Paracentesi: a cosa serve, complicanze, diagnostica, ascite

MEDICINA ONLINE PARACENTESI ADDOMINALE ASCITE DIAGNOSTICA ESPLORATIVA DOVE PUNGERE COSA SERVE MALATTIE CIRROSI ALBUMINA SIERO LIQUIDO ESSUDATO TRASUDATO.jpgCon paracentesi (anche chiamata peritoneocentesi) si intende una procedura medico-chirurgica che consiste nella perforazione con un ago di cavità organiche ripiene di  Continua a leggere

Ascite: cura, addominale, tumore, sintomi iniziali, paracentesi

MEDICINA ONLINE CAPUT MEDUSAE CIRROSI EPATICA ASCITE FEGATO INSUFFICIENZA EPATICA ACUTA CRONICA ANASTOMOSI PORTO SISTEMICA VENA CAVA INFERIORE SUPERIORE CIRCOLO COLLATERALE ALBUMINA ENCEFALOPATIA

Caput medusae in paziente con ascite da cirrosi epatica

Con ascite in medicina si intende una raccolta di liquido nella cavità peritoneale. Ricordiamo al lettore che il peritoneo è una sottile membrana sierosa che costituisce il rivestimento della cavità addominale. A seconda della Continua a leggere

Transilluminazione dello scroto per la diagnosi di idrocele

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OSPEDALE ANAMNESI ESAME OBIETTIVO SEMEIOTICA FONENDOSCOPIO ESAME (2)L’idrocele è una condizione caratterizzata da una raccolta anomala di liquido nello scroto che si manifesta con una sacca scrotale parzialmente o totalmente gonfia, tesa e generalmente non dolente, determinata da svariate cause, come ernie, malformazioni congenite, traumi e tumori. Quando il paziente si presenta alla vista del medico, già all’ispezione ed alla palpazione viene sospettata la presenza di idrocele, che può essere confermata dalla prova di transilluminazione scrotale.
Quest’ultima è una prova rapida ed indolore, che consiste Continua a leggere

Perché il sale scioglie il ghiaccio? Quale reazione avviene?

MEDICINA ONLINE RAIN TORNADO COLD WATER OMBRELLO TEMPO BOSCO FOGLIE SECCHE AUTUNNO INVERNO CLIMA METEO METEREOPATIA WINTER SNOW NEVE AUTUMN LEAVES WOODS WALLPAPER Alone-sad-girl-lonely-walk-with-umbrella-miss-you-imagesPerché si sparge il sale sulle strade ghiacciate? Semplice: il sale “scioglie” il ghiaccio. Ma per quale motivo ciò avviene?

Il punto di congelamento

Quando la temperatura ambientale scende sotto zero, l’acqua sulle strade comincia a formare i primi cristalli di ghiaccio, processo che porta alla formazione di lastre ghiacciate, pericolosissime sia per le autovetture che per i pedoni. Per contrastare tale fenomeno, viene gettato del sale le cui molecole – a contatto con l’acqua – si scindono in ioni e tali ioni si legano elettrostaticamente alle molecole d’acqua. La presenza di questi ioni interferisce con la crescita dei singoli cristalli di ghiaccio: per questo tecnicamente si dice che il sale ha la proprietà di abbassare il punto di congelamento dell’acqua. In pratica il sale va a determinare il fatto che, per ghiacciarsi, l’acqua avrebbe bisogno di una temperatura ancora più bassa di quella ambientale, quindi al diminuire ulteriore della temperatura si aumenta la quantità di sale, dal momento che quantità di sale e punto di congelamento sono inversamente proporzionali: all’aumentare della quantità di sale, diminuisce il punto di congelamento, fino a quando la soluzione non è satura ed altro sale non riuscirebbe a sciogliersi.

Per approfondire, leggi anche: Quale tipo di sale si usa per sciogliere ghiaccio e neve? Va bene il sale da cucina?

Potete trovare prodotti con cloruro di calcio (più efficace del sale da cucina per sciogliere la neve) qui: http://amzn.to/2FwrZlc e qui: http://amzn.to/2ClAAbE

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Quanti cl di liquido sono contenuti in un bicchiere di plastica e di vetro?

