità nel comprendere il mondo logico e della fisica, notando dettagli, ricordando e sistematizzando i fatti in maniera sistematica.
  • I bambini Asperger possono essere facilmente distraibili, specialmente in classe. Quando si dedicano alla risoluzione di un problema, sembrano avere la mente a binario unico e hanno paura di sbagliare.
  • Progredendo nel percorso scolastico, gli insegnanti notano difficoltà nelle abilità organizzative specialmente riguardo i compiti per casa e gli esami.
  • Se un bambino Asperger non ha successo sociale a scuola, il risultato scolastico diventa la motivazione primaria per andare a scuola e determina lo sviluppo dell’autostima.

Sindrome di Asperger, abilità motorie:

  • Si nota una certa goffaggine motoria in almeno il 60% dei bambini con Asperger, ma molti studi che utilizzano procedure specializzate mostrano che specifiche problematiche nel movimento riguardano quasi tutti i bambini con sindrome di Asperger.
  • Quando camminano o corrono la coordinazione può risultare immatura e gli adulti con sindrome di Asperger possono avere un´andatura strana, a volte idiosincratica che manca di fluidità ed efficacia.
  • Alcuni bambini con sindrome di Asperger possono avere uno sviluppo immaturo nell’abilità del prendere, lanciare e calciare la palla.
  • Una descrizione più accurata del semplice essere goffi può essere una carente pianificazione di movimento e tempi lenti di preparazione mentale (una lenta programmazione mentale?).
  • Le insegnanti possono mostrare preoccupazione riguardo le difficoltà nella scrittura a mano.
  • La goffaggine motoria sembra non interessare le attività sportive come il nuoto, l’utilizzo del trampolino, giocare a golf e l´equitazione.

Come comportarsi con un adulto con sindrome di Asperger?
I soggetti alla sindrome di Asperger inoltre vanno seguiti anche nella fase adulta, specie se hanno in contemporanea altre patologie, cosa non affatto rara: nel 25% dei casi si tratta di epilessia, vi sono poi disturbi psichiatrici, deficit visivi e uditivi, altre anomalie genetiche e disturbi del sonno.

Adulti con sindrome di Asperger e mondo del lavoro
Gli “Aspie”, il modo in cui si autodefiniscono le persone con l’Asperger, in Italia trovano purtroppo grande difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Sicuramente manca negli operatori del settore un’adeguata conoscenza scientifica della sindrome e questo vanifica la possibilità di poter usufruire delle capacità uniche di persone in grado di produrre lavori di elevata qualità. Ma è anche assai arduo per un Aspie poter accedere alle liste di collocamento come prevede la legge 68/99 in materia di assunzione da parte delle imprese pubbliche e private di persone disabili o portatrici di handicap.

Cure per la sindrome di Asperger
Non vi sono cure specifiche e risolutive per la sindrome di Asperger, tuttavia vi sono delle terapie e farmaci efficaci, volti a moderare sintomi come le ossessioni maniacali, la depressione, l’ansia, l’iperattività e a migliorare l’interazione sociale e la comunicazione con gli altri. L’ambiente famigliare e sociale che sta intorno ad una persona affetta da sindrome di Asperger è fondamentale, per questo è importante che le persone siano consapevoli di questo stato: pazienza, calma e comprensione sono elementi fondamentali, mentre il contrario potrebbe peggiorare la malattia.

“Allenamento” per i genitori di bambini con sindrome di Asperger
Tutti gli interventi educativi o di tipo psico-comportamentale indirizzati al bambino non riescono quasi mai a garantire risultati soddisfacenti. Da qui nascono nei genitori sensazioni di frustrazione e fallimento che possono peggiorare ulteriormente la situazione famigliare. Una buona soluzione è rappresentata dagli interventi di “parent-training” (allenamento dei genitori), mirati a insegnare ai genitori quali comportamenti e quali strategie possono migliorare il rapporto con il bambino e la relazione tra il bambino e il mondo esterno.

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Bimbo di 3 anni diventa eroe: salva la vita del padre con due yogurt

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma BIMBO 3 EROE SALVA VITA PADRE 2 YOGURT  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgMark Jones aveva perso conoscenza dopo un attacco di ipoglicemia che aveva comportato bassi livelli di zucchero nel sangue finendo in coma diabetico. Il piccolo Lenny George è riuscito a prendere due yogurt dal frigo alimentando il papà. Chi soffre di diabete può correre il rischio di entrare in coma diabetico non appena i livelli di glicemia si abbassano. La moglie di Mark ha detto al Daily Mail che il marito soffre di diabete di tipo uno e fa l’insulina quattro volte al giorno. “Sono molto fiera del mio bambino perché è riuscito a salvare il suo papà”. La donna ha raccontato che era uscita in quel momento e che non aveva mai spiegato come intervenire in casi come questo. Il piccolo però deve aver visto la mamma prendere dei dolci e darli al papà durante le stesse crisi.

Bravissimo Lenny George!

 

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