Varici gastriche e cirrosi epatica: trattamento

MEDICINA ONLINE MALATTIE FEGATO EPATOPATIE AUTOIMMUNI VARICI ESOFAGEE SINTOMI PRURITO PELLE ITTERO INSUFFICIENZA RENALE ALCOL GRASSI DIABETE CISTIFELLE EPATITE A B C CIRROSI EPATICA STEATOSI ALCOLICA NON EPATOCITI TRAPIANTOLe varici gastriche si sviluppano come le varici esofagee nei pazienti con ipertensione portale da cirrosi epatica. Possono svilupparsi in associazione alle Continua a leggere

Differenza tra vomito rosso, verde, giallo, marrone, fecaloide, caffeano, emorragico

MEDICINA ONLINE FECI VOMITO BOCCA VOMITO FECALOIDE CAUSE COLORE VERDE GIALLO ROSSO MARRONE BILIARE CAFFEANO CIBO ALIMENTARE DIGESTIONE NAUSEA STOMACO MAL DI PANCIA ACQUA NON DIGERITO PEZZI COLITE COLON FEGATO

Almeno una volta nella nostra vita tutti noi ci siamo confrontati con questo problema. Vediamo di capire e comprendere quali siano i colori del vomito e quale sia il loro significato spiegato in modo semplice e dettagliato. Questa guida è ovviamente esemplificativa: in caso di vomito contattate il vostro medico di fiducia evitando pericolose auto-diagnosi.

Vomito di colore verde

Il vomito di colore verde è definito “vomito biliare” e si presenta con emissione di bile che ha un caratteristico colore giallastro-verde scuro. Il colore della bile presente nel vomito può variare dal giallo al verde scuro a seconda dei tempi di ristagno della bile nello stomaco. Se il vomito è di tipo biliare, può essere causato da: sbornia, avvelenamento da cibo o blocco dell’intestino. Il colore verde può essere in alcuni casi causato anche dal cibo che si è recentemente ingerito. Per approfondire:

Vomito di colore giallo

Il vomito di colore giallo, come già detto, è spesso causato dall’emissione di bile. In molti causi può essere causato da una condizione denominata “stenosi” che consistente nel restringimento di un orifizio, di un dotto, di un vaso sanguigno o di un organo cavo, tale da ostacolare o impedire il normale passaggio di alcune sostanze.

Vomito di colore marrone con odore fecaloide

Se il vomito è di colore marrone/marrone scuro ed ha anche un cattivo odore simile alle feci, la causa potrebbe risiedere in un “blocco intestinale“ cioè nell’arresto dell’emissione delle feci a causa di stitichezza cronica, calcoli biliari nell’intestino, poliposi, grossi tumori del colon, strozzamento per ernie, paralisi della parete colica o altri motivi ostruttivi. In caso di blocco intestinale, il materiale fecale più o meno formato, non riuscendo a trovare strada verso l’ano, risale in direzione opposta: in questo caso il vomito prende il nome di “vomito fecaloide“. In genere più il vomito fecaloide è “liquido” e marrone chiaro, più l’ostruzione è presente ad un livello “alto” dell’apparato digerente, mentre più è marrone scuro e “duro”, più l’ostruzione è presente ad un livello “basso” (più vicino all’ano). Per approfondire, leggi: Feci dalla bocca: il vomito fecaloide

Vomito di colore “caffeano”

Se il colore marrone è simile a quello di un fondo di caffè, prende il nome di “vomito caffeano” e potrebbe essere causato da una emorragia interna con il sangue che ha avuto il tempo di coagularsi o “essere digerito”. In questo caso, al contrario del vomito fecaloide, è assente l’odore simile alle feci. Il vomito con sangue digerito/coagulato è tipico delle emorrargie interne che avvengono in un tratto “basso” dell’apparato digerente. E’anche facile osservarlo quando esce il sangue dal naso e ci si stende: il sangue verrà digerito e questo, provocherà insistenti conati di vomito. Per approfondire:

Vomito di colore rosso vivo

Il vomito con sangue di colore rosso vivo (detto “ematemesi”) solitamente è causato dalla presenza di una emorragia interna con il sangue che non ha avuto il tempo di coagularsi o “essere digerito”. Ciò è possibile ad esempio in caso di un ulcera aperta a livello di stomaco o esofago. L’ematemesi spesso avviene in caso di rottura di “varici esofagee”, una grave condizione patologica caratterizzata dalla formazione e rottura di varici a carico delle vene del plesso sotto-mucoso dell’esofago, correlata ad uno stato di ipertensione portale cronica a sua volta determinata da patologie croniche del fegato, come la cirrosi epatica, di cui rappresenta una temibile complicazione. L’emorragia del tratto iniziale dell’apparato digerente determina spesso, oltre all’ematemesi, anche melena (emissione di feci di colore nero-piceo). Per approfonire, leggi:

