Perché viene la diarrea? Quando diventa pericolosa? Cura farmacologica e rimedi casalinghi

Tutti noi, almeno una volta nella vita ne abbiamo sofferto, è molto fastidiosa ma per fortuna nella maggioranza dei casi innocua, sto parlando della diarrea. La diarrea consiste nella emissione di abbondante materiale fecale (quantità oltre i 300 – 400 grammi) di consistenza molto liquida o semiliquida in modo frequente durante la giornata (più di tre evacuazioni al giorno).
Tramite le scariche diarroiche, l’organismo elimina le sostanze tossiche dannose, il cibo non digerito contaminato o i batteri patogeni che risiedono nel nostro intestino.
La diarrea non è una classica malattia come la gastrite o il reflusso gastro esofageo ma è un sintomo, cioè la manifestazione associata a patologie gastrointestinali dovute a batteri, virus, intolleranze alimentari o neoplasie. E’ importante tenere d’ occhio la diarrea perché induce la perdita di parecchi liquidi e sali minerali e materiale non digerito dall’intestino tenue fino a portare alla disidratazione. La diarrea è associata spesso ad altri sintomi: crampi addominali, gonfiore, nausea e tenesmo (la sensazione di dover evacuare senza riuscire a farlo).

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Tipi di diarrea

Esistono varie tipologie di diarrea che si possono raggruppare in termini di frequenza di ondate diarroiche:

  • Diarrea acuta: spesso provocata da infezioni intestinali batteriche o virali, da tossine o in seguito all’assunzione di antibiotici che modificano l’equilibrio della normale flora batterica intestinale;
  • Diarrea cronica: persiste nel tempo ed è causata da infiammazioni croniche e allergie alimentari.
  • Diarrea ricorrente: compare a periodi alterni, talvolta in relazione all’assunzione di alimenti a cui si è intolleranti (per esempio lattosio).

Si può ulteriormente classificare la condizione in base alle varie cause scatenati in:

  • Diarrea da alterato assorbimento: causata da un cattivo funzionamento dei meccanismi intestinali che si occupano dell’assorbimento dei principi nutritivi contenuti negli alimenti; il mancato assorbimento può essere dovuto ad alterazioni della mucosa intestinale per infiammazioni o neoplasie, alla riduzione o scomparsa dei villi intestinali (celiachia), alla mancata digestione degli alimenti da parte degli enzimi (malattie del pancreas), ad interventi chirurgici (ad esempio il bypass intestinale) che riducono la superficie di contatto e di assorbimento.
  • Diarrea osmotica: causata da farmaci lassativi osmotici come sali di magnesio che alterano l’ equilibrio elettrolitico e richiamano acqua nell’intestino.
  • Diarrea secretoria: che causa una secrezione elevata a livello intestinale di acqua ed elettroliti, nel caso di tumori (adenoma del colon), di malattie endocrine, o di infezioni batteriche che producono tossine (colera) o che danneggiano l’ epitelio intestinale causando anche infiammazione, ulcerazioni e perdite di sangue che si può ritrovare nelle feci (shigella).
  • Diarrea motoria: aumento della velocità del transito del materiale e la riduzione del tempo a disposizione dell’intestino per assorbire i nutrienti per motivi neurologici.

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Diarree sostenute da germi patogeni

Questo tipo di diarrea (dissenteria) rappresenta circa la metà delle diarree riscontrabili negli esseri umani: sono innescate da batteri come Shigella o Salmonella e dai virus Rotavirus,Adenovirus e  della epatite. Sono molto comuni le salmonellosi soprattutto nei piccoli a seguito di ingestione di uova, latte non pastorizzato o di carne contaminati. La diarrea si manifesta nelle prime 48 ore dal contagio con delle feci con muco e sangue e scariche frequenti (ogni 3 ore circa). Oltre ai virus influenzali e parainfluenzali, un altro virus in grado di capace di provocare diarrea, è quello della epatite A; il serbatoio di questo patogeno sono i molluschi e i frutti di mare. La manifestazione clinica principale è  l’ittero.