MEDICINA ONLINE BIRRA ALCOL VINO DRINK PUB LATTE YOGURT PANCIA GRASSI DIFFERENZE PIU CALORIE DIABETE GLICEMIA INSULINA ZUCCHERI CARBOIDRATI CIBO DOLCE MANGIARE ACQUA VALORI PROPRIETA NUTLa capienza di un bicchiere, ovviamente, cambia da bicchiere a bicchiere, soprattutto nel caso di quelli di vetro, che per motivi di design possono contenere varie quantità di liquido a seconda di marca e modello. Per i tipici bicchieri di plastica, il classico bianco che si mette in tavola per l’acqua e risulta comodo in caso di pic nic, la misura invece è standard e corrisponde a 200 ml (millilitri) di liquidi.

Ricordiamo che 200 ml corrispondono a 20 cl (centilitri) ed a 0,2 litri (cioè un quinto di litro). Per comparazione ricordiamo anche che una classica lattina di Coca Cola contiene 33 cl (330 ml).

Per quanto riguarda i bicchieri di vetro, i più comuni bicchieri da tavola contengono 20 cl, ma alcuni possono anche essere più piccoli (intorno ai 15 cl) oppure molto più grandi, come alcuni boccali di birra, che possono contenere oltre mezzo litro di liquido, tipicamente:

  • 1 pinta inglese: che corrisponde circa a 0,56 litri (56 cl);
  • mezza pinta inglese: che corrisponde circa a 0,28 litri (28 cl);
  • 1 pinta americana: che corrisponde circa a 0,47 litri (47 cl);
  • mezza pinta americana: che corrisponde circa a 0,23 litri (23 cl).

Le tazze invece generalmente contengono il doppio di un bicchiere, quindi circa 40 cl (400 ml o 0,4 litri)

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Rottura delle acque: sintomi, colore, come riconoscerla, che fare?

MEDICINA ONLINE GRAVIDANZA INCINTA DIARREA FECI LIQUIDE FETO PARTO CESAREO DIETA FIBRA GRASSI ZUCCHERI PROTEINE GONFIORE ADDOMINALE MANGIARE CIBO PRANZO DIMAGRIRE PANCIA PESO INTESTINOLa rottura delle acque è uno dei vari sintomi che caratterizza il travaglio, cioè la prima fase del parto naturale che culmina con l’espulsione del neonato attraverso il canale del parto.

Quando inizia il travaglio? I sintomi che preannunciano l’inizio del travaglio

L’inizio del travaglio può avvenire improvvisamente o gradualmente ed è caratterizzato dalla comparsa di:

  • contrazioni uterine forti, regolari ed ingravescenti: sono inizialmente deboli, in seguito si fanno sentire a distanza di minuti e poi secondi l’una dall’altra con una durata che può variare sino ad avvertirle ogni trenta secondi. Le contrazioni uterine sono abbastanza caratteristiche e la futura mamma le riconosce facilmente, specie se ha già partorito altre volte;
  • modificazioni a carico della cervice (assottigliamento e dilatazione);
  • emissione del tappo cervicale caratterizzata dalla fuoriuscita di una sostanza bianca, densa, inodore e mucillaginosa, striata di sangue e talvolta seguita da una piccola perdita ematica;
  • rottura spontanea delle membrane (rottura delle acque) con emissione di un’ingente quantità di liquido caldo, normalmente inodore ed incolore.

Altri sintomi del fatto che il parto si sta rapidamente avvicinando, potrebbero essere:

  • perdite: alla fine della gravidanza si possono avere delle piccole perdite di liquido amniotico che sono trasparenti e inodori
  • respirazione facilitata: per tutta la gravidanza il peso del bambino e il volume dell’utero vi hanno causato una sensazione di pressione e costipazione a livello della respirazione, adesso invece il bambino è in posizione più inferiore e ciò regala un immediato sollievo ed una migliore facilità respiratoria;
  • sensazione di urinare: lo spostamento visto nel punto precedente, porta il bimbo a premere sulla vescica, e ciò può determinare uno stimolo impellente di urinare anche con la vescica è parzialmente vuota. In pratica “correte in bagno” per emettere una piccola quantità di urina.