Vomito di colore bianco

Il vomito di colore bianco è causato dall’acido dei succhi gastrici. Spesso è accompagnato anche da muco viscoso o mucoso. Quando è di tipo “mucoso” solitamente non è acido. Quando si tratta perlopiù di succhi gastrici, può essere acido. Il vomito bianco può verificarsi anche quando si è recentemente mangiato qualcosa di bianco, come ad esempio il latte.

Vomito di tanti colori diversi

Questo tipo di vomito in genere è un vomito di tipo “gastrico” che contiene cibo o pezzetti di cibo non digeriti, che non hanno avuto il tempo di superare lo stomaco.

Diagnosi differenziale

Oltre al colore, in questo articolo abbiamo quindi intuito che anche il tipo di vomito può essere utile al medico per capire qual è la causa della sua comparsa:

  • vomito alimentare: se vengono rigettati alimenti anche a distanza dai pasti;
  • vomito acquoso: se è acido, con poca mucina, e sono presenti succhi gastrici;
  • vomito mucoso: se è anacido, ricco di mucina, e sono presenti succhi gastrici;
  • vomito biliare: se si presenta emissione di bile ed ha un caratteristico colore verde scuro;
  • vomito fecaloide nel caso abbia un colore marrone scuro ed un tipico odore di feci, dovuti a stasi prolungata nell’intestino (nel caso, ad esempio, di occlusione intestinale), per cui la flora batterica prolifera indefinitamente;
  • vomito emorragico o ematemesi: se è presente sangue rosso vivo;
  • vomito caffeano, se è presente sangue digerito con un tipico colore nerastro (“a posa o fondo di caffè”).

Per aiutarsi nella diagnosi, il medico può servirsi di vari strumenti, tra cui:

Per approfondire:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Epatite C: contagio, saliva, sintomi, cura, si guarisce?

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Varici esofagee: classificazione, dieta, legatura, complicanze

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Ascite: cura, addominale, tumore, sintomi iniziali, paracentesi

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Caput medusae in paziente con ascite da cirrosi epatica

Con ascite in medicina si intende una raccolta di liquido nella cavità peritoneale. Ricordiamo al lettore che il peritoneo è una sottile membrana sierosa che costituisce il rivestimento della cavità addominale. A seconda della Continua a leggere

Vomitare sangue ed ematemesi: cos’è, cosa fare, cause e terapie

MEDICINA ONLINE ESOFAGO STOMACO DUODENO INTESTINO TENUE DIGIUNO ILEO SCOPIA APPARATO DIGERENTE CIBO DIGESTIONE TUMORE CANCRO POLIPO ULCERA DIVERTICOLO CRASSO FECI VOMITO SANGUE OCCULTO MILZA VARICI CIRROSI EPATICA FEGATO.jpgSi chiama ematemesi la perdita di sangue dallo stomaco, dall’esofago o dal duodeno attraverso l’emesi, cioè il vomito. Si tratta di un’emorragia tra le più comuni che porta addirittura alla morte nel 6 – 12 % dei casi. Pare che gli uomini siano maggiormente colpiti da ematemesi rispetto alle donne. Il sangue che è rimesso può avere diverse colorazioni ed esaminarne il colore è importante per avere maggiori indicazioni sulla natura del problema. Quando il sangue dell’ematemesi è di colore rosso vivo significa che l’emorragia è recente e molto pericolosa perché il paziente sta perdendo molto sangue e velocemente. Quando invece il sangue ha una colorazione più scura di rosso, significa che il sangue non è emesso subito ma ha stazionato nell’apparato digerente per un po’ prima di essere vomitato. Tanto più il sangue ha un colore simile al caffè, tanto più si è fermato prima di uscire. L’emorragia da cui ha origine dovrebbe non essere troppo grave, soprattutto se la quantità di sangue espulsa è poca. L’ematemesi non avviene dopo un colpo di tosse, che è un sintomo che invece riguarda i polmoni, tipico della tisi ad esempio.