Le tossinfezioni alimentari

Per tossinfezioni alimentari si intendono quelle patologie dovute all’azione di tossine prodotte da batteri presenti  nel cibo o acqua contaminati. La diarrea  si manifesta rapidamente, dopo 30 minuti dall’ingestione degli alimenti contaminati. Uno degli agenti batterici frequentemente responsabile è lo Stafilococco.
Un’altra possibile causa di diarrea è un’alimentazione con elevato apporto di proteine o di carboidrati come pasta, legumi, pane e dolci che rendono difficile la defecazione, favoriscono l’ emissione di gas e conseguente diarrea; infine anche le intolleranze e le allergie alimentari a cibi particolari come latte e glutine sono importanti cause di diarrea soprattutto nel bambino e l’ adolescente.

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Quali sono le cause di diarrea?

Ecco di seguito le possibili cause della dissenteria:

  • infezioni batteriche o virali, inclusa la diarrea del viaggiatore;
  • intolleranze alimentari (glutine, lattosio);
  • presenza di parassiti intestinali (spesso i bambini li prendono a scuola o all’asilo);
  • effetto collaterale indesiderato della terapia antibiotica;
  • malattie dell’intestino come colite, celiachia, malattie infiammatorie croniche (m. di Crohn, colite ulcerosa), colon irritabile;
  • stress psicofisico:
  • tumori intestinali o gastrici;
  • assunzione di farmaci lassativi o antinfiammatori non steroidei (FANS);
  • malattie genetiche o auto immuni.

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Diagnosi della causa della diarrea

Il medico per diagnosticare in modo esatto la causa della diarrea dovrà prima di tutto svolgere un’ anamnesi accurata del paziente a cui porrà domande specifiche sulla insorgenza, sulla durata e sull’eventuale esposizione ad agenti ambientali (principalmente cibo e bevande).
Inoltre esistono nella pratica clinica dei test diagnostici molto utili:

  • esami delle feci per verificare la presenza di batteri oltre a quelli già presenti in intestino o di parassiti;
  • esame del sangue;
  • colonscopia per osservare attentamente l’intero colon in cerca di eventuali infiammazioni.

Cosa fare in caso di diarrea

Se siete affetti da diarrea è bene seguire queste indicazioni:

  • non bere acqua di provenienza sconosciuta, ma sempre e solo quella nelle bottiglie con tappo sigillato;
  • se avete un bambino piccolo, sterilizzate sempre il suo biberon e i  giochi con cui viene a contatto.
  • in caso di diarrea in atto cercare di evitare la disidratazione assumendo almeno 2 litri di acqua al giorno o bevande con integratori alimentari per rimpiazzare la perdita di sali minerali;
  • prediligere dei pasti leggeri e poco complessi come il riso, patate lesse, carote,  mele e pere. Quando le condizioni inizieranno a migliorare si potranno reintrodurre nella dieta della carne di pollo, tacchino o vitello;
  • evitare di assumere farmaci anti diarroici perché vanno ad interferire con la motilità intestinale, ma non risolvono la causa della diarrea;
  • evitare bevande fredde o stimolanti come il vino, sia rosso sia bianco, la birra, il caffè, gli alcolici e la cioccolata; assumere delle tisane rilassanti e rinfrescanti che porteranno da subito sollievo e miglioramenti, si trovano facilmente in erboristeria.

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Diarrea e disidratazione

Una delle più grandi complicazioni della diarrea è la disidratazione perché riduce la quantità di acqua a disposizione degli organi come cuore e  sistema nervoso, arrecando seri problemi al loro funzionamento. La disidratazione è pericolosa nei bambini e negli anziani perché essi riescono più difficilmente a ripristinare l’equilibrio idrico; i sintomi riscontrati in un soggetto disidratato sono:

  • sete;
  • scarsa quantità di urine;
  • stanchezza;
  • secchezza del cavo orale;
  • febbre alta;
  • irritabilità;
  • mancanza di appetito;
  • sonnolenza.

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Diarrea: terapia farmacologica

Sono disponibili molti farmaci per curare la diarrea. Molte volte, la diarrea tende ad autorisolversi senza necessità di trattamenti particolari; prima di intraprendere un iter terapeutico per la cura del disturbo, il controllo del medico è sicuramente necessario, dato che, come abbiamo analizzato, alla base della diarrea si annoverano moltissimi e differenti fattori. A detta di ciò, ben si comprende come il trattamento per la diarrea dovrebbe differenziarsi proprio sulla base della condizione patologica che l’ha scatenata.

IMPORTANTE: Nell’evenienza di assunzione di farmaci per patologie più o meno gravi, uno dei problemi più frequenti legati alla co-manifestazione della diarrea è la modulazione dell’assorbimento dei principi attivi: la posologia del farmaco che si sta assumendo dovrà essere modificata dal medico, dato che la diarrea può favorire l’espulsione del principio attivo ancora prima che l’organismo possa averlo assorbito.