Infine un altro sintomo che può annunciare l’imminente arrivo del travaglio è rappresentato dalla diarrea, sostenuta dal rilascio di ormoni endocrini e paracrini che preparano l’organismo della partoriente al lieto evento.

Tali sintomi si associano ad altri segni e sintomi che la futura mamma inizia a provare già diversi giorni prima del parto, come ad esempio:

  • abbassamento della pancia: ciò avviene perché il bambino, nelle ultime fasi di gravidanza, si trova generalmente a testa in giù e la pancia della donna che sta per partorire è chiaramente molto abbassata;
  • stanchezza o, al contrario, tanta energia: la stanchezza solitamente accompagna la donna per quasi tutta la gravidanza, ma alla fine si fa sentire ancora di più, soprattutto se abbiamo messo qualche chilo di troppo, ci impigriamo e anche fare una brevissima passeggiata ci stanca in maniera spropositata. In altre donne, invece, proprio gli ultimi giorni della gravidanza sono caratterizzati da un ritrovato vigore e maggiore energia, come non succedeva da mesi;
  • mal di schiena: le piccole contrazioni preparatorie possono contribuire a far venire il mal di schiena.

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Emissione del tappo cervicale

Durante la gravidanza, la cervice è occupata da un accumulo di materiale mucoso, che impedisce la risalita nell’utero di microrganismi patogeni, proteggendolo dalle aggressioni del mondo esterno. All’inizio del travaglio, quando la cervice inizia a dilatarsi in preparazione al parto, questo tappo scivola via e viene espulso. In tale occasione, la gestante avverte la fuoriuscita di una sostanza bianca, densa, inodore e mucillaginosa, striata di sangue e talvolta seguita da una piccola perdita ematica. Questo sintomo, quando viene percepito dalla donna, di per sé dice solamente che il travaglio è ormai prossimo, ma – se isolato dagli altri sintomi del travaglio – non fornisce alcuna indicazione sull’esatta distanza dal parto. L’evento può infatti insorgere anche qualche settimana prima dell’inizio del travaglio.

Rottura delle acque

Arriviamo ora all’argomento “principe” di questo articolo: la rottura delle acque. Cominciamo col dire che la “borsa delle acque” è una specie di sacco che contiene il feto ed il liquido amniotico in cui è immerso. Nella sua classica presentazione, alla rottura delle acque consegue la discesa in vagina di un’ingente quantità del contenuto della borsa delle acque, caratterizzato principalmente da liquido caldo, normalmente inodore ed incolore. Queste caratteristiche aiutano a differenziarlo dall’urina e dalle comuni perdite vaginali, più viscose, non continue e talvolta frammiste a sangue. La quantità di liquido amniotico che fuoriesce dalla vagina è comunque variabile; se ad esempio il sacco si fora in un solo punto anziché rompersi completamente, la perdita risulta modesta e non costante; pur tuttavia, si ripete nell’arco della giornata ed è in genere associata ai movimenti della mamma, cioè più la madre si muove e più elevate sono le possibilità che il fenomeno si ripresenti. Le membrane possono rompersi all’inizio del travaglio oppure senza che siano iniziate le contrazioni; nella maggioranza dei casi le acque si rompono durante il travaglio e qualora le contrazioni uterine non si presentino nelle successive 24 ore, vengono in genere stimolate medicalmente.

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Rottura delle acque: cosa deve fare la futura mamma?

Il nostro primo consiglio per la futura mamma è quello di cercare di restare tranquille e lucide, anche se ciò è più facile a dirsi che a farsi. Per tranquillizzarci ricordiamo che è un fenomeno assolutamente normale e che preannuncia uno dei momenti della nostra vita, seppur faticoso, più belli in assoluto. Il secondo consiglio è quello di cercare di assorbire il liquido con l’aiuto di un assorbente o alcuni fazzoletti e farsi trasportare subito in ospedale. Cercate di respirare in modo profondo ed evitate movimenti bruschi. Il travaglio sta per cominciare ma non è detto che sia doloroso e lunghissimo, come qualcuno pensa. Può durare poche o molte ore, essere più o meno doloroso, tutto dipende dal grado di dilatazione della cervice per il passaggio del piccolo.