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Cause

Le cause dell’ematemesi sono da ricercarsi in problemi gastrointestinali. Una possibile causa potrebbe essere un’ulcera gastrica o duodenale. Infatti, la metà dei pazienti affetti da queste patologie presenta ematemesi. L’ulcera è una lesione della mucosa che può essere causata da diversi fattori, tra cui l’assunzione di farmaci antiinfiammatori non steroidei che provocano una gastrite erosiva. L’ematemesi si verifica anche in seguito a un trauma fisico, come potrebbe succedere dopo un incidente stradale o dopo un allenamento sportivo che porta alla rottura di vasi sanguini del tratta gastrointestinale. Una causa simile a questa appena descritta è la angiodisplasia gastrica che porta alla rottura dei vasi sanguini a causa di una loro malformazione. Altra causa dell’ematemesi potrebbero essere le varici esofagee che sono delle dilatazioni dei vasi dell’esofago che hanno luogo in seguito a ipertensione venosa, cioè quando aumenta la pressione del sangue. Questo genere di ipertensione con la formazioni di varici è anch’essa un sintomi di una patologia: la cirrosi epatica. Anche tumori a stomaco, intestino, pancreas, fegato e esofago possono avere come sintomo l’ematemesi. La sindrome di Mallory – Weiss è una patologia che non ha ancora individuato con precisione la sua causa ma pare certo che è indicata dalla presenza di ematemesi. Pare che frequenti episodi di vomito a causa di abuso di alcol portino alla lacerazione dello sfintere che provoca una piccola emorragia. Infine, l’ematemesi può essere sintomo della malattia emorragica del neonato. Si tratta di una patologia che colpisce i bambini e i neonati, come si può capire dal suo nome. In corrispondenza a una mancanza totale di vitamina K, il sangue non è coagulato per una mancata formazione del fegato e così il neonato presenta ematemesi.

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Terapia

Come già detto, l’ematemesi è il sintomo di altre patologie, quindi è possibile curarla solo diagnosticando le cause a monte ed intervenendo su di esse. Quando si presenta l’ematemesi, si deve correre all’ospedale, dove il paziente è sottoposto a misurazione della pressione sanguigna per verificare che non sia in atto una grave emorragia. Con una perdita di sangue, i medici immettono subito per via endovenosa altri liquidi, perché il volume ematico si riduce con l’ematemesi. Si procede, inoltre, con esami del sangue per contare globuli rossi, elettroliti e concentrazione di emoglobina. Con perdite di sangue ingenti, si deve ricorre anche a delle trasfusioni. Per trovare l’origine dell’ematemesi è eseguita una gastroscopia che individua la presenza di ulcere gastriche o duodenali da dove potrebbe provenire il sangue. Sono prescritti farmaci anti emorragici per fermare la fuoriuscita di sangue. Una volta individuata la causa, si può cauterizzare i vasi che provocano il sanguinamento. Nei casi più gravi, si deve intervenire chirurgicamente; l’intervento dipende dalla patologia in corso. Dopo aver avuto l’ematemesi, è sempre consigliabile restare a digiuno per un paio di giorni e, in quelli successivi, seguire una dieta a base di liquidi evitando i cibi solidi.

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Legatura/sclerosi delle varici esofagee: perché si esegue, quali sono i rischi?

MEDICINA ONLINE SURGERY SURGEON RECOVERY TAGLIO ANESTESIA GENERALE REGIONALE LOCALE EPIDURALE SPINALE SNC BISTURI PUNTI SUTURA COSCIENTE PROFONDA MINIMA ANSIOLISI ANESTHETIC AWARENESS WALLPAPER PICS PHOTO HD HI RES PICTURESL’emorragia delle vene dell’esofago (varici) è una delle complicanze più gravi che può verificarsi in un paziente affetto da una malattia cronica del fegato, come la cirrosi epatica. Può avvenire perché proprio a causa della malattia che interessa il fegato, parte del sangue proveniente dall’intestino non riesce a passare attraverso il fegato (dove viene filtrato), ma viene deviato lungo le vene dello stomaco e dell’esofago.
L’afflusso di maggiori quantità di sangue attraverso queste vene ne provoca una dilatazione (varice) simile a quanto avviene nelle vene delle gambe. Le vene dell’esofago, divenute gonfie e tortuose, sono soggette a rottura con comparsa di emorragia, che può fuoriuscire dalla bocca (ematemesi) o essere eliminata attraverso l’intestino, con riscontro di feci nerastre (melena), a tal proposito leggi: Feci nere e melena: cause e cure in adulti e neonati

COME SI CURANO?