Ecco una lista di farmaci usati per la cura della diarrea:

1) Inibitori della motilità intestinale (antidiarroici): da utilizzarsi anche in caso di diarrea acuta, complicata o meno. Si raccomanda, inoltre, di assumere soluzioni elettrolitiche per via endovenosa qualora la diarrea fosse accompagnata da disidratazione. È doveroso puntualizzare che l’assunzione degli antidiarroici non è utile per la cura della patologia sottostante alla diarrea, ma ne cura semplicemente i sintomi.

  • Lactobacillus Acidophilus (es. Lacteol, Lacteol Forte): si tratta di un antidiarroico di origine microbica, costituito da microbi inattivati di Lactobacillus acidophilus. In particolare, è indicato per il trattamento della diarrea associata a dispepsia o colite, specie nel neonato. Per la cura della diarrea acuta, iniziare la terapia con 2 capsule da 5 miliardi di Lactobacillus acidophilus, tre volte al dì; proseguire con 2 capsule, due volte al giorno.
  • Bismuto salicilato: la posologia di questo antidiarroico (utilizzato anche per la cura della gastrite) varia dagli 87 ai 262 mg, da assumere ogni 30-60 minuti, al bisogno. Generalmente, questo farmaco è indicato per il trattamento della diarrea nei bambini. Consultare il medico.
  • Saccharomyces boulardii lyo: questo antidiarroico/probiotico è indicato per la cura della diarrea acuta: indicativamente, la posologia è 250 mg (1 capsula), due volte al giorno.
  • Loperamide (es. Imodium): iniziare il trattamento per la diarrea acuta con 4 mg di farmaco per os, da assumere dopo la prima evacuazione. Proseguire la terapia con 2 mg di sostanza (non superare i 16 mg in 24 ore). Generalmente, il disturbo svanisce in 48 ore. Non assumere il farmaco per oltre 5 gg consecutivi.  Per il trattamento della diarrea cronica, assumere 4 mg di farmaco per os, seguiti da 2 mg di attivo a seguito di ogni evacuazione. Non superare i 14 mg in 24 ore. La dose di mantenimento varia dai 4 agli 8 mg. In genere, il netto miglioramento clinico è osservabile dopo 10 gg di terapia.
  • Difenoxilato: assumere 2 tavolette o 10 ml di soluzione per os, 4 volte al dì. La terapia di mantenimento prevede l’assunzione di 2 tavolette una volta al dì. La posologia appena descritta è indicata per il trattamento della diarrea acuta nell’adulto; per il bambino, la dose varia in base all’età (1,5-10 ml, 4 volte al dì). Consultare il medico.
  • Codeina (es. Hederix Plan, Codein F FN): oltre che per la cura della tosse, la codeina viene talvolta impiegata in terapia per il trattamento della diarrea acuta non complicata degli adulti. La dose indicativa è 30 mg, 3-4 volte al dì. Il farmaco non è indicato per i bambini.

2) Antispastici e anticolinergici: non sono i farmaci utilizzati come prima linea per la cura della diarrea. Sono indicati per ridurre i sintomi che accompagnano il disturbo, come crampi e dolori addominali. Tra questi, i più indicati sono:

  • Scopolamina (es. Erion, Addofix): particolarmente indicata per dare sollievo sintomatico a disturbi gastrointestinali (spasmo della muscolatura liscia). Assumere per os 20 mg di principio attivo 4 volte al dì (dimezzare la dose per bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni). È possibile somministrare il farmaco anche per via endovenosa, alla stessa posologia.
  • Alverina citrato: si consiglia la somministrazione orale di 60-120 mg 1-3 volte al giorno. È sconsigliata la somministrazione ai bambini sotto i 12 anni.
  • Atropina solfato (es. Atropina Lux): utile in caso di spasmo della muscolatura liscia nel contesto della diarrea. Generalmente, si somministra il farmaco per iniezione sottocutanea o intramuscolare alla posologia di 20 mcg per chilo di peso corporeo (dose massima 600 mcg).

3) Antiemetici: sono indicati in caso di vomito nel contesto della diarrea. Sono sconsigliati nei bambini. Non costituiscono il trattamento di prima linea per la cura della diarrea.