Rottura delle acque: cosa deve fare il futuro papà?

In caso di rottura delle acque, il ruolo del futuro papà è ovviamente secondario, ma non meno importante affinché tutto vada per il verso giusto. E’ necessario che il partner si mantenga calmo e lucido come ed ancor di più della donna, dal momento che quasi sempre è lui che dovrà guidare per condurre la partoriente fino all’ospedale, velocemente ma in modo razionale, evitando manovre azzardate e pericolose. Durante il tragitto rassicurate la donna, ricordatele che sta per arrivare uno dei momenti più belli della vostra vita e rammendatele gli esercizi di respirazione che ha provato tante volte durante il corso pre-parto. Arrivati all’ospedale, aiutatela a scendere dall’auto e… auguri ai futuri neo-genitori!

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Differenza tra impermeabile, idrorepellente e resistente all’acqua

MEDICINA ONLINE RAIN TORNADO COLD WATER OMBRELLO TEMPO AUTUNNO INVERNO CLIMA METEO METEREOPATIA WINTER AUTUMN WALLPAPER Alone-sad-girl-lonely-walk-with-umbrella-miss-you-imagesI termini “impermeabile” ed “idrorepellente” non sono sinonimi, bensì hanno un significato diverso. La differenza può essere banale per la vita di tutti i giorni, ma diventa vitale in alcune condizioni, come per esempio in una gita in montagna con brutto tempo in arrivo o – ancor di più – in alcuni sport estremi dove il corpo viene sottoposto a condizioni atmosferiche estremamente avverse.

Materiale impermeabile

Il materiale impermeabile (anche detto waterproof) è un materiale fortemente resistente all’acqua, alla sua penetrazione ed al suo assorbimento, anche nelle condizioni più estreme, come una pioggia battente. L’impermeabilità all’acqua può essere ottenuta mediante:

  • trattamento con sostanze idrorepellenti;
  • utilizzo di filati in materiale idrofobo;
  • utilizzo di impregnanti in grado di sigillare i pori del materiale;
  • utilizzo di un materiale privo di porosità.

Un materiale impermeabile può essere traspirante o non traspirante: un tipico esempio di tessuto impermeabile all’acqua ma traspirante è il Gore-tex; un esempio invece di tessuto impermeabile in senso stretto e quindi non traspirante è la tela cerata. Ottimi prodotti impermeabili, sono:

Materiale idrorepellente

Il materiale idrorepellente (water repellent) è un materiale trattato per facilitare lo scorrimento dell’acqua sulla sua superficie che è idrofobica: quando una goccia d’acqua si posa sulla sua superficie forma un angolo di contatto Θc superiore ai 90°. Un materiale idrorepellente NON è però altrettanto efficace come un materiale impermeabile: l’idrorepellente garantisce protezione e comfort dalla pioggia leggera, dalla nebbia e dalla neve ma non dalla pioggia battente. È tipica dei capi in membrana traspirante e softshell. In caso di condizioni meteo fortemente avverse, è quindi preferibile usare indumenti impermeabili e non idrorepellenti.

Un ottimo zaino ultraleggero idrorepellente è questo: https://amzn.to/3F8Z43S

Resistente all’acqua

“Resistente all’acqua” è invece una dicitura generalmente usata per indicare la resistenza del rivestimento di un dispositivo elettronico, come smartphone, tablet, o altro device, nei confronti di un possibile ingresso di liquidi al suo interno.

Esempi di prodotti resistenti all’acqua, sono: http://amzn.to/2BkqWVM

Generalmente i livelli di protezione sono indicati dal secondo numero contenuto in una sigla del device, come ad esempio IP67 e IP68 (il primo numero indica invece la resistenza alla polvere). Più il numero è alto e maggiore è la protezione dall’acqua:

  • 0 – Nessuna protezione all’acqua
  • 1 – Protezione dalla caduta di gocce d’acqua in verticale
  • 2 – Protezione dalla caduta di gocce d’acqua con inclinazione massima 15°
  • 3 – Protezione dalla pioggia
  • 4 – Protezione dagli spruzzi d’acqua diretti
  • 5 – Protezione dai getti d’acqua diretti
  • 6 – Protezione dalle ondate
  • 7 – Protezione da immersioni temporanee in acqua (tra 15 cm e 1 m di profondità per un massimo di 30 minuti)
  • 8 – Protezione da immersioni permanenti in acqua (fino a 3 m di profondità continua per un massimo di un’ora)
  • 9 – Protezione da immersioni permanenti in acqua e da getti d’acqua ad alta pressione e alta temperatura (fino a 3 m di profondità continua per un massimo di un’ora).