Le varici dell’esofago possono essere viste con una sonda, il gastroscopio, di diametro di poco superiore al centimetro, con una telecamera in punta o delle lenti (fibre ottiche) e dotato di luce propria, che viene introdotto delicatamente dalla bocca. Attraverso il canale che esiste all’interno del gastroscopio è possibile fare passare un ago sottile, che consente di iniettare un liquido nelle varici che sanguinano o nelle loro immediate vicinanze, provocando l’arresto dell’emorragia. L’emorragia può essere arrestata anche strozzando alla base la varice con un piccolo anello elastico (legatura). L’iniezione di questo liquido o il posizionamento di un anello elastico provocano una trombosi della varice che conduce poi alla sua occlusione e scomparsa. Per ottenere una completa scomparsa di tutte le varici sono necessari più esami endoscopici (generalmente da 3 a 5), che vengono effettuati settimanalmente o ogni 2 settimane. La completa scomparsa di tutte le varici è importante per prevenire ulteriori emorragie.
I pazienti vengono in seguito sottoposti a controlli periodici (6 mesi o un anno) durante i quali vengono trattate eventuali varici riformate.

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PERCHÉ SI TRATTANO?

L’emorragia delle varici dell’esofago richiede un intervento immediato per i rischi che ne possono derivare. Dopo un episodio di sanguinamento, è inoltre necessario chiudere tutte le varici per prevenire altre emorragie.
La terapia endoscopica è attualmente quella che consente, in un’elevata percentuale di casi, un rapido arresto dell’emorragia da varici e la loro successiva occlusione (già durante l’esame che deve accertare la sede dell’emorragia), senza dover ricorrere ad anestesia generale.
Per tale motivo quella endoscopica è preferita alla terapia chirurgica e a quella radiologica, che sono oggi riservate ai casi in cui la terapia endoscopica fallisce.

COME SI ESEGUE L’ESAME?

Prima dell’esame può essere qualche volta necessario posizionare un sondino che, attraverso il naso, viene fatto procedere fino allo stomaco, per rimuovere il sangue e i residui alimentari presenti nello stomaco.
L’esame non produce dolore ma solo modesto fastidio all’introduzione dello strumento; per tale motivo può essere somministrato un farmaco sedativo e un liquido o una compressa per l’anestesia in gola. Durante l’esame il paziente viene costantemente monitorato (saturazione, battito cardiaco ecc.). Ai fini dell’esame è importante che il paziente si mantenga rilassato, respirando lentamente e profondamente, per prevenire l’eventuale sensazione di vomito e tollerare meglio la procedura. Dopo l’esame è necessario rimanere sotto controllo per qualche ora, in alcuni casi rimanere ricoverati per 24 ore. Ovviamente, se l’esame è stato effettuato per un’emorragia, il ricovero potrà protrarsi per più giorni.
L’alimentazione dovrà essere liquida per le prime 24 ore e semiliquida per uno o più giorni.

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QUALI SONO LE COMPLICANZE?

Dopo la sclerosi o la legatura delle varici esofagee possono insorgere febbre e/o modesti dolori al torace e alla parte superiore dell’addome che si risolvono spontaneamente e che devono destare apprensione solo quando persistono.
L’eventuale comparsa di difficoltà alla deglutizione è legata all’infiammazione della mucosa dell’esofago, conseguente all’iniezione del liquido che occlude le varici. Inoltre, sia l’iniezione di liquido nelle varici sia la legatura provocano delle ulcere della mucosa dell’esofago. La caduta dopo qualche giorno delle piccole croste che le ricoprono (escare) può essere causa di un nuovo sanguinamento che generalmente si arresta spontaneamente.
La difficoltà alla deglutizione tende a scomparire dopo alcuni giorni e solo la sua persistenza per tempi lunghi può indicare la presenza di un restringimento dell’esofago conseguente al trattamento. A questa complicanza si può facilmente porre rimedio per via endoscopica.
Complicanze più gravi, come la perforazione, sono molto più rare.

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Riconoscere i differenti tipi di vomito a seconda del colore

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Vomito di colore verde

Il vomito di colore verde è definito “vomito biliare” e si presenta con emissione di bile che ha un caratteristico colore giallastro-verde scuro. Il colore della bile presente nel vomito può variare dal giallo al verde scuro a seconda dei tempi di ristagno della bile nello stomaco. Se il vomito è di tipo biliare, può essere causato da: sbornia, avvelenamento da cibo o blocco dell’intestino. Il colore verde può essere in alcuni casi causato anche dal cibo che si è recentemente ingerito. Per approfondire:

Vomito di colore giallo

Il vomito di colore giallo, come già detto, è spesso causato dall’emissione di bile. In molti causi può essere causato da una condizione denominata “stenosi” che consistente nel restringimento di un orifizio, di un dotto, di un vaso sanguigno o di un organo cavo, tale da ostacolare o impedire il normale passaggio di alcune sostanze.