4) Antibiotici a largo spettro: indicati in caso di diarrea dipendente da infezioni batteriche. Ad ogni modo, gli antibiotici non sono generalmente utilizzati per il trattamento della diarrea associata a gastroenteriti semplici, anche in caso di presunta infezione batterica, dato che la condizione tende a risolversi da sé in pochi giorni. Solo in caso di diarrea nel contesto di accertata co-infezione batterica, il medico può prescrivere farmaci antibiotici.

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Quando chiamare il medico?

E’ bene contattare il medico di famiglia:

  • se il paziente è un neonato e la diarrea continua per oltre 24 ore;
  • in caso di diarrea cronica;
  • in caso di probabili patologie infettive;
  • in caso di feci di color nero (non semplicemente scuro) per la presenza di sangue digerito proveniente da emorragie gastrointestinale;
  • quando il paziente ha la febbre alta;
  • se la diarrea nell’ adulto perdura per oltre 3 giorni;
  • se ci sono sintomi di disidratazione del malato.

Consigli per prevenire la diarrea

Di seguito troverete alcuni consigli utili per prevenire eventuali tossinfezioni batteriche che causano la diarrea:

  • lavare sempre le mani per due minuti con sapone liquido con antibatterico;
  • bere acqua solo in bottiglia se si viaggia in paesi stranieri;
  • mangiare cibi cotti evitando quelli crudi, abbrustoliti o conservati che hanno un aspetto dubbio.

Articolo di Dr. Alessandro Scuotto su medicitalia.it

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Perché viene la diarrea prima e durante il ciclo mestruale e cure

MEDICINA ONLINE DONNA CORPO DOLORE TRISTE PANCIA MESTRUAZIONI CICLOPrecedentemente, in questo post, abbiamo analizzato i motivi e le cure relativi alla diarrea “comune”. Oggi analizziamo invece cause e cure per la diarrea da ciclo mestruale.

Perché la diarrea aumenta durante le mestruazioni?

La caduta dei livelli estrogenici che attiva lo sfaldamento dell’endometrio e determina la comparsa della mestruazione, attiva anche la degranulazione dei mastociti (cellule considerate gli attivatori dell’infiammazione acuta) che si associa a uno stato di infiammazione generale causando cefalea, dolori addominali, mal di schiena, dolori muscolari, astenia, depressione e molti altri sintomi, oltre al dolore tipicamente mestruale. E’ quindi chiaro il perché le donne che soffrono di sindrome dell’intestino irritabile, durante le mestruazioni, hanno un aumento fino a cinque volte di tutti i sintomi correlati, rispetto alle donne che non ne soffrono: aumentano infatti la stitichezza o la diarrea, il gonfiore addominale, i crampi, il dolore addominale e le difficoltà relative a tutto l’apparato digerente. Si parla di sintomi mestruali (“catameniali”) intestinali, che interessano fino ad una donna su cinque.

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Prevenire e curare la diarrea da ciclo mestruale

L’orientamento clinico – in casi dove i dolori ed i sintomi siano molto intensi – è quello di utilizzare un contraccettivo orale, così da garantire la costanza dei livelli ormonali, togliendo le fluttuazioni che causano il ciclo e i sintomi infiammatori correlati, in qualsiasi organo si attivino. In caso di sintomi mestruali invalidanti, anche intestinali, si suggerisce quindi l’uso prolungato della pillola, tuttavia la collaborazione con un bravo gastroenterologo resta essenziale.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Cause di pancia gonfia: alimentazione ed emozioni

MEDICINA ONLINE DONNA CORPO DOLORE TRISTE PANCIA MESTRUAZIONI CICLOQuali sono le cause della pancia gonfia? Un problema comune a molte persone, in prevalenza donne. Una condizione che provoca un notevole disagio. Si ha la spiacevole sensazione di un addome innaturalmente pronunciato, condizione che rende fastidioso anche indossare abiti. Se il gonfiore aumenta dopo i pasti c’è da fare attenzione a determinati alimenti. Tra questi cavoli, cipolle, broccoli, cavolfiori. Anche cetrioli, peperoni, zuccheri raffinati, alcolici, bevande gasate, latte e formaggi, legumi, pane e pasta integrali.