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Differenza tra soluzione ipertonica, ipotonica ed isotonica in chimica

MEDICINA ONLINE LABORATORIO CHIMICA FISICA SANGUE ANALISI FECI URINA GLICEMIA AZOTEMIA DENSITA CHEMISTRY LAB VISCOSITA LIQUIDO GAS SOLIDO FLUIDO ACQUA PESO SPECIFICO SCUOLA RICERCA RESISTENZA ATTRITOSi definisce “soluzione” in chimica una miscela omogenea in cui una o più sostanze sono contenute in una fase liquida o solida o gassosa; una soluzione contiene particelle diverse mescolate e distribuite in modo uniforme nello spazio disponibile in modo che ogni volume di soluzione abbia la medesima composizione degli altri. La misura della quantità di soluto rispetto alla quantità di soluzione è detta concentrazione e viene misurata sia tramite unità fisiche che tramite unità chimiche.

In chimica si possono distinguere tre tipi di soluzione, in base alla concentrazione di soluto:

  • soluzioni isotoniche: sono due soluzioni con stessa concentrazione di soluto tra loro;
  • soluzione ipertonica: è una soluzione con maggiore concentrazione di soluto rispetto ad un’altra soluzione;
  • soluzione ipotonica: è una soluzione con minore concentrazione di soluto rispetto ad un’altra soluzione.

Passaggio di acqua da una soluzione all’altra

Il passaggio dell’acqua attraverso una membrana posta tra due ambienti (ad esempio cellula e spazio extracellulare), dipende dal tipo di ambiente ipertonico, ipotonico o isotonico:

  • se la soluzione è isotonica rispetto alla cellula, ci sarà la medesima concentrazione di soluto da entrambe le parti venendosi a creare un equilibrio idrico;
  • se la soluzione è ipertonica rispetto alla cellula, l’acqua si muoverà verso l’esterno della cellula che può essere danneggiata dalla disidratazione;
  • se la soluzione è ipotonica rispetto alla cellula, l’acqua si muoverà verso l’interno della cellula che si rigonfia e può scoppiare (lisi cellulare).

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Per sopravvivere in un ambiante ipertonico o ipotonico la cellula deve quindi continuamente regolare l’equilibrio idrico, tramite l’osmoregolazione. Le cellule vegetali hanno una parete cellulare che limita il loro volume e ne definisce la forma.

Turgore : pressione interna alla cellula contro la parete cellulare che impedisce l’ingresso di altra acqua.

  • se la soluzione è isotonica rispetto alla cellula vegetale, quest’ultima perde il proprio turgore;
  • se la soluzione è ipertonica rispetto alla cellula vegetale perde acqua e raggrinzisce e la membrana si stacca dalla parete cellulare mediante un fenomeno detto plasmolisi;
  • Se la soluzione è ipotonica rispetto alla cellula vegetale, la cellula è turgida.

Le proteine di trasporto consentono una diffusione facilitata, cioè permettono a una sostanza di attraversare la membrana secondo il gradiente di concentrazione. È un tipo di trasporto passivo, non richiede energia. La diffusione facilitata è utilizzata da zuccheri, amminoacidi, ioni e acqua. Le proteine di trasporto più comuni agiscono da canale per queste sostanze; la proteina da trasporto “ carrier” si lega al proprio passeggero, cambia forma e lo lascia all’altro lato della membrana. Le proteine di trasporto dette acquaporine rendono rapida la diffusione dell’acqua. La proteina di trasporto è specifica per la sostanza di cui facilita il passaggio; più proteine di trasporto ci sono, più rapida è la diffusione.

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