Vomito di colore marrone con odore fecaloide

Se il vomito è di colore marrone/marrone scuro ed ha anche un cattivo odore simile alle feci, la causa potrebbe risiedere in un “blocco intestinale“ cioè nell’arresto dell’emissione delle feci a causa di stitichezza cronica, calcoli biliari nell’intestino, poliposi, grossi tumori del colon, strozzamento per ernie, paralisi della parete colica o altri motivi ostruttivi. In caso di blocco intestinale, il materiale fecale più o meno formato, non riuscendo a trovare strada verso l’ano, risale in direzione opposta: in questo caso il vomito prende il nome di “vomito fecaloide“. In genere più il vomito fecaloide è “liquido” e marrone chiaro, più l’ostruzione è presente ad un livello “alto” dell’apparato digerente, mentre più è marrone scuro e “duro”, più l’ostruzione è presente ad un livello “basso” (più vicino all’ano). Per approfondire, leggi: Feci dalla bocca: il vomito fecaloide

Vomito di colore “caffeano”

Se il colore marrone è simile a quello di un fondo di caffè, prende il nome di “vomito caffeano” e potrebbe essere causato da una emorragia interna con il sangue che ha avuto il tempo di coagularsi o “essere digerito”. In questo caso, al contrario del vomito fecaloide, è assente l’odore simile alle feci. Il vomito con sangue digerito/coagulato è tipico delle emorrargie interne che avvengono in un tratto “basso” dell’apparato digerente. E’anche facile osservarlo quando esce il sangue dal naso e ci si stende: il sangue verrà digerito e questo, provocherà insistenti conati di vomito. Per approfondire:

Vomito di colore rosso vivo

Il vomito con sangue di colore rosso vivo (detto “ematemesi”) solitamente è causato dalla presenza di una emorragia interna con il sangue che non ha avuto il tempo di coagularsi o “essere digerito”. Ciò è possibile ad esempio in caso di un ulcera aperta a livello di stomaco o esofago. L’ematemesi spesso avviene in caso di rottura di “varici esofagee”, una grave condizione patologica caratterizzata dalla formazione e rottura di varici a carico delle vene del plesso sotto-mucoso dell’esofago, correlata ad uno stato di ipertensione portale cronica a sua volta determinata da patologie croniche del fegato, come la cirrosi epatica, di cui rappresenta una temibile complicazione. L’emorragia del tratto iniziale dell’apparato digerente determina spesso, oltre all’ematemesi, anche melena (emissione di feci di colore nero-piceo). Per approfonire, leggi:

Vomito di colore bianco

Il vomito di colore bianco è causato dall’acido dei succhi gastrici. Spesso è accompagnato anche da muco viscoso o mucoso. Quando è di tipo “mucoso” solitamente non è acido. Quando si tratta perlopiù di succhi gastrici, può essere acido. Il vomito bianco può verificarsi anche quando si è recentemente mangiato qualcosa di bianco, come ad esempio il latte.

Vomito di tanti colori diversi

Questo tipo di vomito in genere è un vomito di tipo “gastrico” che contiene cibo o pezzetti di cibo non digeriti, che non hanno avuto il tempo di superare lo stomaco.

Diagnosi differenziale

Oltre al colore, in questo articolo abbiamo quindi intuito che anche il tipo di vomito può essere utile al medico per capire qual è la causa della sua comparsa:

  • vomito alimentare: se vengono rigettati alimenti anche a distanza dai pasti;
  • vomito acquoso: se è acido, con poca mucina, e sono presenti succhi gastrici;
  • vomito mucoso: se è anacido, ricco di mucina, e sono presenti succhi gastrici;
  • vomito biliare: se si presenta emissione di bile ed ha un caratteristico colore verde scuro;
  • vomito fecaloide nel caso abbia un colore marrone scuro ed un tipico odore di feci, dovuti a stasi prolungata nell’intestino (nel caso, ad esempio, di occlusione intestinale), per cui la flora batterica prolifera indefinitamente;
  • vomito emorragico o ematemesi: se è presente sangue rosso vivo;
  • vomito caffeano, se è presente sangue digerito con un tipico colore nerastro (“a posa o fondo di caffè”).

Per aiutarsi nella diagnosi, il medico può servirsi di vari strumenti, tra cui:

Per approfondire:

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