Alimentazione e pancia gonfia

I dati scientifici più recenti hanno chiarito che esiste uno stretto rapporto tra alimentazione e infiammazione. I fenomeni di intolleranza alimentare sono dovuti principalmente a una specie di fenomeno di accumulo, come se si trattasse di un avvelenamento progressivo. E sono quindi differenti da quelli tipici delle allergie alimentari in cui la risposta patologica si evidenzia nel giro di pochi minuti dall’ingestione dell’alimento responsabile. La reazione di intolleranza viene facilmente trascurata perché somiglia, per certi aspetti, ad un lento avvelenamento.
Le intolleranze alimentari possono causare una serie di sintomi, talvolta diversi, ma legati a una causa infiammatoria immunologica. Gli alimenti che, generalmente, creano più intolleranze alimentari sono: latte vaccino, grano, glutine, olio d’oliva, uova, pomodoro, lieviti.

Non solo cibo: controllate le emozioni

La colite è sicuramente una delle cause della pancia gonfia più frequenti, perché il colon è pieno di terminazioni nervose che possono essere particolarmente sensibili agli impulsi che derivano dalle emozioni e dallo stress emotivo, collegato ad ira e ansia. Tali emozioni possono causare una contrazione anomala delle pareti del colon che viene così a provocare anomalie come stitichezza, diarrea e pancia gonfia. Curare quindi il colon curando anche la propria psiche è quindi una ottima idea.

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Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi:

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Gonfiore addominale e meteorismo: otto trucchi per dirgli addio in modo definitivo

MEDICINA ONLINE DONNA CORPO DOLORE TRISTE PANCIA MESTRUAZIONI CICLOIl gonfiore addominale lo conosciamo tutti, specialmente le donne che ne sono più colpite. E’ quel senso di eccessiva tensione addominale, causato dall’eccessivo contenuto gassoso dello stomaco e/o dell’intestino. Può essere correlato a varie patologie (cirrosi, infezioni del tratto gastroenterico, colecistiti, occlusioni intestinali…) ma spesso è determinato da una alimentazione sbagliata. Bisogna ricordare che spesso, dietro al gonfiore addominale, si cela un problema di celiachia, cioè un’allergia al glutine (grano e frumento) quindi la presenza del medico è sempre importante per valutare la situazione. Ecco ora gli otto consigli a tavola, per dire addio al gonfiore addominale!

1) Meno latte e formaggi
Per limitare il fenomeno del gonfiore addominale, bisogna dire limitare il latte e i formaggi freschi, come la ricotta, il mascarpone e ripiegare su quello ad alta digeribilità o anche sul latte di riso, di soia, d’avena e sui formaggi stagionati. Questo perché alcuni di noi non riescono a digerire il lattosio presente nel latte ed i suoi derivati, a causa del deficit di un enzima (la lattasi).

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2) Attenzione alla fermentazione di ortaggi, pasta, pane
Ortaggi, frutta, e gli zuccheri raffinati contenuti nella pasta, nel pane e nelle farine bianche causano facilmente gonfiore addominale. Lo stesso accade con il lievito, la birra e le patate. Meglio limitare questi alimenti.

3) Le fibre non sono tutte uguali
Le fibre, una volta ingerite, sono trasformate dai batteri presenti nell’intestino attraverso un processo di fermentazione che è alla base del rigonfiamento. Però non tutte le fibre danno lo stesso risultato: il fenomeno è più evidente se si mangiano le fibre lunghe, come quelle contenute nella lattuga a foglia larga. Lo stesso vale per i legumi, gli ortaggi (vedi il cavolfiore), le noci o la frutta secca. Per evitare il gonfiore si deve puntare sulle verdure a foglia piccola, che fermentano di meno. Altro consiglio è centrifugare la frutta e la verdura, così da eliminare la parte di fibra che non è digerita.

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4) Mangia piano e mastica molto
Durante i pasti bisogna godersi il cibo. Questo è un concetto che spesso dimentichiamo, immersi in una routine che vede il cibo sempre più consumato a gran velocità, tra uno sguardo alla mail ed una telefonata di lavoro in arrivo. Invece è importante mangiare lentamente e masticare molto il cibo: ciò ci difenderà dal gonfiore addominale e ci farà assimilare meglio lo sostanze nutritive contenute nei cibi.

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5) Zenzero e finocchio
Lo zenzero aiuta a tenere a bada il gonfiore e la flatulenza. Si può gustare fresco o grattugiato sopra i centrifugati di frutta e verdura. Anche il finocchio è una vera panacea contro i disturbi digestivi, soprattutto se preso sotto forma di tisane, decotti e infusi preparati con i suoi semi. Tra le sue molte virtù, il finocchio sgonfia la pancia contrastando i processi di fermentazione.

6) Attenzione alla frutta dopo i pasti
Per evitare fenomeni di fermentazione, un altro importante consiglio è di evitare la frutta alla fine del pasto. E’ preferibile consumarla qualche tempo dopo per diminuire il rischio di gonfiore addominale.

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7) No a gomme da masticare ed a bibite gassate 
Masticare gomme favorisce l’ingestione di aria che va prima nello stomaco e poi nell’intestino, da qui il gonfiore. Meglio evitarle. Come è meglio evitare anche le bevande gassate, che incrementano l’aria nell’intestino.

8) L’aiuto viene dal carbone vegetale
Il carbone vegetale, o carbone attivo, ha una forte capacità di assorbire i gas presenti nell’intestino, arginando così il problema del gonfiore addominale, senza provocare alcun effetto collaterale.

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L’inulina favorisce la flora intestinale e riduce il gonfiore della pancia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DIMAGRIRE GRASSO DIETA DIETOLOGIA CALORIE IPOCALORICA OBESO OBESITA SOVRAPPESO KGL’inulina è una fibra solubile, presente naturalmente in numerosi alimenti tra cui carciofi, cipolle, banane ed aglio. Industrialmente, l’inulina viene di solito estratta dalla radice della Cicoria (Cichorium intybus) oppure ottenuta tramite processi di sintesi, e si presenta come una polvere di colore bianco-giallastro. Appartiene alla classe dei prebiotici, componenti alimentari non digeribili che stimolano la proliferazione di numerosi batteri del colon.

Importante per la nostra digestione

L’inulina è un polisaccaride molto importante, l’interesse nei suoi confronti è andato aumentando negli ultimi anni anche a causa di una serie di ricerche che ne hanno decantato numerose proprietà benefiche. Fra le proprietà che le vengono attribuite c’è quella di facilitare la digestione e di ridurre la formazione di gas intestinali: l’assunzione di inulina infatti aumenterebbe in modo spiccato nel tratto intestinale la presenza di Bifidobatteri e Lattobacilli (fermenti lattici importantissimi per una corretta digestione e per la salute del colon) e comporterebbe una diminuzione del numero dei batteri ritenuti nocivi. Per questo motivo molti prodotti a base di fermenti lattici, compresi i prodotti probiotici, contengono anche inulina, utilizzata per migliorare la sopravvivenza dei fermenti lattici stessi e fornire un substrato ben specifico alla flora batterica intestinale.

Quando la consiglio

L’inulina favorisce il riequilibrio della flora intestinale, potenziandone l’attività e migliorando il metabolismo. Per i suoi effetti regolarizzanti io la consiglio spesso ai miei pazienti che soffrono di stipsi e diarrea. Altri risultati di alcuni recenti studi indicherebbero che l’inulina riduce il colesterolo e i trigliceridi, quindi in alcuni casi può essere assunta anche per migliorare le condizioni dei pazienti con colesterolo e trigliceridi alti. La sua dose giornaliera raccomandata, secondo le ultime linee guida, va da 4 grammi a 8 grammi.

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L’eccesso di inulina è dannoso

Le quantità di inulina consigliate non vanno superate. A tal proposito è interessante l’ipotesi della dottoressa Joanne Slavin pubblicata sul Journal of the American Dietetic Associationil consumo di grandi quantità di cibi industriali e la presenza di disturbi gastrointestinali potrebbero essere collegati dal fatto che negli ultimi anni l’industria alimentare utilizza sempre di più l’inulina come additivo addensante nella preparazione dei prodotti alimentari industriali.
Secondo i risultati di questo studio, questi sarebbero i limiti di tollerabilità: 10 grammi di inulina o 5 di oligofruttosio al giorno. Oltre questa soglia, i disturbi gastrointestinali diventano probabili.
Tuttavia, restare nei limiti non è sempre facile: come detto, l’inulina viene utilizzata nella produzione di numerosi alimenti, dalle barrette al cioccolato alle bevande, perchè il suo impiego oltre a consentire un’ampia combinazione di vantaggi tecnologici e nutrizionali, permette di migliorare l’aspetto e la consistenza di un vasto gruppo di categorie di prodotti.
Purtroppo a confondere il consumatore è il fatto che la presenza di inulina viene indicata nell’etichetta dei preparati alimentari in svariati modi:

  • inulina;
  • estratto di radice di cicoria;
  • oligosaccaridi;
  • oligofruttosio.

E’ quindi molto facile ritrovarsi a superare le dosi senza neanche immaginarlo.

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Attenzione ai cosmetici tester nei negozi: sono pieni di virus e batteri fecali

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA ROSSETTO SPECCHIO BELLEZZA TRUCCO MAKEUP LABBRA SPECCHIETTO NASO BOCCA LABBRA ESTETICA VISO CAPELLIMolte donne provano abitualmente i trucchi e i cosmetici con i tester appositamente disposti sugli scaffali di profumerie, farmacie e grandi magazzini prima di procedere all’acquisto. Una ricerca del Jefferson Medical College della Pennsylvania durata due anni ha però evidenziato che i campini di prova per make up e cosmesi sono in grado di provocare varie tipologie di infezioni. In un elevato numero di tester (dal 67% al 100% di quelli analizzati) i ricercatori hanno rilevato una carica variabile di virus e batteri di diverso tipo, tra cui Escherichia coli e Herpes simplex.

Mentre per Herpes simplex il contagio si diffonde da pelle a pelle con il tramite del trucco, Escherichia coli proviene dall’intestino: chi ha provato il trucco prima di voi è quindi probabilmente andata in bagno, non si è lavata le mani ed ha contaminato il tester che ora è nelle vostre mani! Se volete essere belle senza rischiare la salute, meglio allora comprare idratanti, antirughe, rossetti e mascara senza provarli. Ti interesserà sicuramente anche: Lavarsi veramente bene le mani non è così facile come sembra: ecco i trucchi per farlo nel modo giusto!

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Chi smette di fumare ingrassa perché cambia la sua flora intestinale

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FUMA SIGARETTA NICOTINA TABAGISMO TOSSICODIPENDENZA UOMOQualche tempo fa avevo scritto l’articolo: Per quali motivi si ingrassa dopo aver smesso di fumare?

Vi consiglio di leggerlo perché analizzavo le cause secondo me più strettamente correlate all’aumento di peso nel periodo successivo all’ultima sigaretta. Ora però si è scoperto che c’è un nuovo imputato: la flora intestinale. La maggior parte degli ex-fumatori mette su un paio di chili dopo aver smesso con la sigaretta non per maggiore assunzione di calorie ma per un cambiamento nella composizione della flora intestinale. A dirlo, uno studio supportato dalla Swiss National Science Foundation e pubblicato su PLoS ONE da parte dello Zurich University Hospital. Dopo lo stop alle sigarette dopo per una serie di ragioni proliferano nell’intestino gli stessi ceppi batterici delle persone obese.

Continua la lettura su https://www.corriere.it/salute/13_agosto_30/smettere-fumare-ingrassare-dlora-intestinale_5efc8eca-1173-11e3-b5a9-29d194fc9c7a.shtml

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Una dieta povera di fibre causa disturbi intestinali e indebolisce la flora batterica

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO VERDURA FRUTTA DIETA VITAMINE DIMAGRIRE CALORIE POMODORI CETRIOLI ERBETTAUna dieta povera di fibre, come sottolinea un recente studio italiano, potrebbe causare disturbi e indebolire la flora batterica, fondamentale per combattere agenti esterni, virus e batteri che potrebbero danneggiare il fegato e l’intestino. Paolo Lionetti, ricercatore dell’Università di Firenze, nella sua ricerca ha evidenziato come, chi segue una dieta troppo povera di fibre, può avere ripercussioni serie sull’intestino impedendo alla flora batterica di rigenerarsi e di proteggere dagli agenti esterni.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Pnas, Proceedings of the National Academy of Science: gli studiosi hanno infatti analizzato in modo approfondito la composizione e le caratteristiche della flora batterica intestinale di alcuni bambini occidentali che seguono una dieta tipica confrontandola con quella di bambini del Burkina Faso, che seguono un’alimentazione a base di vegetali e cereali.

Ne è risultato che la flora batterica dei bambini africani è più in salute rispetto ai quella dei bambini italiani e un maggiore numero di acidi grassi. Fondamentale quindi per i bambini, ma ovviamente non solo, seguire una dieta il più varia possibile ma soprattutto ricca di fibre, che si trovano prevalentemente in vegetali e cereali. Questi acidi sono fondamentali per contrastare le azioni degli agenti patogeni che possono portare alla formazione di rischi seri come la salmonella.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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